Forum Sardegna - Archeo Attack – Facciamoci un Nuraghe da noi
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Nota Bene: La Tomba I o Tomba dei Vasi Tetrapodi di Santu Pedru, nella strada provinciale tra Alghero e Uri , e' il primo ipogeo preistorico Sardo ed il primo del Mediterraneo ad aver restituito una "stratigrafia". Cioè una successionedi strati di riempimento intatti che ne attestano diversi momenti di uso. La tomba , preceduta da un lungo corridoio scoperto, ha un'anticella semicircolare, una grande cella centrale sostenuta da pilastri scavati nella trachite e varie celle secondarie . La cella principale presenta corna taurine scolpite ed una finta porta.
Sino alla scoperte di questo bellissimo monumento , databile alla cultura prenuragica di Ozieri ( 3200 a.C.) , si riteneva che queste grandi tombe fossero nuragiche e fossero contemporanee agli etruschi. La denominazione dell'ipogeo si deve alle grandi ciotole a quattro piedi , della cultura del Vaso Campaniforme , che restitui', i "vasi tetraposi" appunto.



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Autore Discussione
Pagina: di 12

maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 24/02/2010 : 20:43:11  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Non credo che i costruttori di nuraghi abbiano utilizzato sempre e comunque :
- la medesima forza lavoro,
- la medesima tecnologia,
- i medesimi ritmi di costruzione
- analoghi criteri di localizzazione (a parte la presenza del materiale da utilizzare).
Non sono sicuro neppure che abbiano sempre avuto le identiche motivazioni a costruire l'edificio.

Vorrei - anche se mi rendo bene conto del fatto che si tratti di una divagazione - portare un esempio, a supporto di queste affermazioni (che sono anch'esse collaterali e non centrali).
Vorrei parlare di un "mostro" che certamente esula dalle prospettive di calcolo che propone Desi.
E' indubbiamente, anzi, esattamente l'opposto di ciò che lei cita - per facilità di calcolo e per comodità di trasmissione del concetto (ideale) di fattibilità del lavoro: costruzione di un nuraghe.

Anche se non esistono due nuraghi uguali, è ovvio che i nuragici sciegliessero preferenzialmente un luogo con abbondanti affioramenti di grosse pietre.
Questo era - sempre - il primo principio di economia lavorativa che mettevano in atto. Ma non era certamente l'unico.

Ho avuto l'esperienza di visitare luoghi che per loro natura "suggeriscono" l'edificazione di una costruzione a base circolare. Nella colata lavica basaltica dell'antico vulcano di "Su Nurtale", in Baronia, che si estende da Onifai fino alla scogliera sul mare e persino dentro di esso, esistono i resti di grosse "bolle" di lava, scoppiate quando ancora la lava era allo stato fuso. Esse - per il caratteristico modo poligonale che possiede il basalto di screpolarsi durante la consolidazione - assomigliano a basi di capanna o basi (con uno o due circoli di pietre perimetrali, aggettanti!) di camera interne di nuraghe, con una pavimentazione a livello, che sembrerebbe fatta accuratamente e laboriosamente dalla mano dell'uomo. In realtà ci troviamo di fronte ad una specie di "roccia madre" che solo apparentemente è frammentata.
Mi piace pensare che la fantasia dei costruttori s'ispirasse a questo tipo di presenze naturali e sfruttasse a proprio vantaggio forme naturali già presenti.
C'è chi ipotizza che i blocchi basaltici degli affioramenti composti da placche poligonali venissero separati gli uni dagli altri in blocchi poliedrici a mezzo dell'utilizzo di pali lignei (forse anche bagnando zeppe di legno che così si espandono e fratturano meglio la roccia: altro risparmio di forza lavorativa).
Oltre al Losa, ricordo il nuraghe Albucciu ed il Loelle che chiaramente sfruttano emergenze naturali in modo anche molto più evidente e diversissimo, pur nelle loro dimensioni molto più ridotte (globali e dei singoli elementi costruttivi).

