Forum Sardegna - interpretazione della scarnificazione
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Nota Bene: Seulo è un piccolo paese della provincia di Cagliari, che dà il nome alla zona inferiore della Barbagia (detta, appunto, Barbagia di Seulo). Posto sulla valle del Rio Medau a 790 metri slm, e ai piedi del Monte Perdedu.



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digipurp

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Inserito il - 04/11/2011 : 19:46:10  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di digipurp Invia a digipurp un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
su Haaretz è comparso un interessante articolo su le scoperte archeologiche sull'altipiano del Golan.
Riporto il link:
Published 20:52 03.11.11
Latest update 20:52 03.11.11

Morbid theory in mystery of Israel's answer to Stone Henge
http://www.haaretz.com/news/nationa...nge-1.393568








Modificato da - kigula in Data 19/11/2011 11:45:56

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digipurp

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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 04/11/2011 : 20:40:32  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Quattro cerchi concentrici di pietra, molto fuori mano (un'ora dalla strada più vicina, ma curiosamente vicini ad una zona mineraria) e molto distrutti, del diametro maggiore (il cerchio esterno) di circa 150 metri, "forse" originariamente alti fino anche 9 metri. Sulla loro funzione e destinazione d'uso si discute (ma guarda un po'?): c'è chi tira fuori paragoni con Stonehenge e ne fa osservatori astronomici del 4.000 a.C. e chi invece li vede come "torri del silenzio", nel quale erano scarnificati i cadaveri dei defunti, per poterne richidere le ossa in urne (suggestivo il reperto di cilindri di rame del Calcolitico, con rappresentazione di uccelli appollaiati in cima e presenza di piccoli pertugi alla base, come sportelli: richiamano alla mente i modellini bronzei dei nuraghi, da molto lontano)... C'è chi - più semplicemente - li vede come deposizioni e chi controbatte che l'unica tomba rinvenuta nel circolo più interno è certamente successiva di almeno un millennio (cioè noon è del Calcolitico). Il nome arabo significa "Mucchio di pietre sui gatti selvaggi" ed in ebraico "Ruota dei fantasmi".

Affascinante: non è proprio quello che facciamo per i nuraghi, qui da noi? C'è anche la presenza di una buffa e variopinta armata Brancaleone che formula ipotesi le più varie e strane, a base di "vibrazioni", di riti, solstizi ed albe etc etc.

Faccio notare che qualcuno, qui da noi, aveva formulato una di queste ipotesi (in particolare quella delle "torri del silenzio") per alcune costruzioni presenti in Sardegna, alcuni anni fa...

Immagine:

35,64 KB









Modificato da - maurizio feo in data 04/11/2011 20:42:05

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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 05/11/2011 : 19:15:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@dgpurp
strutture a cerchi concentrici sono presenti anche altrove, solo adesso non riesco a ricordare i nomi dei siti; una (andando a braccio) era presente in germania, un altra nel nord Italia.
ma ce n'è una anche in Sardegna...


Freikman's excavations have yielded almost no material remains of the kind that are common at most archaeological sites, he said. That is significant, however, as it confirms that the site was never lived in and was thus not a defensive position or a residential quarter but most likely a ritual center of some kind — possibly, he said, one indeed linked to a cult of the dead.

leggendo a spizzichi e a bocconi, mi pare che l'ipotesi sia un po speculativa. anche il confronto con le torri del silenzio non mi convince.












Modificato da - tholoi in data 07/11/2011 18:30:56

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"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

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maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 05/11/2011 : 19:25:19  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Io trovo che l'argomento introdotto da digipurp sia interessante e stimolante. Credo d'interpretarlo correttamente e non lo trovo inutile né polemico.
Trovo senz'altro molto buffo che su molte strutture del passato - tra l'altro molto differenti tra loro, pertinenti a culture diverse e di epoche anche distantissime - si creino le medesime liti tra esperti ed appassionati e sempre sugli identici temi: la funzione d'uso etc etc. (lo abbiamo visto per i Brochs e adesso per questi anelli concentrici).
Vorrei ricordare, di passaggio, che la scarnificazione dei corpi dei defunti è stata propria di molte culture, in varie epoche (alcune anche recenti), come anche il cannibalismo rituale (e non rituale, il che - per noi osservatori odierni - è peggio).
E' sicuramente - quello di digipurp - solamente un accenno ad un tema complesso e vasto, con implicazioni che potrebbero condurre anche molto lontano.
Personalmente, lo ringrazio per averci dato questa notizia.









