Forum Sardegna - Petrolio: Lotta per salvare Platamona
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Nota Bene: Nella penisola di Sinis, lungo la costa che va da Is Arutas a San Giovanni, si trovano alcune antiche cave di arenaria carbonatica utilizzate già in epoca romana e localizzate in riva al mare per un più agevole trasporto del materiale su imbarcazioni. Scavate con la tipica tecnica a grandi riquadri e soggette all'erosione dei venti e del mare, attualmente sono parzialmente sommerse. Di interesse turistico è, non lontana dalla torre costiera di Seu, la così detta “Sala da ballo” che presenta un pavimento particolarmente liscio racchiuso da pareti verticali.



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Autore Discussione
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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 19/01/2011 : 23:19:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
antonellocor ha scritto:

...... che l'incidente c'è stato, che bisogna porvi rimedio, che bisogna evitare che capiti di nuovo, sono tutte cose già dette! Anche se tu e qualcun altro avete cercato di mettermi in bocca cose diverse... Ma resta un fatto: 10, 20 o 30mila litri di olio combustibile riversati in mare fanno un danno ma non sono un disastro ecologico ne tantomeno una catastrofe .......

Che questo incidente, per quanto indiscutibilmente dannoso, molto dannoso ecologicamente ed economicamente, non possa essere definito una "catastrofe", posso anche essere in linea di massima d’accordo. Però, come già detto la quantità di olio riversata in mare al momento non è quantificabile e, mi sembra, che da più parti si tenga a minimizzare. 10, 30 o 50 litri, sono relativamente poca cosa, quasi niente se distribuiti in una ampia superficie, perciò e facile ipotizzare che siano molti, molti di più.
Comunque l’inquinamento in questione, di per se grave e imperdonabile, non è stato causato dalla petroliera che ha scaricato il combustibile, ma da difetti nelle tubatura sulla banchina, che si potevano evitare con una adeguata manutenzione. Troppo comodo poi dire che l’opera di risanamento verrà fatto a spese della ditta interessata (in questo caso dalla E ON): i responsabili devono pagare, anche penalmente.
Io sono d’accordo che non si possono eliminare di colpo industrie petrolifere, con tutta la loro filiera, che danno lavoro a migliaia di persone. Queste cose le ho dette anni fa in un’altra discussione, Petru mi è testimone), però si devono prendere provvedimenti seri perché queste cose non succedano, mai. Le industrie petrolifere invece, eliminando la normale manutenzione degli impianti che prima si faceva regolarmente, non solo rischiano continuamente disastri, ecologici o meno, che possono causare facilmente la perdita di vite umane (a P Torres è già successo qualche anno fa), ma anche causano la perdita sicura di parecchi posti di lavoro: quelli, appunto, dei lavoratori addetti alle manutenzioni.
Per quanto riguarda la cantilena che noi sardi non facciamo che piangerci addosso, hai ahimé proprio ragione: se una cosa simile fosse successa in qualche altra parte d’Italia, certamente la gente non si sarebbe limitata a lamentarsi, ma avrebbe reagito di brutto e, a piangere sarebbero stati i responsabili del danno. Noi in Sardegna siamo abituati a non guardare oltre l’uscio di casa: quello che succede al di fuori non è affar nostro. Siamo i soliti “pocos, locos y malunidos” Lo sanno tutti, anche la E On
Turritano








Modificato da - Turritano in data 19/01/2011 23:34:15

  Firma di Turritano 
Le dominazioni passano ... i Sardi restano!

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 4480  ~  Membro dal: 13/01/2008  ~  Ultima visita: 04/10/2016 Torna all'inizio della Pagina

Nostalgia

Utente bloccato


Inserito il - 20/01/2011 : 00:58:02  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Turritano ha scritto:
Noi in Sardegna siamo abituati a non guardare oltre l’uscio di casa: quello che succede al di fuori non è affar nostro. Siamo i soliti “pocos, locos y malunidos” Lo sanno tutti, anche la E On



Nulla è impossibile... la speranza è l'ultima a morire. Dovete però lavorarci parecchio su sta cosa !
Iniziando dagli amici e parenti, vicini di casa, figli e nipoti... sperando in un futuro migliore almeno per loro.
FORZA PARIS !








 Regione Piemonte  ~ Città: Torino  ~  Messaggi: 661  ~  Membro dal: 22/11/2010  ~  Ultima visita: 24/04/2011 Torna all'inizio della Pagina

antonellocor
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 20/01/2011 : 13:55:01  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di antonellocor Invia a antonellocor un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Turritano
concordo al 100% col tuo ultimo post ma permettimi qualche precisazione:

10, 30 o 50 litri, sono relativamente poca cosa, quasi niente se distribuiti in una ampia superficie, perciò e facile ipotizzare che siano molti, molti di più.


