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alfonso
Utente Medio
 
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Inserito il - 17/07/2007 : 15:52:32
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per francesco In realtà il ferro è già noto in età neolitica, nel VI millennio, in Iraq ed è presente in ambito sumero ed egizio. In genere in epoche così alte era utilizzato come ornamento e spesso proveniva da meteoriti, ma sono presenti casi di estrazione mineraria. Il suo uso cresce nel tempo anche se resta un metallo prezioso sino al I millennio e questo perché non ha un uso pratico; diventerà invece utilizzabile come armi o utensili solo con la scoperta della tecnologia della tempra che ha permesso la produzione di acciaio (e come scrivono gli esperti, sono tecniche ignote a chi usa il rame e le sue leghe); solo allora diventa competitivo rispetto al bronzo, sia per la durezza che per la facilità di estrazione, ma siamo ormai alle soglie del I millennio, ed è nei primi secoli di questo che si ha la vera e propria età del Ferro. La sostituzione tra i due metalli avviene non solo con la scoperta della tempra (già presente nel secondo millennio), ma soprattutto quando il rame e lo stagno diventano più difficilmente recuperabili, mentre il ferro è presente ovunque. Inoltre il Ferro si diffonde in connessione con l’evoluzione sociale che porta, pian piano, dagli stati centralizzati (con l’uso del Bronzo che necessita del controllo dell’acquisizione di più materie prime, abbastanza rare) a quello del ferro, decisamente più democratico (per la scarsa difficoltà a reperirlo e a lavorarlo, una volta imparata la tecnica). Un testo di facile lettura è quello di Claudio Giardino, I metalli nel mondo antico, Roma-Bari, Laterza, 2002. Un particolare, infine, il regno Ittita non venne abbattuto, ma implose per crisi interne, aggravate da una crisi dinastica, dividendosi in vari regni indipendenti, i regni neoittiti. alfonso alfonsostiglitz@libero.it
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alfonso
Utente Medio
 
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Inserito il - 17/07/2007 : 15:53:23
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Ti posso trascrivere il box del mio articolo pubblicato sul primo quaderno di darwin a cui aggiungerei il recente volume: La civiltà nuragica, nuove acquisizioni, Atti del Congresso (Senorbì 2000) edito dalla Soprintendenza archeologica nel 2005 e di cui è uscito il primo volume, mentre è in corso di stampa il secondo Questo è, invece, il box di Darwin: La bibliografia di riferimento è ovviamente molto ampia, mi limito a indicare alcuni titoli a partire dal testo base di G. Lilliu, La civiltà nuragica, Sassari, Delfino, 1992 scaricabile on line in formato .pdf dal sito ufficiale della Regione Sardegna, all’indirizzo http://www.sardegnacultura.it/perio...i/nuragico/, alla voce monografie. Dallo stesso sito sono scaricabili, le guide archeologiche di numerosi siti nuragici, alcuni dei quali citati nel nostro testo; altri sono descritti nel testo di A. Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia, Sassari, Delfino, 2000 anch’esso scaricabile dal sito della Regione Sardegna. Sempre on line, nel sito http://luna.cas.usf.edu/~rtykot/index.html alla voce pubblications, è scaricabile il testo di R. Tycot, Radiocarbon dating and absolute chronology in Sardinia and Corsica, in R. Skeates - R. Whitehouse (eds.), Radiocarbon Dating and Italian Prehistory, Rome, British School, 1994, pp. 115-145. Gli scavi del nuraghe S’Urachi (San Vero Milis) sono visibili nel sito del Comune di San Vero Milis, http://www.comune.sanveromilis.or.it, alla voce Museo, dove sono leggibili le pubblicazioni scientifiche sinora edite. Ottime sintesi purtroppo solo in formato cartaceo ma esemplificative delle varie opinioni presenti e dell’ampia bibliografia possono trovarsi in: M. Perra, From Desert Ruins: an Interpretation of Nuragic Sardinia, EUROPAEA 3.2 (1997), pp. 49-76 V. Santoni, Sardinia in the Mediterranean from the Middle until the Late Bronze age, in Stampolidis N.C. (ed.), Sea Route...From Sidon to Huelva. Interconnections in the Mediterranean 16th-6th c. BC, Athens, 2003, pp. 140-151. G. Ugas, L’alba dei nuraghi, Cagliari, Fabula, 2005. A. Usai, Note sulla società della Sardegna nuragica e sulla funzione dei nuraghi, in N. Christie (ed.), Settlement and Economy in Italy 1500 BC to 1500, Papers of the Fifth Conference of Italian Archaeology, Oxford, Oxbow Monograph, 1995, pp. 253-259.
alfonso alfonsostiglitz@libero.it
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Ammutadori
Salottino
Utente Senior
   

