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MirkoZaru
Utente Senior
   
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Inserito il - 21/03/2008 : 16:02:48
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| .machiavelli. ha scritto:
Buongiorno a te. Studiarle attentamente significa dedicare 6 ore al giorno per 16 mesi, tutti i giorni, a questi manufatti. Le colombelle hanno due interpretazioni: servivano ai navigatori per la navigazione, per la loro caratteristica di dirigersi verso terra se liberate ed aiutare così il timoniere a seguire la giusta direzione. Pensa a Ut-Napitshstim (il Noè Babilonese). Servivano nelle navicelle bronzee come simboli perchè, come giustamente osservava il Lamarmora, la colomba è unanimale sacro dedicato a Venere. Passando a spade e bronzetti direi che Sant'Iroxi vede spade in rame arsenicato in situ datate (non solo da me) al 1600 a.C. per poi continuare in altri siti in tutto il periodo del bronzo medio, recente e finale. I bronzetti, invece, con molta cautela li daterei nel I ferro...esagerando all'indietro intorno al X a.C. quando cambiò la gerarchia di comando...trasformandosi in aristocrazia. In quel periodo i nuraghi cambiarono destinazione d'uso: non più residenze fortificate di capi ma luoghi di culto. Si smise di costruirne altri e i principali furono ristrutturati...ci sono le prove archeologiche con datazioni stratigrafiche e al carbonio. Ciao da Zio Mack.
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Per le colombelle vedo che hai studiato! Era un metodo usato fino a 100 anni fà! Quindi dateresti il primo ferro al X a.C??? Le cose cambierebbero notevolmente, e sono daccordo con te, la fine del bronzo non può essere datata VIII / VII i bronzi senza ferro non si possono fare! Ma per convenzione la fine del bronzo / primo ferro è tra VIII / VII! Retrodatiamo questo periodo e tutto ha logica, allora sono pronto ad affermare che i pozzi sono del X, allora la fine dell'edificazione dei nuraghi è molto precedente! Le ha datate Ugas al 1600, e potrebbero anche essere votive ...e quali sarebbero queste prove stratigrafiche e al carbonio... non parlarmi della trave lignea di Lilliu!
Inoltre i nuraghi, in quel periodo non vennero ristrutturati, ma smontati!
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Modificato da - MirkoZaru in data 21/03/2008 16:08:24 |
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Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire. |
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.machiavelli.
Utente Senior
   
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Inserito il - 21/03/2008 : 17:33:58
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Giusto!...smontati è la parola più giusta...ma anche ristrutturati nel senso più ampio del termine. Come hai già notato mi piacciono i termini semplici , per ristrutturazione intendo qualunque lavoro di riadattamento architettonico e strutturale che abbia uno scopo pratico o religioso.
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MirkoZaru
Utente Senior
   
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Inserito il - 21/03/2008 : 20:04:14
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| .machiavelli. ha scritto:
Giusto!...smontati è la parola più giusta...ma anche ristrutturati nel senso più ampio del termine. Come hai già notato mi piacciono i termini semplici , per ristrutturazione intendo qualunque lavoro di riadattamento architettonico e strutturale che abbia uno scopo pratico o religioso.
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Precisare però in questo caso è importante! Semplicemente per il fatto che una ristrutturazione vera e propria è stata fatta, però è sicuramente precedente al periodo in esame! Usiamo termini più appropriati come smontati e riadattati, sono parole comunque semplici e che rendono l'idea di quello che realmente è successo!!! Non credi??? 
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.machiavelli.
Utente Senior
   
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Inserito il - 21/03/2008 : 22:05:52
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Smontati e riadattati per me va bene...oppure...crollati e riadattati con le nuove direttive/esigenze della classe dirigente che governava dopo il crollo.
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Trambuccone
Salottino
Utente Senior
   

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Inserito il - 21/03/2008 : 23:34:40
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Bene, vedo che si inizia a ragionare...Curioso, trovare in questo topic un tentativo di risposta a una mia domanda nel topic" Modellini di Nuraghe"!Ben venga comunque! Una cosa non mi è chiara : le spade in rame arsenicale. Equivale a bronzo arsenicale? Se no, perchè? Grazie T.
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.machiavelli.
Utente Senior
   
