Forum Sardegna - Itri Luglio 1911: La strage dei Sardi
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Nota Bene: Sino ai primi del novecento si conservavano ad Ittiri diversi letti a baldacchino , di un tipo molto diffuso in tutta la Sardegna sin dal 1600 almeno e soppiantati quasi ovunque nel corso del 1800 da letti cittadini. Il caratteristico letto, detto " lettu a pabaglione ", arrivava all'altezza di oltre tre metri dal suolo ed il piano su cui si dormiva era alto circa m.1,80! Vi si saliva tramite una scaletta o una sedia e lo si addobbava con un apparto tessile molto ricercato, formato da coperte decorate e bande a filet. Nel 1908 il pittore costumbrista spagnolo Antonio Ortiz Echague dipinse a Ittiri uno di queti letti , nella tela detta "Hilandera "( la filatrice).



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 Itri Luglio 1911: La strage dei Sardi
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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 07/10/2011 : 21:30:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
http://www.comitau.org/ligi.php?id=597

Facciamo luce sui sardi morti a Itri»
14/01/2007
Artìgulu de "La Nuova Sardegna" de su 10 de gennarju 2006

SASSARI. Lo scorso dicembre è stata inaugurata la nuova sede, in piazza Azuni. Un quartier generale per tanti programmi da consolidare e completare. L’associazione culturale Acuvacamus ha ampliato i suoi orizzonti. Il presidente Pietro Pittalis e il segretario Luciano Murgia, con gli altri esponenti del direttivo, incentrano l’impegno del sodalizio sull’approfondimento di quella che può essere considerata una pagina ancora inedita della storia riguardante il popolo sardo. Si tratta delle vicende, poco conosciute, che si verificarono a Itri, in provincia di Latina, nel luglio del 1911.

«Grazie all’interessamento del giovane Fabritziu Dettori, appassionato di lingua, storia e cultura sarda - spiega il presidente di Acuvacamus, Pietro Pittalis -, abbiamo recuperato la conoscenza di una drammatica vicenda, che in una pubblicazione di Tonino Budruni viene descritta come una vera e propria caccia scatenata dalla camorra contri i sardi che lavoravano alla ferrovia Napoli - Roma. Si registrarono otto vittime e sessanta feriti. Come racconta Budruni, erano circa quattrocento gli operai sardi, arrivati in un’area che allora faceva parte del territorio campano della provincia di Caserta e che attualmente è nel Lazio, impegnati nel quinto lotto dei lavori per la costruzione della nuova “direttissima” Roma-Napoli.

Erano arrivati dall’isola per guadagnarsi da vivere, a un prezzo che veniva loro fatto pagare sempre più caro dalla camorra, che aveva esteso i suoi tentacoli nei grandi appalti. I manovali isolani ricevevano un salario inferiore a quello degli altri operai ma non pagavano la tangente. Al quarto lotto, con circa seicento lavoratori sardi, era stata costituita una “lega” di difesa economica e contro i condizionamenti della camorra. Anche al quinto lotto cresceva la protesta contro la ditta responsabile dei lavori e l’opposizione al sistema camorristico. Si pensava anche in quella sezione di costituire un’organizzazione operaia. Si creò così, soprattutto nel paese di Itri, centro di contadini e pastori dove la camorra aveva purtroppo salde radici, un contrasto tra gli operai sardi, che là avevano stabilito la loro residenza, e l’organizzazione criminale.

Attraverso le manovre camorristiche, la convivenza tra itrani e sardi divenne sempre più difficile. Il 12 luglio ci fu uno scontro tra popolazione locale e lavoratori isolani, che vide anche l’intervento delle forze dell’ordine, con conseguenze drammatiche. Noi e Fabritziu Dettori - aggiunge Pittalis - vogliamo coinvolgere istituzioni e studiosi in Sardegna e nel Lazio per arrivare a un momento di adeguata riflessione sui fatti di Itri»









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Freddie Mercury - In My Defence
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"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

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jomaru
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 08/10/2011 : 01:59:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di jomaru Invia a jomaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Leggete questi due interventi:

Sono il nipote dell'avvocato Francesco Manzi che ha difeso "gli itrani". Mia nonna, ora scomparsa come mio nonno, ha vissuto all'epoca i fatti oggetto di sentenza. Bene, mi ha sempre raccontato, dato che era nata il 4 marzo 1899, che la popolazione si ribellò a causa di oggettive aggressioni dei lavoratori sardi che, in preda all'alcol -forse - aggredivano anche famiglie in case coloniche approfittando delle donne. Dai racconti mi diceva che era da uno zio che aveva un bar e circolava voce della rivolta. Ad una certa ora si sentirono suonare le campane (suonate dal sagrestano) e mia nonna di corsa fu accompagnata a casa
dal parroco. Mi raccontava ancora che uno zio, proprietario di una gioielleria si chiuse dentro e teneva il fucile con se puntandolo dalla serratura.Sono storie forse un po' ingigantite ma rumina vera e propria rivoluzione e sollevazione popolare alla quale presero parte anche i "notabili" del paese. Tanti anni sono passati ed é tempo di pacificazione. Gianfranco