Se l'imbarcazione dalla quale si stava travasando il prodotto aveva a bordo 27mila litri come si è detto l'inquinamento può essere superiore ai 10mila ma non a 27mila non trovi? Ma il succo del mio discorso non cambia!

eliminando la normale manutenzione degli impianti che prima si faceva regolarmente, non solo rischiano continuamente disastri, ecologici o meno, che possono causare facilmente la perdita di vite umane (a P Torres è già successo qualche anno fa)


Forse ti riferisci all'esplosione della nave "Panam Serena" esplosa mentre scaricava benzene a Porto Torres il giorno di capodanno del 2004 (correggimi se sbaglio). In quel caso non si trattò di cattiva manutenzione ma di negligenza. Per risparmiare tempo fu fatta una certa operazione senza le necessarie precauzioni quindi la colpa fu sia del personale di terra che di quello di bordo. Purtroppo due persone dell'equipaggio persero la vita.









  Firma di antonellocor 

Non c'è rimedio ne per la nascita ne per la morte, ciò che ci resta è cercare di goderci l'intervallo

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: San Sperate  ~  Messaggi: 1294  ~  Membro dal: 25/02/2009  ~  Ultima visita: 12/07/2013 Torna all'inizio della Pagina

antonellocor
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 20/01/2011 : 15:04:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di antonellocor Invia a antonellocor un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nostalgia ha scritto:

Caro ANTONELLOCOR qualcosa non va ??


Perché ci dovrebbe essere qualcosa che non va? Comunque fa sempre piacere sapere che c'é qualcuno che si preoccupa per me

Visto che sei stata tanto gentile da rispondere al mio post punto per punto ti ricambio la gentilezza

Ovviamente hai una laurea in biologia marina per saper stimare i reali danni ambientali e una in economia con specializzazione in ambito turistico per stabilire quali conseguenze porteranno tutti questi IRRILEVANTI incidenti !


No, purtroppo non posso fregiarmi di titoli accademici ma mi piace informarmi e ragionare. Diciamo che il santuario dei cetacei ha un'estensione di circa 100mila km quadrati che moltiplicati per la profondità del fondo fanno parecchie centinaia di milioni di metri cubi d'acqua. Ora se lo sversamento di Fiumesanto è stato pari alla capacita della vasca di irrigazione di Turritano (come lui stesso ha scritto ) si fa presto a fare una proporzione. Cercherò di essere ancora più chiaro: quella che vedi nell'immagine è la carta del santuario dei cetacei presa dal sito ufficiale :


Immagine:

19,1 KB

Se la confrontiamo con l'area interessata dall'inquinamento credo non sia necessaria una laurea in biologia marina per capire che questo incidente non può compromettere TUTTA l'area, anche considerando che il vento ha spinto il prodotto inquinante verso terra!

Permettimi un'altra considerazione: il primo progetto che ha poi portato al santuario dei cetacei risale all'inizio degli anni '80, dall'89 al '91 viene realizzato il "progetto Pelagos", dopo vari lavori e progetti il santuario dei cetacei diventa realtà nel 1999. Durante questo periodo però succede anche un'altra cosa, sempre nella stessa area. L'11 aprile del 1991 al largo di Voltri ci fu un'esplosione sulla petroliera "Haven". Trasportava 144mila tonnellate di petrolio e circa mille di carburante e quasi tutte si riversarono in mare (90mila circa bruciarono) sia dopo l'esplosione che per parecchi anni dopo il naufragio. I danni ambientali furono incalcolabili, fu il peggior disastro ecologico del Mediterraneo, ma non ci fu tanto risalto sulla stampa perché appena dieci ore prima il traghetto Moby Prince entrò in collisione con la petroliera "Agip Abruzzo" incendiandosi e causando la morte di tutte le 140 persone a bordo e nei giorni successivi si parlò praticamente solo di quello.
La mia domanda è la seguente: Se le 144mila tonnellate di petrolio della Haven non hanno impedito la costituzione del santuario dei cetacei (considerando che il relitto continuò a rilasciare prodotto fino al 2008, data della bonifica finale) come possono in nostri 27mila litri fare un danno più grave?

OTTIMA IDEA !! SENZA SE E SENZA MA ! Siamo pronti a fare qualsiasi cambiamento e sacrificio per non perdere l'inestimabile tesoro chiamato pianeta Terra !


