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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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 Inserito il - 17/04/2011 : 05:43:31
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Giorni slegati
A me lasciasti il peso dell’ardua decisione
che incide sul futuro e ne cancella il senso.
Ricordo barche immobili dalle vele celate;
varchi nella memoria e rami senza tronchi
Lingue di fuochi moribondi, colorano notti
provvisorie, distese di sabbie sempre calde.
I tuoi cieli vergini sono ancora troppo vicini
per trovare conforto nel ricordo che quieta
Lungo m’appare l’arco del distacco; un tempo
Incalcolabile col metro d’un dolore personale.
A tratti diffonde, una primavera che incombe,
sapori di vento e terre gravide di grasse colline
Giorni slegati che il futuro ignora e il male estremo abbraccia.
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| Non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà....... |
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 18/04/2011 : 09:10:13
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Belle parole"Giorni slegati"
anche se leggo tra le linee la tristezza
Ciao Giuseppe
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Redentore - Monte Ortobene
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Flore
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 18/04/2011 : 09:12:41
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| maria ha scritto:
Belle parole"Giorni slegati"
anche se leggo tra le linee la tristezza
Ciao Giuseppe
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Tanta tristezza direi, o anche nostalgia?
(non nel senso di un certo frequentatore del forum ovviamente)
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Grazia
Orsù, dunque.....
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 18/04/2011 : 20:30:06
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Grazie a Flore e Maria per la costanza con la quale passano tra le mie pagina ! In fondo, anche questo serve a mitigare la malinconia che mi possiede
forse per la mia inadeguatezza a leggere la vita con occhi più flessibili verso le piccole e grandi miserie della quotidianità.
Un grande abbraccio
Giuseppe
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Flore
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 19/04/2011 : 08:26:35
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| Giuseppe Aricò ha scritto:
Grazie a Flore e Maria per la costanza con la quale passano tra le mie pagina ! In fondo, anche questo serve a mitigare la malinconia che mi possiede
forse per la mia inadeguatezza a leggere la vita con occhi più flessibili verso le piccole e grandi miserie della quotidianità.
Un grande abbraccio
Giuseppe
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Caro Giuseppe non sentirti inadeguato, a me capita di indignarmi invece e tanto. Ogni giorno è sempre peggio e mi colpisce molto l'indifferenza della gente verso tutto. Fino a quando si deve sopportare o meglio, esiste un limite di tolleranza allo scempio del mondo e delle idee?
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Grazia
Orsù, dunque.....
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 20/04/2011 : 04:33:18
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Sai Flore, in fondo, il mondo non ci appartiene; siamo viandanti dalle alterne fortune, aggrappati alle nostre emozioni che usiamo come un bastone per sostenerci nel cammino. Credo che tutti, prima o poi, scopriamo la "solitudine naturale" che percepiamo ma cerchiamo di nascondere, come una forma di debolezza. Invece questa "solitudine naturale" (che Leopardi chiamava "cosmica") è ciò che ci mette al riparo dai dolori incomprensibili. Ci permette di saper ridere, divertirsi anche, fare l'amore quando ne vale la pena, e così via.
E' un concetto di solitudine profondamente diverso dalla comune accezione del termine; chi ha paura o vive con sofferenza l'essere abbandonato (e quindi restare solo fisicamente) si genera sofferenze spesso evitabili.
Ecco perchè si riesce a vivere anche in una realtà così avvilente. Se il mondo non ci appartiene, riusciamo a farci una ragione anche di tutto questo.
Non so quanto sia condivisibile quello che ho scritto ma io lo penso!
Ti abbraccio
Giuseppe
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Flore
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 20/04/2011 : 08:26:37
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Questo lo condivido caro Giuseppe, però non può essere certo un alibi per giustificare tutte le malvagità che ci circondano e invece mi sembra che stia diventando così 
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Grazia
Orsù, dunque.....
