Nota Bene:Gonnosnò - è localizzato nella parte della Marmilla ai piedi dell'altopiano della Giara..Situato a m. 175 sul livello del mare si stende per 15,45 Km quadrati. Comprende la borgata di Figu, frazione di Gonnosnò Il toponimo del paese pare derivi dall'unione dalla radice "gonnos" significante collina, con il termine "nò" genitivo di "nèos" significante "del tempio". Un'altra teoria ci porta alla conclusione che il nome Gonnosnò significa "colle nuovo".
Quante notizie....belle....congratulazioni nonno Mansardo...così giovane e già nonno....un bacio al nuovo arrivato
Bellissimo il video di Luisa....chissà se prima o poi riuscirò anch'io ad andare a vedere autunno in Barbagia.....
Anto deliziose o meglio dire, saboridasa le tue foto...mmmmh tra pecorino e dolci mi ci butto volentieri.....
Grazie Tranquillo per i tuoi video....belli e tenerissimi.....si la vita è un sogno...e sono convinta che i sogni aiutano a vivere meglio.....mai smettere di sognare.....
Ma un pensiero speciale va ad Alda Merini grande poetessa, grande donna.....R.I.P.
Spero abbiate trascorso un felice e sereno fine settimana.....buon inizio a tutti voi e un benvenuto a Maurizio
Direttamente dal pianeta dei nonni, vi propongo la sintesi del mio breve soggiorno in Gallura, dove ogni anno ritrovo un tempo lento, altrove ormai perduto, quando si andava a letto presto dopo aver contato le stelle nel cielo e aver ascoltato - davanti al caminetto acceso, sempre più fioco - i racconti dei nonni (e qui mia nonna avrebbe detto "torra...").
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......Dove sei tu, luce, e' il mattino. Tu eri la vita e le cose. In te desti respiravamo sotto il cielo che ancora e' in noi. Non pena non febbre allora, non quest'ombra greve del giorno affollato e diverso. O luce, chiarezza lontana, respiro affannoso, rivolgi gli occhi immobili e chiari su di noi . ............ E' buio il mattino che passa senza la luce dei tuoi occhi. Cesare Pavese
...Poesia su poesia ...perche' ..solo annegandoci di poesia.Alda.potremo riuscire a starti accanto. ..portami con te...a.
Modificato da - Anto in data 03/11/2009 17:50:52
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Nevathrad
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Inserito il - 04/11/2009 : 19:08:28
Come ho fatto a saltare una notizia così tenera e piena di promesse!!!!
Mansardo ti faccio tantissimi auguri per questo nuovo e importantissimo impegno!!!! Dedico al tuo nuovo grande amore questa canzone, che secondo me è la più bella "ninnananna" al mondo...
Modificato da - Nevathrad in data 04/11/2009 19:09:17
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Grazie a tutti per le parole dolci, grazie per la ninna nanna tradizionale e per quella soul, per gli auguri e per la polverina luccicante di speranza che cala da ogni vostro intervento. In una parola, è stato un bell'abbraccio. Ho molto gradito. Sono diventato nonnivoro.
: : : : :
Oggi vorrei parlare di investigatori. In letteratura. Io adoro Maigret (investigatore pubblico, cioè commissario di polizia giudiziaria) e, in misura minore, Poirot. Il primo francese, il secondo belga. Entrambi rispecchiano la personalità degli illustrissimi autori. George Simenon, grande romanziere e Agatha Christie, formidabile giallista. Il Maigret di Simenon indaga sulla psicologia dei personaggi, il delitto resta sempre sullo sfondo, quasi fosse un semplice pretesto per parlare delle umane debolezze. Il Poirot della Christie è un raffinatissimo segugio che ricostruisce le dinamiche criminali con estrema precisione, fin nei più piccoli dettagli. Introducendo (per comodità) nel discorso anche Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, ci troviamo di fronte ai tre momenti storici dell’investigazione classica: il metodo esclusivamente deduttivo prima dell’avvento della polizia scientifica (Holmes), il crinale tra i tradizionali metodi di investigazione e i più moderni ausilii della scienza (Poirot) e la piena esplosione dei primi esempi di metodi d’indagine più d’avanguardia (Maigret). Ma non è di questo che vorrei parlare. Mi interessa conoscere il vostro parere da lettrici e da lettori su un momento chiave della parabola umana e professionale dei tre personaggi: l’uscita di scena. I tre scrittori si posero questo problema e subirono pressioni (anche forti) dagli editori. Tra parentesi, per quanto un po’ prematuro (più per il personaggio che per l’autore), anche Camilleri è alle prese con lo stesso dilemma per il suo Montalbano. Come noto, Simenon fece andare in pensione Maigret. La Christie fece morire Poirot. Conan Doyle dovette un po’ arrampicarsi sugli specchi, facendo resuscitare con un artificio il defunto Holmes per poi collocarlo a riposo. Tre soluzioni diverse. Ho sempre ritenuto la scelta di Conan Doyle troppo “commerciale”, tutt’altro che affascinante. Molto più lineare e – forse – scontato l’epilogo riservato da Simenon al suo Maigret, tranquillo pensionato nella casetta di campagna. Con scarso appeal letterario, probabilmente, ma perfettamente in sintonia con la storia del commissario votato all’introspezione e poco incline alla sparatoria. Intrigante, infine, la soluzione di Agatha Christie. Artisticamente parlando, poche altre cose sublimano e rendono immortali quanto una morte tempestiva, calata sul protagonista a tempo debito, né troppo presto né troppo tardi. Che ne dite? E se voi foste stati gli autori di quei personaggi, quale soluzione avreste adottato?
