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kigula
Moderatore
   

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Inserito il - 29/02/2008 : 20:19:15
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| maurizio feo ha scritto:
Per riprendere il discorso, io credo che i Protosardi navigassero. Ma non credo che fossero "grandi navigatori". Del resto, non credo che esistessero "grandi navigatori" in tutto il Mediterraneo antico. Nessuna delle popolazioni rivierasche o ritenute "marinare" era particolarmente votata per il mare. Ancora ai tempi di San Paolo navigare era considerato una disgrazia e si faceva testamento prima d'imbarcarsi. "Partire è un po' come morire" era terribilmente vero, in passato. Molto di ciò che è stato scritto sulla navigazione antica dell'emisfero occidentale è stato un poco troppo esagerato, a mio vedere, ed andrebbe ridimensionato. La prima imbarcazione d'altura degna di questo nome, non è stata varata nel Mediterraneo, ma nell'altro emisfero, per la prima grande colonizzazione marina che l'uomo abbia mai compiuto (Indonesia, Micro e Macronesia, Australia). L'isola di Pasqua non è stata raggiunta per caso: l'uomo ha voluto raggiungerla... La grande fanfara che si fa intorno all'antica marineria mediterranea diventa chiaramente grottesca, di fronte a certe imprese, che tra l'altro sono avvenute circa 25.000 anni prima. Comunque sia, dando alle cose la giusta prospettiva, è ovviamente impossibile che i Protosardi siano stati portati da altri sull'isola. Anche accettando l'ipotesi che i primi fossero giunti su percorsi che non richiedevano natanti, almeno la seconda "ondata" di popolamento è giunta su vascelli propri. Insisto, però, che in quell'epoca il primo motivo a viaggiare per nave era la Necessità. Faccio un esempio. Dopo la terribile eruzione piroclastica del vulcano Thera-Santorini, a nord di Creta, molti gruppi di persone si sono spostate, sia per terra che per mare, per assoluta necessità di sopravvivere alle gravissime conseguenze ambientali mondiali (incompatibili con la vita di piante, animali ed uomini, nelle zone più vicine) che essa aveva prodotto. Siamo nel 1628-26 a.C. Una vastissima nuvola di polvere vulcanica copre tutto il mediterraneo orientale, uno spesso strato di tefra copre il terreno; un'onda di maremoto superiore ai 10 metri ha distrutto le coste delle isole, Creta inclusa, per un raggio di almeno un centinaio di chilometri. Esiste un'unica tetra, lunga stagione, peggiore dell'inverno. Non c'è raccolto, gli animali e le piante muoiono. Questo fatto produsse un grave effetto domino, con conseguenze economiche e demografiche che ancora conosciamo poco: caddero imperi ritenuti fortissimi (Ittiti); fu cancellato un intero alfabeto (lineare b) anche se la sua lingua, che era il protogreco rimase in vita, per ricomparire in forma scritta di alfabeto fenicio (più le vocali); il felice regno palaziale Minoico scomparve e lasciò il posto ai più rozzi e pratici Micenei. Lo spostamento di intere popolazioni, però, fece nascere il mito di popolazioni naviganti. La visibile colonna di fumo (una colonna di fuoco di notte) fece nascere l'idea del dio di vendetta ebraico. Le ceneri dell'eruzione coprirono molte isole dell'Egeo e molte zone della costa: sono state trovate e studiate sul fondo dell'Egeo. Mi fermo qui, ma credo che questo basti per chiarire il concetto di navigazione per necessità.
Sono, insomma, contrario alle epopee dei popoli naviganti. Si navigava, sì, ma tenendo ben stretti i denti.
Ciao,
MF
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D'accordo sul fatto che la navigazione protostorica fosse difficile da affrontare e che non si navigasse per diletto come oggi. Però i tuoi motivi di necessità non sono sufficienti, almeno non per la civiltà nuragica che a mio parere non aveva effettiva necessità vitale di navigare. Si navigava certo per motivi concreti, ma nati dal desiderio umano di avere e conoscere di più e forse persino di arricchirsi. Le logiche dei traffici protostorici potevano essere molto diverse da quelle del commercio attuale. Dimentichi la navigazione volta a portare beni di lusso, oggetti che possono dare uno status speciale. Non so se può considerarsi necessità. Se pensiamo ai metalli, la Sardegna nuragica aveva rame e tecnologia a sufficienza per produrre manufatti bronzei (tralasciamo in questo momento lo stagno), eppure importa le spade dalla penisola iberica, manufatti metallici di vario tipo da Cipro. Non è certo una necessità vitale. E i contatti tra la Sardegna nuragica e la costa tirrenica da quale necessità erano spinti?
