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Nota Bene: Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde - Fu costituita a Londra il 2 Giugno 1863 per l’esecuzione della legge 4 gennaio 1863 n. 1105 che prevedeva la costruzione di 122 miglia di strade ferrate nell’isola da parte della Società Smith, Knight & C. per diversi motivi, nel 1874 furono ultimate solo le linee Cagliari - Oristano, Decimo - Iglesias, Porto Torres – Sassari –Ozieri . Comunque, a fine secolo erano in esercizio 422 chilometri di linee principali e 560 chilometri di linee secondarie.



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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 28/10/2007 : 01:35:18  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Questa, tra le tantissime Leggende di Sardegna, è una nuova storia che mi fa piacere raccontare, sicuro che pocchi Galluresi ne siano a conosceza... La storia che vengo a presentare si divide per ovvie ragioni in tre parti; la prima parte racconta essenzialmente la parte leggendaria che vede nella famosa Capitana una delle poche donne al comando di una ciurma di pirati musulmani che, allora, infestavano i mari procurando il terrore soprattutto degli abitanti rivieraschi della Sardegna e non solo.

La seconda parte ci porta nel mondo del sopranaturale. Tra gli spiriti dei monaci trucidati. Incontreremo lo spirito del giovane Jousuph e ritroveremo il suo schelettro incatenato alla cassa del tesoro sul quale grava una terribile maledizione. La storia prosegue tra sedute medianiche che tentano di imbonire gli spititi dei frati, gli stessi che avevano naledetto chiunque avesse tentato di portare via arbitrariamente il tesoro che era della chiesa....

La terza parte conclude la storia che avrà un triste ed orrido epilogo, caso che gli stessi inquirenti non hanno mai compreso e chiarito....

Se avete coraggio e pelo nello stomaco seguitemi lungo il filo di questa avventura che inizia da queta pagina...... Buona lettura!!!



LEGGENDE DI SARDEGNA

- IL TESORO DI CAPITANA -



Prima della Battaglia di Lepanto, non molto tempo prima, si raccontava di questo personaggio...

Una donna pirata che imperversava con le sue scorrerie lungo le coste della Sardegna e non solo.

Prediligeva le coste a sud dell'isola dove sbarcava con la sua ciurma di briganti musulmani procurando il terrore delle genti soprattutto lungo le coste e spingendosi raramente anche all'interno; la sua furia e quella dei suoi uomini devastava tutto.
Uccidevano senza ritegno e dai villaggi portavano via uomini donne e ragazzi per venderli poi nei mercati degli schiavi, razziavano tutto ciò che era possibile portar via e velocemente ripartivano paghi del bottino acquisito.

Capitana è il luogo posto tra Flumini di Quartu e torre Is Mortorius, sito non molto lontano da Quartu Sant'Elena in provincia di Cagliari lungo la panoramica costiera che conduce a Villasimius; da questo tratto di strada si osserva un panorama incantevole che spazia sul mare azzurro cristallino, senza che crei particolare invidia tra le altre coste rivierasche dell'isola, ma nell'antichità non troppo remota questa come molte altre è testimone di atroci fatti che hanno interessato la nostra stupenda Sardegna da che si ha memoria storica, così come questa che vengo a raccontare.

Si racconta che nella località Capitana si vivesse felici, le genti che stanziavano in quell'agro , tutto sommato non lamentavano particolari difficoltà. Vivevano prevalentemente di pastorizia e di agricoltura che coltivavano intorno ad un chiostro gestito da una comunità di frati, non molto numerosi ma attivi tra lavoro e preghiera, preghiera alla quale le genti del posto partecipavano spontaneamente sentendosi poi, paghi della grazia divina che li aiutava a sopravvivere in quei tempi nonostante la vita allora fosse piuttosto magra data le incursioni piratesche, queste, da un pezzo erano più che mai frequenti e, la gente fuggiva sulle alture circostanti quando arrivavano i masnadieri, altri si rifugiavano presso i frati ma, non sempre erano così fortunati da trovar riparo.

Più spesso le navi pirate venivano segnalate ancor prima che giungessero a riva, altre volte questi invece giungevano furtivi e depredavano tutto senza ritegno ed ammazzando chiunque si opponesse alle loro razzie, così, un triste giorno giunsero all'improvviso, da che erano inseguiti dalla flotta spagnola che perlustrava le acque della Sardegna, presero in ostaggio i frati mentre la gente di rifugiava sui monti.
Le navi spagnole li avevano persi di vista, quindi avevano un notevole vantaggio di tempo.

Il monastero dall'aspetto sobrio ed elegante nell'architettura del tempo era però piuttosto ricco di oggetti preziosi, dipinti e sculture abbondavano, per quel che si dice, e non mancavano preziosi argenti spesso dorati che impreziosivano questo luogo sacro, reso tale dalle regalie della povera gente che nonostante i disaggi e la fatica nei campi ed al seguito delle greggi, non mancavano di contribuire allo sfarzo che rendeva questo luogo un posto invidiabile di cui andavano orgogliosi.

Tra gli incursori era presente anche un giovane apparentemente sui ventidue anni, era uno di quelli che a suo tempo era stato rapito forse nell'intento di venderlo come schiavo sui mercati dove erano ricercatissimi, fatto è che, allora bambino, non era merce che si poteva vendere facilmente sui mercati per cui prima pensarono di disfarsene uccidendolo, poi ripensandoci lo allevarono fintanto che, seppur ancora bambino, veniva impiegato come mozzo tutto fare sulla stessa nave che girovagava per i mari; divenendo più grande e non avendo memoria del rapimento amalgamatosi alla loro mentalità non era naturalmente in grado di discernere se fosse arabo od occidentale dato che la sua pelle riarsa dal sole e seccata dalla salinità del mare lo rendeva più simile a loro che ad altri...


Si chiamava Jouseph (Giuseppe) e forse non si era mai chiesto chi fosse veramente, che natali avesse mai, chi fossero stati in realtà i suoi genitori dal momento che uno dei vecchi pirati lo aveva allevato ed istruito come un figlio, un figlio dell'ISLAM.

Jousepf, giovane e forte com'era, fu uno dei primi che si scagliò sugli indifesi monaci che non opposero grande resistenza, voleva sapere dove avessero nascosto il tesoro del convento e, non avendo avuto risposta sgozzò il frate Priore che teneva stretto, al che gli altri frati terrorizzati si arresero ed accompagnarono la masnada vociante nella cripta ben celata la dove avevano riposto il tesoro della Cappella;
dabbasso già si intravvedeva ammucchiato in ordine sparso il tesoro che luccicava, i quadri e le sculture erano tra questi preziosi, tra questi spiccava una splendida madonnina in legno dipinto, era talmente bella che per un momento il giovane Jousuph ebbe a tentennare quando il comandante ordinò di riporre solo gli ori e gli argenti preziosi dentro un forziere per portarli via, dopo che avessero distrutto fracassandole le splendide sculture raffiguranti i Santi ed un bellissimo Crocefisso insieme a quella meravigliosa Madonnina che aveva tanto turbato il giovane.

All'ordine perentorio che seguì, incitando la ciurma a fare in fretta, Jousuph, improvvisamente, come preso da un raptus, stringendo a se la madonnina e brandendo le scimitarra lancia un urlo possente che fece rabbrividire i compagni....

<- Maledetti!! Fermi, non azzardatevi a compiere un simile sacrilegio, non toccate niente, non lo fatte, altrimenti avrete a che fare con la mia spada->

Non impiegarono molto ad immobilizzarlo visto che erano in tanti, gli saltarono addosso come belve e lo trattennero saldamente, mentre il capo della ciurmaglia, furente come un demonio, pensava già di decapitarlo, ma pensandoci bene decise di infliggergli una punizione più severa... che servisse da monito anche al resto dei suoi uomini....
Lo avrebbe lascialo li, legato con delle catene affinché morisse lentamente di fame e di sete, infatti ordinò che venisse legato saldamente con una catena al forziere dove avevano già riposto il tesoro, li, vicino alle statue dei santi ed al crocefisso che avevano frantumato, ponendo infine la madonnina vicino alla grossa cassa mentre veniva schernito per aver difeso un immagine idolatra che loro non riconoscevano.
**Il Corano, ancor oggi, vieta l'adorazione di figure simili che per loro sono proibite.**

Il povero Jouseph da che era stato legato subì la più triste umiliazione della sua vita, gli venne raccontata infatti la sua triste storia da che era stato rapito dopo aver trucidato la sua famiglia, madre, padre, una sorella ed un fratello più grandi di lui, furono assassinati brutalmente sotto i suoi occhi innocenti. Lo avevano cresciuto per farne un guerriero di ALLAH, affinché uccidesse tanti Cristiani per la bandiera dell'Islam, pertanto, visto che era riemersa la coscienza Cristiana data con il battesimo... da quel momento, pregasse pure un pezzo di legno, un' immagine idolatra che se fosse stato vera e proveniente da Dio lo avrebbe liberato dalle catene e, forse, sarebbe divenuto persino ricco con il tesoro che avrebbero lasciato nascoto in quella cripta per venirlo a riprendere un giorno quando sarebbe stato possibile, sicuri che avrebbero vinto con l'imposizione della loro cultura in tutto il mondo di allora, già che, si disperava di fermarli.

