Forum Sardegna
    Forum Sardegna

Forum Sardegna
 

    


Nota Bene: L'unico capo del costume sardo confezionato con seta non importata dal continente e' la benda della veste femminile di gala di Orgosolo, detta " su lionzu".
Ancor oggi alcune donne si dedicano all'allevamento del baco da seta , che appartiene ad una varietà speciale, detta "Orgosolo" , i fili vengono tinti in trama con lo zafferano, che conferisce un bellissimo colore giallo ocra al caratteristico indumento.



 Tutti i Forum
 Cultura in Sardegna
 Itinerari storici
 Ghilarza, per ricordare Antonio Gramsci

Nota: Devi essere registrato per poter inserire un messaggio.
Per registrarti, clicca qui. La Registrazione è semplice e gratuita!

Larghezza finestra:
Nome Utente:
Password:
Modo:
Formato: GrassettoCorsivoSottolineatoBarrato Aggiungi Spoiler Allinea a  SinistraCentraAllinea a Destra Riga Orizzontale
Inserisci linkInserisci EmailInserisci suonoInserisci Mp3Inserisci pdfInserisci file multimediale Inserisci Immagine Inserisci CodiceInserisci CitazioneInserisci Lista
   
Video: Inserisci Google video Inserisci Youtube Inserisci Flash movie
Icona Messaggio:              
             
Messaggio:

  * Il codice HTML è OFF
* Il Codice Forum è ON

Faccine
Felice [:)] Davvero Felice [:D] Caldo [8D] Imbarazzato [:I]
Goloso [:P] Diavoletto [):] Occhiolino [;)] Clown [:o)]
Occhio Nero [B)] Palla Otto [8] Infelice [:(] Compiaciuto [8)]
Scioccato [:0] Arrabbiato [:(!] Morto [xx(] Assonnato [|)]
Bacio [:X] Approvazione [^] Disapprovazione [V] Domanda [?]
Seleziona altre faccine

 
 
 
 

V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Adelasia Inserito il - 07/03/2007 : 21:53:43
Si arriva a Ghilarza con negli occhi lo stupore per la visione di quel gigante quale è il nuraghe Losa, che ben più della banale cartellonistica stradale ti ricorda che sei arrivato all’incrocio tra la 131 Carlo Felice e la 131 dcn, quella che poi ti condurrà ad Olbia attraversando il nuorese.

L’accogliente e tranquillo capoluogo del Guilcer pare voglia accontentare tutti: è un piccolo centro che conta meno di 5000 abitanti, ma che ti pare ben più grosso e capace di estendersi assumendo ben altre proporzioni se non noti all’improvviso un discreto cartello che ti indica di essere arrivato ad Abbasanta, a sua volta separato da pochi isolati da Norbello.
Si racconta che esista un edificio per metà in territorio di Ghilarza, per metà in quello di Abbasanta: non credo sia una leggenda metropolitana…..

E’ graziosa, Ghilarza , con le sue case in basalto, alcune ampliate nell’800 e ingentilite da balconcini dalle cascate di fiori vivaci, i suoi angoli di spazi verdi e i suoi vasi colorati che adornano, appena vi è un fazzoletto di spazio, il vivace e stretto corso Umberto I, la parrocchiale dalla cupola maiolicata, il Circolo della Lettura che ti incuriosisce perché non è dovunque che lo trovi…e dal Corso si diramano vicoli lastricati che ti guidano verso antiche abitazioni dalle decorazioni e architravi aragonesi tanto arabeggianti, verso la deliziosa chiesa romanica di San Palmerio del XII sec., quasi prospiciente un solido donjon o Torre Aragonese, raro esempio sardo di architettura militare tardomedioevale: quasi una sfida tra sacro e profano, tra il perdono religioso e la giustizia degli uomini perché la torre è stata anche un terribile carcere, ora convertita in un splendida struttura che ospita convegni e mostre, prestigiosi incontri e manifestazioni culturali autunnali del "Mese della Cultura".

