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Donovan
Salottino
Utente Medio
 

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Inserito il - 23/07/2008 : 23:27:43
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| vlady ha scritto:
La cosidetta lingua sarda, altro non è che l'insieme delle parlate di cui ho detto precedentemente. Mi vuoi spiegare a quale di queste ti riferisci quando intendi sottolineare che è una lingua. Una significa una sola. Per me il sardo è un insieme di dialetti. E non mi va che oggi, per motivi a me ignoti, si voglia omologare una sola, sottolineo, sola parlata o lingua. Per il resto rispetto le opinioni di ciascuno che sono tutte rispettabili e degne della massima attenzione. Rispetto chiunque, nel nome della nostra terra, argomenti le proprie ragioni. Io sono fortemente ancorato alla tradizione, e non agli slogan (pocos, locos ecct.) che sono solo pane per chi vuole costantemente restare "fermo" per sottolineare la propria sardità. E non si dica che la lingua comuna significa amodernare la nostra terra, renderla unita almeno sotto l'aspetto lingusitico-burocratico. Sarebbe il sarcofago dentro al quale seppellire i dialetti di ciascuna realtà territoriale. La nostra modernità, paradossalmente è nella conservazione de "su connottu" Resto dell'avviso che il sardo pellito, sotto certi aspetti esista ancora, ma è un dinosauro da baraccone. Vlady |
Il tuo ragionamento a me ricorda tanto quello (per fortuna ormai pressochè scomparso) di alcuni signori anziani che avendo una disposizione una medicina per guarire da un malanno dicevano "Deo de meighinas no nde leo! Putzi! E mancu dutores cherzo!" e così facendo si lasciavano morire, magari con la convinzione che sarebbero guariti spontaneamente. Ma loro erano in qualche maniera giustificati: avevano passato tutta la vita tra ignoranza e superstizione e non avevano i mezzi per verificare ipotesi contrarie alla propria. Perciò ti invito a verificare cosa sia successo in situazioni nelle quali era presente una situazione simile a quella sarda, ovvero un gruppo linguistico privo di codifica ufficiale che si confrontava con un gruppo linguistico estraneo codificato. Tre esempi su tutti: Ceco/Tedesco, Catalano/Spagnolo e, recentissimo, Friulano/Italiano, che solo ora sta muovendo i primi passi. Una sola cosa in più da aggiungere: uno standard serve per fare tutto ciò che oggi non si fa, non a sostituire tutto ciò che già si fa: fai un giro in casa tua e guarda quante cose trovi scritte in italiano. Detersivi, bottiglie di Coca-Cola, libri scolastici, pacchetti di sigarette e chi più ne ha più ne metta. Spesso si dà per scontato che tutte queste cose debbano essere scritte in italiano ed è anche questo il problema: non riuscire ad immaginare che il sardo possa assurgere al rango di "Lingua Normale".
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Modificato da - Donovan in data 23/07/2008 23:29:02 |
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"I sardi a mio parere deciderebbero meglio se fossero indipendenti all'interno di una comunità europea ma anche mediterranea"
Fabrizio De Andrè |
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Istella
Salottino
Utente Medio
 

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Inserito il - 28/07/2008 : 20:47:28
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Belle le parole che Fois ha scritto nel suo ultimo libro "In Sardegna non c'è il mare", alla voce LINGUA:
"Studiamo, conserviamo, finanziamo, ma non vorrei mai la responsabilità di essere tra quelli che decidono quale sia la morfologia, la biologia, la genetica del sardo sardo contro il sardo così così. Se non accettiamo le nostre differenze di popolo perchè gli altri dovrebbero accettarci come popolo differente?'"
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Turritano
Utente Virtuoso
 
    

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Inserito il - 28/07/2008 : 21:16:14
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| Istella ha scritto:
Belle le parole che Fois ha scritto nel suo ultimo libro "In Sardegna non c'è il mare", alla voce LINGUA:
"Studiamo, conserviamo, finanziamo, ma non vorrei mai la responsabilità di essere tra quelli che decidono quale sia la morfologia, la biologia, la genetica del sardo sardo contro il sardo così così. Se non accettiamo le nostre differenze di popolo perchè gli altri dovrebbero accettarci come popolo differente?'"
