Forum Sardegna - Limba Sarda Comuna
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Nota Bene: L'isola Serpentara-Villasimius è una piccola isola situata 4 km a sud-est della Sardegna. La superficie è di 134 ettari ed è disabitata. Le rocce dell'isola sono granitiche ed il nome deriva dalla forma della costa orientale, che ricorda un serpente. Sul punto più alto dell'isola (54 m s.l.m.) si trova la Torre di San Luigi, usata durante la dominazione spagnola per l'avvistamento delle navi saracene che infestavano le coste del Sarrabus.



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Autore Discussione
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assandira
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 12/08/2008 : 16:51:05  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di assandira Invia a assandira un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'amore indubbiamente è importantissimo...e sicuramente è il motore primario...però deve essere affiancato a delle leggi efficienti! Così come delle buone leggi senza l'impegno e la buona volontà di una corretta applicazione rischiano di farle diventare un flop...

@Albertina...la mia non partecipazione alle vostre discussioni è legata più che altro ad una modesta partecipazione al forum in generale...(e vorrei avere più tempo per farlo...) ma accetto volentieri il tuo invito...





 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 366  ~  Membro dal: 16/07/2007  ~  Ultima visita: 17/01/2010 Torna all'inizio della Pagina

cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 12/08/2008 : 16:51:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di cedro del Libano Invia a cedro del Libano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Albertina ha scritto:

assandira ha scritto:

Albertina ha scritto:

Penso che la responsabilità si salvare lingua e cultura sia affidata a chi ama profondamente questa terra. La salvezza non avverrà dalle leggi che verranno imposte o dalle forzature.
Io, ad esempio, per mio diletto e per amore della lingua ho fatto tante ricerche che ho condiviso anche con gli utenti di questo forum.

Io sono d'accordo per la valorizzazione della lingua e della cultura sarda. Solo che non condivido i metodi che si usano per raggiungere gli obiettivi.
Io penso che chi ama veramente la lingua si dia da fare e non si perda in chiacchiere dando direttive agli altri. Come spesso succede.



Albertina, le tue iniziative sono encomiabili!!!
Dovrebbero esserci più persone come te...
E' vero, tutti noi amanti della lingua possiamo fare qualcosa per contribuire alla sua valorizzazione...ma queste iniziative purtroppo risultano insufficienti...ragion per cui sono necessari degli interventi sistematici a livello scolastico e mediatico! Se ad esempio documenti ufficiali, quotidiani, siti internet, testi scolastici saranno bilingui anche coloro che in famiglia non hanno avuto la fortuna di imparare il sardo, o che a scuola non hanno incontrato persone come te, potranno avvicinarsi alla Lingua!


In questo forum siamo una decina di persone che ci esprimiamo in lingua sarda e scriviamo preghiere, modi di dire, racconti ecc.
Può darsi che il numero aumenti e che estendiamo questa voglia di fare.
Voglio dire che sono tante le persone che hanno iniziative. Forse, secondo me, si sottovalutano le inziative.
Per esempio, come mai tu non partecipi mai alle nostre conversazioni in sardo?



è vero perché non partecipate mai anche nella vostra variante cosi' si possono apprendere anche la altre ?
Io senza rendermene conto sto rispolverando il sardo,anzi sto apprendendo un sardo piu' corretto e meno italianizzato e la cosa piu' belle e che ho la possibilita' di parlarlo e fare in modo che non muoia.





Modificato da - cedro del Libano in data 12/08/2008 16:54:19

  Firma di cedro del Libano 
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«Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.» (Ghandi)



 Regione Estero  ~ Città: l'isola che non c'è  ~  Messaggi: 3587  ~  Membro dal: 17/10/2006  ~  Ultima visita: 14/11/2009 Torna all'inizio della Pagina

Gio
Salottino
Utente Senior


Inserito il - 12/08/2008 : 17:01:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Gio Invia a Gio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Per Cedro: qui non si impone niente. Pretenderesti forse che siamo noi a dover imparare l'arabo, il serbo, il croato, il polacco, il portoghese, il turco, ecc?
Per venire al tema della discussione: il nocciolo è: sulla carta il sardo è lingua della Sardegna, riconosciuta ( e per questo motivo finanziata ) ma di fatto è stata soppiantata dall'italiano e ormai non si può più tornare indietro. A Cagliari e a Sassari si parla italiano....detto questo, tutto il resto è solo pia illusione.





