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Nota Bene: Le prove di fabbriche di laterizi appartenute ad ATTE, una donna sarda concubina dell'imperatore Nerone, sono date da numerosi frammenti di embrici che recano il marchio " Atte Liberta Caesaris" , che si rinvengono in una vasta area , da Olbia all'Anglona.



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 Castello Salvaterra - Iglesias

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
laier Inserito il - 26/11/2009 : 14:09:54
dopo anni di restauri riapre al pubblico il Castello Salvaterra
L'inaugurazione è stata lo scorso 31 ottobre alla presenza del sindaco di Pisa, città gemmellata ad Iglesias e legata profondamente alla nostra storia
Del castello originale rimane ben poco, è giusto dirlo
le strutture oggi visitabili sono ottoceentesche (parti di una vetreria), all'interno delle quali si possono osservare 2 architravi aragonesi bellissimi, che vengono custoditi dopo l'asportazione da una abitazione del centro storico (da Via Cavour, detta arruga de is cavaglieris).
dal maniero si può godere di un fantastico panorama sul centro storico!
del maniero originale rimangono 2 lati del muro perimetrale, uno dei quali è stato misurato poco tempo fa e si è scoperto che è stato costruito con l'unità di misura più antica di quella pisana, cioè il piede bizantino, quindi un maniero c'era già prima dell'arrivo dei pisani, questo non dovrebbe stupire visto che l'antico nome, castello di San Guantino, rivela l'intitolazione ad un Santo della chiesa d'oriente e non della chiesa cattolica...(difficilmente i pisani avrebbero dedicato il maniero ad un santo non appartenente al loro "culto"!)
speriamo che questa ultima scoperta faccia smettere le falsità faziose sul nostro importante monumento!

Il Castello ha un patio interno molto bello e panoramico, splendido per organizzare eventi culturali e musicali!

come raggiungerlo:
- da Piazza Sella si sale per la scalinata che costeggia mura e torri, all'angolo con via Eleonora
- da Piazza Fenza si raggiunge tramite una via (ghibellina), con pochi gradini, molto bella e panoramica


orari di apertura del Castello Salvaterra:
venerdi dalle 17.00 alle 19.00;
sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.00;
domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.00
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
laier Inserito il - 26/04/2011 : 16:29:11
dovrai aspettare...
ora è chiuso, sarà aperto per monumenti aperti, il 14 e 15 maggio!!!
NuragheBlu Inserito il - 25/04/2011 : 23:17:43
Mi fa piacere apprendere che il castello Salvaterra sia stato ristrutturato e aperto al pubblico. Quando lo visitai molti anni fa non era per niente semplice riuscire ad entrare. Bisognava scalare una collina, attraversare cortili di case private, entrare dentro una casa abitata da una famiglia (e lasciare una mancia in lire) e poi continuare in mezzo alle erbacce.
Ora sono curioso di vedere come è stato sistemato.
Istranzu Inserito il - 09/04/2011 : 20:08:56
Scopro solo adesso questo blog sul Castello Salvaterra e sulla vetreria ivi installata. Di ciò mi sono occupato in varie occasioni, pubblicando un lavoro di sintesi (Il catalogo delle Vetrerie Sarde Consorziate, su Archeologia Postmedievale a.1999, Firenze 2000 ed. All'insegna del Giglio) e depositando presso l'Archivio Storico del Comune di Iglesias un altro lavoro dal titolo Una vetreria industriale ad Iglesias (Cagliari) fra Ottocento e Novecento. Rapporti fra le maestranze e direzione. Poi ho pubblicato altri lavori presentati in vari convegni nazionali dell'AIHV (Association Internationale pour l'Histoire du Verre) sempre in relazione a questa vetreria, della quale sono poi riuscito anche a recuperare dei campioni di produzione in vetro verde scuro.
La Società Vetraria di Iglesias (divenuta poi Vetrerie Sarde consorziate in quanto aveva due stabilimenti, uno nel Castello Salvaterra ed un altro a Bau) fu attiva sicuramente dal 1894 fino al 1901 come da documentazione acquisita e pubblicazioni dell'epoca, ma da altre fonti è attestato l'inizio nel 1891 e la prosecuzione dell'attività fino agli anni 30 del XX secolo, sempre sotto la guida del fondatore, Ing. Edoardo Sanna. Una sua nipote, Rosa Sanna vedova Magnini, era ottuagenaria al momento dei miei studi (1998).
Sarei lieto di sapere se chi si è interessato a questa vetreria sa qualcosa di più sulla stessa.
laier Inserito il - 15/06/2010 : 11:34:46
ORARI DI APERTURA

