Forum Sardegna - Il Santu Antine e le Pleiadi: Augusto Mulas
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Nota Bene: Un immenso patrimonio culturale e tradizionale Sardo è il canto a poesia o gara poetica. La sua origine (non della gara ma dell'improvvisazione) si perde nella notte dei tempi. La gara vera e propria sul palco, pare sia nata a Ozieri nel settembre 1896 in occasione della festa in onore della Madonna del Rimedio. L'ideatore fu Antonio Cubeddu, famoso poeta locale nato a Ozieri nel 1863 e deceduto a Roma nel 1955 all'età di 92 anni. Fino ad allora la poesia era cantata o recitata nelle feste paesane, senza un palco, una giuria, un compenso economico e senza un invito ufficiale dagli organizzatori. In un ambiente prettamente maschile, cercarono fortuna, esibendosi sul palco anche due donne, Caterina Porcu di Ossi e Maria Farina di Osilo.



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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 30/03/2012 : 00:04:12  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.machiavelli. ha scritto:

Perché pensi che il modo di vivere gerarchizzato del Neolitico si fosse estinto? C'è continuità lungo tutto il calcolitico. Lo dimostrano le ceramiche, le sepolture, il simbolismo. le armi.

machiavelli mi lasci perplesso, l'autore/autrice del brano che ci hai sottoposto, asserisce che i protonuraghi sono frutto delle comunità neolitiche. L'italiano non è opinione. dire le comunità del neolitico significa dire che i protonuraghi furono cosruiti nel neolitico. Altrimenti, direbbe comunità dell'età bronzo, come si converrebbe visti i dati.

è o non è confusione?

Una società che prosegue il suo cammino, dal Neolitico al Calcolitico e al nuragico, senza brusche cesure, senza invasioni che cambiano il corso della storia, senza religione che sovrasta la concretezza...insomma...una società "normale", con evoluzione "normale", senza picchi eccelsi, senza trogloditi che assorbono senza filtri tutto ciò che arriva dall'esterno. Genti con la mente rivolta alla ricerca del benessere e aperte verso le innovazioni che il contatto con altre genti portava quotidianamente.

opinioni tue io la vedo molto diversamente. però questo è o.t.;

non mi hai risposto: cosa c'è di innovativo, di luce diversa in quel brano?







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Freddie Mercury - In My Defence
http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: sassari  ~  Messaggi: 2565  ~  Membro dal: 15/09/2008  ~  Ultima visita: 07/10/2014 Torna all'inizio della Pagina

risosardonico

Utente Normale


Inserito il - 30/03/2012 : 00:20:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di risosardonico Invia a risosardonico un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non solo Meria condivido quello che sostieni nell'ultimo intervento, ma ritengo che alcuni concetti espressi nell'articolo postato da Machiavelli sono un tantino superati. Studi recenti dimostrano, infatti, che le camere della terrazza del Brunku Madugui, non erano chiuse attraverso l'espediente delle strutture lignee, ma esse sono da considerarsi delle camere interne al nuraghe o protonuraghe chiuse con volte a sezione tronco-ogivale. Aggiungo,inoltre, come sostenuto già nei post precedenti che sono i materiali a fare la differenza riguardo la destinazione d'uso del nuraghe. Ebbene anche in queste due camere sono stati rinvenuti oltre che punte di frecce e dei lisciatoi, una grande quantità di frammenti ceramici frammisti a ingenti quantità di ossa animale: ovi-caprini, bovini, suini e cervi il tutto datato almeno al XV sec. a. C.. Come vediamo già a partire dal Bronzo Medio Iniziale e all'interno di un protonuraghe, imperava il malcostume di lasciare gli ambienti di vita quotidiana alla stregua di piccole discariche. Come giustamente osservato da Meria: "sono d'accordo che col nuraghe a tholos si prosegue una tradizione culturale che, a mio avviso, è di origini neolitiche e passa anche attraverso il nuraghe a corridoio". L'esempio del Brunku Madugui conferma oltre modo il pensiero espresso da Meria





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risosardonico

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: sassari  ~  Messaggi: 82  ~  Membro dal: 13/10/2011  ~  Ultima visita: 27/03/2013 Torna all'inizio della Pagina

DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 30/03/2012 : 00:26:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
meria ha scritto:

No DedaloNur, il ragionamento è ben diverso. Se tu ti senti in diritto di affiancare il termine fortezza a quello di tempio, ti ricordo che hai anche il dovere (se vuoi conservare la tua credibilità) di spiegare in che modo il nuraghe poteva svolgere la funzione di fortezza, diversamente rinuncia al termine o quantomeno non lamentarti se qualcuno di fa notare l'incongruenza.

credibilità? morto io, morto un cane signor presidente.... Io non mi sono lamentato di alcuna rimostranza verso alcuna incongruenza. Ho fatto notare che tu critichi tesi di lilliu già morte e sepolte pure per me (ed in parte eran morte pure per Lilliu stesso) . Dunque non ha senso che le ri-critichi. cosa dovrei ancora aggiungere?


Quali sarebbero le intuizioni generali di Lilliu che andrebbero salvate?
Lilliu nei suoi scritti ha mischiato visioni estremamente positivistiche a slanci di voli mistici passando sulla testa dei più grandi tradizionalisti della sua epoca. In definitiva un minestrone: su una riga affermava una cosa, due righe successive la smentiva.

quali sono i libri letti da te di Lilliu, con queste enormi contraddizioni? Lilliu scrisse nell'arco di un cinquatennio. Se io cambio opinione nell'arco di 2 anni, da dilettante, figurarsi lui nell'arco di 50 anni quante volte può aver cambiato le sue idee a seguito di 50 anni di sempre nuovi dati.
C'è da diffidare di chi molto si autoxontradice. ma anche in questo c'è chi lo fa in buona fede, riconoscendolo a più riprese (e mi pare proprio il caso di Lilliu) e c'è chi lo fa in mala fede per svariati motivi.

Sincerament non vorrei che si imbastisse l'ennesimo processo a Lilliu, ne ho già avuto un saggio, e non mi è piaciuto.

dimmi in modo neutro dove hai notato le contraddizioni, senza metter di mezzo le sue qualità di studioso (almeno in questo topic...) sennò si va o.t.

Se tu appartieni al gruppo de “l’antropologia della guerra” che ritiene che la guerra sia un comportamento istintuale, sappi che tale modo di interpretare il comportamento umano è più sorpassato di Lilliu e ciò non lo dice meria, ma è l’antropologia culturale a sostenerlo da diversi decenni.

Vedi, sembri non leggere quel che si scrive.

io ho scritto nelle pagine addietro come penso alla guerra, e implicitamente quale sia la linea antropologica che preferisco. . non è quella da te attaccata poco sopra.



Infine, quali sarebbero gli indizi che io faziosamente trascuro?

Immagino la presenza di armi nell’iconografia nuragica!

io non ti sto accusando di faziosità. però in effetti sembri voler interpretare tutto in un unica direzione. Il che non vuol dire per forza di cose esser faziosi.

In proposito è bene che anche tu non trascuri il fatto che l’arma ha, oltre ad utilizzo pratico, una funzione simbolica.

anche di questo problema ho accennato dietro, ovviamente in modo succinto: scriviamo in un forum.

Pensa a quante divinità del mondo antico erano armate (di arco, di spade, di pugnali o di bipenne), ma ciò, come sappiamo, non è lo specchio di una società che viveva in uno stato di perenne conflitto. L’arma è simbolo di potenza, di superiorità che bene si addice alle divinità.

ti saluto

di nuovo col perenne conflitto?
mah...










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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 30/03/2012 : 00:30:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
risosardonico ha scritto:
Molto peggio ha fatto l'archeologia degli ultimi 30 anni che per paura della contestazione hanno affibbiato al nuraghe ogni tipo d'uso: controllo del territorio, uso cultuale ma rigorosamente dopo il X sec. a.C., fortezza, centro di potere, residenza del princeps, centro per la raccolta delle derrate del clan di turno (mi domando se poi fosse necessario erigere torri di 20 metri e passa per queste necessità).

sulle critiche alla teoria della polifunzionalità con e, sfondi una porta aperta.
questo non perchè la polifunzionalità sia un idea malvagia o sballata in se. ma perchè così com'è presentata mi sembra un puzzle incoerente senza ne capo ne coda.