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Inserito il - 22/03/2008 : 09:06:53
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Rame arsenicato. Il bronzo è una lega di rame e circa il 10% di stagno...ma la tecnica è di poco successiva. Le spade ritrovate a Decimoputzu son datate al XVI a.C. (dette Sant'Iroxi dalla località). Sono connotate dalla lama perfettamente triangolare, da un lieve ingrossamento mediano (la sezione è biconvessa schiacciata) e dal doppio filo, per cui potevano essere usate di punta e di taglio. (con questo linguaggio ho fatto contento anche Mirko...)
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MirkoZaru
Utente Senior
   
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Inserito il - 22/03/2008 : 11:24:21
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Zio Mack... hai delle immagini di queste spade, che se non sbaglio furono trovate all'interno di una domus de janas giusto??? Cmq a mio parere sono delle spade votive... morbide come il burro!
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.machiavelli.
Utente Senior
   
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Inserito il - 22/03/2008 : 13:19:07
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In un ipogeo... ...adesso le cerco e te le mando

Si possono notare affinità con i più antichi esemplari di spade argariche, pertanto possiamo certamente ipotizzare scambi importanti fra Sardegna e la regione di El Argar...anche se mi sembra di poter affermare che la derivazione sia dai pugnali a base arrotondata semplice del campaniforme inornato di S'Acqua Bona di Quartu e di Cungiau de Marcu di Settimo San Pietro, dunque una matrice indigena. Possiamo dunque ipotizzare un viaggio dalla Sardegna verso El Argar e non il contrario...ma è una mia ipotesi. Per quanto riguarda la durezza...non saprei perchè non le ho toccate...ma essendo in rame martellato...direi che sono abbastanza dure perchè il rame ha questa caratteristica.
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MirkoZaru
Utente Senior
   
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Inserito il - 22/03/2008 : 14:41:09
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...mmm... belle davvero! Cmq per la durezza avrei qualche riserva...martellare il bronzo a filo rischia di sbriciolarlo, figuriamoci il rame!!!!
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.machiavelli.
Utente Senior
   
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Inserito il - 22/03/2008 : 15:00:06
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Il rame è poco colabile ma si presta bene ad essere torturato di martello (al limite con una ricottura si può rilavorare). Il bronzo, invece, essendo ben colabile...si adatta bene alle forme delle matrici e si deve solo rifinire con piccole levigature. Comunque tutti i metalli, a differenza delle ceramiche, sono ricuocibili quando vengono danneggiati o quando sono troppo logori per continuare a funzionare bene per il loro utilizzo primario. Non dimentichiamo che, come giustamente ha riportato Mirko affermando di essere perplesso per la durezza delle spade lunghe, alcuni manufatti avevano esclusivamente uso cerimoniale...essendo parecchio problematico utilizzare spade molto lunghe in combattimento. (sia per l'ingombro che per la fragilità o meglio deformabilità).
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MirkoZaru
Utente Senior
   
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Inserito il - 22/03/2008 : 15:05:38
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| .machiavelli. ha scritto:
Il rame è poco colabile ma si presta bene ad essere torturato di martello (al limite con una ricottura si può rilavorare). Il bronzo, invece, essendo ben colabile...si adatta bene alle forme delle matrici e si deve solo rifinire con piccole levigature. Comunque tutti i metalli, a differenza delle ceramiche, sono ricuocibili quando vengono danneggiati o quando sono troppo logori per continuare a funzionare bene per il loro utilizzo primario. Non dimentichiamo che, come giustamente ha riportato Mirko affermando di essere perplesso per la durezza delle spade lunghe, alcuni manufatti avevano esclusivamente uso cerimoniale...essendo parecchio problematico utilizzare spade molto lunghe in combattimento. (sia per l'ingombro che per la fragilità o meglio deformabilità).
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Bene, ci siamo quasi.... però il dubbio rimane sempre sulla battitura! Il rame portato a lamina si sbriciola! ...il rame, come per il bronzo, ha bisogno di raffreddarsi molto lentamente per diventare duro, al contrario del ferro, altrimenti diventa burro!
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.machiavelli.
Utente Senior
   
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Inserito il - 22/03/2008 : 15:09:59
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Il rame diventa duro proprio quando lo batti...è una sua caratteristica. I pugnali sono validi...le spade non si prestavano all'uso...erano troppo deboli.
Le spade di bronzo sono migliori di quelle di rame...e quelle di ferro le superano entrambe...ce lo insegnarono gli Ittiti! Ne sanno qualcosa gli Egizi che pensavano di difendersi con i "falcetti di rame".
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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo
  

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Inserito il - 22/03/2008 : 15:44:32
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| .machiavelli. ha scritto:
In un ipogeo... ...adesso le cerco e te le mando

