Forum Sardegna - Il Santu Antine e le Pleiadi: Augusto Mulas
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Nota Bene: Orgosolo - è un comune della provincia di Nuoro, nella regione della Barbagia di Ollolai. Il paese, immerso nel cuore del Supramonte, è caratterizzato da uno spettacolare paesaggio naturale, da costumi di gran fascino e dai tipici murales che abbelliscono e arricchiscono i muri delle case illustrando le problematiche vecchie e nuove di un popolo legato alla pastorizia e all'agricoltura.



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 Il Santu Antine e le Pleiadi: Augusto Mulas
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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 19/03/2012 : 08:29:00  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
CAGLIARI.

Il nuraghe Santu Antine? Come la stella Alcione, la più bella delle Pleiadi

Secondo la tesi di Augusto Mulas, autore di «Isola sacra», le torri di Torralba replicherebbero la costellazione



È possibile che, già 3.500 anni fa, i nuragici avessero un grado di civiltà così avanzato da conoscere i fenomeni celesti? Augusto Mulas, agrotecnico di Ozieri con la passione per l'archeologia, non ha dubbi: sì. Lo dimostra, dice, il complesso nuragico di Torralba, in cui i nuraghi ricalcano perfettamente la disposizione della costellazione delle Pleiadi. La sua tesi, di quelle destinate a far discutere, Mulas la illustra con abbondanza di esempi nel suo «L'isola sacra. Ipotesi sull'utilizzo cultuale dei nuraghi» (edizioni Codanghes, pp. 254, 20 euro) in cui per la prima volta l'ipotesi che i nuraghi potessero, fin dall'origine, essere concepiti come luoghi di culto arriva da un archeologo: lo stesso Mulas, appunto, che alle spalle ha studi classici con indirizzo archeologico e la partecipazione a numerose campagne di scavo. Il libro è stato al centro venerdì di un incontro al Caffè Savoia, allestito da Agorà Nuragica. «Già ai primi del'900 - ricorda Augusto Mulas - archeologi come Taramelli parlavano dei nuraghi come di fortificazioni». Davanti alla loro possenza - prosegue - è comprensibile che anche gli archeologi arrivati dopo, tra cui Giovanni Lilliu, propendessero per quest'ipotesi. «Tuttavia - dice lo studioso - sono venuti alla luce nuovi materiali e fonti che avrebbero dovuto portare a conclusioni diverse». E in effetti, non molto tempo fa si è iniziato a sostenere che le torri di pietra avessero assolto anche a funzione di culto, ma solo dal decimo al nono secolo Avanti Cristo. Quasi un compromesso tra chi ha sempre parlato di quest'ultima funzione come esclusiva e chi invece insistive sul ruolo di fortezze. «Eppure l'uso cultuale dei nuraghi è ben antecedente il IX e il X secolo» è la prima scoperta di Mulas. Lo dimostrerebbero, ad esempio, i materiali antecedenti quel periodo rinvenuti negli scavi di fondazione del nuraghe Arrubiu di Orroli, come un vaso «a uso cultuale o al massimo funerario». Lo stesso dato emerge anche esaminando altri vasi rinvenuti nel Palmavera e nel Speranza di Alghero, o in Su Sonadori di Villasor: in ciascuno di essi sono stati ritrovati resti di cibo, di mitili, ossa di animali, spesso anche spade dal carattere indubbiamente votivo. Se a ciò si aggiungono scoperte simili fatte anche in diversi pozzi sacri, come quello di Santa Cristina, ce n'è abbastanza perché la casualità venga a crollare. E se questo non dovesse bastare, a far capire che i nuragici avevano precisi punti di riferimento sono pure alcuni comprensori territoriali: in particolare la piana di San Saturno, a Benetutti, e la valle dei nuraghi di Torralba. «Il dato più importante - dice Mulas - è che il nuraghe di Santu Antine, il più bello del sistema, corrisponde ad Alcione, la stella più bella dell'ammasso delle Pleiadi. Fu costruito in una pianura alluvionale: perché faticare tanto a spostare tutta quella terra se non per rispettare la posizione astrale?». Ma perché proprio le Pleiadi? E poi perché quell'antico popolo, che sembra essere stato così in armonia con l'universo, realizzò quel complesso? Le risposte sono incerte, ma, dice l'archeoastronomo Mauro Zedda, sono certi gli studi di Augusto Mulas, confortati dal rigore scientifico, a cui si aggiunge il pregio di aver aperto nuovi scenari della ricerca.

