Forum Sardegna - Il concetto di città in archeologia
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Nota Bene: Seulo - Su Stampu 'e Su Turrunu. E' un particolare fenomeno carsico sul rio Su Longufresu, Il ruscello scompare in una cavità nel terreno per ricomparire decine di metri più in basso in una cavità a forma di grotta, con una bella cascata che forma un laghetto d'acqua fresca, da cui riparte il corso del ruscello dopo il salto. Da qui in poi ha origine il rio Trassadieni, che continua a scorrere fra i tavolati calcarei fino al Narbonnionniga, dove c'è la foresta omonima.



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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 27/01/2010 : 15:05:01  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vorrei che mi aiutaste a comprendere il concetto di città;
ho ben chiaro il significato sociologico, ma non del tutto quello urbanistico-archeologico








Modificato da - kigula in Data 27/01/2010 19:01:19

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: assemini  ~  Messaggi: 1124  ~  Membro dal: 06/06/2009  ~  Ultima visita: 04/05/2013

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Lessa
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 28/01/2010 : 13:14:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Lessa Invia a Lessa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Io ho un altra questione (sempre affine al discorso).
Perchè consideriamo la città più evoluta dei piccoli villaggi?
Chi decide il metro di paragone? Cosa è evoluto e cosa non lo è?
goodbye e buon mal di testa!









  Firma di Lessa 
"La storia scritta dai vincitori non può dire cose giuste"

Il mio Blog sulla rievocazione storica, il combattimento, e la ricostruzione Nuragica: http://sardinianwarrior.blogspot.com

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 941  ~  Membro dal: 20/01/2009  ~  Ultima visita: 19/01/2018 Torna all'inizio della Pagina

Trambuccone
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 28/01/2010 : 16:31:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Trambuccone Invia a Trambuccone un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Forse può aiutare il concetto di "spazio destinato a fruizione o servizio comune o pubblico".
In maniera embrionale, ovviamente , come pare sia stato verificato alla Prisgiona-Arzachena.
T.

P.S. La definizione me la sono inventata di sana pianta.









  Firma di Trambuccone 
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum......et tertia non datum.

 Regione Sardegna  ~ Città: Nord Sardegna  ~  Messaggi: 1509  ~  Membro dal: 16/09/2007  ~  Ultima visita: 07/09/2013 Torna all'inizio della Pagina

Nevathrad

Utente Maestro




Inserito il - 28/01/2010 : 17:03:18  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Lessa ha scritto:

Io ho un altra questione (sempre affine al discorso).
Perchè consideriamo la città più evoluta dei piccoli villaggi?
Chi decide il metro di paragone? Cosa è evoluto e cosa non lo è?
goodbye e buon mal di testa!

Penso che valga lo stesso assunto che considerandole normalmente. Perchè diverse dal punto di vista strutturale e funzionale, per la grandezza e per il numero di abitanti, per la presenza di norme e "servizi" che regolano le aiutano a vita delle persone. Perchè prima di considerare un abitato città, per forza bisogna partire da un agglomerato semplice come un villaggio mentre non è possibile il contrario. E, in fondo, perchè altrimenti si sarebbe fatta la distinzione tra le due se si fosse mai trattato di entità similari? . Con queste premesse il metro di paragone vien fuori automaticamente.
Per l'ultima domanda, in genere non si possono considerare solo le evoluzioni, talvolta sono più numerosi i cambiamenti spesso nemmeno positivi.








  Firma di Nevathrad 

 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 5815  ~  Membro dal: 13/10/2008  ~  Ultima visita: 05/04/2011 Torna all'inizio della Pagina

maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 28/01/2010 : 18:02:00  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Il villaggio è un insediamento abitativo per lo più rurale, cioè composto di persone dedite all'agricoltura. Era molto diffuso alcuni secoli addietro, quando l'agricoltura costituiva l'attività prevalente nelle economie nazionali: esso rappresenta il più semplice e spontaneo germoglio di aggregazione "urbanistica". Esso era costituito da pochi nuclei familiari spesso imparentati fra loro. Pertanto, normalmente un villaggio consta di 200-500 individui: anticamente anche meno.

