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Discussione |
Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 17/11/2010 : 23:10:09
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Crepuscoli
Il disperato bisogno di vincere ogni silenzio, ombra stanziale, poco m’appartiene – io esisto – Oltre la morsa dell’organizzazione, d’ogni negazione, libero sguardi e coltivo cognizioni d’amore S’avvicina il giorno dei cambiamenti, l’utopia affila coltelli alternativi e la storia attende nuovi titoli. Io resto estraneo alle ragioni dei popoli combattenti, all’inganno delle prospettive che mutano nell’orgia dialettica Voglio disegnare, le cose del mondo; perché nelle immagini c’è il silenzio. Unico senso d’una vita umana.
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Non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà....... |
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Flore
Salottino
Utente Master
    

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Inserito il - 18/11/2010 : 08:21:24
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Buongiorno Giuseppe. Una lucida analisi di questo momento. Molto bella.
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Grazia Orsù, dunque.....
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 18/11/2010 : 15:44:28
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Ciao Grazia,
Fare poesia è una delle poche libertà che ancora ci sono consentite; il silenzio, in qualche modo ci protegge. Grazie d'aver letto e del segno che hai lasciato!
Giuseppe
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Flore
Salottino
Utente Master
    

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Inserito il - 18/11/2010 : 16:03:35
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| Giuseppe Aricò ha scritto:
Ciao Grazia,
Fare poesia è una delle poche libertà che ancora ci sono consentite; il silenzio, in qualche modo ci protegge. Grazie d'aver letto e del segno che hai lasciato!
Giuseppe
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Mi trovi perfettamente d'accordo caro Giuseppe e sono da ammirare le persone che, con le loro parole e idee e pensieri, con rispetto e pacatezza, escono dall'indifferente silenzio.
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Grazia Orsù, dunque.....
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
 
    
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Inserito il - 18/11/2010 : 17:00:30
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Sono d'accordo con Flore, Crepuscolo e molto bella, vera come tutte le tue poesie.
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 Panorama
Villa Sant' Antonio (Or)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 18/11/2010 : 17:47:28
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Grazie Tiziana
Ho gia scritto altre volte che la condivisione è una cosa preziosa. Ora lo ripeto anche a te, con l'amicizia di sempre !
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 23/11/2010 : 07:44:06
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I viaggi inutili
Difficile la sintonia tra cuore e ragione; basta un emozione improvvisa a scombinare margini ben allineati dall'interlinea perfetta.
Piero torna dal suo viaggio, stanco di treni sporchi, di luci artificiali, sedili pieni di giornali abbandonati.
Ha visto il mare, seduto di traverso sull'intercity delle nove, per Milano. Sembrava fermo; estraneo e senza odori sapeva d'aria riciclata, aria condizionata. Come una vita, fatta di scelte convenienti.
Nell'ozio forzato del viaggiare misurava il vuoto delle ore inutili, la monotonia dei pensieri Contava gli anni consumati, perché quelli ignoti, ancora da venire, sono una variante incalcolabile.
Nella fila di fronte c'era una donna sguardo assente, gonna sopra il ginocchio. C'era un gruppo di giovani oltre il corridoio uno era americano, magro come un chiodo.
Milano è ricca, Milano è bella, di sera brilla, è invisibile Milano è una belva in letargo lungo quanto la notte Arriva l'alba e ti fotte.
Piero aveva un sogno da bambino fare il capo stazione a Cesenatico.
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 23/11/2010 : 08:23:28
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E se fosse vero ?
Sono pieno di dubbi, col passare degli anni aumentano. La verità è caduta nell'acqua dondola si deforma, poi scompare di colpo. Le meduse ingannate dal caldo sono a disagio s'allargano intimorite per i fondali sconosciuti
E se fosse vero? Se anch'io fossi davvero una medusa sperduta un pesce d'un altro paese, una creatura marina atterrata di notte sul bagnasciuga d'una spiaggia sconosciuta ? Luce sfrangia a pelo d’acqua, raggi di sole baciano la schiuma d'un onda
E se fosse vero ? Avessi studiato greco e filosofia, in un vecchio liceo di provincia dal nome ammuffito, fossi un dottore in chimica ed astrologia, avrei verità da raccontare pesanti come massi di granito capaci di trattenere velieri fermi alla fonda dopo interminabili traversate oceaniche.
Ma io sono una goccia che attende l'onda bollente quella che cancella. E se fosse vero che un giorno ho pianto per amore, sarebbe così difficile da spiegare che neppure di notte, quando l'osteria risuona di fumo ed il vino scorre veloce nei bicchieri dei marinai,
troverei il coraggio di raccontare che abbiamo fatto l'amore.
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Modificato da - Giuseppe Aricò in data 23/11/2010 08:26:27 |
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Flore
Salottino
Utente Master
    

