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Nota Bene: Aritzo - Su Texile (tezile, termine barbaricino di origine preromana che indica un cocuzzolo isolato) sorge a 974 m slm. E' una formazione calcarea del Giurese che sovrasta, con la caratteristica forma di un fungo sbrecciato e le compatte pareti verticali/strapiombanti, un rilievo coniforme modellato nel complesso scistoso del paleozoico.



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 Oristano: impressioni ed emozioni.

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Adelasia Inserito il - 27/11/2006 : 16:43:53
Oristano ti presenta il suo biglietto da visita nella cartellonistica d’ingresso, ricordandoti orgogliosa che è città della ceramica, dei "congiolargios”.
Che sia l’antica capitale del giudicato d’Arborea - e chi non conosce Eleonora?? - e una delle sette città regia della Sardegna pare superfluo richiamarlo, lo sanno tutti…

Oristano mi è dolce nelle sere di autunno e in inverno, quando il suo clima mite invoglia alle passeggiate inseguendo i lastricati del centro storico e riesco a coglierne le atmosfere che la luce del giorno disperde, costringendomi a moltiplicare e ad stemperare le mie attenzioni.
E così, nell’aria profumata dalle caldarroste che vendono di fronte alla torre di Mariano II, omaggiata da qualche anno da un moderno zampillo che si colora di blu, assorbo suoni e immagini che non dimenticherò più: le note di una musica struggente che una eccentrica signora disperde da un violino sotto il bel palazzo d’Arcais, che puoi ammirare contestualmente alle bellissime mostre che spesso ospita, la leggendaria casa di Eleonora d’Arborea, il palazzo Corrias, lo splendido Municipio già palazzo degli Scolopi e ancora prima Sinagoga, l'Antiquarium Arborense.
E ci si trova a scoprire la bellezza dello storico palazzo Parpaglia, del prestigioso teatro Garau, e tutto questo mi invoglia alla curiosità, più forte dell’imbarazzo, di affacciarmi agli ingressi di antichi palazzi che non troverei segnalati da nessuna guida turistica, dove si scoprono inaspettate tracce di affreschi ormai dimenticati, stemmi e decorazioni anneriti dal tempo, tesori nascosti di una città che riesce a stregare e che avrebbe tanto da raccontare.

E mi trovo inoltre a scoprire il barocco della chiesa del Carmine, la chiesa e il convento delle clarisse, ad ammirare con il naso all’insù il policromo cipollone della cattedrale e a cercare di immaginare l’antica città circondata dalle mura che quasi timidamente riappaiono verso porta Sant’Antonio, a Portixedda, nel cortile del Seminario ….
Pare che avesse 28 torri, Oristano, lo scrive Raimondo Zucca, mica uno studioso qualsiasi.

Ma nessuno può entrare davvero nell’anima di Oristano se non conosce “sa Sartiglia”: non quella che si vede in tv, bella ma fredda esibizione di virtuosismi equestri, ma quella che puoi “toccare” e “respirare” solo a Oristano, con i suoi colori, il brusio, i suoni, lo scalpitio dei cavalli bardati ed eleganti (uno spettacolo nello spettacolo)il ritmo incalzante dei tamburi, le emozioni che indovini sotto le maschere dei cavalieri (il dolore del sartigliante quando non conquista la stella, la rabbia quando “su Componidori” non lo sceglie per la prova, l’incontenibile gioia quando nella spada che sollevata orgogliosamente appare lo scintillio del trofeo appena conquistato).

E come descrivere la magia de “sa pippia de maiu”?
Sì, proprio lo straordinario scettro del Componidori, quello con il quale benedice la folla ...esiste un’altra parte del mondo dove ricevi una benedizione con un mazzo di viole mammole racchiuse in un fascio di steli di pervinca ???

Ed esiste un’altra parte al mondo dove qualcuno possa compiere l’atto di benedire in quel modo?

Non credo...ma a Oristano sì, laddove il sacro si intreccia con il profano, perché “su Componidori” diventa il signore del mondo per un giorno, colui che non può contaminarsi toccando la terra, che scommette su se stesso con “sa remada”, misterioso sacerdote che racchiude speranze, riti propiziatori e leggende di un’intera città, che può permettersi di segnare il tempo salutando l’inverno e omaggiando la primavera con un solo gesto e con un beneagurante semplice e colorato mazzo di violette.







15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
janaruja Inserito il - 07/08/2007 : 06:05:45
baballotto ha scritto:

Purtroppo sa sartiglia non l'ho mai vista, ho visto sa sartigliedda che fanno in agosto ma non penso che sia la stessa cosa.
Comunque una curiosità che non sono riuscito a soddisfare è: Cosa è sa pippia e maju? o meglio, cosa rappresenta? ho provato a ciedere a molte persone che erano li presenti ma tutti mi rispondevano che era quella specie di scettro di fiori che aveva in mano su componidori............bravo....... sarò puru tardo ma no zegu....

