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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 20/12/2009 : 21:17:41  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.machiavelli. ha scritto:

Ho dato una prima veloce occhiata alla descrizione del sito e sono sorpreso dall'interpretazione data da uno studioso:

La presenza di una struttura monumentale dimostra che anche precedentemente dallo sviluppo dell'agricoltura e nell'ambito di un'economia di caccia e raccolta, gli uomini possedevano mezzi sufficienti per erigere strutture monumentali. Secondo il direttore dello scavo fu proprio l'organizzazione sociale necessaria alla creazione di questa struttura a favorire uno sfruttamento pianificato delle risorse alimentari e lo sviluppo delle prime pratiche agricole. Il sito si trova infatti nella regione della Mezzaluna fertile, dove era presente naturalmente il grano selvatico.

Stiamo scrivendo su un sito localizzato in Turchia! All'epoca erano molto più avanti rispetto alle altre civiltà. In quelle zone abbiamo notizie di importanti città edificate nello stesso periodo! Conoscevano l'agricoltura...eccome. Fate qualche ricerca sui commerci di ossidiana anatolica e poi ne riparliamo. Visto che alcuni forumisti dubitano delle capacità degli archeologi nostrani voirrei proporre che la stessa diffidenza bisognerebbe applicarla anche alle notizie riportate da qualche archeologo locale, magari interessato a qualche scorciatoia per la notorietà.
In quel sito non trovo nulla, ma proprio nulla di sorprendente.

su questo non c'è dubbio!!!
Stando però a ciò che è stato divulgato, è sorprendente l'antichità del sito, in una zona che è certo la culla della civiltà agricola occidentale, ma che per quei tempi (tra 11000 e 8000 anni prima di Cristo) ancora non ha dato riscontro. Anche a me pare comunque una cosa da approfondire come minimo: suscita molti dubbi e molte domande.






 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: assemini  ~  Messaggi: 1124  ~  Membro dal: 06/06/2009  ~  Ultima visita: 04/05/2013 Torna all'inizio della Pagina

robur.q

Utente Senior



Inserito il - 31/12/2009 : 18:31:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ho ripensato alla curiosità di Dedalo per ciò che riguarda la pesca di altura
perchè, se fosse dimostrata, sarebbe un ulteriore indizio sull'esistente di una marineria commerciale
chiedo ai nostri amici archeologi: sono stati trovati attrezzi da pesca, tracce biologiche di animali marini usati per la nutrizione?
forse se ne è già parlato.....
fa niente
anche perchè forse ho anche già detto che la Sardegna ha oggi (e versimilmente anche nel passato più o meno lontano) una densità pecoreccia che trova riscontri nel mondo solo in alcune zone del Regno Unito!!!
Quello che vorrei provare a dire è che l'allevamento (ovino caprino e bovino più di oggi) era probabilmente la base fondamentale dell'economia di epoca nuragica, lo "zoccolo duro" che ha permesso ai sardi, in quel particolare frangente di conoscenze tecnologiche (abbastanza ridotte in tale attività) e di capacità di sfruttamento delle risorse, di assurgere al ruolo di cuore civile del mediterraneo occidentale, e forse ciò fin dal neolitico recente; credo che in epoca nuragica a tale zoccolo duro si siano aggiunte un'agricoltura non intensiva se non localmente, ma soprattutto lo sfruttamento delle risorse minerarie, poi commercializzate in tutto il mediterraneo, la pesca e altre attività commerciali;
vorrei ricordare una notizia: intorno al 1880 la guerra commerciale tra Italia e Francia porta ad un innalzamento da parte della Francia, dei dazi di importazione dei bovini vivi dalla Sardegna settentrionale verso Marsiglia; questo, fatto per proteggere lo sviluppo industriale (del nord) provocherà la rovina di molti allevatori sardi; ciò avrà due conseguenze: l'ulteriore specializzazione verso l'allevamento ovino, e la prima ondata migratoria dalla Sardegna settentrionale all'estero, americhe e nel continente italiano. Il commercio di animali vivi tra Sardegna e Francia sembra avere antica origine, ma soprattutto testimonia un'antica attività commerciale collegata direttamente con l'attività più antica di sfruttamento del suolo sardo, che appunto, ha una vocazione particolare all'allevamento estensivo.






Modificato da - robur.q in data 31/12/2009 18:33:59

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: assemini  ~  Messaggi: 1124  ~  Membro dal: 06/06/2009  ~  Ultima visita: 04/05/2013 Torna all'inizio della Pagina

kigula

Moderatore



Inserito il - 31/12/2009 : 21:10:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di kigula Invia a kigula un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Credo di aver già detto in precedenza che resti di pesci si trovano in vari insediamenti nuragici dal BMedio all'età del Ferro. Mi vengono in mente soprattutto di spigole, ma c'è un po' di tutto.