Un altro criterio di economia del lavoro era dato dall'uso di macchine:
- la slitta lignea (in realtà, più probabilmente, due robuste scale di legno sovrapposte, destinate a scivolare una sull'altra, ambedue con i pioli sporgenti, in modo da interagire tra di esse con leve, per aiutare il lavoro dei buoi, almeno quando necessario). Ma sono state proposte anche altre soluzioni: piani inclinati, ad esempio (anche se non sono sempre applicabili), terrapieni e scivoli ed altro. Sempre con l'utilizzo anche della forza animale, quando appena possibile.
- La bascula: un enorme bilancia rotante, (realizzata in legno) con un masso anche enorme legato ad un braccio ed in altro braccio recante un "piatto" da riempire di terra (o sassi più piccoli) fino ad equilibrare il peso del masso da spostare in sede, alla fine depositandolo delicatamente nella sua sede finale.
- La riduzione di volume delle pietre man mano che la costruzione si innalza.
- la riduzione della sbozzatura delle pietre di più grandi dimensioni al minimo possibile, e più spesso limitata agli elementi più rappresentativi (ad es.: le architravi).

Se si guarda agli enormi massi che costituiscono - senza alcun dubbio, ormai - il basamento veramente imponente del Losa, ci si rende conto del fatto che ben difficilmente si tratta di massi che sono stati portati dall'uomo. Almeno alcuni di essi - gli stessi esperti ammettono - potrebbero essere stati trovati già naturalmente in sede ed utilizzati anche se non proprio per la loro posizione e disposizione originale (sia per quanto riguarda la torre centrale, sia per ciò che concerne il rifascio trilobato, probabilmente successivo).
Anche questo è un elemento che porta indiscutibilmente ad una sensibile riduzione del tempo di lavoro.
Per quanto riguarda il Losa, è evidente (e non mi dilungo in questa descrizione, sostenuta da stuoli di autori diversissimi e chiara anche ad occhio nudo) come l'opera muraria (del muro perimetrale, ma anche del corpo del nuraghe e delle struttura immediatamente attigue e di quelle circostanti) sia stata ripresa in diverse epoche, da lavoratori di manualità anche molto molto differente.

Ora, concludendo: anche oggi, vediamo che la semplice (niente affatto semplice, in realtà) costruzione di un muretto a secco richiede precise capacità e doti, che non tutti possiedono e che anzi sembra si vadano perdendo. Interpretare nello spazio tridimensionale le possibilità combinatorie di pietre pressocché naturali, nel rispetto della statica e della gradevole forma finale del costruito, non è opera esattamente da tutti. Soltanto alcuni maestri muratori a secco posseggono questa capacità stereotassica e la applicano alle loro opere con esperienza.
Anche i muretti a secco - nella loro davvero infinita semplicità, rispetto ai fratelli maggiori nuraghi, molto più complicati e dignitosi - sono infine tutti molto simili e niente affatto uguali. Anch'essi richiedono - nel loro piccolo - una piccola quantità di "arte" costruttiva, oltre che di mestiere: chi non possiede l'una o l'altro è destinato ad ammucchiare informi ed antiestetici mucchi di pietre. E figurarsi con un nuraghe, quanta ce ne vuole, di questa capacità e di questo mestiere.
E questo è - credo - il motivo che fa propendere alcuni per le maestranze di esperti costruttori in giro per l'isola, mentre fa sostenere ad altri che la semplice forza lavoro non sia sufficiente. Ognuno possiede la propria parte di ragione, certamente.
Ma questo - a mio vedere - non toglie alcunché al valore propositivo/dimostrativo degli argomenti di Desi, così come più direttamente la realizzazione di "quel signore di Ghilarza" voleva dimostrare praticamente.
E' mio parere - discutibilissimo, se volete - che la costruzione sperimentale di un nuraghe, così come anche la precisa teorizzazione di una sua costruzione, siano esercizi utili ed interessanti, che l'Università (o l'ufficialità scientifica archeologica) non dovrebbe trascurare. Credo siano almeno altrettanto utili (ma forse anche più utili, anche se per qualcuno sicuramente meno suggestive) che la costruzione di una possibile nave del Bronzo e la sua navigazione su un'ipotetica rotta antica.