 Regione Estero  ~ Prov.: Estero  ~ Città: Besazio  ~  Messaggi: 1040  ~  Membro dal: 13/08/2007  ~  Ultima visita: 07/02/2012 Torna all'inizio della Pagina

cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 12/08/2008 : 17:51:38  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di cedro del Libano Invia a cedro del Libano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
allora perchè a Cagliari non si dovrebbe parlare il sardo perchè vi vivono tanti non Sardi?

Non ti sembra che sia la stessa cosa?

O no?

Non è pia illusione ma un grande desiderio di alcune persone.

Per ottenere dei risultati occorrono dei tempi ,ma con pazienza si possono ottenere comunque dei buoni risultati che è fare in modo
che la Lingua non muoia almeno per quelli che lo desiderano.






  Firma di cedro del Libano 
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«Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.» (Ghandi)



 Regione Estero  ~ Città: l'isola che non c'è  ~  Messaggi: 3587  ~  Membro dal: 17/10/2006  ~  Ultima visita: 14/11/2009 Torna all'inizio della Pagina

Perdixeddu

Utente Medio


Inserito il - 12/08/2008 : 20:18:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Perdixeddu Invia a Perdixeddu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L’unione sarda 12.08.2008

Macché Limba Comuna, «il sardo sarà ciò che saranno i sardi»

