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Nota Bene: Nata a Ozieri nel 1887, Maria Rosa Punzirudu è stata fra le prime donne sarde a esibirsi sul palco nel canto a chitarra. Il suo esordio risale ai primi anni venti, mentre le incisioni sono del 1930, cantando con Nicolino Cabizza e Gavino Delunas.
Fra le sue esibizioni più importanti, da ricordare quella avvenuta in Vaticano, davanti a Papa Pio XII, dove propose una toccante interpretazione di Deus ti salvet Maria.



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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 24/06/2011 : 17:24:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
maria ha scritto:

Tharros ha scritto:

maria ha scritto:

Che bello si riparte
In piu quella parte nn la conosco della Sardegna speciale la fontana de Rosello
Ciao Mister



Ciao Maria...sono le prime due tappe che mi erano venute male. Domenico deve sostituirle.


Venute malema son superbeeeeeeeeeeeee
bellissima Rocce e Mare e Cala Inferno e Chiesa Romanica se dovrei sceglierne una nn saprei quale


Rocce e mare (portoferro)
Chiesa Romanica Porto Torres







  Firma di Tharros 
E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Trento  ~  Messaggi: 4702  ~  Membro dal: 02/12/2006  ~  Ultima visita: 22/03/2020 Torna all'inizio della Pagina

maria
Salottino
Utente Maestro




Inserito il - 24/06/2011 : 19:37:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di maria Invia a maria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:

maria ha scritto:

Tharros ha scritto:

maria ha scritto:

Che bello si riparte
In piu quella parte nn la conosco della Sardegna speciale la fontana de Rosello
Ciao Mister



Ciao Maria...sono le prime due tappe che mi erano venute male. Domenico deve sostituirle.


Venute malema son superbeeeeeeeeeeeee
bellissima Rocce e Mare e Cala Inferno e Chiesa Romanica se dovrei sceglierne una nn saprei quale


Rocce e mare (portoferro)
Chiesa Romanica Porto Torres

Merci Mister pour les renseignement







  Firma di maria 

Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

 Regione Estero  ~ Prov.: Nuoro  ~ Città: Belgio  ~  Messaggi: 9298  ~  Membro dal: 21/04/2006  ~  Ultima visita: 30/09/2023 Torna all'inizio della Pagina

Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 26/06/2011 : 10:21:41  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Da
Capo Comino
Alla
Maddalena


Km percorsi 182

Il sole non è ancora sorto. Mi sono fatto una passeggiata fra le basse dune di capo Comino nell’attesa che arrivi il momento di partire. La mattina mi sveglio sempre presto ed in alcuni casi, quando arrivo verso sera mi piace molto fare un giro nei dintorni prima della partenza, La spiaggia sulla quale sto camminando, detta di Silita, è formata da basse dune di sabbia ed è l’unica della costa orientale considerato che l’altra spiaggia simile si trova nei pressi di Villasimius ma è molto meno ampia. Mi sono allontanato parecchio da dove sono parcheggiato. Oggi sarà una tappa di trasferimento. Vado a Palau dove prenderò il traghetto per la Maddalena. Mi basterà arrivarci questa sera e durante il percorso; farò delle soste per andare a vedere alcune spiagge e per cominciare vado alla Berchida, quindi verso sud. Raggiunto il van lascio Capo Comino diretto alla lunga spiaggia alla quale arrivo in meno di mezz’ora. Parcheggio nell’ampio spiazzo, adibito a tale scopo e raggiungo il limite dell’arenile. E’ una bellissima spiaggia di sabbia bianca, il mare è cristallino e, nonostante l’ora, ci sono molte persone che hanno piantato gli ombrelloni e posizionate le sdraio pronti a trascorrere quella che pare essere una giornata molto soleggiata e calda. Dietro alla spiaggia, più lontane delle colline che pur avendo un aspetto desolato, sono completamente prive di alberi, hanno un grande fascino. Mi trattengo per il tempo di fare un tuffo ed asciugarmi al sole e poi riparto dirigendomi verso nord, quindi strada al contrario lungo la 125. Una sosta nel paese di S Lucia, a La Caletta per un caffè ed a S. Giovanni con la piccola chiesetta e la torre sul mare. In questo posto molti anni fa feci una delle prime foto in Sardegna. Ci arrivai portato da degli amici e, negli anni seguenti me ne dimenticai. Poi, da alcuni anni a questa parte presi l’abitudine di portare le vecchie foto con me e andare alla ricerca dei posti che avevo fotografato. Molti li ho trovati cambiati ma in altrettanti le differenze erano pressoché assenti.
