http://lanuovasardegna.gelocal.it/c...iadi-5714702






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“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 19/03/2012 : 08:41:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Possiamo ancora parlare dei nuraghi come roccaforti erette dalle bellicose popolazioni della Sardegna preistorica? Oppure è giunto il momento di dare un´interpretazione diversa dell´utilizzo cui erano destinate queste costruzioni megalitiche?
L´enorme quantità di informazioni e di dati scaturiti negli ultimi decenni da ricerche archeologiche sempre più puntuali, condotte per la gran parte da addetti ai lavori, ma anche da validi ricercatori indipendenti, hanno provocato un laceramento nel paradigma che definisce il nuraghe come una ´fortezza´.
La sempre più frequente restituzione di contesti cultuali dall´interno e dall´esterno della struttura nuraghe ha indotto l´Autore verso l´analisi sistematica di tali risultati, inducendolo alla conclusione che il motivo fondante che spinse l´uomo nuragico a progettare e innalzare migliaia di strutture in tutta l´isola vada ricercato nell´ambito del sacro. Ne scaturisce un´ipotesi di utilizzo più orientata verso la sfera religiosa, cultuale e rituale anziché militare.
Inoltre, è riportata la recente rivelazione che presuppone la disposizione territoriale del ´Santu Antine´ di Torralba e dei nuraghi a esso limitrofi, distribuiti rispettando la posizione delle sette stelle principali dell´ammasso delle Pleiadi.

La civiltà nuragica svolse un ruolo di primissimo piano all´interno del Mediterraneo occidentale protostorico, intessendo rapporti culturali, commerciali e di scambio di conoscenze con le più progredite civiltà a essa contemporanee, raggiungendo punte di eccellenza in diversi settori quali: l´architettura, l´ingegneria idraulica, la carpenteria e l´artigianato tessile, ceramico e metallurgico. Recenti e importanti studi archeoastronomici dimostrano come i nuragici fossero profondi conoscitori dei fenomeni celesti, testimoniato dall´orientamento delle loro costruzioni secondo i più importanti punti solstiziali ed equinoziali.

Da questa ricerca emerge la visione dei nuraghi come strutture complesse, perni della vita civile e sociale di un popolo che seppe costruire, tremilacinquecento anni orsono, una singolare civiltà
. Le torri di pietra, simbolo incontrastato di questa straordinaria cultura, sono interpretate dall´Autore basandosi sui risultati degli scavi condotti, come costruzioni appartenenti alla sfera della devozione: sentinelle inamovibili fra cielo e terra, ordinatori del tempo e dello spazio. Dalla densità e la dislocazione nel territorio di queste strutture ne deriva l´immagine di un´isola, segnata dal contatto simbolico tra gli elementi terreni e quelli del firmamento. Attraverso i nuraghi e i pozzi sacri, il popolo nuragico entrava in sintonia con i princìpi divini del sole, della luna e dell´acqua offrendo le ricchezze della terra e gli oggetti preziosi del quotidiano.

E forse ne sono testimonianza i versi delle ´Teogonia´ di Esiodo: «...e poi generò Telegono per l´aurea Afrodite; quelli molto lontano, in mezzo ad isole sacre, regnavano su tutti gli illustri Tirreni».