Ottimo siamo pronti a qualsiasi cambiamento, ma quando cominciamo? Tu che predichi tanto conduci una vita "libera" da qualsiasi derivato del petrolio? Non credo proprio visto che, per esempio, vieni ogni anno in Sardegna (tanto per dirne una) a meno che non vieni in canoa! I buoni propositi servono solo se sono realizzabili...

Anche se... più che navi sembrano pozzi PETROLIFERI da come perdono da ogni parte !!


Come fai a dire questo? Conosci come è fatta e come funziona una nave petroliera? (e qui rinnovo il mio invito). E' un luogo comune. Pensaci, anche commercialmente non conviene a nessuno una nave che perde il carico strada facendo! Certo gli incidenti ci sono come ci sono le negligenze, ma ci sono anche per qualsiasi altro mezzo di trasporto...

Le navi sono necessarie sopratutto per voi ! Sai bene quanti tir viaggiano via mare per portarvi i più disparati prodotti. Basta applicare severissimi controlli per inquinare il meno possibile !


Con voi intendi noi sardi? Non risulta che servano solo a noi. Come al solito ti faccio un esempio pratico. L'Italia non produce petrolio quindi lo importa. Le più grandi raffinerie sono Multedo (Genova), Melilli (Siracusa), Porto Marghera (Venezia) e la Saras di Sarroch, giusto per citare le più grandi. Tutto il petrolio importato viaggia via mare. Siccome però non siamo in grado di raffinare in quantità sufficiente al nostro fabbisogno nazionale importiamo anche prodotti già raffinati (che guarda caso viaggiano via mare). E questo parlando solo di petrolio e derivati... Se poi vogliamo aggiungere anche chimica e prodotti finiti che viaggiano in container... A proposito, esiste un progetto chiamato "autostrade del mare" mirato ad incentivare il trasporto marittimo tra nord e sud Italia in modo da diminuire il traffico su strada e conseguentemente l'inquinamento atmosferico. Quindi come vedi le navi non servono solo a noi . E mi sono limitato all'Italia.
A proposito dei controlli, esistono già ed il fatto che le navi cisterna sono considerate le più a rischio quindi soggette a controlli più rigorosi le ha rese anche le più sicura. La nave è comunque il mezzo di trasporto meno inquinante (eccetto il treno elettrico ovviamente). Automobili ed aerei se fai un rapporto tra emissioni e capacità di trasporto sono di gran lunga più inquinanti.

Non sapevo quale fosse il tuo lavoro ma ora ho capito che sei tu che mi consideri una "terrorista" o meglio un'anarcoinsurrezionalista !
Insomma... una bella grana !


Hai capito male, le grane sono solo per chi ha la coscienza sporca e qualcosa da nascondere, ma non è il mio caso

gli pseudoambientalisti stanno diventando tanti e furiosi.. e questo fa paura !


Hai ragione fanno paura gli pseudoambientalisti, non gli ambientalisti seri. Perché i secondi fanno un lavoro serio e spesso ottengono dei risultati. Nel mio campo ben vengano gli ambientalisti che controllano il mio operato, perché sarebbero i primi a sfatare tanti luoghi comuni! Invece gli ambientalisti della della domenica, quelli che lo fanno perché va di moda, fanno solo schiamazzi, creano disinformazione e protestano sempre a priori senza proporre nulla di buono e tra l'altro mettono in cattiva luce gli ambientalisti che lavorano seriamente. Di loro si che c'è da aver paura.

Sono stato un po' prolisso, mi scuso anche con gli altri amici del forum ma l'argomento mi appassiona e mi son fatto prendere la mano













  Firma di antonellocor 

Non c'è rimedio ne per la nascita ne per la morte, ciò che ci resta è cercare di goderci l'intervallo

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: San Sperate  ~  Messaggi: 1294  ~  Membro dal: 25/02/2009  ~  Ultima visita: 12/07/2013 Torna all'inizio della Pagina

Nostalgia

Utente bloccato


Inserito il - 20/01/2011 : 16:31:58  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
ANTONELLOCOR ecco uno stralcio di chi passa la sua vita a fare questi studi e queste osservazioni e che invece di distruggere l'ecosistema si spacca la testa per salvarlo... PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI !

Sai... fare l'ambientalista è un mestiere per alcuni... NON UN HOBBY

http://www.fondazionemichelagnoli.it/news2.htm

Gli incidenti che si verificano alle petroliere, a causa di collisioni, incendi a bordo, usura delle strutture e altro, contribuiscono all'inquinamento petrolifero annuo con una percentuale di solo il 12% e tuttavia provocano i danni maggiori.

