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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Bakis Inserito il - 03/12/2006 : 08:37:13
Approfittando dell’acquisto fato ieri del cd , stampato nel 1999, di Marino De Rosas, “meridies”,un chitarrista con la c maiuscola, contenente 9 brani strumentali sviluppati in chiave moderna ma sempre nel contesto sardo, da ascoltare misticamente in atesa,sò per certo,del nuovo cd.
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Paradisola Inserito il - 06/09/2010 : 11:03:11
Tad’A: appuntamento dedicato a don Dore

Tad'A. La magia della memoria torna con un grande appuntamento. L'ultimo della stagione ma, forse, quello più sentito. Protagonista infatti sarà colui il quale ha fatto sì che Tadasuni diventasse per tutti i sardi il paese del Museo della Musica: don Giovanni Dore.

Il prete di Tadasuni, scomparso l'anno scorso, era infatti riuscito a creare nel paese un Museo gioiello, costituito da una importante e preziosa raccolta di strumenti musicali tradizionali. Il ricordo e l'affetto degli abitanti di Tadasuni per don Dore, è ancora fortissimo e immutato.

L' undici settembre lo ricorderanno con la presentazione del libro e dvd di Silva Marras "La voce della Musica. Don Giovanni Dore". Sarà la stessa autrice, insegnante d'arte con la passione per la fotografia, a parlare del suo "libro - custodia" composto da due DVD contenenti tra l'altro una lezione sul Museo fatta dallo stesso don Dore ad alcuni visitatori. Sarà un'occasione unica per vivere davvero la magia della memoria riascoltando le parole del protagonista.

“Don Dore era il maggiore esperto di strumenti di musica popolare dell’isola ed è stato una figura fondamentale per la crescita spirituale e culturale non solo della comunità di Tadasuni ma della Sardegna intera" afferma il Sindaco di Tadasuni Livio Deligia e prosegue: "Presentando l'opera vogliamo ricordare il prete che per oltre 40 anni ha guidato la nostra parrocchia e che qui a Tadasuni ha fatto nascere e crescere un Museo splendido e originale. Un gioiello di cui lui andava fiero e che mostrava e raccontava con una passione e un coinvolgimento unici."

L'appuntamento è a Tadasuni, l'11 settembre nella Casa Pinna alle 18. Assieme all'autrice interverranno il giornalista Pier Sandro Pillonca e Mario Zaru, esperto di archeologia e toponomastica della media valle del Tirso.
lazzarinu Inserito il - 09/06/2009 : 20:59:39
Non ho mai avuto tempo o forse per pigrizia non ho mai visitato il Suo museo sicuramente avrò sempre il rimpianto di non aver avuto il piacere di stringergli la mano.
Adelasia Inserito il - 26/05/2009 : 22:41:51
Bakis ha scritto:



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Don GIOVANNI DORE

“Salvate il museo di Tadasuni e i segreti della musica antica” così titolava l’articolo di Pier Giorgio Pinna sulla Nuova Sardegna di ieri 16 aprile 2007.
“ho parlato con i rappresentanti di tutte le istituzioni,finora ho ricevuto soltanto promesse”, così Don Giovanni Dore, nato a Suni nel 1930, “vorrei che la collezione restasse qui dov’è nata ma nessuno mi ascolta”
Il sindaco ora parla di progetti dell’amministrazione con soluzioni già predisposte per ospitare la raccolta “ Se don Dore ci fornirà il suo assenso,ci sono almeno due progetti per valorizzare il museo degli antichi strumenti musicali che dà rilievo culturale e lustro al nostro paese.
Don Dore ogni anno accoglie 35 mila visitatori tra turisti e intenditori da tutto il mondo,di questa rassegna si parla in qualsiasi guida italiana, oltre 500 pezzi rari di organi e organetti, fisarmoniche, chitarre, tamburi, raganelle, e mattraccas più tutti gli strumenti a fiato come sa ‘ena, più antica delle launeddas e che qualcuno lo ha definito come l’antenato dell’oboe, poi su pipiolu, timpani, taulitas, s’affuente (piato d’otone), ancora il micidiale tamburo a corda, un’ordigno fonico
che i banditi nel passato usavano per fare imbizzarrire i cavalli dei carabinieri.
In conclusione, don Dore: Vorrei che la collezione restasse qui deve è nata!




Se ne è andato ieri, in punta di piedi; qualche giornalista oggi diceva che, fosse stato altrove, a uno studioso come lui più di un Ateneo avrebbe offerto una cattedra. Vero.
Ma poichè il senno di poi non serve a molto, che si rispetti, d' ora in poi, la sua memoria salvaguardando il lavoro con il quale è riuscito a collezionare, con infinita passione, gran parte del patrimonio musicale tradizionale sardo.
dogs01 Inserito il - 18/07/2007 : 15:33:14
Salve a tutti!

Parlando di strumenti tradizionali, non so se ne siete a conoscenza, ma sul sito di www.......ci sono un bel pò di testi e monografie consultabili e scaricabili gratuitamente, tra i quali c'è la monografia "Sonos - Strumenti della musica tradizionale Sarda" (a pag. 45 c'è anche l'Affuente, citato diversi post fa)...



(tra l'altro la monografia, acquistandola in libreria, presenta un cd con gli esempi dei suoni di una buona parte degli strumenti descritti)


Parlando di Marino de Rosas invece, qualche settimana fa ho acquistato l'ultimo cd dal titolo "Femina 'e Mare", e vi assicuro che è veramente bello, così come tutti i suoi lavori....