  Firma di maurizio feo 
Beni: ti naru unu contu...

 Regione Emilia Romagna  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 2962  ~  Membro dal: 11/01/2008  ~  Ultima visita: 23/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

desi satta

Utente Medio


Inserito il - 24/02/2010 : 21:34:31  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
maurizio feo ha scritto:


...............
E' mio parere

.............


Sì, osservazioni sensate (anche alcune di quelle di Mirko), un po’ lontane dallo scopo principale del 3D. Il tutto era partito dalla correlazione densità abitanti//nuraghi. Il calcolo rapido che ho proposto vuole soltanto dimostrare che una torre si tira su utilizzando decine di persone e mesi di lavoro, dunque non richiede una particolare densità di abitanti (ed è compatibile con quella che ci si può aspettare nel BM). Se poi si continua a tirare su le stesse torri per secoli e secoli, ecco che si ottiene l’immenso patrimonio di torri della Sardegna. È nato tutto da questo punto.
Altri problemi sono poi quelli di ciascun nuraghe, che deve essere coniugato con le condizioni contingenti, ad esempio una particolare posizione che presupponeva particolari difficoltà, oppure la disponibilità di maggiori (o minori) risorse.
Noterai che nel mio calcoletto, non si fanno ipotesi particolari in merito alle tecnologie utilizzate, ma ci si basa su stime di massima relative alle movimentazioni (che poi sono sempre le stesse della letteratura ricavate dai lavori di AS per le costruzioni megalitiche). E comunque una valutazione di quale metodo fosse più conveniente è sempre possibile (si tratta di altri calcoli abbastanza semplici, ad esempio sulla convenienza di una rampa). Tieni conto tuttavia che, nonostante l’apparenza, anche i conci considerati ‘grandi’ sono in realtà ‘piccoli’ nell’ambito delle strutture megalitiche. Un masso ‘grande’, di un nuraghe (a parte quelli trovati in loco e trascinati sul terreno) è un parallelepipedo di 1,2 -1,3 mc, (diciamo al max 3,5 t)che da spostare è semplicissimo e viene fatto ancora oggi in numerosi paesi del terzo e quarto mondo a forza di braccia e forza animale. Non stiamo parlando di massi da venti o trenta tonnellate come quelli delle costruzioni megalitiche nordeuropee (che però sono tipologicamente diverse, perché presuppongono massi enormi ma in numero assai limitato).
Altro invece sono i nuraghi complessi (Tipo Barumini) che sono stati edificati in tempi differenti, o quelli nati con un progetto unitario (Orroli), per i quali bisognerebbe operare delle stime di tipo differente, anche (e soprattutto) basandosi sulle stratigrafie, cioè con un’idea più precisa (almeno) dello sviluppo temporale della struttura ma ciò esula dallo scopo che mi ero prefissa, né mi pare particolarmente interessante perché non aggiungerebbe nulla di nuovo, troveresti nuovamente decine di persone e mesi di lavoro per ciascuna fase.
Tieni anche conto che nei miei calcoli ho aumentato a dismisura sia i tempi che le dimensioni dei conci, comprimendo verso l’alto la curva di distribuzione delle dimensioni.







  Firma di desi satta 
desi
desi.satta@alice.it

 Regione Sardegna  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 309  ~  Membro dal: 16/04/2009  ~  Ultima visita: 16/04/2010 Torna all'inizio della Pagina

DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 24/02/2010 : 23:51:42  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
desi satta ha scritto:

Altro invece sono i nuraghi complessi (Tipo Barumini) che sono stati edificati in tempi differenti, o quelli nati con un progetto unitario (Orroli)

???? mah...