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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 19/03/2012 : 11:47:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
di Franco Laner

L’aggettivo “sacro”, molto impegnativo, che l’Autore affianca all’Isola e che ne stabilisce perentoriamente un carattere, è il cambio di paradigma di una visione dell’archeologia isolana, sdoganata dal militarismo,

dal nuraghe/fortezza di taramelliliana derivazione, che aveva subìto il primo tremendo smantellamento dal prof. Massimo Pittau nel suo Sardegna nuragica del 1977. Certo, ci sono ancora sacche di resistenza e a queste sembra rivolgersi Mulas nei capitoli in cui porta altre evidenze alle tante accumulatesi nell’ultimo trentennio contro la fuorviante ipotesi sulla funzione militarista. So bene che l’aggettivo militarista è riduttivo, ma non è qui il caso di riprendere morbidi aggiustamenti e distinguo, perché tutti sanno a cosa mi riferisco.

Sono convinto che ora tutti gli sforzi debbano concentrarsi sulla definizione di sacro, che può essere declinato in tanti modi. Ogni società è permeata di sacro, ovvero di profano, il contrario, che lo complementa, anche se il confine fra il sacro e il profano non è una linea demarcatrice, quanto un territorio lattiginoso e indefinibile.

All’uscita del Neolitico, in Sardegna come altrove, ha inizio quella straordinaria e proficua stagione in cui l’uomo impara a interrogarsi e dare spiegazione. Ha inizio quella rivoluzione che per certi versi ancor oggi perdura: la stagione della scienza, che ha nell’osservazione, nella speculazione, il suo punto di partenza. La scienza stessa appartiene al sacro, ha i suoi sacerdoti, al sacro appartengono il magico, i riti, la divinazione, la medicina, l’escatologia e il culto dei morti, il rapporto con la natura e financo i rapporti sociali. Un’accezione di sacro, quella che mi pare preferisca Mulas, riguarda il culto, le pratiche religiose che abbisognano di luoghi deputati, identificabili e appositamente costruiti, in cui si svolgono riti, si prendono decisioni, ci si riunisce in assemblea, si offre alla divinità. Dove, in una parola, si officia e si rende palpabile il rapporto col divino grazie alla mediazione sacerdotale.
Lo scenario che il lavoro di Mulas inevitabilmente aprirà sarà la discussione sul sacro, sul suo modo di inverarsi e manifestarsi nella società nuragica, ricerca di cui esistono ovviamente precedenti e ricerche in atto. Nessun archeologo ha mai dimenticato tombe, pozzi, templi, né ha trascurato di ricostruire la religione dei nuragici, ma ora si tratta di definire e perimetrare la categoria del sacro e precisare cosa significhi che il nuraghe fosse un tempio.

Altrove ho sostenuto che il concetto di sacralità assegnabile al nuraghe debba essere inteso in una accezione assai più ampia di quella di spazio religioso, di svolgimento di riti, celebrazione e adorazione. Piuttosto la nozione di sacro si incardina sulle categorie dello spazio e del tempo e tende a identificare qualitativamente parti dello spazio e del tempo. Il nuraghe è lo strumento di cosmizzazione di due fondamentali categorie, spazio e tempo. È l’elemento ordinatore, misuratore, riferimento. È il luogo deputato al sacro, confine, recinto che separa il sacro dal profano. Nel nuraghe il tempo viene misurato e col nuraghe il territorio viene definitivamente ordinato.
Ecco perché il capitolo col quale l’Autore conclude la sua ricognizione sulla prevalenza del sacro nella civiltà nuragica assume per me valore epocale. Nella ricerca di affrancamento dal caos, di teofania e ordine, c’è bisogno di un riferimento preciso, iterato – la concezione del tempo per il nuragico è, ricordiamolo, inequivocabilmente ciclica – e solo l’osservazione astronomica pare soddisfare appieno questa umana aspirazione. Se si riesce a fare in terra ciò che è in cielo, se si riesce a ricreare, ripetere l’ordine magistrale, in quel preciso momento ci si svincola dal caos, da ogni timore ancestrale. Si è rassicurati. Ricreare ha valore di potenza divina.