Il traffico si è gia fatto consistente sulla 125, ed ho la netta sensazione che prendano l’auto anche se, per arrivare fino in spiaggia, debbano fare 200 metri. Arrivo nel paese di Posada e a piedi raggiungo la torre che sovrasta il paese; è un ottimo punto di osservazione sul territorio circostante. Purtroppo oggi è chiuso l’ingresso e mi devo accontentare di un giretto per i stretti vicoli e le case colorate che vi si affacciano. Una breve vista alla spiaggia di Su Triarzu, ancora vuota. Proseguo sempre verso nord fino a S. Teodoro. Sono le nove e mi prendo qualche minuto di sosta per fare il bagno a La Cinta, forse la più bella spiaggia sabbiosa dell’Isola: per la verità è assai difficile fare dei confronti ogni spiaggia ha le sue peculiarità: il colore del mare e della sabbia, la conformazione e, in questo caso l’avere alle spalle uno stagno, cosa non rara. Il mare è bassissimo per molti metri all’interno. La sabbia fine e bianchissima, l’acqua stupendamente cristallina, alle spalle, prima di trovare lo stagno alberi e bassa vegetazione. Tra qui e Capo Comino ci sono altre spiagge che varrebbe la pena di visitare, Orvili, Cala Budoni ma mi sono fermato solo alcuni minuti all’Isoledda, diciamo per motivi “sentimentali”. Se mettessi in atto il proposito di fermarmi ovunque arriverei a Palau fra tre giorni. Dietro la Cinta lo stagno di S. Teodoro, adibito a peschiera e, tra lo stagno e la spiaggia, una “terra di nessuno” costellata da piccoli alberi di ginepro radi cespugli e qualche traccia di colore di piccoli fiori. Dopo la Cinta altre due bellissime spiagge: cala Brandinchi e Lu Impostu quest’ultimo chiamato anche Porto Brandinchi. Continuando lungo la 125 dopo qualche chilometro giro a destra per andare a Capo Coda Cavallo una zona costiera fra le più belle di questa parte della Sardegna (ma quale non lo è?) Pur essendo stata altamente “civilizzata” con la costruzione di villaggi turistici la pineta e la folta macchia mediterranea hanno quasi mantenuto l’aspetto originario. Da qui si gode una bellissima vista sull’isola di Molara e Tavolara. Una piccola sosta poi di nuovo in movimento con una deviazione verso Porto S. Stefano.


















Nel guardare tavolata ho realizzato che non ci sono mai stato e questo mi sembra il momento adatto per colmare anche questa lacuna. Ritorno al van a prendere due cose poi raggiungo l’imbarcadero per l’isola. Pochi minuti e sono gia imbarcato. Si stanno formando delle nuvole poco simpatiche, spero non piova. Arrivo all’approdo di Tavolara in poco tempo, una puntatina al bar per un caffè poi cerco di capire dove posso andare. Quest’isola è in parte servitù militare e gli spostamenti sono limitati. Con il tempo un po’ tirato preferisco fare un giro arrivando fino a Punta Spalmatore. E’ possibile, insieme ad una guida, arrivare in cima al massiccio calcareo che sovrasta l’isola dai sui 565m Lo farò in un'altra occasione. Non ci vuole molto a fare tutto il giro prendendo come punto di partenza e d’arrivo il ristorante. Mentre percorro il mio breve tragitto mi sono anche trovato a dovermi quasi difendere da due cani lasciati liberi dal proprietario. I cani non mi hanno mai fatta nessuna paura, paura che invece ho dei padroni imbecilli che li lasciano senza alcun controllo. Riparto dopo circa un’ora da Tavolara, riprendo poi il mio van e proseguo nel mio breve viaggio di oggi. Una piccola deviazione verso Porto Istana e alle vecchie Saline con sosta, in quest’ultima per un altro bagnetto rinfrescante, fa veramente caldo! Compero un panino e una bibita nel piccolo bar viaggiante e vado a sdraiarmi sulla spiaggia. La sosta dura un paio d’ore rimettendomi in movimento verso le 16’.