  Firma di DedaloNur 
Freddie Mercury - In My Defence
http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: sassari  ~  Messaggi: 2565  ~  Membro dal: 15/09/2008  ~  Ultima visita: 07/10/2014 Torna all'inizio della Pagina

DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 24/02/2010 : 23:58:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
tholoi ha scritto:

DedaloNur ha scritto:

L'ho citato io tra gli outsiders, perchè lui si definisce orgoglioso d'esserlo..se il Santu antine fu progetto unitario lo fu pure il voes, od erro?
e cmq Tholoi

Ti hanno già risposto ma sono educato
Non ho letto il libro di Magli, ho letto un bell'articolo su Hera del febbraio 2007, da dove ho estrapolato il discorso dell'unitarietà. Il Voes l'ho citato per la straordinaria similitudine dei suoi corridoi con quelli del Santu Antine, devo tornarci comunque per scendere nel cortile.
Tornando al discorso di unitarietà per me qua se ne può parlare, vedi i conci "a L" dentro la selezione:

attenzione però i conci qui uniscono torre laterale e muro rettilineo dell'antemurale, la torre centrale sta qui dietro. Se invece non ho capito male l'unitarietà di progetto andrebbe cercata magari scovando questa tecnica tra la torre centrale più antica ed i muri ad essa raccordati, cosa che nel Santu Antine non ho notato. Se tu hai letto il libro penso che possa fornire maggiori dettagli al riguardo.

da quanto sinora letto risulta che i polilobati siano sempre preceduti da una torre centrale più antica. quindi se si utilizzasse quel paramentro, di progetti completamente unitari non se ne avrebbero. In ogni caso, la crazione di un quadrilobato, cioè l'aggiunta di quattro torri laterali credo (non ho certezze) sia sempre dovuta ad un progetto unitario.

grazie per la risposta tholoi..

il libro di Magli l'ho lasciato in biblio.. ricordo i brani di mio stretto interesse.. ciao.







Modificato da - DedaloNur in data 25/02/2010 00:01:04

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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 25/02/2010 : 08:24:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Arrubiu pone molti problemi all'ipotesi di progetto unitario. Ne discutemmo già qualche anno fa. La torre centrale (il mastio) è stata realizzata con una tecnica apparentemente più moderna e differente rispetto alle torri laterali. In favore, invece, ci sarebbe la preparazione del terreno poiché le canalizzazioni idrauliche per smaltire l'acqua piovana (e raccoglierla) e alcuni innesti di conci fra le torri mostrerebbero la possibilità che fossero diverse le maestranze. Credo che Mirko sia più indicato di me per dare un contributo su questo aspetto. Da tempo sostengo che questo ragazzo sia uno dei più esperti conoscitori di architetture (non è una sviolinata Mirko, per altre cose che scrivi sono molto perplesso) e, se solo acquisisse la capacità di contare fino a 10 prima di lanciarsi sulla tastiera, sarebbe un perfetto blogger.





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 1141  ~  Membro dal: 20/03/2008  ~  Ultima visita: 11/11/2013 Torna all'inizio della Pagina

antonio

Utente Normale


Inserito il - 25/02/2010 : 09:54:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di antonio Invia a antonio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I conti che seguono non dimostrano niente ne aggiungono alcunchè a quanto già si sa. Servono solo a dare un'idea della contesto.

Il mio paese conta un migliaio di abitanti e circa 30 nuraghi.
Il paese limitrofo all'incirca lo stesso.
Non ho elementi per credere che nel bronzo medio ce ne fossero di più, probabilmente di meno.
Supponiamo che fossero un migliaio: la divisione dice circa un nuraghe ogni 33 persone. Secondo me sono pochi, anche perchè il calcolo diacronico non è significativo.
Passimo al sincronico; fotografiamo la situazione al culmine dell'attività nuragica (1500-1400?) :
la metà dei nuraghi dovrebbe essere già stata costruita e mantenendo costante la densità di popolazione otteniamo un nuraghe ogni 60 persone. Più verosimile.
La metà maschi, un'altra metà in forza lavoro fanno 15, il numero giusto per erigere una torre.
Il capomastro era furisteri, lo chiamavano, perlustrava il sito, cercava una cava, lasciava la lista dei materiali da preparare (quella di Desi potrebbe andare bene)
tornava la primavera successiva, 5 o 6 persone alla preparazione delle pietre, altrettante alla posa in opera, in 4 o 5 mesi finivano il lavoro, non di più perchè il capomastro, essendo di fuori, non vedeva l'ora di tornarsene a casa.