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kigula
Moderatore
   

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Inserito il - 29/02/2008 : 20:22:36
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grazie Valeria per l'utilissimo link, credo di aver letto già qualcosa di questa ragazza che come me fa un dottorato in Spagna. Anch'io ho fatto una tesi di laurea legata alla navigazione nuragica, ho studiato gli approdi nuragici della Sardegna Nord-orientale.
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Adelasia
Moderatore
    
Penna d'oro
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Inserito il - 29/02/2008 : 21:17:33
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| Valeria3 ha scritto:
HIPÓTESIS
[b]Teniendo en cuenta la evidente relación de determinados .....
Esperemos...che queste analisi geoarcheologiche possano presto essere svolte
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Esperemos..che prima qualcuno traduca (o almeno riassuma). Muchas gracias!
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 Castello di Burgos
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..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
    

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Inserito il - 29/02/2008 : 22:15:37
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| [red]kigula ha scritto: E i contatti tra la Sardegna nuragica e la costa tirrenica da quale necessità erano spinti?
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Sì, hai ragione, sono stato un poco estremista, ma lo ho fatto apposta, per chiarire meglio il punto, troppo spesso trascurato.
Sono ben cosciente del fatto che esistevano altre motivazioni per navigare. Altrimenti le uova di struzzo che si trovano nei musei sardi (ricordo bene quelle di Cagliari, al momento) e tutti i completi miniaturizzati di bucchero Etrusco (che accompagnavano, pare, il vino, concessi in gentil dono in accompagnamento per una ordinazione a chi ancora con tutta probabilità non sapeva farlo) non avrebbero potuto esserci, in terra sarda.
Ma spero converrai con me che sulla navigazione antica è stata messa un poco troppa enfasi. Esisteva? sì. La praticavano i Nuragici? sì.
Ma era prevalentemente piccolo e medio cabotaggio. Come tu sai sicuramente, tra Sardegna e Toscana si naviga "a vista" ancora oggi... Il mare aperto si affrontava di rado e - quelle rare volte - magari involontariamente. Anche perciò le tante isole dell'Egeo sono state favorite nel fiorire delle civiltà che hanno ospitato: la vicinanza e contemporaneamente il relativo isolamento erano elementi determinanti.
Il relativo, ma reale, isolamento della Sardegna è dimostrato dal patrimonio genetico sardo: se è così diverso è anche perché la deriva genetica ha potuto agire con maggiori conseguenze su di una popolazione piccola, isolata fisicamente dalle altre.
Se i Sardi fossero stati i grandi navigatori che qualcuno favoleggia: 1) troveremmo il loro genoma (o un genoma molto simile) in altre popolazioni da essi frequentate; 2) non si sarebbero arrestati ad uno stadio di sviluppo che la maggioranza considera di tribù (mentre io credo abbiano raggiunto la Chiefdom o Chefferie), ma sarebbero divenuti un vero Stato. 3) probabilmente la Sardegna non sarebbe stata invasa, ma sarebbe stata terra d'invasori 4) anche le conseguenze evolutive linguistiche sarebbero state differenti: chissà? magari non avremmo avuto un neosardo neolatino, ma un italiano neosardo...
Ecco, forse così ho espresso il mio pensiero in modo più completo e più garbato....
Ciao,
MF
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Modificato da - maurizio feo in data 29/02/2008 22:19:06 |
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shardanaleo
Utente Attivo
  

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Inserito il - 01/03/2008 : 10:49:36
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Ciao maurizio... dissotterro l'ascia? ... fin'ora ci siamo quasi ignorati... (naturalmente NON è così) ... vediamo, una SANA SCARAMUCCIA farà bene al forum... le risposte le fornisco in grasseto, per motivi di grafica...
TU SCRIVI:
Se i Sardi fossero stati i grandi navigatori che qualcuno favoleggia:
1) troveremmo il loro genoma (o un genoma molto simile) in altre popolazioni da essi frequentate; SI TROVA, SI TROVA... non solo umano, ma persino animaloe: la pecora sarda, diversa da tutte quelle mediterranee è invece identica a quella TURCA e SIRIANA.