Modificato da - Tharros in data 26/06/2011 10:39:12

  Firma di Tharros 
E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Trento  ~  Messaggi: 4702  ~  Membro dal: 02/12/2006  ~  Ultima visita: 22/03/2020 Torna all'inizio della Pagina

Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 26/06/2011 : 10:40:36  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
















Una breve visita alla città di Olbia, solo il centro nei dintorni di Piazza Margherita, proseguendo poi fino al sito del Castello di Pedres e alla Tomba dei Giganti “ Su Monte de s’Ape”lì vicina.. Al mio arrivo nella piccola casetta di legno adibita ad ufficio non c’è nessuno. Sono andato comunque fino alle tombe pensando di pagare poi un eventuale biglietto ma al mio ritorno era ancora tutto deserto. Riparto destinazione verso Palau senza ulteriori soste; percorro la 125 con un traffico da brivido. Mi fermo almeno sei o sette volte in coda prima di arrivare nei pressi di Arzachena e poi la situazione peggiora. Arzachena - Palau sono più o meno 15 km e se le cose non migliorano mi sa che dormire a Caprera diventa difficile. L’ultimo traghetto credo sia verso le 11 e sono le nove passate. Dopo Arzachena, considerato tutto e non avendo nulla da perdere infilo la strada verso Bassacutena. Quasi vuota fino al paese, poi il traffico aumenta ma mai come in precedenza. Altra coda appena entrato in Palau ma riesco a prendere il traghetto per la Maddalena. La traversata dura circa 25 minuti e appena sbarcato mi dirigo subito verso Caprera. So gia dove andare per passare la notte. C’è una stradina che porta verso il becco di Vela e il monte Tejalone, che dai suoi 212 metri ha il predominio dell’altezza sull’arcipelago la parte alta dell’ isola. Raggiunta la meta mi preparo la cena nella più assoluta solitudine godendomi la leggera brezza che viene dal mare e l’occhieggiare delle stelle. Da qui riesco a vedere le luci della cittadina di Maddalena e poco altro, più in la, verso destra la luce del faro di porto Massimo, forse. Dietro quella che dovrebbe essere l’isola di S. Stefano si alzano le luci di Palau rendendo il profilo dell’isola un po’ più evidente. L’inquinamento luminoso sta diventando sempre più un problema ovunque, anche se qui, in Sardegna i posti esenti da questo disturbo sono ancora molti. Qualche macchina attraversa il ponte della Moneta che collega le due isole, Maddalena e Caprera. Sono quasi alla fine del mio viaggio. Il momento del ritorno in continente si avvicina e mi mette un po’ di malinconia lasciare l’Isola e tornare al “ travaglio usato” Mezzanotte…il sonno tarda ad arrivare stasera ma vado lo stesso a coricarmi. Da queste parti un po’ più di prudenza ci vuole vista la presenza di cinghiali, magari non saranno aggressivi, però meglio non rischiare. E anche per oggi, è tutto. Buona notte.














Modificato da - Tharros in data 26/06/2011 10:57:54

  Firma di Tharros 
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 26/06/2011 : 18:34:01  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
...







Errata C. la foto intitolata Capo Ceraso non è corretta La spiaggia ritratta è quella di Porto Taverna!







