Forum Sardegna - Il nuovo libro di G. Sanna e la scrittura Nuragica
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Nota Bene: Gli antichi TAMBURI popolari in uso nelle zone centrali della Sardegna utilizzavano una membrana fatta con pelle di cane.
Diverse attestazioni riportano che, per ottenere una pelle perfettamente sgrassata, che agevolava la concia e dava un suono "bello", le povere bestie venissero " messe a die stretta " e fatte morire di fame!



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 Il nuovo libro di G. Sanna e la scrittura Nuragica
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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 18/11/2009 : 14:46:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Norax guarda che io capisco il tuo punto di vista. Il mio cmq,non è malinteso intenzionale. Piuttosto è presa d'atoo che in certi ambienti si pensi in un certo modo prevenuto. Poi magari si soggiunge che "i nuragici" eran gia di per sè una civiltà dignitosa ed elevata, perchè dire che i nuragici fossero i shardana o addirittura gli atlantidi?>e così via...
forse non tu non ragioniin questo modo, ma altri sì.

Evidentemente abbiamo su questo punto opinioni discordanti. Tu potrai ritenere che frau, sanna, melis, faccian fare brutta figura. io penso che in qualche modo sian necessari. Fanno da maieutica; Offrono un prospettiva altenativa. E cmq fondamentalmente ci sono perchè se è vero che non si può pretendere ad un prete di predicare per il diavolo (come nell'esempio del Manifesto sardo), qui pare manchino persino gli avvocati del diavolo; in altre parole, di archeologi eretici e fuori dal coro, a parte Ugas non ve ne sono, e la cosa insospettisce alquanto.
In questo modo le teorie "eretiche", non saranno elaborate in modo scientifico, ma in modo "non scientifico", ripeto, con buona pace delle tue anche giuste aspettative.
ciao









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Freddie Mercury - In My Defence
http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: sassari  ~  Messaggi: 2565  ~  Membro dal: 15/09/2008  ~  Ultima visita: 07/10/2014 Torna all'inizio della Pagina

robur.q

Utente Senior



Inserito il - 18/11/2009 : 15:20:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Anche se questo argomento è stato aperto per segnalare un libro, la questione fondamentale è come classificare la portata delle opere di Frau, Melis e Sanna e il perchè dell'interesse da loro suscitato nel pubblico locale;
non credo sfugga a nessuno l'operazione di tipo commerciale che sta dietro le pubblicazioni di Frau e Melis, meno di Sanna credo (troppo complicato);
Che il Melis scriva romanzi non credo lo neghi neppure lui; che il Frau abbia delle posizioni para-scientifiche è evidente. Che il Sanna non guadagnerà un euro dalla vendita dei suoi libri è altrettanto evidente
Il problema è un altro: l'archeologia ufficiale non solo non da risposte alle questioni irrisolte (e questo può dipendere dalla scarsità e incoerenza dei risultati), ma non fa neppure ipotesi, a parte pochi casi. Sembra che non si ponga neppure il problema, ma sta a traino dei romanzieri, recriminando;
questo può dipendere da una mancanza di un indirizzo di politica culturale in Sardegna: i politici non la identificano come fonte di voti, gli storici e gli archeologi (soprattutto i giovani, che hanno lo zelo dei neofiti) sembrano aver più paura di esporre la propria credibilità che curiosità e desiderio di affrontare questioni irrisolte!
In un altro argomento ho fatto un breve riferimento alla formazione degli archeologi; mi sono andato a vedere il piano di studi del corso di laurea in archeologia e della scuola di specializzazione (quest'ultimo non l'ho trovato ma l'ho dedotto dalla bibliografia).
Sono rimasto sconvolto: nessuna traccia di studi economici e sociali (mi è parso solo un esame di storia economica), solo insegnamenti storici, artistici, letterari e tecniche di scavo.
Allora mi sono detto: come fanno questi ragazzi che escono laureati e specializzati dall'università ad immaginare una società antica basandosi solo su fonti letterarie e dai pochi risultati che spesso danno gli scavi?
Come fanno a mettere insieme i tasselli del puzzle se non hanno conoscenze basiche di come funziona, politicamente, economicamente, istituzionalmente, giuridicamente, una società umana?
Sembra che voglia portare acqua al mio mulino: mi piacerebbe, ma ormai sono fuori mercato, la mia vita ha preso altre strade
La questione è la multidiscplinarietà, che non è insegnata all'Università, che anzi tende a iperspecializzare; per questo sfuggono agli archelogi questioni che spesso alla gente non iperspecializzata appaiono fondamentali!
Norax ha scritto che la questione della scrittura nuragica non gli sembra cruciale; ma come, non è cruciale? è essenziale!!!
Perchè proprio l'archeologia, che ha una base essenzialmente letteraria classifica le civiltà antiche in storiche e preistoriche (col limbo della protostoria) proprio sulla base dell'uso della scrittura!!!
Per me, che ho una formazione diversa, e che penso che i nuragici non potevano non conoscere una qualche forma di scrittura, trovarla e decifrarla può non essere essenziale. Da altre valutazioni mi sembra abbastanza chiaro il quadro (nei limiti delle mie modeste conoscenze ovviamente).
Ma per chi ha una formazione letteraria il quadro cambia eccome, e non comprenderlo significa, ahimè, non avere chiari i propri limiti.
Se non abbiamo la consapevolezza di "sapere di non sapere", abbiamo dei fortissimi limiti, pensiamo di essere "saputi" e ci manca la curiosità, che è il motore della conoscenza!
Questo è il limite di molti, troppi dotti (in tutti i campi per la verità), troppo poco saggi.
Spero che nessuno si offenda per queste considerazioni, o pensi che me la voglio tirare, non è quello il mio intendimento. Vorrei solo dare il mio piccolo contributo al superamento di una contrapposizione che, secondo me non ha alcuna ragione di essere!!
Che poi, dietro a certa curiosità ci sia un pizzico di amor di patria, non credo che infici il ragionamento e l'obiettività dei ragionamenti (quasi sempre