 Regione Veneto  ~ Prov.: Vicenza  ~ Città: schio  ~  Messaggi: 84  ~  Membro dal: 29/12/2008  ~  Ultima visita: 19/05/2014 Torna all'inizio della Pagina

Turre

Utente Medio


Inserito il - 25/02/2010 : 17:04:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turre Invia a Turre un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Constatato che la discussione è indirizzata proprio sulla durata teorica della costruzione di un nuraghe, vorrei anch'io fare diverse osservazioni.
1) Già al giorno d'oggi è molto difficile rispettare i tempi di esecuzione di qualsiasi costruzione o impianto. I progettisti ed i direttori dei lavori predispongono degli appositi diagrammi in cui vengono indicati i tempi di esecuzione di ogni particolare tipo di lavorazione o di una parte del progetto globale; molto raramente questi coincidono, perchè le variabili in gioco sono molto numerose, e diverse anche stimate erroneamente o addirittura non previste.
2) Come è stato già riportato, per la costruzione di un nuraghe, si possono elencare i parametri principali, in ordine di importanza.
- Locazione del sito;
- Numero e qualità della manodopera;
- Tecnologia e mezzi a disposizione;
- Disponibilità della materia prima;
- Influenza di altri fattori ambientali o esterni.
In base a queste variabili aleatorie il tempo di costruzione può cambiare radicalmente.






 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Ittiri  ~  Messaggi: 106  ~  Membro dal: 19/08/2009  ~  Ultima visita: 25/12/2012 Torna all'inizio della Pagina

desi satta

Utente Medio


Inserito il - 25/02/2010 : 18:04:56  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Turre ha scritto:

..............
In base a queste variabili aleatorie il tempo di costruzione può cambiare radicalmente.



Forse ti è sfuggito un aspetto del ragionamento (magari non sono stata chiara).

1) Supponiamo che tu abiti in un quartiere dove ci sono 6000 (seimila) palazzine di tre piani;
2) supponiamo che ti chiedano: quanto ci vuole per costruirne una?;
3) tu prendi le distinte di cantiere di tutte e seimila le palazzine (che sono tutte diverse, ma comunque tutte palazzine di tre piani) e trovi che qualcuna è stata costruita in tre mesi, qualcuna in ventisette anni (sai com’è ,era di proprietà di un pastore emigrato in Pomerania che faticava a vendere il pecorino e mandava a casa settecento euro per volta, con calma), ma la maggior parte è stata edificata in un periodo compreso tra otto mesi ed un anno)

A questo punto tu come risponderesti alla domanda che ti hanno fatto? Cominceresti a dire che una palazzina si costruisce in un intervallo di tempo compreso tra tre mesi e ventisette anni, o diresti che ci vogliono più o meno dieci mesi?








  Firma di desi satta 
desi
desi.satta@alice.it

 Regione Sardegna  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 309  ~  Membro dal: 16/04/2009  ~  Ultima visita: 16/04/2010 Torna all'inizio della Pagina

desi satta

Utente Medio


Inserito il - 25/02/2010 : 18:07:23  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
.machiavelli. ha scritto:



....................
Mirko, ................. se solo acquisisse la capacità di contare fino a 10 prima di lanciarsi sulla tastiera, sarebbe un perfetto blogger.


....anche se solo acquisisse la capacità di contare...