La dislocazione dei nuraghi nell’agro di Torralba – mirabilissima osservazione di Mulas – è uguale alla dislocazione delle Sette Sorelle dell’ammasso delle Pleiadi. Incredibile dictu!
L’appunto che non posso però esimermi di fare ad Augusto è che egli presenti il fatto in modo schivo. Ma come può ritrovare in terra la posizione delle Pleiadi con precisione geometrica e non gridarlo? Impossibile statisticamente la coincidenza! Già precedenti osservazioni archeo-astronomiche – esemplari quelle di Mauro Zedda – avevano rivelato quale macchina astronomica fosse il più bel nuraghe della Sardegna. Ma ora sappiamo che esso è al centro di un disegno sublime: il gruppo di nuraghi sono lo specchio delle Pleiadi e il S. Antine coincide con Alcione, la stella più luminosa dell’ammasso.



La dislocazione dei nuraghi nell’agro di Torralba è uguale alla dislocazione delle Sette Sorelle dell’ammasso delle Pleiadi.









Modificato da - DedaloNur in data 19/03/2012 11:51:53

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Freddie Mercury - In My Defence
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meria

Utente Normale


Inserito il - 19/03/2012 : 14:59:05  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di meria Invia a meria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Quando ho visto la locandina su un altro forum sono andato ad acquistarmi il libro e poi ho voluto ascoltare anche la presentazione del libro avvenuta a Cagliari. L’autore, riprendendo la tesi di Pittau, sviluppa un ragionamento che lo porta concludere che i nuraghi furono edificati per scopi di culto; e fin qui, niente di nuovo rispetto a quanto detto da Pittau se non qualche osservazione che conferma la vecchia tesi del linguista.
Trovo invece estremamente interessante quanto osservato sulla disposizione dei nuraghi attorno al S. Antine di torralba dove i nuraghi presenti in quella piana corrispondono perfettamente, per distanza e disposizione, all’ammasso delle Pleiadi e, in aggiunta, la stella più brillante della “costellazione” corrisponde alla posizione occupata dal S. antine. Sono dati oggettivi che un buon investigatore deve obbligatoriamente tenere in considerazione pur ammettendo in cuor suo di non avere una spiegazione a tutto ciò.






  Firma di meria 
Niente è più difficile da vedere con i propri occhi di quello che si ha sotto il naso. J.W. Goethe

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 19/03/2012 : 21:08:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
dunque Meria tu conosci i contenuti di questa ricerca? me/ce li illustreresti?

quando ad esempio, si retrodata la funzione cultuale, si citano dei vasi. alcuni li ho presenti. na vorrei capire cosa dica esattamente l'Autore in attesa di leggere il libro.

non ho nulla contro gli orientamenti, l'unica critica che mi permetto fin d'ora, pur non avendo il libro, ma desumendone la tendenza dalle parole di laner, è che, pare si voglia fare del "sacro" la dimensione totalizzante del nuragico. Da qui si arriva alla vecchia e sballata dicotomia tra il "buon selvaggio" dedito alla religione e alla sopravvivenza, ed il barbaro guerriero, temo.

non sono d'accordo su questa prospettiva, e una maggiore attenzione ai problemi che Lilliu pose e che son tuttaltro che da ripudiare. assicurerebbe una visione più equilibrata.







  Firma di DedaloNur 
Freddie Mercury - In My Defence
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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 19/03/2012 : 22:56:49  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Per un punto di vista differente...ma non troppo...

http://pierluigimontalbano.blogspot...-antine.html






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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 20/03/2012 : 00:07:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
in che senso, differente ma non troppo?






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meria

Utente Normale


Inserito il - 20/03/2012 : 00:34:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di meria Invia a meria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Ho letto appena un terzo del libro e perciò non posso illustrarti interamente il contenuto. Ma ho assistito alla presentazione e mi pare che l’autore prosegua il discorso iniziato da Pittau nel 1977 aggiungendo i dati provenienti dagli scavi più recenti.
Per quanto riguarda la retrodatazione dell’utilizzo cultuale del nuraghe, l’autore si rifà a dati noti da tempo come ad esempio il caso del nuraghe Arrubiu sigillato al IX secolo per cui l’utilizzo cultuale è, ovviamente, precedente a questa data. Il nuraghe fu “ribattezzato” intorno al XII con il rito della frantumazione del vaso. Ma tutte queste notizie puoi recuperarle di prima mano nelle pubblicazioni della Lo Schiavo che per fortuna pubblica il risultato degli scavi.