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McCurry
Salottino
Utente Master



Inserito il - 18/11/2009 : 16:16:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di McCurry Invia a McCurry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Caro Robur.q, quando posso seguo con attenzione le discussioni attinenti l'archeologia, ma non essendo un esperto ma, per contro, molto pratico, mi pongo una serie di domande di raffronto.
Come si può affermare che i nostri avi dovessero necessariamente scrivere se, come tu ben sai, anche i nostri bisnonni erano assolutamente analfabeti .... e non solo quelli sardi (una parte dei miei erano veneti come anche una parte di quelli di mia moglie, che erano abruzzesi - analfabeti allo stesso modo).
Non so se la scrittura a quei tempi fosse una cosa determinante per la vita quotidiana, ciò non impedisce che ci fossero dei sistemi di calcolo che potevano essere di tipo deperibile. Se non ricordo male, la scrittura veniva inizialmente usata per il commercio e successivamente per il "racconto da tramandare". Ancor'oggi esistono popoli dell'africa o gli aborigeni australiani che non scrivono ..... e per di più, pur essendo in contatto con quella che noi chiamiamo "civiltà" non vogliono cambiare le loro abitudini. Lo stesso può valere per i nuragici: non l'avevano e non volevano impararla da altri. Pensa che per esempio, oggi, pur avendo una lingua nazionale conosciuta e traducibile da tutti, si vorrebbe ritornare alla lingua sarda, di difficile apprendimento a seconda della zona geografica e difficilmente traducibile da qualsiasi altro popolo al mondo.









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Gli specchi farebbero bene a riflettere prima di rimandarci la nostra immagine.
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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 18/11/2009 : 16:57:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il fatto che sino 150 anni fa circa il 90 % della popolazione sarda fosse analfabeta, non significa che la scrittura non facesse parte della cultura sarda. La scrittura è sempre stata conosciuta ed utilizzata da una minoranza; forse c'è qualche caso diverso nella storia, ma è l'eccezione che conferma la regola; per chi faceva il contadino, il pastore, il pescatore o il minatore, saper leggere e scrivere non era essenziale: le conoscenze si tramandavano oralmente oppure le trasmettevano i feudatari, i padroni, i loro rappresentanti;
ma per chi faceva il... prete, il medico, il notaio, l'avvocato, l'ingegnere o il costruttore o semplicemente il proprietario terriero, saper apprendere e ritrasmettere le conoscenze tramite la scrittura era essenziale;
ora, la mia impressione è che la complessità e la capillarità dell'architettura nuragica sottintenda una società stratificata, cioè con un forte ceto dirigente, che ha la forza di imporre, con le buone o con le cattive, tale attività edilizia; e laddove è presente una società articolata in tale maniera, la scrittura fa la sua comparsa; resta un patrimonio di pochi, magari dei sacerdoti, dei capi, dei costruttori. Non riesco ad immaginare il cantiere di un grande nuraghe senza un progetto, dei calcoli, degli appunti;
quindi non necessariamente la scrittura è utilizzata per scopi artistico-letterari: anzi questa è una funzione che sembra acquisita più tardi, allo stato attuale delle conoscenze.