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 05/05/2011 : 10:27:56
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Il decalogo della poesia
1 - Se un uomo si sente confuso mentre scende la notte
Scriverà una poesia
2 – Se un uomo ha scritto due nuove poesie
Ne conserverà solo una
3 – Se un uomo cancella una poesia
Impazzirà dal dolore
4 – Se un uomo abbandona la poesia per una donna
prima o poi una donna lo tradirà
5 – Se un uomo crede di scrivere buone poesie
Le buone poesie rideranno di lui
6 – Se un uomo declama in pubblico le sue poesie
Un ladro gli svuoterà la casa
7 – Se un uomo smetterà di declamare le sue poesie
Farà molti soldi ed avrà quattro amanti
8 – Se un uomo sarà abbandonato dalle amanti
Cercherà di scrivere quattro poesie
9 – Se un uomo riprenderà a scrivere poesie
In Africa nascerà un nuovo tiranno
10 – Se un uomo coprirà di ridicolo i poeti
Molti potenti lo ammireranno
Se un uomo scriverà un decalogo della poesia i potenti lo abbandoneranno
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 05/05/2011 : 12:05:10
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| Giuseppe Aricò ha scritto:
Il decalogo della poesia
1 - Se un uomo si sente confuso mentre scende la notte
Scriverà una poesia
2 – Se un uomo ha scritto due nuove poesie
Ne conserverà solo una
3 – Se un uomo cancella una poesia
Impazzirà dal dolore
4 – Se un uomo abbandona la poesia per una donna
prima o poi una donna lo tradirà
5 – Se un uomo crede di scrivere buone poesie
Le buone poesie rideranno di lui
6 – Se un uomo declama in pubblico le sue poesie
Un ladro gli svuoterà la casa
7 – Se un uomo smetterà di declamare le sue poesie
Farà molti soldi ed avrà quattro amanti
8 – Se un uomo sarà abbandonato dalle amanti
Cercherà di scrivere quattro poesie
9 – Se un uomo riprenderà a scrivere poesie
In Africa nascerà un nuovo tiranno
10 – Se un uomo coprirà di ridicolo i poeti
Molti potenti lo ammireranno
Se un uomo scriverà un decalogo della poesia i potenti lo abbandoneranno
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Il decalogo della poesia
1 - Se un uomo si sente confuso mentre scende la notte
Scriverà una poesia
2 – Se un uomo ha scritto due nuove poesie
Ne conserverà solo una La piu bella
3 – Se un uomo cancella una poesia
Impazzirà dal dolore questo piu che sicuro
4 – Se un uomo abbandona la poesia per una donna
prima o poi una donna lo tradirà ohh per una poesia
5 – Se un uomo crede di scrivere buone poesie
Le buone poesie rideranno di lui le tue poesie son superbe
6 – Se un uomo declama in pubblico le sue poesie
Un ladro gli svuoterà la casa 
7 – Se un uomo smetterà di declamare le sue poesie
Farà molti soldi ed avrà quattro amanti ehhhh fermati 4 sono troppe no
8 – Se un uomo sarà abbandonato dalle amanti
Cercherà di scrivere quattro poesie ho si ricerchera di nuovo 4 amanti
9 – Se un uomo riprenderà a scrivere poesie
In Africa nascerà un nuovo tiranno [red]a no questo no ce ne son gia tanti di tiranni [/red
]10 – Se un uomo coprirà di ridicolo i poeti
Molti potenti lo ammireranno
Se un uomo scriverà un decalogo della poesia i potenti lo abbandoneranno[/center]
Ciao Giuseppe
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 05/05/2011 : 15:42:56
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Ciao Maria!
Che belle le Tue faccine...!
Questa poesia è liberamente ispirata da Mark Strand, grandissimo poeta americano che adoro!
Questo decalogo è la celebrazione della debolezza dei poeti. Nella società di oggi i poeti sono nudi mentre i potenti sono tutti griffati. E l'amore ? Nella società globale sta diventando un disvalore...
E poi non dimentichiamo che per fare un ricco, oggi, occorrono almeno mille nuovi poveri.
