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Giovanni Masala
Nuovo Utente
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Inserito il - 06/09/2007 : 14:28:03
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MAX LEOPOLD WAGNER IN SARDEGNA (1925-1927)
Sapevate che Max Leopold Wagner, forse il maggior esperto di lingua e cultura sarda del Novecento, è stato a Sant’Antioco e che amava particolarmente l’isola sulcitana? Esattamente si è trattenuto nell’isola dal 15 al 19 febbraio del 1926 dove ha eseguito i rilievi per l’Atlante Linguistico Italo-Svizzero. Ha intervistato un informatore locale, Giovanni Basciu, allora cinquantenne, a cui fu sottoposto un questionario di circa 3000 parole in italiano chiedendone il corrispondente significato nel sardo-antiochense. Oltreché a Sant’Antioco lo studioso tedesco si recò in altre 19 località sarde. Dopo aver eseguito il rilievo linguistico inviava a Berna a Karl Jaberg, direttore dell’Atlante Linguistico Italo-Svizzero, 1. la descrizione dell’informatore, 2. le osservazioni fonetiche sulla parlata locale e 3. le fotografie scattate nella località stessa + le didascalie e gli schizzi sugli attrezzi della cultura materiale. In una lettera inedita inviata ad un amico si esprime così sui risultati del suo soggiorno a Sant’Antioco: «Da ieri mi trovo nel Sulcis per eseguire un rilevamento e sono coadiuvato da un informatore molto valido. Purtroppo anche qui le autorità militari sono estremamente diffidenti e mi viene altresì proibito di scattare fotografie. A Sant’Antioco ho sofferto alquanto il nervosismo delle autorità. Nonostante il prefetto di Cagliari mi avesse consegnato una lettera di raccomandazione per il commissario prefettizio, i Carabinieri mi stavano continuamente alle calcagna. Mi è stato proibito di fotografare all’aperto, dal momento che un decreto militare impone il divieto di scattare fotografie lungo la costa. C’è da diventare pazzi! Le difficoltà nascono soprattutto dal fatto che fra le autorità civili (la prefettura) e militari ci sono evidentemente dei conflitti di competenze ed esse si combattono a vicenda. Ho perduto parecchio tempo perché le autorità mi convocavano perennemente pretendendo da me continue spiegazioni. Ora finalmente, nonostante tutti gli ostacoli, ho ultimato il mio lavoro. Entro pochi giorni Lei riceverà il rilevamento e si renderà conto di quanto risulti interessante. A mia disposizione avevo un informatore eccellente. Malgrado tutte le difficoltà elencate pocanzi sono riuscito a scattare alcune fotografie (il carro, l’aratro, il telaio, il giogo e così via) che prossimamente Le farò avere. Per il momento mi limiterò ad inviarLe degli schizzi affinché se ne possa fare un’idea». Un volume contenente tutti verbali d’inchiesta, gli schizzi e le fotografie, scattate tra il 1925 e il 1927 in Sardegna è stato pubblicato in tedesco in Germania nel 2004. Dal 2006 esiste anche l’edizione in sardo: M.L. Wagner, Sa Sardìnnia de Max Leopold Wagner; in oltre 20 pagine si possono ammirare le fotografie e i materiali antiochensi a cui Wagner ha accennato sopra e in cui sicuramente riconoscerete alcuni dei vostri nonni o bisnonni e altre informazioni interessanti. Gli altri comuni visitati sono stati: Macomer, Nuoro, Cagliari, Sassari, Ploaghe, Villacidro, Tempio, Bitti, Dorgali, Fonni Desulo, Escalaplano, Perdasdefogu, Baunei, Santu Lussurgiu, Milis, Mogoro, Busachi e Laconi. Il volume è in vendita in libreria.
Saludus, Giuanni
Giovanni Masala
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Sarvadore Asara
Utente Medio
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Inserito il - 18/09/2007 : 09:32:59
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Permettetemi di non condividere l'opinione secondo la quale Max Leopold Wagner fosse un grande esperto di lingua sarda... che cosa ha fatto di concreto per la nostra lingua? Nulla. Quali progressi ha fatto la lingua sarda grazie alla sua opera, se così si può chiamare? Nessuno. E' ora che noi sardi, se vogliamo veramente che il sardo divenga lingua con tutti i crismi (se non lo vogliamo è ovviamente tutto un altro discorso), ci si dia da fare sforzandoci di distinguere i risultati concreti dalla semplice retorica e dalle semplici chiacchiere... non è così difficile, credetemi.