I tempi sono maturi per iniziare a dire con certezza scientifica cosa fossero queste strutture, ed i dati scaturiti nella maggior parte dei casi sino ad ora testimoniano di usi cultuali più o meno recenti (parliamo sempre della torre nuragica, non villaggi, capanne etc), non possono e non devono esistere, a mio modo di vedere, gli argumenta ex silentio.

libero di pensarla così. io, stesso la pensavo così







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meria

Utente Normale


Inserito il - 30/03/2012 : 08:49:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di meria Invia a meria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
DedaloNur ha scritto:


di nuovo col perenne conflitto?
mah...

[/quote]


ma dedalo, questo chi l'ha scrittto?

"Ovvero: quello che tu immagini (e che critichi) come un gran balzo rivoluzionario Imaginario fortezza---> tempio
in realtà potrebbe darsi sia stato un piccolo passo:
fortezza-tempio----> tempio........... oppure alrove,
fortezza-tempio----->fortezza."








  Firma di meria 
Niente è più difficile da vedere con i propri occhi di quello che si ha sotto il naso. J.W. Goethe

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 30/03/2012 : 08:58:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
"Ovvero: quello che tu immagini (e che critichi) come un gran balzo rivoluzionario Imaginario fortezza---> tempio
in realtà potrebbe darsi sia stato un piccolo passo:
fortezza-tempio----> tempio........... oppure alrove,
fortezza-tempio----->fortezza."

io!







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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 30/03/2012 : 09:02:07  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
DedaloNur ha scritto:

non mi hai risposto: cosa c'è di innovativo, di luce diversa in quel brano?



L'articolo, a mio parere, ha rimesso in piedi una discussione che si stava arenando su un dibattito personale. Gli ultimi post, come avrai notato, nel bene e nel male hanno riportato l'archeologia in primo piano.






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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 30/03/2012 : 09:15:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
meria ha scritto:

@ DedaloNur,

Ho affermato di condividere buona parte dello scritto non tutto.

Sul passo che tu citi "Allo stesso modo, la sovrapposizione delle tipologie stratigrafiche tra nuraghe a corridoio e torri, indicandone la medesima funzione e senso, chiarisce come le errate ipotesi che vorrebbero i nuraghe dei templi o degli edifici di mero carattere simbolico, siano da scartare (pur sottolineando che l’edificio, di per sé, riveste necessariamente un forte carattere simbolico come indicatore di status e/o centro di aggregazione simbolica della comunità e/o altro". Sono d'accordo che col nuraghe a tholos si prosegue una tradizione culturale che, a mio avviso, è di origini neolitiche e passa anche attraverso il nuraghe a corridoio.

L’errore dell’autore risiede nell’assioma che il nuraghe a corridoio non possa essere un luogo di culto. È la premessa che è sbagliata non il ragionamento.

Se l’autore avrebbe riflettuto un po’su quanto asseriva si sarebbe accorto che se il suo ragionamento lo applica in maniera a ritroso sul fenomeno del cosiddetto riutilizzo si troverebbe ad affermare (per rimanere coerente con la sua teoria del continuum): siccome nell’età del ferro i nuraghi sono luoghi di culto, lo erano anche nelle età precedenti. Come vedi in parte sono d’accordo con l’autore.