Grazie per la Tua visita! Un grande abbraccio.
Giuseppe
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 06/05/2011 : 09:09:10
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Conosco bene Mark Strand ti metto una delle sue poesie che mi piace  spero che se ti fa piacere ciao Giuseppe
Tenendo le cose assieme
In un campo
io sono l'assenza
di campo.
Questo è
sempre opportuno.
Dovunque sono
io sono ciò che manca.
Quando cammino
divido l'aria
e sempre
l'aria si fa avanti
per riempire gli spazi
che il mio corpo occupava.
Tutti abbiamo delle ragioni
per muoverci
io mi muovo
per tenere assieme le cose.
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 06/05/2011 : 15:22:58
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Strand, Carver, Bukowski e Montale sono le mie bussole poetiche. Sono contento che leggi Strand, io lo adoro.
Ora ricambio la bella sorpresa e te ne mando io, una di Strand
Nevicata
Se guardi la neve che scende a coprire la terra,
coprire se stessa e tutto ciò che tu non sei, vedrai
che è la deriva gravitazionale della luce
sul rumore dell'aria che cancella l'aria,
è il cadere dell'attimo nell'attimo, la sepoltura
del sonno, la fodera dell'inverno, il negativo della notte.
da The Late Hour (1978)
Ti abbraccio
Giuseppe
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 06/05/2011 : 20:55:01
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| Giuseppe Aricò ha scritto:
Strand, Carver, Bukowski e Montale sono le mie bussole poetiche. Sono contento che leggi Strand, io lo adoro.
Ora ricambio la bella sorpresa e te ne mando io, una di Strand
Nevicata
Se guardi la neve che scende a coprire la terra,
coprire se stessa e tutto ciò che tu non sei, vedrai
che è la deriva gravitazionale della luce
sul rumore dell'aria che cancella l'aria,
è il cadere dell'attimo nell'attimo, la sepoltura
del sonno, la fodera dell'inverno, il negativo della notte.
da The Late Hour (1978)
Ti abbraccio
Giuseppe
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Grazie del ricambio superbaaaaaaaaaa
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 06/05/2011 : 21:15:47
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Abbi Cura
Dalla finestra la vedo chinarsi sulle rose
reggendole vicino al fiore per non
pungersi le dita. Con l'altra mano taglia, si ferma e
poi taglia ancora, più sola al mondo
di quanto mi sia mai reso conto. Non alzerà
lo sguardo, non subito. È sola
con le rose e con qualcosa che riesco solo a pensare, ma non
a dire. So bene come si chiamano quei cespugli
regalatici per le nostre recenti nozze: Ama, Onora e Abbi Cura...
è quest'ultima rosa che lei all'improvviso mi porge, dopo
essere entrata in casa tra uno sguardo e l'altro. Affondo
il naso in essa, ne aspiro la dolcezza, la lascio indugiare-profumo
di promessa, di tesoro. Le reggo il polso per avvicinarla ancora,
i suoi occhi verdi come muschio di fiume. E poi la chiamo, contro
quel che avverrà: moglie, finché posso, finché il mio fiato, un petalo
affannato dietro l'altro, riesce ancora a raggiungerla.
questa mi piace moltissimo e di Carver
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Redentore - Monte Ortobene
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 08/05/2011 : 05:47:24
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Silenziose incertezze
Quando nuvole nere, scendono
fino a sfiorare i tetti delle case,
anche l’aria si fa, di vetro e vino
dall’odore stagnante; di rabbia
e solitudine, mentre la vita
sembra fuggire sempre più lontano.
Orfani di luce, attendiamo che torni
un caldo raggio di sole, per scoprire
l’ombra delle nostre anime, il senso
della fatica, mentre chiediamo al cielo
troppo basso se siamo ancora vivi.
Oppure è solo un sogno, che ci spinge
verso i margini dei nostri desideri
sempre troppo lontani da raggiungere
Nel buio della notte mi chiedo cosa sai di me
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