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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 06/11/2009 : 19:34:10
Io l'avrei fatto partire, andar lontano, scomparire nel nulla nebbioso e nell'incertezza di un crepuscolo... Sì, lo so: è meno coraggioso di qualunque altra scelta. E' molto femminile - in fondo, anche se appare crudele - uccidere la propria creatura: "Come ti ho fatto ti disfo"... I personaggi che abbiamo creato sono un poco come nostri figli: li facciamo nascere, crescono con la pubblicazione ed è un'emozione vederli camminare da soli, se incontrano qualche successo, nel favore dei lettori. La donna-autrice Christie decide forse di esercitare il potere di vita e di morte sulla propria creatura, alla fine. Quadrata, decisa, fatale. In questo modo resiste pragmaticamente alle tentazioni di farlo tornare, grottescamente. Mostra un coraggio che è anch'esso tutto femminile. Io non avrei quel coraggio... lascerei uno spiraglio, nella fantasia e nei desideri di ciascun lettore (e nella mia mente e nel cuore). Maurizio
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
Inserito il - 06/11/2009 : 19:47:17
E - a proposito di andare lontano - vorrei cogliere l'occasione per aggiungere (non senza prima essermi complimentato per i raggiunti "gradi" di nonno con Mansardo):
Lascito di un padre contadino al figlio suo, che deve andar lontano.
Non ti lasciare mai guidar da un cieco, Al buio sembra pari ogni bellezza; Non imparare musica da un sordo, Non essere un avaro, né un ingordo. La mia saggezza, figlio, é solo questa, Ma ti dovrà bastare per il viaggio; C’é un maggio triste e un altro si fa festa, Ma noi si resta sempre quel che siamo, E’ per la testa che si miete il grano. A gloria non si va senza fatica; L’asino porta il vino e beve l’acqua, Di spirito e di talenti pieno, Dominerai su quei che n’hanno meno. Trova un amico e troverai un tesoro - Dice la Bibbia - e son parole d’oro. Se vuoi che l’amicizia si mantenga, Fai che un paniere vada e l’altro venga. Non far mai tutto ciò che puoi, figliolo, Né spender davvero tutto ciò che hai, Non creder tutto ciò che senti dire E non dire per intero quel che sai. Non entra mai a messa la campana, Eppure prima o poi tutti ci chiama: Molti sono chiamati, pochi gli eletti, Non s’incorona se non chi combatte. Ma tanto é amare e non essere amato, Quanto risponder, senz’esser chiamato. Ricordati - figliolo - la saggezza Semplice e bella di queste parole, Non prenderle con noia o leggerezza, Perché si perderà solo chi vuole: Non giunge immeritata la tristezza, Quel che si fa all’oscuro, appare al sole. Non sono ricco, ma ho vissuto bene, Seguendo questa regola morale: Nulla facendo, s’impara a fare male, E poco fiele fa amaro molto miele. Il tuo bagaglio - figlio - é solo questo, Di più non ho da darti nella vita, In guerra, nella caccia e negli amori, per una gioia, son mille dolori. L’avventura di vivere é finita, Ma é stata bella, con la mia compagna. Non mi é costata poi molta fatica E questa pioggia, in fondo, non mi bagna. Acqua che corre non porta veleno, Dopo ogni pioggia ritorna il sereno. Ma tanto é amare e non essere amato, Quanto risponder, senz’esser chiamato.
Maurizio
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maurizio feo ha scritto: Lascito di un padre contadino al figlio suo, che deve andar lontano.
...
Che altro aggiungere? C'è tutta la vita. Se riuscissimo a mettere in pratica anche soltanto la metà della saggezza contenuta in quei versi, saremmo a buon punto.
P.S. Il contadino non aveva presente Beethoven. Ma non fa niente.
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Mansardo ha scritto: E se voi foste stati gli autori di quei personaggi, quale soluzione avreste adottato?
E perchè farli finire, sparire, morire? Lasciamo alla creatività e all'intelligenza del lettore la capacità di fantasticare e far continuare il personaggio in un immaginario che è diventato nel frattempo collettivo. Lo scrittore nel momento in cui rende pubblica la storia con i relativi protagonisti ha fatto un'operazione di donazione della sua creatura. Già non gli appartiene più nel momento in cui la carta stampata è d'altri. Il personaggio - che è diventato nel frattempo letterariamente eterno - verrà letto dalle generazioni successive e reinventato, reinterpretato.
A chi di noi verrebbe in mente di leggere la continuazione dei Promessi Sposi? Anche le "serie" letterarie sono di per sé finite ogni volta che si legge l'ultimo libro edito.
.....mi piace l'oblio...il silenzio dell'avvenire incerto....la fine irrisolta. Lo avrei fatto addormentare al vento di libeccio...sotto una pianta di limone, in un'isola dimenticata. Dove spazio e tempo indefiniti lo avrebbero protetto. No..un fine cosi' decisa della scrittrice mi avrebbe reso sterile. Maurizio....le parole che hai scritto possono servire e renderci migliori...leggendole ad ogni apparire del giorno.anto
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