Non capisco quale sarebbe la “maggiore attenzione ai problemi che Lilliu pose” al problema.

Mi permetto di darti un consiglio. Se vuoi andare avanti nelle ricerche scordati delle “visioni più equilibrate”. Il tuo concetto di equilibrio appare inquinato da un giudizio di merito condizionato da concezioni moderne. Ti sei mai domandato se il tuo concetto di “equilibrio” coincide con quello dei nuragici? Come ho già ripetuto, l’archeologia è una disciplina investigativa il che vuol dire che sono gli indizi a dettare le ipotesi e non le suggestioni. E se gli indizi ci dicono che il nuraghe apparteneva alla sfera del sacro, dobbiamo prendere seriamente in considerazione il suggerimento. È più intelligente e onorevole ammettere serenamente di non riuscire a comprendere appieno un isola come la Sardegna cosparsa di sette o ottomila templi (è il mio caso) piuttosto che continuare ad arrampicarsi sugli specchi cercando di sfuggire allo spauracchio de”l’isola sacra”.
DedaloNur ha scritto:

dunque Meria tu conosci i contenuti di questa ricerca? me/ce li illustreresti?

quando ad esempio, si retrodata la funzione cultuale, si citano dei vasi. alcuni li ho presenti. na vorrei capire cosa dica esattamente l'Autore in attesa di leggere il libro.

non ho nulla contro gli orientamenti, l'unica critica che mi permetto fin d'ora, pur non avendo il libro, ma desumendone la tendenza dalle parole di laner, è che, pare si voglia fare del "sacro" la dimensione totalizzante del nuragico. Da qui si arriva alla vecchia e sballata dicotomia tra il "buon selvaggio" dedito alla religione e alla sopravvivenza, ed il barbaro guerriero, temo.

non sono d'accordo su questa prospettiva, e una maggiore attenzione ai problemi che Lilliu pose e che son tuttaltro che da ripudiare. assicurerebbe una visione più equilibrata.






  Firma di meria 
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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 20/03/2012 : 07:37:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
DedaloNur ha scritto:

in che senso, differente ma non troppo?


La nostra visione (mia e di Marcello) prende in considerazione alcuni parametri legati all'antropizzazione del territorio da parte delle comunità, alle condizioni orografiche del territorio occupato, alla religiosità (legata al culto dei defunti, al sole, alla luna e, principalmente, all'acqua), ai valichi, ai sentieri e alla collaborazione fra clan. Per sfruttare una vallata (al centro ci sono sempre le condizioni ideali per coltivare) occorre, fra le altre attività, proteggere le coltivazioni dall'invasione di animali liberi che, transitando dai valichi, scendono a valle distruggendo i raccolti. Sole, acqua e luna influiscono sul raccolto ed erano tenuti in grande considerazione. I territori erano già antropizzati dai neolitici finali, i segni sono evidenti in tutti i luoghi che abbiamo visitato. Nelle vallate, almeno per qualche secolo) non ci sono nuraghi per due motivi principali, uno religioso e l'altro funzionale. Lo spieghiamo nei convegni e lo abbiamo comunicato alla soprintendenza. I protonuraghi non sono luoghi di culto e la loro funzione è interdetta nello spazio sacro, quello occupato dalle coltivazioni e quello occupato dalle sepolture. Le sepolture evidenziano un culto dei defunti di grosso spessore, e le tombe di giganti sono i templi più palesi della civiltà nuragica del Bronzo.