Portarono all'interno della cripta anche il grosso tesoro consistente in due grossi forzieri colmi d'oro, argenti e pietre preziose che avevano nascosto velocemente al loro sbarco; trucidati i frati fecero crollare dopo averla minata la stessa cripta e buona parte del convento che si incendiò facendolo crollare rovinosamente.

Dopo l'orrendo sacrilego eccidio scapparono, convinti di poter tornare un giorno, ma la giustizia divina li fermò per mezzo della mano dell'uomo di cui si servì ancora una volta...

Si imbarcarono in tutta fretta e si erano appena distaccati dalla costa, quando il rombo dei cannoni delle navi spagnole che li tallonavano erano riusciti di raggiungerli, intanto il mare si era agitato improvvisamente e le correnti che interessano tipicamente quel tratto di costa, non li lasciava uscire in mare aperto come speravano, infatti, chiusi la in quella morsa i colpi dei cannoni resero la galea pirata un incredibile ammasso di fuscelli.... l'ira di Dio li aveva colpiti distruggendoli.

La leggenda così racconta questa triste storia, quella di quei tempi lontani che il tempo spesso cancella inesorabilmente, ma così non è stato....

La triste sacrilega storia di questi cinici e sadici barbari pirati musulmani, è perdurata nel tempo e li dove sorgeva il vecchio monastero ancora si notano le tracce del crollo dove ai margini di quest'area si può ammirare un frutteto di una rigogliosità senza pari la dove un bel giorno si scoprì il famoso tesoro che.......


Fine prima parte

Pier Paolo saba

Olbia 28 ottobre 2007


SHRD.




 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Olbia  ~  Messaggi: 518  ~  Membro dal: 17/09/2007  ~  Ultima visita: 05/11/2010

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Barbaricina

Moderatore


Jana Ojos-de-Luche



Inserito il - 28/10/2007 : 09:27:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Barbaricina Invia a Barbaricina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Pier Paolo...

ho letto il racconto...
un pò crudo....però...d'altra parte....per il periodo che racconti...pirati...predoni...

mi piace... vai con la seconda parte.....




Modificato da - Barbaricina in data 11/11/2007 13:31:10

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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 28/10/2007 : 13:05:26  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Inserito il - Oggi : 09:27:02
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BARBARICINA HA SCRITTO....:Pier Paolo...

ho letto il racconto...
un pò crudo....però...d'altra parte....per il periodo che racconti...pirati...predoni...

mi piace... vai con la seconda parte.....

*** Ciao, grazie per l'apprezzamento,
... è vero che in quell'epoca c'era da stare pocco allegri... tempi bui, dove mantenersi in vita era un'impresa epica... già , pirati e predoni di ogni sorta scorrazzavano senza poterli fermare facilmente... e la gente moriva numerosa tra, malaria, peste e pirati vari... la leggenda popolare ha tramandato quei tristi giorni come un documento indelebile affinchè abbiamo a ricordare che fatti simili sono sempre in aguato...

Come già ti dissi, le "storie" le scrivo di getto, li, sul momento, quando mi coglie l'ispirazione...... per questo la seconda parte è in fase di stesura.

Sono certo che ti piacerà davvero.... la parte introduttivadella prima fase - in apertura - racconta come si svilupperanno i due capitoli successivi.... vedrò di non farti/vi aspettare troppo.... mi auguro.... salute permettendo.

Grazie ancora e felice giornata.

Pier Paolo

SHRD.





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murta
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 08/11/2007 : 13:40:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di murta Invia a murta un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
o pierpà andi sesi andau.....................................
ajoooooooooooooooo che non vedo l'ora di leggere il continuo..


sa murta





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: ICHNUSA SA TERRA DE DEUS  ~  Messaggi: 1418  ~  Membro dal: 27/09/2007  ~  Ultima visita: 30/07/2014 Torna all'inizio della Pagina

murta
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 08/11/2007 : 13:42:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di murta Invia a murta un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
non farci aspettare molto ti prego................
se ritorni presto ti invito a casa di virdis quando è pronta......po si zazzai i cullurgionisi .....................ma ti deppisi movi ....................


sa murta





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: ICHNUSA SA TERRA DE DEUS  ~  Messaggi: 1418  ~  Membro dal: 27/09/2007  ~  Ultima visita: 30/07/2014 Torna all'inizio della Pagina

Casteddaia
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 08/11/2007 : 14:27:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Casteddaia Invia a Casteddaia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
aspetto anchio la seconda parte,movirì non vedo l'ora di leggerla




 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: cagliari  ~  Messaggi: 1405  ~  Membro dal: 13/04/2006  ~  Ultima visita: 25/04/2011 Torna all'inizio della Pagina

Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 08/11/2007 : 15:43:26  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Carissime amiche ed amici, appassionati lettori delle "Leggende di Sardegna", eccomi, finalmente, di nuovo tra voi....

La sospirata storia del Tesoro di Capitana, il tesoro maledetto, è completta, per cui, davvero voglio saggiare il vostro coraggio, mentre vi addenttrate nella lettura della seconda parte.

Attenzione!! Si declina ogni responsabilità verso chiunque avesse a sentirsi perseguitato dagli spiriti "Burloni" a seguito di questa lettura.... (Naturalmente scherzo...) Buon divertimento.

************************
LEGGENDE DI SARDEGNA


- IL TESORO DI CAPITANA -




Capitolo secondo.


Il Tesoro maledetto.

Già, la storia del tesoro aveva ossessionato tanta gente, forse troppa.

Il tesoro di cui si favoleggiava aveva letteralmente sconvolto un'intera famiglia di Quartu Sant'Elena, una famiglia agiata che presa dalla bramosia di ulteriore ricchezza avrebbe pagato con la vita pur di impossessarsi di questa immensa fortuna.

Il capo famiglia tale (Ziu...X..) rientrò come molti altri soldati dalla guerra la dove perse entrambi le gambe per assideramento quando era stato deportato in Russia dopo essere stato catturato dai soldati

Portava le protesi che gli avevano applicato dopo avergli amputato le gambe e nonostante questa condizione, la volontà e lo spirito di sopravvivenza certo non lo avevano abbandonato, la mogli ed i due figli, una splendida ragazza ed un ragazzo eccezionale gli erano sempre vicini e, lui si sentiva tanto amato e protetto che la sua diversità ,data dalle protesi appunto, non gli impedivano certo di sentirsi sempre più vivo. Aveva imparato a convivere con serenità con il suo stato di invalido ed infatti, puntualmente tutte le mattine si recava nel suo frutteto e con l'aiuto di un piccolo motocoltivatore aveva reso questo luogo un giardino spettacolare ed invidiabile, la dove, come consuetudine in luoghi fuori mano, lontano da casa, aveva posto dei cani da guardia che avrebbero custodito il suo podere.

Aveva lavorato a lungo, e sodo, per rendere quest'appezzamento di terra il giardino che aveva creato e di cui andava visibilmente orgoglioso, la sera rientrava a casa e raccontava quanto divenisse sempre più bello e rigoglioso... era felicissimo del suo operato, e ringraziava il Signore per quanto gli aveva concesso a saldo del danno subito... avendo servito la patria.
Che fosse stato reso invalido poco gli pesava, lavorava molto e lo rendeva sempre più orgoglioso.

Ma, arrivò il momento che quest'uomo un pomeriggio arrivo a casa tutto trafelato, balbettava e non si riusciva di farlo tornare in se. Era tornato troppo presto e la figlia, la prima ad accorgersi delle sue condizioni, urlò con forza per richiamare la madre che stava in una stanza fondo alla casa, aprì il grande portone d'ingresso ed aiutò l'anziano genitore ad entrare mentre la mamma correva pensando ad una disgrazia. Lo portano con fatica fino in camera da letto dove, interrogatolo su cosa fosse accaduto egli racconta allucinato e visibilmente terrorizzato cosa gli era capitato nel suo giardino.