Una città è un insediamento umano più esteso e più stabile, un'area urbana che si differenzia da un paese o un villaggio per dimensione, densità di popolazione, importanza o status legale.
La nascita della città è tutta un’altra questione e non è detto che essa derivi dal villaggio in seguito ad una sua crescita: nel Latium Vetus avvenne per iniziativa di alcune categorie di persone che avevano l’iniziativa economica e la forza militare necessarie e sufficienti (sodales) a costringere con la forza le comunità di agricoltori a lasciare i villaggi e radunarsi in comunità più grandi, cambiando di fatto status, acquisendo diritti (elargiti in termini di protezione e di servizi comuni e pubblici dalla classe dominante di coloro che diverranno i "nobili") e doveri (restituzione dei servizi con tributi, lavoro e partecipazione all'esercito) e moltiplicando alcune delle proprie capacità produttive, a tutto vantaggio manageriale dell'economia.

Credo che anche dal punto di vista archeologico valgano questi concetti generali.
MF









  Firma di maurizio feo 
Beni: ti naru unu contu...

 Regione Emilia Romagna  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 2962  ~  Membro dal: 11/01/2008  ~  Ultima visita: 23/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

robur.q

Utente Senior



Inserito il - 28/01/2010 : 20:15:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Da un punto di vista prettamente sociologico, è città un agglomerato di persone e di fabbricati, non troppo piccolo, in cui la maggior parte delle persone non è impiegata nel settore economico primario (agricoltura allevamento, pesca), ma nei settori secondario (industria, miniere, artigianato) e soprattutto terziario, i cosiddetti "servizi", cioè commercio soprattutto, ma anche servizi amministrativi, politici, finanziari, militari, religiosi, culturali e di istruzione, di trasporto, sanitari, ecc.
Questo concetto non è più adatto a società post-moderna come la nostra, perchè la stragrande parte della popolazione attiva è quasi dappertutto impiegata nel terziario, ormai anche nei paesi più piccoli. Oggigiorno, nelle società avanzate, si fa preferibilmente riferimento alla diversificazione e soprattutto alla specializzazione dei servizi (il cosiddetto terziario avanzato).
Tuttavia il vecchio concetto è sufficiente a comprendere la nascita e lo sviluppo storico del fenomeno urbano, che consiste nella graduale diminuzione dell'importanza del settore primario nell'economia di un centro abitato.
La precisazione "non troppo piccolo" è abbastanza ovvia, ma concretamente non vuol dire granchè: direi un numero sufficiente a garantire una certa diversificazione dei servizi.
Lanusei è una città? Direi di no: è tradizionalmente il centro amministrativo dell'Ogliastra, ma Tortolì è divenuta, grazie a porto, aeroporto, zone artigianali e industriali, il centro più popoloso e con l'economia più diversificata. La sua stessa situazione topografica è decisamente più favorevole allo sviluppo urbano. Direi che Tortolì è una piccola città, ma oggettivamente, non ci sono definizioni precise.
La città di Andria, in Puglia, ha circa 100.000 abitanti, e fino a pochi decenni orsono la grande maggioranza della popolazione era occupata in agricoltura. Andria era una città? O un grosso paese? Sassari, con le stesse dimensioni demografiche, era ed è città, senza dubbio.
Scusate la lunga prefazione, ma avrete capito tutti che applicare questi concetti, cosa difficile anche oggi, a maggior ragione lo è per una civiltà antica.
Non ci sono dubbi che Roma, per gran parte del periodo repubblicano e in quello imperiale, era città. L'Atene di Pericle era città, ma la Sparta dello stesso periodo?
Micene era una città? Funzionalmente forse si, ma in termini di dimensioni demografiche? E la capitale del nuovo regno egizio, Tebe era città?
Mi pare di capire che in archeologia si usi un metro un po' diverso, perchè, credo, si considera la elaborazione urbanistica e architettonica, valutando che sia maggiormente complessa laddove vi siano "funzioni urbane".
ho capito bene?








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: assemini  ~  Messaggi: 1124  ~  Membro dal: 06/06/2009  ~  Ultima visita: 04/05/2013 Torna all'inizio della Pagina

Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 28/01/2010 : 23:13:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Bella domanda Robur, oltremodo interessante, la cui risposta è essenziale per capire diverse cosette, ad esempio che tipo di civiltà fosse quella Sardo-Nuragica
È qualcosa che affiorava ogni tanto nelle nostre discussioni di “Archeologia in Sardegna”, specialmente parlando di civiltà urbana e preurbana, ma effettivamente mai risolta.
Provo a dire la mia
Città indubbiamente ha un significato, villaggio ne ha un altro. Hanno molte cose in comune: entrambi sono agglomerati stabili di più famiglie (“focolari”), entrambi possono avere una valenza sociale, una organizzazione con tanto di gerarchie, compiti sociali e diritti/doveri reciproci della gente che vi abita ecc. ecc.
La differenza sta, non tanto nella “grandezza” (pur importante) quanto nel sistema di organizzazione, ovviamente più evoluto nelle città
Un altro problema sta nel precisare quando un villaggio smette di essere “villaggio” e diviene “città” (sempre che, caso raro, non sia già nata come città).
Ma il vero problema sta però nel capire il significato e la differenza fra “società pre-urbana” e “società urbana”
A mio parere non basta che una civiltà, essenzialmente agropastorale, riesca sviluppare qualche grosso agglomerato, magari con tentativi e realizzazione opere pubbliche e di utilità sociale (canali, costruzioni più o meno elaborate) per fare il salto di qualità e diventare automaticamente una “civiltà urbana”. Non si tratta di fare “un salto”, ma una strada. Una evoluzione significativa. Bisogna che quella sociètà si muova in tutte le sue componenti per raggiungere un livello sociale avanzato. Quando la evoluzione è completa (cultura avanzata e diffusa fra il popolo, regole sociali più stabili (e magari scritte), conoscenza e uso della scrittura, registrazione sistematica degli avvenimenti più importanti (guerre, rapporti commerciali e diplomatici con altri popoli), all’ora, solo allora, si può parlare di civiltà urbana”. Ciò implica ovviamente la formazione della “città”, cioè di un centro urbano sede di un potere stabile (famiglia reale, consiglieri, “ministri” ecc.), cioè di un governo evoluto e duraturo. Attorno a quel centro, sicuramente dotato di un “mercato” importante, gravitavano altre realtà: villaggi e altre città minori. Quindi il territorio doveva necessariamente essere ben collegato da strade, in modo che fossero assicuratte le comunicazioni in tutto il Regno (Stato), facile il controllo militare e agevoli le vie del commercio.
Questa evoluzione non è avvenuta nella Civiltà Nuragica, che si è fermata, per vari motivi ancora non del tutto chiari, ad uno stadio intermedio: quello “pre-urbano”, appunto.
Per collegarmi al ragionamento di Robur, faccio un’ esempio storicamente a noi più vicino: Sassari, oggi 130mila abitanti. Dotata di servizi e ben collegata col territorio. Una città. Abitata almeno fin dal neolitico, periodo prenuragico e poi nuragico. Ma non è nata come città: per la prima volta si trova il suo nome registrato, nel condaghe di Silki (altro antico villaggio poi inglobato da Thathari. È diventata città verso l’anno mille d.c. quando, con il declino di Turris Lybissonis, per la abbondanza di acqua e fertilità del territorio, per la sua situazione geograficamente strategica, probabilmente per la sua sicurezza, divenne un polo di attrazione e fu soggetta ad un grosso fenomeno di urbanesimo (“Thathari Manna” termine ancora in uso nelle popolazioni sarde), prese il posto di Torres, seppe organizzarsi come città fino a diventare “Libero Comune”, con tanto di milizie proprie, Podestà, Leggi scritte (Statuti Sassaresi) e con tanto di cinta muraria.
Turritano








  Firma di Turritano 
Le dominazioni passano ... i Sardi restano!

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 4480  ~  Membro dal: 13/01/2008  ~  Ultima visita: 04/10/2016 Torna all'inizio della Pagina

Trambuccone
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 28/01/2010 : 23:25:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Trambuccone Invia a Trambuccone un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ Robur
Esistono ad esempio i "borghi fondati", ne trovi un elenco alla fine della Guida Sardegna del T.C.I.
La maggior parte , se non tutti, sono stati fondati in periodo medievale.
Per esempio Alghero, nata su progetto, in seguito acquisterà il titolo di "Ciutat".
In periodo romano, so del pomerio.......e basta.
In periodo nuragico(?) ho già citato Su Nuraxi e La Prisgiona....
T.









  Firma di Trambuccone 
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 Regione Sardegna  ~ Città: Nord Sardegna  ~  Messaggi: 1509  ~  Membro dal: 16/09/2007  ~  Ultima visita: 07/09/2013 Torna all'inizio della Pagina

DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 29/01/2010 : 00:20:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'Atene di Pericle era città, ma la Sparta dello stesso periodo?
ahi ahi.....