Scherzi a parte, mi piacerebbe veramente sapere che storia ha "sa pippia de maju", da dove nasce, cosa rappresenta ecc. ecc.




Sa pippia e maju, la bambina di maggio, è una sorta di scettro sacro fatto di un fascio di pervinca stretto da una fettuccia di lino verde. Le estremità sono ornate da due grossi mazzi di viole mammole che simboleggiano l’arrivo della primavera e la fertilità. E' una delle tante forme dei cosidetti maggi, ovvero rami fioriti, mazzi presenti in particolari solennità per l'inizio della primavera, ed è perciò un'espressione della natura in crescita.
Con sa pippia e maju il capocorsa benedice la folla all’inizio e alla fine della gara.


moniavip Inserito il - 12/03/2007 : 15:03:51
sono sarda ma non ho mai visto la sartiglia mi piacerebbe tanto vederla chissa forse se.............
paola Inserito il - 19/02/2007 : 18:42:49
bravo cisto... e domani ci sarai a fotografare la sartiglia....

______________________________________________

paolas
maragda Inserito il - 19/02/2007 : 12:28:20
La Sartiglia si può vedere anche su SKY...ne vale la pena...io stio maluccio ma mi consolo...domani vedrò la seconda parte della Sartiglia(in tv!)
..faccio l'aerosol prima per non coprire l'audio...eheheheheheh...è stato emozionante da casa,immagino dal vivo!!!!
Saluti e smack a tutti!
MaA
cisto Inserito il - 19/02/2007 : 00:28:17
A proposito di oristano posto qualche foto di ieri, vigilia di sartiglia ...tutto pronto



la risoluzione non è delle migliori ma con il cell non si può fare di più

le maschere siamo o no a carnevale ???



tutte le vetrine erano addobbate con maschere e quanto di più si può esporre per la sartiglia



c' erono pure i ratti matti, i tamburini al teatro garau e tantissime curiosità esposte un do dovunque, si esponeva un po di tutto dai vasi di palazzo arcais a mostre fotografiche e tante altre sposizioni




e infine la torre di mariano vicino al corso



e la discesa dei cavalieri pronta per l' indomani della ....Giostra



Baballotto Inserito il - 16/12/2006 : 14:19:03
Ade.... come sempre grazie...
..e grazie a tutti per le spiegazioni..
non è così, non stai facendo la saputella della situazione...
Da come vi leggo ognuno espone le teorie ed è proprio questo il bello per poi poterle confrontare in base anche alle proprie conoscenze o ricordi...
Il passaggio dove il prete andava in giro per la campagna a benedire i campi proprio nella speranza che il raccolto fosse florido poichè poteva garantire la soppravivenza di una famiglia, mi fà venire in mente tradizioni e riti che si facevano anche qui nel profondo nord-est dove...anche se sembrerà strano.... qualche anno fà c'erano solo campi e l'economia era basata sopratutto sull' agricoltura e i contadini costruivano delle croci con rametti di "stroppe" cioè dei rametti flessibili presi da piante che di solito venivano piantate lungo i fossi, dalle caratteristiche molto flessibili che uttilizzavano quando potavano le vigne per legare gli stralci, le portavano a benedire e poi venivano piantate nei campi oppure era solito spesso vederle conficcate nei buchi dei gelsi dove il contadino metteva a dimora pure l'immancabile fiaschetta di vino che lo assisteva mentre svolgeva i suoi lavori....
Adelasia Inserito il - 16/12/2006 : 12:33:53
Come ho già scritto precedentemente una nuova e importantissima scoperta dovrà far rileggere la storia della Sartiglia oristanese, sulla quale il testo che comunque consigliere perchè scritto con passione, decisamente scorrevole e soprattutto frutto di ricerche serie è "Sa Sartiglia di Oristano” di Peppetto Pau.

Per quanto riguarda lo scettro misterioso de "su Componidori", personalmente condivido le teorie che richiamano i riti agrari della primavera, diffusi in tutti la Sardegna, quindi a maggior ragione a Oristano dove l’agricoltura è risorsa fondamentale, che identificano nella “pippia de maju” (la bambina di maggio)proprio la primavera, quindi il risveglio della natura, e nella benedizione l’augurio di prosperità e fecondità.

La mia convinzione si è rafforzata quando ho appreso da un sacerdote che fino a qualche decennio fa in primavera percorreva le campagne benedicendo i campi (ricordo che mi aveva accennato a una data ben precisa, il 25 aprile per San Marco, in altri credo possa avvenire in concomitanza con la festa in onore di Sant’Isidoro): mi sembra di scorgervi l’espressione cristiana dei riti pagani che possono essere quelli tramandati dal "componidori", semidio per un giorno.
Stessi significati, quindi, stesso rito, seppure con strumenti diversi.