Si possono notare affinità con i più antichi esemplari di spade argariche, pertanto possiamo certamente ipotizzare scambi importanti fra Sardegna e la regione di El Argar...anche se mi sembra di poter affermare che la derivazione sia dai pugnali a base arrotondata semplice del campaniforme inornato di S'Acqua Bona di Quartu e di Cungiau de Marcu di Settimo San Pietro, dunque una matrice indigena. Possiamo dunque ipotizzare un viaggio dalla Sardegna verso El Argar e non il contrario...ma è una mia ipotesi. Per quanto riguarda la durezza...non saprei perchè non le ho toccate...ma essendo in rame martellato...direi che sono abbastanza dure perchè il rame ha questa caratteristica.
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l'ipogeo di cui parli, caro machivelli, è una sorta di cisterna di oltre mt 2. di profondità, lunga mt. 2,50/60 (circa) x mtt. 1,60... Si rinviene lungol a Statale 130 in direzione CA. Siliqua, sul costone (lato dx) che sale sulla collina che si inerpica poi, sul Monte Perdera, così chiamato, per l'abbondante frana di pietrisco granitico, la dove venivano tratti i conci litici per la costruzione del nuraghe: Una vera reggia nuragica che a stima approssimativa è molto più grande ed importante di quella di Barumini. Vedi il topic su : -"Su Casteddu de Perdera"-- nella stessa sezione Archeologia. Ne parlo con estrema certezza dal momento che la zona l'ho seguita per lungo tempo, e con particolare attenzione e cura, quando ancora collaboravo in qualità di Ispettore onorario di zona con la Soprintendenza di Cagliari sotto il dott. Ferruccio Barreca. A tutt'oggi, nonostante la distanza, dal momento che vivo ad Olbia, mi vengono segnalati degli scavi clandestini che stanno distruggendo una parte di quel monumento, unico nel suo genere, per l'iportanza che riveste. Un gran vero peccato.
Dalla stessa località (Decimoputzu) sul versante di Monti sa Idda,(dall'ovvia presenza di un centro abitato) il famoso tesoretto dicui si parla, Spade, lance, asce a cannonee pugnali e coltelli, in rame arsenicato, durissimo perchè non depurato, la dove la presenza del minerale arsenioso, conferisce la rame dopo la fusione, una particolare durezza e resistenza.... Monte sa Idda, è bene precisare che è lo stesso monte, diviso per porzioni nominali, in cui si trova il famoso deposito di cui parliamo, lo stesso sito cioè, dove sono state rinvenute le armi e la stessa Dea Madre (di Decimoputzu) conservata presso la Cittadella dei Musei, a Cagliari.
Rivisitando l'autorevole testo del prof Giovanni Lilliu. -La Civiltà Nuragica.- Vol. 1 di Studi e Monumenti, si possomìno ammirare delle bellissime foto dei materiali in discussione ... e non solo...
Buona lettura e buona serata.
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kigula
Moderatore
   

