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 Kalimera, Montresta!

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Adelasia Inserito il - 08/12/2012 : 02:58:13
“Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi / danni altrui commiserando, al cielo / di dolcissimo odor mandi un profumo” così Leopardi omaggiava una ginestra spuntata sul Vesuvio.

Chissà cosa avrebbe scritto se avesse potuto vedere lo spettacolo delle ginestre di Montresta dove non c'è il deserto, ma è tutto un trionfo di verde e giallo odorosissimo che risalta ancor di più ad occidente, laddove l’orizzonte viene tracciato dal turchese marino della costa di Bosa.

Perché Montresta evoca panorami puri, fiori di ginestre, voli di grifoni su un cielo che pare prezioso marmo striato, e un cartello di benvenuto tradotto in lingua greca.
Pare restare solo quello della Grecia, patria di coloro che la fondarono nel '700. Come ho riportato già in un altro post del forum, nel 1868 il "Dizionario corografico dell’Italia" scriveva:
“Nel 1750 vi si stabilì una colonia di greci, ma in meno di un secolo essi vennero quasi tutti spenti ….

Era accaduto che una cinquantina di famiglie greche maniate che vivevano in Corsica, in tormentato esilio causato delle persecuzioni dei dominatori turchi, si insediassero, a seguito di accordi presi con il sabaudo Carlo Emanuele III, nel territorio di quella che diventerà Montresta, ove pare vi fosse allora il piccolo villaggio di San Cristoforo; osteggiati dai pastori locali e dai bosani, che mal sopportavano quella piccola comunità di intrusi "immigrati" che coltivavano terre delle quali loro si erano sempre sentiti incontrastati padroni, subirono soprusi, incendi, violenze, omicidi (mortu e balla, come scrive il sito istituzionale del Comune, pare fosse una postilla piuttosto diffusa negli atti di morte risalenti ai primi del '800).
Significativa e terribile è la testimonianza di Alberto La Marmora che, nel 1832, registrò a Montresta solo 2 superstiti della comunità greca.
Nel 1868, come ho già riportato, lo sterminio si era concluso: tutti "spenti".
Con parti invertite, sulla nostra pelle di sardi abbiamo vissuto storie simili: Itri ne è una tragica testimonianza.

Ma oggi Montresta ha deciso di ricordare e di rielaborare la propria storia, che viene scavata, faticosamente ricostruita ed elaborata.
Il progetto "Nostos", giornate di festa e di memoria, di studio e di gratitudine che, non credo sia un caso, rimanda al film Nostos-Il ritorno, aiutano Montresta e i Greci Maniati a rinsaldare gli antichi legami e a incontrarsi.
E a farci riflettere: perché le pagine oscure di intolleranza verso chi è diverso da noi possano riconvertirsi in messaggi di speranza, di empatia e di civiltà per il presente e per il futuro.

Kalimera, Montresta!

(Te l'avevo scritto con i caratteri greci, ma non sono riuscita a riprodurli...)
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
DedaloNur Inserito il - 26/02/2013 : 10:02:39
scusami non avevo presente la data della conferenza.