E nel raggio di pochi km un campionario di meraviglie: il nuraghe Orgono; i novenari, tra i quali quello incantevole dedicato a San Serafino, tanto caro ai giudici d’ Arborea da riportarne lo stemma dell'albero nella facciata d’ingresso e che ora guarda il lago; quel gioiello romanico che è la chiesa in trachite dai colori del tramonto di Zuri, frazione con poche case disposte a raggiera intorno a una piazzetta che accoglie un fazzoletto di verde con pezzi monumentali di una foresta fossile ( che se non lo sai se ti perdi, seminascosti come sono dalla vegetazione).
Guardala bene, la magnifica chiesa di San Pietro di Zuri, è stata ricostruita pezzo per pezzo per salvarla dalle acque del lago artificiale Omodeo, che ora pare scusarsi e illuminare il paesaggio con il suo celeste quieto: è stata la forza che ha consentito agli abitanti del vecchio paesino della verde valle di non morire dentro quando vedevano le loro case, i loro ricordi e i loro campi, ostinatamente seminati fino all’ultimo, sparire lentamente sotto le acque del nuove invaso.

Ma è di fronte a una semplice casa di Ghilarza nel Corso Umberto I, al n. 36, che ti renderai conto che stai per varcare la soglia di quella che fu l’abitazione di uno tra i più illustri uomini di Sardegna, Antonio Gramsci. (www.casagramscighilarza.org ).

Qui visse l’infanzia e l’adolescenza e qui vive ancora la sua memoria, in quella che ora è diventata un museo visitato da gente proveniente da diverse nazioni, per omaggiare colui che è considerato una delle menti più alte e lucide del novecento, tra le più citate al mondo, ben al di sopra delle ideologie politiche di ciascuno di noi e quindi «patrimonio di tutti», come diceva Benedetto Croce.

Un uomo che troppo spesso ricordiamo solo come grande politico e pensatore austero, spesso incapaci di cogliere, proprio noi sardi, con quale amore evocasse l’ isola che secondo lui era stata <<letteralmente rasa al suolo come per una invasione barbarica>>, le sue abitudini, il suo folklore, lui che ricordava << il tesoro difeso dalla musca maghedda>>…dimenticando, sempre noi, con quale preoccupazione e speranza evocasse il suo paese «Vorrei riuscire a comprendere se Ghilarza ….ha la tendenza a diventare una città; se c'è maggiore commercio, qualche industria…>>, i luoghi, i racconti e i personaggi della sua infanzia che aveva stampati nella mente, la pia “zia Bisodia” per esempio, sulla quale arrivava a sostenere che si sarebbe potuto scrivere un racconto.

Fra qualche mese, il 27 aprile 1937, ricorrerà il settantesimo anniversario della sua morte.
Si era spento in un’alba romana, minato dalla tubercolosi e dagli anni trascorsi in carcere: aveva 46 anni. Ufficiosamente si dice che a Ghilarza quel giorno arriverà per omaggiarlo la massima autorità italiana, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Si preparano grandi avvenimenti: chissà cosa avrebbe detto il sardo “Nino” Gramsci…….
Forse avrebbe semplicemente chiesto, se fosse stato possibile, di portare un suo saluto a Ghilarza, a quella sua città nel cuore della Sardegna che con struggente tenerezza descriveva odorosa di menta e di limoni.
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
bulimba Inserito il - 16/06/2011 : 18:49:48
C'ero stata anni fa..molto suggestivo come posto e sicuramente importante per la nostra storia...!! Hilarza è una gran bella località..e la gente molto affabile!!
Adelasia Inserito il - 27/04/2011 : 16:40:27
Oggi ricorre il 74° anniversario della morte di Gramsci...
Anto Inserito il - 01/03/2009 : 17:07:57
Brave ragazze!!...in tempi cosi' difficili..ricordare Gramsci mi e' di grande forza e conforto...ho letto " la Questione meridionale" diversi anni fa...ma ancora ho nel cuore le sue parole rivolte ai giovani sardi : "...Studiate..perche' abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Se non ci informiamo, se non studiamo, se ci viene tolto il diritto alla cultura..ci sara' sempre qualcuno che decidera'al nostro posto...." quanto peso hanno queste parole attualmente?....Infinito. Un abbraccio.antonia
Paradisola Inserito il - 26/02/2009 : 23:07:41
Adelasia ha scritto:
a coloro chi si recassero a visitare Ghilarza, di non fare a meno di immettersi sulla provinciale Abbasanta-Santu Lussurgiu che raggiunge in pochi minuti la famosa Tanca Regia e la sua prestigiosa storia legata all’allevamento equino