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Inserito il - 22/03/2008 : 17:31:35
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| MirkoZaru ha scritto:
kigula ha scritto:
Caro Mirko rispondo alle tue domande e puntualizzazioni. Premetto che le mie non volevano essere puntualizzazioni, si discute semplicemente!
I numerosi studi stilistici e formali delle armi di bronzo hanno identificato da parecchio tempo dei modelli propri di quella che viene definita area atlantica, un'area piuttosto estesa che comprende la penisola iberica, la Francia settentrionale e l'Irlanda in cui si nota una peculiare produzione metallurgica, una diffusione e rielaborazione di certi modelli di base e intensi traffici e influenze reciproche. Considerando i luoghi in cui si ha una netta prevalenza di un certo modello (per esempio le spade di tipo "Huelva" hanno una grande concentrazione nella zona della rìa di Huelva in Spagna) si hanno dei punti di partenza per stabilirne la provenienza, anche se oggi per fortuna si hanno a disposizione diversi tipi di analisi fisiche e chimiche che danno qualche dato in più. Riguardo la penisola iberica per esempio le analisi fisiche dei metalli di cui son costituite alcune armi hanno permesso di risalire alle miniere di origine.
Gli studi effettuati in Sardegna sul rame indicano l'unica provenienza cipriota, come sicuramente già saprai, mentre quelle iberiche sono realizzate con materiale estratto in loco giusto? Allora mi chiedo? Non è più probabile che le spade siano di imitazione? Non è possibile che le spade iberiche siano stilisticamente d'importazione, uno stile che ha preso più piede nella penisola iberica piuttosto che in Sardegna???
Avendo già dei punti di riferimento all'estero lo studio dei reperti in Sardegna è un po' facilitato, anche se non scontato. Per l'appunto
Senza analisi è difficile stabilire con certezza se un oggetto è di importazione o se è un'imitazione locale, ma un accurato studio e confronti stilistici e formali possono dare aiuto. Se in Sardegna ritroviamo un modello si spada tipico di una certa area della penisola iberica, soprattutto in quantità molto inferiori a quelle che si hanno li, è molto più logico pensare ad una importazione che ad una influenza comune. Se nella penisola iberica e in Sardegna avessimo avuto lo stesso influsso, quindi lo stesso modello, le rielaborazioni locali in entrambi gli ambienti avrebbero dato luogo a risultati differenti. Invece in Sardegna troviamo gli stessi esempi iberici e imitazioni o rielaborazioni locali di questi.
E' anche vero però che le correnti di pensiero si sviluppano in diverso modo a seconda della popolazione autoctona; Durante il periodo megalitico la corrente architettonica delle sepolture a corridoio è arrivata in Sardegna e nella penisola iberica, eppure, nonostante si abbiano imitazioni o rielaborazioni locali di quest'ultime strutture in Sardegna si ebbe il medesimo canone architettonico ad alleè cuverte, solo in un secondo tempo abbandonato o modificato in tombe dei giganti! Spero di essermi spiegato bene!
Per quanto riguarda il traffico di armi iberiche dalla Sardegna alla costa tirrenica non vedo la necessità di una "egemonia sarda della parte alta del Mediterraneo". I traffici dell'età del bronzo e del primo ferro non si possono inquadrare con le categorie attuali nè si può dare nulla per scontato non conoscendo bene le logiche dei contatti dell'epoca. Il fatto che la Sardegna veicolasse con probabilità il traffico di beni di provenienza iberica verso la costa tirrenica non include per forza che tali beni giungessero nell'isola e ripartissero sempre per mano nuragica. La Sardegna avrebbe potuto benissimo essere anche un semplice punto intermedio di una fitta rete di traffici, anche quello è veicolare.
Certamente, ma risulta un pò più semplice una navigazione costa costa che un'attraversata per raggiungere la Sardegna, sempre che in Sardegna non ci fosse un punto per lo smistaggio in varie zone del mediterraneo di controllo iberico, una sorta di colonia, per il periodo quasi impensabile!
E non vedo neanche la logica del dare per scontato che le popolazioni della penisola iberica non navigassero.
Perchè allora i "nuragici" dovevano essere il vettore, quando le possibilità di scambio, anche via terra, erano decisamente più probabili dai diretti interessati? Sarebbe come dire che gli Iberici siano il vettore delle affinità stilistiche tra Sardegna e Vetulonia, Populonia ecc, quando la probabilità di scambio diretto è molto più probabile!
Infine non credo di aver mai dato una datazione riguardo le spade o le armi di provenienza iberica in genere. La Lo Schiavo fa risalire alcuni esempi di tali importazioni all'XI e X secolo a.C., cosa che mi pare precedente alla produzione di ceramiche con decorazione di tipo orientalizzante.
D'accordo anche su questo passaggio, ma allora perchè pensare a "nuragici" come "vettore" se poi le spade e le ceramiche, benchè rinvenute nelle stesse aree, non necessariamente hanno visto il passaggio nello stesso periodo? Se poi prendiamo in considerazione il periodo in esame, è sempre più documentata dai ritrovamenti , in aree cultuali attribuibili al primo ferro, la presenza di decorazioni, su askos, a palmetta alla base dei manici, atte a indicare l'abbandono o la reinterpretazione del geometrico forzato!