Confortato dalla moglie e dalla figlia che intanto aveva provveduto a chiamare anche il fratello che lavorava come geometra presso il locale Comune rasserenatosi un po l'uomo inizia a raccontare la scioccante esperienza vissuta:
< - Mi ero appena accostato ai cani per dar loro da mangiare dopo averli già cambiato l'acqua con dell'altra fresca quando mi sono sentito battere sulle spalle, mi volto e con grande sorpresa dietro le mie spalle c'era un frate con il cappuccio in testa, mi sono spaventato non tanto per la presenza del frate quanto per il fatto che mi consigliava di aiutarlo a tirar fuori da sotto terra una grande cassa che gli apparteneva; detto questo, direttamente sotto i miei occhi è scomparso così come era apparso.
Mi sono sentito svenire dalla paura, neanche in guerra ho avuto mai tanta paura come oggi.->

Intanto il figlio, che era appena sopraggiunto, sentì le ultime parole del padre che lo avevano tanto impressionato, così concertarono tutti insieme di interpellare qualcuno che si intendesse di spiriti,
un veggente, un medium, insomma chiunque fosse in grado di spiegare chi fosse questo frate che era apparso all'improvviso e che cosa volesse realmente.

Moglie e figli si dettero subito da fare per rintracciare qualcuno che si occupasse di pratiche simili , fintanto che individuarono una certa Mariuccia che abitava a Quartucciu, giusto al confine di Quartu Sant'Elena. Andarono naturalmente a trovarla e questa dopo aver ascoltato con interesse l'intera storia consigliò di rintracciare un tizio che abitava a Cagliari, costui era un personaggio piuttosto conosciuto per la sua attività di Rabdomante, dove con la sua esperienza oltre che ricercatore delle vene freatiche sorgive era conosciuto anche come colui che trovava i tesori pertanto poteva individuare la cassa famosa in questione.

Mariuccia sa Bruxa (la strega), cosi era chiamata la donna di Quartucciu.

Era una persona molto conosciuta, e non solo in paese, la sua nomea si era propagata e veniva chiamata un po in tutta la Sardegna e non solo, era piuttosto famosa anche nel continente dove si recava spesso accompagnata da un nipote o da una sorella. A vederla incuteva disaggio ed una certa dose di paura, il suo spetto era stranissimo, di statura media e con i cappelli biondi color paglia secca legati a coda sulla nuca mettevano in maggior risalto i suoi occhi grigi e spenti, si, spenti, perché non vedeva quasi più..... oramai irrimediabilmente cieca.

Che la cecità avesse acuito i suoi poteri sopranaturali? Si è sempre creduto di si, infatti, era in grado di percepire delle sensazioni profonde e recondite dell'animo delle persone sulle quali si concentrava e soprattutto se poteva tener la mano di una di queste...era davvero impressionante quanto poteva fare questa donna ed è forse per questo che la gente ne aveva paura, ed è per lo stesso motivo che veniva appellata “La Strega”.

Intanto la famiglia(...) prese contatti col famoso rabdomante al quale raccontarono la storia vissuta dal capofamiglia, mentre pendevano dalle labbra di questo personaggio che pensieroso corrucciava la sua fronte, immerso in profonda riflessione..... quando socchiuse le labbra per parlare gli astanti ebbero come un colpo al cuore per la tensione che li avviluppava.... L'uomo sbottò dicendo che era necessaria ed indispensabile la presenza di un sacerdote, persona questa che lui conosceva bene, affidabile e discreta, per cui se loro non avevano nulla in contrario si sarebbe tentato di rintracciare il prete per sentire anche il suo parere.... accettata la proposta il rabdomante chiamò il sacerdote che, dopo un serie di interminabili squilli finalmente rispose, sciogliendo la tensione che si era accumulata e che si taglia va a fette, data la breve attesa che, tuttavia, sembrava eterna....
<- Pronto?... Si, sono io... vengo in Canonica insieme a delle persone che hanno necessita del Suo intervento... d'accordo... tra mezz'ora... grazie! ->

Si divincolarono dal traffico abbastanza in fretta e giunsero dal sacerdote che li attendeva incuriosito, dopo una breve presentazione, accomodatisi nello studio, raccontarono per l'ennesima volta le motivazioni che li aveva condotti sino a lui.

Il parroco era persona conosciutissima essendo intervenuto in diverse occasioni come esorcista, per cui, sicuramente esperto in fatto di spiriti e di fatti misteriosi... prese in seria considerazione quanto gli era stato raccontato e non si scompose troppo, anzi, decise che era urgentissimo intervenire e per questo accordarono di rivedersi tutti insieme lo stesso pomeriggio, compresa la stessa Mariuccia che lui già conosceva e che riteneva indispensabile, affinché evocasse lo spirito del frate che era comparso nel giardino.

Era Luglio inoltrato, il pomeriggio di quel giorno afoso come non mai, intorno alle 16,30 li trova tutti riuniti nella casa di Quartu.

Dopo i convenevoli di rito, caffè, dolci tipici Quartesi e bibite fresche aprono al discorso che maggiormente interessava la famiglia.... così, Ziu (....) alla richiesta del prete prese a descrivere la scioccante esperienza vissuta.

L'attenzione degli astanti era massima, si sentiva solo la voce del padrone di casa che emozionatissimo raccontava l'esperienza vissuta, lo interruppe il sacerdote che ascoltata la versione dell'uomo decide di doversi recare in campagna, nel giardino dove si era verificato il fatto; senza perdere tempo partono ed in breve giungono sul posto dove li attendeva una brutta sorpresa.
I cani da guardia che normalmente si accostavano al cancello d'ingresso quando sentivano che qualcuno si avvicinava, non c'erano, come mai?, al che, il padrone, allarmato per la loro assenza aprì di fretta e chiamandoli per nome ad alta voce tuttavia non ottiene risposta. Entrano e li trovano morti. A quella vista interviene Mariuccia che aveva avvertito una strana sensazione:

<-Fermi tutti -> disse, <-Non muovetevi, sento molte presenze in questo giardino... aspettate.->

Ruotando la testa come se seguisse il movimento di queste presenze invisibili, prese a camminare e si diresse verso un punto preciso che le “presenze” le avevano indicato, quello era il punto d'ingresso alla cripta dove era custodito il tesoro ma, non vi si poteva accedere se non a condizioni particolari che sarebbero state comunicate a tempo debito. Così dovettero lasciare il posto ed aspettare che ricevessero nuovi segnali. Rientrati quindi tutti alla casa di Quartu, riepilogato quanto successo concordarono che chiunque di loro avesse avvertito un qualche segnale in merito al caso in questione avrebbe avvertito tutti i componenti il gruppo che si era venuto a creare, lo stesso che avrebbe dovuto collaborare sinergicamente. Il sacerdote prima di salutare benedì i presenti e raccomandò di stare tranquilli e sereni, non avessero alcuna paura, tutto sarebbe andato bene.

Si strinsero vigorosamente le mani e si lasciaro.

Rimasti soli, da li a poco alla famiglia si aggiunse anche il “figlio” acquisito, il fidanzato della figlia che già si preparava per il matrimonio..... stettero a lungo insieme, praticamente sino a tarda notte e, dai commenti generali traspariva il desiderio che andava crescendo sempre più, di scoprire cioè cosa contenesse quella famosa cassa ... e se fosse il favoleggiato tesoro di Capitana?, si chiedevano, mentre si affollavano una marea di altre ipotesi. Intanto si era fatta notte fonda e decisero di riposare un po per essere poi in grado di affrontare la giornata successiva.

Come d'abitudine alle prime luci dell'alba il padrone di casa era pronto per recarsi al suo giardino , questa volta in compagnia del figlio che aveva insistito tanto e non lo avrebbe lasciato uscire da solo, fatta colazione uscirono ed in breve giunsero nella tenuta di famiglia dove il giovane si dette subito da fare per portare fuori i cani che erano rimasti li, ancora legati, non avendoli rimossi il pomeriggio precedente. Sepolte le povere bestie il figlio decise di interpellare degli amici per procurarne degli altri in sostituzione... così trascorsero un paio d'ore sul posto e prima di mezzogiorno decisero di rientrare nell'intento di recuperare altri cani da portare nel giardino. Ne trovarono due che sembravano dei mostri, l'aspetto feroce di questi certo non avrebbe permesso ad alcuno di avvicinarsi al podere, per cui, soddisfatti, decisero che la stessa sera li avrebbero portati nella loro tenuta.