In questi giorni di caldo torrido i sardi potranno riflettere, e rielaborare nei sogni, tanti problemi che li assillano. Dando credito a recenti indagini sociolinguistiche, anche un problema specifico provocherà più di un incubo di mezza estate a quasi un milione di sardi: la fisionomia e la funzionalità presente e futura dello standard della lingua sarda. È un problema di non poco conto, perché investe l’identità dei parlanti, la loro dignità e la possibilità d’esprimere gioie e dissapori, concetti polemici o di collaborazione nei confronti della politica, della religione, della vita quotidiana. Sì, quella parola eccentrica, lo “standard”, somiglia sempre più a uno spauracchio. Ma cos’è, in realtà, lo “standard”, e perché lo “standard sardo” crea nei sardi tanta irrequietezza? Nel mondo esistono più di 5000 lingue, ma molte vengono parlate da un numero minuscolo di persone. Inoltre, in moltissimi casi gli studiosi si trovano con più varietà differenti d’una stessa lingua, senza che ci sia una che funga da mediazione. Nei paesi più moderni, o che vantano una ricca tradizione letteraria, la situazione è diversa: la storia ha creato le condizioni perché una varietà sia stata innalzata a norma di riferimento per tutti. In Spagna, la Riconquista comportò la diffusione del castigliano in tutte le contrade centro-meridionali strappate agli Arabi in sette secoli. In Francia, già nel secolo XI il pellegrinaggio verso la tomba di Saint- Denis nell’Île-de-France contribuì a riconoscere nel francien il futuro dialetto vincente, proclamato secoli più tardi dalla Rivoluzione. In Germania, la traduzione medio-tedesca orientale di Lutero nel Cinquecento creò le basi della futura lingua nazionale ed eliminò gradualmente le varietà concorrenziali. In Catalogna, la politica espansionista di Barcellona trasportò il dialetto barcelonì fuori dai limiti orientali in tutte le terre del Mediterraneo, e consentì agli inizi del Novecento la sua codificazione a norma di riferimento. In Italia, come sottolinea lo storico della lingua Carlo Dionisotti, dopo l’esempio illustre delle Tre Corone «non i Toscani conquistano il resto dell’Italia, bensì il resto delll’Italia conquista il toscano », un toscano di base fiorentina che col Manzoni diverrà lingua moderna e unitaria. Ecco la natura intrinseca dello “standard”: esso è il portato di processi storici, la cristallizzazione di fenomeni sociali, antropologici, economici, politici. In questi processi la facies linguistica della varietà elevata a norma soverchiante ogni altra gioca un ruolo del tutto irrilevante. Le differenze tra danese, norvegese o svedese sono minime, e lo stesso accade tra portoghesi e spagnoli, catalani e occitani. Viceversa, in Cina il mandarino, proprio d’una sola regione, è a mille anni di distanza dalle restanti cinque macrovarietà principali. Può darsi, anche, che uno “standard linguistico” sia minoritario in una comunità vastissima di parlanti (cinese mandarino) o che invece in un territorio molto piccolo vigano due “standard”, come accade in Estonia, in Bosnia o nella Val d’Aran pirenaica. Dette queste premesse è ora di soffermarsi sull’incubo sardo. La Sardegna ha ricevuto il suo codice linguistico determinante con la conquista romana nel III secolo avanti Cristo. Ma il processo di romanizzazione è stato molto peculiare. Il centro montano è rimasto isolato dopo le prime decisive conquiste dei territori da parte dei Romani, prima del I secolo a.C., mentre a sud, nelle pianure del Campidano, le nuove ondate di colonizzatori portavano con sé le innovazioni che si propalavano da Roma o dai focolai di origine dei mercenari e coloni che si trasferivano nell’Isola. Questa prima spaccatura, resa nota alla comunità scientifica da Wagner nel 1928, s’è acuita nei secoli per via di numerosi fenomeni antropologici, storici, sociali. Il mondo della pastorizia si arrestava da sempre ai confini meridionali del vecchio Giudicato di Arborea, dove iniziava la cultura contadina. La supremazia catalana s’espandeva con impeto dopo il Trecento in tutto il Campidano, raggiungendo le punte altoogliastrine e barbaricine, oltre le quali resistevano le forme sarde autoctone o subentravano più tardi alcuni spagnolismi. La peste della metà del Trecento annullava un 53% dei fuochi campidanesi, creando un fenomeno evidente di aggregazione, mentre nel Centro scompariva un 7,5% dei centri abitati e si manteneva una forte eterogeneità dialettale. Nel Settecento, e per tutto l’Ottocento, i poeti di limba più noti erano di origine logudorese settentrionale, sebbene i poeti minori in Campidano non fossero né pochi né sconosciuti. Ecco il portato dei processi storici nella Sardegna preunitaria, quando l’Isola somigliava più all’ultima colonia ispanica che non a una regione italiana: in tutto il Centro- Nord vigeva un logudorese medio di caratura e tradizione di rispetto, in tutto il Sud un campidanese accettato unanimemente da chi ascoltava i muttetus nelle piazze o colloquiava coi conterranei. La “natura bipolare” dello “standard sardo” era stata generata dalla storia, l’uomo non poteva cambiarla. Ed è una natura che non ha mai creato conflitti fra i parlanti, da sempre abituati a convivere con due realtà antropologiche, sociali, linguistiche, entro le quali ritrovavano la loro identità. L’incubo sardo nasce molto più tardi, indotto da una politica che ha calpestato i processi storici. Nel 2001 una prima Commissione d’esperti incaricati dalla Regione, pressata dalla volontà politica di individuare uno “standard”, proponeva una norma di base logudorese, che però, dopo le critiche di molti cittadini del Campidano non superava il vaglio del Consiglio. Con una maggiore forzatura, nel 2006 la Giunta adottava la Limba Sarda Comuna (sic!), peggiorando la proposta precedente, perché immetteva arbitrariamente nel modello elevato a “standard” soluzioni logudoresi, insieme a una spicciolata di esiti campidanesi e ad alcune forme prelevate da parlate intermedie. Si delineava così il vero incubo dei sardi: una lingua a tavolino. Una lingua che è impensabile possa venir trasmessa a scuola, perché priva di sostegno storico, geografico, sociale, strutturale. Come uscirne? Aprendo una discussione. Se si vuole a tutti i costi uno “standard” unico, si provi a individuare una e solo una varietà linguistica, sulla quale improntare poi la norma. Magari una varietà delle aree di confine. Ma una sola varietà, non un crogiolo di elementi attinti da più dialetti. Altrimenti si rispetti la storia, e si imitino quei paesi democratici e moderni che hanno codificato due “standard”, venendo incontro alla volontà popolare. Nella seconda metà dell’Ottocento Gino Capponi, riflettendo sulla lingua con Manzoni, sosteneva che «l’italiano sarà ciò che saranno gli Italiani ». Lo stesso vale per i sardi.