quindi, ricapitolando, i morti a pallettoni sono semplicemente fisiologici all'epoca, che, non era avvezza ad avvocati e tribunali quanto la nostra...
gallosu Inserito il - 25/02/2013 : 17:42:55
Ehi Dedalo, quanta fretta. Era il 23 febbraio.
Comunque sabato scorso ho assistito alla conferenza. Il risultato è che tra i documenti non sono stati riscontrati casi di omicidio più numerosi rispetto alla norma di quel periodo.
Le famiglie che si erano insediate a Montresta provenivano da diverse località, in modo particolare dalla Corsica. Il progetto originario prevedeva però l'insediamento di circa 250.000 greci (per dare vigore all'economia in quanto si reputavano i sardi scarsamente produttivi) provenienti direttamente dalla Morea ma per questioni un po lunghe da spiegare (che coinvolse i vescovati sardi e con l'intervento sia del re che del papa) alla fine ci si orientò per diversi nuclei corsi solo che proprio in quel periodo l'impatto fu molto meno cospicuo per via della guerra che nel frattempo era scoppiata in Europa e che vedeva il regno di Sardegna su un fronte antagonista rispetto alla Repubblica di Genova (cui la Corsica apparteneva) e a cui i greci lì presente avevano prestato giuramento al momento del loro insediamento nell'isola.
Per farla breve i nuclei che si stabilirono a Montresta erano circa una settantina ma quasi da subito alcuni si trasferino in altri lidi (alcuni rientrarono in Corsica). Le cose andarono in questo senso per circa un decennio sino a quando Montresta venne ceduta in feudo e i greci non vollero sottostare ad un feudatario in quanto era una cosa che non rientrava nel loro modo di pensare e quindi molte delle poche famiglie ancora rimaste preferirono andarsene. Va detto inoltre che il nucleo greco quasi da subito fu in minoranza rispetto alla comunità sarda e per questo motivo non ci sono pervenute tracce consistenti della loro presenza sia nella lingua che nella cultura. Quindi per concludere, allo stato delle cose, nessun eccidio di greci da parte dei sardi anche se violenze ci furono specialmente con i bosani, ma queste erano normali (per i tempi) questioni di interesse e di confine i quanto una parte dei terreni attribuiti a Montresta era di proprietà dei bosani. Spero di essere stato esaustivo.
DedaloNur Inserito il - 13/02/2013 : 08:44:47
nulla di quella conferenza?
gallosu Inserito il - 14/01/2013 : 12:23:17
Spero di poterci andare. In tal caso vi renderò edotti su quanto verrà discusso.
DedaloNur Inserito il - 13/01/2013 : 01:25:33
spero che qualcuno vada alla conferenza e ci riferisca...Gallosu, possiam contare su di te?
Adelasia Inserito il - 11/01/2013 : 19:34:19
gallosu ha scritto:

Il 23/02/2013 a Nuraminis si terrà un incontro che verte proprio sul tema in oggetto.
Stefano Pira, Giampaolo Salice - Università di Cagliari:
Colonizzazioni e Diaspore nella Sardegna d'età piemontese: il caso di Montresta


L'abbiamo evocato noi???
Interessantissimo incontro: spero emergano nuovi elementi per far luce sulla vicenda.
Contiamo su di te, gallosu, e su chi riesce ad assistere all'evento...
Turritano Inserito il - 10/01/2013 : 20:44:14
DedaloNur ha scritto:

le nostre due visioni collimano, per quanto riguarda l'inquadramento della società del tempo, che per usare un espressione di recente conio, non era un paese per vecchi
....................

Allora, se per quello non collimano per niente: identificare il “banditismo” con un modo di vita (comunque deleterio, con la mentalità di oggi) … non è esattamente come la vedo io.
Riassumendo:
I fatti fin qui scritti e riportati da personaggi tanto autorevoli, ad un esame appena appena attento, si mostrano pieni zeppi di contraddizioni logiche e in termini e, per essere teneri, dimostra una forzatura della realtà. Tutto a prescindere dal fatto che, la “carneficina” (?) iniziò, secondo questi scritti, ben due generazioni dopo l’insediamento. Le “buffale” (in buona o in malafede), da quando mondo è mondo, sono sempre esistite e documentate fin dagli albori della Storia. Perciò le notizie, prima di accettarle o respingerle vanno esaminate, confrontate fra loro e con documenti autentici, poi giudicate secondo logica.
Ognuno può, con la sua testa, farsi una opinione su tutto quanto abbia detto in questa discussione.
Per quanto mi riguarda, arrivati a questo punto, quello che avevo da dire l‘ho detto, onestamente e doverosamente, e siccome non ho altro da aggiungere e non mi piacciono gli inutili batti e ribatti che non portano a niente, io la finisco qua. Ma ognuno può giudicare con la sua testa, tutto quanto abbia detto in questa discussione.
Spero che dal dibattito annunciato da Gallosu, salti fuori qualcosa di nuovo, che metta tutti i tasselli al loro posto.
Allora, con cognizione di causa, potrò rivedere la versione da me conosciuta.
Turritano

Turritano Inserito il - 10/01/2013 : 20:38:31
gallosu ha scritto:

Il 23/02/2013 a Nuraminis si terrà un incontro che verte proprio sul tema in oggetto.
Stefano Pira, Giampaolo Salice - Università di Cagliari:
Colonizzazioni e Diaspore nella Sardegna d'età piemontese: il caso di Montresta

