Forum Sardegna - Traduzione in sardo di poesie
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Nota Bene: Nel castello giudicale di Sanluri è ospitato il Museo Risorgimentale “Duca d’Aosta”. Nelle varie sale sono esposti numerosi cimeli sia del periodo risorgimentale che dei due conflitti mondiali. E’ inoltre presente una collezione di ceroplastiche riproducenti cammei, medaglioni in cera d’api che viene ritenuta una delle più importanti e pregiate d’Europa.



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Autore Discussione
Pagina: di 9

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 10/07/2007 : 01:19:12  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
FUOCO SACRO

Fuoco sacro è
l’ultimo raggio di tramonto.
In te s’immerge
il mio spirito graffiato dalla sabbia.
Bagna bagna di lacrime
il deserto della mia anima
dalla roccia nasce il fiore







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 10/07/2007 : 01:21:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
IL TUO RIMPROVERO È MIELE CHE ACQUIETA LA MIA ANIMA

il tuo sorriso è fiore di camomilla nel prato della mia anima.

la tua parola cade su me come petalo di rosa e profuma la mia anima

il tuo occhio brilla della tristezza antica delle Pleiadi e illumina la mia anima

l'infuso del vino vecchio colora le tue labbra e adorna la mia anima.

Marzo 2007







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 10/07/2007 : 17:35:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
TU FIGLIA

Donna, facciamo una cosa mai fatta.
prendiamo un soffio di vino color di rosa
al volo afferriamo una manciata di versi
niente di più, a noi che serve?
In più solo un pezzo di pane senza sale.
Poi voliamo mano nella mano
lì dove c’è il silenzio ambrato
di un tramonto sardo.
Qui sediamoci, più potenti dei potenti
sultani della terra.
Non piangere sul passato,
le lacrime di tuo padre l’hanno lavato.
Le carezze accetta
chè spazzano i rimorsi della tua vita
e dell’ingiustizia fanno giustizia
tu felice.
Che è il mondo se non il nulla?
Ma tu non sei il nulla e
liberi viviamo.
Brindiamo al giardino che ci circonda
e che il vino scorra come ruscello
purificando le nostre anime.
Intorno a noi la piana bruciata
risorge con la forza della primavera.
E come dice il saggio Kayyam:
Siedi qui in paradiso, assieme a un volto di paradiso.







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 10/07/2007 : 17:51:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
IL CANTO DELL’INIZIATO

Ho bevuto le acque di tutti gli oceani,
mi sono ubriacato di luci boreali,
ho dormito avvolto nei nembi equatoriali,
tra le onde congelate delle comete
ho pianto liquide rocce vesuviane,
il mio urlo ha percosso la foresta pluviale
il mio passo ha tormentato il marmo e il basalto
della perduta carovaniera verso l’ignoto.
Busso alla porta boreale
nudo come battito di ciglia e
il padre dei saggi china la testa tace e
il silenzio si adagia esile polvere sul mio cuore.
Sento il soffio di passi lievi d’Antenati
l’Evento discende intorno a me
immane istante di tempo, scintilla d’eone,
nel deserto ricolmo di sapienza assaporo l’oro vermiglio
del mio sangue sacrificale lavato dal bianco latte augurale.
Il mio alito vitale strappato
purificato dalla maestria dei colpi
dello scalpello di cristallo
traspare d’ultimata pietra senza fessura.
Io vapore benedetto asperso nel popolo iniziatico
brillo della luce livida delle mie tre luci
e tre colpi di tuono risuonano e dai principi di scolta
l’eco riecheggia tre volte e ancora tre volte.
Piane, le parole sempre le stesse immemori
scivolano sulle spirali del tempo,
scandite come frecce antiche in slancio stocastico.
Io lucida fiamma immota varco la notte sacra
consacrando le parole del silenzio solenne.
La tenebra mi avvolge soccorritore mantello,
il silenzio si erge a mia difesa affilato rasoio
d’oro e d’argento, lama di sole e di luna
percuote coi neri raggi lo scheletro dei sensi.
Nel cielo di luce siderale,
notte ultima notte immota, densa come lava,
protetta dalle ali del drago, le magmatiche orde
vanamente urlano agli spalti delle mura uraniche,
aspetto con la pazienza del predatore il messaggio delle stelle
e intanto chinato alla triplice fiamma
alzo il mio canto al cielo
e canto l’elegia del mio campione regale.
Sulla torre del Sud l’araldo in attesa accorda la voce,
la scolta sul bastione dell’Ovest custodisce l’Opera e
le ombre lente della memoria ondeggiano
con odore di passo antico al ritmo del tamburo rituale.
La verde egida è tesa come lancia di fuoco,
il basilisco di smeraldo traccia
cinque spire sulla cenere lunare
come fastose insegne canore
lucide d’olimpico olio d’oliva.
Col gesto lento del mare primordiale
il padre dei saggi tace
e con le parole mute del mistero,
col silenzio di neve cristallina
vola nell’abisso del mio corpo di terra
illumina la mia innocenza trasparente e
danza e ride e
danza e ride con me sulla mia tomba.