Il Mar Mediterraneo è un mare chiuso collegato all'Oceano Atlantico dalla sola soglia di Gibilterra; il ricambio totale delle acque richiederebbe da questo strettissimo collo di bottiglia circa 100 anni.

L'Italia che rappresenta una sorta di ponte naturale fra l'Africa e l'Europa, divide il Mediterraneo in due bacini: quello occidentale, dal mare di Alboran al Tirreno, e quello orientale, dallo Jonio e il Mar Libico sino alle coste asiatiche. In questi bacini, e generalmente anche in quelli minori, si riconoscono circuiti di correnti marine che hanno andamento antiorario. Queste distribuiscono gli inquinanti lungo tutte le coste: qualsiasi oggetto galleggiante nel Mediterraneo raggiunge prima o poi una qualsiasi costa. Questo fatto è ancora più grave se si pensa che il ricambio fra le acquee mediterranee e quelle atlantiche avviene attraverso Gibilterrra ove le correnti oceaniche scorrono in superficie; solo piccola parte dei rifiuti galleggianti può quindi da lì defluire. Le petroliere, che spesso rilasciano le acque di lavaggio durante la normale navigazione, costituiscono uno dei più grandi rischi per l'ambiente marino; l'affondamento di una di esse determinerebbe il versamento in mare di centinaia di migliaia di tonnellate di greggio.

La parte galleggiante prima o poi raggiunge la costa; la parte più pesante si deposita sul fondo creando un tappeto impenetrabile alla vita. I costi elevati di gestione di questi mostri del mare fanno sì che siano ridotti al massimo i periodi di carenaggio e manutenzione; in questo modo navigano per tutti i mari del mondo petroliere vecchie ormai di decine di anni tenute insieme solo dalle incrostazioni di greggio. Alcune zone del Mediterraneo sono state vietate alla navigazione di questi bestioni eppure pochi sanno che nello stesso Mediterraneo esistono due aree ufficiali dove si possono rilasciare legalmente le acque utilizzate per pulire le cisterne dai residui di nafta.

La costruzione di porti e di aereoporti con l'immissione nel sistema mare di tonnellate di terra e di cemento fa sparire la Poseidonia oceanica, già vittima delle ancore delle navi e delle imbarcazioni da diporto. Questa si sviluppa tra gli 0 e i 40 m di profondità: è una pianta e pertanto oltre a produrre grandi quantità di ossigeno con i propri fusti e le radici contribuisce a costituire vere e proprie foreste subacquee che servono come luogo di deposizione, riproduzione e fonte di nutrimento di molte specie marine. Queste piante sono anche particolarmente sensibili alle variazioni dei parametri ambientali quali la torbidità, la luminosità, la temperatura e la salinità. La Poseidonia oceanica come tutti i popolamenti bentici peraltro assume una importanza notevole nella difesa della fascia costiera; essa con i suoi impianti radicali costituiti da una fittissima rete di rizomi e radici tende a stabilizzare il fondo sabbioso su cui attecchisce trattenendolo.

Conclusioni

Da quanto sin qui esposto è evidente che lo spazio costiero rappresenta un sistema fisico la cui evoluzione è condizionata da delicati equilibri geologici, morfologici, meteomarini e biologici che occorre prendere in considerazione anche in aree lontane ed apparentemente avulse dal mare.

Il paeasaggio costiero per quanto vario ed articolato è costituito da elementi morfologici e biologici intimamente collegati l'uno all'altro: dagli alti fondali alla spiaggia sommersa con praterie di Poseidonia oceanica e da queste alle areee retrodunali, o ancora, dagli alti fondali alla fascia detritica e alle alte falesie. L'evoluzione dello spazio costiero è condizionata da quella di ognuno di questi elementi; l'alterazione di uno di essi condiziona a volte irreparabilmente gli altri.

La situazione attuale non è a un punto di non ritorno; la salute dello spazio costiero pur non essendo buona non è ancora pessima.

Esistono aree ormai fortemente alterate e, forse, condannate, ma anche molte che possono essere salvate e ancor più divenire cardine di una economia traente e pulita. Il sovraccosto causato dagli investimenti tesi a promuovere misure per ricondurre lo spazio costiero ai primitivi equilibri è indubbiamente alto; la possibilità che si offre è quella di salvare un ambiente essenziale alla vita umana e i vantaggi potrebbero facilamente superare gli incovenienti.