A quanto pare la grandiosa storia continua, questa è una foto di martedì scorso
Adelasia Inserito il - 17/09/2007 : 17:08:30
Tra eventi e itinerari: Ghilarza dedica il suo prestigioso mese della cultura, inaugurato il 15 settembre, ad Antonio Gramsci.
http://www.comune.ghilarza.or.it/we...eghevole.pdf

Nuragica Inserito il - 14/06/2007 : 21:13:31
Qui' potete visitare la galleria fotografica su Antonio Gramsci..
Autrice :Barbaricina
http://www.paradisola.it/foto-sarde...asp?iCat=200

_________________________________________________
... vegno del loco ove tornar disio
cara Inserito il - 20/05/2007 : 18:43:09
Bene, Adelasia, vedo che hai seguito l'interessantissimo servizio..che sì, potrebbe in parte riscrivere un capitolo di storia, come ha detto lo storico Piero Melograni. Molte sono le domande irrisolte sulla sua morte misteriosa...sicuramente sarà opportuno documentarsi!!


Adelasia Inserito il - 20/05/2007 : 17:29:09
Grazie a cara ho seguito l’interessante servizio che vagliava una serie di ipotesi sui misteri che circonderebbero la morte di Gramsci.

Secondo alcuni studiosi, tra cui il sardo Luigi Nieddu, molti sarebbero i quesiti da porsi: le foto di Gramsci defunto, la sparizione di numerose lettere scomode, la sua decisione di non ripartire per la Russia (dove tra l’altro viveva la famiglia) all’uscita dal carcere, alcuni riferimenti di Togliatti, la degenza nella costosa clinica Quisisana, dove si spense (chi ne pagava la retta???).
Assodato che Gramsci non era certo a favore di Stalin, le ipotesi che sono emerse dal servizio è che, essendo diventato un personaggio scomodo, la sua morte sarebbe stata auspicata, se non voluta, dal regime russo..o potrebbe trattarsi di suicidio???In quanto alla retta della clinica, potrebbe essere stata pagata addirittura dallo stesso Mussolini che l’aveva incarcerato ( personalmente me ne sfugge la logica…).

L'unica certezza credo sia la solitudine vissuta da Gramsci durante la sua prigionia, riportata anche nelle sue lettere....


cara Inserito il - 18/05/2007 : 20:55:09
Stanotte a MIZAR (Rai 2) un servizio sul 70° anniversario della morte di Antonio Gramsci. Sicuramente sarà interessante, anche se breve.


Albertina Inserito il - 16/05/2007 : 15:15:58
Voglio sottoporre alla vostra attenzione un altro pensiero di Gramsci che mi ha particolarmente colpito:

"Creare una nuova cultura non significa solo fare individualmente delle scoperte originali, significa anche e specialmente diffondere criticamente delle verità già scoperte, socializzarle e pertanto farle diventare base di azioni vitali, elemento di coordinamento e di ordine intellettuale e morale" ( A. Gramsci )

Albertina Inserito il - 12/05/2007 : 19:42:40
Il 27 febbraio del 1933 Gramsci scrisse una lettera a Tania, la cognata russa che lovisitava assiduamente in carcere. Scrive:

" Chi mi ha condannato è un organismo più vasto di cui il Tribunale fascista non è stato che l'indicazione esterna e materiale che ha compilato l'atto legale di condanna. Altri sono stati i miei condannatori."
Sì, Bakis, penso anch'io che Gramsci sia stato condannato per il suo idealismo.