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Lessa
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 20/03/2012 : 10:19:39  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Lessa Invia a Lessa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Templi? Le tombe dei giganti non erano delle sepolture? Mi devo esser perso qualche sviluppo negli ultimi tempi.
Come si può affermare che un luogo di sepoltura sia un tempio? Non è proprio la stessa cosa, anche accettando che nei pressi vi praticassero dei riti
di incubazione o di altro tipo.







  Firma di Lessa 
"La storia scritta dai vincitori non può dire cose giuste"

Il mio Blog sulla rievocazione storica, il combattimento, e la ricostruzione Nuragica: http://sardinianwarrior.blogspot.com

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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 20/03/2012 : 12:23:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E' una mia ipotesi Ale, la TdG è un luogo sacro nel quale i defunti vengono deposti. Ha forma di ventre materno, ospita riti religiosi, ed è una struttura monumentale, tutti requisiti che sono associati ai templi. Inoltre, fatto non di poca importanza, non vedo quali altri edifici (a parte qualche tempietto a Megaron) possano essere equiparati ai templi. Non di certo i nuraghi, meno che mai le capanne dei villaggi...quindi?
E se ribaltassimo il problema: i defunti venivano deposti in un luogo sacro, identificato nella struttura che noi chiamiamo Tomba dei Giganti.
Gli studi che portiamo avanti da tempo insieme a Marcello convergono tutti vero l'ipotesi TdG=luogo di culto che, nel giro di qualche generazione, è affiancato, ma non sostituito, dai santuari a pozzo.
Solo a partire dal X a.C. si notano variazioni sostanziali nei riti: Sui crolli dei nuraghi sono edificate le Rotonde delle riunioni, non a caso le sepolture cambiano aspetto (inizia la stagione delle inumazioni in pozzetti), i pozzi sacri proliferano. Tutti indizi di una nuova visione della religiosità. Il secolo seguente (IX-VIII a.C.) le vasche e gli altari si trovano nei nuraghi (a sancirne la trasformazione della destinazione d'uso in templi) e compaiono centinaia di offerte votive in pozzi (ma nei pozzetti realizzati per i defunti persiste il rito sacro di dedicare offerte agli dei).
Se queste ipotesi sono sballate vorrei conoscere altre ipotesi in grado di farmi cambiare idea.






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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 20/03/2012 : 12:32:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ovviamente, almeno spero, visto che nessuno ancora abbina le TdG ai templi...si tenga conto che nel mio libro l'ho già scritto. E' da tempo che nei convegni (non mi riferisco al vostro Ale) sento relatori che parlano di: Levantini, miniaturizzazione, navicelle simboli del cosmo, nuraghi con funzioni differenti secondo le necessità delle comunità, guerrieri di Monte Prama (compresi i combattenti ormai definiti "cosiddetti pugilatori", evidentemente gli accademici si sono accorti che non sono sacerdoti che ballano e saltano con uno scudo in testa). E' ormai pronto il mio nuovo libro dedicato interamente alla civiltà nuragica (uscirà dopo l'estate e conterrà il "Sistema Onnis") e vorrei che la nostra amata Civiltà Nuragica (maiuscolo compreso) fosse finalmente messa davanti ai fenomeni che nel Ferro coinvolsero quei 4 gatti (scusate...commercianti levantini) che secondo alcuni colonizzarono un'isola potente, florida, organizzata ed efficiente in tutti i comparti importanti in quel tempo.





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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 20/03/2012 : 14:30:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
meria ha scritto:


Ho letto appena un terzo del libro e perciò non posso illustrarti interamente il contenuto. Ma ho assistito alla presentazione e mi pare che l’autore prosegua il discorso iniziato da Pittau nel 1977 aggiungendo i dati provenienti dagli scavi più recenti.
Per quanto riguarda la retrodatazione dell’utilizzo cultuale del nuraghe, l’autore si rifà a dati noti da tempo come ad esempio il caso del nuraghe Arrubiu sigillato al IX secolo per cui l’utilizzo cultuale è, ovviamente, precedente a questa data

Io non so nulla dei contenuti del libro, ma vorrei sottolineare come le mie perplessità non siano dirette ai contenuti del libro in sè, quanto piuttosto a quella sorta di "sacralizzazione totalizzante" del mondo nuragico, che reputo un errore molto grave.

