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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Nevathrad Inserito il - 29/08/2010 : 09:26:07

Come spin off del topic precedente, e dato che spesso viene fuori, vi propongo questo quesito... Come deve essere un sardo vero?




15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Pubblio Inserito il - 08/03/2012 : 23:32:18
un vero sardo è un appartenente alla popolazione sarda (non tutti gli abitanti della sardegna lo sono) che deve sapere di appartenere a questa popolazione e a nessun altra. Essere sardo significa conoscere le proprie origini e la storia sarda specialmente la più antica. Essere sardi non significa esaltare tutto ciò che ci riguarda, a nessuno servono giustificazioni per essere fiero di appartenere ad un popolo, semmai questo significa vergognarsi di essere sardi e non volerlo ammettere.
lapo Inserito il - 27/02/2012 : 16:36:26
Isardi hanno lo stesso dna degli etruschi e dei popoli mesopotamici!!!
maurizio feo Inserito il - 26/02/2012 : 22:56:23
Bella la frase: "la Genetica non mente".

Ci aggiungerei: "Ma va interpretata correttamente".

Altrimenti, ha lo stesso significato di una battuta umoristica: Due vampiri entrano in un bar.
Fa caldo.
Il barman propone: "Due mente?"
E i vampiri: "Buon sangue, non mente!"
maurizio feo Inserito il - 26/02/2012 : 19:55:24
A sguaraus: trovo buffo che tu venga ad insegnarmi la Genetica di Popolazioni.

Comunque, hai detto benissimo: i Sardi hanno conservato nel loro genoma tracce molto antiche, in quanto sono - realmente - un isolato genetico (su cui hanno agito la Selezione Naturale e soprattutto la Deriva).
Ma questo dato non può in alcun modo essere distorto artificiosamente fino a considerarli i più antichi d'Europa. (Tra l'altro, le altre popolazioni non sono affatto più "giovani" dei Sardi: semplicemente non hanno conservato certi geni. Ma in essi sono talvolta riconoscibili Aplogruppi che li riportano diritti fino alla antichissima culla Africana...).
Anche nel Paleolitico superiore, ovviamente, tieni presente che i "Sardi" arrivarono in Sardegna provenienti da altri posti (naturalmente, senza avere la più pallida idea del fatto che un giorno sarebbero stati "Sardi"). Ed erano nati dai loro progenitori, antenati certamenti precedenti e più antichi di loro, etc. etc...

La Genetica è una scienza e come tale essa è contro ogni nazionalismo e contro ogni razzismo.

Se credi, possiamo parlarne a parte... Sennò, va bene lo stesso.

Bella tabella, comunque: ma non ha - per fortuna - alcunché a che vedere con questa ideaccia balzana del "vero sardo".
Ciao.
sguaraus Inserito il - 26/02/2012 : 18:44:52
maurizio feo ha scritto:

maurizio feo ha scritto:

I Sardi non sono uno dei più antichi popoli d'Europa.
Tutto quel che segue è figlio di questa prima e malcompresa nozione.
Tu mi attribuisci posizioni di altri (come tuo solito: oggi è di turno il professore "continentale"), perché hai un bisogno fondamentale (da un certo punto in poi...) di essermi antagonista sempre e comunque, a priori.
Tu hai sottolineato solo un punto del mio discorso.
Non ti interessa il resto?

Non sminuisco le "prime volte" su cui tu ti soffermi nel tuo intervento. Anzi.
Tu conosci bene la mia posizione.
Io sostengo che le Civiltà Sarde hanno avuto molte e forti conseguenze su quelle successive della Tirrenide.
Che sono state posteriori e che quindi conosciamo meglio ed hanno avuto modo di raggiungere stati di progresso più elevati.
Ma antagonizzarmi sembra proprio la tua missione in questo Forum. So che anche altrove mi cerchi, per darmi contro sempre e comunque. Buon lavoro, continua così...