Modificato da - Tharros in data 26/06/2011 18:43:18

  Firma di Tharros 
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maria
Salottino
Utente Maestro




Inserito il - 27/06/2011 : 07:31:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di maria Invia a maria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Stupendo reportage specialmente questa parte a me molto nota
Ciao Mister







  Firma di maria 

Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

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Flore
Salottino
Utente Master



Inserito il - 27/06/2011 : 08:36:39  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Flore Invia a Flore un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:

Prego prego...!!


Anche la Cinta............che bei ricordi







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Grazia
Orsù, dunque.....

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 27/06/2011 : 17:47:06  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Per chi non lo sapesse La Cinta è una spiaggia....altra cosa quella che tiene su le braghe!!!

flore i ricordi sono l'unica cosa che nessuno ti può portare via!!







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Flore
Salottino
Utente Master



Inserito il - 28/06/2011 : 09:47:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Flore Invia a Flore un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:

Per chi non lo sapesse La Cinta è una spiaggia....altra cosa quella che tiene su le braghe!!!

flore i ricordi sono l'unica cosa che nessuno ti può portare via!!


Verissimo e ti perdono la battuta........







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Grazia
Orsù, dunque.....

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 28/06/2011 : 17:46:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie madamina...






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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 14/07/2011 : 08:59:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Maddalena e Caprera

Km percorsi 74









Un alba meravigliosa stamattina. Le creste frastagliate sembrano un ricamo contro la luce del sole nascente. La notte è passata tranquilla. Svegliandomi prima dell’alba ho percorso qualche centinaio di metri per assistere al sorgere del sole dal male color viola ed il cielo arabescato di nuvole rosse e nere. Colazione mattutina, e la solita ma debole brezza che sparge intorno il profumo del caffè. Oggi giornata in barca. Ho prenotato il giro delle isole con partenza da La Maddalena alle nove. La Maddalena è l’unica cittadina dell’arcipelago e fu fondata dai piemontesi nel 1770. L'arcipelago della Maddalena è situato al largo di Palau, nella parte nord-orientale della Sardegna. E' costituito da sette isole principali: La Maddalena, Santo Stefano e Caprera a sud-est, Spargi, Budelli, Razzoli e Santa Maria a nord-ovest. Oltre l'arcipelago, a nord, inizia il territorio francese con le Bocche di Bonifacio. L'arcipelago, dopo diverse traversie e ripensamenti è diventato parco marino dal 1997 anche se la mia impressione, per quel poco che ho potuto vedere, è che sia troppo affollato. Parto dal luogo di sosta arrivando in paese poco dopo le otto, non ho avuto difficoltà a trovare un posto per il mio van. E’ la prima volta che mi appresto a questo tipo di esperienza. I viaggi cumulativi, anche se brevi, mi hanno sempre dato una sensazione poco piacevole ma, data la situazione ed il fatto che da solo non potrei fare nulla mi sono deciso a questa soluzione. Nell’attesa della partenza ho fatto un giro per il paese, prima passeggiando lungo il porto e poi entrando sulla strada principale che lo attraversa. Forse la costruzione più rilevante è la chiesa di S Maria della Maddalena con sulla sommità una meridiana; uno sguardo anche ai vari negozi che vi si affacciano, poi mi sono fermato in un bar. Ho scelto un tavolino all’esterno e avevo la possibilità di guardare sia lungo il porto, Piazza Umberto I° corredata di palme sia sulla via dalla quale ero arrivato. C’è gia un certo movimento in giro. Un paio di traghetti provenienti da Palau hanno riversato sulla strada un discreto numero di auto che lentamente ed in fila indiana hanno lasciato il porto. Non sono nemmeno sparite che altrettante arrivavano. Le persone mi passano accanto, alcune lentamente altre invece con la fretta di chi ha mille cose da fare. C’è un tipo con la faccia da funerale che viene nella mia direzione. Ad un certo punto incontra qualcuno al quale fa un largo sorriso, lo saluta ma non appena lasciato alle spalle gli ritorna la faccia da funerale. Si fa fatica anche a tenere, se non un sorriso, almeno mezzo. A qualche metro da me c’è un uomo che guarda intensamente dentro ad una vetrina movendo e girando qui e là la testa. Mentre penso a chissà qual cosa interessante ci ha visto estrae un pettine e si da na ritoccata allo scalpo. Una signora è seduta al tavolino accanto; ha con se un bimbetto di circa tre anni piuttosto vivace al quale promette varie cose purché stia tranquillo non ultima quella di “prendere la nave per andare a fare compere” che mi da l’idea dell’ educazione compulsiva pre-adolescenziale all’acquisto, qualunque esso sia.











