Forum Sardegna - Il Muto di Gallura - PARTE II - I Vasa e i Mamia
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Nota Bene: Aritzo - Su Texile (tezile, termine barbaricino di origine preromana che indica un cocuzzolo isolato) sorge a 974 m slm. E' una formazione calcarea del Giurese che sovrasta, con la caratteristica forma di un fungo sbrecciato e le compatte pareti verticali/strapiombanti, un rilievo coniforme modellato nel complesso scistoso del paleozoico.



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 Il Muto di Gallura - PARTE II - I Vasa e i Mamia
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Pia
Salottino
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Inserito il - 27/01/2009 : 10:27:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
E Mariangiola è bellissima...
E sì, la Mariangiola è bella. Ragazza di Gallura. Già nel preludio c'è stata presentata la loro bellezza.
Mariangiola è la più ammirata del paese.
Ma Pietro? Più grande di lei di tredici anni, "piuttosto basso di statura, e col volto adorno di una barba ispida e incolta, Pietro era tutt'altro che un bell'uomo; però sapeva accattivarsi la simpatia delle fanciulle, per la sua dolce parola, per la sua grazia, e per quella fierezza di carattere che piace tanto alle donne di quella regione...".
Pietro non bello ma con un fascino particolare che attrarrà la più bella di Aggius.
Leggendo questo capitolo si pensa all'amore eterno.
Non durerà in eterno un amore così? Un amore che nasce da tale delicato corteggiamento. Sarà un matrimonio non combinato, nè imposto.









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Pedra Longa

Baunei (Ogliastra)

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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 27/01/2009 : 11:33:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di babborcu Invia a babborcu un Messaggio Privato
chi vivrà vedrà-..... quella differenza di età fra maschio e femmina era non tanto eccezionale prima.. quando le differenze generazionali erano attenuate dalla fissità delle usanze nel tempo... spessissimo le donne si sposavano appena uscite dall'adolescenza... il momento del ballo era fondamentale per consentire incontri fra i giovani sotto il controllo del gruppo... la danza che unisce i due innamorati , poi, non era un ballo rituale, come il ballo tondo, ma una danza di corteggiamento, dove lo stare in coppia era fondamentale.. ciao pia








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 4364  ~  Membro dal: 18/02/2008  ~  Ultima visita: 28/05/2012 Torna all'inizio della Pagina

callas
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 27/01/2009 : 11:39:28  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di callas Invia a callas un Messaggio Privato
..certo che non avevano modo di conoscersi meglio...e dal momento che il divorzio non era contemplato...chissà quanti matrimoni infelici...








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Golfo di Marinella

Porto Rotondo

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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 27/01/2009 : 13:11:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di babborcu Invia a babborcu un Messaggio Privato
callas : si .soprattutto le donne dovevano sopportare...
ma in un mondo cosìchiuso, dove c'erano poche regole certe, condivise, e valori altrettanto introitati dalle persone... pochi grilli per la testa e occhi concentrati sulle cose davvero importanti... i motivi di dissidio erano molto attenuati... il "dovere" di tener unito il nucleo familiare era ultrasentito.. e pensa le condizioni economiche non erano certo quelle medie d'oggi!









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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 27/01/2009 : 13:16:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di babborcu Invia a babborcu un Messaggio Privato
balli: ad eccezione di qulache centro, come oliena, i paesi sardi usavano due o tre ballli propri,, generalmente il ballo tondo ed uno sul tipo della danza e sue varianti... ad aggius, ove la tradizione popolare è piuttosto ricca vi erano diversi tipi di balli.. lu baddu tundu, lu baddu a passu, la danza, lu tre in cincu, lu baddu di li tre passi.... il fascino del ballo aggese era tale che un altro paese molto ricco di folkore come osilo ha un ballo impropriamente chiamati sa gesa ovvero s'aggesa che manifesta un'osile sizzazione del ballo aggese... la tradizione locale riporta di un matrimonio misto fra individui dei due paesi,, na forse siamo davanti ad una delle prime " esportazioni interne" di forme coreutiche..