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Lasciamo perdere Fois, ma chi ti ha detto che non accettiamon le nostre differenze? Mi piacerebbe saperlo, carissima Istella  Turritano
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Modificato da - Turritano in data 28/07/2008 21:19:55 |
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Le dominazioni passano ... i Sardi restano! |
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antas
Salottino
Utente Medio
 

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Inserito il - 29/07/2008 : 00:43:43
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| Istella ha scritto:
Belle le parole che Fois ha scritto nel suo ultimo libro "In Sardegna non c'è il mare", alla voce LINGUA:
"Studiamo, conserviamo, finanziamo, ma non vorrei mai la responsabilità di essere tra quelli che decidono quale sia la morfologia, la biologia, la genetica del sardo sardo contro il sardo così così. Se non accettiamo le nostre differenze di popolo perchè gli altri dovrebbero accettarci come popolo differente?'"
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Forse avete tutt'e due le idee un po confuse.
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Istella
Salottino
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Inserito il - 29/07/2008 : 09:28:34
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Non era riferito a voi quello che ho scritto... non mi permetterei mai di dare giudizi sulle persone (... neanche di dire loro che hanno le idee confuse, mi sembrerebbe poco rispettoso)
era riferito a chi, con la Limba Sarda Comuna, vuole creare una lingua artificiale. a chi, con la pretesa di tutelare la tradizione, di fatto, crea un artificio. e si è trovato/si trova a scegliere quali verbi sono LSC, quali non lo sono... quali articoli sono LSC e quali non lo sono.... decidendo arbitrariamente quale lingua/variante/parlata è "sardo sardo" e quale è "sardo così così".
Ho scelto la frase di Fois perchè rispecchia ciò che io penso (ed ho scritto a suo tempo) sulla LSC. 
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antas
Salottino
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Inserito il - 29/07/2008 : 10:03:49
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| Istella ha scritto:
Non era riferito a voi quello che ho scritto... non mi permetterei mai di dare giudizi sulle persone (... neanche di dire loro che hanno le idee confuse, mi sembrerebbe poco rispettoso)
era riferito a chi, con la Limba Sarda Comuna, vuole creare una lingua artificiale. a chi, con la pretesa di tutelare la tradizione, di fatto, crea un artificio. e si è trovato/si trova a scegliere quali verbi sono LSC, quali non lo sono... quali articoli sono LSC e quali non lo sono.... decidendo arbitrariamente quale lingua/variante/parlata è "sardo sardo" e quale è "sardo così così".
Ho scelto la frase di Fois perchè rispecchia ciò che io penso (ed ho scritto a suo tempo) sulla LSC. 
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Va bene, Istella, rispetto ciò che pensi, ma dimmi: Cosa faresti tu per tutelare la lingua sarda. E una curiosità,. Parli il sardo?
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Donovan
Salottino
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Inserito il - 29/07/2008 : 16:14:53
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| Istella ha scritto:
Non era riferito a voi quello che ho scritto... non mi permetterei mai di dare giudizi sulle persone (... neanche di dire loro che hanno le idee confuse, mi sembrerebbe poco rispettoso)
era riferito a chi, con la Limba Sarda Comuna, vuole creare una lingua artificiale. a chi, con la pretesa di tutelare la tradizione, di fatto, crea un artificio. e si è trovato/si trova a scegliere quali verbi sono LSC, quali non lo sono... quali articoli sono LSC e quali non lo sono.... decidendo arbitrariamente quale lingua/variante/parlata è "sardo sardo" e quale è "sardo così così".
Ho scelto la frase di Fois perchè rispecchia ciò che io penso (ed ho scritto a suo tempo) sulla LSC. 
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Se i problemi che poni sono questi allora non vedo perchè continuare ad utilizzare l' italiano: è artificiale quanto (se non in misura maggiore) lo è la LSC e presuppone una scelta tra ciò che è "italiano italiano" (dialetto toscano) e ciò che è "italiano così così". Inoltre è insegnto obbligatoriamente, cosa che dovrebbe far andare su tutte le furie sia te che Marcello Fois: prima di fare le pulci alla LSC dovreste chiedere la pari dignità tra le migliaia di dialetti che compongono il gruppo linguistico italiano, tutte da insegnare obbligatoriamente e tutte col proprio sistema grafico. Non ci vuole un genio per capire che nel giro di qualche decennio l' inglese metterebbe in seria difficoltà tutto il sistema linguistico italiano.