. Il nuraghe fu “ribattezzato” intorno al XII con il rito della frantumazione del vaso. Ma tutte queste notizie puoi recuperarle di prima mano nelle pubblicazioni della Lo Schiavo che per fortuna pubblica il risultato degli scavi.

Sì le conosco, ma più che altro volevo sapere apunto cosa intenda l'autore per "uso cultuale del nuraghe". cioè, il modo in cui legge e interpreta la ptresenza di quei reperti. e mi interessa senza pregiudizio alcuno.

Non capisco quale sarebbe la “maggiore attenzione ai problemi che Lilliu pose” al problema.

dopo lilliu, la riflessione sulla dimensione militare è totalmente cessata. in parte l'ha uccisa Lilliu stesso con tesi un po speculative (ma ai suoi tempi, non poteva far di più e meglio), in parte altri che l'han portata avanti semplicemente riproponendo il già deto di Lilliu, e infine uccisa da Pittau, che per smontare le tesi lilliane, ha proposto una visione stereotipata e altrettanto grossolana dela guerra preistorica, smontando semplicmete gli argomenti erratii di Lilliu.

Il problema è che "militare" è una dimensione fondalmentale del nuragico, e a ridurla al nulla e al silenzio, si fa un gran danno.

Mi permetto di darti un consiglio. Se vuoi andare avanti nelle ricerche scordati delle “visioni più equilibrate”. Il tuo concetto di equilibrio appare inquinato da un giudizio di merito condizionato da concezioni moderne. Ti sei mai domandato se il tuo concetto di “equilibrio” coincide con quello dei nuragici? Come ho già ripetuto, l’archeologia è una disciplina investigativa il che vuol dire che sono gli indizi a dettare le ipotesi e non le suggestioni.

Meria, quindi sarei vittima di suggestioni e m'arrampicherei sugli specchi? Tu non sei tenuto a conoscere il percorso di altri nelle loro ricerche e studi, ma proprio perchè non conosci tali percorsi, semplicemente non dovresti permetterti, di giudicare in tal modo.
Io ad esempio sino all'anno scorso, qui dentro e altrove scrivevo che i nuraghi svolgessero una funzione cultuale ( di templi però, non ho mai parlato perchè il termine è troppo scivoloso); se ho ri-cambiato, ritornando a Lilliu, è perchè evidentemente sentivo che m'arrampicavo sugli specchi a sostenere ancora la tesi cultuale.

inoltre ti rispondo nel merito: sì che ci ho pensato. però vedi, l'inquinamento da concezioni moderne, io lo vedo ancor di più in una certa ideologioa che non permette di discutere di guerrieri, di guerra nel mondo nuragico e altro, e infine in questa polarizzione che fa dei nuragici, o barbari selvaggi, oppure piatti e bucolici pastori intenti solo ad allevare e coltivare, e a drizzare pietre al cielo. E che siano concezioni moderne che, per così dire, sfasano la riflessione non solo io al dirlo, ne al cosa riguarda solo la sardegna ma ha riguardato lungamente anche l'Europa (sai dalla WWII non è semplice parlare di certi temi..)il problema è che in Europa enel mondi, gli studi ci sono e andrebbero applicati anche al caso sardegna.

Il fatto è che si studia, si va a far ricognizioni e si può cambiare idea.

Detto questo, io continuo a non provare schifo verso la questione degli orientazioni (anzi..è sempre interessante per me) al contrario di altri che in questo stesso forum derubricano la cosa a idiozia e fantarcheologia.

E se gli indizi ci dicono che il nuraghe apparteneva alla sfera del sacro, dobbiamo prendere seriamente in considerazione il suggerimento. È più intelligente e onorevole ammettere serenamente di non riuscire a comprendere appieno un isola come la Sardegna cosparsa di sette o ottomila templi (è il mio caso) piuttosto che continuare ad arrampicarsi sugli specchi cercando di sfuggire allo spauracchio de”l’isola sacra”.

sì gli indizi, forse li conosco, da ex. fautore di tale tesi, eppure non è così semplice come la metti tu. Me ne son reso conto a mie spese.