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Caro Mirko, devo dire che a volte mi viene difficile discutere con te perchè non capisco se sono io che mi esprimo male o tu che fraintendi quello che dico. Non riesco a seguire bene quello che dici e spesso non riesco a collegarlo.
Dici che gli studi sul rame in Sardegna indicano "l'unica pronienza cipriota". Ricordo che gli studi chimico-fisici su oggetti metallici sardi nuragici non sono poi così tanti, quindi questa tua asserzione mi pare troppo generica. Mi sembra che sui materiali definiti di provenienza iberica (chi lo dice sono Lo Schiavo, Giardino, Coffyn, gente abbastanza esperta in materia) di ripostigli sardi come Monte Sa Idda (Decimoputzu) non ci siano state analisi di questo tipo, ma potrei non essere abbastanza documentata visto che in questo momento mi dedico soprattutto alle ceramiche, se dovessi sapere qualcosa a riguardo ti prego di farmelo sapere così mi aggiorno. Le citate armi, come già detto, possono essere di produzione iberica o di imitazione locale. La produzione di imitazioni da modelli iberici è accettatissima, nessuno la nega; addirittura pare che molte di queste armi nuragiche d'imitazione iberica siano state riesportate alla penisola iberica (immagina che traffico contorto), visto che una spada del tipo Monte Sa Idda è stata trovata in Andalusia. La tua ipotesi è accettabile quanto le altre. In ogni caso che le spade dei depositi sardi siano iberiche originali o di imitazione non cambia il discorso dei traffici tra Sardegna e penisola iberica, perchè i modelli originari in Sardegna ci devono essere arrivati.
Vero anche il punto "le correnti di pensiero si sviluppano in diverso modo a seconda della popolazione autoctona". E' proprio per questo che i modelli di spada provenienti dalla penisola iberica vengono reinterpretati nelle imitazioni locali nuragiche. Alcuni dei modelli presenti nella penisola iberica sono a loro volta rielaborazioni di archetipi originari di altre zone dell'area atlantica. Credo che tu intenda dire che le spade iberiche e quelle sarde provengano dagli stessi modelli atlantici, ma se questo fosse non ritroveremmo nelle armi sarde aspetti peculiari di quelle iberiche assenti invece nei modelli di base atlantici, francesi per esempio.
Certamente, ma risulta un pò più semplice una navigazione costa costa che un'attraversata per raggiungere la Sardegna, sempre che in Sardegna non ci fosse un punto per lo smistaggio in varie zone del mediterraneo di controllo iberico, una sorta di colonia, per il periodo quasi impensabile!
Questa è un'altra delle tue risposte in cui mi perdo. Io non ho parlato del tipo di navigazione nè della rotta. Cosa intendi dire o a cosa ti riferisci? Non volevo dare l'idea di una colonia, ma di una tappa intermedia nella rotta occidente-centro del Mediterraneo.
Leggendo l'ultimo punto riesco finalmente a capire perchè quando parli dai l'impressione che io dati le armi iberiche in Sardegna e le ceramiche nuragiche nella penisola iberica nello stesso momento. La distanza cronologica tra armi iberiche e ceramiche c'è ma non è poi così eccessiva se consideriamo l'epoca. Se con le spade di Monte Sa Idda per esempio siamo anche all'XI-X a.C., con le ceramiche nuragiche in Spagna arriviamo al IX a.C., anche se qualcuno dei ritrovamenti più recenti potrebbe far salire la data. A me non sembra tantissimo. Preferisci pensare ad un protagonismo iberico iniziale nei traffici, una pausa e poi via coi Fenici? Io non credo ci sia nessuna cesura nei rapporti tra la penisola iberica e la Sardena dall'età del bronzo all'età del ferro. Non ho neanche dato per scontato che i Nuragici fossero i vettori di questi traffici, ci sto ancora studiando su, ma non nego che sia probabile la loro presenza in questa rete e rotta. I traffici via terra dalla penisola iberica all'Italia mi sembrano molto più complicati e improbabili che via mare per tappe intermedie. I tipi di materiali ritrovati, le associazioni, i luoghi in cui compaiono (acnhe al di fuori della penisola iberica) mi fanno pensare alla presenza nuragica nella rete di traffici tra l'occidente e il centro del Mediterraneo. Questo non significa che avessero l'egemonia, ma che partecipassero; poi non so se da soli o con altri, questo è da vedere.
L'ultimo pezzo sulla decorazione non l'ho capito, o meglio non capisco in relazione a cosa lo dici.
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EdoSardo
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Inserito il - 23/03/2008 : 07:33:48
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Per quanto concerne alcuni oggetti metallici, abbiamo la certezza che venissero realizzati in Sardegna, le matrici di fusione parlano chiaro, più chiaro delle analisi chimico - fisiche (ricordiamo che se si analizza una lega, è difficile dare risposte definitive, soprattutto perchè spesso al momento della fonditura si usava non solo metallo "vergine", ma anche materiali di "scarto" e oggetti non più usati), non parliamo poi dei confronti stilistici...possono giusto aiutare a formulare qualche ipotesi in più. La cultura di El Argar quando è datata? abbiamo date sicure al C14? abbiamo delle matrici di fusione nella penisola iberica? abbiamo nuovi dati in tal senso? confesso le mie perplessità in merito, ogni ipotesi può essere valida...
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