Tratto da http://erroridistumpa.blogspot.com/search?q=itri

...Alcuni blog e forum, ma anche scritti di storici di intellettuali della Sardegna, rievocano quei giorni di «orgoglio sardo» dimostrato dai minatori nel rifiutarsi (è la versione degli isolani) di pagare il «pizzo» alla camorra per lavorare alla tratta ferroviaria. Camorra che, per tutta risposta, avrebbe aizzato la popolazione contro i diversi, gli immigrati. Di tutt’altro avviso le cronache itrane, una per tutte la ricostruzione di Pino Pecchia e «I Sardi a Itri», dove gli itrani vengono descritti come una popolazione laboriosa, onesta, lavoratrice, d’un tratto assediata da un fenomeno migratorio più grande di lei, e che dunque non fece altro che difendersi dai modi brutali dei sardi che si atteggiavano a conquistatori.... Diego Roma da Latina-Oggi
Tratto da http://www.terraurunca.com/comuni/i...-a-itri.html

Potrei citarne tanti altri ma freferisco risparmiarveli. Quello che risulta chiaro è il dovere morale di raccontare, ai nostri conterranei e a chiunque abbia a cuore la verità, cosa accadde davvero a Itri quel luglio del 1911, perché, sinceramente, a me l'idea di riappacificarmi con chi, ancora dopo 100 anni, spaccia menzogne, mi alletta molto poco, mentre trovo doveroso fare sbocciare il fiore del ricordo su ogni tomba di quei Sardi travolti dall'odio e dalla violenza.

Io ovviamente non ce l'ho con gli Itrani, che rispetto come chiunque altro, la maggior parte di loro oggi probabilmente non sa nulla o sa ciò che gli è stato raccontato, ce l'ho solo con chi mistifica la verità e continua a proiettare l'ombra di questa ignobile ingiustizia impunita.

Le bugie non sono opinioni.














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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 08/10/2011 : 09:29:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
a me l'idea di riappacificarmi con chi, ancora dopo 100 anni, spaccia menzogne, mi alletta molto poco,

Purtroppo sono d'accordo: pacificazione sì, ma non a costo della nostra dignità; ci chiedono di vedere nei nostri bisnonni, dei strupatori, violenti e ....addirittura, "conquistatori savoiardi" .

Per carità le mele marce ci sono ovunque. Ma se pure (e non è ancora dimostato mi pare) certi episodi si fossero verificati, perchè scaricare sul gruppo, le responsabilità di un singolo? Perchè, non dovremmo proprio prendere inc onsiderazione la versione di chi lamentò le intimidazioni camorristiche? e perchè l'altra parte, pure oggi inquisita per camorra, i queste faccende proprio non vuol sentire parlare?

bisognerebbe organizzare un convegno con questo Pecchia e Budruni, e vedere chi la spunta. ma temo che non si farà, perchè il confronto metterebbe a nudo la pochezza di certe argomentazioni e posizioni.

oppure incaricare Saviano

mi chiedo poi u altra cosa: esistono dei discendeti dei sardi emigrati ad Itri, che confermino o smentiscano certe versioni? perchè sembra che a parlare siano solo i discendenti itrani, che cmq smentiscono Pecchia: i notabli parteciparono.









Modificato da - DedaloNur in data 08/10/2011 09:35:07

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jomaru
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 08/10/2011 : 11:15:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di jomaru Invia a jomaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
DedaloNur ha scritto:

a me l'idea di riappacificarmi con chi, ancora dopo 100 anni, spaccia menzogne, mi alletta molto poco,

Purtroppo sono d'accordo: pacificazione sì, ma non a costo della nostra dignità; ci chiedono di vedere nei nostri bisnonni, dei strupatori, violenti e ....addirittura, "conquistatori savoiardi" .