i sardi sono il popolo che ha conservato il pool genetico più antico d' europa, le migrazioni del neolitico e le varie colonizzazioni nel corso dei millenni non hanno in alcun modo inficiato la genetica dei sardi, che conserva, a parte piccole variazioni, le caratteristiche risalenti all' epoca paleolitica

la genetica non mente, basta leggere questa tabella:



lapo Inserito il - 26/02/2012 : 12:03:36
Perme il sardo vero si vede dalla sua ospitalita' dall' avarizia nel parlare e per il suo attaccamento per la sua bandiera dei 4 mori!!!
lapo Inserito il - 23/02/2012 : 17:41:12
non credo che la sardegna abbia avuto esclusivamente una civiltà pastorale avete dimenticato forse la grande civiltà degli SHARDANA?? la quale la si è diffusa in tutto il mediterraneo??? e i miei ETRUSCHI sono parenti??? voi sardi vi sottovalutate non siete bravi a valorizzare i vostri beni archeologici e la vostra grande civiltà dei SHARDANA!!!!
DedaloNur Inserito il - 05/06/2011 : 08:44:24
I toni seri però non li ho introdotti io. Ne mi sento colpevole del c.d. livore. Se uno polemizza con i cattivi sardi fautori di teorie eretiche, corre il rischio di risposte in difesa della "eresia"...

Comunque, per ritornare in topic, io vorrei capire se S. Satta abbia individuato in Pirastru, un tipo di sardo, e in caso positivo vorrei anche capire quanto fosse diffuso allora e quanto oggi, tale tipologia di "sardo".

Oppure, se Satta, abbia introdotto in modo geniale ma ex-novo una spiegazione nichilista della società e dell'anima sarda che prima non esisteva.

Io non sono sicuro che in antico vi fosse questa consapevolezza dell'assurdità e del non-senso dell'esistenza espressa da Pirastru.

bhe troppo filosofico e pesante...cmq.-.. e stavolta non ho neppure la giustificazione del karana...
maurizio feo Inserito il - 04/06/2011 : 06:55:09

Intervento tutto molto bello, DedaloNur.

Vorrei solo aggiungere (per la parte che mi riguarda direttamente), che non mi arrogo particolari poteri di giudice obiettivo e non mi pongo super partes (infatti ho detto: "per me" che significa "a mio parere"): si concederà di esprimere un parere, come si concederà certamente a tutti gli altri di dissentire, voglio sperare...

Prima di fare un'accurata e codina analisi di quello che altri hanno scritto, credo sia meglio, sempre, cercare di comprendere quale sia il vero significato di quello che scrivono (talvolta le espressioni usate sono poco chiare, inadatte o francamente errate): prendere tutto perfettamente alla lettera può talvolta condurre allo stesso errore di quel fantomatico medico che "uccise un paziente per un errore di stama dellibro di testo".

Poi, si può cercare di capire quali movimenti d'animo spingano il soggetto a scrivere quello che ha scritto: questo è un po' più difficile, perché spesso si tende ad inserire i soggetti in categorie fisse e a non spostarli più: ad un rompiscatole si deve sempre rispondere in modo "fastidiato", mai gentile.
Ci sarebbero molti altri accorgimenti...

Ma credo di avere annoiato abbastanza, con il mio OT.

Anche perché, comunque, la proposta di Nevathrad era sicuramente semiseria e scherzosa e meritava qualche battuta allegra e qualche esagerazione. Mi dispiace che il discorso, invece che spensierato motivo di battute argute e magari fanfaronate oltraggiose ma divertenti, sia diventato serioso e livoroso...
DedaloNur Inserito il - 03/06/2011 : 23:55:32
maurizio feo ha scritto:

a DedaloNur:
1) Nella mia frase c'è una "particella scarrupatoria": un "quasi" piuttosto importante, che tu hai abilmente omesso, secondo il tuo solito metodo (disonesto? disattento?) di riportare le posizioni altrui.


Ma perchè devi accusare di aver omesso un "quasi"? tu hai scritto:

Per me è del tutto collaterale che il passato della Sardegna sia stato profondamente, totalmente, quasi esclusivamente agro-pastorale. (...) Chi lo fa, per me non è un buon sardo e - conseguentemente - non è un sardo vero, se desidera imbellettarsi con belletti non suoi.


usi 3 avverbi come: profondamente, esclusivamente, totalmente....e dovrei dar peso ad un "quasi" intercalare? a me è chiaro il senso del tuo discorso, e sono certo che a te è chiaro il senso della mia obiezione.