:2) non si sarebbero arrestati ad uno stadio di sviluppo che la maggioranza considera di tribù (mentre io credo abbiano raggiunto la Chiefdom o Chefferie), ma sarebbero divenuti un vero Stato. - SAI BENE che questo non è vero. I greci, gli etruschi, i sumeri... avevano anche loro un'organizzazione simile: CITTA STATO, che si organizzavano SALTUARIAMENTE in CONFEDERAZIONI... solo occasionalmente. Il concetto di Stato NON è possibile ancor oggi nei SARDI... non è accettato (anche alle volte inconsciamente...). Il Sardo è FIN TROPPO individualista.
3) probabilmente la Sardegna non sarebbe stata invasa, ma sarebbe stata terra d'invasori LO E Stata, lo è stata... ...naturlamente bisogna precisare di che periodo parliamo... ogni popolo è stato DOMINATORE e DOMINATO, persino i romani...
4) anche le conseguenze evolutive linguistiche sarebbero state differenti: chissà? magari non avremmo avuto un neosardo neolatino, ma un italiano neosardo... Che il Sardo sia NEO LATINO è in forte discussione... certo è che quando i romani arrivarono in sardinia trovarono una LINGUA SIMILE alla loro per motivi da discutere in altro loco. Altrimenti non si potrebbe spiegare come mai le ZONE INTERNE meno soggette a roma, parlano una Lingua più simile al latino del resto dell'Isola (chiaramente più ROMANIZZATA della BARBARIA-BARBAGIA)
Ecco, forse così ho espresso il mio pensiero in modo più completo e più garbato.... COME SEMPRE!
Ciao, MF SALUDE A TUE! LEO
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Inserito il - 01/03/2008 : 12:34:25
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| kigula ha scritto:
grazie Valeria per l'utilissimo link, credo di aver letto già qualcosa di questa ragazza che come me fa un dottorato in Spagna. Anch'io ho fatto una tesi di laurea legata alla navigazione nuragica, ho studiato gli approdi nuragici della Sardegna Nord-orientale.
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Ci sono anche molte altre cose straordinarie in altri numeri della rivista
per esempio questo di Sara Puggioni http://www.ugr.es/~arqueol/docencia.../Arti2_4.htm
e questo di Elisabetta Alba http://www.ugr.es/~arqueol/docencia.../Arti2_3.htm mi pare siate in tante ad aver fatto il dottorato in Spagna, sono dei sunti ma davvero interessanti
Complimenti e Grazie
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Inserito il - 01/03/2008 : 12:39:04
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| adelasia ha scritto:
| Valeria3 ha scritto:
HIPÓTESIS
[b]Teniendo en cuenta la evidente relación de determinados .....
Esperemos...che queste analisi geoarcheologiche possano presto essere svolte
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Esperemos..che prima qualcuno traduca (o almeno riassuma). Muchas gracias!
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Io ho un traduttore installato sul PC che traduce intere frasi, forse qualcuno può indicarti un link di un traduttore on-line oppure... Esperamos que alguien traduzca .