In attesa di avere qualche lume preciso sul significato che a Oristano viene attribuito alle pervinche (che accompagnano diversi antichi riti propiziatori, e delle quali non ricordo se il Pau ne parli), i cui steli stringono il mazzo di viole che compongono lo scettro, ho verificato invece quanto quest’ultimo gentile fiore (intendo la viola) sia presente in molti riti sardi che si effettuano in primavera, e ben lo assoccio all’idea del risveglio.
Quale è stata la mia meraviglia quando, recatami proprio in una splendida giornata di primavera a Cuglieri - raggiunta tramite la Santu Lussurgiu- Cuglieri, da non perdere- che si apriva a un indimenticabile scorcio di un tramonto su un mare dai colori del rame - appena vi sono giunta sono stata colpita da un diffuso e incredibile profumo di viole!
Era la vigilia di Pasqua, fervevano gli straordinari riti della Settimana Santa.
Ho appreso che a Cuglieri in quell’occasione si fa largo uso di violacciocche, che sempre viole sono!
Anche a Galtelli mi hanno descritto l’utilizzo di questo fiore nel corso della Settimana Santa.
Dalla costa occidentale a quella orientale, quindi, sempre viole e sempre a primavera, sempre legate a riti: come si fa a non pensare a una simbologia che si perde nella notte dei tempi, quando una annata buona agraria rappresentava la sopravvivenza e la prosperità per intere comunità?

(Mi pare superfluo precisare che le mie sono considerazioni e collegamenti del tutto personali, mica voglio fare il Carpitella o il Cirese della situazione!!!)
Adelasia Inserito il - 16/12/2006 : 12:12:12
baballotto ha scritto:

Purtroppo sa sartiglia non l'ho mai vista, ho visto sa sartigliedda che fanno in agosto ma non penso che sia la stessa cosa.



Hai perfettamente ragione, Bab, non è assolutamente la stessa cosa, e per fortuna, perché spero la Sartigliedda venga vissuta così come i ragazzi la dovrebbero vivere: esercitazione seppure solenne (dal loro punto di vista)di una manifestazione che da grandi potrà vederli in prima fila, e soprattutto continuità con la loro storia e tradizione.
Il fascino e la magia della Sartiglia “grande” la si capisce nel momento nel quale vi si assiste: ti auguro tu lo faccia presto...poi mi dirai.


Per quanto riguarda le curiosità, molto da dire e da scrivere ci sarebbe su questa antica giostra che non è carnevale anche se in quel periodo si tiene, e che affonda le sue misteriose radici secondo alcuni studiosi nel periodo delle crociate per poi raggiungere l’Europa, nel nostro caso la Spagna, che ci avrebbe fornito gli input per le rappresentazioni in Sardegna, pare inizialmente a Iglesias per poi assestarsi a Oristano, dove è stata in qualche modo codificata, caratterizzata e celebrata da secoli, seppure tra luci e ombre e con la naturale evoluzione che ogni manifestazione che cavalca tanti lustri deve per forza assumere.


cedro del Libano Inserito il - 11/12/2006 : 22:49:42
Cilindro: accessorio di uso spagnolo che in Sardegna le giovani spose indossavano come copricapo il giorno del matrimonio. Con la maschera e la mantiglia completa l'abbigliamento de su Componidori il quale acquista così dignità androgina.
Baballotto Inserito il - 11/12/2006 : 22:46:52
ora guardo
cedro del Libano Inserito il - 11/12/2006 : 22:45:59
http://oristano.altervista.org/oris...tiglia1.html

Anche qui c'é qualcosa di molto interessante
Baballotto Inserito il - 11/12/2006 : 22:44:55
grazie cedro... non sai quanto mi apassiona andare a fondo e scoprire le varie pieghettature di queste cose
cedro del Libano Inserito il - 11/12/2006 : 22:41:56
Faro' qualche ricerca sul cilindro.

Comunque ho sentito che la manifestazione non é puramente sarda ma di origine spagnola.
Qualcosa che é rimasata dall'invasione spagnola.
Appena so qualcosa la mando nel forum ,cosi' ci facciamo tutti un po' di cultura.
Baballotto Inserito il - 11/12/2006 : 22:38:38
cedro del Libano ha scritto:

Leggi qui non é tanto:

http://www.italiapervoi.it/cerca.asp?m=12&r=19

Penso che sia per indicare la dualita^' della Natura:l'ermafroditismo.
I sardi di allora erano molto piu' moderni di oggi



grazie cedro, leggendocioò che mi hai indicato già qualcosa sono riuscito a svelarmi ma un'altra cosa mi ha icuriosito ora, il cappello a cilindro de Su cumpunidori, colpisce perchè tra tutti i vari tipi di barrittas sarde quello mi sembra più un accessorio anglosassone, chissà da dove deriva
cedro del Libano Inserito il - 11/12/2006 : 22:29:44
Leggi qui non é tanto:

http://www.italiapervoi.it/cerca.asp?m=12&r=19

Penso che sia per indicare la dualita^' della Natura:l'ermafroditismo.
I sardi di allora erano molto piu' moderni di oggi

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