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Nota Bene: Il Museo Nazionale Giovanni Antonio Sanna di Sassari , riallestito dal prof. Ercole Contu nel 1974, e' il primo museo didattico creato in Italia.
Il "museo per tutti" conserva un'importantissima collezione di reperti archeologici ordinata con criterio cronologico.
Il visitatore,percorrendo le sale, compie un viaggio dal Paleolitico sino al Medioevo, accompagnato da chiarissimi pannelli esplicativi.



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 L’”illirico”, questo sconosciuto

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
pollo mannaro Inserito il - 13/10/2011 : 11:17:22
A febbraio di quest’anno, la Jaca Book ha pubblicato “Gli Indoeuropei: Fatti, dibattiti, soluzioni” di Lebedynsky. (Costa la bellezza di 34,00 “euri” e in lingua originale è stato pubblicato nel 2009, quindi un testo molto recente).
Lo segnalo perché contiene moltissimi spunti che interessano anche la protostoria sarda, non ultimo uno dei temi tanto cari ad alcuni “studiosi de noantri”: l’”illirico”. Cito testualmente (pag 38):

È tempo di venire al famoso “illirico”, già più volte citato e che ci ostiniamo a mettere tra virgolette, tanto la sua stessa esistenza appare incerta. La sua menzione, nella maggior parte dei manuali, come branca indipendente e ben definita dell’indoeuropeo, dipende dall’abitudine piuttosto che dalla certezza scientifica.
In origine, si sarà trattato di lingue parlate, prima della diffusione del latino, nelle regioni “illiriche – grossomodo coincidenti con la vecchia Jugoslavia. In realtà, le affinità linguistiche delle principali popolazioni di questa zona, come i Peoni e i Dardani, sono sconosciute. Delle autentiche lingue illiriche, nel senso geografico del termine, non sopravvivono ormai che parole isolate, come sabaia, “birra” o rhinos “nebbia”, accanto ad appellativi come il nome o il titolo della regina vinta nel 229 a.C. dai Romani, Teutana (con una base *tewt- “popolo” ben attestata in diverse lingue europee). L’”illirico” è servito, nel XIX e nel XX secolo, da “ripostiglio” per archiviare certe lingue di cui non si sapeva bene che fare, come il veneto d’Italia, oggi considerato piuttosto come italico.
La sola pista concreta sarebbe rappresentata dal messapico, lingua parimenti parlata in Italia (del sud-est), alla quale si avvicinerebbe l’onomastica della costa balcanica. Vi è forse stato, sulle due rive dell’Adriatico, un insieme di parlate che hanno rappresentato una branca distinta dell’indoeuropeo.
Il messapico stesso è sfortunatamente mal compreso, come dimostra l’esempio dell’iscrizione di Vasto:

klohizisthotriamartapidovasteibasta
veinanaranindaarantoavasti

Nessuna traduzione è unanimemente accettata. Eccone un campione, tratto da M.J. Mallory:

Ascolta, Giove! Thotoria Marta ha donato alla città di Basta la sua terra nella [località] di Darantoa (trad. “consensuale”).
Ascolta, Giove! Sotto il teutor Amartapidius, per gli abitanti di Basta, questa legge. Essi l’hanno votata al consiglio degli anziani a Basta (O. Hass).
Si presti attenzione a queste cose! Teutoria Marta compra nella città di Basta i vigneti da Darantua (M.E. Huld).


Sfortunatamente manca la traduzione con il nome di Yahwè citato trentatré volte trentatré, ma non è colpa mia.
A parte questo, coloro che si dilettano nel guardare con particolare interesse al prenuragico/nuragico, troveranno parecchi temi di riflessione. Ne cito alcuni: la diffusione del vaso campaniforme; la diffusione dei gruppi linguistici nell’eneolitico/bronzo; la diffusione delle statue-stele. Coloro che amano l’etimologia, godranno come ricci leggendo il capitolo “la ricostruzione dell’indoeuropeo” in cui l’autore si sforza prima di tutto di dimostrare come l’etimologia sia disciplina di carattere scientifico (e parte citando Voltaire: “scienza nella quale le vocali non sono niente e le consonanti poca cosa”).
Per chi non ama la lettura (sono sempre 220 pagine) segnalo le bellissime cartine raccolte alla fine: gli amanti delle migrazioni/battaglie/navi dalle grandi vele con gli stabilizzatori e i motori fuoribordo sul mare azzurro/distruzioni/guerrieri invincibili potranno sbizzarrirsi a rincorrere le più belle suggestioni. Meglio di Salgari e dei Misteri della Giungla Nera (e possono essere fotocopiate senza infrangere la legge nella più vicina biblioteca pubblica).