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Istella
Salottino
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Inserito il - 29/07/2008 : 18:45:36
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In linea di principio posso anche essere d'accordo con te... nel senso che l'italiano è la variante toscana che si è imposta (che ci hanno imposto?), ma di fatto lo parliamo e lo capiamo già tutti, è già pronto, quindi il suo utilizzo non richiede spreco di energie e di soldi (quanti ci stanno mangiando sulla LSC?) che potrebbero essere utilizzati per promuovere le vere varianti della lingua sarda.
per antas: ti ripondo con calma quando avrò più tempo
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Donovan
Salottino
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Inserito il - 29/07/2008 : 20:28:54
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| Istella ha scritto:
In linea di principio posso anche essere d'accordo con te... nel senso che l'italiano è la variante toscana che si è imposta (che ci hanno imposto?), ma di fatto lo parliamo e lo capiamo già tutti, è già pronto, quindi il suo utilizzo non richiede spreco di energie e di soldi (quanti ci stanno mangiando sulla LSC?) che potrebbero essere utilizzati per promuovere le vere varianti della lingua sarda.
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Bene, sono d' accordo con te, con la LSC c'è gente che ci sta mangiando. Poco, molto poco, però: in confronto a ciò che viene mangiato da chi lavora italiano standard sono briciole insignificanti. Tanto più che, come dici tu, l' italiano "lo parliamo e lo capiamo tutti", perciò lo spreco dovrebbe risultare ancora più evidente. Naturalmente le cose non stanno così: per quanto un bambino sappia parlare bene l' italiano ha sempre bisogno di qualcuno che gli insegni a realizzarlo graficamente e che lo corregga quando sbaglia.
Se poi dici che ciò che fanno oggi gli uffici della lingua sarda a poco serve sono assolutamente d' accordo con te: infatti mi auguro che a breve quei soldi vengano indirizzati all' insegnamento scolastico.
Riguardo poi la salvaguardia delle varianti locali io sono assolutamente convinto che il sistema migliore sia proprio quello dello standard scritto unico, è un processo che a prima vista può apparire difficile da intuire, ma che altrove ha dato i suoi frutti. Per me è un mezzo per rivitalizzare le diverse varietà di sardo e non un fine da raggiungere.
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antas
Salottino
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Inserito il - 31/07/2008 : 18:17:15
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| Istella ha scritto:
In linea di principio posso anche essere d'accordo con te... nel senso che l'italiano è la variante toscana che si è imposta (che ci hanno imposto?), ma di fatto lo parliamo e lo capiamo già tutti, è già pronto, quindi il suo utilizzo non richiede spreco di energie e di soldi (quanti ci stanno mangiando sulla LSC?) che potrebbero essere utilizzati per promuovere le vere varianti della lingua sarda.
per antas: ti ripondo con calma quando avrò più tempo
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Amenta sa risposta - arragoda sa risposta, - remember the answer - ricorda la risposta. ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
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Istella
Salottino
Utente Medio
 

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Inserito il - 05/08/2008 : 19:52:58
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Non trovavo più la discussione... per postare la risposta 
Sì, antas, parlo il sardo (campidanese) e capisco la variante logudorese. Fino a qualche anno fa recitavo (anche in sardo) e leggendo i copioni ho appreso qualche rudimento della lingua scritta... pochissimo.
Per tornare alla LSC ed al pericolo che una lingua scompaia se non viene dotata di un sistema di scrittura univoco (come sostiene giustamente l'Unesco e come qualcuno di voi ha riportato in un'altra discussione), penso che le risorse che si stanno spendendo ora per la LSC potrebbero essere dirottate nello studio e nella "massima divulgazione" della grammatica delle tre grosse varianti, in modo da garantirne la sopravvivenza nella loro specificità.