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Inserito il - 23/11/2010 : 08:32:07
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Giuseppe, mi ritrovo molto in 'E se fosse vero'  insicurezze che arrivano e pazienza che se ne va col passare degli anni....... Trovo che in 'I viaggi inutili' tu sia riuscito persino ad abbellire le condizioni dei treni che, viaggiando spesso con quel mezzo, ti assicuro che son molto peggiori..... Bravo 
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 25/11/2010 : 00:34:11
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Una notte troppo lunga
Quando indugia nel tempo la brezza del ricordo
Allora la mia solitudine galleggia e ristagna
Stanca l'anima di pietra osserva la luna
Mentre la notte si distende coprendo viali alberati
Limoni dall'aspetto rugoso profumano di sconfitte
Respira la terra fertile in primavera e addolcisce quieta la sera
Dormi lontano ricordo d'amore la guerra da tempo è finita
Finalmente Puoi chiudere gli occhi, Il suo corpo è lontano
Lei riposa ignorando l'insidia del tempo. Dormi ora, vecchio fanciullo
La morte avanza senza premura
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 25/11/2010 : 00:44:23
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Si fa giorno
Gabbiani nel fresco del primo mattino dall'aria rarefatta
Molecole di sale ed erbe di scoglio, alghe verdastre
Brividi di vento a pelo d'acqua formano piccole schiume bianche che risuonano
Silenzi strozzano la pineta vicina Corre lo sguardo incantato
fino alla curva immaginaria d'un orizzonte in movimento Lenta si scuote la marina
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 25/11/2010 : 01:35:13
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Eque ripartizioni
Certe sere, certe atmosfere sono preludi di qualcosa Forse le sigarette finite - basta uscire e trovarne - Forse i rosari mancati per una fede insicura
Ricordo ancora la forza di certi desideri d'amore Come il sole d'agosto ed un lunedì invernale
Accarezzavo il tuo corpo con la punta delle dita - oppure la punta dell'anima ?- Mischio il ricordo del piacere con il dolore dell'abbandono
In queste sere estenuanti non voglio nemmeno ricordare d'essere stato felice la mia dose l'ho avuta
Da un pianoforte lontano suoni accarezzano l'anima, un piacere che nasce e finisce astratto segmento, come la vita.
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Flore
Salottino
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Inserito il - 25/11/2010 : 08:54:48
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Caro Giuseppe, ho apprezzato i tuoi versi, come sempre, ma in maniera particolare 'eque ripartizioni', così sofferta....
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 28/11/2010 : 02:48:54
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Riflessioni sulla poesia
Sovente capita di ritornare sulla questione mai risolta: “Che cos’è la poesia e perché si scrivono versi”. Ovviamente i pareri sono molto disparati. Su una questione convergono tutti e cioè che la poesia ha, e credo avrà sempre, una funzione indispensabile nella cultura di una società civile. A questo proposito voglio riportare un passaggio tratto da “I quaderni di Malte Laurids Brigge”, una delle cose migliori lasciateci dal “grande” Rainer Maria Rilke.
Da pagina 13 a pagina 14
“ Credo che dovrei cominciare a lavorare un poco, ora che imparo a vedere. Ho ventotto anni, ed è come se nulla fosse stato. Ricapitoliamo: ho scritto uno studio sul Carpaccio, brutto, un dramma che si intitola << Matrimonio >> e vuole dimostrare con mezzi ambigui una tesi falsa, e dei versi. Oh, ma con i versi si fa ben poco, quando li scrivi troppo presto. Bisognerebbe aspettare e raccogliere senso e dolcezza per tutta una vita e meglio una lunga vita, e poi, proprio alla fine, forse si riuscirebbe poi a scrivere dieci righe che fossero buone. Poiché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si hanno già presto), sono esperienze. Per un solo verso si devono vedere molte città, uomini e cose, si devono conoscere gli animali, si deve sentire come gli uccelli volano, e sapere i gesti con cui i fiori si schiudono al mattino. Si deve poter ripensare a sentieri in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e a separazioni che si videro venire da lungi, a giorni d’infanzia che sono ancora inesplicati. Ai genitori che eravamo costretti a mortificare quando ci porgevano una gioia e non la capivamo (era una gioia per altri), a malattie dell’infanzia che cominciavano in modo così strano con tante trasformazioni così profonde e gravi, a giorni in camere silenziose, raccolte, e a mattine sul mare, al mare, a mari, a notti di viaggio che passavano alte rumoreggianti e volavano con tutte le stelle, e non basta ancora poter pensare a tutto ciò. Si devono avere ricordi di molte notti d’amore, nessuna uguale all’altra, di grida di partorienti, e di lievi, bianche puerpere addormentate che si richiudono. Ma anche presso i moribondi si deve essere stati, si deve essere rimasti presso i morti nella camera con la finestra aperta e i ricordi che giungono a folate. E anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino. Poiché i ricordi di per se stessi ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e gesto, senza nome e non più scindibili da noi, solo allora può darsi che in una rarissima ora sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso…>>.
Affascinante riflessione sul significato della Poesia che ne riconferma la grande complessità, in certi casi persino misteriosa origine quando un verso esce da dentro il nostro corpo e ci sorprende al punto di dubitare persino d’averlo scritto.
Giuseppe Aricò
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
 
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Inserito il - 23/12/2010 : 01:52:10
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Oggi un aforisma
Incerto di meraviglia, esito quando devo varcare la soglia di una felicità. Attraverso con grande sicurezza quella del dolore, forse perchè è la casa che meglio conosco
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