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

Grodde

Utente Attivo



Inserito il - 10/07/2007 : 20:56:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Grodde Invia a Grodde un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
francesco44 ha scritto:

MADRE

Madre, in ginocchio alla tua soglia
Osservo il buio della tua stanza
Illuminato dal biancore del tuo corpo
Il tuo respiro lieve riempie il mio vuoto
Le tue parole sento
Perse nel mondo antico dei ricordi
Ricadono su di me come pioggia di primavera
Mi avvicino con timoroso rispetto
Accarezzo la tua mano gonfia
I tuoi occhi mi penetrano guardando la mia anima
Per scoprire chi io sono diventato
Si madre io sono quello che tu ricordi e
Io sono quello che tu sai che sarò
Il bambinetto nudo sulla spiaggia
Che chiedeva la frittatina,
L’uomo che nella tua memoria del futuro
Solo io sarò.
Il dolore madre può raggiungere le vette dell’impassibilità
Il mio sguardo si perde nel mare celeste dei tuoi occhi
Mare dolce ed assente di chi è sopra ogni giudizio
Vedo le tuo ossa madre e le accarezzo con la mano fredda
Riscaldata da esse ed io madre
dipingo le tue ossa con l’ocra sacrale.
Le tue dita tremano come la carezza di ali di farfalla
Tra le mie dita lievi come il mio amore.
Perché mi guardi così ?
Perché alla mia domanda non rispondi?
Il tuo sguardo è severo ma senza rimprovero
Cosa chiedi madre?
Il mio silenzio è pieno di ciò che solo un figlio può dire
La mia lingua immobile vibra d’amore inesprimibile
Le mie labbra sono serrate sul rimprovero al tuo lasciarmi
Controllo la mia rabbia con lo sforzo dell’operaio
Che ha costruito con fatica inumana il suo tempio dell’amore
Ritrovo lo strazio del mio distacco dal tuo capezzolo
Non sento l’odore del tuo corpo di fanciulla
Tocco il tuo corpo e non trovo le membra sode conosciute
Madre sei un filo evanescente di fumo
Che si perde nelle spire del tempo
Il mio sguardo ti segue e si perde nell’infinito
Della mia maternità.



