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Nota Bene: Il copricapo del costume femminile di gala di Sennori ( Sassari) è costituito da ben quattro elementi sapientemente accostati e modellati.
Il primo elemento e "su tucchè ", che stringe le chiome nascondendole quasi del tutto; il secondo e' un fazzoletto di seta, detto" mucaloru de sa luisina ";il terzo e' un sottogola di pizzo (" su elu"); l'ultimo e più visibile e' "su biccu", un telo di cotone o lino ricamato a sfilato e a traforo, inamidato e piegato in maniera particolare con il ferro da stiro. Alcuni studiosi ritengono la caratteristica acconciatura di derivazione monacale.



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 Il ripopolamento del Sulcis

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
laier Inserito il - 23/10/2007 : 20:50:20
In riferimento a varie amichevoli discussioni avute in merito al territorio del Sulcis, (vedi costumi tradizionali, Sagre di S.Antioco e S.Maria di Montserrat -Tratalias), si desidera sottoporre degli stralci di documenti storici dai quali si evince l'unità inscindibile tra Iglesias e il territorio.
Ogni tentativo di voler annullare quanto la storia ci tramanda è come se si volessero rinnegare le nostre radici.


IL RIPOPOLAMENTO DEL SULCIS


“L’esodo degli abitanti e la distruzione di Solci (per ben 4 secoli sotto la furia dei Saraceni, “Is Morus”) avvenne certamente in modo disordinato e non contemporaneamente… finché l’isola rimase deserta e malandata”.
“Nel 1766 S. Antioco appartiene ancora alla Parrocchia di Iglesias; i matrimoni iniziano nel 1761 e dai registri si evince che l’isola è stata ripopolata per la maggior parte dagli iglesienti e da persone provenienti da più parti della Sardegna. Il ripopolamento di S. Antioco inizia nel secolo XVIII inoltrato”. Mons. Luigi Cinesu 1987

“Tratalias era nel ‘400 ormai completamente spopolata e risorse come centro abitato, come molti altri, verso la fine del ‘700. Anche per molti altri centri del Sulcis è possibile datare già al ‘400 la totale scomparsa.” J. Day – Villaggi, pagg 52-58

“Nel ‘500, nella descrizione del Fara ( da Archeologia Sardiniae, Torino 1835), possiamo parlare di una totale destrutturazione. Il grande erudito sardo, per la Curatoria di Solci, definisce la zona “Tota sylvestris et derelicta”. Possiamo dire che per il Sulcis si trattò, praticamente, della scomparsa del 100% dei centri abitati.” Cap. 7 Un Territorio Destrutturato

“Come Iglesias, in questo territorio così destrutturato, abbia potuto mantenere funzione e dimensioni urbane, in un quadro tanto cambiato anche per le sue proprie attività, e come progressivamente abbia potuto assumere una certa capacità di inquadramento ed organizzazione sul territorio, fino all’energica ripresa del popolamento avvenuto nel XVIII secolo, è un problema storiografico che qui lasceremo agli studi di storia della Sardegna Spagnola.” Marco Tangheroni

“Le campagne del Sulcis semideserte, arse dal sole e tormentate dalla malaria, da pestilenze ed infestazioni di cavallette, erano sparse qua e là di Medaus – Furriadroxus o Cussorgias, piccoli gruppi di case per contadini e pastori alle dipendenze dei proprietari che se ne stavano in Città (Iglesias).” Lettera Pastorale n. 172 del Vescovo, Mons. Giovanni Pirastru, 1963

“Gli abitanti della vecchia Città di Iglesias costruirono casette nelle lontane campagne per immagazzinare derrate e sorvegliare i pastori, i Furriadroxus, riunite più tardi in borgate (boddeus o oddeus) e poi costituitesi alcune in Comune, autonomo da Iglesias, nel ‘800.” O. Baldacci – I fondamenti geografici dello sviluppo di Iglesias in Studi Sardi