E’ ora di andare verso il destino che mi aspetta. La motobarca sulla quale trascorrerò le prossime otto ore è gia carica di gente su entrambi i ponti. Mi auguro di non dover far la parte della sardina. Appena salito capisco che sarà difficile trovare un posto a sedere. Molte panche sono vuote di persone ma cariche di segnaposto, asciugamani, borse da spiaggia, pinne. Tutti in piedi lungo il parapetto a guardare di sotto. La partenza attira sempre l’attenzione di tutti a guardare indietro la terra che si allontana, non manca mai quello che saluta, anche sconosciuti, pur di farlo. Dopo qualche minuto il comandante cerca di ottenere un po’ di silenzio. Spiega la rotta che stiamo per fare e sollecita, coloro che lo hanno fatto, di togliere tutta la roba sparsa sui posti a sedere perché ci sono posti per tutti essendo i passeggeri contati e se qualcuno resta in piedi o lo fa perché lo desidera o perché qualcuno vuol pagare il biglietto anche all’eventuale borsa appoggiata. Il discorsetto ha il suo effetto e tutto sparisce liberando i posti occupati. A me non interessa sedermi. Preferisco stare in piedi per poter fare qualche foto ma anche per evitare, come accade spesso quando tanta gente è nello stesso posto, di avere qualcuno che mi urla nelle orecchie. Ho trovato un modo poco consono per ritornare a quella normalità da quale mi ero così volentieri allontanato.
Prima tappa S. Maria e il passo del Topo. Il nome probabilmente dovuto al fatto che due isole, S. Maria e Razzoli sono separate solo da qualche metro di mare basso costellato da sassi. Si scende per fare qualche minuto di passeggiata. Tutti ammucchiati davanti all’unica passerella che permette lo sbarco così, non essendoci più nulla sulle panche mi siedo in attesa che tutti rientrino, come ha detto il comandante, al suono della sirena. Partenza dopo circa mezz’ora verso Budelli dove tutti ora parlano della spiaggia rosa. Macchine fotografiche alla mano in attesa dell’evento annunciato. In vista della meta assiepati lungo il bordo della nave occhio al mirino, braccia tese indicanti la spiaggia che da qui, a dirla tutta, di rosa ha molto poco. Oltretutto si vede a pezzi perché tra la spiaggia e la motonave vi erano ferme imbarcazioni di tutti i tipi e misure. Sicuramente una bellissima insenatura ma da questa distanza non se ne apprezza più di tento la particolarità. Comunque le macchine scattano i flash esplodono e tutti sono felici e contenti e qualcosa in più da raccontare agli amici in quelle noiosissime serate nelle quali si fa mostra delle foto compresa la nonna seduta sulla sdraio..” ma si è divertita!!”.. Il comandante dice di non avere fretta, saremmo rimasti in questo posto per il pranzo e ci sarebbe stato tutto il tempo per le immortalare la scena. Ma nessuno sembra dargli retta e solo al momento del “ E’ pronto il pranzo” tutti lasciano di fretta il posto di vedetta per assicurasi il posto da seduti. A me il pesce non piace quindi mi sono portato dei tramezzini ed a una signora che mi chiede perché non mangio la pasta col pesce come mi è solito rispondo che sono allergico e, come al solito mi sento dire quanto è spiacevole. Dopo il pranzo, direzione Isola di Spargi. Durante il tragitto qualcuno dava delle informazioni su quello che vedevamo sia a destra che a sinistra vari scogli spiagge passi, oltre al Topo gli Asinelli ma molto si perdeva dalla costante presenza dei parlatori perenni ai quali era indispensabile urlare a tutti per parlare con uno. Lo so, è normale, ma io non mi ci abituerò mai. La gente ormai non conosce più il valore del silenzio in certi momenti.
L’Isola di Spargi con sosta a Cala Corsara. Il comandante ha detto che qui si rimane fina alle cinque e allora scendo anche io. La spiaggia è bellissima ma sembra di essere nel pieno di un esodo. Barche ovunque, gente assiepata in ogni angolo possibile in acqua sembra di guardare una tonnara alla resa dei conti. Trovo un sentiero e lo seguo con l’intenzione di dare un’occhiata all’isola. Ho un paio di ore disponibili e approfitto per allontanarmi un po’. La vegetazione e bassa e il tutto costellato di massi. Faccio un giro largo trovando lungo il percorso dei piccoli fabbricati fino ad arrivare ai piedi di una grande roccia a picco sul mare e sovrastante Cala Corsara. Mi arrampico fino in cima e mi siedo per godermi il panorama intorno ma dove mi arrivano, anche se smorzate, le voci. Questo è il sasso della strega che da qui di streghesco ha ben poco ma dal mare il profilo della vecchia diventa evidente, per quanto dice il comandante.
