Per carità le mele marce ci sono ovunque. Ma se pure (e non è ancora dimostato mi pare) certi episodi si fossero verificati, perchè scaricare sul gruppo, le responsabilità di un singolo? Perchè, non dovremmo proprio prendere inc onsiderazione la versione di chi lamentò le intimidazioni camorristiche? e perchè l'altra parte, pure oggi inquisita per camorra, i queste faccende proprio non vuol sentire parlare?

bisognerebbe organizzare un convegno con questo Pecchia e Budruni, e vedere chi la spunta. ma temo che non si farà, perchè il confronto metterebbe a nudo la pochezza di certe argomentazioni e posizioni.

oppure incaricare Saviano

mi chiedo poi u altra cosa: esistono dei discendeti dei sardi emigrati ad Itri, che confermino o smentiscano certe versioni? perchè sembra che a parlare siano solo i discendenti itrani, che cmq smentiscono Pecchia: i notabli parteciparono.


Io non discuto l'impatto negativo che può aver avuto nel 1911 l'arrivo di centinaia di immigrati sardi in una piccola comunità come quella di Itri. Io ci tengo a sottolineare che il malumore della gente è stato manipolato ad arte dalla camorra, la quale aveva tutto l'interesse a sbarazzarsi di quella presenza "straniera", così poco incline a cedere alle sue minacce e suoi ai ricatti. Questo è un passaggio fondamentale nella vicenda. La versione itrana che descrive i sardi come dei delinquenti trogloditi e affamati, serve principalmente ad avvalorare la favola del diritto alla rivolta (loro la chiamano così) degli indigeni. In realtà si trattò di una manovra calcolata, il cui esito si concretizzò volutamente nel massacro, per espellere gli isolani e con loro il virus del coraggio di opporsi al pizzo tra i lavoratori. Su questo punto non sono disposto a cedere, non si può liquidare tutto con discorsi antropologici sulla difficile integrazione tra le due comunità: la camorra colse la palla al balzo e poi fece cadere la colpa esclusivamente sui Sardi, dipinti come barbari saccheggiatori.


Ci vorrebbe un programma televisivo su una rete nazionale con Budruni, Stella, Pecchia e Comparelli, al resto penserebbe la carta stampata...


I discendenti esistono per forza e credo che sia opportuno cercarli e chiedere loro i racconti tramandati di quel terribile evento, ma presumo che Budruni si sia già mosso in questa direzione per la stesura del libro.









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Adelasia

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Penna d'oro


Inserito il - 10/10/2011 : 00:39:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
jomaru ha scritto:


Complimenti a Dedalo che ha dato vita a questa discussione.


Mi associo: molto bene, Dedalo.

In quanto al coivolgimento di Gian Antonio Stella, ne apprezzo la scelta rispetto a quella dell'evocato Saviano, che a mio parere sarebbe stata più banale e più scontata, seppure più scenografica.

Budruni credo intendesse andare ben oltre la camorra: la sua è una storia tragica di emigrazione, e chi meglio di Stella, sensibile autore di "L'orda" e di " Odissee", nonchè profondo conoscitore delle problematiche inerenti il problema, poteva fiancheggiare l'autore?








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Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 10/10/2011 : 00:49:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In quanto agli auspicati dibattiti, credo che l'editore Delfino si appresti a organizzare la presentazione del libro in diversi contesti.








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jomaru
Salottino
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Inserito il - 10/10/2011 : 02:30:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di jomaru Invia a jomaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Adelasia ha scritto:

jomaru ha scritto:


Complimenti a Dedalo che ha dato vita a questa discussione.


Mi associo: molto bene, Dedalo.

In quanto al coivolgimento di Gian Antonio Stella, ne apprezzo la scelta rispetto a quella dell'evocato Saviano, che a mio parere sarebbe stata più banale e più scontata, seppure più scenografica.

Budruni credo intendesse andare ben oltre la camorra: la sua è una storia tragica di emigrazione, e chi meglio di Stella, sensibile autore di "L'orda" e di " Odissee", nonchè profondo conoscitore delle problematiche inerenti il problema, poteva fiancheggiare l'autore?


Sono completamente d'accordo. Quella su Saviano era una triste considerazione provocatoria su come funziona il sistema mediatico italiano. Spero che la promozione del libro viaggi su tutti i canali a disposizione, e faccia tanta, ma tanta polvere, almeno quanta ne hanno mangiato gli operai sardi su quella ferrovia...









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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 10/10/2011 : 09:57:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In effetti, se l'intervento di Stella ha ottenuto l'effetto d'incendiare gli Itrani, Saviano l'avrebbe fatta deflagrare, ed addio in questo caso - vera - pacificazione.

Adelasia, appena saprai del convegno danne notizia. sempre che non lo si tenga a cagliari o in giornata di lavoro...magari a puntatina me la concederò.

ciao.