La sera infatti mentre il vecchio raccoglieva un poco di frutta e qualche grappolo d'uva, il volenteroso figliolo aveva sistemato i cani che apparentemente sembravano nati e cresciuti sul posto, tutto bene dunque, erano pronti a rientrare ed il vecchio sembrava non presentare tracce dell'esperienza vissuta, tornarono a casa e stettero al freso seduti sotto il pergolato della bellissima casa, tipica campidanese, dove nelle lunghe sere estive si cenava tranquillamente sotto il porticato dove si affacciano le varie stanze dell'abitazione.

La notte poi, durante la cena non si poté farne a meno di riaprire il discorso in tema all'accaduto e si congetturò ancora a lungo sui segnali che avrebbero potuto ricevere, si sfiorarono tutte le ipotesi possibili ma senza approdare a nulla, mentre si fantasticava ancora una volta sul tesoro che si sarebbe potuto trovare, si diceva che era una fortuna incommensurabile e già si facevano i conti sulla possibile spartizione, il tarlo della cupidigia li aveva oramai contaminati ed i loro progetti futuri correvano con la fantasia oltre l'inimmaginabile; da miliardari si sarebbero potuti permettere tanti di quei lussi ........
La notte trascorse in allegria al pensiero di una fortuna così grande che stava per ricoprirli letteralmente d'oro, ma tutto sommato, fu una nottata tranquilla.

Il vecchio, puntualissimo, all'alba era già a mezza strada in direzione del proprio giardino quando sulla strada fora una gomma del suo mezzo... imprecando uscito a fatica dalla motocarrozella si accinge a sostituirla e mentre era intento a sbloccare i bulloni strettissimi e duri da smuovere si sente una mano sulle spalle, si volta di scatto e si trova vicino un giovane che salutando gli dice di lasciar fare a lui, lo avrebbe aiutato, presagli dalle mani la chiave, in men che non si dica era tutto a posto, sarebbe potuto ripartire senza problemi. Ziu (...) ringraziò vivamente ma non sapeva come sdebitarsi, il giovane tuttavia non voleva niente in cambio di un semplice doveroso favore come quello che aveva prestato, allora il vecchio chiese se non avesse particolari impegni, se lo avesse gradito, si sarebbero recati in giardino visto che distava davvero poco, per cogliere della frutta che gli avrebbe regalato; < Chi sei, qual'è il tuo cognome, sei senz'altro di Quartu ed io conosco pressoché tutti per cui se vieni con me ci fermiamo solo per poco, devo portare da mangiare per i cani e dopo aver raccolto la frutta ti riaccompagno volentieri a casa. >

Rispose il giovane:
< No! Grazie, non posso venire devo stare qui per controllare delle cose.>

Il vecchio insiste e chiede cosa avesse da controllare di così particolare interesse ed il giovane rispose in maniera sibillina dicendo che se non avesse a controllare con attenzione tutta la zona circostante, anche il suo meraviglioso giardino sarebbe stato in pericolo se non ci fosse stata la sua presenza.
Ziu... non è che avesse compreso bene ciò che il giovane gli aveva detto e ringraziando ancora partì.

Arrivato, finalmente, aperto il grosso cancello e richiusolo alle proprie spalle, si accinge a portare il pasto per i cani che sicuramente avevano fame. A momenti gli veniva un colpo quando vide i suoi cani, morti anche questi come i due precedenti... che stava succedendo? Perché i cani morivano gli uni appresso agli altri? Non era mai successo, alche improvvisamente gli ritornano il mente le parole del giovane che lo aveva aiutato: < Devo controllare anche il suo giardino altrimenti....>
Rendendosi conto che quelle parole sibilline e la morte anche dei cani potessero essere collegate, pensando all'eventuale nuovo segnale che tutti si aspettavano, in breve si ritrovò a casa la dove emozionatissimo raccontò la nuova avventura vissuta.

La moglie preoccupatissima suggerisce di richiamare urgentemente tutte le persone con le quali avevano concordato, sperando di scoprire se questo fosse il segnale aspettato.

Chiamò senza perdere tempo e, raccontate le ultimissime accordano di rivedersi nel pomeriggio, le ore che separavano l'incontro sembravano interminabili facendo crescere in famiglia, uno stato di tensione che era oramai arrivato al parossismo.

Come stabilito, puntualissimi, si ritrovano ad analizzare il caso ultimo e li si stabilisce che, forse, una seduta spiritica fatta in casa sarebbe stata opportuna, se si fosse riusciti a stabilire un contatto con le entità custodi del sito in questione, da questa, sicuramente, avrebbero ricavato le informazioni che necessitavano per risalire poi alla scoperta della cassa del tesoro.

Scelto l'ambiente più consono dove fare la seduta spiritica si siedono intorno ad un grande tavolo perché potesse ospitare tutti, dato che erano piuttosto numerosi; Mariuccia era la Medium, mentre gli altri sedevano in circolo ponendo il rabdomante di fronte alla medium e lasciando fuori il sacerdote che dall'esterno avrebbe assistito senza dover partecipare direttamente se non per un caso estremo, la dove malauguratamente si fosse dovuto ricorrere ad un esorcismo.

Istruiti sul comportamento da tenere, emozionatissimi iniziarono illuminati dalla luce di una candela, unica fonte di luce che schiariva la scena e che a sua volta creava dei riverberi sui volti dei partecipanti rendendoli, a tratti, paurosi..... Il volto spetrale di Mariuccia, dipinto dalla luce oscillante della candela la rendeva orribile a vedersi, soprattutto mentre si seguivano le smorfie che contorcevano i suoi lineamenti, sbuffava rumorosamente, sempre più forte mentre cantava una specie di nenia incomprensibile... l'aria elettrizzante che si era creata teneva la compagnia come ipnotizzata ma terrorizzata allo stesso tempo... il terrore lo si leggeva nei loro occhi sbarrati e pieni di paura, mentre il sacerdote dall'esterno seguiva anch'esso, teso fino allo spasmo, il continuo sbuffare della medium, la sua nenia ossessiva ed i continui sussulti che a tratti la facevano sobbalzare sulla sedia. La scena si protraeva da oltre un ora quando, all'improvviso, dalla bocca di Mariuccia che aveva preso a sbavare copiosamente fuoriuscì una voce rombante e mascolina che fece rabbrividire i partecipanti, lo stesso volto di lei si era alterato assumendo un aspetto inaspettatamente maschile, la conformazione del viso e degli occhi richiamavano una figura orientale ma questa si trasformava in continuazione fintanto che si stabilizzò un volto sereno e la stessa voce possente iniziale si rivelò infine, dolce e suadente.

< - Sappiate figlioli, che io sono il Priore del convento, la dove avvenne un orribile eccidio ad opera di un gruppo di masnadieri che ci avevano aggredito ponendo poi tutto a ferro e fuoco.
Erano dei disperati in fuga, che hanno nascosto in grande tes........ - >

S' interruppe perché alla sua si era sovrapposta la possente voce precedente, che in una lingua mai sentita, proferiva delle parole incomprensibili... Nonostante le insistenze del direttore della catena, il geometra rabdomante, che tentava di obbligare lo spirito a che parlasse una lingua comprensibile, dopo lunga insistenza dovettero smettere.

La pausa obbligata sciolse la tensione accumulata e finalmente poterono tentare un resoconto dell'accaduto. Erano stanchi ed ancora sovreccitati per l'esperienza vissuta.... ma ben presto, usciti a respirare un po d'aria fresca sotto il pergolato, ristorati da una buona bibita fresca iniziarono a scambiarsi le impressioni suscitate da quella prima esperienza, unica, perlomeno per quella famiglia che non aveva mai assistito precedentemente.

Prese la parola il sacerdote:
< Sapete, fenomeni simili ne ho visti tanti, e questo rientra nella norma ..... le alterazioni del volto di Mariuccia, sono la conferma della tentata possessione del suo spirito da parte di altre entità, così quello che si è manifestato era sicuramente uno dei soliti che interferiscono per impedire il dialogo che aveva aperto “il priore”... peccato che l'interferenza di quest'altro spirito ci abbia costretti a smettere... davvero un peccato, ma.....>

Il geometra rabdomante avrebbe preferito riprendere subito con una nuova seduta ma venne dissuaso dal momento che tutti gli altri non si sentivano di rincominciare, era la prima volta che ne facevano una pertanto non si sentivano di ripeterla... almeno per quel giorno, avevano bisogno di ritemprarsi e disporsi in condizioni di affrontare un' altra simile esperienza, d'altronde non si tratta di cose ordinarie. Accordarono di lasciare il tutto al giorno successivo e che si sarebbero risentiti telefonicamente per confermare vicendevolmente.