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Inserito il - 17/07/2007 : 17:36:22
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Grazie mille....
Saludi e Trigu http://www.contusu.it http://www.3stops.com
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EdoSardo
Utente Medio
 
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Inserito il - 17/07/2007 : 19:00:34
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Alfonso siamo d' accordissimo, intendevo dire che i dati degli scavi appunto, presi singolarmente, devono naturalmente poi essere messi in relazione con altri dati. Non intendevo dire di usare i dati di un singolo scavo in modo sterile, ma di non estendere a tutta la Sardegna sequenze stratigrafiche che sono in realtà carta d' identità di un singolo sito. Da poco è stato ristampato il monumentale capolavoro di G. Lilliu "Il nuraghe di Barumini e la stratigrafia nuragica", ecco credo che il titolo, alla luce degli ultimi sviluppi dell' archeologia, possa essere corretto in "Il nuraghe di Barumini e la sua stratigrafia". Perchè ci sono tante differenze a seconda del luogo in cui si scava. In quanto al tegame a pettine io mi riferisco a quel frammento esposto al museo di Cagliari, nella didascalia si legge che è stato rinvenuto in stretta associazione con un oggetto bronzeo (non ricordo esattamente di che oggetto sia) datato al bronzo finale; ne consegue che i due oggetti, a detta dello scavatore, siano coevi. Si è interpretato il frammento di tegame come una persistenza della facies a pettine nel b.f. ma per me così non è, perchè il tegame è appunto frammentario e non integro. I tegami a pettine sono più vicini alla ceramica metopale che non ai bronzetti, ma questa è solo una mia opinione (non solo mia ci mancherebbe!). Se poi ci sono dei dati che non conosco mi riservo di toccare con mano, d' altronde dopo quasi 10 anni non è ancora stato pubblicato il secondo volume degli atti di Senorbì, convegno al quale ero presente...
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kigula
Moderatore
   

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Inserito il - 17/07/2007 : 20:01:04
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Wow quanti bei articoli in pdf!!! Grazie mille Alfonso
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Modificato da - kigula in data 17/07/2007 20:01:49 |
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Adelasia
Moderatore
    
Penna d'oro
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Inserito il - 17/07/2007 : 20:32:43
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Solita comunicazione di servizio: si ricorda di mantenere il discordo su un grado di accessibilità anche per i non addetti ai lavori, quindi non è superfluo raccomandare di utilizzare la massima chiarezza e semplicità (anche terminologica) per continuare a rendere il post interessante per tutti... Come diceva qualcuno: fate finta di avere di fronte lettori che non sanno nulla dell'archeologia, ma che vorrebbe capirla e intervenire... Sarò pedante, ma capisco che il coinvolgimento ( e meno male che c'è!) e l'alto livello degli interventi può far scordare questa banale e solita raccomandazione. Che io imperterrita continuerò a proporre ogni tanto...
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shardanaleo
Utente Attivo
  