Modificato da - maurizio feo in data 05/11/2011 19:26:34

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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 05/11/2011 : 19:34:24  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
anche io lo ringrazio per lo spunto, appena posso, e se posso, gli segnalo io siti di mia conoscenza.








Modificato da - tholoi in data 07/11/2011 18:32:51

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maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 06/11/2011 : 10:05:32  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Dedalo:
Il post di digipurp è interessante, proprio perché alla voce "Haaretz" pertengono molte notizie dell'attualità (anche recente e anche di guerra) ma quasi nessuna archeologica, in verità: quindi si tratta di un argomento che - in qualche modo - lui è andato a trovare (magari per caso, chissà) e che ha voluto gentilmente condividere con gli amici del Forum di Paradisola, facendo una cosa sicuramente gradita: si tratta - per ora, almeno - di una curiosità e poco altro...

E' un argomento su cui si sa poco e ognuno ha partecipato con le proprie considerazioni: anche scherzando.

In Israele, crocevia della storia da millenni, le civilizzazioni hanno lasciato nel vero senso della parola I loro segni nelle rovine di centinaia di splendidi siti. Grazie all’archeologia, questi resti, da enormi porte e mura di protezione a piccoli e delicati gioielli, da misteriose iscrizioni a lunghe cave, nascondigli e acquedotti, sono tornati alla luce e lasciano meravigliare sui risultati raggiunti dagli antichi proprio dove adesso si cammina.

È privilegio e passione degli archeologi israeliani scoprire, conservare e mostrare i ritrovamenti che esplicano il passato multiculturale e la ricca storia delle tre fedi monoteiste che ebbe luogo qui.
La magia archeologica israeliana inizia con la preistoria e con i resti dei primi umani ritrovati sul monte Carmelo e nelle montagne di Nazaret. Le testimonianze della Scritture Ebraiche, dall’ingresso a tre archi di Dan, risalente ai tempi di Abramo (Gen. 14:14), all’antico pozzo a Beersheva, una città fondata dal primo patriarca (Gen. 21:31). Tel Tzafit nella parte centrale della Israele Filistina è creduta essere Gat, la città natale di Goliath’s (1 Sam 17:4). I rotoli del Mar Morto e lo Tempio del Libro del Museo di Israele sono in assoluto tra le più importanti scoperte del 20° secolo.

Ritrovamenti del Nuovo Testamento riportano in vita la storia di Gesù alla piscina di Siloam a Gerusalemme, a Korazim, Bethsaida, e nella Barca della Galilea e in molto altro. L’esperienza Islamica è tornata alla luce nella Moschea bianca e nei palazzi medievali tuttora in utilizzo a Gerusalemme e ad Acco oltre vari altri posti.
Numerosi tra questi siti fanno adesso parte dei Patrimoni Umanitari Unesco, tra cui Megiddo, Hazor e Beersheva, la Strada dell’Incenso, città del deserto del Negev, polo commerciale dell’antichità, la Città vecchia di Acco, le rovine Erodiane e l’eroica storia di Massada, con tanti altri siti proposti.

Archeologi e restauratori in Israele lavorano senza sosta per riportare in vita questi siti con innovative interpretazioni. I periodi Romani e Bizantini rinascono grazie alle preziose ricostruzioni e agli splendidi segni nei parchi nazionali di Cesarea e Bet Shean. Il Davidson Center rappresenta un punto fondamentale di pellegrinaggio per riscoprire il Tempio di Gerusalemme all’interno del Parco Archeologico della Parete Sud ed è stato realizzato all’interno delle fondamenta di un palazzo dell’ottavo secolo. Sculture che richiamano agli antichi temi adornano le rovine del Palazzo del periodo del Primo Tempio a Ramat Rachel, vicino Gerusalemme. La presentazione audio visuale a Beit Alfa introduce alla storia dei mosaici della sinagoga e dei suoi artisti. A Tzippori, attori in costume intrattengono i visitatori tra le rovine con storie dei tempi passati e, al Villaggio di Nazaret è possibile ammirare meticolose ricostruzioni della vita quotidiana ai tempi di Gesù.