Io sfortunatamente non potrò andarci, speriamo però che ne venga fuori qualcosa di ben documentato, che faccia davvero luce sulle tante contraddizioni e i non sensi sin qui conosciuti
Turritano
gallosu Inserito il - 10/01/2013 : 10:36:23
Il 23/02/2013 a Nuraminis si terrà un incontro che verte proprio sul tema in oggetto.
Stefano Pira, Giampaolo Salice - Università di Cagliari:
Colonizzazioni e Diaspore nella Sardegna d'età piemontese: il caso di Montresta
DedaloNur Inserito il - 10/01/2013 : 00:12:19
le nostre due visioni collimano, per quanto riguarda l'inquadramento della società del tempo, che per usare un espressione di recente conio, non era un paese per vecchi

In definitiva, alla luce di quanto sopradetto, comunque sia, chiamare i fatti di Montresta “xenofobia” o “persecuzione razziale” è quantomeno esagerato, anzi direi che così si distorce pesantemente la realtà.


ma su questo, che poi è il vero nocciolo della questione non posso/so darti retta, perchè appunto manca uno studio: metti che nei quinque libri risulta che in determinati anni, vi sia stata una concetrazione di morti di stirpe ellenica a montresta al di fuori della media, rispetto a quella dei morti, propriamente sardi, avrebbe ragione Adelasia in tal caso, posto che lei, come noi, non può sostenere nulla di definitivo, sinchè non fanno ricerche
Turritano Inserito il - 09/01/2013 : 22:59:14
Ciao Dedalo, vedo che in sostanza i nostri punti di vista tendono a convergere, ma vorrei fare delle puntualizzazioni (dettate dalle mie esperienze personali, e non solo).
Io, quello che abbastanza comunemente succedeva nel XIX secolo e in parte anche nel secolo successivo), non o vedo come vero e proprio “banditismo”, ma un modo per “sistemare” in privato le cose: insomma, la gente non credeva nella Giustizia dello Stato e, la Giustizia se la faceva da sola. Tanto è vero che quasi tutti gli omicidi erano opera di ignoti (chi sapeva, non diceva nulla) e rimanevano impuniti. Il banditismo, seppure molto comune all’epoca, è ed era un’alta cosa.
Gli stranieri erano stranieri, come dapertutto, ma diventavano un “corpo estraneo” solo se non rispettavano determinate regole o, come nel caso di Montresta, si impadronivano di un territorio che non era loro e, agli occhi dei locali, costituiva una ingerenza inaccettabile, che fosse fatta da altri Sardi o da stranieri.
In definitiva, alla luce di quanto sopradetto, comunque sia, chiamare i fatti di Montresta “xenofobia” o “persecuzione razziale” è quantomeno esagerato, anzi direi che così si distorce pesantemente la realtà.
Come ho già detto in privato ad Adelasia, è mia intenzione andare a Montresta, per vedere, cosa è riportato esattamente nei registri.

Saluti
Turritano
DedaloNur Inserito il - 09/01/2013 : 00:25:11
che bello sarebbe se potessi mettere la foto di tuo bisnonno!

cmq, tutta questa discussione ruota attorno ai morti per fucile. E' vero quanto dice Turritano: in quei decenni del XIX sec. a.C. ci troviamo nelle'poca aurea del banditismo sardo.

Quindi non è inverosimle che i conflitti a fuoco che coinvolgevano i sardi, magari anche a maggior ragione coinvolgessero gli stranieri visti come un corpo estraneo.

ma non esiste proprio un tentativo di ricostruzione di quei fatti attraverso i registri del empo? cioè i “quinque libri”?

se l'incidenza di morti a balla tra sardi e quelli tra greco-corsi fosse proporzionata, forse cadrebbe l'ipotesi di persecuzione razziale.

la sto facendo troppo facile?
Turritano Inserito il - 08/01/2013 : 19:43:51
Adelasia ha scritto:


....................
....................
Come ho già riportato, nel 1868 il "Dizionario corografico dell’Italia" scriveva che in meno di un secolo "essi vennero quasi tutti spenti ….”.

Turritano…..sei tra di noi grazie a quel “quasi"???