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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 01/03/2008 : 14:50:47
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| shardanaleo ha scritto:
Ciao maurizio... dissotterro l'ascia? |
Caro Leo: è chiaro che di questo argomento (come del resto di altri temi), dovremo parlare di persona, magari, come si suol dire "con le zampe sotto ad un tavolo"... In più, ora non ho il tempo di rispondere come vorrei e come queste tue "provocazioni" meriterebbero. Ma cerco comunque di rispondere, per punti. 1) Sulla Genetica di popolazioni possiedo informazioni abbastanza complete e recenti: al momento non permettono di ipotizzare che i Sardi abbiano sparso per il mondo il loro genoma. Gli animali, come anche la Chianina Toscana, sono stati portati in Occidente, dall'Oriente, come tutto il resto della tecnologia relativa all'addomensticamento ed alla coltivazione, originatisi - per motivi ambientali floro faunistici - nella Mezzaluna Fertile. 2) La Città - Stato è già uno Stato, dal p.di vista Antropologico. Ma non credo sia utile perdere tempo in queste puntualizzazioni e definizioni. D'altro canto, la Chefferie o Chiefdom che io ipotizzo (in modo un po' blasfemo, secondo l'establishment della cultura, che non concede più che la Tribù, ai Protosardi), in fondo è già un embrione di Stato. In realtà, io mi riferisco all'unità ed alla coesione (che in uno stato dovrebbe essere maggiore, mentre è del tutto assente in una terra divisa in tribù). Pertanto, in questo punto siamo in sostanziale accordo, credo. 3) E' un punto focale di disaccordo. Ma non sono ingrado di trattarlo qui ed ore. Richiede tempo ed è preferibile che sia un dialogo parlato, per molti motivi. 4) Io non sono un esperto di linguistica e quindi l'accenno alla lingua era vezzosamente mio, da ma informazioni di altri. Pittau risolve la cosa ricorrendo ad un'affinità linguistica Sardo Etrusca che egli vorrebbe essere anche Genetica . Ma non è così: i Sardi non sono geneticamente affini agli Etruschi. Non posso discutere l'affinità linguistica: riporto soltanto che non c'è consenso sull'apparteneza dell'Etrusco al gruppo delle lingue Indoeuropee. Le prove documentali archeologiche provano che non solo Roma, ma persino i Cartaginesi conquistarono il Centro della Sardegna (so che tu non sei d'accordo su questo). E' convincente il ragionamento per cui, se l'interno della Sardegna non fosse stato conquistato, in Sardegna di conseguenza si parlerebbero lingue molto diverse tra di loro nelle diverse zone? Per me sì, temo non per te.
Insomma, credo che dobbiamo rimandare a più tardi, caro Leo.
Ciao,per adesso.
MF
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kigula
Moderatore
   

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Inserito il - 01/03/2008 : 23:37:04
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| Valeria3 ha scritto:
HIPÓTESIS
Teniendo en cuenta la evidente relación de determinados yacimientos nurágicos con la costa y la llegada a ellos de materiales de procedencia exterior al menos desde el Bronce Reciente, es evidente que debemos buscar una explicación para la variabilidad de situaciones que ofrece el registro arqueológico incluso en un caso particular como es la costa del Golfo de Orosei. En este sentido nuestra investigación ha estado dirigida por las siguientes hipótesis.
1. Los puertos nurágicos no se situaron en la línea actual de costa sino al interior de tramos fluviales navegables por dos razones principales:
a. Carácter quebrado de la mayor parte de la costa del Golfo de Orosei, posiblemente acentuado en la Prehistoria Reciente cuando los aportes erosivos de los ríos no habían generado todavía un amplio desarrollo del litoral en sus estuarios que, por otra parte, serían por ello más accesibles.
b. Protección ante las acometidas del mar, necesidad de menos infraestructuras, facilidad de accesos al interior, al ser, a menudo, las únicas vías que se podía recorrer (codula), y énfasis en los recursos agropecuarios más escasos en la primera línea de costa.
2. Las diferencias en la ocupación de la costa, incluso en los yacimientos de control, se deben a las posibilidades de penetración interior.
3. Los yacimientos de control se situaron siempre en zonas elevadas sea:
a. En función de la necesidad de avistamiento marítimo lejano: i. Facilitar las aproximaciones por medio de señales ii. Agilizar el estado de alarma
b. En función del control de los accesos al interior.
Indudablemente la primera hipótesis, especialmente en su primer aspecto, no es susceptible de ser probada a partir de una aproximación que tenga en cuenta sólo la distribución territorial del poblamiento y sería necesario un proyecto general de reconstrucción de la evolución de la línea de costa a partir de costosos análisis geoarqueológicos pero, en cualquier caso, creemos que la disposición de muchos de los poblados, según muestra ya el análisis previo de Dorgali (SPANEDDA, 2002:84, 2004:73), sólo podría ser explicada desde estos puntos de vista y, determinadas áreas, por ejemplo Orosei o Siniscola-Posada tienen una importancia fundamental para contrastar estas aseveraciones.
Esperemos...che queste analisi geoarcheologiche possano presto essere svolte
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Traduzione:
Ipotesi
Tenendo conto della evidente relazione di determinati siti nuragici con la costa e l'arrivo in essi di materiali di provenienza esterna almeno dal Bronzo Recente, è evidente che dobbiamo cercare una spiegazione per la variabilità di situazioni che offre il registro archeologico anche in un caso particolare come quello della costa del Golfo di Orosei. In questo senso la nostra ricerca è stata diretta sulle seguenti ipotesi.