Rieccomi, siamo un pò in arretrato con le traduzioni

MAMA

Mama, imbenujadu a su jannile tou
Abbàido s'oscuridade de s'istanzia tua
Illuminadu dae su biancore de su corpus tou
Su respiru tou lèbiu, pienat su meu bòidu
Sas paràulas tuas intendo
Pèrdidas in su mundu antigu de sos ammentos
Rùen subra de a mie comente abba de beranu
Mi avvicino cun timerosu respettu
Accarissio sa manu tua ufiada
Sos ojos tuos mi penetran abbaidende s'anima mia
Pro iscobèrrere su ki so diventadu
Si mama, deo so, su ki tue t'ammentas, e
Deo so, su ki tue ischis ki happo a essere
Su pizzinneddu nudu subra 'e s'ispiaggia
Ki domandaìat sa frittada
S'homine ki in sa memoria tua de su futuru
Deo e bia happo a essere
Su dolore mama, pòdet raggiunghere sos cùccuros de s'impassibilidade
S'ojada mia si perdet in su mare celeste de sos ojos tuos
Mare dulche e assente, de chie est subra de ogni judiziu
Bido sos ossos tuos mama, e accarissio sa manu tua fritta
Iscaldìda dae issos, e deo mama
Pinto sos ossos tuos cun s'ocra sacrale
Sos poddighes tuos trèmen comente sa carissia de alas de mariposa
Intre sos poddighes mios, lèbios comente s'amore meu
Pro itte m'abbàidas gai?
Pro itte a sa domanda mia no rispondes?
S'ojada tua est severa, ma kena rimproveru
Itte domandas mama?
Su silenziu meu est pienu de su ki solu unu fizu podet nàrrere
Sa limba mia immobile vibrat de amore inesprimibile
Sas laras mias sun serradas subra 'e su rimproveru a sa tua lassada
Cuntrollo sa rabbia mia cun sa podda de s'operaiu
Ki hat fraigadu cun podda disumana su tempiu sou de s'amore
Agatto s'istraziu de su distaccu meu dae su cabiju tou
No intendo su fiagu de su corpus tou de pisedda
Tocco su corpus tou e no agatto sos brazzos sodos connottos
Mama, ses unu filu evanescente de fumu
Ki si perdet in sas lòrigas de su tempus
S'ojada mia ti sìghit e si perdet in s'infinidu
De sa maternidade mia



Saludos, a sa prossima traduzione











 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Tana de su Grodde  ~  Messaggi: 930  ~  Membro dal: 05/06/2007  ~  Ultima visita: 12/10/2015 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 11/07/2007 : 21:55:38  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La traduzione di Grodde ha il sapore del miele amaro di corbezzolo, aspro e selvaggio come i sentimenti che impregnano i miei versi






 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

skywalker57

2917



Inserito il - 12/07/2007 : 15:41:55  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Spero di inserire il post nella discussione giusta.
Siccome fra dieci giorni si sposa mio cognato, vorrei fargli gli auguri in sardo, chi mi aiuta a trovare la frase giusta da inserire nel biglietto, possibilmente in campidanese, grazie 1000






Modificato da - skywalker57 in data 12/07/2007 15:43:47

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Gonnesa  ~  Messaggi: -1  ~  Membro dal: 02/05/2007  ~  Ultima visita: 14/05/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 18/07/2007 : 04:14:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Una sfida non da poco per i traduttori/trici in sardo!
Questi sono AIKU, poesie tradizionali giapponesi. Lo schema è:
3 versi di 7-9-7 sillabe.
In genere sono espressioni "minimaliste", nel senso dell'espressione di emozioni e sentimenti di semplicità assoluta.

Ogni volta che ci provo sento un gran rumore di scricchiolii: sono le ossa del maestri giapponesi dell'aiku che si rivoltano nelle loro tombe.

Non ci dobbiamo fare impressionare: anche loro all'inizio sentivano gli stessi scricchiolii dei loro maestri. Chissà un giorno...

L'eventuale traduzione in sardo dovrebbe seguire lo stesso schema 7-9-7
possibilmente rispettando il pensiero da me espresso (ma non è necessario).

AIKU 1
Solo il fumo vaga
Nella foresta senza fuoco
Ch’è stato spento da me.

AIKU 2
Tranciando il mio cuore
Fruscia la fredda nuda lama
Al destino non fuggo.