Castello Salvaterra

Martedì 10.00 – 13.00
Mercoledì 10.00 – 13.00
Venerdì 10.00 – 13.00 16.00-19.00
Sabato 10.00 – 13.00 16.00-19.00
Domenica 10.00 – 13.00 16.00-19.00
laier Inserito il - 28/11/2009 : 14:54:15
Una città fortificata
La Corona di Aragona prima di passare all’azione per la conquista del nuovo stato satellite, punto strategico vitale per la supremazia nel Mediterraneo, avrebbe dovuto agire per via diplomatica. Nella donazione papale erano state poste delle clausole: il Regno di Sardegna e Corsica non avrebbe mai dovuto essere diviso e i suoi governanti sarebbero stati sempre gli stessi re che guidavano l’Aragona. Una tela intessuta per 26 anni fra oculate politiche matrimoniali, alleanze e il progressivo indebolimento della Repubblica di Pisa.
La marcatura è stretta: sono precise le informazioni che il re Giacomo II d’Aragona prende su Villa di Chiesa, cuore produttivo pisano. In un dossier del 1308 si rivela al sovrano che il nucleo abitato era racchiuso da una cerchia di alte mura merlate, intervallate da 20 torri a formare una pianta poligonale. Di fronte alla cortina di mura si trovava una palizzata di legno, con funzione di difesa, rafforzata da un fossato che serviva a tenere lontano truppe e macchine da guerra. Le mura avevano la peculiarità di avere facciate cieche realizzate con pietrame misto disposto in corsie orizzontali, creando una disomogeneità che garantiva grande resistenza agli attacchi.
Era possibile accedere alla città da quattro porte: Porta Maestra o San Sebastiano situata frontalmente alla strada per Castel di Castro; Porta Castello in corrispondenza della chiesa di Santa Maria di Valverde; Porta Sant’Antonio verso la strada per Fluminimaggiore e Porta nuova o di Monte Barlao sulla strada per Gonnesa. Nel complesso, la fortificazione è strettamente legata alla struttura naturale del territorio ed il castello, costruito sul colle Salvaterra, traeva valore difensivo grazie alla sua posizione: da quel punto, visibile a occhio nudo, era possibile comunicare con gli altri castelli della zona attraverso il consolidato codice dei segnali trasmessi dal bagliore del fuoco acceso o spento. Una linea rossa che rendeva tempestivo lo scambio di informazioni fra i nodi pisani di tutta la zona: San Guantino (Villa di Chiesa), Gioiosaguardia (Villamassargia), Acquafredda (Siliqua) e Castel di Castro e San Michele (Cagliari) erano così in rete.

un pò di foto delle mura:

















una curiosità...
è stata demolita l'ex pretura e l'ex ufficio di collocamento che nascondeva una torre e 100metri di mura
a voi le foto!!!!!







laier Inserito il - 28/11/2009 : 11:25:30
immagine del castello il giorno dell'inaugurazione

laier Inserito il - 27/11/2009 : 21:49:50
ringraziamo il grande capo
ora parliamo di...