1. I porti nuragici non si situavano presso l'attuale linea di costa ma all'interno di rami fluviali navigabili per due ragioni principali:
a.Il carattere frammentario della maggior parte della costa del golfo di Orosei, accentuato soprattutto nella preistoria recente, quando gli apporti erosivi dei fiumi non avevano ancora generato un ampio sviluppo litorale nei loro estuari che d'altro canto dovevano essere per questo più accessibili
b.Protezione dagli attacchi dal mare, necessità di meno infrastrutture, facilità di accesso al'interno essendo spesso le uniche vie che si potevano percorrere, e enfasi sulle risorse agropastorali più scarse nella prima linea di costa
2. Le differenze nell'occupazione della costa, anche nei siti di controllo, soo dovute alle possibilità di penetrazione verso l'interno
3.I siti di controllo si situavano sempre in zone elevate per: a.in funzione delle necessità di avvistamento marittimo da lontano i. facilitare l'avvicinamento per mezzo di segnali ii. agevolare lo stato di allarme
b. in funzione del controllo delle vie d'accesso verso l'interno
Senza dubbio la prima ipotesi, soprattutto nel primo aspetto, non può essere provata a partire da un approccio che tenga in conto solo la distribuzione territoriale del popolamento, e sarebbe necessario un progetto generale di ricostruzione della linea di costa a partire da costose analisi geoarcheologiche. Però in ogni caso crediamo che la disposizione di molti insediamenti, come mostra l'analisi precedente di Dorgali (Spanedda 2002:84 2004:73) possa essere spiegata solo da questi punti di vista, e certe aree, come per esempio Posada e Orosei, hanno un'importanza fondamentale per contrastare queste asserzioni.
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kigula
Moderatore
   

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Inserito il - 01/03/2008 : 23:39:08
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Discorso interessantissimo, evviva la mia cara geoarcheologia! Il discorso validissimo per il caso in questione però varia da zona a zona della Sardegna a seconda della morfologia costiera. A quanto pare archeologi sardi in Spagna siamo tanti...
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kigula
Moderatore
   

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Inserito il - 01/03/2008 : 23:47:37
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Infine per Maurizio: E' vero che i Nuragici non vivevano per la navigazione, ma navigavano davvero e per l'epoca anche abbastanza. Non credo che si metta troppa enfasi sulla questione visto che alcuni ancora negano questa possibilità e pochi studiano i traffici con l'esterno. Non sono d'accordo sulla navigazione di piccolo cabotaggio. Certo la navigazione protostorica era prevalentemente vista per ovvi motivi di sicurezza, ma i tratti d'altura si percorrevano comunque se necessario. Non vedo perchè non potessero farlo anche i Nuragici. Se guardi la bellissima navicella trovata in Magna Grecia e pubblicata dal Lilliu scoprirai le enormi proporzioni del modello rappresentato. Vedrai sopra un carro a buoi e vedrai che ce ne starebbero anche alti. Vedrai che sembra proprio una piccola nave, una nave che potrebbe affrontare anche viaggi più pesanti di brevi tragitti sotto costa. Va bene ridimensionare gli ardori ma non sottovalutiamo..
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Adelasia
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Penna d'oro
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Inserito il - 01/03/2008 : 23:57:36
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Gentilissima Kigula...in fondo sapevo benissimo che potevamo contare su di te! Grazie a nome di tutti coloro, come me, appassionati a questa discussione  ]
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asia
Salottino
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Inserito il - 02/03/2008 : 02:29:27
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Leo ha scritto:
| | Che il Sardo sia NEO LATINO è in forte discussione... certo è che quando i romani arrivarono in sardinia trovarono una LINGUA SIMILE alla loro per motivi da discutere in altro loco. Altrimenti non si potrebbe spiegare come mai le ZONE INTERNE meno soggette a roma, parlano una Lingua più simile al latino del resto dell'Isola (chiaramente più ROMANIZZATA della BARBARIA-BARBAGIA) |
Permettimi di dissentire, Leo.
Quando i Romani decisero di sgominare gli indomabili Pelliti, organizzarono una vera e propria caccia all'uomo, snidandoli anche con l'aiuto di cani mastini. Fu una strage. In questa parte interna dell'isola, la Barbagia, molti centurioni romani si stabilirono, unendosi alle vedove e creando una sorta di colonizzazione linguistica.