  Firma di DedaloNur 
Freddie Mercury - In My Defence
http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

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maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 29/01/2010 : 08:06:34  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
I villaggi non sono necessariamente stabili: anzi, possono avere un significato solo temporaneo, o stagionale (facendo - ad esempio - sballare i conti numerici di una popolazione basati sugli edifici esistenti).
Le città - invece - sono intese da subito come stabili: anche se, certamente, possono essere distrutte nel corso di vari eventi traumatici, bellici o naturali ed abbandonate per epidemie etc.

Nella tradizione, anche Roma nacque dai "septem pagi", sempre descritti in modo approssimativo e vago. Anche per la sensibilità degli antichi la differenza era sostanziale.

Credo che queste considerazioni siano presenti anche nelle valutazioni degli archeologi.

Una città è - da subito - un insediamento stanziale definitivo e programmatico, i cui abitanti possiedono uno status particolare, cui hanno diritto proprio grazie a questa loro appartenenza e di cui - alla lunga, nell'evolusione della città - finiscono con l'essere compenetrati con orgoglio.
Tale status conferisce sempre loro diritti e doveri ben precisi, cui tutti sono legati moralmente e anche giuridicamente.
Se all'inizio si tratta soltanto di restituire al capo dei "sodales" parte del frutto del loro lavoro, col tempo questo legame iniziale si trasforma in un complesso di fattori nel quale sono inclusi valori morali fondamentali per la sopravvivenza della comunità urbana e statale.

Il villaggio non ha mai posseduto queste velleità (se non, eventualmente, solo in forma embrionale e "spontanea")..

Credo che le implicazioni siano importanti: un sopruso all'abitante di un villaggio era solo un'offesa ad un singolo. Un sopruso ad un cittadino - se forse non poteva davvero scatenare una guerra (Ilio, ad esempio!) - avrebbe avuto sicuramente efficaci ritorsioni diplomatiche.

Il villaggio appartiene alla Tribù - se vogliamo rifarci allo stato sociale di aggregazione - mentre la città pertiene già allo Stato.
Nella Chefferie, esistono situazioni varie ed intermedie, essendo la Chefferie - a seconda delle sue dimensioni (e dell'epoca considerata: alcune Chefferie esistono anche adesso) una condizione più avanzata della Tribù, ma non ancora uno Stato completamente compiuto.
MF









  Firma di maurizio feo 
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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 29/01/2010 : 08:20:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Questo tuo, Maurizio, mi sembra più un concetto di CIVITAS piuttosto che di "città"







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maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 29/01/2010 : 08:26:09  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Sì: non mi piace pensare solo alla struttura materiale: essa - per me - non ha senso in se stessa, se non si tiene anche conto della sua funzione d'uso, come era intesa nella mente del costruttore, rispondente alle necessità degli abitanti, proprio come doveva servire secondo la sensibiltà e la maturità dei suoi occupanti.
E mi piace pensare che gli archeologi la pensino allo stesso modo e non vedano solo malta idraulica nel rivestimento di un acquedotto, né l'impasto più o meno fine in un coccio.
MF









  Firma di maurizio feo 
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Faulas

Nuovo Utente


Inserito il - 29/01/2010 : 13:20:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Faulas Invia a Faulas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Salve a tutti

Dopo attente e appassionate letture, battezzo il mio primo intervento nel forum con questo contributo relativo all' urbano e il protourbano archeologicamente indagati in una "location" arcinota: GERICO!

L' insediamento risale al 9000 a.c., permane nel neolitico preceramico (7220-5850 ):

Le case sono costruzioni rettangolari in mattoni crudi, su fondazioni in pietra. I mattoni sono sagomati a forma di pani e conservano profonde impronte dei pollici, destinate a facilitarne il maneggiamento. Diverse stanze si articolano intorno ad un cortile centrale, una delle quali è più grande e presenta suddivisioni interne, mentre le altre erano probabilmente utilizzate come magazzini. Le stanze sono pavimentate in argilla.

In un edificio una nicchia ricavata nel muro poteva aver contenuto una sorta di colonna realizzata in pietra vulcanica scheggiata: questa sistemazione è stata interpretata come un possibile luogo di culto.

I morti erano seppelliti sotto i pavimenti delle case abbandonate e sono presenti sepolture collettive. Gli scheletri non sono sempre completamente articolati e questo ha fatto pensare che il rito prevedesse un periodo di esposizione prima della sepoltura. Sembra inoltre che si stato praticato il culto dei morti: vengono conservati i crani (in un ripostiglio ne furono trovati sette insieme), nei quali sono ricostruite in argilla le fattezze del volto, con gli occhi in alcuni casi realizzati con l'inserimento di conchiglie.
Viene coltivata una maggiore varietà di piante domestiche e forse si era addomesticata la pecora.

