Forum Sardegna - Sa Limba Sarda, in perigulu o nono?
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Nota Bene: Nel territorio di Castelsardo sulla strada che collega Sassari con Santa Teresa Gallura a 1,5Km dalla galleria si trova LA ADDI DI L'INFERRU, (la valle dell'inferno); un bosco di lecci, quercie e olivastri secolari dove nel periodo della dominazione spagnola i domenicani tenevano i processi alle streghe documentati negli archivi diocesani della diocesi di Ampurias e da questi eventi prese il nome tutto il bosco!



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 Sa Limba Sarda, in perigulu o nono?
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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 25/05/2012 : 21:51:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tanto per rimanere in tema, la sbandierata diffida bilingue inviata da Capellacci a Monti, indovinate un po' in quale variante è scritta? http://www.regione.sardegna.it/xml/...php?cat=7873
Poi uno non si deve lamentare e viene tacciato di campanilismo di fronte all'arrogante tentativo di colonizzazione linguistica








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: assemini  ~  Messaggi: 1124  ~  Membro dal: 06/06/2009  ~  Ultima visita: 04/05/2013 Torna all'inizio della Pagina

Gonariu

Utente Medio


Inserito il - 01/06/2012 : 01:09:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Gonariu Invia a Gonariu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vorrei dire il mio piccolo parere sulla sopravvivenza della lingua sarda. Io parlo sia il campidanese di Sanluri (il paese di mia madre) e il nuorese di Orotelli (il paese di mio padre) che ho imparato quando ero piccolo quando andavo in vacanza a casa dei miei nonni e già da alloro a Sanluri (anni '70) i bambini con cui giocavo parlavano quasi esclusivamente in italiano, mentre i miei nonni e i miei zii parlavano in sardo. Presumo quindi che a Sanluri il sardo lo parlino solo gli anziani (a Sanluri adesso passo solo ogni tanto a trovare mio zio), spariti i quali sparirà anche il campidanese di Sanluri. Ad Orotelli dove adesso abito da 9 anni in quanto insegno a Nuoro, i giovani ancora parlano in sardo, ma tutti, grandi, piccoli e anziani lo parlano in una maniera fortemente italianizzata dicendo una parola in sardo e tre in italiano, tanto che quando dico certe parole, in quanto io cerco di parlare il sardo di Orotelli all'antica, certe volte non mi capiscono e penso che ciò sia irreversibile, a meno che non ci si riesca a mettersi d'accordo su un sardo comune per tutti, che sia messo nelle scuole e nel quale si scrivano libri e giornali e sia usato come lingua liturgica dalla Chiesa (su questo punto, monsignor Alberti quando era vescvo di Cagliari aveva detto "dateci una lingua e vi daremo una liturgia"). Se però continuiamo a litigare dicendo ognuno all'altro "il mio sardo è migliore del tuo", alla fine la lingua sarda diventerà una lingua morta e l'avremo definitivamente persa; penso che ciò accadrà in molto meno di 100 anni.







 Regione Sardegna  ~ Prov.: Nuoro  ~ Città: Orotelli  ~  Messaggi: 263  ~  Membro dal: 22/05/2012  ~  Ultima visita: 21/09/2021 Torna all'inizio della Pagina

robur.q

Utente Senior



Inserito il - 01/06/2012 : 13:09:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Quoto totalmente: purtroppo i tentativi fatti per creare un sardo unificato sono sempre partiti dal presupposto (inutilmente nascosto e negato), che esistesse una sardo più sardo degli altri!!!
Tuttavia non è solo questo il problema: la soluzione del cosiddetto doppio standard sarebbe oggettivamente più debole ma è un opzione funzionale; sia campidanese che logudorese hanno ortografia, grammatica e lessico ormai stabilizzati, ma fintanto che la gestione delle istituzioni scolastiche rimarrà allo Stato o, per dirla in termini giuridici, fintanto che la Regione Autonoma non avrà la competenza primaria in materia di istruzione, la trasmissione alle generazioni future del sardo averrà solo in ambienti marginali, localistici, inconsapevoli.
La battaglia che dobbiamo fare è solo questa: che la Regione abbia l'assoluta competenza legislativa e amministrativa in ambito scolastico!!! Ma cosa possiamo pretendere dai nostri poveri, raglianti, rappresentanti politici? La modifica dello Statuto Regionale poi deve avvenire in Parlamento con legge costituzionale: campa cavallo....; non ci resta che Doddore!!!