Forse ... se fossero vere quelle versioni .
Io so per certo che la nostra famiglia veniva dalla Corsica, proprio nella metà del 1700. Non fu sterminata, ma se ne andarono da Montresta sicuramente prima del 1800. Ho una foto di mio bisnonno, insieme ad un gruppo persone, bambini ed adulti, di un paese della provincia di Sassari. Lui era il più vecchio ed era l’unico che vestiva “alla sarda”, allora poteva avere una buona 80na di anni, forse era degli anni 30 dell’800, ed era completamente “sardizzato”. So ancora che la sua famiglia o la precedente, proveniva da un altro paese, ancora più vicino a Sassari, da dove tutti, o quasi, i Sardi con quel cognome, sparsi in tutta la Sardegna (così diceva mio padre) provengono.

Un’altra generazioni e siamo ad inizio '800a o fine ‘700. Ho motivo di credere che avevano abbandonato Montresta molto prima, come tanti altri, forse tutti. Purtroppo io ho la mia età e mio padre non c’è più, per aggiungere altri particolari.
Saluti
Turritano
Turritano Inserito il - 08/01/2013 : 19:36:32
Adelasia ha scritto:

In quanto all'associazione con i fatti di Itri, come ho già riportato nel post sulla strage è emersa proprio durante la presentazione del libro di Antonio Budruni, allorchè si discuteva dell'accoglienza nei confronti di chi "arriva da fuori" per lavoro.

Il paragone con i fatti di Itri, che a me per tutto quanto detto prima, oltre che molto più gravi, mi sembrano totalmente diversi, sia per il modo, sia per la motivazione per cui si sono verificati.

Lì l'odio razziale è evidente, qui la xenofobia o odio razziale non c’entra nulla. Ecco uno dei motivi per cui, nel mio primo post, avevo precisato che il confronto dei fatti di Montresta, con la “caccia ai Sardi” di Itri è improponibile: lì era in atto un massacro di persone in quanto “sarde” (e non perché si stavano appropriando di un territorio non loro), avvenuto e liquidato definitivamente in pochi giorni. A Bosa (Montresta) invece non era una caccia allo straniero, ma una difesa di un loro territorio che si vedevano sottratto da gente estranea. I gesti di intimidazione avevano lo scopo di riapriopriarsi di un territorio che gli apparteneva da sempre. Penso che avrebbero avuto la stessa reazione se, ad occupare quel territorio, fossero stati altri Sardi, venuti da qualunque altra parte della Sardegna. Per chi sa o può immaginare, com’era la mentalità dei Sardi nel ‘700 e ‘800 la cosa non è difficile da capire, mentre è difficilmmente comprensibile se vista con la mentalità di oggi.
Turritano
Turritano Inserito il - 08/01/2013 : 19:18:31
Adelasia ha scritto:


Turritano, confesso: non sai quanto sarei felice di rettificare quanto ho scritto!