La sirena annuncia la prossima partenza. Io sono gia a bordo da qualche minuto e in questa occasione che seppi della caratteristica della roccia sulla quale stavo abbarbicato. Il comandante, col quale ho avuto occasione di fare due parole mi disse che al momento giusto mi avrebbe dato la dritta per la foto. Restai quindi vicino a parapetto, mi preparai allo scatto e al momento topico un tale mi dette una gomitata facendomi perdere l’attimo, e la strega sparì dall’orizzonte. Il seguito della gita ci portò verso S Teresa al largo della spiaggia di Rena Bianca. Poi rientrammo a La Maddalena. Aspettai che tutti scendessero e poi, salutato il comandante scesi anch’ io.
Sono le sette circa ho il tempo di andare a rifugiarmi nel posto dove ho passato la scorsa notte e prepararmi la cena. Giornata passata fra molte cose belle viste e altrettante perse. Devo trovare il modo di fare questa escursione in maniera diversa, fermo restando il fatto che il pedalò non è consigliabile. Mentre mi preparo la cena passa una macchina della forestale, si fermano davanti alla piazzola non so se indecisi ad entrare o meno. Faccio un saluto con la mano, contraccambiano e poi ripartono. Non sono interessante e questo mi fa molto piacere! Ho incontrato e conosciuto molta gente in questi viaggi per l’Isola.