Fu un altra lunga notte, conseguentemente non si parlò d'altro che di quanto era successo, ed il genero di ziu (....) decise che lui non avrebbe voluto partecipare mai più ad esperienze simili e data la sua insistenza si decise di lasciarlo al di fuori mentre la fidanzata avrebbe continuato nonostante il suo parere negativo. Si era fatto oramai tardissimo e tutti andarono finalmente a letto.

La mattina successiva come di consueto, il primo ad alzarsi fu il padrone di casa, la moglie lo seguì dopo pochi minuti impedendogli di uscire di casa visto che si preparava per uscire, lei non voleva assolutamente che tornasse da solo in campagna ed insistete che vi si recassero: il figlio ed il genero, anche perché c'erano i due cani da seppellire, avrebbero portato anche un poco di frutta fresca da regalare al sacerdote, a Mariuccia ed al geometra che sarebbero tornati nel pomeriggio considerando che l'ora più propizia, secondo loro, era quella.....
Lo fece convinto ed il vecchio rimase a casa seppur a malincuore perché abituato ad andare in campagna, in casa, si sentiva inutile.

Quando il figlio ed il genero che per la notte dormì da loro furono pronti per uscire, erano già le nove del mattino, in breve raggiunsero il giardino ed andarono a seppellire i cani, poi raccolsero la frutta che era stata raccomandata e mentre stavano per andar via entrambi vennero percorsi ad un brivido fortissimo come se avessero avvertito una presenza che li aveva turbati notevolmente, guardinghi, facendosi forza e coraggio, come se non avessero sentito nulla, chiusero il cancello e messa in moto la macchina, tornarono a casa in un lampo dove raccontarono quello che avevano sentito.

Inutile raccontare quante argomentazioni sono state imbastite intorno: Decisero che, come al solito, era necessario avvertire i componenti il gruppo per sentire anche il loro parere. Era Lei, la padrona di casa, che si occupava di questo ed il pomeriggio si ritrovarono ancora una volta insieme decisi più che mai ad andare a fondo, chiarire una volta per tutte come avrebbero dovuto fare per recuperare il tesoro..... costava quel che costava.
Dopo un pranzo veloce si ritrovarono tutti insieme,
pronti per iniziare.... soliti avvertimenti di rito e.... si entrò nel vivo della seduta.

Mariuccia, al massimo della concentrazione in breve arrivò a stabilire un contatto, il momento più atteso. Il monaco della volta precedente si era manifestato senza interferenze e da quel momento iniziò a parlare riprendendo il discorso interrotto la volta precedente:

<Per entrare in possesso del tesoro che è custodito nella cripta, dovrete usare particolari precauzioni ed attenervi al rispetto di quanto vi dirò, dovrete giurare solennemente che osserverete dettagliatamente quanto ascolterete da questo momento in poi e non trascuriate nulla....>

A queste parole, seguì una pausa che sembrava eterna, Mariuccia ansimava ed era percossa da lunghi brividi... il volto cereo e gli occhi sbarrati mettevano in evidenza il bianco dei globi oculari che rendevano la sua faccia una maschera terrificante, quando improvvisamente riprese a parlare:

<Andate nel giardino e li, saprete cosa fare>

Mariuccia si “svegliò” di soprassalto dal torpore in cui era caduta e, concitatissimi si organizzarono per recarsi in campagna. Data l'ora, si domandavano come avrebbero fatto per continuare ... c'era il rischio che qualcuno li vedesse ... e poi ...cosa avrebbero dovuto fare? Cosa li aspettava sul posto?

Alle domande avrebbero risposto arrivando in giardino e da li a poco si ritrovarono al suo ingresso.
Entrarono e, un po spaesati stettero muti, come se un evento misterioso dovesse suggerire loro cosa fare, al che prese la parola il Geometra che armatosi della classica forcella da rabdomante disse che avrebbe iniziato a scandagliare il terreno con la speranza di individuare un qualcosa di anomalo che li aiutasse e soprattutto, per accelerare i tempi.... Iniziò così tra la curiosità generale a camminare lungo il perimetro della tenuta attento a percepire ogni minima variazione che la forcella gli avrebbe trasmesso...... Non succedeva nulla da un pezzo... il tempo correva veloce ed ancora non si avvertiva alcun segnale, quando all'improvviso giunto li dove erano morti i cani.... la bacchetta incominciò a vibrare fortemente. A questa vista, tutti, concitatissimi, gli si strinsero intorno dicendo

<E quì! E qui,>

Erano convinti che il tesoro fosse li sotto, dove aveva indicato la forcella “magica.
Mentre decidevano di rimuovere le pietre che segnavano il confine del terreno e potessero scavare, intervenne Mariuccia, la quale perentoriamente ordinò che non si azzardassero ad andare oltre.

< Non lo fatte ! Non toccate niente. Sento che se andate oltre succederanno delle disgrazie.>

Spaventati si bloccarono, conoscevano di fama Mariuccia per non accettare i suoi consigli, così, seppur a malincuore, si soffermarono ad ascoltare cosa suggerisse ancora.

< Andiamo via, torneremo dopo che avrò fatto alcune cose che ci mettano al riparo da ogni rischio>

Accordato che si sarebbe fatta risentire lei quanto prima possibile, si salutarono ed ognuno rientrò alla propria casa.

I padroni di casa, rientrati a Quartu non si davano pace, nonostante gli avvertimenti loro avrebbero preferito andare avanti... avrebbero scavato fino a raggiungere il bramato tesoro... era li, a due passi e con quattro badilate lo avrebbero tirato fuori. Con quel tesoro si sarebbero arricchiti tutti, perché tentennare? Se le cose fossero andate per le lunghe decisero che avrebbero sciolto il gruppo e sarebbero andati avanti da soli. La bramosia per il danaro li aveva sconvolti, avevano deciso.

Intanto Mariuccia aveva contattato una persona di fiduccia, un giovane che lei reputava come persona extra sensibile, colui che avrebbe potuto accertare con garanzia se e come fosse stato possibile impossessarsi di tale fortuna, al che mandò come messo il proprio nipote affinché contattasse il giovane.
Questi si recò da lei il giorno dopo e, preso atto del caso descritto, accettò di far parte del gruppo ma al momento non era disponibile ... si doveva aspettare un settimana circa prima di poter andare nel luogo descritto. Nonostante le insistenze di costei, irremovibile, disse che prima non poteva assolutamente, per cui, se proprio ci teneva a che fosse presente anche lui si doveva aspettare che si liberasse da altri impegni. Avvertisse pure gli interessati che presto si sarebbe visto che cosa si poteva far di meglio.

Seppur delusa, Mariuccia, dovette stare ai patti, d'altronde anche lei non si fidava ad andar avanti da sola, pertanto, avvertiti i padroni di casa si stabilì di attendere la disponibilità del nuovo partecipante. Questi accettarono la partecipazione dell'estraneo, ma con riluttanza, avrebbero preferito che non si aggiungessero altri elementi ai presenti... erano già in troppi e .... la spartizione poi ...
Rassicurata Mariuccia che avrebbero aspettato partirono, loro, e gli altri anici che sia erano aggiunti nel frattempo.


Iniziarono a rimuovere le pietre che separavano il podere dal territorio demaniale, essendo che li vicino scorreva un fiume, lo stesso che a suo tempo alimentava la falda del pozzo del convento distrutto, ma loro non potevano saperlo, visto come si presentava il territorio...

Dovettero smettere più volte l'immane lavoro e riprendere ogni qual volta che le persone che li osservavano da lontano si fossero allontanate.


Certamente, se avessero saputo che si trattava di ben altri esseri, non avrebbero continuato sebbene a tappe forzate.... le figure che loro vedevano, avendo messo gli stessi compagni d'avventura quali sorveglianti, alternativamente, mentre continuavano a rimuovere il pietrame. Non erano pastori, barracelli o carabinieri, nonostante la divisa li distinguesse tra gli altri comparendo alternativamente, queste “persone” non si avvicinavano mai, a trati sparivano e ricomparivano senza mai accostarsi al luogo del lavoro.

Certo la famiglia non aveva rispettato i patti, la bramosia per il denaro aveva offuscato loro il cervello e non si rendevano conto di cosa sarebbe potuto accadere, cosa li aspettasse.

Avevano tempo, dato che Mariuccia aveva avvertito che prima di una settimana non sarebbe stato possibile ritrovarsi tutti insieme, così, nel frattempo avevano iniziato il lavoro con la speranza di trovare il tesoro anticipatamente.