Parlo di creazione stampa e divulgazione di "grammatiche della lingua sarda", nelle varianti campidanese, logudorese e sassarese (più algherese e altre minoranze). Potrebbero essere distribuite con i principali quotidiani, per raggiungere anche chi non ha già un suo interesse per l'argomento... In modo che chi è interessato possa approfondire la conoscenza scritta di una lingua che già parla, o possa imparare ex novo le altre varianti (o la propria se non la parla). I miei sono solo esempi banali, di cose che magari qualcuno ha già pensato di realizzare.
Allo stesso modo penso sarebbe utile l'insegnamento delle diverse varianti nella scuola, a partire dalla scuola materna, da usare anche per l'insegnamento di altre discipline, con insegnanti preparati ad hoc. Non importa che siano di lingua madre sarda, anche se penso che in tal caso sarebbero avvantaggiati sia loro, sia gli allievi.
Parlo di tre specializzazioni linguistiche diverse (vd sopra), per aree geografiche, da confrontare costantemente con la parlata specifica del singolo paese (ad esempio stimolando gli allievi a fare ricerche in tal senso, o prevedendo in classe l'intervento dell' "esperto locale"). Anche questo si fa già, in alcune scuole, lo renderei più sistematico.
Userei gli stessi insegnanti per realizzare i corsi per i genitori o per persone esterne alla scuola, come già si sta facendo con Sardegna Speaks English...
A livello centrale (Regione) costituirei una "commissione neologismi", per decidere (se possibile prendendo spunto dall'uomo della strada) e divulgare quali termini usare per designare oggetti o attività per le quali non esiste un termine. Es: pannelli solari, costume da bagno, ecc..
Anche un tg interamente in lingua sarda, o dei quotidiani con le stesse notizie, stampati nelle diverse varianti, non mi sembrano una cattiva idea. Anche distribuire libri in sardo coi quotidiani (anche libri famosi tradotti in sardo da altre lingue) mi pare una bella idea. Dopo la cucina sarda, gli animali e le coste... le fiabe sarde, ad esempio. In modo da raggiungere, come ho già scritto prima, anche chi non ha un "interesse conclamato" per la questione della lingua.
Userei, insomma, gli stessi mezzi grazie ai quali si è diffuso l'italiano: scuola e mezzi di informazione. Ma non per la LSC, quello è un artificio.
Forse la difficoltà e l'utopia non stanno nelle realizzazione pratica di ciò che ho descritto (visto che qualcosa già è stato realizzato), ma nella volontà di farlo e nella (in)capacità dei Sardi di mettersi d'accordo, lasciando da parte campanilismi ed invidie. Perchè i Sardi hanno la capacità i farsi gli sgambetti tra anche quando hanno lo stesso nobile obiettivo, e sarebbe produttivo essere alleati.
Un piccolo esempio? Fino a qualche anno fa, ogni martedì sera avevo l'incarico di videoregistrare una trasmissione folkloristica per una mia zia molto anziana. Era appassionata di musica sarda, e ogni settimana doveva scegliere quale delle due (ci siamo capiti? ) doveva guardare. E dico: ci vuole molto a farne una di martedì e una di mercoledì??? Proprio nell'ottica di dare un servizio, direi...
Non so se ti ho risposto, antas 
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asia
Salottino
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Inserito il - 05/08/2008 : 22:56:04
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| Donovan ha scritto:
Se i problemi che poni sono questi allora non vedo perchè continuare ad utilizzare l' italiano: è artificiale quanto (se non in misura maggiore) lo è la LSC e presuppone una scelta tra ciò che è "italiano italiano" (dialetto toscano) e ciò che è "italiano così così". Inoltre è insegnto obbligatoriamente, cosa che dovrebbe far andare su tutte le furie sia te che Marcello Fois: prima di fare le pulci alla LSC dovreste chiedere la pari dignità tra le migliaia di dialetti che compongono il gruppo linguistico italiano, tutte da insegnare obbligatoriamente e tutte col proprio sistema grafico. Non ci vuole un genio per capire che nel giro di qualche decennio l' inglese metterebbe in seria difficoltà tutto il sistema linguistico italiano.
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Tutte le parlate sono artificialmente convenzionali. Anche la tua.