Inoltre io voglio continuare a pensare e riflettere sulle più disparate ipotesi, continuando a sentirmi un buon sardo. Nessuno e men che meno io, in questo forum, si permette di dare patenti di buona o malvagia sardità: tutti tranne te, e mi chiedo quale diritto tu abbia.

@ Janahome
non intendo "vittimismo" pieno di lagne, la nostra "fierezza" non si mette in dubbio, ma tendiamo a trovare giustificazioni per quasi tutta la nostra attuale situazione andando a parare sempre nel nostro "passato" e nelle scelte fatte prima.

Una fierezza nichilista, quella che nasce dalla consapevolezza di non contare granchè nel palcoscenico della vita e del mondo, ma che allo stesso ti rende libero e coraggioso perchè nulla hai da perdere.

una fierezza alla Pirastru, un personaggio, non so se di fantasia o meno, di cui parla Salvatore Satta con questo aneddoto:

Il presidente del tribunale gli chiede: Pirastru, perchè non dice la verità?
Pirastru: perchè non dovre dirla?
Presidente: ci sono tante ragioni per non dirla e una di queste è la paura.
Pirastru con aria stanca rispose: Presidente paura di che? Signor presidente morto io, morto un cane.

Ammette Satta di esser stato spesso afflitto dal medesimo spirito di Pirastru: equparare la prorpia esistenza a un cane cioè al nulla, e poi aggiunge che, per quanto tale spirito non sia generalmente diffuso, esso, può comunque generare delle patologie...

e la patologia sarda consterebbe nel sottoporre la vita ad un costante e perenne giudizio. un giudizio che, come tutti Processi, impedisce di agire e vivere: per giudicare occorre fermarsi, pensare.

Non so se sia effettivamente così; certo la suggestiva psicologia di Satta m'intriga molto. in ogni caso riporto la sua opinione perchè il giudizio della tua cugina emigrata ( e di molti altri..) sul passato sardo gli fa un po da cartina di tornasole, se noti. Lo stesso Satta si interroga sul se fosse ancora un sardo, dato che tutta la sua vita si svolgeva in Continente.

Si può intrvedere anche un altro riscontro alle "verità" di Satta:
chissà che tutto questo dibattito sull'archeologia non sia la riproposizione in forma di scienza e ricerca storica della "vita sarda" concepita come un costante e perenne giudizio sul passato.
E allo stesso modo il tentativo di superare questo spirito sardo avaro sia di vita che di azione; un tentativo che però si scontra con un passato troppo abissale e antico da poter esser, pesato, giudicato e rivitalizzato..

perdona il pistolottto... il copyright non è mio ma del buon Karana bevuto con gli amici attorno al pollo alla cacciatora...che mi è uscito parecchio bene
cià!
maurizio feo Inserito il - 03/06/2011 : 13:38:29
a DedaloNur:
1) Nella mia frase c'è una "particella scarrupatoria": un "quasi" piuttosto importante, che tu hai abilmente omesso, secondo il tuo solito metodo (disonesto? disattento?) di riportare le posizioni altrui.
2) Ho spiegato più volte e con dovizia di temi - in buon italiano scorrevole - che cosa renda i ProtoSardi davvero grandi e di grandi conseguenze per tutta la Tirrenide a seguirli. Non ho intenzione di ripetermi ancora a tuo uso e consumo, visto che sei lettore così disattento e polemico: vai pure a cercartelo sulle pagine precedenti, se davvero t'interessa (ma permettimi di dubitarne, viste le tue posizioni preconcette verso tutto ciò che proviene da me).
Janahome Inserito il - 03/06/2011 : 12:16:13
DedaloNur ha scritto:


@ Janahome


Penso che tutte le dominazioni fatte su questa terra hanno sicuramente reso i nostri antenati più forti moralmente, allo stesso tempo più tragici nel loro sentimento intimo.


non so se condividere....il pensiero della tua parente, ma è cmq un bel pensiero.