EDUARDO BLASCO FERRER






 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 336  ~  Membro dal: 22/01/2008  ~  Ultima visita: 12/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

asia
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 12/08/2008 : 22:11:20  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di asia Invia a asia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Perdixeddu ha scritto:

L’unione sarda 12.08.2008

Macché Limba Comuna, «il sardo sarà ciò che saranno i sardi»

In Italia, come sottolinea lo storico della lingua Carlo Dionisotti, dopo l’esempio illustre delle Tre Corone «non i Toscani conquistano il resto dell’Italia, bensì il resto delll’Italia conquista il toscano », un toscano di base fiorentina che col Manzoni diverrà lingua moderna e unitaria. Ecco la natura intrinseca dello “standard”: esso è il portato di processi storici, la cristallizzazione di fenomeni sociali, antropologici, economici, politici. In questi processi la facies linguistica della varietà elevata a norma soverchiante ogni altra gioca un ruolo del tutto irrilevante.


Musica per le mie orecchie.

L’incubo sardo nasce molto più tardi, indotto da una politica che ha calpestato i processi storici. Nel 2001 una prima Commissione d’esperti incaricati dalla Regione, pressata dalla volontà politica di individuare uno “standard”, proponeva una norma di base logudorese, che però, dopo le critiche di molti cittadini del Campidano non superava il vaglio del Consiglio.
Con una maggiore forzatura, nel 2006 la Giunta adottava la Limba Sarda Comuna (sic!), peggiorando la proposta precedente, perché immetteva arbitrariamente nel modello elevato a “standard” soluzioni logudoresi, insieme a una spicciolata di esiti campidanesi e ad alcune forme prelevate da parlate intermedie.
Si delineava così il vero incubo dei sardi: una lingua a tavolino.


Il linguista Blasco Ferrer ha fotocopiato il mio pensiero.

Una lingua che è impensabile possa venir trasmessa a scuola, perché priva di sostegno storico, geografico, sociale, strutturale.
Come uscirne? Aprendo una discussione. Se si vuole a tutti i costi uno “standard” unico, si provi a individuare una e solo una varietà linguistica, sulla quale improntare poi la norma. Magari una varietà delle aree di confine.
Ma una sola varietà, non un crogiolo di elementi attinti da più dialetti.
Altrimenti si rispetti la storia, e si imitino quei paesi democratici e moderni che hanno codificato due “standard”, venendo incontro alla volontà popolare. Nella seconda metà dell’Ottocento Gino Capponi, riflettendo sulla lingua con Manzoni, sosteneva che «l’italiano sarà ciò che saranno gli Italiani ». Lo stesso vale per i sardi.

EDUARDO BLASCO FERRER


Grande Eduardo!
Possano le tue parole aprire la mente di tanti sardi prigionieri del pregiudizio..
TI ADORO.