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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 11/10/2011 : 14:24:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
scusate ma Antonio Budruni è costui, opppure è solo un omonimo...ho letto che anche l'autore del libro è professore..ma non mi pare d'aver letto che fosse dell'aberghiero

http://www.youtube.com/watch?v=xXvTLtiijgQ









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jomaru
Salottino
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Inserito il - 11/10/2011 : 17:53:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di jomaru Invia a jomaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
DedaloNur ha scritto:

scusate ma Antonio Budruni è costui, opppure è solo un omonimo...ho letto che anche l'autore del libro è professore..ma non mi pare d'aver letto che fosse dell'aberghiero

http://www.youtube.com/watch?v=xXvTLtiijgQ


Non penso si tratti di omonimia, credo che insegni diritto anche all'alberghiero "Tonino Budruni, storico, scrittore, docente all'Ipsar di Alghero". Perché ti sembra strano? Non è un ex impiegato del Comune come Pecchia, ma resta pur sempre un professore che si guadagna da vivere onestamente...









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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 13/10/2011 : 21:41:12  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
No strano no...è che non sapevo proprio qale volto avesse Budruni. arrivato il libro? spero di trovarlo in biblio a breve...di comprarlo in questo periodo non fa. mi toccano altri investimenti...








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jomaru
Salottino
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Inserito il - 13/10/2011 : 22:23:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di jomaru Invia a jomaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
DedaloNur ha scritto:

No strano no...è che non sapevo proprio qale volto avesse Budruni. arrivato il libro? spero di trovarlo in biblio a breve...di comprarlo in questo periodo non fa. mi toccano altri investimenti...


No ancora non è arrivato, lo aspetto con discreta impazienza...









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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 17/10/2011 : 18:17:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
manco io son riuscitoa trovarlo...








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Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 31/10/2011 : 23:32:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho di fronte a me il libro, al quale ho già dato quello sguardo generale che si concede ai testi che si intende leggere con una "discreta impazienza", per dirla alla Jomaru: la prima impressione è che il saggio, scevro da orpelli e da inopportuni voli pindarici, scavi nella storia con il supporto di una vasta e puntuale documentazione.

Già l'introduzione mi ha arricchito di curiosità collaterali: a Itri nacque Francesco Gramsci, il padre di Antonio, il quale parrebbe non abbia mai fatto menzione della strage, a differenza del fratello maggiore Gennaro che fu uno dei firmatari della convocazione di un comizio di protesta contro il massacro.








Modificato da - Adelasia in data 31/10/2011 23:40:42

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DedaloNur
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Inserito il - 01/11/2011 : 08:36:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Adelasia ha scritto:
la prima impressione è che il saggio, scevro da orpelli e da inopportuni voli pindarici, scavi nella storia con il supporto di una vasta e puntuale documentazione.

ottima notizia


Già l'introduzione mi ha arricchito di curiosità collaterali: a Itri nacque Francesco Gramsci, il padre di Antonio, il quale parrebbe non abbia mai fatto menzione della strage, a differenza del fratello maggiore Gennaro che fu uno dei firmatari della convocazione di un comizio di protesta contro il massacro.


Itri?

http://partitodelsud.blogspot.com/2...gramsci.html

in effetti siamo nelle vicinanze qui si parla di terra del lavoro, e di Gaeta

Atto di nascita di Francesco Gramsci, padre di Antonio
Atto di nascita di Francesco Gramsci, padre di Antonio Gramsci.

L'anno mille ottocento sessanta il dì sei di marzo, alle ore nove antimeridiane, avanti di noi Raffaele Ianni, sindaco ed uffiziale dello stato civile di Gaeta, provincia di Terra di Lavoro, è comparsa Raffaela Amato di Gaeta, figlia di Luigi, di anni trentanove, di professione ostetrica, domiciliata ivi, in strada San Tommaso quale ci ha presentato un maschio secondo che abbiamo ocularmente riconosciuto, ed ha dichiarato è nato dalla signora Teresa Gonzalez legittima moglie di Don gennaro Gramsci di Gaeta e dal signor Don gennaro Gramsc i di anni cinquantadue, di professione Capitano della Gendarmeria domiciliato a Cosenza nel giorno sei del suddetto mese alle ore due antipomeridiane nella casa di Don Giuseppe Gonzalez èadre della Puerpera.
La stessa inoltra ha dichiarato di dare al neonato il nome di Francesco, Alfonso, Erasmo, Giustino. La presentazione e dichiarazione anzidetta si è fatta alla presenza di Don Giovanni Perez di Napoli di Professione Primo tenente di Artiglieria, regnicolo domiciliato in Gaeta e di Don Nicola Nazano di Gaeta di professione proprietario terriero domiciliato ivi, testimoni intervenuti al presente atto e da esso si.ra Amato Raffaela. Il presente atto è stato da letto al dichiarante e ai testimoni ed indi da noi firmato. Il sindaco Raffaele Ianni











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