Non condivido il neretto...con questo ragionamento si fa un minestrone.
L'autore ha riflettuto bene e il ragionamento si applica a ritroso solo se non ci sono cesure evidenti con il passato. Il nuraghe tempio nel Ferro è una cesura che cancella in un sol colpo gli usi precedenti delle strutture.
Il sostrato neolitico, che procede senza cesure nel Calcolitico e giunge al nuragico, arriva (con la sua gerarchizzazione) a concepire delle capanne più maestose, frutto (a mio parere) delle esperienze maturate nel periodo di costruzione di Monte Baranta (e di altri pochi siti). Questa "moda" di sollevare in altezza le pietre (i motivi non è il caso di esaminarli) ben presto si diffonde soprattutto in quelle comunità dove la gerarchia "desidera" monumenti più imponenti. Nel giro di qualche generazione assistiamo alla comparsa di nuraghi a corridoio, tanto più alti quanto più grandi sono le pietre utilizzate. (Lasciamo per un momento perdere la sovrastruttura lignea...altrimenti non ne usciamo). Laddove il clan era più ricco, tanto più maestose cercava di realizzare le strutture all'interno del territorio che governava. Come vedete, fino a questo momento, la funzione fortino militare e la funzione luogo di culto, non sono fondamentali nel discorso. Ritengo che i primi edifici avessero funzioni concrete (ma non militari), e partecipassero (collaborando fra loro) al buon esito della vita sociale. Nel "Sistema Onnis" abbiamo spiegato il modo di occupare il territorio da parte dei clan, si deve tenere conto di quello studio per capire a fondo il mio personale punto di vista.






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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 30/03/2012 : 09:27:39  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


A volte, credo, che si ragioni senza pensare a quanti sforzi dovettero esserci dietro la costruzione di un singolo nuraghe e tutto questo solo per permettere che qualche individuo potesse salire nella terrazza del nuraghe per vedere che cosa poi? L'invasione di qualche gregge di animali, oppure l'arrivo minaccioso e frequente di nemici.

troppo riduttivo pensare al gregge di pecore. troppo esagerato e stereotipato pensare ancora alle guerre perenni tra Re-pastori, le quali ci sarranno pur state (o vogliam pensare che il mondo nuragico fosse esente dai mali dell'umana condizione?) ma sulle quali è persino inutile speculare sopra, in tutti i sensi.

Cmq non trovo giusto che si discuta a suon di battute su tali temi, per sminuire un ambito di studi già di per se molto difficile e per giunta affetto da ideologismi vari che ne precludono persino un sereno dibattito.



Come detto prima dobbiamo fare uno sforzo ed uscire da questo tipo di ragionamento, che perdura ormai da un secolo e più, basato esclusivamente sulle ipotesi, per quanto possano sembrare calzanti. Solo i materiali rinvenuti ci permettono di trarre conclusioni vicine alla realtà.

appunto, per fare un passo avanti si deve rinunziare anzitutte alle battute sui gregge di pecore. poi affrontare entrambe le tematiche guerra/religione ( e naturalmente l'economia) con buoni studi su entrambi i fronti (non solo la "religione", o solo la "guerra"), proprio per tentare di uscire da alcuni stereotipi. Poi, una volta che si ha un buon bagaglio di letture, bisogna fare una bella ricerca di archeologoia del paesaggio. poi, considerare la realtà attorno all'isola sardegna. quindi occorre pensare alle strutture sociali che possono aver portato alla nascita delle tombe dei giganti e dei nuraghi e poi dei pozzi sacri. fatto questo si considereranno meglio i fenomeni del bronzo finale, e poi quelli dell'età del ferro sino all'invasione cartaginese.
però se non si rinunzia alle battute, nulla di tutto questo sarà possibile.

O non vorremo credere ancora alla storia che cadevano all'interno, mentre si attingeva l'acqua. In alcuni casi (vedi la Prisgiona) i vasi sono addiritura sedici! Per non parlare dei recenti rinvenimenti del sito di Sa Osa, ancora, purtroppo, in corso di pubblicazione.

non riesco a seguirti. perchè paragoni sa Osa a Prijona?







Modificato da - DedaloNur in data 30/03/2012 09:33:35

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 30/03/2012 : 09:38:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.machiavelli. ha scritto:
L'articolo, a mio parere, ha rimesso in piedi una discussione che si stava arenando su un dibattito personale. Gli ultimi post, come avrai notato, nel bene e nel male hanno riportato l'archeologia in primo piano.

no non l'ho notato. non ha mutato la discussione ne in bene...ne in male..

spero cmq che la questione dei protonuraghi neolitici sia solo dovuto a confusione, perchè come ben sai, esistono anche ipotesi fantasiose sulla retrodatazione dei nuraghi.