Ho dei bellissimi ricordi di persone cariche di umanità sempre pronte al dialogo. Hanno un certo modo di porre domande che non sembra solo curiosità ma vivo interesse verso chi hanno di fronte, forse per entrare in una specie di sintonia, come quella volta che… “ Alcuni anni fa, imboccai una stradina sterrata che percorsi fino a quando non finii presso una valle dai declivi molto dolci, che terminavano presso un lago, il Mulargia. Le colline, tutto intorno, erano di terra rossa, e costellate da cespugli di fiori bianchi, il tutto in un ampio orizzonte. Sulla mia destra c’era un classico cuile: casa in pietra e muretto a secco circolare. Era passato mezzogiorno, mi accinsi a prepararmi il pranzo quando sentii il rumore di un motore un po’ imballato ed apparve un vecchio pick up bianco. Quando si fermò ne scese un tale che si avvicinò salutandomi e chiedendomi, molto cortesemente, cosa ci facessi lì. Risposi al suo saluto e dissi che ero arrivato lì per caso e considerata l’ora ed il posto avevo deciso di fermarmi a mangiare e che sarei ripartito subito dopo. Mi chiese dove ero diretto al che risposi che non avevo mete precise. Giravo per l’Isola facendomi portare dai desideri del momento. Scambiammo ancora qualche parola poi mi augurò buona giornata, salì sul suo pick up e si allontanò con un cenno della mano, lasciando dietro di se una nuvola pesante di fumo nero. Non avendo voglia di cose complicate, per quanto possa essere complicata una pasta, mi preparai un panino con quello che avevo; non arrivai nemmeno a finirlo che risentii il rumore del pick up. Il pastore era ritornato portando con sé compagnia: altri due pastori e un cane. Gia mi vedevo nelle mani dell’ anonima sarda, sperduto in qualche grotta del Supramonte; due cose mi vennero in mente: primo, non avevo un cent, secondo, non sono de Andrè e quindi non avrei potuto farci neanche una canzone a memoria. Non tralasciando il fatto che qualcuno avrebbe anche potuto pagare perché mi tenessero. Scesero dal pick up e notai che davanti stava seduto il pastore, quello della prima volta col cane, mentre nel cassone le altre due persone e pensai che in certi casi in Sardegna non si spara prevalentemente ai cani. Non ricordo i nomi di quelle persone, ma forse non ci presentammo nemmeno, non era importante. Si sedettero e mi chiesero se avevo mangiato. Feci vedere il mezzo panino che avevo in mano. Estrassero dal contenitore che avevano sul pick up una pentola, una forma quasi intera di formaggio dei pezzi di pane e tre bottiglie di vino invitandomi a mangiare con loro. Naturalmente tutte le mie perplessità erano solo stupidaggini, questa gente sa essere gentile e ospitale, anche molto, forse troppo, qualche volta e considerato come finì. Insomma mi trovai a pasteggiare con tre pastori sardi, ed a parlare dei fatti nostri come se ci conoscessimo da anni. Raccontai dei miei vagabondaggi per l’isola, del fatto che mai ho avuto problemi con chicchessia e che erano gia diversi anni che facevo così ecc. ecc. Dal canto loro mi dissero che il lago sotto era stato creato costruendo una diga circa vent’anni prima e costrinse parecchie famiglie del posto ad andarsene, l’acqua aveva invaso i prati usati per il pascolo e che loro avevano in custodia greggi di altri e che giravano per i vari pascoli. Infine, dopo circa tre ore, si alzarono e mi salutarono, rimontarono sul loro mezzo allontanandosi con la solita nuvola di fumo. Fu in questa occasione che notai per la prima volta la caratteristica peculiare delle auto dei pastori: le lunghe graffiature orizzontali causate dal passaggio attraverso i cespugli. Rimasi seduto dov’ero, il panorama intorno era spettacolare, un filo di aria, la quiete e la serenità di questo posto hanno contribuito e così finii per addormentarmi, forse a causa di quell’ultimo bicchiere di vino. Quando mi svegliai, attorniato dal silenzio, e un po’ intontito, a dirla tutta il sole aveva gia compiuto gran parte del suo arco. Comunque mi feci un caffè per tentare di riprendermi e poi, mi incamminai verso il lago per una passeggiata. Quando ritornai al punto di partenza le lunghe ombre del tramonto avevano lasciato il posto al crepuscolo e non avendo motivo per allontanarmi decisi di passare la notte dov’ero. Ero ancora “libero” ed avevo un incancellabile ricordo in più.

Mi sovviene la domanda: E domani?…

Non ho alcuna voglia di pensare a domani, al traghetto del ritorno. Ho una mezza bottiglietta di mirto..mi sa che stasera io ed il fondo della stessa faremo amicizia. Buonanotte.















Modificato da - Tharros in data 14/07/2011 09:22:37

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Tharros
Salottino
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Il lago Mulargia...da Diapo





Prima del lago su un costone che guardava verso la valle del Flumendosa.








Modificato da - Tharros in data 14/07/2011 09:31:08

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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

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maria
Salottino
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Superbo reportage
Bellisime foto
Ciao Tharros







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Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 14/07/2011 : 12:10:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie Maria...Ciao!!






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Tharros
Salottino
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Errata Corrige: una delle foto del lago è rovescia..ops!!






Modificato da - Tharros in data 14/07/2011 12:14:00

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