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desi
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MirkoZaru

Utente Senior


Inserito il - 25/02/2010 : 18:16:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di MirkoZaru Invia a MirkoZaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
desi satta ha scritto:

.machiavelli. ha scritto:



....................
Mirko, ................. se solo acquisisse la capacità di contare fino a 10 prima di lanciarsi sulla tastiera, sarebbe un perfetto blogger.


....anche se solo acquisisse la capacità di contare...


Desi, guarda che se voglio so essere più preciso di te te lo posso assicurare... devo proprio scrivere questo trattatello sulla costruzione di un nuraghe?
Perchè guarda che lo scrivo eh!
Solo che mi prende una botta di tempo e non ne vedo l'utilità di sapere quanto pensa un concio...cmq!
Te lo devo scrivere?






  Firma di MirkoZaru 
Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire.

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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 25/02/2010 : 18:28:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In che senso pensa? Da quando i conci pensano?





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MirkoZaru

Utente Senior


Inserito il - 25/02/2010 : 18:45:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di MirkoZaru Invia a MirkoZaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.machiavelli. ha scritto:

In che senso pensa? Da quando i conci pensano?


Pesa, errore! (vedi la precisione!)
ahuauhuahhauhau
:D






  Firma di MirkoZaru 
Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire.

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desi satta

Utente Medio


Inserito il - 25/02/2010 : 19:26:00  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
MirkoZaru ha scritto:

desi satta ha scritto:

.machiavelli. ha scritto:



....................
Mirko, ................. se solo acquisisse la capacità di contare fino a 10 prima di lanciarsi sulla tastiera, sarebbe un perfetto blogger.


....anche se solo acquisisse la capacità di contare...


Desi, guarda che se voglio so essere più preciso di te te lo posso assicurare... devo proprio scrivere questo trattatello sulla costruzione di un nuraghe?
Perchè guarda che lo scrivo eh!
Solo che mi prende una botta di tempo e non ne vedo l'utilità di sapere quanto pensa un concio...cmq!
Te lo devo scrivere?


No: un concio da un chilo.... pesa un chilo... in media.






  Firma di desi satta 
desi
desi.satta@alice.it

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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 25/02/2010 : 21:25:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
maurizio feo ha scritto:

Non credo che i costruttori di nuraghi abbiano utilizzato sempre e comunque :
..............


Quanta carne al fuoco, Maurizio, e tutta in una volta sola!
Poiché trovo molto interessante il tuo post ma, siccome le mie convinzioni non sempre combaciano con le tue, senza offesa, non riesco a non fare delle osservazioni. Nessuna polemica, ci mancherebbe, ma solo alcune deduzioni personali

Non credo che i costruttori di nuraghi abbiano utilizzato sempre e comunque :
- la medesima forza lavoro,
- la medesima tecnologia,
- i medesimi ritmi di costruzione
- analoghi criteri di localizzazione (a parte la presenza del materiale da utilizzare).
Non sono sicuro neppure che abbiano sempre avuto le identiche motivazioni a costruire l'edificio”