L’armata Brancaleone
Durante il regno di Arborea il castello Salvaterra dimostrò quanto l’interesse di tutti i re della Corona d’Aragona per mantenerlo efficiente non fosse oro sprecato: era diventato un capolavoro di tecnologia militare da cui un manipolo di uomini resistette 4 mesi contro l’intero esercito di Brancaleone Doria. Nel 1390 la guerra fra l’Arborea e il Regno di Sardegna continuava: il 3 ottobre, dopo aver già assediato Sassari e Gallura, anche Villa di Chiesa apriva le porte a Brancaleone, che liberato dalla prigionia nemica, al comando di mille fanti e trecento cavalieri riconquistava il perduto. All’ora del vespro il castello era cinto d’assedio: all’interno resistevano ad oltranza il castellano Vinciguerra di Valguarnera con una corte di 14 fedelissimi, più o meno 60 starelli di grano, due di fave, 63 pezze di formaggio, 4 quartams d’olio, 15 cortes d’aceto e tre carri di legna. Brancaleone fece la sua offerta al castellano: 10.000 fiorini per la resa ma Valguarnera era pronto a combattere. Il giudice di Arborea, prevedendo tempi lunghi, lasciò la città alla guarnigione del suo capitano Arzocco Mereu.
Il castello fu circondato da un’alta palizzata munita subito di balestrieri ma niente sembrava spaventare gli abitanti del castello. Brancaleone Doria tornò con rinforzi, carichi di ferro e munizioni. Nel castello iniziava a cadere il morale: fame e freddo spadroneggiavano, era ormai dicembre, i soldati si ammalavano e c’era stato anche un morto. Valguarnera nella speranza che arrivassero i soccorsi dalla Spagna chiese una tregua di un mese e mezzo ma l’esercito del governatore Giovanni de Montbuy non arrivò mai. Il 1 febbraio 1392 il castello Salvaterra si arrese secondo i patti. Vinciguerra e i suoi furono scortati a Cagliari ultima rocca del Regno di Sardegna. Brancaleone Doria aveva riconquistato Villa di Chiesa per la sua Eleonora e aveva anche un’abbondante riserva d’argento per assoldare nuove truppe contro la Corona.
I giochi finirono nel 1409: dopo la battaglia di Sanluri e la capitolazione dell’ultimo giudicato sardo, Iglesias rientrò definitivamente nei ranghi del Regno di Sardegna.
Il castello Salvaterra da allora ebbe diversi inquilini: il sardo Giovanni de Sena, che per primo era riuscito ad espugnare la città ai tempi della ribellione, per poi passare nel 1440 alla vedova di Berengario Carroz, Eleonora di Quirra, che riacquistò l’antico feudo di famiglia per 5.000 fiorini.
Iglesias confluì con tutte le sue pertinenze nel patrimonio demaniale della Corona d’Aragona nel 1479 ed il popolo fu premiato per aver consegnato il castello al governatore del regno, don Luigi d’Argall. Il re Ferdinando il Cattolico garantiva una somma annua per la manutenzione delle fortificazioni che, nel tempo, sarebbero state adeguate ai nuovi tipi di arma da fuoco. Così anche le mura di Iglesias dai balestrieri passano agli archibugi, alle piques, lance, palle di piombo per i cannoni e alle corde da miccia per accendere polvere da sparo.


continua con la mura....
laier Inserito il - 27/11/2009 : 19:04:04
ora chiedo al capo di portare questa discussione in una più consona posizione
dato che le notizie vi sono gradite, continuerò con il copiare il testo dell'opuscolo
gallosu Inserito il - 27/11/2009 : 18:58:53
Merci.
Aschy Inserito il - 27/11/2009 : 15:42:02
grazie per le info
sonos Inserito il - 27/11/2009 : 15:26:19
Grazie delle informazioni
Come troverò un pò di tempo ed una bella giornata, farò anch'io un salto ad Iglesias per visitare (e fotografare) questo bel monumento.
laier Inserito il - 27/11/2009 : 15:08:23
inserisco due foto....bellissime!
una prima e una dopo la costruzione della vetreria



laier Inserito il - 27/11/2009 : 14:53:58
Questa estate è stato pubblicato dall’ Amministrazione Comunale un opuscolo sulle fortificazioni medievali, dato che è un buon lavoro ed è scritto bene, copierò i testi
L’opuscolo viene distribuito gratuitamente presso l’ufficio turistico e i curatori dei testi sono i bravissimi Miriam Cappa e Efisio Fanni.