Giusto per sapere cos'è un curriculum.
http://www.dirittoestoria.it/tradiz...errer-CV.htm





  Firma di asia 

 Regione Sardegna  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 1634  ~  Membro dal: 29/12/2007  ~  Ultima visita: 14/10/2012 Torna all'inizio della Pagina

Donovan
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 13/08/2008 : 00:32:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Donovan Invia a Donovan un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L' idea che sta alla base del pensiero di Blasco è in linea di principio condivisibile ed è esattamente il punto dal quale la LSC partì a suo tempo: individuare un dialetto intermedio ed utilizzarlo come standard. Il problema è che ogni dialetto sardo ha delle peculiarità che lo allontanano sensibilmente dagli altri, il mio ad esempio eccede in zeta dolci, (per dire giovedì diciamo "zoza").
Riporto quanto scritto da Roberto Bolognesi, linguista fonetista membro della Commissione LSC, riguardo quanto accaduto in sede di definizione della norma:

<<Il problema intrinseco alla scelta di un preciso dialetto locale “naturale” al 100%, è che questo non è mai esattamente come lo si vorrebbe. Perfino Mario Puddu, un difensore della “naturalezza” che a volte sembra sconfinare nel fondamentalismo, quando ha proposto il dialetto di Samugheo come Limba de Mesania, non era contento del gerundio in –ANDO, in quanto troppo simile al gerundio italiano e l’ha cambiato.>>

http://www.sardegnaeliberta.it/?p=1143

Ma il problema a mio parere più grosso che è insito nella "naturalezza" è quello lessicale. Se si vuole l' utilizzo di un unico dialetto naturale ci si deve necessariamente limitare al lessico utilizzato in quel dato centro abitato, escludendo quindi i termini utilizzati altrove, o si sfocia necessariamente nell' artificialità. Questo sarebbe un passo indietro terribile, la scelta lessicale libera è fondamentale per far sentire più vicina e familiare la norma a chi scrive.





  Firma di Donovan 
"I sardi a mio parere deciderebbero meglio
se fossero indipendenti all'interno di una comunità
europea ma anche mediterranea"

Fabrizio De Andrè

 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 362  ~  Membro dal: 10/11/2007  ~  Ultima visita: 24/02/2011 Torna all'inizio della Pagina

Petru2007

Moderatore




Inserito il - 13/08/2008 : 08:03:38  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Petru2007 Invia a Petru2007 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi pare che da quest'ultimo intervento si capisca qualcosa sull'oculatezza e sul metodo ultrascientifico adottato dalla commissione preposta all'elaborazione della LDN (Lingua di Nessuno) che qualcuno si ostina ancora a chiamare Lingua Sarda Comune (LSC)... comune a chi?
in realtà è una scelta politica... che si vuole imporre a tutti i costi presentandola come il toccasana per tutti i mali della Sardegna...
come se i problemi della scuola sarda, e più in generale quelli economici e sociali di tutta l'isola, siano derivati dal fatto che per secoli nelle scuole non si è provveduto a insegnare il sardo (quale? boooh)...

Qui la salvaguardia delle minoranze linguistiche c'entra come i famosi cavoli a merenda...
Per restare in tema mangereccio, io continuo a vedere solo una bella torta alla crema, guarnita con tante ciliegine, e un gruppo di famelici aspiranti divoratori a sbafo, a spese di tanti poveri sardi ai quali non importava niente, e non sentivano minimamente la necessità, di una Lingua di Nessuno...

Potevano scegliere l'inglese o il cinese... almeno sarebbe servito a qualcosa per le prossime generazioni...






Modificato da - Petru2007 in data 13/08/2008 08:05:12

  Firma di Petru2007 

Nuraghe Succuronis

Macomer (Nu)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

 Regione Sardegna  ~ Città: Olbia-Tempio  ~  Messaggi: 3600  ~  Membro dal: 12/01/2007  ~  Ultima visita: 21/04/2025 Torna all'inizio della Pagina

asia
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 13/08/2008 : 08:36:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di asia Invia a asia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Petru2007 ha scritto:

Mi pare che da quest'ultimo intervento si capisca qualcosa sull'oculatezza e sul metodo ultrascientifico adottato dalla commissione preposta all'elaborazione della LDN (Lingua di Nessuno) che qualcuno si ostina ancora a chiamare Lingua Sarda Comune (LSC)... comune a chi?
in realtà è una scelta politica... che si vuole imporre a tutti i costi presentandola come il toccasana per tutti i mali della Sardegna...
come se i problemi della scuola sarda, e più in generale quelli economici e sociali di tutta l'isola, siano derivati dal fatto che per secoli nelle scuole non si è provveduto a insegnare il sardo (quale? boooh)...