Bakis Inserito il - 12/05/2007 : 11:11:11
Bella l’opera di A.Sanna, molto esplicativa con i riferimenti, gratta, libro, drappo rosso.
Il concetto che più interessa e quello della classificazione, da te dato Albertina . Dicci: L’opera sta significare che il carcere non ha imprigionato il pensiero filosofico di Gramsci, che è rimasto libero inaugurando una nuova era.
Premetto che nessuna polemica voglio nasca, contrapponendo l’idealismo mio al lato filosofico tuo del pensiero gramsciano come primo e più importante aspetto per la carcerazione di Gramsci.
Gramsci il carcere lo ha subito per il suo idealismo,quella gratta alla quale il pittore così ampio spazio dà nel suo dipinto, è relativa all’imprigionamento di un ideale, non ad un pensiero filosofico.
In quel ideale di vita, Gramsci allora non prevedeva certo l’estremismo economico, come quello che ha la società odierna per farti un esempio, semmai il contrario, oggi si vive in una società che ha vinto il lato umano del marxismo, risultato, una lobby sociale quella affaristico-dirigenziale politica, che sta mortificando i lavoratori,vedi l’azzeramento dei loro salari, e riducendo all’osso il paese.

Albertina Inserito il - 10/05/2007 : 21:26:47
Opera eseguita da ANTONIO SANNA di VILLAMAR in occasione delle “ Ventiquatr’ore di incontri di letture, poemi e arte” organizzata a Gonnosnò il 27 aprile 2007 per commemorare il 70° anniversario della morte di Antonio Gramsci.





L’opera sta significare che il carcere non ha imprigionato il pensiero filosofico di Gramsci, che è rimasto libero inaugurando una nuova era.




cara Inserito il - 08/05/2007 : 00:39:03
Tranquillo ha scritto:

APERTA PARENTESI
Perdonatemi se sporco questo angolo, teca di pensieri ben più intelligenti e saggi dei miei,ma la mia umiltà non mi impedisce di non condividere le frasi che Gramsci scrisse alla sorella. Forse perchè dalla scrittura della lettera alla mia nascita son passati alcuni decenni,forse perchè ogni situazione è diversa dalle altre, sta di fatto che io ho avuto un'esperienza molto simile a quella che Gramsci sconsiglia per i suoi nipotini. E vi posso assicurare che l'esser il solo bambino del paese a parlare l'italiano come prima lingua, non mi ha mai creato problemi di comunicazione con i miei coetanei facendomi sentire diverso. Men che mai, ha messo la camicia di forza alla mia fantasia, o ha inibito il mio sardismo. Da bambino ho giocato sino allo stremo con gli altri bambini, ho divorato tonnellate di libri, ho ascoltato tantissimo la radio, dove (allora!!!) c'erano persone che sapevano,eccome se sapevano, parlare l'italiano. Questo ha sopperito alle ovvie carenze linguistiche dei miei genitori, e, a distanza di anni, mi accorgo che il tener ben distinte le due lingue, mi ha aiutato non poco nello studio prima e nel lavoro poi. Avessi un figlio sicuramente cercherei di insegnargli entrambe le lingue, facendo molta attenzione però a tenerle ben separate.Trovo quantomeno buffo che ciò che non mi è accaduto da bambino, ogni tanto mi capita da adulto e cioè che qualcuno mi faccia notare che il mio accento non è particolarmente marcato o che mi esprimo prevalentemente in italiano, anche in mezzo agli altri sardi: embhè!!! E' da quando son nato che va avanti così, pure con mia madre parlo l'italiano e lei risponde in sardo, ci capiamo benissimo lo stesso.Da lassù Gramsci mi perdonerà se ho osato dissentire....Scusate l'intromissione non richiesta CHIUSA PARENTESI