LA LEGISLAZIONE DEL MARE
Per prevenire e intervenire

Nel contesto evolutivo del pensiero giuridico sul "bene mare" è andato progressivamente affermandosi il principio della libertà del mare, del suo pubblico uso e quindi della salvaguardia e tutela dell'ambiente marino nell'interesse della collettività. In tale contesto la legislazione del mare ha raggiunto un elevato livello normativo ed organizzativo.
L'obiettivo ancora da perseguire rimane tuttavia la formazione di una coscienza ambientalista collettiva perchè possa essere garantito il rispetto delle norme poste a tutela del mare, basate su presupposti di ordine etico ancor più che su precetti legislativi.

La nostra attività di promozione della cultura del mare è da tempo rivolta a sottolineare l'esigenza che l'uomo sappia vivere il mare senza degradarlo o degenerarlo, sviluppando non solo la conoscenza dell'ambiente marino ma soprattutto prendendo coscienza dei limiti di interazione con esso.
Cultura del mare vuol dire operare perchè l'uomo sappia fruire senza distruggere, moderando la sua azione e rinunciando a benefici immediati per assicurare la conservazione di un bene che è patrimonio di tutti.
E' importante perciò garantire l'ambiente marino dall'impatto negativo delle attività dell'uomo, assicurando la prevenzione, il controllo e la riduzione degli inquinamenti del mare e verificando che l'uso delle risorse del territorio marino costiero sia compatibile con la tutela degli ecosistemi.





Dunque... dov'è esattamente il Santuario dei Cetacei ??? I suoi confini ??
Non è solo la base NATO nei pressi della Maddalena che è nel posto sbagliato e ha decisamente rotto le scatole a TUTTI !!

Direi comunque che l'argomento lo abbiamo sviscerato a dovere... ognuno usi l'intelligenza e non il cinico egoismo per decidere chi è nel giusto e magari attivarsi per quello in cui crede.

SEMPRI FORZA PARIS








Modificato da - Nostalgia in data 20/01/2011 16:43:24

 Regione Piemonte  ~ Città: Torino  ~  Messaggi: 661  ~  Membro dal: 22/11/2010  ~  Ultima visita: 24/04/2011 Torna all'inizio della Pagina

Gianni_g

Utente Medio



Inserito il - 20/01/2011 : 17:01:55  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Gianni_g Invia a Gianni_g un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
beh....molto interessante....
sappiate che quell'olio combustibile (?) sversato non da una petroliera,
ma da una tubazione rotta nel pontile che conduce alla centrale
E-On ex Endesa ex Enel, è arrivato a baia Santa Reparata, ed ha inquinato
uno dei luoghi più belli di quella costa. Siamo ad almeno 80 miglia marine
da Porto Torres, ma qui abbiamo l'esperto navigatore che ci farà
il punto nave. Nel frattempo, il tempo è sempre stato buono....questo
significa che non conosciamo gli effetti veri dell'inquinamento, non
sappiamo quanto prodotto è rimasto depositato sul fondo.
Perché poi si scopre che di incidenti analoghi ve ne sono stati altri,
ed esempio quello del 2000 quando dalla centrale ex Endesa
venen fuori Orimulson, un prodotto molto fluido che ha alimentato
per qualche tempo la termocentrale, nonostante l'opposizione degli
enti locali (tenuto conto del fatto che poteva trattarsi di prodotto con
effetti cancerogeni).


surprise ?!


olio combustibile oppure....orimulsion ?
http://notizie.alguer.it/n?id=37990
leggere!








Modificato da - Gianni_g in data 20/01/2011 17:06:52

  Firma di Gianni_g 
Siamo sardi
Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.
Grazia Deledda.

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 215  ~  Membro dal: 22/06/2010  ~  Ultima visita: 05/12/2014 Torna all'inizio della Pagina

antonellocor
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 20/01/2011 : 17:31:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di antonellocor Invia a antonellocor un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Gianni_g ha scritto:

beh....molto interessante....
sappiate che quell'olio combustibile (?) sversato non da una petroliera,
ma da una tubazione rotta nel pontile che conduce alla centrale


Grazie del tuo illuminante contributo! Ma se vai a vedere il primo post di questo topic vedrai che la tubazione di cui parli collegava la nave che stava scaricando il prodotto al deposito della centrale quindi non mi sembra che anche il discorso sulle navi sia tanto off-topic in questa situazione


Siamo ad almeno 80 miglia marine
da Porto Torres, ma qui abbiamo l'esperto navigatore che ci farà
il punto nave.