Quello che successe nei giorni successivi tornò a scuoterli violentemente quando ricomparve il frate che li avvertiva per l'ennesima volta sul fatto che il tesoro dovesse essere consegnato alla chiesa e che, se non si sarebbe rispettato quanto detto, una terribile maledizione avrebbe gravato su di loro.

Incoscienti, come ipnotizzati continuarono imperterriti, volevano il tesoro a tutti i costi e continuarono a rimuovere le pietre.... Intanto avevano liberato un ampio spazio di terreno ed avevano riportato dei cani da guardia, sicuri che la loro presenza avrebbe dissuaso qualsiasi tentativo di avvicinamento al terreno. Il giorno dopo puntualmente trovarono le povere bestie rigide, erano morte come le precedenti; le sostituirono in continuazione e puntualmente morivano senza un apparente ragione, mentre i giorni scorrevano veloci.

Il giorno dell'appuntamento fissato tra Mariuccia ed il suo giovane amico, finalmente era giunto, al che, come inteso chiamò la padrona di casa per avvertila, si sarebbero riuniti, come sempre, lo stesso pomeriggio... La padrona rispose che sarebbe stato meglio ritrovarsi nel giardino dal momento che tutta la famiglia era intenta ad eseguire dei lavori importanti sul posto.
Erano le sedici quando si incontrarono, c'era tutta la comitiva, il sacerdote , il geometra, la famiglia tutta ed altre quattro persone che furono presentate come parenti e che indispensabilmente dovevano essere parte del gruppo, anch'essi parte della spartizione, come era stato stabilito precedentemente.

Intanto la comitiva s'era allargata e la presenza del giovane, il nuovo arrivato, li aveva colti di sorpresa data la sua giovane età, al che, Mariuccia, garantendo per lui, riconfermò che la sensibilità di costui era addirittura superiore alla sua, pertanto essendo la sua presenza indispensabile iniziarono immediatamente a scandagliare il giardino ...


Fatto un largo giro, ben presto giunsero li dove erano stati rimosse le pietre, ed il giovane che chiameremo Enrico, si fermò di botto tremando come una foglia e disse:

< Ferma Mariuccia, non andare oltre. Li sotto, c'è il vuoto. Sento delle presenze intorno a noi .... fortissime .... sono tante presenze.... alcune fanno paura...>

Intanto i presenti si erano fatti intorno e qualcuno di loro già gioiva convinto che da li a poco si sarebbe arricchito. Enrico disse che era necessario andar via da quel luogo, era importante andare a casa del padrone, trovarsi lontani da quelle presenze che gravitavano sul posto, fare una riunione plenaria e necessariamente una seduta medianica per stabilire cosa fossero quelle strane presenze e cosa volessero. Lo stesso sacerdote confermò che non si poteva fare diversamente, era importantissimo stabilire un contatto dal momento che le “presenze” avvertite erano così numerose e che facevano paura.
Arrivati a casa, seppur a malincuore, dal momento che, secondo loro, un altra seduta si rendeva superflua. Si disposero intorno al tavolo secondo le indicazioni del direttore (il geometra rabdomante) mentre il sacerdote, come sempre, stava al di fuori. Mariuccia ed Enrico, alla sua destra, serravano la catena così stabilita e subito iniziò la seduta al comando del direttore che incitava il famoso “Priore” a manifestarsi , mentre Mariuccia sbuffava rumorosamente.

In breve la voce suadente del priore si fecce viva, gli occhi dei partecipanti si illuminarono di gioia perché speravano che dopo di lui non si manifestassero altre entità negative. La voce di costui, dolce e pacata, ricordava gli accordi presi, ed invitava ancora una volta a non trasgredire la parola data. Fino a quel momento tutto procedeva perfettamente bene e la serenità si leggeva dipinta sui volti dei presenti quando, improvvisamente dalla bocca di Enrico una risata fragorosa scosse i partecipanti. Il giovane, anche lui medium di alta sensibilità, era stato pervaso da una delle altre presenze che aleggiavano intorno al gruppo, la risata aveva alterato il suo volto che cambiava continuamente espressione. A momenti faceva paura e si trasmetteva sottilmente nei presenti, in modo subdolo e pericoloso, infatti, uno dei partecipanti non resse a quelle manifestazioni forse perché credeva che le sedute fossero solo un gioco, tentò di sciogliere la catena mettendo così a repentaglio l'incolumità generale.

Subito intervenne il sacerdote che stava all'esterno della catena in modo che non succedesse il peggio mentre tra Mariuccia ed Enrico, o meglio, tra le due opposte entità si scatenò una vera “guerra”; le parole di una di queste erano spesso incomprensibili e si mescolavano con quelle del priore che raccontava come fossero stati trucidati da quell'orda di barbari pirati.

Come per incanto l'acceso diverbio, si spense, così come era iniziato e per un momento si creò un vuoto assoluto, si sentiva solo l'ansimare di Enrico, mentre Mariuccia, tra lo stupore generale, era tornata in se.
Nel giovane si notava visibilmente che combatteva una battaglia interiore per contrastare le presenze negative che tentavano di prendere il sopravvento, il suo volto si contraeva in orride espressioni davvero poco rassicuranti fintanto che, finalmente, si distese e ritornò normale e sereno....era segno che un entità positiva si era imposta tra le altre... era Jossuph.... il giovane che era stato legato al forziere e che era poi morto d'inedia....... si presentò piangendo a dirotto e singhiozzando raccontò la sua breve vita finita poi tragicamente.
Raccontò che era stato rapito quando era era piccolissimo, come era vissuto ed a quante terribili battaglie era sopravvissuto, quante vite umane aveva troncato e di quanto ne andava orgoglioso dal momento che ammazzare il nemico significava glorificare potere e gloria per l'Islam.
La sua spada era ancora grondante di sangue fino a che non successe un evento miracoloso che lo aveva scosso violentemente risvegliando in se la natura Cristiana che mai avrebbe sospettato; questa prese il sopravvento nel momento che uno dei suoi compagni si accingeva a distruggere la bellissima Madonnina che era stata riposta ai suoi piedi quando lo lasciarono legato alla cassa del tesoro....
Raccontò la triste storia tra singhiozzi e disperazione, chiedendo infine di essere perdonato per quello che aveva fatto precedentemente nelle sua breve vita. Era straziante quanto veniva narrato e gli si fece solenne promessa che, intanto era perdonato, e che avrebbe ottenuto degna sepoltura.


Dopo di questo, le altre entità che erano sempre in agguato furono allontanate dal sacerdote che esorcizzò l'ambiente. Si sciolse la seduta e si commentò a lungo circa i fatti che erano successi, si stabilì, infine, che si sarebbe tornati ancora una volta nel giardino per prelevare il tesoro, finalmente.

La gioia per la conferma aveva mandato in visibilio l'intera comitiva e tutti si abbracciavano felici per quello che li attendeva.... una fetta del tesoro che li avrebbe arricchiti e sollevati, per la maggior parte di loro, da situazioni pendenti non certo ottimali.


Un brindisi con dell'ottimo vino Quartese, concluse la serata, si salutarono tutti calorosamente e lasciarono la famiglia ospite dopo aver concordato per l'indomani, oramai era abbastanza tardi.

La notte trascorse apparentemente tranquilla, in verità, l'euforia per la notizia ricevuta non fece dormire nessuno e meno che mai riusci a riposare il giovane Enrico, Lui era tormentato da brutti presentimenti, sentiva che c'era qualcosa che gli sfuggiva, qualcosa che gli procurava una strana agitazione e che lo teneva in ansia.... Non si sbagliava infatti, la mattina successiva di buon ora uscì per andare all'appuntamento e in meno di un ora era sul posto convenuto. Alcuni arrivarono poco più tardi. L'ultima ad arrivare fu Mariuccia, anch'essa sconvolta per aver trascorso una notte insonne; anche lei aveva gli strani presentimenti di Enrico e trovandosi insieme confabularono tra loro cercando di capire di che si trattasse. Non sciolsero i dubbi che li assalivano fino al momento che, liberato l'ultimo strato di pietrame d'ingombro, vennero chiamati per visionare il lavoro eseguito. Si avvicinarono entrambi e, di fronte a quell'area ripulita, Enrico venne colto da una serie di brividi che gli facevano accapponare la pelle.
<E' qui.> disse. <Bisogna scavare in questo punto, qui c'è l'ingresso della cripta>,

Di buona lena tutti i presenti incominciarono a scavare e già si intravedevano i primi gradini che portavano al sotterraneo, con amara sorpresa le scale erano sepolte dal crollo e dovettero faticare ancora a lungo prima di liberarle. Fecero una pausa veloce per rifocillarsi e ripresero a lavorare... erano le cinque del pomeriggio quando finirono, avevano liberato le scale sufficientemente da poter accedere a quello che sembrava un orrido pozzo senza fine., in fondo era buio pesto, meno male che si erano attrezzati preventivamente, disponevano di grosse torce elettriche, robuste corde e di una scala di fune che all'occorrenza poteva essere utile, insomma, erano davvero attrezzati.