AIKU 3
Silente fu il grido
Silente è la risposta
Al nulla mi affaccio.







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 18/07/2007 : 04:43:57  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Di tutt'altro genere

SEQUENZA DI SPECCHI

Allungo le mie mani
immergendole nella nebbia del nulla.
afferro l’indistinta essenza della mia vita
come in sequenza di specchi
la vita scorre rimbalzando
d’immagine in immagine
perdendosi nel fioco oscurarsi
della mente rapita.

Le braci del pensiero
si spengono sotto le ceneri
della storia immobile,
il filo di fumo del mio essere
si svolge lento, inutile,
attratto dal respiro delle stelle
nelle lente spire
dell’amore perduto.

Molle s’abbandona
la volontà nell’immemore
flusso sanguigno
del pulsare cosmico
inseguendo l’immersione
nell’acqua rituale
della dissoluzione
d’ogni simulacro

14 dicembre 2006







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

Bakis
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 18/07/2007 : 12:02:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Bakis Invia a Bakis un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Francesco 44,sperando di avere fato cosa gradita,nel senso che la versione della traduzione è in lingua sardo-logudorese,ti ho tradotto :LA NUOVA IMPRESA.




S’atzagna noa

A s’atzagna noa t’abias chene t’ortare

e
pigo tando a sa sedda ‘e tumbas eroicas

‘ue innartzo su tumalu ‘e pedras moras

e interro su coro meu

e lanto s’urtimu saludu chi rodulat in su nudda

‘ue s’alenu ‘e Zefiru iscurrit in su tempus

munnat sos petalos de sas paraulas mias

e los ispraminat in s’ispatziu eternu
e
e sa losa tua

no’ est in sa rena

no’ est in sa terra,

no’ est in su mare,

est in su nostru pettus ‘e omines semplices.


LA NUOVA IMPRESA

Alla nuova impresa ti avvii senza voltarti

e

salgo allora sulla collina delle tombe eroiche

ove innalzo il tumulo di pietre nere

e seppellisco il mio cuore

e

lancio l'ultimo saluto che rotola nel nulla

dove alito di zefiro che scorre nel tempo

spazza i petali delle mie parole

e li dissemina nello spazio eterno

e

la tua tomba

non è nella sabbia

non è nella terra,

non è nel mare,

è nel nostro petto di semplici uomini.









Modificato da - Bakis in data 18/07/2007 12:04:26

Città: Alghero  ~  Messaggi: 897  ~  Membro dal: 03/11/2006  ~  Ultima visita: 25/07/2015 Torna all'inizio della Pagina

Bakis
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 18/07/2007 : 12:21:38  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Bakis Invia a Bakis un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non avevo visto che Grodde l’aveva gia fato!
Meglio! Vuol dire che ci sono due versioni in cui si notano e si dovranno apprezzare le sottili e potenziali varianti che la nostra lingua ha.







Città: Alghero  ~  Messaggi: 897  ~  Membro dal: 03/11/2006  ~  Ultima visita: 25/07/2015 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 18/07/2007 : 21:28:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Carissimo Bakis, questo è proprio quello che desideravo di più!!
L'avere diverse versioni nei vari dialetti sardi dei miei versi.
Hai perfettamente ragione, anche se da me non espressamente dichiarato, la mia ricerca era ed è quella di dare risonanze diverse alle stesse parole e sentimenti.
Sentire modulazioni, suoni, pronunce e parole che variano all'interno della nostra stessa regione credo che PARADOSSALMENTE sia una diversità che ci unifica: l'unità nella differenziazione. Perchè tutti i differenti dialetti e parlate sardi sono l'espressione di una matrice etnico-culturale che non trova l'uguale in Italia.
La fierezza di un popolo passa, prima di tutto, per la sua lingua che si trasmette, con i necessari ed imprescindibili cambiamenti che nella storia si verificano, e che comunque mantiene il substrato arcaico che tale lingua possiede da sempre.