A fare ironia senza dare nessun contributo alla discussione son capaci tutti. Io ho spiegato e documentato il mio punto di vista (che sia condiviso o no è un altro paio di maniche, ma i forum servono proprio a far incontrare opinioni diverse) mentre tu ti finora ti sei limitato a copiare qua e la qualche informazione presa da altri siti o a fare battute sterili come "la prossima volta il catrame lo buttiamo dalle parti del Capo di Sotto,così ve ne accorgete". Non ho mai scritto che il danno non c'è ma tutto questo l'ho già spiegato, i miei post precedenti sono ancora li.

Ciao
Antonello











  Firma di antonellocor 

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Gianni_g

Utente Medio



Inserito il - 20/01/2011 : 18:14:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Gianni_g Invia a Gianni_g un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
senti un pochino Antonello.
Che siano battute sterili lo dici tu.
Intanto stai difendendo il tuo lavoro. Questo mi va benissimo,
sei stato leale a farlo presente, ma devi capire una buona volta
che fate un lavoro pericoloso. Il lavoro è pericoloso per voi
prima di tutto, ma è pericoloso anche per l'ambiente marino.
Quindi la tua testimonianza viene da uno del settore, che intuitivamente
sosterrà le sue tesi per difendere il suo lavoro.
Le fotografie sono costretto a inserirle, che faccio, le stracciamo?
Vogliamo far finta che non sia stato sversato l'olio/orimulsion ?
Vogliamo fare finta che gli scogli di Santa Teresa di Gallura
siano immacolati come lo erano da migliaia di anni ?
Vogliamo dire che è stata sversata in mare una baccinella
di plastica o il quantitativo di una vasca da bagno e che
questo da solo è arrivato fino a Santa Teresa ?
Facciamolo, riduciamo l'entità del problema, mettiamo tante
belle teste sotto la sabbia insieme al catrame ma di certo
non stiamo facendo un bel favore alla verità.
Non avertene, nulla di personale, ma è da quando ero bambino
(cioè tantissimi anni fa) che becco catrame sulla spiaggia di
Platamona, e non è caduto dal cielo , arriva dai lavaggi delle navi
petroliere o dalla zone industriali.
L'ultima volta -otto anni fa- per un pezzo di catrame ci ho rimesso un paio
di scarpe ma te l'assicuro , io su quella spiaggia mie figlie a
giocare non ce le porto più. A parte il fatto che non ci vogliono
venire, non ambiscono a giocare e correre in mezzo al catrame
puzzolente !
Senza rancore, ti saluto !








Modificato da - Gianni_g in data 20/01/2011 18:17:59

  Firma di Gianni_g 
Siamo sardi
Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.
Grazia Deledda.

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Nostalgia

Utente bloccato


Inserito il - 20/01/2011 : 18:19:28  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Vorrei solo attirare la vostra attenzione su questo:


"La parte galleggiante prima o poi raggiunge la costa; la parte più pesante si deposita sul fondo creando un tappeto impenetrabile alla vita. I costi elevati di gestione di questi mostri del mare fanno sì che siano ridotti al massimo i periodi di carenaggio e manutenzione; in questo modo navigano per tutti i mari del mondo petroliere vecchie ormai di decine di anni tenute insieme solo dalle incrostazioni di greggio. Alcune zone del Mediterraneo sono state vietate alla navigazione di questi bestioni eppure pochi sanno che nello stesso Mediterraneo esistono due aree ufficiali dove si possono rilasciare legalmente le acque utilizzate per pulire le cisterne dai residui di nafta."


Giudicate voi...








Modificato da - Nostalgia in data 20/01/2011 18:20:23

 Regione Piemonte  ~ Città: Torino  ~  Messaggi: 661  ~  Membro dal: 22/11/2010  ~  Ultima visita: 24/04/2011 Torna all'inizio della Pagina

Gianni_g

Utente Medio



Inserito il - 20/01/2011 : 18:21:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Gianni_g Invia a Gianni_g un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nostalgia ha scritto:

Vorrei solo attirare la vostra attenzione su questo:
"La parte galleggiante prima o poi raggiunge la costa; la parte più pesante si deposita sul fondo creando un tappeto impenetrabile alla vita. I costi elevati di gestione di questi mostri del mare fanno sì che siano ridotti al massimo i periodi di carenaggio e manutenzione; in questo modo navigano per tutti i mari del mondo petroliere vecchie ormai di decine di anni tenute insieme solo dalle incrostazioni di greggio. Alcune zone del Mediterraneo sono state vietate alla navigazione di questi bestioni eppure pochi sanno che nello stesso Mediterraneo esistono due aree ufficiali dove si possono rilasciare legalmente le acque utilizzate per pulire le cisterne dai residui di nafta."