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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 27/01/2009 : 13:27:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
babborcu ha scritto:

chi vivrà vedrà-..... quella differenza di età fra maschio e femmina era non tanto eccezionale prima.. quando le differenze generazionali erano attenuate dalla fissità delle usanze nel tempo... spessissimo le donne si sposavano appena uscite dall'adolescenza... il momento del ballo era fondamentale per consentire incontri fra i giovani sotto il controllo del gruppo... la danza che unisce i due innamorati , poi, non era un ballo rituale, come il ballo tondo, ma una danza di corteggiamento, dove lo stare in coppia era fondamentale.. ciao pia


Il ballo. Ecco il ballo. Vorrei parlarne con voi. Mi piacerebbe se entrasse nel forum qualche esperto di ballo (so che ce ne sono tanti).
Il ballo era un momento aggregante, di socialità e di scambio.
Nel romanzo s'incontrano la Domenica per ballare; ad Aggius ci sono due punti di ritrovo. Il ballo permette agli innamorati di toccarsi (non solo sfiorarsi), la presa è forte, virile. Il vorticare di su ballu tundu diventa inebriante se hai vicino l'innamorato. Lo stai toccando! Ti sta toccando! Sublime! Il ritmo ripetitivo diventa una sorta di rumore musica che stordisce. Provate a ballare in tondo - anche solo per una decina di minuti. Possibilmente avendo al fianco l'innamorato promesso. Quello che non avete ancora nemmeno baciato!
Anche ne L'ultiima jana ho voluto mettere su ballu come momento di festa, di gioia, di socializzazione.
In un forum ho letto che i giovani del mio paese si lamentano perchè non s'incontrano. Non hanno luoghi, punti di ritrovo. Si sentono soli. In un paese piccolo!!!!! Cosa dovrebbero dire i miei allievi in questa grande città che è Torino?
Pensate invece al piccolo paese di una volta, al portone sempre aperto, al ricamo sulla strada, all'acqua alla fontana, ai panni nel ruscello, alla messa domenicale. Al ballo in piazza.
Sono troppo bucolica?









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Pedra Longa

Baunei (Ogliastra)

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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 27/01/2009 : 13:33:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
babborcu ha scritto:

balli: ad eccezione di qulache centro, come oliena, i paesi sardi usavano due o tre ballli propri,, generalmente il ballo tondo ed uno sul tipo della danza e sue varianti... ad aggius, ove la tradizione popolare è piuttosto ricca vi erano diversi tipi di balli.. lu baddu tundu, lu baddu a passu, la danza, lu tre in cincu, lu baddu di li tre passi.... il fascino del ballo aggese era tale che un altro paese molto ricco di folkore come osilo ha un ballo impropriamente chiamati sa gesa ovvero s'aggesa che manifesta un'osile sizzazione del ballo aggese... la tradizione locale riporta di un matrimonio misto fra individui dei due paesi,, na forse siamo davanti ad una delle prime " esportazioni interne" di forme coreutiche..


mentre tu scrivevi anche io stavo scrivendo di ballo...









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Pedra Longa

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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 27/01/2009 : 13:35:57  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di babborcu Invia a babborcu un Messaggio Privato
no pia .. hai capito bene il senso del ballo... la presa delle mani era importante e a seconda dei paesi cambiava a seconda dei rapporti fra le persone ( non pensare ad na catena uomo donna uomo donna come quella dei gruppi folk) solo due promessi sposi a volte potevano ballare con le palme a contatto o le dita intrecciate... nel ballo del nuorese la presa " alta " porta a lievi sfioramenti con il seno femminile .. certo che vi è qualcosa di erotico... io so ballare il ballo del logudoro, particolarmente difficile perche gli uomini eseguono passi diversi da quello delle donne e non tutti contemporaneamente, con continui virtuosismi .... se non si vuol perdere il ritmo fermando la catena (isconzende su ballu) occorre far caso alla minima tensione e "scossetta"delle mani dei vicini... ciao!!


oggi... nei paesi piccoli i ragazzi si sentono abbandonati perchè sognano la città e i suoi, a volte fittizi, divertimenti e fanno puzzi puzzi all'antico ariciao