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: assemini  ~  Messaggi: 1124  ~  Membro dal: 06/06/2009  ~  Ultima visita: 04/05/2013 Torna all'inizio della Pagina

Oneye

Nuovo Utente


Inserito il - 02/07/2012 : 10:11:26  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Oneye Invia a Oneye un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Bella discussione... io parlo due varianti del campidanese , ma avendo conosciuto da sempre persone provenienti da ogni parte della Sardegna un po capisco anche gli altri . Per me unificare i dialetti sardi in una lingua unica è impossibile , ma riconosco che la lingua sta sparendo e si deve fare qualcosa , se non si può insegnare il sardo nelle scuole almeno va parlato a casa . Le varianti hanno tutte pari dignità e se fosse possibile bisognerebbe saperle parlare tutte , o almeno capirle tutte in modo di poter parlare capendosi ognuno col suo dialetto specifico , poi magari col passare del tempo una lingua comune si formerà spontaneamente. Il più grande pericolo per il sardo è l'italiano , se una parola in sardo non esiste o non ce la ricordiamo la prendiamo dall'italiano e questo nel giro di qualche decennio porterà ad un ulteriore imbastardimento del sardo perchè se una lingua non si può usare in tutti gli ambiti viene abbandonata .







 Regione Sardegna  ~ Città: Sinnuri  ~  Messaggi: 35  ~  Membro dal: 10/03/2012  ~  Ultima visita: 22/08/2013 Torna all'inizio della Pagina

Gonariu

Utente Medio


Inserito il - 02/07/2012 : 10:28:24  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Gonariu Invia a Gonariu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Io parlo sia il campidanese di Sanluri sia il nuorese di Orotelli (vicino a Nuoro); penso che ormai il sardo sia gia' in via d'estinzione per due motivi:
1) sempre piu' giovani parlano in italiano e il sardo si limitano a capirlo;
2) chi ancora parla in sardo lo mischia abbondantemente e a sproposito con l'italiano, come avviene ad Orotelli, il paese dove vivo.
Penso che, sparita la mia generazione (ho quasi 45 anni), il sardo sara' una lingua morta, a meno che, mettendolo come materia obbligatoria nelle scuole e facendo tre ore la settimana di lingua sarda, non si riesca a invertire questa tendenza; col gallese ci si e' riusciti, con l'irlandese no.








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Nuoro  ~ Città: Orotelli  ~  Messaggi: 263  ~  Membro dal: 22/05/2012  ~  Ultima visita: 21/09/2021 Torna all'inizio della Pagina

Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 02/07/2012 : 11:50:06  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Credo che in tutte le regioni, abbiano una lingua propria o un dialetto stia accadendo la stessa cosa Gonariu. Anche qui in Trentino i ragazzi parlano solo l'italiano come si vergognassero a parlare anche il dialetto. E' un fatto culturale che già da qualche anno si sta facendo largo ( non so se culturale o il contrario) Come ben avrai notato anche l'italiano come lingua è bistrattato. Non che sia una lingua morta ma è assai ammalata. I dialetti, le varie sfumature delle lingue ( anche quelle romanze come il sardo) dovrebbe ro essere tutelate e protette. Anche qui da noi esiste una lingua diretta discendente dal tedesco, il Cimbro, che resta costante solo fra le persone anziane...chissà!!








  Firma di Tharros 
E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Trento  ~  Messaggi: 4702  ~  Membro dal: 02/12/2006  ~  Ultima visita: 22/03/2020 Torna all'inizio della Pagina

robur.q

Utente Senior



Inserito il - 02/07/2012 : 12:33:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Hai ragionissima Tharros, e la questione non riguarda certo solo l'Italia ma il mondo intero, perchè il mondo, in due secoli, è passato da un tipo di comunicazione quasi escusivamente orale a un tipo in cui la comunicazione scritta ha un prestigio prevalente, o quantomeno ad una via di mezzo, in cui la tradizione orale si mischia al codice scritto dando esiti che farebbero accapponare la pelle al povero Manzoni. Man mano che il livello di istruzione diventa più elevato fra le nuove generazioni si fa un passo in più verso un buon italiano, ma il concetto di "buon italiano" sta velocemente cambiando, diventando meno aulico ed elitario.
Non so se il sardo sopravviverà, so che mi piacerebbe che sopravvivesse e so che per sopravvivere ha bisogno di norme, una o due, vedremo.
Pensa come stanno quei popoli africani in cui l'istruzione viene impartite con le lingue coloniali, distantissime da quella che parlano tutti i giorni. Pensa lo smarrimento identitario di quelle comunità, il nostro in confronto è veramente una sciocchezza. Eppure, in molte grandi capitali africane, le lingue coloniali stanno diventando la lingua madre delle nuove generazioni, In particolare a Luanda, Abidjan, Kinshasa, Lagos, questo è il prezzo della modernità.