Modificato da - robur.q in data 18/11/2009 16:58:25

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McCurry
Salottino
Utente Master



Inserito il - 18/11/2009 : 18:16:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di McCurry Invia a McCurry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ Robur

Non il fatto che 150 anni fa, ma 4000 .... questa è la vera proporzione!

Bisogna stabilire innanzi tutto quale potesse essere la necessità della scrittura.

Non ricordo di scritti ad uso architettonico ne da parte degli antichi egizi ne da quella degli antichi romani (anche se qualche opera sono riusciti a realizzare)
Gli scribi egizi (se non ricordo male) usavano la scrittura per conteggi, tributi e decantare le lodi del faraone; stessa cosa per i romani.
Perchè i sardi avrebbero dovuto essere diversi (anche se in effetti lo sono sempre stati)

Un altro dato che potrebbe confortarti è che .... solo qualche decennio fa, per costruire le case in mattoni crudi, nessuno ricorreva al geometra o l'ingegnere ... sapevano e costruivano!
ma ora penso si stia andando veramente ot









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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 18/11/2009 : 18:35:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
McCurry ha scritto:

@ Robur

Non il fatto che 150 anni fa, ma 4000 .... questa è la vera proporzione!

Bisogna stabilire innanzi tutto quale potesse essere la necessità della scrittura.

Non ricordo di scritti ad uso architettonico ne da parte degli antichi egizi ne da quella degli antichi romani (anche se qualche opera sono riusciti a realizzare)
Gli scribi egizi (se non ricordo male) usavano la scrittura per conteggi, tributi e decantare le lodi del faraone; stessa cosa per i romani.
Perchè i sardi avrebbero dovuto essere diversi (anche se in effetti lo sono sempre stati)

Un altro dato che potrebbe confortarti è che .... solo qualche decennio fa, per costruire le case in mattoni crudi, nessuno ricorreva al geometra o l'ingegnere ... sapevano e costruivano!
ma ora penso si stia andando veramente ot

Marco Vitruvio Pollione (I sec. a.c.): De Architectura
notizie di trattati di architettura di Imhotep (III dinastia)
Ma un nuraghe non è una casetta in ladiri che comunque veniva realizzata da maistus che almeno le misure la sapevano prendere e scrivere!








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norax

Nuovo Utente


Inserito il - 18/11/2009 : 19:52:35  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
robur.q ha scritto:
Il problema è un altro: l'archeologia ufficiale non solo non da risposte alle questioni irrisolte (e questo può dipendere dalla scarsità e incoerenza dei risultati), ma non fa neppure ipotesi, ...


Mi scusa, quercus robur (?), ma quest'affermazione non corrisponde al vero. Certo, le ipotesi pubblicate non sono tanto fantasiosi quanto quelle dei fantarcheologi e percio' non attirano un'interesse tanto clamoroso - interesse portato avanti da un'industria pubblicitaria (giornali, editori, TV) che non ha il minimo interesse di pubblicare la voce della scienza. Questo e' il problema.


La questione è la multidiscplinarietà, che non è insegnata all'Università, che anzi tende a iperspecializzare; per questo sfuggono agli archelogi questioni che spesso alla gente non iperspecializzata appaiono fondamentali!
Norax ha scritto che la questione della scrittura nuragica non gli sembra cruciale; ma come, non è cruciale? è essenziale!!!


Uuups! La multidisciplinarieta'. Allora facio io l'avvocato del diavolo: Non si insegna, si vive la multidisciplinarieta' (o no, se uno crede di sapere tutto - purtroppo un morbus accademicus molto diffuso). Per un lavoro multidisciplinare serio si ha bisogno di un certo numero di specialisti adatti, ogniuno bravissimo esperto sul sul campo di lavoro. Sino a fondo. Altrimenti non funziona.