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Petru2007

Moderatore




Inserito il - 27/01/2009 : 14:07:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Petru2007 Invia a Petru2007 un Messaggio Privato
Ad Aggius si era soliti ballare in una piazzetta adiacente la parrocchiale di Santa Vittoria, chiamata ancora oggi la piazza di li baddi, proprio a ricordo di tale usanza. Tale piazza è vicinissima alla casa di abitazione dei Mamia.
La stessa usanza si praticava fino al primo dopoguerra in qualche chiesa rurale, come quella della Trinità d’Agultu. Era facile improvvisare una allegra comitiva; non vi erano suonatori, ma solo la viva voce di qualche corista, per dare il ritmo ai danzatori. Per il resto le occasioni per ballare erano abbastanza rare. Negli stazzi durante il periodo di carnevale si allestivano delle sale da ballo (chiamiamole così) in locali normalmente adibiti ad abitazione o custodia del bestiame per il resto dell’anno. Tale usanza è rimasta in vigore fino ai primi anni Ottanta del secolo scorso.

Erano queste le occasioni di incontro per gente che viveva in nelle campagne in territori vastissimi e spopolati; altri momenti di aggregazione erano in primo luogo le feste campestri, abbastanza numerose, e le altre attività del normale ciclo della vita di ognuno come i matrimoni e i funerali, o quelle legate ai lavori agropastorali come la tosatura, la trebbiatura o la vendemmia.

Un’usanza tipica era invece quella del “vigghjatogghju”. Si era soliti recarsi negli stazzi più vicini per trascorrere delle allegre serate in compagnia, talvolta, se le condizioni economiche del proprietario lo consentivano, allietate anche da buoni vini e abbondanti cibarie. Molto richiesti in queste occasioni erano i bravi contastorie o gli improvvisatori in rima.

Tornando invece a quanto descritto dal Costa riguardo alle fasi del corteggiamento fra i due protagonisti, anche questo bisogna dire che è assai improbabile. Potrebbe adattarsi benissimo (anzi lo è sicuramente) a due giovani residenti nel paese di Aggius, ma non certo per Pietro e Mariangiola che risiedevano rispettivamente in Lu Naragheddu e in La Ghjunchizza, due stazzi distanzi tra di loro circa 30km.









  Firma di Petru2007 

Nuraghe Succuronis

Macomer (Nu)

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ampuriesu

Utente Attivo



Inserito il - 27/01/2009 : 16:21:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ampuriesu Invia a ampuriesu un Messaggio Privato
L'espressione del Costa nel citare in causa Mariagnula, (vistuta in camisjiola) era utilizzata sino agli anni 30/40. Questo è quanto mi dice mio padre che ha 83 anni. Quando rievoca i ricordi e deve menzionare qualche bella ragazza e di alto rango dice sempre...vistuta in camisjiola proprio per puntualizzare il ceto sociale. Questo tuipo di indumento veniva indossato sopratutto per le domeniche e per le feste e come dice Babborcu, era di panno rosso con l'interno in broccato.Essendo la camisjiola double-face le donne ricche per distinguersi dalle popolane usavano portarla in settimana dal lato del broccato mentre nelle domeniche dal lato festivo con la buttonera d'argento. Ho visto qualche foto con la camisgjiola indossata dal lato del broccato. Su una cosa ho dei dubbi e precisamente sul fatto che la sera di l'abbrazzu Mariagnula indossasse il costume di gala. Ad Aggius per l'abbrazzu si usava il costume marrone definito proprio l'abito del matrimonio. Era composto come diceva Babborcu da una gonna di tibet marrone, la camicia bianca con "lu razzoni" nei polsini, lu jupponi di broccato o terciopelo marrone con fondo nero, lo scialle del collo giallo o panna a sfumature marroni e in testa "lu sciallu a un fiori" di tibet marrone ricamato a punto pieno. In occasione di l'abbrazzu veniva regalato un anello detto "la manafidi" Chi non aveva possibilità di acquistarla nuova (non è il caso di Mariagnula" si regalava quella dei genitori dello sposo. Appena mi sarà possibile posterò alcune foto proprio degli indumenti appartenuti a mia bisnonna (scialle, gilè e pindini) che sono in mio possesso. Purtroppo la camisjiola è andata persamia zia se la portò in Liguria e dopo la sua morte non si seppe più niente.







Modificato da - ampuriesu in data 27/01/2009 16:24:43

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Non importa quanto si da, ma quanto amore si mette nel dare!