Per l'industria litica sono state strumenti di ossidiana di provenienza non ancora identificata, piatti e ciotole intagliati in calcare morbido. Sono presenti inoltre strumenti in osso. In argilla sono state ricavate figure antropomorfe stilizzate, quasi a grandezza naturale e figurine di creta che raffigurano esseri umani o animali. Si utilizzano a scopo ornamentale conchiglie e perline in malachite.


NEOLITICO:

Nel tardo IV millennio a.C. l'insediamento fu occupato nella fase nota come "Neolitico 2", da popolazioni legate culturalmente a quelle dei contemporanei siti nella Siria occidentale e sul corso medio dell'Eufrate. Le costruzioni sono ancora a pianta rettangolare, costruite in mattoni crudi e con pavimenti in argilla.

ETA' DEL BRONZO:

urante la età del bronzo 3400-1150 a.C, Gerico fu distrutta e ricostruita più volte sia da eventi naturali ad esempio il terremoto del 2700 a.C che dall'incursione di altre genti di difficile identificazione (molti parlano degli egizi della VI dinastia) che distrussero la città nel 2300 a.C.

Bronzo Antico

Il Bronzo Antico Ia(3400-3200 a.C), e il Bronzo Antico Ib(3200-3000 a.C). Questi due periodi sono definiti rispettivamente periodo pre-urbano e proto-urbano a causa delle profonde differenze riscontrate tra essi, a partire dagli scavi di John Garstang che ha potuto suddividere il Bronzo Antico I di Jerico in due fasi: Il B.A.Ia ha come caratteristiche la creazione di villaggi rurali aperti senza mura,un'architettura domestica curvilinea(capanne circolari),e una sepoltura disarticolata e secondaria. A questo periodo appartengono il sacello 420 identificato da Garstang come il primo luogo di culto a cui associò due teste di mazza e una paletta egittizante. Nel B.A Ib l'architettura domestica si evolve, le case assumono una forma "rettangolare", si costruiscono i primi muri di terrazzamento, e avviene il passaggio alla sepoltura primaria.

Nel B.A II (3000-2700 a.C) che a sua volta si divide in B.A IIa,B.A IIb avviene il passagio al periodo urbano. Si creano le prime fortificazioni in muratura e l'agricoltura ora fonte primaria di sussistenza viene sistematicamente adottata fornendo così alla città una maggiore quantità di commercio e risorse, il che contribuì alla stratificazione delle classi sociali. Vi è uno sviluppo nella architettura domestica ora rettangolare con angoli non curvilinei. La fine del B.A II si ha con un terremoto violentissimo che devastò tutte le città della Palestina.

l B.A III(2700-2300 a.C) si suddivide in B.A IIIa, e B.A IIIb. In quest'epoca si assiste all'acme dell'urbanizzazione palestinese che vede fiorire i commerci e le città sorte sulle vie carovaniere come è appunto Gerico. La città si ingrandisce e vengono costruite delle torri che consentono una migliore protezione dell'abitato. Fioriscono nuove tecniche ceramiche come le Kiberth Kerak Ware (che prendono il nome dal sito dove sono state ritrovate) o le Red Burnished Ware. La città viene infine distrutta da nuove popolazioni probabilmente egizie.
vaso del B.A III in stile Kiberth kerak. ware

Il B.A IV(2300-2000 a.C) si suddivide in B.A IVa, e B.A IVb. Vi è la riconversione della città in un villaggio rurale sorto sulle rovine della vecchia città, e l'adozione delle tombe dette "a pozzo" con sepoltura primaria.

Bronzo Medio

Nel bronzo medio Gerico con le altre città cananee (Canaan) fu vassalla dell'impero egiziano.

Nel XIII secolo, dopo la fine dell'insediamento secondo la maggior parte degli archeologi, dovrebbe datarsi la distruzione della città ad opera degli Ebrei, raccontata dalla Bibbia.

Secondo altre interpretazioni esisteva ancora un insediamento fortificato, con un muro in mattoni crudi, rivestito esternamente in pietra. In scavi diversi sarebbero inoltre state rinvenute tracce di distruzione risalenti a questo periodo (in realtà tuttavia sembra che le tracce siano riferibili a circa quindici diversi episodi cronologicamente distinti).