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Inserito il - 18/07/2007 : 08:28:12
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avevo scritto un commento... mi sono censurato da solo! Cara Ad-El.Asia, amica mia tu predichi nel deserto! Shar
"SOS SHARDANA RIBELLES KI NEMOS PODET BINKERE" (RAMESSU II) www.shardana.org
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alfonso
Utente Medio
 
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Inserito il - 18/07/2007 : 11:52:43
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Cara Adelasia hai perfettamente ragione, spesso la terminologia tecnica sfugge alla tastiera, soprattutto quando intervieni in modo veloce. Il linguaggio tecnico è indubbiamente più semplice e veloce, spiegare la stessa cosa con parole normali implica decisamente più tempo. Cerco di rimediare con le precisazioni su alcuni termini che credo abbiano creato qualche problema di comprensione. Ceramica a pettine: è una classe di ceramica nuragica che presenta delle caratteristiche decorazioni realizzate con uno strumento che può essere avvicinato a un pettine, con denti meno fitti. È un fossile guida, quindi uno di quegli elementi facilmente riconoscibili anche se frammentario, che permette un chiaro inquadramento culturale e cronologico. L’origine sembra collocarsi nelle fasi avanzate del Bronzo Medio, metà XV sec. a.C., come ci attestano alcuni contesti chiave: due villaggi di Nuraxinieddu e, soprattutto il nuraghe Pitzinnu di Posada, dove è disponibile anche una datazione al C14 che ne conferma la cronologia. Nel Bronzo recente (XIII sec. a.C. ) essa è caratteristica della Sardegna Centro-Settentrionale, e qui sarebbe interessante notare come la Sardegna dell’età dei Nuraghi (Bronzo Medio e Recente) sia una società complessa con profonde differenze locali, all’interno di un quadro unificante. Insomma se dai nuraghi passiamo ad analizzare la società notiamo quanto sia stratificata e differenziata tra zona e zona: la semplice analisi dei nuraghi ci fornisce un’immagine un po’ fuorviante. Il problema di trovare frammenti di questo tipo di ceramica in strati del Bronzo finale (XII-X sec.) come sembrerebbe avvenuto a Sorradile (anche se non ne ho traccia nelle pubblicazioni) pone due soluzioni; 1) si tratta di frammenti più antichi che si trovano in uno strato più recente, oppure 2) la conclusione della moda della ceramica a pettine non è del tutto omogenea nel territorio. La prima soluzione è la più verosimile, visto che è normale trovare in strati archeologici materiali più antichi derivanti dalle operazioni di formazione dello strato. Non escluderei, però, in assoluto la possibilità di forme di persistenza in alcuni luoghi, anche se una struttura come quella di Sorradile, aperta agli scambi extraisolani ci fa pensare a una comunità dinamica e, quindi, meno conservativa. alfonso alfonsostiglitz@libero.it
alfonso
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francesco7
Utente Medio
 
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Inserito il - 18/07/2007 : 11:55:26
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Grazie Alfonso, per tutte le informazioni. Ma se becco quello che non ha aggiornato il mio vecchio libro di storia ittita ... Salute a tutti.
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alfonso
Utente Medio
 
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Inserito il - 19/07/2007 : 16:26:44
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Poso suggerirti la lettura di un libretto agile, aggiornato ed economico, dal quale puoi partire per tutti gli approfondimenti: S. De Martino, Gli Ittiti, Carocci, 2003, costa poco meno di € 10,00. alfonso alfoncostiglitz@libero.it
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francesco7
Utente Medio
 
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Inserito il - 19/07/2007 : 17:55:24
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Grazie, ma credo che esuli dal mio campo di interessi ... Di storia, mi sto occupando solo di quella nuragica, e soltanto di una piccola parte ! A presto.
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PeppeLuisiPala
Utente Attivo
  