Per quanto riguarda l'importanza della scrittura non vorrei sembrare pignolo, ma avevo scritto Non penso che sia un aspetto cruciale. Se sarebbe cosi', avremmo testimonianze piu' numerose e piu' convincenti. Ecco. Se la scrittura sarebbe un'aspetto cruciale della civilta` nuragica ne avremmo testimonianze piu` sicure, piu' credibili. Io non credo nelle fonti di Gigi Sanna, cosi' come non credo nell'autenticita' delle scritture di Glozel, perche' se si iniza di andare su questa strada, si finisce nel delirio dei misteri archeologici come per esempio http://misteriemisteri.splinder.com...si+su+glozel .

D'altro canto, guardando alla civilta' palatina micenea, abbiamo le prove di scrittura incontestabili da ben cent'anni, ma oggi, dopo tutti i testi decifrati, non si puo` dire che la scrittura sia stato un'aspetto cruciale della civilta' micenea. I testi in Lineare B erano quasi tutti elenchi di depositi e documenti contabili per l'uso nei grandi centri palatini. Non erano intesi per l'archiviazione a lungo termine e quasi tutti i testi venuti sino a noi erano scritte su tavolette di argilla che si sono conservati a causa di incendi.

Pero`, nonostante il carattere burocratico, i testi si sono dimostrati cruciali per la nostra conoscenza della lingua dei micenei (un greco arcaico) e del sistema economio dei palazzi micenei. Non escluderei che ci sono somiglianze col sistema economico dei nuraghi=fortezze=palazzi (off-topic) e percio' non escluderei l'esistenza di una qulasiasi "scrittura" per la burocrazia nuragica. Ma allo stato attuale delle conoscenze mi sembra opportuno di non lasciarsi scuotere troppo dalla inquietudine artificiale riguardante la questione della scrittura nuragica.








Modificato da - norax in data 18/11/2009 19:55:01

 Regione Estero  ~ Città: blabla  ~  Messaggi: 30  ~  Membro dal: 22/09/2008  ~  Ultima visita: 01/02/2010 Torna all'inizio della Pagina

robur.q

Utente Senior



Inserito il - 18/11/2009 : 20:35:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Norax, temo non abbia letto in maniera approfondita ciò che ho scritto. Oppure ti sfugge l'importanza sociale e culturale di un elenco di magazzino e di documenti contabili. Questo è il problema!!
Noto con piacere però che stai diventando possibilista
Forse prima o poi ci incontreremo
In quanto alla multidisciplinarietà si può insegnare eccome, certo non con una materia ma con un metodo o con un piano di studi; che poi la si impari "a marolla" sul campo non è certo positivo.....








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: assemini  ~  Messaggi: 1124  ~  Membro dal: 06/06/2009  ~  Ultima visita: 04/05/2013 Torna all'inizio della Pagina

DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 18/11/2009 : 21:34:57  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.
E’ questo il frammento di vaso di Orani (gemello del coccio scritto con le due apparenti Tanit pubblicato in questo blog) che riporta non solo le stesse lettere ma anche, inopinatamente, lo stesso tenore della stele di Nora. E’ quel coccio che ha fatto capire, e definitivamente, all’assiriologo Remo Mugnaioni dell’Università di Lyon, in una appassionata e franca lettura paleografica ed epigrafica del documento che ricorderò per sempre (avvenuta a casa mia l’anno scorso), quello che aveva ben capito anche in Francia, nella sua Università: che la stele di Nora non può essere che nuragica essendo il coccio di Orani nuragico.
Lo ha confermato poi, pubblicamente, come molti sanno, nella sala consiliare di Oristano davanti a centinaia di persone. E allora, delle due l’una: o il coccio è falso e tutto il discorso non vale un fico secco oppure è autentico e vale un tesoro dal momento che in esso è presente un linguaggio formulare e ripetitivo, quello stesso dell’incipit della stele norense. Ma falso non è, anche e soprattutto per un semplicissimo motivo: perché illumina e conferma, per altro in un modo paleografico tutto suo, un noto aspetto d’incertezza della stele di Nora, la presenza cioè, dopo lo ‘šin’ finale di TRŠŠ, del segno del ‘waw’ e non del ‘nun’ all’inizio della seconda riga (con buona pace del nostro buon S. Dedola che pure è uno dei pochissimi che si è sforzato, con intelligenza e competenza, di dare certezza e autenticità a tutte le lettere del documento).
Ora il coccio di Orani, se ben ricordo, è comparso nel blog in cui scriviamo, e pochi giorni dopo, ben in vista, al centro di una delle pagine dell’Unione Sarda; cosa questa che ha fatto sobbalzare più di uno studioso che, evidentemente, non lo aveva ancora visto sebbene da tempo pubblicato nella rivista ‘Nuoro Oggi’ ( 1996, anno IX, gennaio) e ripubblicato e commentato nel mio libro (Sardoa Grammata, pp. 311 -315 e p. 553). Ma anche il concio della chiesa extra muros di Bosa, anch’esso reso pubblico da G. Pintore a corredo di un mio intervento, avrebbe dovuto far riflettere il professore che tanto è disposto a collaborare e ad aiutare gli scienziati ‘colleghi’ sardi.
C’è o non c’è scritto ‘ ŠRDN’ oltre che YHW? Lasciamo stare YHW, se proprio è indigesto a molti, ma la sequenza di scrittura ‘fenicia’ ŠRDN c’è o è solo parto di una mia insana visione? E se c’è scritto, come c’è scritto, ŠRDN, il nome (o appellativo che sia) non è lo stesso della Stele di Nora? E l’altare in arenaria di Zeddiani, anche se malconcio, ma giudicato scritto anche dall’epigrafista di fenicio Maria Giulia Amadasi durante un sopralluogo di pochi anni fa, forse con la scritta BTRŠŠ, proprio non suggerisce nulla? Il prof. Sauren replicherà, ci scommetto, dicendo: ma io non conosco nessuno di questi documenti.
Ma questo è il punto. Non conoscere, dire ed argomentare senza sapere. E la colpa è in fondo la nostra, forse anche la mia che dovrei sforzarmi molto di più, non fare ‘spallucce’ e cercare di ‘reclamizzare’ i testi sardi scritti con i tasti giusti. Ma è colpa soprattutto di chi è logisticamente meglio armato di me e sempre pronto a fornire anche dotti riferimenti su notissimi ed ‘innocui’ documenti, ma si guarda bene dal fare riferimento a quelli che avrebbero impedito ad altri di scivolare, suggerito di lasciar perdere e di nascondere ancora di più una stramba traduzione nei meandri del sito di dottrina giuridica di J. Foviaux.
Quando non si conosce nulla, soprattutto di cose di una terra lontana e poco conosciuta, e si scrive così, come viene viene, quasi ‘a sa macconatza’, con sprezzo totale del pericolo, l’azzardo, non è certo simpatico e tanto meno, come ho detto prima, foriero di alcun utile movimento. Anzi produce somma confusione per un argomento, come quello del ‘vero’ significato della Stele, che a molti fenicisti ‘feniciomani’, sempre di più in difficoltà, farebbe immenso piacere lasciare nel buio o, dicendo la parola che davvero ci vuole, nel casino più assoluto. Confusione e casino ancora maggiori quando si aggiungono ed entrano in campo la buona fede, la simpatia e, soprattutto, la dottrina di un linguista che nessuno può mettere in discussione.
Comunque, egregio professore, resti in linea perché tra qualche giorno su questo Blog uscirà il documento decisivo, almeno così credo, sulla ‘nuragicità’ della stele di Nora. Proprio a Pula l’anno già visto l’estate scorsa in anteprima, durante una mia conferenza promossa dal comune della stessa città. C’è in esso l’Ab(a) ŠRDN, il Sardus Pater dei Sardi, come protagonista, il dio di TRŠŠ, il dio dei nostri padri dei padri, mica l’irrilevante nonché fasullo ‘mosto’ (trs) di una qualsiasi antica o antichissima cantina della Sardegna.

http://www.gianfrancopintore.net/in...ia&Itemid=37
qui qualcosa su Mugnaioni
http://www.univ-provence.fr/documen...=Search#1046

allora Norax,i , vorrei sapere cosa si pensa in ambito archeo-accademico di quanto sta scritto sopra. l'opinione di Mugnaioni com'è stata considerata?
il concio di Orani, essendo coccio nuragico, ed essendo scritto, è scrittura di un sardo nuragico o di un fenicio? se non erro è stato rinvenuto in un contesto del tutto nuragico.
Se il coccio di orani è nuragico, perchè non può esserlo anche la stele di nora rinvenuta fortuitamente in un muretto a secco, ma, recante un iscrizione simile al coccio nuragico?