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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 30/03/2012 : 09:50:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Spero che chi legge questa sezione abbia sale in zucca e riesca a inquadrare le cronologie principali. Per ciò che riguarda protonuraghi, nuraghi, tombe di giganti e pozzi sacri parliamo sempre di nuragico, quindi siamo in pieno II Millennio a.C.





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risosardonico

Utente Normale


Inserito il - 30/03/2012 : 11:24:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di risosardonico Invia a risosardonico un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@Dedalonur
Affrontare tematiche così vaste come quella riguardante la civiltà nuragica attraverso un blog è cosa a dir poco difficile. Pertanto, quelle che tu hai derubricato come battute, non sono altro che un tentativo, forse mal fatto o male interpretato, di rispondere ad alcune affermazioni fatte in questa discussione, mi spiego meglio: quando si afferma, anche attraverso questo nuovo sistema Onnis, che il nuraghe ha tra le sue funzioni principali, se non la più importante, quella di controllo del territorio, che cosa dobbiamo dedurne? Il discorso del gregge o dell'esercito nemico è strettamente connesso a questo tipo d'uso avanzato per la torre nuragica. Il controllo del territorio cosa altro prevede se non esercitare una forma di possesso dell'area di pertinenza di un clan, che doveva badare, sempre secondo questa teoria, che non ci fossero sconfinamenti nei propri territori di bestiame, oppure che terreni atti alla coltivazione non cadessero in possesso di altri clan, o ancora l'arrivo se non di eserciti nemici (termine sgraditissimo anche per me, ma esemplicativo) di gruppi di razziatori e via dicendo. Ma quand'anche queste ipotesi fossero vere che senso aveva costruire nuraghi monotorre di 14/16 metri per controllare il territorio, se, come affermato ieri in questo blog da Machiavelli, ad ogni torre non necessariamente doveva corrispondere una guarnigione di difesa? Questo assunto viene contraddetto da una semplicissima osservazione: se il nuraghe fosse solo una semplice torre di avvistamento perchè dotarlo di una, due ,tre camere sovrapposte, all'interno delle quali esistono nicchie, scale accessorie, ripostigli, pozzetti (votivi)? E ancora siamo sicuri che nuraghi posti a volte anche a distanze superiori al km potessero garantire un controllo del territorio così efficace, dal momento che la conformazione dello stesso è molto diversa da come appare oggi? Personalmente mi è capitato di salire sulla vetta di alcuni nuraghi che sono circondati da fitti boschi, ti assicuro che nel raggio di poche decine di metri, non si vede proprio niente!
Per quanto riguarda La Prisgiona e il sito di Sa Osa, li ho citati, ma gli esempi potrebbero moltiplicarsi, proprio per dimostrare che solo attraverso lo studio del materiale archeologico è possibile capire la funzione di questi monumenti siano essi i pozzi o i nuraghi. Non voglio continuare a ripetermi, ma tanto per citare un altro sito, il pozzo di Santu Antine di Genoni, che scopo avevano all'interno di un pozzo, alla profondità di 39 metri, 9 vasi rituali, di cui uno in bronzo in associazione con una spada votiva, due altarini nuragici con tanti bronzi infissi tra cui due statuine antropomorfe, una vasca lapidea appositamente costruita per contenere i vasi di cui sopra. Se non fossero stati rinvenuti tali reperti staremo ancora qui a parlare di un "semplice" pozzo per l'approvvigionamento idrico del clan di pertinenza.






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risosardonico

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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 30/03/2012 : 13:19:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Hai ragione...allora bisogna aggiungere questo articolo.