Il Museo di Israele, il Rockfeller e il Museo delle Terre della Bibbia a Gerusalemme, l’Haaretz Museum (parte del quale è un’antica città Fillistina) e il Museo Hecht dell’università di Haifa mostrano alcune tra le più grandiose collezioni di antichità del mondo. Alcune collezioni più piccole, come quella del Kibbutz Galed o del Kibbutz Ein Shemer, mostrano l’amore degli israeliani per le antichità proprio nei loro aggregati culturali.

Israele offre anche l’opportunità di vivere l’emozione e il prestigio di scoprire Israele partecipando ad uno scavo. Contattare l’Autorità Israeliana delle Antichità: http://www.antiquities.org.il/artic...&subj_id=229.










Modificato da - tholoi in data 07/11/2011 18:41:14

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Beni: ti naru unu contu...

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maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 06/11/2011 : 16:42:53  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Rujm el-Hiri

Etymology

The name Rujm el-Hiri was originally obtained from Syrian maps.[5] Translated from Arabic into English, it means, "the stone heap of the wild cat."[2] The term rujm in Arabic (pl. rujum; Hebrew: rogem) can also refer to a tumulus, a heap of stones underneath which human burial space was located.[1]
Rogem Hiri is the Hebrew pronunciation of the Arabic name, Rujm el-Hiri.[2][3] More recently, another Hebrew name for the site is also being used: Gilgal Refaim (Gilgal ;';m or Galgal Ref#257;'; "Wheel of Refaim").[4] Refa'im in modern Hebrew means "ghosts" or "spirits". The same root underlies the word used in the Tanakh to refer to a race of giants, the "Rephaites", described as the ancient people of the Bashan (modern Golan).

Structure and description

The site's dimensions and its location on a wide plateau scattered with hundreds of dolmens, means that an aerial perspective allows for a fuller appreciation of its layout.[1] From above one can see a large circle (slightly oval) of basalt rocks, containing four smaller, concentric circles, that get progressively thinner, with some complete, others incomplete.[6] The walls of the circles are connected by irregularly placed smaller stone walls.[6]
Basalt rocks are common in the Golan Heights, due to the region's history of volcanic activity. Described as the "Stonehenge of the Levant," the site is made up of 37,500 metric tons of partly worked stone stacked up to 2 meters (6.6 ft) high.[7] A central tumulus 65 feet (20 m) in diameter and 15 feet (4.6 m) high is surrounded by concentric circles, the outermost of which is 520 feet (160 m) in diameter and 8 feet (2.4 m) high.[1] Two entrances to the site face the northeast (29 meters (95 ft) wide) and southeast (26 meters (85 ft) wide).[1][2] The northeast entrance leads to an accessway 20 feet (6.1 m) long leading to the center of the circle which seems to point in the general direction of the June solstice sunrise.[7][2] The axis of the tomb discovered at the site's center is similarly aligned.[7] Mount Hermon is almost due north and Mount Tabor is close to December solstice sunrise, providing visual connection of cosmic and geographic planes and reinforcing mystical powers of the temple by design.[6]
The central tumulus (or tomb) is built from smaller rocks and is thought to have been constructed after the surrounding walls were constructed.[7] Connecting to it are four main stone walls. The first wall, shaped like a semicircle, is 50m in diameter and 1.5m wide. That wall is connected to a second one, an almost complete circle 90m in diameter. The third wall is a full circle, 110m in diameter and 2.6m wide. The fourth and outermost wall is the largest: 150m in diameter and 3.2m wide.

History and purpose

The site was cataloged during an Israeli archaeological survey carried out in 1967-1968, after the Six-Day War.[1] The site is probably the source of the legends about "a remnant of the giants" or Rephaim for Og.The surveyors used Syrian maps and a Syrian triangulation post was found on top of its cairn.[5] After this initial study, serious archaeological excavations commenced in the 1980s, under Israeli professors Moshe Kochavi and Yoni Mizrachi.