Su quale sia il pensiero archeo-accademico in proposito io non saprei dire nulla. O è ignoranaza mia, oppure troppo poco è stato scritto,elaborato e detto e dunque Robur non avrebbe tutti i torti. del resto le pubblicazioni sui giganti di monte prama si contano sulle dite di una manoa 30 e passi dal loro rinvenimento.









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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 18/11/2009 : 22:40:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

simpatico il Prof. Sanna
e non mi sembra così sprovveduto
sto ragionando di onestà intellettuale








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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 18/11/2009 : 22:56:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ho dimenticato di sottolineare questo pezzo, non vorrei passasse inosservato:

E la colpa è in fondo la nostra, forse anche la mia che dovrei sforzarmi molto di più, non fare ‘spallucce’ e cercare di ‘reclamizzare’ i testi sardi scritti con i tasti giusti. Ma è colpa soprattutto di chi è logisticamente meglio armato di me e sempre pronto a fornire anche dotti riferimenti su notissimi ed ‘innocui’ documenti, ma si guarda bene dal fare riferimento a quelli che avrebbero impedito ad altri di scivolare, suggerito di lasciar perdere e di nascondere ancora di più una stramba traduzione nei meandri del sito di dottrina giuridica di J. Foviaux.

Robur in che senso stai ragionando sull'onestà intellettuale?









Modificato da - DedaloNur in data 18/11/2009 22:57:46

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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 18/11/2009 : 23:03:07  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
che il Sanna non mi sembra sprovveduto di onestà intellettuale
anche se a dirla tutta nei libri usa poco il condizionale, ma magari sono io che non li ho visti
il chè è possibile, visto il mio mononeurone lampeggiante








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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 18/11/2009 : 23:07:41  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
capito Robur, adesso son proprio curioso di sapere come si spieghino le somiglianze tra coccio d'orani e stele di nora. Visto che sin'ora non sono stato in grado di trovare alcunchè: eccetto che nelle pagine web riempite dal Sanna e da nessun altro...per ritornare al discorso che facevo sopra.........








Modificato da - DedaloNur in data 18/11/2009 23:08:38

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 19/11/2009 : 09:31:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Se nessuno sa, allora nulla è stato scritto al riguardo. Voi cosa ne pensate di quanto sopra sta scritto?
ecco cosa scrive lo stiglitz:
Gli esemplari di Tziricottu sono, al di là di ogni ragionevole dubbio, matrici altomedievali (dato cronologico) di ambito artistico bizantino (dato culturale) e presenti anche nelle culture coeve, tra cui quella longobarda. Lo dimostrano ampiamente le decine e decine di esemplari simili per forma, aspetto e dimensioni, presenti nelle necropoli di quell’epoca, ben databili in quanto contesti chiusi, situate nella penisola italiana (e quindi, grazie a dio, non scavate ne studiate da quei cattivi e ignoranti di noi archeologi sardi) che il collega Paolo Serra ha richiamato in diverse sedi scientifiche con precisi riferimenti verificabili. A quei dati non è stata data risposta scientifica ma solo insulti e basse ironie, indegne della qualità della persona che li esprime e di quella che li riceve.
I cocci di Orani appartengono ad altro ambito e cronologia; uno presenta caratteri chiaramente fenici, due degli antropomorfi e uno dei chiari simboli di Tanit. Dalle foto (e quindi in assenza di una validazione scientifica) non è possibile stabilire se si tratti di reperti appartenenti allo stesso contesto, ambito culturale e cronologico. Nel caso della scrittura si tratta di elementi privi di problemi di inquadramento, così come per i segni di Tanit, inseribili in note sequenze iconografiche di cui esistono repertori per la Sardegna, Sicilia, Africa, Spagna, Fenicia (dove peraltro c’è l’attestazione diretta della connessione tra il simbolo e la dea Tanit). Anche nel caso dell’interpretazione di questo segno nei “cocci di Orani” si è privilegiato di ignorare totalmente questi studi e repertori eppure solo per la Sardegna le evidenze (che ormai si avvicinano al centinaio) sono chiare e tutte riportabili a definiti ambiti culturali fenici con persistenze sino all’età romano-repubblicana (vedi le case “puniche” di Cagliari).