L'argomento mi appassiona e vorrei anch'io dare il mio modesto parere. Secondo me il consiglio di Gramsci nei riguardi della nipotina Edmea, figlia del fratello Gennaro, era ed è ancor oggi pienamente valido, proprio perchè, come lui stesso precisa, il sardo è una lingua e non un dialetto (e non per niente è considerato oggi dagli studiosi l'idioma, nell'ambito delle lingue romanze, più vicino al latino, lingua non morta ma immortale!). Dunque, come lingua, un patrimonio, una ricchezza fatta non solo di parole, ma di leggende, filastrocche, proverbi, canti, fiabe, poesie, una ricchezza che noi Sardi, negli ultimi decenni andiamo perdendo e forse proprio alla perdita di questo patrimonio, di fantasia e di cultura si riferiva Gramsci (pur precisando che la letteratura sarda non era molto vasta). Tranquillo, se molti genitori non avessero parlato in sardo o fatto parlare il sardo ai propri figli, oggi nessuno più lo capirebbe tra le nuove generazioni!...e questo problema è evidente nei centri cittadini dove pochissimi studenti lo comprendono. Io poi non mi preoccuperei affatto dell' accento talvolta molto marcato che, certo, non ha impedito a un Cossiga di essere eletto Presidente della repubblica!!Forse sta a noi far sì che quel complesso di inferiorità relativo anche alla lingua venga ribaltato!!..meno male che oggi sono molto diminuiti i Sardi che, emigrati nella penisola o altrove, fanno di tutto per assumere nuovi accenti , o che addirittura nascondono le proprie origini!!


Tranquillo Inserito il - 07/05/2007 : 23:41:17

APERTA PARENTESI

Perdonatemi se sporco questo angolo, teca di pensieri ben più intelligenti e saggi dei miei,
ma la mia umiltà non mi impedisce di non condividere le frasi che Gramsci scrisse alla sorella.
Forse perchè dalla scrittura della lettera alla mia nascita son passati alcuni decenni,
forse perchè ogni situazione è diversa dalle altre, sta di fatto che io ho avuto un'esperienza
molto simile a quella che Gramsci sconsiglia per i suoi nipotini.
E vi posso assicurare che l'esser il solo bambino del paese a parlare l'italiano come prima lingua,
non mi ha mai creato problemi di comunicazione con i miei coetanei facendomi sentire diverso.
Men che mai, ha messo la camicia di forza alla mia fantasia, o ha inibito il mio sardismo.
Da bambino ho giocato sino allo stremo con gli altri bambini, ho divorato tonnellate di libri,
ho ascoltato tantissimo la radio, dove (allora!!!) c'erano persone che sapevano,eccome se sapevano, parlare l'italiano.
Questo ha sopperito alle ovvie carenze linguistiche dei miei genitori, e, a distanza di anni,
mi accorgo che il tener ben distinte le due lingue, mi ha aiutato non poco nello studio prima e nel lavoro poi.
Avessi un figlio sicuramente cercherei di insegnargli entrambe le lingue,
facendo molta attenzione però a tenerle ben separate.
Trovo quantomeno buffo che ciò che non mi è accaduto da bambino, ogni tanto mi capita da adulto e cioè
che qualcuno mi faccia notare che il mio accento non è particolarmente marcato o che mi esprimo
prevalentemente in italiano, anche in mezzo agli altri sardi: embhè!!! E' da quando son nato che va avanti così,
pure con mia madre parlo l'italiano e lei risponde in sardo, ci capiamo benissimo lo stesso.

Da lassù Gramsci mi perdonerà se ho osato dissentire....

Scusate l'intromissione non richiesta

CHIUSA PARENTESI

Herniasurgery.it | Snitz.it | Crediti Snitz Forums 2000