“A distanza di 50 anni dall’istituzione della Provincia di Iglesias (1807) il numero dei Comuni era passato dagli iniziali 10 a 14 (si tenga presente che la Provincia si estendeva da Pabillonis a Teulada) e quindi a 21 con la promozione di Narcao, Palmas, Portoscuso, Serbariu, Tratalias, Villarios (incluso l’agglomerato di Giba) e Santadi che divennero Comuni autonomi nel 1853. Esclusi Serbariu e Portoscuso, tutti gli altri nuovi Comuni, fino ad allora, erano considerati e censiti come “Salti del Sulcis”, direttamente da Iglesias: Narcao, Palmas, Tratalias, Villarios e Santadi erano siti nel basso Sulcis che fino agli inizi del secolo era deserto e spopolato.”
Da notare: “La stessa popolazione, che nel 1807 comprendeva non più di 24.000 abitanti (di cui appena 7-800 in tutto il Sulcis), nel 1821 era aumentata di 12.000 unità.” Dagli Archivi di Stato e del Comune di Iglesias

“Sino dopo i due terzi del secolo scorso era nelle amplissime regioni del Sulcis il silenzio del deserto. Gli Ecclesiensi uscivano nel tempo della semina e della messe, e, fatti i lavori, tornavano in città; anche i pastori (allevatori), poiché era cessata l’opera del lattificio se ne ritornavano nel paese, lasciando alla custodia delle greggie e degli armenti i figli o i servi.” Storia di Iglesias Angius-Casalis

“La frequente esplicitazione nei contratti si soccida non soltanto della comunità o luogo di residenza del pastore, ma anche quella di provenienza, consente di accertare lo stato frequente di dipendenza dei barbaricini da proprietari di Iglesias (per quanto riguarda i Salti del Sulcis).”
“Dal campione risulta, ad esempio, che i proprietari iglesienti oltre che in tutti i Furriadroxus del Sulcis, hanno bastiame a pascolo nel territorio di Domusnovas, Villamassargia, Teulada, Gonnesa e Arbus.” La soccida nell’economia e nella società pastorale, di G. Giacomo Ortu

“Nel Sulcis più che nel Cixerri, il “disastro medioevale” è stato completo con la scomparsa dei 29 centri censiti nel 1200.”
“Da fonte documentale è accertato che furono gli iglesienti a stabilirsi fuori città, pur di potenziare il reddito sia dell’agricoltura che della pastorizia. D’altro canto il Sulcis per lunghissimo tempo era rimasto spopolato…” Da Situazione economica terriera – Tesi di Laurea - di A. Pani, A.A. 1973/4

Ancor oggi, Iglesias è proprietaria di terreni ricadenti nei comuni di Teulada, Santadi, Giba, Masainas, Piscinas, Tratalias, Villaperuccio, Sant’Annaresi e nel territorio di Serbariu. Da Indagine notarile chiesta dal Comune di Iglesias, la città sarebbe proprietaria di 9.700 appezzamenti di varia estensione. Non bisogna dimenticare che Carbonia, l’ultima nata, deve restituire ad Iglesias ben oltre 4.700 ettari.