Hypotheses

Worship - According to this hypothesis, supported by a large part of the researchers, the site was used for special ceremonies during the longest and shortest days of the year. It seems, that on the year 3000 BCE, on the longest day, the first rays of the sun shone through the opening in the north-east gate, which is 20 by 29 meters. However, they did not shine in a perfect angle. It is assumed this is because the builders of those days didn't have sufficiently accurate architectural tools. The resident probably used the site to worship Tammuz and Ishtar, the gods of fertility,[7] to thank them for the good harvest during the year. After the erection of the tomb in the center, the rays' path was blocked.

Burial site - It appears that place of worship later became a burial site[6] for leaders or other important individuals. Supporting this theory was the tomb in the Dolman. However, no human remains were found, only objects pointing to its function as a tomb. Also, even if it were a tomb, that was not the site's original function, as the tomb is a 1,000 years newer than the site itself.

Dakhma – Archaeologist Rami Arav suggests the site was used like the Dakhmas of the Zoroastrians, in which dead persons were laid out for birds to remove the flesh from their bones.[9]

Calendar - Some believe the site was used an as ancient calendar. Although the site could not be used to calculate an exact date, it was sufficient for the people's needs. At the times of the two equinoxes, the sun's rays would pass between two rocks, 2m in height, 5m in width, at the eastern edge of the compound. This way, they could know when the first rains would come, and determine the right time to sow or reap their crops.

Astronomical observations - Perhaps the site was used for astronomical observations of the constellations, probably for religious calculations. Researchers found the site was built with dimensions and scales common for other period structures, and partly based on the stars' positions. [10]

Today

In 2007, the site was excavated by Yosef Garfinkel and Michael Freikman of the Hebrew University of Jerusalem. Freikman returned in the summer of 2010 for further investigation of the site’s date and function.[11] Freikman believes that the tomb in the center was built at the same time as the rings. Tomb robbers looted the remains, which included jewelry and weapons, but based on the discovery of one Chalcolithic pin dropped in a passageway, Freikman's theory is that the tomb was the centerpiece of the rings.[12]
New Age movements advocating a return to nature gather at the site on the summer solstice and on the equinox to view the first rays of the sun shine though the rocks.[citation needed]
The Golan Trail, a marked 130-kilometer walking trail that stretches along the whole length of the Golan Heights, passes Gilgal Refa'im.

1) Avraham Negev; Shimon Gibson (July 2005). Archaeological encyclopedia of the Holy Land. Continuum International Publishing Group. pp. 207, 443, 518. ISBN 9780826485717. Retrieved 30 March 2011.
2) Jerome Murphy-O'Connor (15 April 2008). The Holy Land: an Oxford archaeological guide from earliest times to 1700. Oxford University Press US. pp. 457, 478. ISBN 9780199236664. Retrieved 30 March 2011.
3) "Rogem Hiri - Ancient Mysterious Construction". Israeli Ministry of Foreign Affairs. Retrieved 2009-08-24.
4) "In the wildcat's pile of stones". Ha'aretz. Retrieved 2009-08-24.
5) Israel. Mi#347;rad ha-#7717;inukh #7807;eha-tarbut. Dept. of Antiquities and Museums; Universi#7789;ah ha-#699;Ivrit bi-Yerushalayim. Makhon le-arkhe#702;ologyah; #7716;evrah la-#7717;a#7731;irat Erets-Yi#347;ra#702;el #7807;e-#699;ati#7731;oteha (1996). Israel exploration journal. Israel Exploration Society. p. 194. Retrieved 30 March 2011.
6) Clive L. N. Ruggles (2005). Ancient astronomy: an encyclopedia of cosmologies and myth. ABC-CLIO. pp. 366–368. ISBN 9781851094776. Retrieved 29 March 2011.
7) Anthony F. Aveni (2001). Skywatchers. University of Texas Press. pp. 323–324. ISBN 9780292705029. Retrieved 30 March 2011.
8) From Og's Circle to the Wise Observatory, Yuval Ne'eman, Tel Aviv University
9) The Associated Press (3 Nov 2011). "Morbid theory in mystery of Israel's answer to Stone Henge". Haaretz.
10) Ancient Astronomy at Rujm el-Hiri: Star Watching in Ancient Israel
11) Rujm el Hiri, Find a dig Brit-Am Megalithic Bulletin Update
12) Hiking tour: The Golan Trail