Ecco un'altra versione, a mio parere più attendibile, che giustifica la strana latinizzazione delle zone interne.
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Modificato da - asia in data 02/03/2008 02:31:33 |
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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 02/03/2008 : 09:40:04
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| kigula ha scritto:
Infine per Maurizio: E' vero che i Nuragici non vivevano per la navigazione, ma navigavano davvero e per l'epoca anche abbastanza. Non credo che si metta troppa enfasi sulla questione visto che alcuni ancora negano questa possibilità e pochi studiano i traffici con l'esterno. Non sono d'accordo sulla navigazione di piccolo cabotaggio. Certo la navigazione protostorica era prevalentemente vista per ovvi motivi di sicurezza, ma i tratti d'altura si percorrevano comunque se necessario. Non vedo perchè non potessero farlo anche i Nuragici. Se guardi la bellissima navicella trovata in Magna Grecia e pubblicata dal Lilliu scoprirai le enormi proporzioni del modello rappresentato. Vedrai sopra un carro a buoi e vedrai che ce ne starebbero anche alti. Vedrai che sembra proprio una piccola nave, una nave che potrebbe affrontare anche viaggi più pesanti di brevi tragitti sotto costa. Va bene ridimensionare gli ardori ma non sottovalutiamo..
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Non ho negato che i nuragici navigassero, mai, in nessuno dei miei scritti. Non ho negato, mai, che si affrontasse la navigazione d'altura. Anzi, ho sempre sostenuto che la loro navigazione - anche d'altura ca va sans dire - è autodimostrata dal fatto che la Sardegna è un isola e lo era anche quando è stata (ri) popolata, in epoca "nuragica" o pre- "nuragica". Non ho dato mai un'interpretazione riduttiva delle realizzazioni della Cultura Protosarda: semmai, le concedo di più di quanto non faccia l'Establishment: controlla, se vuoi, non posso più cancellare ciò che ho scritto. Non credo di avere mai messo in una erronea prospettiva la Navigazione Antica, sulla quale mi sto documentando da molto prima che gli scavi ufficiali s'interessassero - ad esempio - di "Conca Humosa" e di "Rempellos", presso Berchida (Siniscola), che sono evidentemente protesi verso il mare.
Credo che uno dei problemi con cui dobbiamo confrontarci, in questo Forum, sia una corretta comprensione delle posizioni degli alti, prima di criticare le loro affermazioni - da noi stessi fraintese. Essere fraintesi è frustrante: fa perdere la fiducia nella lingua parlata e scritta correttamente. Should I use my English, rather?
Credo che dovremmo smettere, appena qualcuno scrive qualche cosa, di "andare subito a cercare il pelo nell'uovo" e criticare un dettaglio o un'espressione "periferica" , che non è assolutamente portante o fondamentale nell'argomento esposto. In qiueto modo sorvoliamo sull'essenziale e significativo e ci formalizziamo come scolaretti sulla calligrafia.
In quanto io ho scritto sopra, io stesso potrei - anche subito - criticare alcune cose: ad esempio, i due piccoli villaggi che ho citato, sicuramente non sono le migliori prove della vocazione marinara di chi costruiva con tecnica "nuragica". Ma pensateci bene - anche tu kigula - si tratta di un dettaglio, non del messaggio di base.
Naturalmente, il nostro comportamento dipende soltanto da quello che vogliamo ottenere, da questo Forum in generale e dalla nostra partecipazione ad esso.
Vi dirò quello che vorrei ottenere io, per primo. Dando per scontato che molti argomenti, circa la Sardegna, mi interessano molto, ma non ho il tempo di seguirli tutti, il mio primo movente è uno scambio d'informazioni.
Uno degli argomenti che mi appassionano di più - però - è la storia trascorsa della Tirrenia Antica, che copre un lungo arco di anni e che vede la Sardegna ancora una volta quasi al centro del campo d'interesse. Io non sono un archeologo: in questo campo possiedo anzi notizie di seconda mano, un po' arruffate e spesso superate. In questo ho bisogno del conforto di chi - per mestiere o per studio - possiede informazioni dirette e me le può trasmettere.