Fonte Wikipedia

Come autorevolmente riferito da storici e archeologi, la civiltà nuragica era pronta ad avviarsi all' urbanesimo (per risorse,società,organizzazione,know how ingegneristici e architettonici) ma non giunse a tale traguardo. Come mai?

Saludos








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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 29/01/2010 : 13:54:06  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Faulas...benvenuto da Zio Mack. Fiada ora.







 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 1141  ~  Membro dal: 20/03/2008  ~  Ultima visita: 11/11/2013 Torna all'inizio della Pagina

Faulas

Nuovo Utente


Inserito il - 29/01/2010 : 14:37:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Faulas Invia a Faulas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Bentrovato Mack....!







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desi satta

Utente Medio


Inserito il - 30/01/2010 : 18:40:25  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Faulas ha scritto:


...... battezzo il mio primo intervento nel forum con questo contributo relativo all' urbano e il protourbano archeologicamente indagati in una "location" arcinota: GERICO!


Una piccola chiosa. Le notizie su Gerico (ragionevolmente precise) risentono di un’impostazione un po’ datata e precisamente quella che prefigura l’aggregazione/stabilizzazione come esito della transizione neolitica (TN). Una rilettura dei dati (nonché l’ampliamento della base archeologica e la disponibilità di nuove metodologie – non ultima l’analisi genetica) suggerisce che la stabilizzazione sia precedente e databile nell’ambito della caccia-raccolta.
Se così fosse stato (non saprei se tale impostazione sia attualmente maggioritaria in ambito specialistico) i cacciatori-raccoglitori avrebbero avuto necessità di aggregarsi e rendersi sedentari, poiché l’accrescimento della popolazione susseguente l’ampia disponibilità di cibo non permetteva gli spostamenti di più ampio raggio. Sarebbe stato questo rendersi sedentari ad innescare il processo di TN. In altre parole, la domesticazione delle piante sarebbe nata perché gli spostamenti erano già limitati e non viceversa. Ciò sarebbe compatibile con la visione evolutiva dello sviluppo sociale (ovvero la selezione delle strutture sociali più adatte in risposta alle pressioni ambientali). Il fenomeno sarebbe anche stato assai rapido (in senso lato).
E’ curioso notare che le strutture sociali necessarie alla sedentarizzazione vera e propria, erano già presenti anche in precedenza. Si tratta delle riunioni annuali per lo scambio di beni e di geni (matrimoni) e delle postazioni stagionali frequentate di routine durante gli spostamenti tipici della caccia-raccolta. Si tratterebbe quindi del fenomeno tipico dei processi evolutivi che adopera strutture funzionali, selezionate in origine per determinati utilizzi, in ambiti diversi da quelli originari.
Ciò che è particolarmente interessante, è il risvolto che riguarda la diffusione della TN in Europa (e di riflesso in Sardegna). I fenomeni di sedentarizzazione riscontrati in medio oriente, si ritrovano anche in Europa (ad esempio le popolazioni che sfruttavano intensamente i banchi di molluschi commestibili nell’arco Cantabrico), ma non arrivarono a sviluppare strutture come quelle di Gerico, e furono coinvolte dalla TN in arrivo da oriente. Dovrebbero essere queste popolazioni quelle che reagirono (in senso culturale) a quanto arrivava da est, con un contributo importante, sia in senso culturale che genetico.
Nel caso della Sardegna, la comparsa della colonizzazione umana (nel senso di uomo moderno H. Sapiens) è ipotizzata nel Magdaleniano (almeno 13.000 a. C. sulla base dei ritrovamenti archeologici) ma non pare sia mai arrivata ad una densità di popolazione tale da innescare il fenomeno di sedentarizzazione di cui sopra. Il successivo arrivo della TN, dovrebbe quindi riguardare un apporto genetico e culturale assai importante, ben superiore a quello relativo all’area continentale (e in questo, nel caso sardo, MF dovrebbe avere ragione a parlare in termini perentori di migrazione). Cioè, nel caso sardo, arrivò molta nuova gente (dove il termine ‘molta’ deve essere confrontato con le densità precedenti), e non solo nuova cultura, avendo di fronte spazi ormai sconosciuti nel continente europeo. Se si considera che il continente europeo segue lo sviluppo urbano orientale, non dovrebbe stupire il ritardo che si manifesta da noi.










  Firma di desi satta 
desi
desi.satta@alice.it

 Regione Sardegna  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 309  ~  Membro dal: 16/04/2009  ~  Ultima visita: 16/04/2010 Torna all'inizio della Pagina
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