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

Bakis
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 18/07/2007 : 21:48:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Bakis Invia a Bakis un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
LA NUOVA IMPRESA

Alla nuova impresa ti avvii senza voltarti

e

salgo allora sulla collina delle tombe eroiche

ove innalzo il tumulo di pietre nere

e seppellisco il mio cuore

e

lancio l'ultimo saluto che rotola nel nulla

dove alito di zefiro che scorre nel tempo

spazza i petali delle mie parole

e li dissemina nello spazio eterno

e

la tua tomba

non è nella sabbia

non è nella terra,

non è nel mare,

è nel nostro petto di semplici uomini.



S'impresa noa

A s'impresa noa t'avvias kena ti girare
E
Pigo tando subra su montiju de sas tumbas heroicas
In ue alcio su muntone de pedras nieddas
E interro su coro meu
E
Imbòlo s'ultimu saludu ki lòddurat in su nudda
In ue s'alènu de zefiro ki iscurret in su tempus
Ispazzat sos petalos de sas paràulas mias
E los semenat in s'ispaziu eternu
E
Sa tumba tua
No est in sa rena
No est in sa terra
No est in su mare
Est in sa pettòrra nostra de semplices homines





S’atzagna noa

A s’atzagna noa t’abias chene t’ortare
e
pigo tando a sa sedda ‘e tumbas eroicas
‘ue innartzo su tumalu ‘e pedras moras
e interro su coro meu
e lanto s’urtimu saludu chi rodulat in su nudda
‘ue s’alenu ‘e Zefiru iscurrit in su tempus
munnat sos petalos de sas paraulas mias
e los ispraminat in s’ispatziu eternu
e sa losa tua
no’ est in sa rena
no’ est in sa terra,
no’ est in su mare,
est in su nostru pettus ‘e omines semplices.



..........Vi trovi differenze sostanziali?








Modificato da - Bakis in data 18/07/2007 21:55:42

Città: Alghero  ~  Messaggi: 897  ~  Membro dal: 03/11/2006  ~  Ultima visita: 25/07/2015 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 25/07/2007 : 02:21:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Care amiche e cari amici
è arrivato il momento del riposo vacanziero.
Dunque un saluto e buone vacanze.
Ci risentiamo a settembre.
Francesco44







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 04/09/2007 : 17:24:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Eccomi di nuovo tra voi desiate amiche, lettrici, poetesse, ammiratrici, spasimanti, deliranti e chi più ne ha più ne metta, meglio se di più.
Sono tornato.
Non so se questa è da considerare come novella fausta o infausta.

Agli amici mando un virile quanto astemio (sono a dieta ahimè) saluto.

Dicono che la poesia è frutto del dolore. In effetti, ve lo vedete uno che se la gode, ride, mangia e amoreggia con gran sollazzo e si mette a poetare? Ma manco ci pensa, vuole godersela!

Perchè? A voi la risposta.

Non mi dite che la felicità porta anch'essa a poetare, che proprio nel delirio dell'innamoramento si poeta quanto in quello del dolore.
Ma appunto sono deliri, mica sollazzi.
Io ho sollazzato in quel della Valle della Loira prima e a Parigi poi.
Arrancando dietro una moglie assatanata di castelli, residenze nobiliari, giardini fatati, musei, gallerie, ecc. ecc. mi sono distratto abbastanza, e conseguentemente ho poco poetato.
Quel poco lo sto ripulendo (non certo nell'Arno, inquinato com'è!).
Ancora non so se ne verrà fuori qualcosa di degno e sopportabile per voi.
Si vedrà.
Nel frattempo cercherò qualche vecchia poesia, rimasta in qualche angolino del PC, all'ombra di un chip o timidamente mimetizzata tra i transistor.
A presto e ciao a tutte/i







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