DA RICERCHE COMPIUTE DA STEFANO PRIOLA
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
pietro Inserito il - 27/02/2009 : 19:16:42
Non ho ancora letto tutte le 17 pagine quidi chiedo scuse per eventuali ripetizioni o altro.
Vorrei focalizzare l'argomento del forum: "il ripopolamento del Sulcis". Sulcis, ripopolamento, spopolamento. Per Sulcis intendiamo quel territorio che: partendo da Iglesias e Domusnovas si arriva al capo S. Nicola sopra Bugerru poi costeggia il mare e, comprendendo l'isola di S.Pietro e S. Antioco si arriva fino a Teulada e da lì, attraversando i monti di Siliqua e Villamassargia, si ritorna ad Iglesias, come dibe Aleo Jorg? Così si capirebbe meglio il legame inscindibile della città di Iglesias con il resto del territorio?
Ripopolamento. Io trovo le prime tracce alla fine della prima metta del Milleseicento quando il vescovo dava concessioni triennali gratuite di terreni boscosi a S. Antioco puchè venissero disboscati. Poi successivamente pretese la "limosina" per S. Antioco e poi la decima; vedere Margherita Zaccagnini, L'ISOLA DI SANT'ANTIOCO. Altro documento per me importante è IL CABREO DELLE BARONIE. E' del 1794 e, nel documento cartografico, si possono vedere già le numerose casette sparse ovunque, nucleo di quelli che saranno i Medaus e i Furriadroxus (potremo ciascuno dire quel che sa su questi due termini). Si trova nalla Bilioteca Universitaria di via Università a Cagliari. La testimonianza di William Henry Smyth, riportata da Salomè, è una delle tante che testimoniano che negli anni venti e trenta dell'Ottocento il ripopolamento stava procedendo di buona lena. Un registro catastale del 1830 precisa meglio la situazione perchè riporta nome, cognome e residenza di tutti i proprietari di beni immobili di Iglesias, dintorni di Iglesia e dei Salti del Sulcis e del Cixerri , consistenza dei loro beni e dove sitrovavano. (Archivio Storico di Iglesias). Ventitrè anni dopo vengono eretti a comune sette nuovi centri. Il tren positivo si interrompe con la prima guerra. E' questo il ripopolamento che intendiamo?
Per poter parlare del ripopolamento dovremmo parlare anche dello spopolamento. Qualcuno ne ha già accennato. Fra le numerose concause, pirati, pestilenze e carestie, sistema feudale ecc., dello spopolamento ne viene trascurata una secondo me fondamentale. Nello svolgimento della guerra di conquista Iglesias venne particolarmente presa di mira e gli abitanti fugirono. Anche ai catalani però interessavano le miniere per cui imposero a tutti, anche a quelli che avevano partegiato per gli aragonesi, di tornare in città pena il sequestro dei beni. Concessero immunità a chiunque vi si recasse ad abitare e fu proibito il commervio in tutto il territori all'infuori della città di Iglesias. Servivano minatori e i sulcitani furono giocoforza indotti a trasferirsi. Troppa roba sul fuoco?
Pietro
laier Inserito il - 26/02/2009 : 11:55:59
quattromori, mi sono informato...la chiesa di San Basilio di Coronio è quella di corongiu,ma non sappiamo se vi siano resti
per le altre ti faccio sapere presto...ho un informatore esperto!