Qui la salvaguardia delle minoranze linguistiche c'entra come i famosi cavoli a merenda...
Per restare in tema mangereccio, io continuo a vedere solo una bella torta alla crema, guarnita con tante ciliegine, e un gruppo di famelici aspiranti divoratori a sbafo, a spese di tanti poveri sardi ai quali non importava niente, e non sentivano minimamente la necessità, di una Lingua di Nessuno...
Potevano scegliere l'inglese o il cinese... almeno sarebbe servito a qualcosa per le prossime generazioni...


Marvellous Pedro!





  Firma di asia 

 Regione Sardegna  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 1634  ~  Membro dal: 29/12/2007  ~  Ultima visita: 14/10/2012 Torna all'inizio della Pagina

Albertina
Salottino
Utente Mentor


Poetessa Paradisolana


Inserito il - 13/08/2008 : 09:15:39  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Albertina Invia a Albertina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Petru2007 ha scritto:

Mi pare che da quest'ultimo intervento si capisca qualcosa sull'oculatezza e sul metodo ultrascientifico adottato dalla commissione preposta all'elaborazione della LDN (Lingua di Nessuno) che qualcuno si ostina ancora a chiamare Lingua Sarda Comune (LSC)... comune a chi?
in realtà è una scelta politica... che si vuole imporre a tutti i costi presentandola come il toccasana per tutti i mali della Sardegna...
come se i problemi della scuola sarda, e più in generale quelli economici e sociali di tutta l'isola, siano derivati dal fatto che per secoli nelle scuole non si è provveduto a insegnare il sardo (quale? boooh)...

Qui la salvaguardia delle minoranze linguistiche c'entra come i famosi cavoli a merenda...
Per restare in tema mangereccio, io continuo a vedere solo una bella torta alla crema, guarnita con tante ciliegine, e un gruppo di famelici aspiranti divoratori a sbafo, a spese di tanti poveri sardi ai quali non importava niente, e non sentivano minimamente la necessità, di una Lingua di Nessuno...

Potevano scegliere l'inglese o il cinese... almeno sarebbe servito a qualcosa per le prossime generazioni...





Quoto e aggiungo che chi vuole veramente salvare la lingua e la cultura sarda lo fa in tutti gli ambienti in cui opera, facendo conoscere la bellezza, la musicalità e l'efficacia delle espressioni che possono ispirare qualsiasi poeta.
Io, ad esempio sfido chiunque a trovare in tutta la letteratura mondiale preghiere belle come quelle sarde, che ancora non sono state scritte nei libri, ma vivono nella memoria della gente. Sono preghiere che ho scritto anche in questo forum. Andate a vederle, datemi retta. E non ho chiesto soldi a nessuno per farlo, solo l'amore per tanta bellezza. E questo è solamente un esempio.





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Villamar  ~  Messaggi: 3638  ~  Membro dal: 29/06/2006  ~  Ultima visita: 31/07/2012 Torna all'inizio della Pagina

PeppeLuisiPala

Utente Attivo



Inserito il - 13/08/2008 : 09:20:20  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di PeppeLuisiPala Invia a PeppeLuisiPala un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Petru2007 ha scritto:

Mi pare che da quest'ultimo intervento si capisca qualcosa sull'oculatezza e sul metodo ultrascientifico adottato dalla commissione preposta all'elaborazione della LDN (Lingua di Nessuno) che qualcuno si ostina ancora a chiamare Lingua Sarda Comune (LSC)... comune a chi?
in realtà è una scelta politica... che si vuole imporre a tutti i costi presentandola come il toccasana per tutti i mali della Sardegna...
come se i problemi della scuola sarda, e più in generale quelli economici e sociali di tutta l'isola, siano derivati dal fatto che per secoli nelle scuole non si è provveduto a insegnare il sardo (quale? boooh)...