Chicca finale: Suardata (*svar-data-= dono del cielo) era il governatore di Qiltu a metà del secondo millennio. Ciò dimostra incontrovertibilmente che i nuragici occuparono la Palestina! (Infatti, cambiando la ‘v’ in ‘h’ e la ‘t’ in ‘n’ si ottiene ‘shardana’: ci può essere una prova più definitiva?)
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
pollo mannaro Inserito il - 20/10/2011 : 21:17:39
albertune ha scritto:

Visto che Ardauli non sta in Piemonte, ne discende che Atlantide sta in Sardegna

Atlantide sta dove decide chi ha i soldi per pagarsi un libro. Come l’illirico, insomma, su per giù.
maurizio feo ha scritto:

Come sempre, quando qualcuno trascende, qualcun altro, prima o poi, trasale.

O trastafermo… che sarebbe più indicato.
maurizio feo ha scritto:
Ma l'argomento del topic è un altro, e non: "Ci conosciamo, però non ci piaciamo", (che è invece ciò che sembra a chi legge quello che state scrivendo....).

In realtà è più complicato, qualcosa come: “Adesso ti faccio vedere io, ti faccio…!!!”/”Aspetta un momento che prendo la lente di ingrandimento…”
Su, anche tu, non preoccuparti eccessivamente. Si conversa amabilmente… tra idonei e non.
DedaloNur Inserito il - 20/10/2011 : 20:54:52
Un certo anonimo/a di Atlantide, sito in...... e di nome.... , protetto dall'indefinibilità del Web trascende sprizzando provocazioni da tutti i pori, e dunque un autore che dice la propria mettendoci faccia e reputazione, senza nascondersi nella nebbia protettiva dell'anonimato, trasale.

è naturale che avvenga questo...
maurizio feo Inserito il - 20/10/2011 : 19:57:06
Come sempre, quando qualcuno trascende, qualcun altro, prima o poi, trasale.

Ma l'argomento del topic è un altro, e non: "Ci conosciamo, però non ci piaciamo", (che è invece ciò che sembra a chi legge quello che state scrivendo....).
albertune Inserito il - 20/10/2011 : 19:45:37
Visto che Ardauli non sta in Piemonte, ne discende che Atlantide sta in Sardegna
pollo mannaro Inserito il - 20/10/2011 : 19:24:49
albertune ha scritto:

A pensar male degli altri si fa peccato, ma quasi sempre si indovina

Già, quasi...
albertune Inserito il - 20/10/2011 : 14:08:49
A pensar male degli altri si fa peccato, ma quasi sempre si indovina
pollo mannaro Inserito il - 20/10/2011 : 13:43:26
albertune ha scritto:

Strano,

ho sempre pensato che il pollo fritto l'avessero inventato e cucinato in quel di Ardauli...


Ah… ma allora si trascende….
…solo che per trascendere, come dire, per sferrare colpi bassi bisogna conoscere il bersaglio…essere idonei.
Perché c’è chi è idoneo e chi no… mica sono idonei tutti, no?
Ma non stavamo parlando di Illirico?
Forse siamo OT.
albertune Inserito il - 20/10/2011 : 13:21:25
Strano,

ho sempre pensato che il pollo fritto l'avessero inventato e cucinato in quel di Ardauli...
pollo mannaro Inserito il - 20/10/2011 : 13:08:37
albertune ha scritto:

Povero Pollo, come ci cadi sempre. Non ti sei ancora rifatto dalla scottatura della perifrasi passiva, ricorderai certo, che stai a sindacare sulla mia ignoranza. Sei talmente presuntuoso che non ti sei accorto che ci sono altri due errori, nel testo. Conoiscessi altre lingue oltre all'inglese e al tuo afrocampidanese...

Vedi dunque che l'ignorante è colui che non assolve appiENO aL SUO DOVERE DI CRITICO, e tu caro mio Cinzio, lo sei

SCORDIALMENTE


Ma gentilissimo albertune,
l'unico che, irato, ha interrotto il dotto carteggio è stato Little Wolf. Perché metterLa in imbarazzo ulteriormente?
Su, non trascenda; una buona notizia per Lei: Fried Chicken mi comunica che La citerà nel nuovo lavoro sull'origine illirica del pollo fritto.
Contento?
albertune Inserito il - 20/10/2011 : 11:50:18
Povero Pollo, come ci cadi sempre. Non ti sei ancora rifatto dalla scottatura della perifrasi passiva, ricorderai certo, che stai a sindacare sulla mia ignoranza. Sei talmente presuntuoso che non ti sei accorto che ci sono altri due errori, nel testo. Conoiscessi altre lingue oltre all'inglese e al tuo afrocampidanese...