Ma è ovvio. Purtroppo è previsto il maestrale, e questo può essere
negativo perché può accadere ciò che era successo nel 2000, quando
venne sversato l'orimulsion e il mare era forza 7-8.
Con una notizia dalla Nuova vi lascio
La marea nera sporca anche Capo Testa

19 gennaio 2011 — pagina 05 sezione: Sardegna

SANTA TERESA. La marea nera avvelena la costa gallurese. Le onde portano sulle spiagge tra Santa Reparata e Capo Testa 300 chili di catrame. Le prime tracce dei 18mila litri di olio combustibile fuoriusciti dall’impianto E.On. Il litorale da ieri è un sorvegliato speciale.
Le operazioni di bonifica riprenderanno stamani. Si combatte una doppia battaglia. Contro l’inquinamento e contro il maestrale. Diventa fondamentale cancellare la macchia oleosa al largo di Capo Testa prima che il vento la spinga verso le coste. Da ieri il sindaco Stefano Pisciottu scruta il litorale, a guardia del paradiso di Capo Testa, sito di interesse comunitario di straordinaria bellezza. La segnalazione di un pescatore alla Capitaneria della Maddalena in mattinata fa scattare il piano antinquinamento. L’uomo dice di avere avvistato delle chiazze oleose al largo. Dal ministero dell’Ambiente e del Mare viene inviato un rimorchiatore e un battello disinquinante. Nel frattempo si alza in cielo un aereo speciale, capace di riconoscere la presenza di agenti inquinanti in mare. Lo spiegamento di forze fa capire la delicatezza della situazione. Un altro aereo della Guardia Costiera di Catania sorvola lo specchio d’acqua tra Santa Reperata e Monte Russu. Il pattugliamento della costa è affidato a due motovedette della Guardia costiera della Maddalena. 300 i chili di catrame raccolti sotto forma di cumuli neri, fra i 3 e i 5 centimetri di diametro e presenti in scie da 50 a 500 metri. Nel pomeriggio il vertice in Comune tra il sindaco Pisciottu, i tecnici della E.On, la Protezione Civile, il corpo forestale e la guardia costiera. Il primo cittadino non nasconde la preoccupazione ma non fa allarmismi. «L’area sotto controllo è tutta la costa che va da Capo Testa a Monte Russu e che potrebbe essere interessata dall’arrivo di materiale bituminoso - spiega il sindaco -. Si sta lavorando per arrivare a bonificare il punto a mare e a terra prima che arrivi il maestrale. Le informazioni che abbiamo avuto sono abbastanza confortanti. Non c’è motivo di allarmismi. Stamani sono stati raccolti 300 chili di catrame, dalle spiagge e dagli scogli. Da lunedì avevo allertato gli agenti della polizia municipale per pattugliare il litorale. Con loro anche gruppi di volontari. Inizialmente si pensava a una macchia oleosa non legata allo sversamento di Porto Torres. In ogni caso le quantità di catrame arrivate sui nostri litorali sono ridotte. Oggi avremo anche i risultati del monitoraggio eseguito ieri dall’aereo speciale». (ha collaborato Andrea Nieddu)
- Serena Lullia

Giudicate voi...








Modificato da - Gianni_g in data 20/01/2011 18:23:06

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Siamo sardi
Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.
Grazia Deledda.

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Nostalgia

Utente bloccato


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Dal tuo articolo GIANNI_G giudico che stanno cercando di insabbiare e non creare allarmismi:

1) per non pestare i piedi ai mafiosetti dell'altra sponda
2) per non allontanare dalla zona probabili turisti

Possibile che non capiscano che con questo atteggiamento non vanno da nessuna parte.. ?? Cercano di salvare capre e cavoli e invece con la loro omertà condannano le sorti di un ecosistema meraviglioso e unico al mondo quale il vostro/nostro....

Mettere tutto a tacere è tipico degli ambienti mafiosi.. spetta a tutti URLARE la verità !








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Petru2007

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Gianni_g ha scritto:

19 gennaio 2011 — pagina 05 sezione: Sardegna

SANTA TERESA. La marea nera avvelena la costa gallurese. Le onde portano sulle spiagge tra Santa Reparata e Capo Testa 300 chili di catrame. Le prime tracce dei 18mila litri di olio combustibile fuoriusciti dall’impianto E.On....