Per capire quali criteri determinarono la scelta del luogo dove edificare un nuraghe ci si deve basare sull’osservazione e sull’analisi di dati noti ricadenti in aree circoscritte come le vallate e alcune giare, con l’intento di individuare correlazioni comuni e ripetibili in analoghi habitat distribuiti in ambito regionale.
Conseguentemente, il perno dell’indagine è lo studio geografico dei luoghi.
In questa indagine sono stati considerati i parametri fondamentali del territorio come l’orografia, la qualità del fondo e l’idrografia, in quanto elementi naturali di questo habitat, che condizionarono i primi agricoltori per l’antropizzazione di quelle terre. I residenti realizzarono campi coltivabili, capanne, reti stradali, e le infrastrutture necessarie per permettere lo sviluppo sociale delle comunità.
Si ritiene che, originariamente, la scelta dei luoghi strategici su cui successivamente saranno edificati i nuraghi, sia frutto di decisioni dalle popolazioni del Neolitico Recente (3.300 a.C. circa) che iniziarono l’addomesticamento dei primi cereali ed edificarono capanne e/o villaggi intorno alle aree agricole.
Solo il 18% della superficie della Sardegna possiede i requisiti “ideali” per la coltivazione dei cereali, perciò, fin dalle prime attività agricole, emerse la necessità di occupare e antropizzare permanentemente le poche aree disponibili. Le aree d’edificazione dei nuraghi in Sardegna non sono omogenee, tuttavia prevalentemente ricadono nelle vallate dotate di risorse idriche che consentono lo sfruttamento di terreni pianeggianti adiacenti, proprio perché queste terre sono le più fertili.
Poiché una vallata può essere accessibile da più parti, per poter difendere il territorio occorreva predisporre una serie di posti di guardia per evitare possibili intromissioni di greggi e/o saccheggi attraverso le vie di penetrazione. Conseguentemente a tale necessità, si verificò la nascita delle prime aggregazioni sociali, i cosiddetti Clan, obbligando più famiglie a partecipare unite al bene comune.
Le vallate, per la loro conformazione, possiedono diversi pregi. Grazie alla loro concavità, durante il periodo delle piogge, raccolgono l’acqua e la incanalano in diversi rivoli rendendo il fondo della valle particolarmente fertile per più mesi all’anno. Inoltre, l’azione impetuosa del vento, fortemente deleteria per l’agricoltura, è limitata nell’area interna della vallata, grazie ai bordi rialzati dell’anello perimetrale.
Nonostante siano trascorsi oltre 5000 anni, che dal punto di vista geologico corrispondono ad un battito di ciglia, i luoghi non hanno subito grosse variazioni geomorfologiche e il fatto che a tutt’oggi, la maggior parte degli ovili e delle aziende agricole sussistono prevalentemente su emergenze archeologiche nuragiche e/o resti di capanne e recinti a loro coevi, dimostra che i parametri agro-pastorali considerati a suo tempo, sono ritenuti validi ancora oggi. La contemporanea presenza e partecipazione nelle vallate, e in alcune giare, di diverse emergenze archeologiche, come circoli megalitici, capanne, protonuraghi, nuraghi, pozzi sacri, necropoli con domus de janas e tombe dei giganti…, seppure costruite in tempi diversi e da comunità differenti, disegnano una linea temporale la cui origine culturale e religiosa è certamente neolitica, e la cui continuità è frutto di sovrapposizioni di genti che vissero nello stesso luogo, con le stesse difficoltà ed esigenze, esternate con manifestazioni artistiche e culturali diverse.
Tale prassi fu rispettata certamente anche dai nuragici, come oggi dai nostri pastori con gli stazzi.






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meria

Utente Normale


Inserito il - 30/03/2012 : 19:49:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di meria Invia a meria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.machiavelli. ha scritto:

Hai ragione...allora bisogna aggiungere questo articolo.