Non userò le argomentazioni che rivolgevano a me quando parlavo di Nuragichi-luogo di culto ( non è infatti per esse che ho mutato idea), però faccio presente di aver cambiato dopo aver riflettuto con maggiore attenzione sulla tomba dei giganti. e sul fatto che i nuraghi, per quanto non siano sempre fortificati (anzi la gran parte di quelli visti da me, non lo è) tuttavia fanno parte di un sistema di posizioni forti.
Ad esempio La prigjiona, non è fortificata, il villaggio pare non sia cinto da antemurale (come talvolta invece accade altrove), tuttavia, è costellato da nuraghi satelliti tra quelli ancora visibili e quelli che non ci sono più ma di cui si ha notizia, ed inoltre ha un ottma posizione, in collegamento visivo con altre posizioni forti, come ad esempio Monte mazzolu in cui è sita una muraglia di circa 40 metri.

scometto che più andrò avanti e più casi troverò.

Voglio dire, di primo acchito, si potrebbe dire che La Prigjona sia sguarnito, che non vi fosse alcuna preoccupazione, ed invece, a cercare nel territorio, si trova che La prigjona è l'epicentro (altro indizio c'era una gerarchia nei siti) di un sistema fatto anche di punti forti naturali (non per forza ci dev'essere una muraglia per avere un punto forte) o artefatti.
Il che non vuol dire neppure però che temessero incusrsioni dal mare (altrimenti i punti forti e non solo i nuraghi) li troveremmo a ridosso della costa, ma che più semplicemente sul territorio c'era cmq un controllo organizzato e militare. Ed nche questo non vuol dire che vi fosse una guerra intercantonale perenne...questo, forse è il peggiore errore di Lilliu, ciò che ancor di più delle garitte e dei nuraghi trappola, gli ha dato la zappa sui piedi.

eppure, mi dirai, a la prigjiona, c'è anche un luogo di culto , e quando si entra nel nuraghe, è facile pensare al sacro (a me capita tuttora..).







Modificato da - DedaloNur in data 20/03/2012 14:45:57

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meria

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[quote].machiavelli. ha scritto:

E' una mia ipotesi Ale, la TdG è un luogo sacro nel quale i defunti vengono deposti. Ha forma di ventre materno.
Tua ipotesi??????
l'ipotesi tomba dei giganti = testa del toro = utero femminile avrà come minimo 20 anni e tu dici che è la tua? dove caspita eri fino adesso in catalessi?






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.machiavelli.

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meria ha scritto:

[quote].machiavelli. ha scritto:

E' una mia ipotesi Ale, la TdG è un luogo sacro nel quale i defunti vengono deposti. Ha forma di ventre materno.
Tua ipotesi??????
l'ipotesi tomba dei giganti = testa del toro = utero femminile avrà come minimo 20 anni e tu dici che è la tua? dove caspita eri fino adesso in catalessi?



Fingi di non capire? Oppure dormi? Ho affermato che le TdG sono i templi del Bronzo Medio e, allo stesso tempo, non lo sono i protonuraghi. Visto che altri lo dicono da 20 anni...potresti indicarmi la bibliografia? Citami un solo autore che esclude per i nuraghi la funzione di tempio e (insisto allo stesso tempo) afferma che lo sono le TdG.






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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 20/03/2012 : 16:32:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Melardo Leonis ha scritto:

I nuraghi furono costruiti da una popolazione precedente i nuragici di almeno 10.000 anni. A quel tempo le Pleiadi stavano in un altra posizione quindi l'ippotesi è destituitta di fondamento.

Bisogna studiarle le cose micca dirle così tanto per dire!

Melardo


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Modificato da - DedaloNur in data 20/03/2012 16:32:21

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