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: assemini  ~  Messaggi: 1124  ~  Membro dal: 06/06/2009  ~  Ultima visita: 04/05/2013 Torna all'inizio della Pagina

Rita Niffoi

Utente Medio


Inserito il - 02/07/2012 : 12:36:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Rita Niffoi Invia a Rita Niffoi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Credo però che ci sia un'inversione di tendenza rispetto al passato, ora trovo molte più persone che capiscono l'importanza de sa limba e la vogliono preservare; penso che il momento peggiore per il Sardo sia stato quello degli anni Cinquanta- Sessanta, con la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa. Ora, ripeto, c'è più la coscienza dell'importanza delle proprie radici e il desiderio di salvarle. Per quanto riguarda i vocaboli italiani che sono entrati e stanno entrando nella nostra lingua, non dico che questo non conti però è anche fisiologico, la lingua è dinamica, si evolve continuamente, per cui, tanto per fare un esempio, dico mesicheddhu allo sgabello di sughero ma anche isgabello allo sgabello, pur sapendo che non è certo termine antico, la cosa importante è che non dimentichi mesicheddhu e che questa parola sopravviva all'oggetto stesso, che non trovi più in tutte le case! Alcuni vocaboli italiani, poi, curiosamente quando sono introdotti nel sardo cambiano significato, per esempio cinema per noi è, oltre che la sala cinematografica, il film e una scena o un individuo divertente. Se vi siete addormentati, scusate tanto...







 Regione Sardegna  ~ Prov.: Nuoro  ~ Città: ...  ~  Messaggi: 154  ~  Membro dal: 27/06/2012  ~  Ultima visita: 16/01/2015 Torna all'inizio della Pagina

robur.q

Utente Senior



Inserito il - 02/07/2012 : 13:40:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Rita Niffoi ha scritto:

Credo però che ci sia un'inversione di tendenza rispetto al passato, ora trovo molte più persone che capiscono l'importanza de sa limba e la vogliono preservare; penso che il momento peggiore per il Sardo sia stato quello degli anni Cinquanta- Sessanta, con la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa. Ora, ripeto, c'è più la coscienza dell'importanza delle proprie radici e il desiderio di salvarle. Per quanto riguarda i vocaboli italiani che sono entrati e stanno entrando nella nostra lingua, non dico che questo non conti però è anche fisiologico, la lingua è dinamica, si evolve continuamente, per cui, tanto per fare un esempio, dico mesicheddhu allo sgabello di sughero ma anche isgabello allo sgabello, pur sapendo che non è certo termine antico, la cosa importante è che non dimentichi mesicheddhu e che questa parola sopravviva all'oggetto stesso, che non trovi più in tutte le case! Alcuni vocaboli italiani, poi, curiosamente quando sono introdotti nel sardo cambiano significato, per esempio cinema per noi è, oltre che la sala cinematografica, il film e una scena o un individuo divertente. Se vi siete addormentati, scusate tanto...

l'introduzione di nuove parole per significati prima inesistenti è fisiologica, assolutamente normale. La sostituzione invece, come l'esempio che hai fatto tu è patologica; la lingua è fatta di morfologie ma anche di parole: se il fenomeno che tu hai descritto si limita a qualche parola non è un problema ma è un campanello d'allarme, quando però la sostituzione è diffusa, significa che la lingua sta morendo; è quello che sta avvenendo nelle città sarde, e anche in molti paesi del campidano più prossimi a Cagliari.








