Nota Bene: All'estremità sud della penisola del Sinis, presso Capo San Marco e subito dopo San Giovanni di Sinis, troviamo un’altra testimonianza della civiltà Fenicio-Punica in Sardegna: i resti dell’antico porto commerciale di Tharros.
Poi....ci sono anche quelli che credevi fossero amici...ti danno anche una pacca sulla spalla e poi....traaaccc, ci sono quelli che hai seminato tutta la vita, hai seminato anche per loro e arriva il momento del raccolto e bisogna chinarsi per compiere tale operazione e anche lì ........traaaccc......e ritraaaccc. Un caro saluto a tutti.
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Poi....ci sono anche quelli che credevi fossero amici...ti danno anche una pacca sulla spalla e poi....traaaccc, ci sono quelli che hai seminato tutta la vita, hai seminato anche per loro e arriva il momento del raccolto e bisogna chinarsi per compiere tale operazione e anche lì ........traaaccc......e ritraaaccc. Un caro saluto a tutti.
E' triste, ma ci sono anche persone così. Fa male, lo so. Sono esperienze che entrano a far parte del nostro bagaglio personale anche se non invitate e non gradite. Però anch'esse possono essere utili. Tutto insegna, anche un tradimento subito. ciao
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Maccheroni e piedi nudi Un maccheronaio di Napoli con un gruppo di ragazzi che mangia la sua pasta. La foto è stata scattata nel 1878. (ANSA-ALINARI)
Cari amici, ben ritrovati! Col mio saluto vi lascio questa bellissima foto di un tempo lontano (non era ancora nata mia nonna paterna, pensate!), un tempo per noi incomprensibile, non sapremmo cavarcela oggi, in quelle difficoltà. Eppure si viveva più col cuore, senza frenesia e il profitto era là da venire. Credo che quella pasta fosse preparata con la farina integrale, non con quella terribile farina bianca che si usa oggi per andare veloci; il tempo era prezioso, e non per viverlo di corsa solo in funzione del denaro. Era il tempo dell'amicizia, della festa, delle tradizioni e del pensiero. A Napoli era il tempo della musica e della cultura; noi avevamo il ballo, i cantadores e le nostre tradizioni. Ora che cosa è rimasto? Il tempo frenetico della comunicazione, l'ansia per il futuro, pochi valori appannati, per chi li ha, e una brusca virata verso l'oscurantismo culturale! Però è il nostro tempo. Vi abbraccio e vi auguro buon tempo per le vostre giornate L.
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Buongiorno Carissima Che nostalgia e che ricordi con la tua foto Quel tempo si ch'eravamo felici. Nn si aveva "grand choses" come si dice qui in Belgio. Pero quel poco che avevamo ci rendeva immensamente felici. Intanto ti penso con affetto e ti stringo forte al cuore ciao amica lontana
Maccheroni e piedi nudi Un maccheronaio di Napoli con un gruppo di ragazzi che mangia la sua pasta. La foto è stata scattata nel 1878. (ANSA-ALINARI)
Cari amici, ben ritrovati! Col mio saluto vi lascio questa bellissima foto di un tempo lontano (non era ancora nata mia nonna paterna, pensate!), un tempo per noi incomprensibile, non sapremmo cavarcela oggi, in quelle difficoltà. Eppure si viveva più col cuore, senza frenesia e il profitto era là da venire. Credo che quella pasta fosse preparata con la farina integrale, non con quella terribile farina bianca che si usa oggi per andare veloci; il tempo era prezioso, e non per viverlo di corsa solo in funzione del denaro. Era il tempo dell'amicizia, della festa, delle tradizioni e del pensiero. A Napoli era il tempo della musica e della cultura; noi avevamo il ballo, i cantadores e le nostre tradizioni. Ora che cosa è rimasto? Il tempo frenetico della comunicazione, l'ansia per il futuro, pochi valori appannati, per chi li ha, e una brusca virata verso l'oscurantismo culturale! Però è il nostro tempo. Vi abbraccio e vi auguro buon tempo per le vostre giornate L.
Bentornata Luisa. Hai perfettamente ragione. Il problema di oggi è la fretta. Fretta di arrivare, di fare soldi, di possedere cose nuove senza aver ancora apprezzato le precedenti. Un tempo faceva la differenza avere una buona idea. Poi la faceva averla prima degli altri. Adesso è fondamentale comunicare in anteprima, a prescindere che l'idea sia buona o meno. Apparire conta di più. Così facendo ci uccidiamo. Non produciamo più per il fabbisogno ma per il mercato globale, quindi sempre in eccesso. Sprechiamo energie e doni preziosi. Non ascoltiamo più la natura: per esempio, vogliamo qualsiasi frutto in qualsiasi stagione. E' il mercato. Ma se la natura ci offre determinati frutti solo in certi periodi (e in certe zone) ci sarà pure un motivo. Costruiamo in zone alluvionali o illudendoci di deviare il corso dei fiumi: ma se la natura si era ritagliata certe porzioni di territorio ci sarà pure un motivo. E via degradando. Io preferisco godermi la natura, gli affetti, il tempo e la meravigliosa isola dove abito, con tutta la lentezza possibile.
un saluto a tutti f
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Inserito il - 12/02/2015 : 21:28:29
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