I tempi, anche all’epoca, potevano cambiare, quindi anche allora la tecnologia si evolveva o si involveva, ma non credo che potesse variare di molto in tutto il periodo considerato.
I tempi di costruzione potevano essere diversi a secondo delle energie e della ricchezza del “regno” interessato
La scelta della localizzazione (e anche delle “motivazioni”) del nuraghe sicuramente variavano a seconda della funzione, a prescindere dal materiale locale, per esempio se un nuraghe serviva come base ad una piccola guarnigione di confine, solitamente per ovvi motivi doveva essere costruito in un posto elevato per ragioni di sicurezza e magari in vista di altri nuraghi aventi lo stesso scopo, se invece era al centro del territorio doveva essere più grande, complesso e, generalmente, situato in qualche vallata. Una opera, se serve per la difesa del territorio, si costruisce in tempi rapidi o non si costruisce più.
L’ ”economia lavorativa” è un principio universale, come le leggi di mercato.
Mi piace pensare che la fantasia dei costruttori s'ispirasse a questo tipo di presenze naturali e sfruttasse a proprio vantaggio forme naturali già presenti”, questa mi sembra una forzatura. Anche senza la presenza di “bolle di basalto”, la costruzione di edifici a base circolare, credo che sia istintiva nelle popolazioni primitive. Gli esempi sono innumerevoli, ma basta ricordare solo due casi estremi: gli igloo degli “esquimesi” e le capanne di popoli africani (ricordiamo i Masai).
Le ipotesi sulla tecnologia del taglio delle pietre sono innumerevoli, quella dei cunei di legno infilati nella roccia e poi bagnati, è una tecnica utilizzata anche dai misterioso popolo dell’isola di Pasqua.
È altretanto ovvio che i nuragici avessero evoluto, di pari passo con l’evoluzione della loro civiltà, di macchine per fare lavori che non potevano essere fatti con la sola forza delle braccia, ma non con la velocità evolutiva dei tempi attuali. Il problema è che il legno non si conserva per tempi illimitati, come la pietra, quindi, disgraziatamente non è rimasta traccia. Posso aggiungere un’altra “macchina” da te non citata: il carro a buoi.
I muretti a secco, non hanno molto a che vedere con i nuraghi. È vero che entrambi sano fatti di pietre sistemate con perizia una sull’altra, aventi in entrambi i casi le pietre più grosse sistemate alla base e il tutto in equilibrio statico senza ausilio di malta, ma da qui a definire i nuraghes fratelli maggiori dei muri a secco … ce ne corre.
La costruzione di una “una possibile nave del Bronzo e la sua navigazione su un'ipotetica rotta antica” (chissà poi perché “possibile e perché mai “ipotetica”?), non solo è più suggestiva della riproduzione di un nuraghe, ma anche più dimostrativa: nel senso che si intende dimostrare che i nuragici avessero delle navi tecnicamente evolute e delle rotte conosciute e che usassero il tutto per scopi ben precisi: guerre, pirateria e, naturalmente, commercio. La costruzione di un nuraghe, invece, sarebbe più dispendiosa e, per di più, non aggiungerebbe nulla a quanto già si sa di questi edifici.

Per quanto ne so, un villaggio nuragico ricostruito su scala leggermente ridotta a scopi didattici, è stato già realizzato nel Parco di Bunnari a Sassari. Io però non l’ho visto e quindi non posso esprimermi sulla precisione tecnica. Posso dire però che il materiale usato, per economia, per semplicità , per rapidità ed economia costruttiva non è la pietra, ma un materiale sintetico.
Turritano


Un tipico carro a buoi a forma triangolare. Molto in uso in Sardegna almeno sino alla metà del secolo scorso. Serviva per trasportare alla media distanza, qualsiasi cosa e persino intere famiglie.


Questo è un muro a secco costruito, molto in fretta con le mie mani e con materiale locale. Non sono un “maestro” dell’arte muraria, ma lasciatemi dire che ogni paragone fra la costruzione di un muretto a secco e un nuraghe, è improponibile
Turritano






  Firma di Turritano 
Le dominazioni passano ... i Sardi restano!

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 4480  ~  Membro dal: 13/01/2008  ~  Ultima visita: 04/10/2016 Torna all'inizio della Pagina

antonio

Utente Normale


Inserito il - 25/02/2010 : 21:45:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di antonio Invia a antonio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Prendiamo santa Sarbana a Silanus,



Ogni filare ha circa 36 pietre
si vedono 17 filari.
Supponiamo che le pietre siano già pronte, lavorate e sbozzate.
Si possono posare circa 4 pietre all'ora, in nove ore si fa un filare.
Una giornata.
In 17 giorni si arriva al primo piano; in realtà non è vero perchè si deve costruire anche l'interno, la scala a chiocciola e la tholos.
Moltiplichiamo allora per tre, arriviamo a un mese e mezzo, quasi due.

In altri due mesi costruiamo la parte superiore.

In tutto 4 mesi per un nuraghe monotorre con due tholos sovrapposte.






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