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veronzica
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 16/01/2008 : 00:07:18
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Non penso propro che spettasse a Wagner il compito di far progredire la lingua...ma ad altri...a lui quello di studiarla....scoprirla...divulgarla....cosa che ha fatto meglio di altri... Wagner amava la lingua della Sardegna...amava la nostra terra ..e ne amava la cultura.... Un libro su tutti... "La vita rustica"...fantastico...l'ho letto persino a mia nonna...ed era così felice di ritrovare "pezzi" della sua vita passata...
Vero
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 17/01/2008 : 18:54:27
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| Messaggio di Giovanni Masala
MAX LEOPOLD WAGNER IN SARDEGNA (1925-1927)
Sapevate che Max Leopold Wagner, forse il maggior esperto di lingua e cultura sarda del Novecento, è stato a Sant’Antioco e che amava particolarmente l’isola sulcitana? Esattamente si è trattenuto nell’isola dal 15 al 19 febbraio del 1926 dove ha eseguito i rilievi per l’Atlante Linguistico Italo-Svizzero. Ha intervistato un informatore locale, Giovanni Basciu, allora cinquantenne, a cui fu sottoposto un questionario di circa 3000 parole in italiano chiedendone il corrispondente significato nel sardo-antiochense. Oltreché a Sant’Antioco lo studioso tedesco si recò in altre 19 località sarde. Dopo aver eseguito il rilievo linguistico inviava a Berna a Karl Jaberg, direttore dell’Atlante Linguistico Italo-Svizzero, 1. la descrizione dell’informatore, 2. le osservazioni fonetiche sulla parlata locale e 3. le fotografie scattate nella località stessa + le didascalie e gli schizzi sugli attrezzi della cultura materiale. In una lettera inedita inviata ad un amico si esprime così sui risultati del suo soggiorno a Sant’Antioco: «Da ieri mi trovo nel Sulcis per eseguire un rilevamento e sono coadiuvato da un informatore molto valido. Purtroppo anche qui le autorità militari sono estremamente diffidenti e mi viene altresì proibito di scattare fotografie. A Sant’Antioco ho sofferto alquanto il nervosismo delle autorità. Nonostante il prefetto di Cagliari mi avesse consegnato una lettera di raccomandazione per il commissario prefettizio, i Carabinieri mi stavano continuamente alle calcagna. Mi è stato proibito di fotografare all’aperto, dal momento che un decreto militare impone il divieto di scattare fotografie lungo la costa. C’è da diventare pazzi! Le difficoltà nascono soprattutto dal fatto che fra le autorità civili (la prefettura) e militari ci sono evidentemente dei conflitti di competenze ed esse si combattono a vicenda. Ho perduto parecchio tempo perché le autorità mi convocavano perennemente pretendendo da me continue spiegazioni. Ora finalmente, nonostante tutti gli ostacoli, ho ultimato il mio lavoro. Entro pochi giorni Lei riceverà il rilevamento e si renderà conto di quanto risulti interessante. A mia disposizione avevo un informatore eccellente. Malgrado tutte le difficoltà elencate pocanzi sono riuscito a scattare alcune fotografie (il carro, l’aratro, il telaio, il giogo e così via) che prossimamente Le farò avere. Per il momento mi limiterò ad inviarLe degli schizzi affinché se ne possa fare un’idea». Un volume contenente tutti verbali d’inchiesta, gli schizzi e le fotografie, scattate tra il 1925 e il 1927 in Sardegna è stato pubblicato in tedesco in Germania nel 2004. Dal 2006 esiste anche l’edizione in sardo: M.L. Wagner, Sa Sardìnnia de Max Leopold Wagner; in oltre 20 pagine si possono ammirare le fotografie e i materiali antiochensi a cui Wagner ha accennato sopra e in cui sicuramente riconoscerete alcuni dei vostri nonni o bisnonni e altre informazioni interessanti. Gli altri comuni visitati sono stati: Macomer, Nuoro, Cagliari, Sassari, Ploaghe, Villacidro, Tempio, Bitti, Dorgali, Fonni Desulo, Escalaplano, Perdasdefogu, Baunei, Santu Lussurgiu, Milis, Mogoro, Busachi e Laconi. Il volume è in vendita in libreria.