.......................
Va bene, Adelasia. Ma siamo ancora siamo nel vago. Io non ho elementi per provare che la versione da me conosciuta sia quella vera, ma spiego meglio le mie perplessità
Carlino Sole, F.Loddo- Canepa, La Marmora, Angius, il "Dizionario corografico dell’Italia". Ma tutti questi, da chi avevano assunto informazioni? Certamente, come si è sempre fatto, uno attingeva dagli scritti di altri e ripeteva, eventualmente, gli stessi errori, magari esagerando. I primi hanno preso direttamente notizie sul posto, ma dopo 50 anni. Fra gli autori citati, il più antico credo sia il La Marmora, quindi dovrebbe essere il più attendibile. Scrive il nome degli ultimi due greci rimasti … ma quanto attendibile, se di questi cognomi uno sembra Sardo e l’altro decisamente Italiano?
Insomma, per rivedere e correggere la versione da me conosciuta, ho bisogno di dati certi ed affidabili, non certo di notizie vaghe e, a mio parere, superficiali e contraddittorie (per esempio noto una sostanziale contraddizione tra quanto dice Carlino Sole e F.Loddo- Canepa)
Continuiamo:
“Sa comunidade de Montresta dae tando at bividu semper in istadu de gherra. In su libru de sos mortos de sa parrochia, dae su 1803 comintzant sos atos de morte chi giughent sa postilla “Mortu de corpu de balla”.
Adesso sappiamo nel documento del Comune di Montresta non è dubitativo, infatti nel documento da te citato si comincia dal 1803, cioè una 50na di anni dopo la fondazione del villaggio (almeno 2 generazioni, non è poco!!) e questo già mi lascia sospettare, abbondantemente, che quei “morti a balla” non fossero greci! E se lo fossero, come mai i Bosani aspettarono due generazioni, per cominciare una sistematica eliminazione? Non mi quadra.
Per esempio, bisogna vedere come e da chi fosse informato Carlino Sole. Bisogna vedere cosa intendesse per “Scomparsi a poco a poco” e cosa intendeva per “scomparsi”. Io ho motivo di ritenere che non intendesse dire “uccisi” e insisto: due generazioni non sono poche per fatti del genere. Se fosse vero quello che dice Carlino Sole, direi che la storia non si discosta molto dalla versione che conosco io: se non tutti insieme, se ne andarono in poco tempo, direi al massimo in pochi anni, non in poche generazioni. Ed è logico pensare che sia alquanto improbabile (anche se possibile), a quel punto, che poche famiglie o, peggio, poche persone decisero di rimanere nonostante tutto.
Allora mi viene spontanea una domanda: perché la carneficina, i “morti a balla”, cominciò nel 1803, e non molto prima? la risposta mi sembra semplice: le uccisioni non avevano certo motivi razziali. Anzi, di più: mi sembra ragionevole credere che quei morti a balla erano sardi anch’essi, come gli assassini. Io avevo una zia acquisita, di tutt’altra zona della Sardegna, il cui babbo era morto a balla, il nonno era morto a balla, il bisnonno pure (siamo nell’800!) e la madre, vedova, girava a cavallo col fucile nella fondina, come nel Far West! Erano gli anni 50!
Scusate se, ancora una volta mi ripeto, mia madre che conosceva e usava una infinità di detti sardi, diceva spesso: “Ki no morit de balla morit de pilota, ki no morit de pilota morit de balla”. Insomma, era una cosa comune a quei tempi, in Sardegna, fra Sardi!
Per gli stessi motivi, ancora meno mi convince la versione di F.Loddo- Canepa:
<< La colonia quindi visse in perpetuo istato di guerra con la popolazione della zona; incendi, distruzioni di messi, furti di bestiame, fatti di sangue e omicidi ne furono il bilancio poco lieto, che culminò con l’estinzione o lenta distruzione di essa”. Non mi sembra credibile. Quell’ aggettivo “perpetuo” è esagerato. Forse voleva dire in “continuo” stato di guerra: insomma. Come un fortino americano attaccato dagli indiani!
Comunque tutto questo (“incendi, distruzioni di messi, furti di bestiame, fatti di sangue e omicidi”), purtroppo troppo succede ancora oggi fra sardi. Ma a questi Signori, non viene il dubbio che a quel punto (dopo poco tempo qualunque popolazione estranea, vessata dai locali, preferirebbe cambiare aria piuttosto che sopportare continui (e insostenibili) atti ostili e una eliminazione programmata?
I due superstiti del 1836: è sempre valido il ragionamento fatto precedentemente (anche negli altri due post), avvalorato dai cognomi certamente non greci: Palmas e Passerò. A proposito di quest’ultimo, mi viene un’altra domanda: se quello era uno degli ultimi due rimasti e poi scomparsi nel 1836, come mai qualche Passerò c’è ancora oggi a Montresta e, anzi, dicono che siano gli ultimi Greci rimasti? È chiaro che quel cognome è italiano e non greco, ma soprattutto, anche se lo fosse, perché sono stati “risparmiati” proprio e solo loro? Insomma, il tutto non mi sembra molto attendibile e/o convincente.

Perciò, finché non sapremo con certezza chi erano tutti quei morti “a balla”, e sarebbe uno degli elementi più interessanti e decisivi per risolvere il mistero della “scomparsa” dei greci da Montresta, io ritengo valida la “mia” versione. Il fatto è, come ho detto, che io so, e sono convinto, che dopo minacce e dispetti vari, avvertiti che li avrebbero uccisi tutti notte tempo, giustamente (= prudentemente) scapparono , abbandonando il villaggio da loro fondato. Parte tornò in Corsica, altre famiglie si dispersero in vari villaggi della Sardegna, dove nessuno li molestò in quanto Greci. Cioè, nessuna persecuzione xenofoba.
Capisco, ma sino ad un certo punto, anche l’iniziativa del sindaco di Montresta, che vedendo la popolazione del suo paese volatilizzarsi rapidamente, stia tentando l’impossibile per frenare il processo di fuga dei sui abitanti.
Turritano

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