Fine
secondo capitolo


** Dopo i Vostri commenti.... seguirà la terza ed ultima parte..... vi aspetto!!!

Pier Paolo



SHRD.





Modificato da - Pier Paolo Saba in data 08/11/2007 15:51:31

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murta
Salottino
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laaaaaaaa pierpa tappu chistionu de si zazzai e sesi arribbau a bolliru....................................
ajooooooooooooo che lo letto tutto d'un fiato


sa murta





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murta
Salottino
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Inserito il - 08/11/2007 : 16:30:05  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di murta Invia a murta un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
bellissimo devo dire che ti fai desiderare ma quando arrivi..............................................
non ho il camino altrimenti ti leggerei sprofondato nel divano di fronte ad un bel calduccio.........


sa murta





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ritacarla
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...bellissimo racconto..
ti lascia con il fiato sospeso....non vedi l'ora di finire.....e poi?
quando arriva il resto del racconto?.........






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Pier Paolo Saba
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Carissimi Sa Murta e Ritacarla... Per il momento siete i primi due a rispondere a questo nuovo capitolo sul Tesoro di Capitana.... Grazie per aver partecipato... ma, veramente mi aspettavo COMMENTI.... cioé.... vostre argomentazioni in tema....

Naturalmente le aspetto.... ed allo stesso tempo, lascerò un poco di spazio anche per leggere eventuali altre da chi andrà a leggere ed apporre poi le eventuali risposte..... credo sia doveroso lasciare spazio anche agli altri.... cosa ne pensate?

Per il momento.... vi saluto


Pier Paolo


SHRD.





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Casteddaia
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Inserito il - 08/11/2007 : 22:30:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Casteddaia Invia a Casteddaia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
appassionante,ma la storia è vera o inventata?sono curiosa di leggere la fine,complimenti ,quanto mi piacciono queste storie




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Pier Paolo Saba
Salottino
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Inserito il - 09/11/2007 : 09:06:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao LUNA "Casteddaia"..... Mi chiedi se è una storia vera o inventata, ebbene:
Purtroppo E' tristemente, VERA e tragica, così come la racconto. Ovviamente i nomi: Famiglia ecc, questi, sono stati alterati -doverosamente- ma, per il resto, ho dovuto stringare al massimo il racconto, diversamente, si sarebbe allungato a dismisura.....

Avendo appagato la tua curiosità, aspetto commenti dagli altri lettori, poi, domani probabilmente, posterò la terza ed ultima parte.

Grazie per i complimenti.

A presto dunque......

Pier Paolo

SHRD.





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Pier Paolo Saba
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Inserito il - 09/11/2007 : 19:53:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

LEGGENDE DI SARDEGNA


- IL TESORO DI CAPITANA -


Capitolo terzo


La paura che il sotterraneo potesse essere allagato li aveva frenati perché non sapevano cosa li avrebbe aspettatili in fondo. La cripta era molto profonda e non si vedeva un minimo spiraglio di luce, per verificare le condizioni del sotterraneo, armati di torce e soprattutto di coraggio, Gianni ed Efisio, legatisi con le robuste funi che avevano portato iniziarono lentamente la pericolosa discesa.... La luce delle torce schiariva sufficientemente il condotto che portava da basso, fino ad illuminare l'immensa “grotta” che si presentava asciutta ma con un forte odore di chiuso, l'odore della muffa e le ragnatele che pendevano dal soffitto e quelle attaccate alle pareti rendevano il posto spetrale.... il pavimento dell'immensa sala era reso con delle grosse piastre di terra cotta ricoperte a tratti da una coltre di povere finissima .... in fondo si intravedevano ossa sparse e scheletri interi e sulla parete di fronte un grosso tavolo in pietra che sembrava un altare... più in fondo sulla destra si intravedeva la famosa cassa ..... quella del tesoro... ancora legata con delle robuste catene che trattenevano lo scheletro del povero Jossuph. Alla vista del forziere un urlo che sembrava un tuono all'interno della cripta fecce accorrere verso l'interno tutti i presenti... l'unico costretto all'esterno fu il padrone di casa, dal momento che invalido come si trovava non poteva certo scendere lungo le ripide e pericolose scale ... l'euforia generale era incontrollabile e subito si accingevano ad aprire la cassa.

In quell'attimo Enrico cacciò un urlo che fece rabbrividire tutti quanti:

<Fermi! Non toccate nulla, chiunque tocchi il contenuto della cassa.... stasera non tornerà a casa.> tremante, continuò... < Il tesoro è maledetto..... Prima che qualcuno di voi si azzardi a toccarlo bisogna fare degli scongiuri particolari e, questi li dovrà fare il sacerdote qui presente.>

La masnada di “ladri... assatanati” fecce qualche passo indietro borbottando ed imprecando...
<Cosa dovrà succedere ancora... non basta quello che abbiamo vissuto? Perché non possiamo aprire questa maledetta cassa e prendere il tesoro?.... Perché? ... Chi, come e perché, dovrebbe morire, é forse qualcuno di noi?>

Mariuccia, il sacerdote ed Enrico si erano stretti vicini ed il giovane riprese a parlare:

< Sapete che il contenuto è della chiesa e che nessuno di voi ne é padrone... se insistete e non fatte le cose che sono state raccomandate non sarà uno solo a morire.... partendo da Mario.... il figlio del padrone di casa... non lo dimenticate.>

Raggelarono, a queste parole..... e prontamente intervennero il sacerdote e Mariuccia, i quali cercarono di calmare gli animi e placcare i loro istinti primordiali... in quei momenti sarebbero stati capaci di uccidere pur di arricchirsi... Alle parole suadenti del sacerdote si rabbonirono e stettero ad ascoltare:
<Vi rendete conto di quel che potrà succedere? Siete forse così avidi da lasciar cadere vittima il caro Mario e senza preoccuparvi poi, della vostra stessa incolumità e magari dei vostri cari? Avete già scordato di aver giurato solennemente di non approfittarne. Questo tesoro farà la fortuna di tutti voi me compreso, ma non a condizioni della vita>

Mariuccia annuì e non proferì parola, mentre Enrico espresse il desiderio di voler tornare a casa, ma non prima che si fosse ricoperto l'ingresso della scala .... lasciando la cripta così com'era. Sentite quelle parole il vecchio che era al di fuori, richiamò tutti all'aperto e si decise di occultarne l'ingresso ponendo delle travi di legno e delle frasche che permettessero di porre poi delle pietre sopra per rendere più naturale possibile la copertura così fatta.
Eseguito il lavoro Enrico pretese di essere accompagnato a casa avvertendo prima che andasse via, che se non si fossero rispettati i patti, lui sarebbe uscito dalla partita e che non gli sarebbe interessato nulla di quanto poteva succedere conseguentemente.

Furono il sacerdote e Mariuccia ad accompagnarlo cosi che, durante il viaggio, ebbero a puntualizzare sull'accaduto con la rassicurazione del sacerdote, secondo lui, tutto si sarebbe svolto per il meglio ... ormai hanno capito ripeteva, andrà tutto bene... Ce ne sarebbe stato per tutti... tanto da vivere ricchi e sereni per diverse generazioni. Tanti soldi non li aveva mai visti nessuno e parte di questi sarebbero serviti per ripagare a padroni di casa che quell'anno era stato nominato Obriere per la Festa che tutti gli anni si teneva a Flumini di Quartu, località a mezza strada tra Quartu Sant' Elena ed il luogo del tesoro.

La festa era prossima e già si organizzavano i preparativi, era una festa solenne che richiamava genti di ogni dove, i festeggiamenti, normalmente, si protraevano per una settimana ed a questi, anche loro erano invitati, quali ospiti speciali... non potevano mancare, famiglia compresa. Per l'occasione si sarebbe festeggiato anche il rinvenimento del tesoro ma, in forma privata.