pietro, il tuo intervento è stato letto!se vuoi puoi iniziare tu con un argomento e noi ti rispondiamo
diciamo che io sono la mano di stefano, che mi ha detto che si ricorda bene di te
pietro Inserito il - 24/02/2009 : 19:25:14
Ho preso visione oggi di questo sito e ho letto il forum sul ripopolamento del Sulcis perchè interessato all'argomento. Sono sulcitano e nel 2000 ho sostenuto la tesi di laurea proprio sul ripopolamento del Sulcis. E' dal 1997 che mi occupo di questo argomento. Ho lo studio pieno di fotocopie dei documenti d'archivio con la speranza di avere il tempo di trascriverli per saperne di più. Conosco un po' l'argomento, conosco anche Stefano Priola e quasi tutto quanto da lui scritto nel suo intervento. Il suo intento è quello di partecipare ad altri le sue conoscenze sull'argomento. So che può dirci molto di più e per questo, se dovesse leggermi, lo invito a riprendere questo forum. Non ho visto interventi suoi successivi al primo e lo capisco: le diatribe campanilistiche no gli interessano e non è nel suo stile la vanteria.
A parte la rifondazione di Gonnesa in epoca moderna, che conosceva già come conosco quella di Sirri, Mazzaccara,Carloforte e Calasetta, non ho trovato altro di interessante.
Se il forum si svilupperà sul binario della conoscenza della storia del ripopolamnto continuerò a partecipare. Dobbiamo tutti sapere che la storia del ripopolamento del Sulcis non la sa nessuno. Non è mai stata studiata, o per lo meno, nessuno l'ha mai scritta. La prima guarra mondiale ha posto fine al periodo del ripopolamento alla Far West americano portando via gli uomini; la nascita di Carbonia e la seconda guerra l'hanno fatto dimenticare.
pietro
quattromori Inserito il - 04/02/2009 : 22:42:34
ho scopeeto dove si trovava San Basilio di Coronio. era l'antica parrocchia dell'omonimo villaggio, abbandonato intorno al Cinquecento. oggi la zona è stata ripopolata ed il sito è conosciuto come Corongiu. ma della chiesa ci sarà traccia?
quattromori Inserito il - 31/01/2009 : 18:43:49
grazie mille laier
notizie delle altre chiese? Coronio sarebbe l'attuale Corongiu?
laier Inserito il - 31/01/2009 : 13:48:32
allora san saturno è l'attuale chiesa della madonna delle grazie ad Iglesias
questo fa capire che ben prima dell'arrivo dei pisani c'era un borgo (o forse più di uno), visto le 3 chiese bizantine
quattromori Inserito il - 29/01/2009 : 12:29:14
mi intrometto anch'io in questa discussione proponendo un aspetto che forse non c'entra nulla con l'argomento ma visto che si parla di "ripopolazione" ciò vuol dire che precedentemente era avvenuto uno spopolamento, causato da quello che ne so io dalle guerre per il possesso del territorio in epoca medievale e dalle conseguenti pestilenze e carestie. in pratica il fenomeno dei villaggi abbandonati che ha colpito un pò tutta l'isola che ha visto scoparire più di 300 borghi, tra la fine del XIII e gli inizi del XV secolo.
la mia domanda è su un elenco del partimonio della diocesi sulcitana nella prima metà del secolo XIII, riportato da B. Motzo in "Archivio Storico Sardo" numero 15. Lo storico segnala una bolla di papa Onorio III del 1218, con la quale vengono confermati i possedimenti di tale diocesi; la mia ricerca è sulle chiese riportate e di alcune non sono riuscito a localizzare il sito, il Comune nelle quali si trovano o si sarebbero dovute trovare, visto che forse sono tutte o quasi, scomparse.
vorrei perciò chiedervi se potete darmi una mano ad individuarne la località e lo stato in cui si trovano:

s. Geminiano de Urratile
s. Giovanni de Libano
s. Pantaleone de Libano
s. Saturno
s. Paolo di Taminari
s. Vittoria di Baratili
s. Basilio di Coronio
s. Maria di Sepazzo