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Giovanni Masala
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Grazie per la notizia. Concordo con te sull'importanza di M. L. Wagner, visto che tutti gli studiosi della lingua sarda si sono riferiti a lui. Che poi gli studiosi sardi abbiano avuto anche a correggere dei suoi errori, secondo me, non toglie nulla al profondo riconoscimento che gli è dovuto. Probabilmente, adesso, i problemi da risolvere sono, oltre alla scrittura della Lingua e all'ipotetica unificazione (cosa dibattuta e difficile, a quanto ne capisco io - che è poco), soprattutto la sopravvivenza della lingua sarda. Citando quello che ho letto di Blasco Ferrer, una lingua deve essere viva: questo richiede che essa sia non solo conosciuta, letta e parlata dalla popolazione, ma anche usata in campi differenti (prosa, poesia, musica, vari campi della scienza), per produrre lavori originali. Più sono i campi in cui la lingua è usata, più essa ha possibilità di sopravvivere ed evolversi. Grazie ancora e a presto, Maurizio
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 21/01/2008 : 19:50:50
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| maurizio feo ha scritto:
| Messaggio di Giovanni Masala
MAX LEOPOLD WAGNER IN SARDEGNA (1925-1927)
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Grazie per la notizia. Concordo con te sull'importanza di M. L. Wagner, visto che tutti gli studiosi della lingua sarda si sono riferiti a lui. Che poi gli studiosi sardi abbiano avuto anche a correggere dei suoi errori, secondo me, non toglie nulla al profondo riconoscimento che gli è dovuto. Probabilmente, adesso, i problemi da risolvere sono, oltre alla scrittura della Lingua e all'ipotetica unificazione (cosa dibattuta e difficile, a quanto ne capisco io - che è poco), soprattutto la sopravvivenza della lingua sarda. Citando quello che ho letto di Blasco Ferrer, una lingua deve essere viva: questo richiede che essa sia non solo conosciuta, letta e parlata dalla popolazione, ma anche usata in campi differenti (prosa, poesia, musica, vari campi della scienza), per produrre lavori originali. Più sono i campi in cui la lingua è usata, più essa ha possibilità di sopravvivere ed evolversi. Grazie ancora e a presto, Maurizio
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Vero. Tutto giusto, ma permettimi di precisare meglio: la lingua è viva quando è parlata da tutte le fasce d'età. Cioè quando è parlata in famiglia. Poi può essere anche la lingua di un popolo di analfabetti, di selvaggi che non conoscono la scrittura nè la burocrazia, ma finché la gente la parla, una lingua è viva. E boh. Poi, se è anche usata per scrivere saggi o romanzi, nella scuola e dalla burocrazia, non solo ha più possibilità di sopravivere, ma direi che non è a rischio di estinzione. Tutto questo, ahinoi, non si può dire de sa Limba Sarda!
Tzi bidimmu alla Torrese!
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mekieddu
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 21/01/2008 : 20:19:30
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giovà ti posso chiedere di postare qualche foto del libro?se non qui,fallo nella sezione foto e video di sardegna/foto d'epoca/foto e collezionismo grazie
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veronzica
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 23/01/2008 : 17:37:52
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Caro Giovanni, mi potresti dire se nel libro ci sono fotografie del poetto di cagliari e in particolare della colonia marina del poetto?' Le foto di Cagliari di che tipo sono? sono curiosa e interessata!
Veronzica
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 24/01/2008 : 17:42:06
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| Turritano ha scritto:
| maurizio feo ha scritto:
[quote]Messaggio di Giovanni Masala
MAX LEOPOLD WAGNER IN SARDEGNA (1925-1927)
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Vero. Tutto giusto, ma permettimi di precisare meglio: la lingua è viva quando è parlata da tutte le fasce d'età. Cioè quando è parlata in famiglia. Poi può essere anche la lingua di un popolo di analfabetti, di selvaggi che non conoscono la scrittura nè la burocrazia, ma finché la gente la parla, una lingua è viva. E boh. Poi, se è anche usata per scrivere saggi o romanzi, nella scuola e dalla burocrazia, non solo ha più possibilità di sopravivere, ma direi che non è a rischio di estinzione. Tutto questo, ahinoi, non si può dire de sa Limba Sarda!