Credo sia una notizia poco affidabile, in quanto, a prescindere dalla quantità dispersa in mare, in questi giorni non ci sono state le condizioni climatiche adatte perché l'olio combustibile da Porto Torres potesse arrivare a Santa Teresa Gallura e procurare tutto quel danno riportato nelle foto del giornale.
Sicuramente il catrame di Capo Testa ha un'altra origine








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Gianni_g

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Petru2007 ha scritto:

Gianni_g ha scritto:

19 gennaio 2011 — pagina 05 sezione: Sardegna

SANTA TERESA. La marea nera avvelena la costa gallurese. Le onde portano sulle spiagge tra Santa Reparata e Capo Testa 300 chili di catrame. Le prime tracce dei 18mila litri di olio combustibile fuoriusciti dall’impianto E.On....


Credo sia una notizia poco affidabile, in quanto, a prescindere dalla quantità dispersa in mare, in questi giorni non ci sono state le condizioni climatiche adatte perché l'olio combustibile da Porto Torres potesse arrivare a Santa Teresa Gallura e procurare tutto quel danno riportato nelle foto del giornale.
Sicuramente il catrame di Capo Testa ha un'altra origine


si possono fare gli esami, le caratterizzazioni del prodotto. Se è orimulsion ha composizione chimica molto diversa rispetto a olio
combustibile oppure rispetto a greggio di origine mediorientale (ecc.).
E comunque, un amministratore comunale mi ha spiegato che esistono
correnti marine capaci di trasportare il prodotto in condizioni di calma di vento o di poco vento...dalla zona di Platamona fin oltre Castelsardo...il prodotto viaggia.
La Corsica è in allarme e penso di aver detto tutto.








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Petru2007

Moderatore




Inserito il - 20/01/2011 : 20:53:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Petru2007 Invia a Petru2007 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
D'accordo, tutte ipotesi abbastanza plausibili.
Le correnti marine fanno strani giochi, riservando spesso delle sorprese come per esempio il cadavere ripescato l'altro ieri nelle acque di Capo Testa che è risultato essere quello di un sub francese scomparso due mesi fa dalle parti di Marsiglia.
Il bello è che negli ultimi due giorni ho attraversato tutte le spiagge da Castelsardo, fino a Vignola, praticamente son partito da quella di Cala Ostina, per arrivare alle spiagge di La Rena Bedda e di Lu Chisginagghju, alla ricerca di qualche traccia di inquinamento recente; nemmeno l'ombra di catrame o simili. Pertanto mi sembra molto strano che sia arrivato a Capo Testa e non abbia lasciato alcuna traccia lungo circa settanta chilometri di costa, costellate da alcune calette conosciute per essere le discariche preferite a causa della particolare tipologia delle correnti marine.
Ah, dimenticavo... non ero da solo... anche gli altri compagni di viaggio non hanno trovato niente di rilevante, a parte la gran quantità di canne e reperti vegetali in genere trasportati sulle spiagge dai torrenti stagionali notevolemente ingrossati a causa delle piogge dei giorni scorsi. Anche a motivo di ciò le spiagge erano quasi tutte belle lisce e la presenza di palle di catrame o altre porcherie derivate da idrocarburi, sarebbe stata rilevata facilmente.








Modificato da - Petru2007 in data 20/01/2011 20:56:53

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antonellocor
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 20/01/2011 : 20:54:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di antonellocor Invia a antonellocor un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ Gianni g
Credimi, sono perfettamente consapevole di quanto il mio lavoro sia pericoloso. Ma se ho scelto di farlo è proprio perché sono spinto per una grande passione per il mare e di conseguenza lo rispetto. Di porcate se ne fanno tante, non ho difficoltà ad ammetterlo, ma come se ne fanno tante in qualsiasi settore. Da quando abbiamo iniziato questa discussione non ho mai cercato di minimizzare o di negare ciò che è successo ma ho solo cercato di dare all'evento la sua giusta dimensione. Come ho già detto, cerchiamo di fare informazione non disinformazione. Continuo a ripetere che nel caso in questione parlare di disastro o di catastrofe è un'esagerazione, ed ho spiegato perché. Per quanto riguarda il settore marittimo non lo difendo a priori ma è una realtà sconosciuta alle grandi masse è la verità è spesso distorta e travisata, ma quando ci sono responsabilità anche da parte del nostro settore non ho difficoltà a dirlo, come nel caso dell'esplosione di Porto Torres di cui ho parlato in un post precedente ma tante volte vengono spacciate per Vangelo informazioni palesemente sbagliate!

Ovviamente, anche da parte mia senza rancore

Ciao
Antonello









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Non c'è rimedio ne per la nascita ne per la morte, ciò che ci resta è cercare di goderci l'intervallo

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