Qui la salvaguardia delle minoranze linguistiche c'entra come i famosi cavoli a merenda...
Per restare in tema mangereccio, io continuo a vedere solo una bella torta alla crema, guarnita con tante ciliegine, e un gruppo di famelici aspiranti divoratori a sbafo, a spese di tanti poveri sardi ai quali non importava niente, e non sentivano minimamente la necessità, di una Lingua di Nessuno...

Potevano scegliere l'inglese o il cinese... almeno sarebbe servito a qualcosa per le prossime generazioni...






...no est chi su dolu tou, siet dadu, dae su fatu chi tue, dae su dividire custa turta famada, che ses fora???

Si nono,si gai no fessit,no si cumprendet cunt'arridore, chi po custa materia,ses dae oras meda mustrende...





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Nois no tenimos neghe si
no semus italianos e...
at a esser sa malasorte chi...
no l'amus a esser MAI!



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Albertina
Salottino
Utente Mentor


Poetessa Paradisolana


Inserito il - 13/08/2008 : 09:46:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Albertina Invia a Albertina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
C'è anche un altro concetto che vorrei ribadire: la lingua sarda non si impone.
E apprezzo la scelta di Domenico di destinare alla lingua sarda delle sezioni apposite. Solo chi ama la lingua sarda scrive lì o legge.
Per il resto: niente imposizioni, si scrive in italiano.





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Villamar  ~  Messaggi: 3638  ~  Membro dal: 29/06/2006  ~  Ultima visita: 31/07/2012 Torna all'inizio della Pagina

cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 13/08/2008 : 10:36:26  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di cedro del Libano Invia a cedro del Libano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Albertina ha scritto:

Petru2007 ha scritto:

Mi pare che da quest'ultimo intervento si capisca qualcosa sull'oculatezza e sul metodo ultrascientifico adottato dalla commissione preposta all'elaborazione della LDN (Lingua di Nessuno) che qualcuno si ostina ancora a chiamare Lingua Sarda Comune (LSC)... comune a chi?
in realtà è una scelta politica... che si vuole imporre a tutti i costi presentandola come il toccasana per tutti i mali della Sardegna...
come se i problemi della scuola sarda, e più in generale quelli economici e sociali di tutta l'isola, siano derivati dal fatto che per secoli nelle scuole non si è provveduto a insegnare il sardo (quale? boooh)...

Qui la salvaguardia delle minoranze linguistiche c'entra come i famosi cavoli a merenda...
Per restare in tema mangereccio, io continuo a vedere solo una bella torta alla crema, guarnita con tante ciliegine, e un gruppo di famelici aspiranti divoratori a sbafo, a spese di tanti poveri sardi ai quali non importava niente, e non sentivano minimamente la necessità, di una Lingua di Nessuno...

Potevano scegliere l'inglese o il cinese... almeno sarebbe servito a qualcosa per le prossime generazioni...





Quoto e aggiungo che chi vuole veramente salvare la lingua e la cultura sarda lo fa in tutti gli ambienti in cui opera, facendo conoscere la bellezza, la musicalità e l'efficacia delle espressioni che possono ispirare qualsiasi poeta.
Io, ad esempio sfido chiunque a trovare in tutta la letteratura mondiale preghiere belle come quelle sarde, che ancora non sono state scritte nei libri, ma vivono nella memoria della gente. Sono preghiere che ho scritto anche in questo forum. Andate a vederle, datemi retta. E non ho chiesto soldi a nessuno per farlo, solo l'amore per tanta bellezza. E questo è solamente un esempio.



non sarebbe male che queste preghiere venissere raccolte e scritte,affinche possano essere tramandate ai posteri e rimanga un documento.
Tu albertina che sei di mestiere non hai mai fatto un pensierino per la loro pubblicazione?
Io potrei aderire anche ad una raccolta fondi se cio' fosse necessario e tanti altri estimatori penso che lo farebbero comunque.