E' proprio questo che mi ha colpito:
si tratta di "percezione" di un passato evidentemente storico che oggi qualcuno come lei si "porta dietro":
non ha tutti i torti,
se si interpereta come essere usciti dalle dominazioni,
da un lato i sardi non sono stati sconfitti e dispersi, sardi intesi storicamente (non entro nella questione preistorica dei sardi o non sardi)
quindi l'essere sopravvissuti implica comunque una sorta di forza
che li ha portati al 1948
non trovo che la sottomissione sia sconfitta, ma sopravvivenza
e per sopravvivere sotto una dominazione significa anche resistere,
resistenza è forza morale, è speranza.
Da questo lato condivido le sue parole.
La Tragicità interiore ce la portiamo ancora dentro, sarà che vivo circondata da tante realtà, ma il "vittimismo" è comunque una scappatoia a cui ricorre il Sardo, per motivi vari ed io trovo che questo "vittimismo" lo abbiamo comunque dentro di noi e per un emigrato mi pare sia molto più evidente:
non intendo "vittimismo" pieno di lagne, la nostra "fierezza" non si mette in dubbio, ma tendiamo a trovare giustificazioni per quasi tutta la nostra attuale situazione andando a parare sempre nel nostro "passato" e nelle scelte fatte prima. Quindi, l'esser stati dominati ha comunque "scosso" una nostra parte interiore, c'è il nostro lato tragico che emerge ancora oggi e un emigrato forse si porta dietro anche questo più di chi resta.
In questo senso condivido ciò che ha esposto lei.

DedaloNur Inserito il - 03/06/2011 : 09:20:59
Ma non si era detto basta con le scenate o le rimostranze pubbliche?

Anche io mi sono fatto una chiara idea del tuo modo di ragionare e trattare le persone. Se in passato nel forum ho fatto esplicite considerazioni sui modi che non approvo (e che continuo a non approvare) ora cerco di evitare...evita anche tu.

alla gente non importa.

Ripeto per l'ennesima volta: io ho mie idee e mie intuizioni: queste idee e intuizioni si formano sui libri e durante le camminate (non bisogna fidarsi dei pensieri che non hanno gambe.. ) non stando seduto davanti al PC.

Quando entro nel forum, trovo che le mie idee sono sempre in contraddizione con le tue. per questo ti contraddico, ne più ne meno.
e raramente ho trovato ua persona con cui posso definirmi in così totale disaccordo, almeno sui temi di archeologia.

maurizio feo ha scritto:
I Sardi - se troverai il testo di ciò che hai riportato senza conoscerne il contenuto "per brevità di sintesi" - sono una delle popolazione attuali che porta ancora in sè chiari ed evidenti i cromosomi dell'antica popolazione che li ha preceduti sull'isola(...)
Infine, ti faccio notare che - alla fine del tuo discorso - le tue conclusioni sono le medesime delle mie: "... essere sardi - per me - significa essere custodi e ricercatori di questo importante Passato".

Attacca quanto vuoi sul fatto che ho riportato un espressione senza conoscerne i contenuti della conferenza.

Resta pur sempre il concetto sulla continuità genetica che altrove non c'è. E a meno che il titolo della conferenza non fosse semplicemente pubblicitario e gratuito, credo anche che questa continuità genetica sia stata sottolineata dai conferenzieri.

Che poi noi sardi non si sia totlamente uguali ai nuragici è nell'ordine naturale delle cose.

Io però - più che altro -ho trasferito il concetto dalla genetica ai resti archeologici che ci legano alla più antica civiltà europea. E se la conclusione, prendo atto, è identica, tutto il mio ragionamento che la corona e ciò che vi è di implicito, è totalmente differente da quello che tu hai espresso in precedenza, sulla società totalmente, esclusivamente agropastorale (parole tue, non mie).

semplicemente non sono d'accordo, con te come con il professore di storia medievale. Il paragone l'ho fatto per evidenziare che quando un idea è sbagliata....non faccio 2 pesi e 2misure.


se poi intendevi affermare che i Sardi hanno costituito la più antica Grande Civiltà del Mediterraneo Occidentale, allora siamo perfettamente d'accordo.

Non ci crederai...ma non intendevo affatto!