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Nel 1500 (all'inizio delle grandi esplorazioni) c'erano nel mondo 15.000 lingue parlate in famiglia e da tutte le fasce d'età, anche da analfabeti e che - stando alla tua definizione - erano lingue "vive". Adesso, circa 500 anni dopo, ne rimangono 6.000. Se ne perderebbero circa circa due alla settimana, stando ai linguisti, attraverso gli spostamenti migratori ed il conseguente processo di mescolamento (che sta anche uniformando geneticamente la popolazione mondiale). Le previsioni - che sembrano incredibili anche a me, lo ammetto - sono per la perdita del 90% delle lingue rimanenti entro il prossimo secolo. Guarda quanto Inglese è già entrato nell'Italiano! Guarda quanto Italiano è già entrato nel Sardo! Una lingua deve essere parlata anche da una società competitiva con le altre, in tutti i campi, oppure è destinata ad estinguersi.
Maurizio Feo.
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Turritano
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Inserito il - 24/01/2008 : 21:52:32
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[/quote] ...Una lingua deve essere parlata anche da una società competitiva con le altre, in tutti i campi, oppure è destinata ad estinguersi...
Maurizio Feo. [/quote] Caro Maurizio, forse non ci siamo capiti nei termini. Stiamo parlando di lingua "viva", non delle prospettive di vita. Tutti siamo destinati a morire, ma per adesso siamo vivi. Così una lingua: è viva quando la si parla. Se la parlano solo gli adulti, una lingua è moribonda, perché non c'è ricambio e sta finendo la sua storia. Se poi una lingua è usata nella burocrazia, nella scuola come lingua non veicolare e via dicendo, ma nessuno la parla, sarebbe una lingua tenuta in vita artificialmente, praticamente una lingua morta. Se poi una lingua la si parla in tutte le componenti sociali e in tutte le età e, in più, la si usa a scuola come lingua veicolare, nella burocrazia, nella letteratura ecc. ecc., quella lingua non solo è viva ma ha una prospettiva di vita ancora lunga (ma questo è implicito e comunque stato già detto nell'altro mio post).
Tzi bidimmu alla Torrese!
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maurizio feo
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Inserito il - 24/01/2008 : 22:46:22
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...Una lingua deve essere parlata anche da una società competitiva con le altre, in tutti i campi, oppure è destinata ad estinguersi...
Maurizio Feo. [/quote] Caro Maurizio, forse non ci siamo capiti nei termini. Stiamo parlando di lingua "viva", non delle prospettive di vita. Tutti siamo destinati a morire, ma per adesso siamo vivi. Così una lingua: è viva quando la si parla. Se la parlano solo gli adulti, una lingua è moribonda, perché non c'è ricambio e sta finendo la sua storia. Se poi una lingua è usata nella burocrazia, nella scuola come lingua non veicolare e via dicendo, ma nessuno la parla, sarebbe una lingua tenuta in vita artificialmente, praticamente una lingua morta. Se poi una lingua la si parla in tutte le componenti sociali e in tutte le età e, in più, la si usa a scuola come lingua veicolare, nella burocrazia, nella letteratura ecc. ecc., quella lingua non solo è viva ma ha una prospettiva di vita ancora lunga (ma questo è implicito e comunque stato già detto nell'altro mio post).
Tzi bidimmu alla Torrese! [/quote] Sicuramente non ci siamo capiti nei termini. Chiunque è vivo fino a che non muore, anche monsieur De Lapalisse.
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Turritano
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Inserito il - 25/01/2008 : 10:46:38
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| maurizio feo ha scritto:
...Una lingua deve essere parlata anche da una società competitiva con le altre, in tutti i campi, oppure è destinata ad estinguersi...
Maurizio Feo.