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Donovan
Salottino
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Inserito il - 06/08/2008 : 01:54:36
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| asia ha scritto:
| Donovan ha scritto:
Se i problemi che poni sono questi allora non vedo perchè continuare ad utilizzare l' italiano: è artificiale quanto (se non in misura maggiore) lo è la LSC e presuppone una scelta tra ciò che è "italiano italiano" (dialetto toscano) e ciò che è "italiano così così". Inoltre è insegnto obbligatoriamente, cosa che dovrebbe far andare su tutte le furie sia te che Marcello Fois: prima di fare le pulci alla LSC dovreste chiedere la pari dignità tra le migliaia di dialetti che compongono il gruppo linguistico italiano, tutte da insegnare obbligatoriamente e tutte col proprio sistema grafico. Non ci vuole un genio per capire che nel giro di qualche decennio l' inglese metterebbe in seria difficoltà tutto il sistema linguistico italiano.
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Tutte le parlate sono artificialmente convenzionali. Anche la tua.
Ajò Donovan. Scendi dal pero. 
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Se per "parlate" intendi tutte le lingue parlate allora non sono d' accordo: esistono delle lingue assolutamente naturali, come ad esempio quelle parlate dalle tribù tuttora allo stato primitivo.
Prendo per buono però il fatto che intendessi le lingue codificate e/o assimilabili e in tal caso non posso che che essere d' accordo e per me non è nè un difetto nè una caratteristica della quale fare spregio: si tratta semplicemente di idealizzazioni e/o compromessi.
Piuttosto contesto il fatto che mentre per tutte le altre lingue codificate ciò viene visto come un fatto talmente normale da dimenticarsene, per il sardo invece si gridi allo scandalo.
Est ora chi dae s' àrbore de pira nche faledas boisàteros! 
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Modificato da - Donovan in data 06/08/2008 02:01:51 |
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Istella
Salottino
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Inserito il - 06/08/2008 : 09:26:15
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Per quel che mi riguarda lo scandalo (se così vogliamo chiamarlo) consiste nel fatto che qualcuno, pagato profumatamente con i nostri soldi, stia decidendo qual è o quale dovrebbe essere, e come debba essere scritto e pronunciato, il presente indicativo della LSC.
Che stia decidendo se è più "sardo" , o meritevole di essere scritto (e non solo "volgarmente parlato") l'articolo "is", "sos" o "li". Quando esistono tutti e tre ed hanno pari dignità, a mio avviso.
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antas
Salottino
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Inserito il - 06/08/2008 : 17:41:58
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| Istella ha scritto:
Non trovavo più la discussione... per postare la risposta 
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Sì, antas, parlo il sardo (campidanese) e capisco la variante logudorese. Fino a qualche anno fa recitavo (anche in sardo) e leggendo i copioni ho appreso qualche rudimento della lingua scritta... pochissimo.
Ambas duas cosas mi fainti meda prexeri, deu puru recitu in sardu.
Per tornare alla LSC ed al pericolo che una lingua scompaia se non viene dotata di un sistema di scrittura univoco (come sostiene giustamente l'Unesco e come qualcuno di voi ha riportato in un'altra discussione), penso che le risorse che si stanno spendendo ora per la LSC potrebbero essere dirottate nello studio e nella "massima divulgazione" della grammatica delle tre grosse varianti, in modo da garantirne la sopravvivenza nella loro specificità.
Parlo di creazione stampa e divulgazione di "grammatiche della lingua sarda", nelle varianti campidanese, logudorese e sassarese (più algherese e altre minoranze). Potrebbero essere distribuite con i principali quotidiani, per raggiungere anche chi non ha già un suo interesse per l'argomento... In modo che chi è interessato possa approfondire la conoscenza scritta di una lingua che già parla, o possa imparare ex novo le altre varianti (o la propria se non la parla). I miei sono solo esempi banali, di cose che magari qualcuno ha già pensato di realizzare.