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Inserito il - 28/10/2007 : 15:08:13
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...est noedha de deris 27/10/2007...
giai fit ora!!!!
Fintzas sa " Sientzia Ufissiale ", po 'uca de s'arkeologu Giuanne Ugas de s'Universidade de Castedhu at nadu Ki......:::
Gli Shardana,guerrieri e navigatori,
alleati nel XIII secolo ac. del Faraone Ramses II nella battaglia di Qadesh contro gli Ittiti, e poi fra i nemici dell'Egitto aggredito e messo in crisi cento anni dopo,...
erano i Sardi Nuragici......
Nois no semus italianos e... at a esser sa malasorte chi... no l'amus a esser MAI!
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murta
Salottino
Utente Senior
   

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Inserito il - 28/10/2007 : 15:42:06
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| PeppeLuisiPala ha scritto:
...est noedha de deris 27/10/2007...
giai fit ora!!!!
Fintzas sa " Sientzia Ufissiale ", po 'uca de s'arkeologu Giuanne Ugas de s'Universidade de Castedhu at nadu Ki......:::
Gli Shardana,guerrieri e navigatori,
alleati nel XIII secolo ac. del Faraone Ramses II nella battaglia di Qadesh contro gli Ittiti, e poi fra i nemici dell'Egitto aggredito e messo in crisi cento anni dopo,...
erano i Sardi Nuragici......
Nois no semus italianos e... at a esser sa malasorte chi... no l'amus a esser MAI!
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ittiti,egizi,troia,.......................sparta ma vuoi vedere che gli spartani hanno acquisito il modo di combattere da noi shardana o addirittura era un gruppo stanziatosi li? dall'unione sarda ho letto è conservato la pagina .
sa murta
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Modificato da - murta in data 28/10/2007 15:42:23 |
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shardanaleo
Utente Attivo
  

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Inserito il - 28/10/2007 : 15:48:11
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Estimadu peppe... i guerrieri in egitto erano SARDI NURAGICI? Sicuramente erano SHARDANA, quindi SARDI... che costruissero anche i nuraghes ancora non lo sappiamo, ma non fa differenza. ... quello che però colpisce dall'articolo dell'Unione è che l'ARCHEOBUONERIA che ha sempre contestato Frau e Melis su questa verità storica rivoluzionaria ora si metta a dichiarare UDITE UDITE:
<<Per chi non avesse letto l'intervista di a Ugas di G.Ghirra,a pg.31 dell'inserto dell' Unione Sarda,'il Sabato', ecco uno stralcio iniziale:
(...)"Erano loro gli Shardana, i Popoli del mare", sostiene Giovanni Ugas (...)"Ipotesi?Direi certezza, grazie a fonti archeologiche e all'analisi di testi e immagini nelle stele egizie. La novità metodologica delle mie ricerche, condotte da archeologo e non da storico, è che sono andato alle fonti piuttosto che ricorrere a citazioni di lavori altrui, affrontando la questione con elementi di archeologia, tradizione letteraria, soprattutto con lo studio diretto delle fonti. Ebbene, i documenti egiziani citano gli Shardana (...)>> FONTE: http://shardanapopolidelmare.forumc...965353&st=15
I COMMENTI per tanta faccia tosta li lascio ai forumisti...
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Modificato da - shardanaleo in data 28/10/2007 15:49:28 |
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murta
Salottino
Utente Senior
   

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Inserito il - 28/10/2007 : 16:08:43
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alll'archeobuoneria sta male venire a scoprire che un piccolo popolo abbia fecondato tutto il mediterraneo (e messo sotto vari imperi )e spingersi anche oltre,da quel poco che ho letto (e mi spiace) dal tuo sito shardanaleo capisco che non ci siamo fermati nel mare ma anche l'oceano ci ha visto imperversare (la cornamusa della scozia è uguale alla nostra ,scusa la mia ignoranza non so come si chiama la nostra) chissa magari l'america è stata scoperta prima da noi che dai popoli norvegesi. orgoglioso di essere un shardana
sa murta
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