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Caro Maurizio, forse non ci siamo capiti nei termini. Stiamo parlando di lingua "viva", non delle prospettive di vita. Tutti siamo destinati a morire, ma per adesso siamo vivi. Così una lingua: è viva quando la si parla. Se la parlano solo gli adulti, una lingua è moribonda, perché non c'è ricambio e sta finendo la sua storia. Se poi una lingua è usata nella burocrazia, nella scuola come lingua non veicolare e via dicendo, ma nessuno la parla, sarebbe una lingua tenuta in vita artificialmente, praticamente una lingua morta. Se poi una lingua la si parla in tutte le componenti sociali e in tutte le età e, in più, la si usa a scuola come lingua veicolare, nella burocrazia, nella letteratura ecc. ecc., quella lingua non solo è viva ma ha una prospettiva di vita ancora lunga (ma questo è implicito e comunque stato già detto nell'altro mio post).
Tzi bidimmu alla Torrese! [/quote] Sicuramente non ci siamo capiti nei termini. Chiunque è vivo fino a che non muore, anche monsieur De Lapalisse. [/quote] Bravo, finalmente l'hai capita!
Tzi bidimmu alla Torrese!
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Modificato da - Turritano in data 25/01/2008 10:47:16 |
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maurizio feo
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Inserito il - 25/01/2008 : 17:32:43
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| Bravo, finalmente l'hai capita!
Tzi bidimmu alla Torrese!
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Faccio solo un ultimo tentativo e poi lascerò perdere l'argomento: un paziente in coma è ancora vivo, ma è in coma; morirà senza alcuna speranza. Una lingua come la definisci tu, non è veramente viva e corre proprio il rischio di potere essere quel paziente in coma. Io ho capito bene quello che tu dici; sei sicuro di avere capito tu che cosa realmente si intende per lingua viva? La precisione malposta non è un buono strumento di conversazione e si definisce acribia. Credo che chi ha postato l'argomento non volesse queste inutili scaramucce perditempo ed anzi ci ha dato delle notizie interessanti ed in modo garbato. Lo ringrazio e mi scuso con lui per queste nostre lungaggini inutili.
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Turritano
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Inserito il - 26/01/2008 : 18:48:38
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| maurizio feo ha scritto:
| Bravo, finalmente l'hai capita!
Tzi bidimmu alla Torrese!
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Faccio solo un ultimo tentativo e poi lascerò perdere l'argomento: un paziente in coma è ancora vivo, ma è in coma; morirà senza alcuna speranza. |
Tu fai un mea culpa, però addossando la responasbilità di una inutile polemica agli altri. Adesso che hai fatto l'ultimo tentativo (di cosa poi?) prima di lasciar perdere l'argomento, ne faccio uno anch'io: il paziente in coma "non morirà senza alcuna speranza", anzi ha molte probabilità di guarire. E' dal "coma irreversibile" che (normalmente) non si esce. Informati! Quindi, per tornare in tema, una lingua, il Sardo per esempio, può essere in coma, ma può ancora esserer salvata. Lo spero proprio.
Tzi bidimmu alla Torrese!
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veronzica
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Inserito il - 29/01/2008 : 01:01:56
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Esagerati!!
E se ci bevessimo un mirto sopra????
Veronzica
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Turritano
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Inserito il - 29/01/2008 : 08:32:52
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| veronzica ha scritto:
Esagerati!!
E se ci bevessimo un mirto sopra????
Veronzica
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Io al momento preferisco una tazza di abbardente, grazie. Ma esagerati perchè?
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Le dominazioni passano ... i Sardi restano! |
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veronzica
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Inserito il - 29/01/2008 : 09:01:27
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Esagerati per la discussione.. "responsabilità...polemica..ultima discussione"...
ogniuno ha le sue opinioni.eh... poi ... come dico sempre......mica è colpa mia se le mie son quelle giuste..-....(scherzino!)
....non avevo visto che vieni da Sassari.... ci son stata ieri.....per fare delle ricerche in biblioteca....sveglia alle 4 del mattino......5 ore di treno.......arrvo alle 10.30.........partenza alle 18.47.....arrivo......alle 23.45........e si è pure guastato il treno!!!..pensavo che avremo passato a notte a Giave!! e non ho neanche fatto in tempo a mangiare la Faineé (o come si scrive!)noooooooooooooo!!!!!!!
Vabbè....comunque...... Ve lo ripeto... Leggetevi la "Vita rustica" di Wagner... Ciaooooo
Veronzica
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