Bakis Inserito il - 20/05/2007 : 09:46:50
Cantones di Gavinu De
Lunas.
«È per colpa della natura
che il fiume è in piena».
Questa è una insolita frase poetica,
poiché nel canto a chitarra,
tipico della Sardegna del
nord, le liriche sono spesso
banali, irrilevanti. La Tronos
pubblica un’antologia dell’usignuolo
di Padria. Il nostro cantore
morì, combattendo per la
Resistenza, per mano dei nazisti
nella strage delle fosse
ardeatine. Infatti potremmo
associarlo alla cilena Violeta
Parra, morta suicida per opporsi
al regime fascista. Il periodo
in cui opera è quello dei
nostri nonni: prima e seconda
guerra mondiale. La registrazione
è ottima e la voce stranamente
suadente e intimizzata
da un’interpretazione che
pare risentire di influenze a
tratti nordafricane.
L’emissione in maschera alta
conferisce un sapore evocativo
d’altri tempi. Per chi ama il
genere di oltre-nicchia, in questo
oggetto troverà molto più
di ciò che si trova in altri lavori
etnici. 21 canzoni, costruite su
7 strutture tradizionali di questo
stile unico al mondo, da
studiare filologicamente per
comprendere lo spessore della
poesia e di un certo canto popolare
di Logudoro, Anglona e
Gallura. È rivolto ad un immaginario
turista americano o
tedesco appassionato di cultura
e musica del mondo. Si
potrebbe suggerire ai gestori
dei negozi di dischi o di bancarelle
di mettere questo cd in
bella mostra provocatoriamente
accanto a quello di Madonna
o degli U2.
Di Gino martelli – Da IL SARDEGNA del 20 maggio 2007-

Non sò quanti conoscano o abbiano mai sentito cantare G.de Lunas, a risentire suoi brani da certi 78 giri è ritornare indietro nel tempo,quando il canto in re, con questo interprete, aveva i principi comuni del cantare alla fine o al rientro da una qualsiasi giornata di lavoro di quei tempi...
Questo a sentire chi quei tempi li ha vissuti e oggi con un groppo alla gola li ricorda sentendo G.De lunas
Bakis Inserito il - 18/04/2007 : 17:35:20


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Don GIOVANNI DORE

“Salvate il museo di Tadasuni e i segreti della musica antica” così titolava l’articolo di Pier Giorgio Pinna sulla Nuova Sardegna di ieri 16 aprile 2007.
“ho parlato con i rappresentanti di tutte le istituzioni,finora ho ricevuto soltanto promesse”, così Don Giovanni Dore, nato a Suni nel 1930, “vorrei che la collezione restasse qui dov’è nata ma nessuno mi ascolta”
Il sindaco ora parla di progetti dell’amministrazione con soluzioni già predisposte per ospitare la raccolta “ Se don Dore ci fornirà il suo assenso,ci sono almeno due progetti per valorizzare il museo degli antichi strumenti musicali che dà rilievo culturale e lustro al nostro paese.
Don Dore ogni anno accoglie 35 mila visitatori tra turisti e intenditori da tutto il mondo,di questa rassegna si parla in qualsiasi guida italiana, oltre 500 pezzi rari di organi e organetti, fisarmoniche, chitarre, tamburi, raganelle, e mattraccas più tutti gli strumenti a fiato come sa ‘ena, più antica delle launeddas e che qualcuno lo ha definito come l’antenato dell’oboe, poi su pipiolu, timpani, taulitas, s’affuente (piato d’otone), ancora il micidiale tamburo a corda, un’ordigno fonico
che i banditi nel passato usavano per fare imbizzarrire i cavalli dei carabinieri.
In conclusione, don Dore: Vorrei che la collezione restasse qui deve è nata!
Fiorassu Inserito il - 05/04/2007 : 23:25:40
Una bella coincidenza veroCerto che deve essere stata anche una bella delusione per lui venire a conscenza che il bronzetto trovato a Ittiri risalirebbe a XII secolo a.c.circa come indicano gli studiosi

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Fiorassu Inserito il - 05/04/2007 : 22:11:19
Quelle sul post precedente sono la riproduzione delle "triple pipes" e due basso rilievi del x secolo d.c. Qui in basso due suonatori di launeddas in epoca medievale

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Fiorassu Inserito il - 05/04/2007 : 21:54:42
Guardate queste foto:

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Fiorassu Inserito il - 02/04/2007 : 18:55:26
Guardate questo sito://www.anticheterre.splinder.com
meurreddu Inserito il - 01/04/2007 : 18:28:15



Fiorassu Inserito il - 01/04/2007 : 15:39:00
questa é bella!!!!!! leggendo in un sito sono rimasta meravigliata dalle dichiarazioni di un suonatore di launeddas scozzese BARNABY BROWN e che ora risiede in sardegna, che dichiara che le launeddas derivano da un antico strumento scozzese-irlandese "LE TRIPLE PIPES" (launeddas scozzesi del X secolo d.c)
meurreddu Inserito il - 27/03/2007 : 13:05:27
?????????????????????????


C@mpidanese Inserito il - 26/03/2007 : 21:33:24
cedro del Libano ha scritto:

http://www.lamiasardegna.it/web/000...=403/091-320

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sempre bellissimo vedere il gruppo di dorgali esibirsi... su ball'e ischina è uno dei miei balli preferiti.
Peccato che non abbia ancora imparato a esegurlo!

Ars Sine scientia nihil est..
cedro del Libano Inserito il - 26/03/2007 : 19:28:19
http://www.lamiasardegna.it/web/000...=403/091-320

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