Per capire quali criteri determinarono la scelta del luogo dove edificare un nuraghe ci si deve basare sull’osservazione e sull’analisi di dati noti ricadenti in aree circoscritte come le vallate e alcune giare, con l’intento di individuare correlazioni comuni e ripetibili in analoghi habitat distribuiti in ambito regionale.
Conseguentemente, il perno dell’indagine è lo studio geografico dei luoghi.
In questa indagine sono stati considerati i parametri fondamentali del territorio come l’orografia, la qualità del fondo e l’idrografia, in quanto elementi naturali di questo habitat, che condizionarono i primi agricoltori per l’antropizzazione di quelle terre. I residenti realizzarono campi coltivabili, capanne, reti stradali, e le infrastrutture necessarie per permettere lo sviluppo sociale delle comunità.
Si ritiene che, originariamente, la scelta dei luoghi strategici su cui successivamente saranno edificati i nuraghi, sia frutto di decisioni dalle popolazioni del Neolitico Recente (3.300 a.C. circa) che iniziarono l’addomesticamento dei primi cereali ed edificarono capanne e/o villaggi intorno alle aree agricole.
Solo il 18% della superficie della Sardegna possiede i requisiti “ideali” per la coltivazione dei cereali, perciò, fin dalle prime attività agricole, emerse la necessità di occupare e antropizzare permanentemente le poche aree disponibili. Le aree d’edificazione dei nuraghi in Sardegna non sono omogenee, tuttavia prevalentemente ricadono nelle vallate dotate di risorse idriche che consentono lo sfruttamento di terreni pianeggianti adiacenti, proprio perché queste terre sono le più fertili.
Poiché una vallata può essere accessibile da più parti, per poter difendere il territorio occorreva predisporre una serie di posti di guardia per evitare possibili intromissioni di greggi e/o saccheggi attraverso le vie di penetrazione. Conseguentemente a tale necessità, si verificò la nascita delle prime aggregazioni sociali, i cosiddetti Clan, obbligando più famiglie a partecipare unite al bene comune.
Le vallate, per la loro conformazione, possiedono diversi pregi. Grazie alla loro concavità, durante il periodo delle piogge, raccolgono l’acqua e la incanalano in diversi rivoli rendendo il fondo della valle particolarmente fertile per più mesi all’anno. Inoltre, l’azione impetuosa del vento, fortemente deleteria per l’agricoltura, è limitata nell’area interna della vallata, grazie ai bordi rialzati dell’anello perimetrale.
Nonostante siano trascorsi oltre 5000 anni, che dal punto di vista geologico corrispondono ad un battito di ciglia, i luoghi non hanno subito grosse variazioni geomorfologiche e il fatto che a tutt’oggi, la maggior parte degli ovili e delle aziende agricole sussistono prevalentemente su emergenze archeologiche nuragiche e/o resti di capanne e recinti a loro coevi, dimostra che i parametri agro-pastorali considerati a suo tempo, sono ritenuti validi ancora oggi. La contemporanea presenza e partecipazione nelle vallate, e in alcune giare, di diverse emergenze archeologiche, come circoli megalitici, capanne, protonuraghi, nuraghi, pozzi sacri, necropoli con domus de janas e tombe dei giganti…, seppure costruite in tempi diversi e da comunità differenti, disegnano una linea temporale la cui origine culturale e religiosa è certamente neolitica, e la cui continuità è frutto di sovrapposizioni di genti che vissero nello stesso luogo, con le stesse difficoltà ed esigenze, esternate con manifestazioni artistiche e culturali diverse.
Tale prassi fu rispettata certamente anche dai nuragici, come oggi dai nostri pastori con gli stazzi.


Hai citato anche le giare, bene.

In quella di Gesturi-Genoni-Tuili-Setzu (42 km quadrati) sono presenti 24 nuraghi tutti collocati sul ciglio dell'altopiano. Al centro è una pietraia, sui fianchi il terreno è fortemente in pendenza e lungi dall'essere fertile. Questo è per farti un esempio che manda a gambe all'aria il contenuto dello scritto che hai postato. E inoltre mi domando cosa dovevano controllare questi 24 nuraghi posti ai margini di un altopiano pietroso e a lunga distanza dalle terre fertili e dall'acqua?

Forza e coraggio c’è un altro specchio da scalare!

Vi saluto






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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 30/03/2012 : 20:13:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi dispiace deluderti ma la Giara di Gesturi fa parte del nostro lavoro e abbiamo individuato 52 direttrici! Abbiamo già allertato la soprintendenza, il sindaco di Gesturi e pubblicato un articolo a riguardo.
Al centro non c'è una pietraia...sbagli di parecchio. Qualora volessi partecipare alle nostre ricerche potrai toccare con mano quanto sia efficace il Sistema Onnis. Pensa che proprio questa Giara è alla base dello studio!






Modificato da - .machiavelli. in data 30/03/2012 20:14:28

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