 Regione Estero  ~ Città: Cordoba  ~  Messaggi: 1738  ~  Membro dal: 07/05/2007  ~  Ultima visita: 15/01/2014 Torna all'inizio della Pagina

robur.q

Utente Senior



Inserito il - 31/12/2009 : 21:55:12  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
kigula ha scritto:

Credo di aver già detto in precedenza che resti di pesci si trovano in vari insediamenti nuragici dal BMedio all'età del Ferro. Mi vengono in mente soprattutto di spigole, ma c'è un po' di tutto.

grazie Kigula
auguri






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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 01/01/2010 : 10:17:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La pesca d'altura a mio parere era praticata. Il ritrovamento di vertebre di pesci (resti di pasto) simili a tonni è documentato in alcuni siti. La marineria sarda era una delle poche ad avere attraversato il Mediterraneo per il commercio dell'ossidiana e quelle stesse rotte (per Francia, Spagna, Liguria, Toscana e Sicilia) possono aver costituito la base per organizzare punti di approdo per viaggi più lunghi. Non avevano certo difficoltà a catturare qualche grosso pesce visto che era sufficiente una rete!
La marineria commerciale nel Mediterraneo è dimostrabile almeno dal VIII Millennio a.C., e chi viaggiava per mare certamente aveva l'opportunità di conoscere le coste e i punti d'acqua dolce presenti lungo le coste. La Sardegna e le altre isole costituivano certamente un punto di transito per quei provetti marinai e le culture che si trasmettevano con i viaggi erano sempre aggiornate.







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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 01/01/2010 : 12:21:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ciao a tutti....... e..........dopo aver mandato al diavolo il 2009 con tutte le sue disgrazie... auguri per un felice e prospero 2010.....

Robur io ho letto da poco inun forum....di ami per la pesca nuragici....se ricordo bene ne parlò un archeologo....purtroppo in questo momento non riesco a far mente locale...sono ancora annebbiato.... però ricordo vagamente che dicesse che "di questi ami non è riuscito a prendere visione..." ovvero come tante altre cose non sono "pubblicati".....

per la marineria commerciale ricordiamoci .....del vino...







  Firma di DedaloNur 
Freddie Mercury - In My Defence
http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 01/01/2010 : 19:07:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
...e delle anfore per trasportarlo.





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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 20/02/2010 : 13:48:26  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
forse qualcuno si domandava come is antigus conservavano le granaglie:
questo è un silo fotografato al museo del cestino a Castelsardo







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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 31/03/2010 : 14:14:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Paleodieta di un gruppo umano di Età Nuragica proveniente dal sito di Su Fraigu (Cagliari)
Fulvio Bartoli
Unità di Antropologia, Dipartimento di Biologia, Università di Pisa

Il presente contributo riguarda le indagini paleonutrizionali eseguite su un campione di 59 individui provenienti dal sito del Bronzo Finale di Su Fraigu (Ca), nel contesto culturale della cosiddetta civiltà Nuragica. La ricerca, condotta nel Laboratorio di Paleonutrizione del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, è mirata all’analisi degli elementi in traccia tramite Spettroscopia ad Assorbimento Atomico.
Gli elementi indagati sono stati: Calcio, Stronzio, Magnesio, Zinco e Rame. Il Calcio, elemento maggioritario espresso in mg/g, viene preso in considerazione in quanto costituente fondamentale dello scheletro; la sua funzione principale è quella di veicolare gli altri elementi al fine di standardizzare i valori riducendo eventuali contaminanti diagenetici. Stronzio e Magnesio indicano una dieta basata su apporti principalmente vegetali e/o cerealicoli; Zinco e Rame indicano in prevalenza il consumo di proteine di origine animale quali carne, latte e/o derivati. Stronzio e Rame sono inoltre correlati all’assunzione di pesci di piccola taglia e molluschi. I rapporti Sr/Ca e Zn/Ca nel campione umano vengono messi a confronto con quelli di erbivori e carnivori vissuti nello stesso sito. Questa procedura, denominata "correzione col sito", ci permette di confrontare i nostri dati con quelli di altri gruppi sincroni, diacronici ed eterotopici.
Gli alti valori di Stronzio sembrano indicare un’economia prevalentemente agricola, senza sottovalutare il ruolo svolto dalla pesca; ipotesi quest’ultima che trova supporto nell’ubicazione del sito e nell’importanza della navigazione nell’economia nuragica.
I valori tendenzialmente bassi di Magnesio non indicano necessariamente un esiguo apporto cerealicolo, in quanto questo elemento può subire perdite sia a causa di processi diagenetici, che in seguito a molitura dei cereali. Per meglio valutare l’entità di eventuali fenomeni diagenetici sarebbe necessario effettuare ed analizzare un’ampia campionatura di terreno all’interno e all’esterno delle sepolture.
I valori medio-alti di Zinco attestano un buon apporto proteico, probabilmente correlato all’assunzione di prodotti delle attività pastorali e venatorie.
Le concentrazioni medio-basse di Rame sembrano derivare più da un consumo di molluschi marini e/o terrestri che dall’assunzione di particolari cibi carnei.








Modificato da - DedaloNur in data 31/03/2010 14:24:19

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