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Gonariu

Utente Medio


Inserito il - 02/07/2012 : 22:38:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Gonariu Invia a Gonariu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Rispondo a Tharros: sono d'accordo con te che anche i dialetti debbano essere tutelati; in Italia ci sono vere e proprie lingue minoritarie (tipo il Piemontese o il Cimbro che tu stavi dicendo, tanto per fare un esempio) che lo stato italiano ne' riconosce come lingue ne' tanto meno tutela. Purtroppo i nostri governanti nella loro forte miopia sono ancora fermi alla poesia di Manzoni, Marzo 1821, che l'Italia e' una di "lingua, d'arme e di cor", ma Manzoni e' vissuto nel XIX secolo, da quando e' morto sono passati circa 140 anni. Ma poi, stringi stringi, che cosa e' l'italiano standard che tutti quanti parliamo se non il dialetto di Firenze ???
A Rita vorrei dire che e' vero che adesso si ha una maggiore consapevolezza che la lingua sarda deve essere difesa e tutelata, ma la situazione del sardo secondo me e' sempre piu' grave. Per essere piu' chiaro, quando io parlo in Sardo ad Orotelli, certe persone non capiscono certe parole che uso e io abito stabilmente ad Orotelli questi ultimi nove anni da quando ho iniziato ad insegnare, prima ci andavo solo ad Agosto quando mio padre prendeva le ferie (dico questo per farti capire che la mia conoscenza del sardo di Orotelli non e' profonda). Purtroppo lo stato italiano ci sta desardizzando a fuoco lento, un'inversione di tendenza ci potrebbe essere mettendo l'insegnamento della lingua sarda nella scuola, ma questo l'Italia ancora ce lo nega.








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Rita Niffoi

Utente Medio


Inserito il - 03/07/2012 : 18:35:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Rita Niffoi Invia a Rita Niffoi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sono meno pessimista. Io sono stata invitata nelle scuole del mio paese e ho notato un interesse profondo dei ragazzi verso la nostra lingua, certo devono esistere dei progetti che la valorizzino anche all'interno delle scuole altrimenti non si va molto avanti!







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Gonariu

Utente Medio


Inserito il - 04/07/2012 : 14:16:24  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Gonariu Invia a Gonariu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Volevo dire a Rita: mi fa piacere che ad Orani ci sia molto interesse per la lingua sarda tra i giovani che hai incontrato a scuola; quest'anno avevo a scuola (io insegno al liceo scientifico di Nuoro) un alunno di Orani di 16 anni con cui parlavo quasi sempre in Sardo. Per le scuole peró non bastano i progetti, ci vuole un insegnamento sistematico di tre ore di sardo obbligatorie la settimana (é il minimo per qualunque materia per fare qualcosa di decente!), altrimenti non si raddrizza la tendenza negativa per cui il sardo é una lingua minacciata di estinzione. Non so come sia la situazione ad Orani, ma ti posso dire che ad Orotelli non si stanno piú capendo parole come ''grae'', "manueru" (= cugino in terzo grado), o si usano un mare di parole italiane a sproposito quando ci sono le parole equivalenti in sardo (ad esempio, ormai tutti ad Orotelli dicono "cugino" invece di dire "fradile"). Nel 1999 ho seguito a Quartu un corso di campidanese e l'insegnante, il prof. Antonio Lepori (grande esperto di sardo campidanese) giustamente diceva che se le cose continuano cosí, del sardo resterá l'articolo e la s con cui si fa il plurale. Io la penso come lui.







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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 04/07/2012 : 14:53:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'obbiettivo però non è solo insegnare il sardo, ma insegnare IN sardo. E per questo sono necessari grandi sforzi economici, perchè bisognerebbe formare gli insegnanti (e magari non tutti sono interessati, soprattutto se non sono più giovanissimi) e preparare gli strumenti, ovvero libri di testo in sardo: appare evidente come lo standard unico dimezzi i costi ovviamente. Altrimento il solo insegnamento della lingua finirebbe per essere percepito come l'insegnamento della lingua straniera e faremmo la fine del gaelico irlandese: brutta fine!







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Rita Niffoi

Utente Medio


Inserito il - 04/07/2012 : 18:31:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Rita Niffoi Invia a Rita Niffoi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vero Robur, servono soldi e buona volontà e mi pare che la materia prima scarseggi!
Gona', non conosco questi due termini, grae e manueru; cugino per noi è: vradile (cugina: sorrastra) se di primo grado, ghermanu/a primargiu/a per cugino/a di secondo grado, ghermanu/a di terzo grado e oltre (un tempo anche ghermanitu/a, ma a quanto riferiscono gli anziani è vocabolo importato). Ma quale è il significato di grae e manueru?!








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Rita Niffoi

Utente Medio


Inserito il - 04/07/2012 : 22:13:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Rita Niffoi Invia a Rita Niffoi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Per manueru credo di avere risolto, viene da ghermanu veru, certo c'è poi il discorso del significato letterale di ghermanu, fratello, che non viene mantenuto nel sardo, almeno per quanto io sappia. Grae forse signivica grave? Grave nel mio dialetto significa pesante, anche grave come in italiano, ma questo è un italianismo.
E' proprio vero che le parole sono come le conchiglie, che sembrano vuote ma dentro hanno il mare!








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