Vedi dunque che l'ignorante è colui che non assolve appiENO aL SUO DOVERE DI CRITICO, e tu caro mio Cinzio, lo sei

SCORDIALMENTE

DedaloNur Inserito il - 20/10/2011 : 11:49:42
pollo mannaro Inserito il - 20/10/2011 : 11:24:30
albertune ha scritto:

Egregio Pollo Mannaro,

son perfettamente d'accordo con Lei, talché, per adeguarmi al Suo autore, anch'io sono in contatto con degli importanti studiosi (che mi leggono e recensiscono), Le faccio i nomi altisonanti di:


Mathias Huhn dell' Institut Für Sprachliche Bildung di Vienna
Elton Pulë dell' Akademia e shkencave e shqiperise
Anthony F.Chicken del Minnesota Institut for ancient Languages

e trai i sardi corrispondo con Mario Puddu, autore del noto dizionario.


P.S: se ne ha modo (come credo), La prego di salutarmi caramente John Little Wolf (del Burundi Institut for Monkey Language Research), col quale non sono più in corrispondenza.

Gentilissimo albertune,
capisco che neppure il professor John Little Wolf (del Burundi Institute for Monkey Language Research), voglia più corrispondere con lei, ad esempio perché in inglese si dice “Institute” (e non Institut, come scrive lei), ma non mi pare un buon motivo per prendersela.
Quanto al pagarsi i propri libri, la casa editrice con la quale pubblica Mario Puddu (mio parente per parte di uovo) è un ottimo esempio: la ringrazio per la citazione.

PS – Non sapevo che conoscesse mio cugino Tonio Fried Chicken, trasferitosi in Minnesota per godere del clima paradisiaco: sarà mia premura salutarlo da parte sua (essendo pennuto accomodante, non credo le leverà il saluto per l’errorino: se accadesse metterò io una buona parola).
albertune Inserito il - 20/10/2011 : 10:44:54
Egregio Pollo Mannaro,

son perfettamente d'accordo con Lei, talché, per adeguarmi al Suo autore, anch'io sono in contatto con degli importanti studiosi (che mi leggono e recensiscono), Le faccio i nomi altisonanti di:


Mathias Huhn dell' Institut Für Sprachliche Bildung di Vienna
Elton Pulë dell' Akademia e shkencave e shqiperise
Anthony F.Chicken del Minnesota Institut for ancient Languages

e trai i sardi corrispondo con Mario Puddu, autore del noto dizionario.


P.S: se ne ha modo (come credo), La prego di salutarmi caramente John Little Wolf (del Burundi Institut for Monkey Language Research), col quale non sono più in corrispondenza.
pollo mannaro Inserito il - 19/10/2011 : 20:57:40
albertune ha scritto:
Lebelinsky (e chi u l'è)


Grazioso gioco di parole.

E' uno che insegna all'università e i cui libri si pubblicano in Francia ed in Italia senza che debba pagarseli (strano, no?). Jaca Book, tanto per non far nomi, pubblica anche Coppens. Così, tanto per citare uno sconosciuto

Ah, dimenticavo: quando pubblica qualcosa i colleghi universitari leggono e gli rispondono...
...a lui.
albertune Inserito il - 19/10/2011 : 20:20:41
E' tipico di quelli che non sanno, rifarsi all'ultimo ritrovato in commercio, come se per le cose umane valesse lo stesso criterio delle cose di scienza, che cioè l'ultimo chiodo caccia dentro quelli che lo precedono. Similmente saremmo portati a pensare Massimo Boldi fa più ridere di Totò, quando in realtà fa cagare i polli. Dell'illirico sappiamo molto di più di quel che tale Lebelinsky (e chi u l'è) vuole farci credere. Ci sono due ricchi volumi di Anton Mayer ai quali egli dedicò praticamente la vita, così come di Hans Krahe (autore anche lui di un ottimo volume a più mani) sono ancora validi molti studi apparsi sulle Indogermanische Forschungen. Abbiamo un volume- forse un po' datato- d'epoca panillirista di Julius Pokorny, e sulla scia del Krahe abbiamo oggi (vivente) lo studioso tedesco Paul Schmid. Insomma l'illirico va visto come una forma particolarmente antiquata di indoeuropeo che deve esseris diffuso dalle parti orientali d'Europa verso Occidente, e pare fosse una lingua fortemente (ma non completamente) satemizzata. Come noto, chi scrive, ha propugnato che anche per la Sardegna arcaica si debba parlare di un sostrato ad esso affine. Ma il mondo è pieno di pazzi, e chissà che nella loro schiera non mi ci debba iscrivere pur io

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