Modificato da - maurizio feo in data 06/11/2011 16:48:54

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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 06/11/2011 : 16:50:38  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Si intende che il nome del Topic è: Rujm el-Hiri, non Haaretz, che si riferisce a tutt'altro.








Modificato da - maurizio feo in data 06/11/2011 16:51:01

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tholoi
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Inserito il - 07/11/2011 : 18:48:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di tholoi Invia a tholoi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
A meno che non siate dotati di tastiere con tecnologia incontrollata di "input-mentale" (piuttosto che input-digitale), ricordo che è sempre valida la possibilità di non intervenire se non interessati ai topic, o se questi non soddisfano le nostre aspettative. Fine dell'OT.








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DedaloNur
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Inserito il - 07/11/2011 : 21:45:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ digipurp

ho ricordato almeno il nome del sito tedesco neolitico del 4800 a.C. che avevo citato nel mio primo intervento si tratta di Goseck. è il più famoso dei siti tedeschi di questo generre (pare infatti che ve ne siano diverse centinaia). In un sussulto di Deutchland uber alles, l'han definita la stone henge tedesca.

è composto di 4 cerchi concentrici

http://it.wikipedia.org/wiki/Cerchio_di_Goseck
http://www.megalithic.co.uk/article.php?sid=13239
http://arxiv.org/pdf/0910.0560

non posso dire molto di questo sito, perchè non ce l'ho menzionato nei miei libri di archeoastronomia ma a leggere vari pdf reperibili su internet pare sia orientato al solstizio di inverno.

Gli scavi effettuati rivelano che il sito di Goseck consisteva in quattro cerchi concentrici, un tumulo, un fossato e due palizzate in legno. Le palizzate avevano tre serie di porte a sud-est a sud-ovest e nord. Al solstizio d'inverno, gli osservatori situati al centro del sito avrebbe visto il sole sorgere e tramontare attraverso le porte di sud-est e sud-ovest. Frammenti di ceramica rinvenuti in situ hanno permesso di datare l'osservatorio al 4.900 a.C.


meglio leggere questa questa voce per chi può in inglese:
http://en.wikipedia.org/wiki/Goseck_circle




appena posso se riesco rintraccio il sito val d'aostano in cui ricordo d0essermi imbattuto molto tempo fa...









Modificato da - DedaloNur in data 07/11/2011 21:51:37

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DedaloNur
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Inserito il - 07/11/2011 : 21:56:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ovviamente strutture circolari e orientate non sono presenti solo in germania e gran bretagna. ricordo d'aver letto tra l'altro l'ipotesi, che vari circoli megalitici, potessero essere in origine, altrettante strutture a più "cerchi", di cui quelli non più trovati, fatti in materiale deperibile.

è un ipotesi.









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DedaloNur
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Inserito il - 08/11/2011 : 18:05:49  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
IL CROMLECH DEL PICCOLO SAN BERNARDO (anche se non è costruito a cerchi concentrici come ricordavo...)

Il cromlech è costituito attualmente da 46 pietre allungate e appuntite, poste ad una distanza di 2 o 4 metri una dall'altra, disposte a formare vagamente una circonferenza di 80 metri di diametro.Alcune pietre, o menhir, che compongono il cromlech hanno delle forme particolari: quella indicata con il numero 3 e' particolarmente grande, circa 80 cm, ha una forma squadrata e sostenuta da un'altra pietra di rincalzo dello stesso tipo, la settima pietra, un po' appuntita, è più alta rispetto alle vicine, un'altra ancora riporta una coppella.


http://www.sarpomclub.it/astronomia...rcheoast.pdf

http://www.archaeoastronomy.it/crom...bernardo.htm









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