  Firma di cedro del Libano 
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«Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.» (Ghandi)



 Regione Estero  ~ Città: l'isola che non c'è  ~  Messaggi: 3587  ~  Membro dal: 17/10/2006  ~  Ultima visita: 14/11/2009 Torna all'inizio della Pagina

Albertina
Salottino
Utente Mentor


Poetessa Paradisolana


Inserito il - 13/08/2008 : 10:50:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Albertina Invia a Albertina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
cedro del Libano ha scritto:

Albertina ha scritto:

Petru2007 ha scritto:

Mi pare che da quest'ultimo intervento si capisca qualcosa sull'oculatezza e sul metodo ultrascientifico adottato dalla commissione preposta all'elaborazione della LDN (Lingua di Nessuno) che qualcuno si ostina ancora a chiamare Lingua Sarda Comune (LSC)... comune a chi?
in realtà è una scelta politica... che si vuole imporre a tutti i costi presentandola come il toccasana per tutti i mali della Sardegna...
come se i problemi della scuola sarda, e più in generale quelli economici e sociali di tutta l'isola, siano derivati dal fatto che per secoli nelle scuole non si è provveduto a insegnare il sardo (quale? boooh)...

Qui la salvaguardia delle minoranze linguistiche c'entra come i famosi cavoli a merenda...
Per restare in tema mangereccio, io continuo a vedere solo una bella torta alla crema, guarnita con tante ciliegine, e un gruppo di famelici aspiranti divoratori a sbafo, a spese di tanti poveri sardi ai quali non importava niente, e non sentivano minimamente la necessità, di una Lingua di Nessuno...

Potevano scegliere l'inglese o il cinese... almeno sarebbe servito a qualcosa per le prossime generazioni...





Quoto e aggiungo che chi vuole veramente salvare la lingua e la cultura sarda lo fa in tutti gli ambienti in cui opera, facendo conoscere la bellezza, la musicalità e l'efficacia delle espressioni che possono ispirare qualsiasi poeta.
Io, ad esempio sfido chiunque a trovare in tutta la letteratura mondiale preghiere belle come quelle sarde, che ancora non sono state scritte nei libri, ma vivono nella memoria della gente. Sono preghiere che ho scritto anche in questo forum. Andate a vederle, datemi retta. E non ho chiesto soldi a nessuno per farlo, solo l'amore per tanta bellezza. E questo è solamente un esempio.



non sarebbe male che queste preghiere venissere raccolte e scritte,affinche possano essere tramandate ai posteri e rimanga un documento.
Tu albertina che sei di mestiere non hai mai fatto un pensierino per la loro pubblicazione?
Io potrei aderire anche ad una raccolta fondi se cio' fosse necessario e tanti altri estimatori penso che lo farebbero comunque.


Fattene carico tu di questa bella iniziativa: anche io aderisco ai fondi e autorizzo a pubblicare tutti i testi di preghere che ho raccolto e che ho già postato su gentedisardegna.
Domenico ci potrebbe dare una mano, e anziché regalare il solito portachiave o la penna ai paradisolani potrebbe regalare un libretto di preghiere sarde. Ma si potrebbero fare tantissime altre cose.
Domenico ci seiiiiiiiiiiiiiiiiiii??? Batti un colpo se ci sei!





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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 13/08/2008 : 12:05:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di cedro del Libano Invia a cedro del Libano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
io purtroppo non posso ,perchè troppo lontana e senza contatti li'.
Se la situazione fosse diversa non mi dispiacerebbe potermici dedicare





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