Enrico aveva declinato l'invito, ed alla festa non era presente, perché pochi giorni prima due dei componenti il gruppo, accompagnati da Mario, il figlio del vecchio ed Obriere della festa, andarono a trovarlo a casa, dal momento che lui non si era fatto più vedere ne sentire.... Vennero fatti accomodare e portarono della frutta raccolta in giardino ed una busta che aprirono mostrando all'interno un fagotto legato da un fazzoletto da donna.... quelli classici, neri, che portavano le donne di una certa età.... Lo slegarono e, meraviglia delle meraviglie era pieno di monili e pietre preziose, erano tantissime, oltre due chili abbondanti, splendide luminose e di mille colori...... c'erano rubini, smeraldi, splendi opali e mille altre indefinibili e preziosissime, tutte evidentemente smontate dai castoni dei gioielli d'oro che era stato fuso per venderlo più facilmente, raccontarono.

<Questa è la sua parte, come era stato concordato.> disse uno di loro. Mario, stranamente non disse una parola e la cosa non mi stupiva per niente, anzi, era chiaro che nonostante i solenni giuramenti la folle bramosia e l'avidità avesse preso il sopravvento, la prova erano i preziosi li presenti e c'era da aspettarselo..... cosa poteva succedere lo sapevano bene e che fossero arrivati a tanto era un fatto assurdo.

Le stesse leggende popolari, da sempre, raccontavano di terribili fatti verificatisi conseguentemente al non aver rispettato i patti... Era risaputo ... da sempre, che gli Spiriti non perdonano.... Si sarebbero vendicati nella maniera peggiore, come era stato notato in altri casi conosciuti.

Questi erano i pensieri che affollavano la mente di Enrico mentre osservava quella fetta di tesoro che gli era stata posta sotto gli occhi, ma senza che l'avesse toccata con le mani.
Sapendo bene quel che sarebbe accaduto, invitò i presenti a richiudere il fagotto senza che perdessero altro tempo, che facessero in fretta e lo portassero lontano da quella casa.

Lui li aveva preavvertiti, perché mai si erano azzardati a portagli quella robba, dal momento che già sapevano che sarebbe stato fuori dalla partita se mai fossero arrivati a tanto. Sapevano bene che “Il Fatto” non avrebbe risparmiato nessuno di loro.... Perché lo avevano sfidato con questa folle azione? Per questo decise di congedarli dicendo:
< Voi siete pazzi. Riavvolgete tutto, in fretta, e portate fuori da questa casa il frutto delle vostre disgrazie future. Già sapete che la morte aleggia intorno a voi. fuori da questa casa e non tornate mai più neanche in questo paese. Dimenticate di avermi conosciuto e non azzardatevi a nominarmi per nessuna ragione, con nessuno.... Vi avverto... non fatelo.>

Si alzo in piedi e li sospinse verso la porta, era importante che andassero via, in fretta, già puzzavano di morte.
Certo non s'aspettavano una simile reazione, sorpresi ed imbarazzati, si levarono e riposto il malloppo nella busta andarono via con la coda tra le gambe... senza proferir parola.

Cosa successe al loro rientro a casa non si sa, probabilmente anche quella “fetta” venne ripartita tra tutti i partecipanti alla “caccia al tesoro”.

Intanto si era giunti al giorno della festa.... i preparativi per il pranzo trovava impegnate decine di persone che, indaffaratissime, correvano a destra ed a manca perché fosse tutto in ordine... La gente, tra fedeli e semplici curiosi, numerosissimi, erano accorsi sin dall'alba per accaparrarsi i posti migliori..... Erano centinaia le persone presenti, e tutto era pronto... L'aria di festa era viva, frizzante, e tutti felici e spensierati erano in attesa che si servisse ai tavoli che erano stati allestiti per l'occasione.

La Santa Messa era appena finita e “l'Obriere” venne chiamato d'urgenza perché mancava qualcosa di importante, per cui, il vecchio fece rintracciare il figlio Mario perché andasse a casa a prendere quella determinata cosa ... Mario ascoltò con attenzione le parole del padre e proposto ad un amico che lo accompagnasse, presa la Vespa e partì.

Aveva percorso appena duecento metri in mezzo al traffico mentre il vociare allegro e festoso della gente lo seguiva accompagnato dalla musica delle fisarmoniche e delle chitarre che suonavano allegramente.... nessuno a mai capito come sia potuto succedere.... Il traffico si era bloccato improvvisamente, la gente accorreva sul luogo dell'incidente... la vespa era volata lontano come se una forza sovrumana la avesse scagliata in aria ..... l'amico che era con Mario era in piedi con un gomito appena “sbucciato” e qualche abrasione superficiale sulle mani e su una gamba, niente di serio. La gente urlava mentre accorrevano i Vigili Urbani ed i Carabinieri che presenti alla festa avevano chiamato soccorsi dal Comando di Quartu. Si tentava di tenere lontana la gente che intanto si era assiepata intorno al giovane che accompagnava Mario, ma Lui, dov'era?

Una gamba grondante di sangue era appesa ad un basso albero ed i resto del corpo smembrato era disseminato nel raggio di qualche metro, mentre la testa recisa non si ritrovava.
Una scena raccapricciante. Non si era mai vista una cosa simile.
La gente intorno e gli stessi militari intervenuti per i rilievi rimasero allibiti innanzi a quell'orrida visione, com'era potuta accadere un cosa simile dal momento che con c'era stato uno scontro, non c'era stato assolutamente nulla che giustificasse quell'immane tragedia.

I rilievi effettuati non approdarono ad alcuna versione plausibile, era un mistero quanto era successo, era qualcosa di sopranaturale... non c'era altra possibile spiegazione..... ma, Loro, i genitori, e tutti coloro che avevano preso parte alla spartizione del tesoro maledetto sapevano bene, anticipatamente, che fatti tragici potevano accadere..... come quello, e forse peggiori.

Inenarrabile è la disperazione della famiglia e di quanti a loro vicini....
Quella assurda disgrazia non trovava ragione e, irrefrenabili lacrime amare scorrevano tra la loro disperazione, contagiando tutti i partecipanti alla festa che si erano stretti intorno.

La festa ovviamente venne sospesa a causa del tragico lutto. In men che non si dica quanto era stato allestito per i festeggiamenti, fu smontato velocemente, mentre la voce dell'incredibile incidente percorse l'intera città in un lampo..... Erano gente conosciuta da tutti e non mancò nessuno ad accompagnare Mario alla sua ultima dimora. Il corteo funerario si svolgeva lento e composto, mentre le campane a morto venivano sovrastate a tratti dal pianto disperato dei genitori e dell'unica amata sorella che per una vicenda precedente l'aveva portata alla pazzia.... povera ragazza... anche lei aveva pagato anticipatamente per l'avidità....che aveva sconvolto la famiglia intera.

Del terribile accaduto Enrico venne a conoscenza tramite Mariuccia che aveva rifiutato anch'essa di partecipare alla spartizione.... Enrico organizzò di tutta fretta la sua partenza, sarebbe andato lontano, all'estero. Non avrebbe mai voluto sapere altro di ciò che sarebbe successo. Partì.

Tuttavia, durante i contatti con i famigliari venne a conoscenza della serie di morti che si susseguivano, a catena, tra i partecipanti della “compagnia” che si era divisa il tesoro.
Alcuni di loro di punto in bianco si erano improvvisati Impresari Edili, gente questa, che precedentemente non aveva mai preso una cazzuola in mano, persone che, tra l'altro, stentavano a sopravvivere.

Gente che si era arricchita all'improvviso e che, gradualmente, a turno, moriva in maniera atroce. Gli incidenti nei cantieri, nelle strade erano all'ordine del giorno... di loro, in breve tempo non rimase più nessuno... mentre le loro famiglie subirono le peggiori conseguenze riflesse:
Sequestri dei cantieri, dei mezzi, delle stesse abitazioni private ecc, ecc.

Mariuccia ed Enrico, il sacerdote ed il geometra Rabdomante, furono gli unici che sopravvissero alla mattanza che aveva colpito il tristemente famoso gruppo....

Sopravvissero anche i vecchi genitori di Mario...... continuarono a vivere perché dovevano pagare con la sofferenza, il male che avevano procurato...... Loro lo sapevano...
quel tesoro era... Maledetto!
Fine.


Pier Paolo Saba




SHRD.





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Bartolomeo

Nuovo Utente



Inserito il - 12/11/2007 : 14:45:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Bartolomeo Invia a Bartolomeo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Salve Pier Paolo,
la devo ringraziare per averci raccontato questa storia.

Bartolomeo.

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annika

Nuovo Utente


Inserito il - 12/11/2007 : 15:28:51  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Bella storia Pierpaolo !!!
Misteriosa e intrigante....
Complimeti !!




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