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ampuriesu

Utente Attivo



Inserito il - 27/01/2009 : 16:33:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ampuriesu Invia a ampuriesu un Messaggio Privato
in riferimento a la prigunta a Viddalba durante il periodo estivo noi del gruppo folk in collaborazione con il comune organizziamo una sorta di matrimonio tipo quello selargino con l'unica differenza che non è un vero matrimonio ma solo una rappresentazione. Si parte da una vecchia casa e l'uomo che deve chiedere in moglie la donna, con tutti gli amici a cavallo, con il padre e "li rasjiunanti" (sarebbero gli uomini che hanno il compito di convicere il padre della sposa a cedere la figlia all'uomo) si recano a casa della donna. Il padre della donna da dentro e li rasjiunanti da fuori a suon di rime in dialetto si battibeccano sino a che il padre della sposa non inizia a far sfilare le figlie una per una partendo dalla più vecchia sino ad arrivare alla più giovane. Era consuetudine in gallura, essendo una regione con famiglie a carattere matriarcale, cedere in sposa la figlia più grande prima di tutte le altre proprio per la paura che restasse zitella. Alla fine il padre cede e presenta la cosidetta...culumba, capritta, fiori, rosa, midizina ecc. Finita la prigunta si passa subito a lu brindisi cantatu a baddu a passu dove tutti ballano con gli sposi al centro. Si va in chiesa e segue il rito nuziale per poi ritornare in piazza dove c'è il vero e proprio pranzo di nozze...suppa, bollito di pecora e carne vaccina, ghisatu e tanto vino. Questo tipo di usanza era ancora praticata nelle nostre zone sino agli anni 50. Mio padre racconta di aver cantato dei brindisi proprio in occasione di prigunti a Santa Maria Coghinas.







Modificato da - ampuriesu in data 27/01/2009 16:35:37

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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 27/01/2009 : 18:34:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
Anche nel paese di mio padre Ussassai - Barbagia di Seulo - in estate si ripropone Sa Coja Antiga.
Tutto il paese partecipa recitando per le strade.









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Pedra Longa

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santobevitore

Utente Medio


Inserito il - 27/01/2009 : 19:21:38  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di santobevitore Invia a santobevitore un Messaggio Privato
Una domanda molto stupida, lo ammetto, ma non riesco a capire questo paragone fatto da Costa:
"Pietro era tutt'altro che un bell'uomo; però sapeva cattivarsi la simpatia delle fanciulle, per la sua dolce parola, per la sua grazia, e per quella fierezza di carattere che piace tanto alle donne di quella regione, che, a buon diritto, potrebbe chiamrsi la Svizzera sarda."
Non riesco a capire il paragone con la Svizzera: è forse nota perchè le caratteristiche dei suoi uomini sono simili a quelle indicate dal Costa per Pietro? Non lo capisco...








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callas
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 28/01/2009 : 10:17:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di callas Invia a callas un Messaggio Privato
santobevitore ha scritto:

Una domanda molto stupida, lo ammetto, ma non riesco a capire questo paragone fatto da Costa:
"Pietro era tutt'altro che un bell'uomo; però sapeva cattivarsi la simpatia delle fanciulle, per la sua dolce parola, per la sua grazia, e per quella fierezza di carattere che piace tanto alle donne di quella regione, che, a buon diritto, potrebbe chiamrsi la Svizzera sarda."
Non riesco a capire il paragone con la Svizzera: è forse nota perchè le caratteristiche dei suoi uomini sono simili a quelle indicate dal Costa per Pietro? Non lo capisco...
bella domanda! anch'io vorrei saperlo...
e vorrei sapere anche com'era organizzato il matrimonio nel caso in cui
...mancassero i genitori....qualcuno lo sa?!









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ampuriesu

Utente Attivo



Inserito il - 28/01/2009 : 10:29:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ampuriesu Invia a ampuriesu un Messaggio Privato
Callas... quando i genitori non c'erano più i figli venivano accauditi solitamente dai nonni oppure dallo zio o zia più grande. Mio nonno era orfano così come mia nonna ed entrambi sono stati cresciuti dai fratelli più grandi. Il problema di la prigunta però sorge con la mancanza del padre in quanto la donna non partecipava mai alla richiesta del matrimonio ma subentrava in un secondo momento dopo che la futura sposa era già stata concessa allo sposo. poi capitava che nonostante fosse in vita il padre, venivano mandati altri uomini assieme allo sposo e il padre assisteva come spettatore e non come parte attiva.







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