Non ragiono in termini di grandezza. non m'importa proprio.
Anche se apprezzo(e, lo ammetto, mi affascina) tantissimo la civiltà nuragica e li identifico come una società di guerrieri e navigatori e buoni architetti (per l'epoca..), tanto che ancora non riesco a trovare argomenti che escludano la loro identificazione coi Sherden (ma pure loro furono grandi?)....chissà

Come vedi ragioniamo in termini davvero diversi...del resto non riesco a capacitarmi di come tu li definisca grandi, con il metro di misura agropastorale.

@ Janahome


Penso che tutte le dominazioni fatte su questa terra hanno sicuramente reso i nostri antenati più forti moralmente, allo stesso tempo più tragici nel loro sentimento intimo.

non so se condividere....il pensiero della tua parente, ma è cmq un bel pensiero.
maurizio feo Inserito il - 02/06/2011 : 16:46:13
@ Janahome:
frasi e pensieri belli e profondi: grazie per averli condivisi con noi!
M
Janahome Inserito il - 02/06/2011 : 16:37:58
Tempo fa chiesi a mia cugina emigrata in Francia (danza e recita) di darmi una sua testimonianza su cosa la legasse ancora alla Sardegna e su come si sente lei in terra straniera.
Avevo bisogno della testimonianza di un'emigrata: ci rise sopra, ovviamente, perchè non si era mai posta un problema simile e non sapeva assolutamente cosa dovesse dirmi di preciso che la facesse sentire "sarda". Volevo solo riportare quello che un'emigrata sente di "sardo", l'impronta insomma, che ti distingue,
come argomentate in questo post.
Mi scrisse quattro righe raccontandosi:
le riporto qui, non so quanto siano utili e quanto chiariscano questo concetto di "essere sardi", ma lei trovò qualcosa per definirsi tale e queste parole io le condivido molto.
Riporto parte di quello che mi ha scritto, la parte che interessa questo quesito.
(Tenete conto che scrivere in Italiano per lei è comunque raro e ha perso l'abitudine di esprimere i concetti con le parole giuste!)

"Se dovessi avere di nuovo 17 anni rinizierei tutto di nuovo come é stato, con alti e bassi, ma penso che la mia fortuna di poter lavorare si é creata grazie al fatto che ero straniera, Italiana sopratutto; lo "charme" della lingua e sopratutto l'eleganza che tutte noi italiane abbiamo come "carta da visita". Parlo dell'italiana perché i francesi non fanno molta differenza tra le regioni; ma se sono riuscita a continuare questo mestiere (molti lasciano dopo un po' stanchi di tutto....arrivismo gelosie ecc...) é grazie al fatto che sono Sarda! (anche i napoletani hanno un pò questa vitalità).
Delle volte mi sembra far parte di una terra che emana una forza senza fine.... con una presenza del mare molto importante e come tutti gli isolani una fierezza data forse dall'incertezza di essere lontani dal resto del mondo. Penso che tutte le dominazioni fatte su questa terra hanno sicuramente reso i nostri antenati più forti moralmente, allo stesso tempo più tragici nel loro sentimento intimo. Siamo quindi legati sicuramente inconsciamente a tutto ciò, ma per quanto riguarda me stessa, non mi sono mai sentita in Francia "l'emigrata", non ho mai cercato un cerchio di amici italiani (come hanno tutti un pò tendenza a fare ) ma al contrario il mio grande desiderio é stato quello di "conquistare" le amicizie francesi!
Adesso, ormai da più di vent'anni che sto qui sentendomi integrata, forse anche dal fatto che le mie bimbe sono italo francesi, la mia difficoltà é piuttosto di sentirmi "a casa" in Sardegna. A parte la famiglia, non riesco a trovare o ritrovare un dialogo con la gente, spesso mi dicono: Come parlate bene l'italiano per una francese! Non é certo per me un complimento... ma vedo che il mio modo di fare e di riflettere é più vicino a quello dei francesi".



Forse tutti noi sappiamo come deve essere un sardo,
io mi chiedo se e dove inizia il momento in cui non ci si sente più così sardi,
forse è quando non ci si sente più tali che ci si accorge di quanto e come lo si è stati prima?


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