Anda bene, tue matessi naras chi bi cheret unu sistema de iscritura unificau. Ma a pustis mi chistionas de gramaticas; No esistint grammaticas diferentes pro sas variantes de su sardu!!! Sa gramatica est una e custu dimostrat chi si trattat de sa matessi limba, bi poden esser diferentzas de lessicu, o de sintassi, ma sa grammatica est uguale. Po su thatharesu sa chistione, comente po su gadduresu est diferente, ma no intro in sos particulares. S’aligaresu est su prus tranchillu, difatis est impreande,comente norma grafica, su catalanu de catalunia, chi, ista attenta, est unu catalanu unificau.
Allo stesso modo penso sarebbe utile l'insegnamento delle diverse varianti nella scuola, a partire dalla scuola materna, da usare anche per l'insegnamento di altre discipline, con insegnanti preparati ad hoc. Non importa che siano di lingua madre sarda, anche se penso che in tal caso sarebbero avvantaggiati sia loro, sia gli allievi.
Perfetto! Chi lo impedisce? Non capisco l' ultima affermazione. Per insegnare le lingue straniere vogliamo insegnanti di lingua madre e per il sardo mettiamo cani e porci? Non importa se non è sardo, ci mancherebbe, ma sicuramente dovrà padroneggiarlo molto bene.
Parlo di tre specializzazioni linguistiche diverse (vd sopra), per aree geografiche, da confrontare costantemente con la parlata specifica del singolo paese (ad esempio stimolando gli allievi a fare ricerche in tal senso, o prevedendo in classe l'intervento dell' "esperto locale"). Anche questo si fa già, in alcune scuole, lo renderei più sistematico.
Idem. Prus de tres peroe.
Userei gli stessi insegnanti per realizzare i corsi per i genitori o per persone esterne alla scuola, come già si sta facendo con Sardegna Speaks English...
idem
A livello centrale (Regione) costituirei una "commissione neologismi", per decidere (se possibile prendendo spunto dall'uomo della strada) e divulgare quali termini usare per designare oggetti o attività per le quali non esiste un termine. Es: pannelli solari, costume da bagno, ecc..
Sbaglio o hai da poco contestato i soldi spesi in commissioni. Il sardo parlato deve scaturire dall’uso non da analisi commissariali.
Anche un tg interamente in lingua sarda, o dei quotidiani con le stesse notizie, stampati nelle diverse varianti, non mi sembrano una cattiva idea. Anche distribuire libri in sardo coi quotidiani (anche libri famosi tradotti in sardo da altre lingue) mi pare una bella idea. Dopo la cucina sarda, gli animali e le coste... le fiabe sarde, ad esempio. In modo da raggiungere, come ho già scritto prima, anche chi non ha un "interesse conclamato" per la questione della lingua.
Va bene, bella cosa, ma è ache necessario avviare la toponomastica, cartellonistica e insegne bilingue, il riferimento visivo è fondamentale per abituasi a leggere e riappropriarsi dell’uso della lingua.
Userei, insomma, gli stessi mezzi grazie ai quali si è diffuso l'italiano: scuola e mezzi di informazione. Ma non per la LSC, quello è un artificio.
E qui nuova domanda: conosci la L.S.C.? e se la conosci cosa non va?
Forse la difficoltà e l'utopia non stanno nelle realizzazione pratica di ciò che ho descritto (visto che qualcosa già è stato realizzato), ma nella volontà di farlo e nella (in)capacità dei Sardi di mettersi d'accordo, lasciando da parte campanilismi ed invidie. Perchè i Sardi hanno la capacità i farsi gli sgambetti tra anche quando hanno lo stesso nobile obiettivo, e sarebbe produttivo essere alleati.
E insaras, poita no s'uneus a pari intamas de s' ischirriai?
Un piccolo esempio? Fino a qualche anno fa, ogni martedì sera avevo l'incarico di videoregistrare una trasmissione folkloristica per una mia zia molto anziana. Era appassionata di musica sarda, e ogni settimana doveva scegliere quale delle due (ci siamo capiti?) doveva guardare. E dico: ci vuole molto a farne una di martedì e una di mercoledì??? Proprio nell'ottica di dare un servizio, direi...
So de accordu.
Non so se ti ho risposto, antas
In parte!! il discorso è molto complesso e richiede analisi approfondite.
adiosu e a nos intender luego / a s'intendi illegus /
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