E’ il 28 febbraio 1325, come recitava una lapide infissa su un portale del castello, e Giacomo II d’Aragona vanta di dare Principio alla sua costruzione.
Ma il castello non c’era già? Certamente si ma probabilmente non era usato a scopo residenziale in quanto Palazzo Donoratico si trovava in Piazza della Corte al posto dell’odierna chiesa del Collegio. Lo descrive sotto interrogatorio un corriere al soldo di Pisa, Guccio da Fabriano, caduto in mano nemica alla vigilia dell’asedio: riferisce di una città tutta circondata da fossato e palizzata, murata solo a metà, con venti torri e quattro marchingegni da guerra di quelli “che chiamano macchine”. E parla di un castello su colle; è dedicato a San Guantino, è munito di una torre murata ed un’altra solo fondata.
Quel castello arriverà ai giorni nostri gravemente rimaneggiato, quel che ne resta mortificato sotto una pelle ottocentesca ma ancora si riconoscono due strutture aderenti al perimetro con robuste fondazioni a pianta rettangolare. Si direbbe lo stesso schema di edificio descritto dal povero corriere pisano. Tuttavia le opere intraprese dagli Aragonesi non dovevano essere di poco conto, visto che permettono al re di dichiarare il castello “nuova costruzione”. Di sicuro a un anno e due settimane dalla capitolazione della città, gli aragonesi lavorano alacremente. Completano le fortificazioni munite di 23 torri, includendo anche quella fagocitata a destra di Porta Sant’Antonio, già rilevata nella Carta del Maina e oggi ben visibile dal satellite.

Un castello per due: il Giudicato di Arborea contro il Regno di Sardegna
Chi sopraffa un regno con la forza lo conquista solo a metà: su questo fecero leva i giudici di Arborea, che come ultimo regno sardo, sentivano di dover unificare tutta la regione sotto le proprie insegne. In questo piano le miniere di Iglesias avevano un ruolo fondamentale.
La guerra contro Pisa aveva dimostrato che le mura erano resistentissime, quasi inespugnabili. Il Giudice Mariano IV quindi trovò il modo di entrare come ospite. Nonostante gli aragonesi avessero tentato un’occupazione pacifica migliorando soprattutto il castello, anche in senso residenziale, rimanevano una ventina di stranieri in una città in cui ancora non si parlava nemmeno del tutto la stessa lingua.
Così nel 1352 infranse l’alleanza con la Corona di Aragona per correre i soccorso della città, che per prima in Sardegna, lo accoglie come liberatore. Due anni dopo lo status quo sarà ristabilito ma Pietro IV troverà una città fantasma: solo il Breve si è salvato dall’incendio che gli stessi abitanti hanno acceso prima di restituirgli le chiavi della città.
il re è clemente: per la prima volta convoca il Parlamento sardo e, con un grande editto di perdono, richiama i ribelli e ne ricostruisce le case. Offre speciali risarcimenti ai pochi che, durante la rivolta, gli sono rimasti fedeli. Ristabilisce le torri e le cortine. E’ il febbraio 1355. E’ anche l’ultimo atto significativo per la storia architettonica delle mura in età medievale. Il progetto prevede che, nel corso della ricostruzione delle mura, la città sia chiusa entro più stretta cerchia. Dopo tutto l’espansione urbanistica verso le miniere, promossa dai pisani tra il Duomo e la Porta Nuova, non è più funzionale alla nuova economia. L’ultimo ordine arriverà nel 1358 in cui re Pietro IV ribadì al nuovo capitano Gianfrido Gilabertino de Crudiliis di custodire e mantenere in efficienza il castello di Salvaterra.
Mariano IV non si diede per vinto, continuò con ostinazione la lotta contro la Corona d’Aragona. Un giudice sardo non avrebbe mai potuto essere vassallo di un altro re nonostante a Madrid le avessero tentate tutte per mantenere buoni rapporti. Nel 1365, riprese apertamente le ostilità, il Regno di Sardegna viene ridotto alle sole Cagliari e Alghero. Iglesias ritorna al suo antico nomee mentre spalanca le porte alle “mute” al comando di Alibrando Atzeni. Questa volta i sardi di Arborea rimasero in città per circa 40 anni. Oltre Mariano IV Villa di Chiesa conobbe Ugone III e la giudicessa reggente Eleonora.
Aschy Inserito il - 26/11/2009 : 15:07:53
laier ha scritto:

certo...però datemi tempo, le notizie sono varie e tante...
comunque ho pure la pubblicazione, quando ci vediamo te la porto
vuoi notizie solo sul maniero oppure anche sulle mura?perchè il primo è precedente alle seconde

cenni storici anche sintetici
le mura poi sono davvero intriganti!
gallosu Inserito il - 26/11/2009 : 14:44:02
In questi casi ogni notizia è sempre utile in modo che le "falsità faziose" abbiano vita breve.

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