Io leggo gli altri post, che contengono strafalcioni di discreta entità in campi in cui sono esperto (ad esempio, la medicina e la genetica), ma non accorro subito con la fanfara a correggere l'errore di battitura se il concetto di fondo è chiaro o anche semplicemete accettabile. Spesso vedo che un fatto scientifico provato è contrastato sulla base di una "differenza di opinioni": confesso che questo mi mette in difficoltà, perché queste pagine non si prestano all'introduzione di un'abbondante bibliografia scientifica, né è bello uno sterile alterco scritto, dopo il quale le singole posizioni restano le medesime di prima. Se non sono d'accordo con quanto gli altri scrivono, non per questo credo si debbano abbandonare i toni amichevoli e garbati: piuttosto, preferisco lasciare cadere il discorso.
Abbiamo tutti differenti ambienti di provenienza e differente preparazione: è ovvio che non possiamo essere tutti composti in un pensiero conforme ed unico. Ed anzi è proprio questo il bello. Ma preferirei che, prima di scriverci nelle nostre risposte reciproche, ci rappresentassimo bene nella nostra mente quale è realmente la posizione della o delle persone a cui rispondiamo, per risparmiarci litigi inutili e mortificazioni immeritate.
Altrimenti, invece di postare qualche cosa con libertà e leggerezza d'animo, dovremo prima consultare il nostro avvocato.
Un po' noioso, ma a fin di bene.
Ciao
MF
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shardanaleo
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Inserito il - 02/03/2008 : 09:56:29
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Ciao Asia... sicuramente ti riferisci all'episodio del console M. Pomponio Matho (matone), che arrivò in Sardinia per una SPEDIZIONE PUNITIVA dopo l'ANNIENTAMENTO delle legioni di Publicio Malleolo e M. Emilio. Questi due sciocchi generali, dopo aver depredato le pacifiche zone del campidano, pensarono di attraversare le BARBAGIE per imbrcarsi ad Olbia... di ottomila uomini non rimase che un manipolo. Così il generale Matho penso di compiere lo stesso traggitto da Sud a Nord per RASTRELLARE i ribelli. Ma i Sardi pelliti piombavano sulle legioni e sparivano. i Romani (Livio) scrivono che si RINTERRAVANO sotto terra, nei nuraghi. Così mathone pensò di usare i CIRNENCHI dell'Etna per scovarli... ma arrivò nei pressi della Jara (Gesturi. Tuili) e dovette rientrare per evitare la fine dei suoi predecessori... Quanto ai matrimoni misti. Questa è la favoletta prestata da CORRISPONDENTI DI STAMPA di altri territori, come la Bretagna... Storicamente è accertato che le LEGIONI NOn arrivarono mai a conquistare la BARBARIA. Il nome del resto è dato dagli stessi romani per indicare la zona NON conquistata. Esistevano i LIMES definiti dagli stessi romani (vedi stele di esterzili). Certo la ROMANITA arrivò anche in barbaria. ma non con le legioni. Fu la CHIESA DI ROMA a entrare nel VI sec. quando i COMANDANTI dei barbaricini si battezzarono, convertendo così il resto del popolo. Questo non esclude che qualche romano si accasasse in barbagia... o che qualche mercante... ma ciò accadeva e accade ancora oggi. Che, cioè, tra popoli anche in guerra vi sia SCAMBIO... di mercanti.. o altro. LA BARBAGIA DEL RESTO è rimasta ostile anche in tempi recenti a penetrazioni militari di altri ... chiedi cosa accadeva fino agli anni -70 alle caserme dei paesini di orgosolo, mamoiada ecc...  shar
| asia ha scritto:
Leo ha scritto:
| | Che il Sardo sia NEO LATINO è in forte discussione... certo è che quando i romani arrivarono in sardinia trovarono una LINGUA SIMILE alla loro per motivi da discutere in altro loco. Altrimenti non si potrebbe spiegare come mai le ZONE INTERNE meno soggette a roma, parlano una Lingua più simile al latino del resto dell'Isola (chiaramente più ROMANIZZATA della BARBARIA-BARBAGIA) |
Permettimi di dissentire, Leo.
Quando i Romani decisero di sgominare gli indomabili Pelliti, organizzarono una vera e propria caccia all'uomo, snidandoli anche con l'aiuto di cani mastini. Fu una strage. In questa parte interna dell'isola, la Barbagia, molti centurioni romani si stabilirono, unendosi alle vedove e creando una sorta di colonizzazione linguistica.
Ecco un'altra versione, a mio parere più attendibile, che giustifica la strana latinizzazione delle zone interne.
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