http://www.contusu.it/personaggi-e-...uragica.html









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alfonso

Utente Medio


Inserito il - 19/11/2009 : 09:58:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di alfonso Invia a alfonso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tranquillo Dedalonur non si studiano solo i Fenici del 900 a.C. ma anche i nuragici del 900 a.C.; proprio la settimana prossima si terrà in Sardegna il Congresso dell’Istituto Italiano di preistoria e protostoria dedicato alla Sardegna e in quella sede una sezione è dedicato proprio all’età del Ferro (il programma su www.iipp.it).
Non esiste un argomento trascurato per chissà quale oscuro disegno degli archeologi. Il problema, per l’esempio degli Shardana, è che le ricerche li hanno allontanati decisamente dalla Sardegna così come hanno messo in fortissima discussione i Popoli del Mare, se solo ti rifai a una bibliografia più recente di Sandars, Guido e Drew. E su quel tema anche da noi ci sono ricerche in corso, le pubblicazioni verranno, io stesso l’anno venturo presenterò un lavoro, ma non è a una gara a pubblicare un libro all’anno; certo se non devi rendere conto scientificamente di quello che affermi allora di libri ne puoi pubblicare più di uno all’anno, e di questi le nostre librerie sono piene.
Ma tornando al libro di Sanna, non è vero che le sue affermazioni siano state trascurate dagli archeologi, proprio la tavolette di Tzricottu, che sono alla base delle sue teorie e della “sua” scrittura nuragica, sono state discusse in ben due congressi scientifici, in modo molto pacato, da un collega archeologo altomedievale, che ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che si tratta di oggetti altomedievali.
Bene, cosa ha fatto Sanna? Ha verificato questi dati? Li ha controbattuti? No, ha svillaneggiato il collega, evitando accuratamente quei dati. Nello stesso libro di cui discutiamo, lo cita (peraltro solo il primo lavoro e non il secondo che è specifico sulle tesi di Sanna) estrapolando una sua frase, che messa così perde il significato che aveva, e basta. Non fornisce neanche il riferimento bibliografico per andare a verificare il dato. È così e guai a contraddirlo, i toni salgono e, ovviamente, i dati spariscono.
Ecco i testi e vi invito a leggerli:

P.B. Serra, Popolazioni rurali di ambito tardoromana e altomedievale in Sardegna, in l’Africa romana XVI, Atti del XVI convegno di studio (Rabat 2004), a cura di A. Akerraz, P. Ruggeri, A. Siraj, C. Vismara, Roma, Carocci editore, 2006, pp. 1279-1305.

P.B. Serra, Su alcune matrici in bronzo di linguette altomedievali decorate a “punti e virgole” dalla Sardegna, in Orientis radiata fulgore, la Sardegna nel contesto storico e culturale bizantino, Atti del Convegno di Studi (Cagliari 2007) a cura di L. Casula, A. Corda, A. Piras, Cagliari Pontificia Facoltà di Teologia della Sardegna, 2008, pp. 313-351.

Quindi prima di dare giudizi sarebbe bene avere qualche informazione in più (così come per M. Prama).
È vero ci vorrebbero più libri di divulgazione e qualcosa si sta facendo, peraltro da un bel po’ di tempo la divulgazione è massiccia attraverso mostre e conferenze, si può fare di più. Ma questo non rende credibili i libri di pseudodivulgazione, pallidi epigoni di quelli di Kolosimo.

L’archeologia si occupa dei problemi irrisolti ma non dà risposte per forza, cerca e nel ricercare la strada spesso è molto lunga. La posizione di Mugnaioni? mah per ora sappiamo quello che Sanna dice che Mugnaioni avrebbe detto; aspettiamo che pubblichi un lavoro scientifico sul problema di Tzricottu e poi ne discutiamo. Infine i cocci di Orani, da tempo cerco di vederli dal vero e non attraverso fotografie, ma sembra un’impresa disperata, evidentemente non sono un iniziato e quindi non degno di vederli.
Per il resto ribadisco quello che ho scritto nel brano riportato da Dedalonur.
Alfonso








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