vi ringrazio per l'aiuto
Salomè Inserito il - 23/01/2009 : 18:42:51
"Il Sulcis è
una regione ben coltivata, i cui proprietari di solito abitano ad
Iglesias, ma occasionalmente vivono nei loro furiadroxus,
cioè nelle loro fattorie. Oltre al lino, alle stoffe di lana e a una
grande quantità di formaggi, il Sulcis produce molto grano,
legumi, e trigu ’e Indias, cioè granturco. Abbondano le arance,
i limoni, le ciliegie, le mele e altra frutta. Il bestiame viene
paragonato a quello dell’Ogliastra, mentre i cavalli, le pecore
e i suini sono considerati eccellenti.
Questa zona della Sardegna ha subìto molte traversie e
pochi anni fa era ridotta, dai trenta villaggi elencati dal Fara,
al solo centro di Teulada. Ma il vescovo di Iglesias mandò dei
preti per celebrare la messa dovunque erano state costruite
delle casette intorno alle rovine di una vecchia chiesa o di
una cappella; e così ora i villaggi sono dodici. In diversi siti
due o tre fattorie sono costruite una adiacente all’altra, formando
così una sorta di borgo; c’è anche un paese di circa
venti grandi furiadroxus, che appartengono tutti, o sono tutti
abitati dalla famiglia Medda, in unione patriarcale.
All’estremo nord-orientale del golfo di Palmas vi è un’ansa
sabbiosa con un banco di sabbia che si snoda per un miglio
fuori del litorale, chiamato Porto Gadrano. Le piccole imbarcazioni
vi rimangono perfettamente al sicuro.
Da un’iscrizione scoperta ultimamente dal signor Mameli,
tra Villarios e questo sito, sembra che vi fosse nei dintorni una
città chiamata Bitia o Bisa. A Villarios c’è un bellissimo nuraghe
vicino ad un deposito appartenente al Signor Curios; fu
proprio in una cripta lì vicino che questi trovò delle anfore grezze, un po’ di monete del Basso Impero e vari frammenti di
suppellettile romana. Il nuraghe è a forma di cono, fiancheggiato
da quattro torri più piccole: la volta è unita ad esso da un
corridoio, di data evidentemente recente, come dimostra il cemento
che è stato usato per costruirlo. Tutta la zona, verso
Teulada e Pula, è piena di queste costruzioni, sebbene non di
fattura così raffinata come quelle che si trovano più a nord.
Vicino a Gadrano vi è una specie di laguna, chiamata Porto
Botte, che fu usata per lungo tempo come salina; ma circa
16 anni fa fu smantellata e trasformata in una peschiera. Si
pensa che il fiume di Palmas sia il Debotes degli antichi geografi;
sorge nelle montagne di Capo Terra e sbocca dentro
Porto Botte. Da qui fino a Punta Sarri, un’irta elevazione di
130 piedi sul mare, si estende una collina isolata, e proprio
oltre essa vi è Porto Pino, una grande distesa d’acqua che fu
alternativamente una fabbrica di sale e una peschiera, a seconda
che le tempeste ne aprissero o ne chiudessero l’entrata.
Ma nel 1821 fu scavato un canale, arginato con fascine e
pietre, in modo da potervi fare entrare una barca ed ora è diventato
una peschiera molto remunerativa, dove si allevano
le anguille e le triglie e si prepara la bottarga. Il proprietario
invitò a cena alcuni nostri ufficiali, che erano capitati lì per
servizio. Il pranzo era principalmente a base di pesce, cucinato
in tutte le maniere; i pastori Mauredda [sic], con i loro vestiti
di pelle di capra, davano alla scena un effetto curioso"...RELAZIONE SULL'ISOLA DI SARDEGNA,1828,William Henry Smyth(Cartografo e Ufficiale della Marina inglese)
virdis Inserito il - 09/11/2007 : 19:24:27
sereni eravamo e sereni siamo ancora Laier,avevamo compreso e ancora abbiamo compreso...............
ciao asi biri cun saludi
a tottusu

ornella
laier Inserito il - 09/11/2007 : 19:18:50
ringraziamo di cuore arceo per la sua esuriente esposizione con la speranza che gli altri finalmente comprendano e, come dice il moderatore, chiudiamola serenamente qui
Adelasia Inserito il - 09/11/2007 : 17:27:34
La discussione credo sia opportuno si esaurisca qui, con alcune precisazioni doverose. Come dice Dany, della quale ho sempre apprezzato l’attenzione e la correttezza, era stata aperta da laier con l’intento di portare avanti un dibattito, una ricerca, qualcosa di costruttivo. Poi però ha scatenato altri tipi di interventi... tutt’altro che felici.
Alcuni mi hanno scritto in privato scusandosi e chiedendomi di cancellare alcune loro stesse frasi ritenute sopra le righe: io ho preferito edulcorare solo qualche intervento lasciando sostanzialmente le cose invariate per correttezza nei confronti degli altri partecipanti i cui interventi successivi rischiavano in tal modo di apparire gratuiti o incomprensibili.
Ma altrettanto per correttezza specifico che in particolare due utenti, pur rimanendo nelle loro posizioni, si sono preoccupati delle modalità con le quali le hanno portate avanti rammaricandosi dei loro stessi interventi che avevano contribuito ad innescare autentici litigi, nonchè specificando che non intendevano in realtà offendere nessuno.
dany Inserito il - 09/11/2007 : 14:50:52
Laier poichè qui non c'è in corso una gara di simpatia , ma c'è invece un dibattito , discussione sul ripopolamento del sulcis che tu molto intelligentemente hai aperto e della quale io stessa ho perorato la causa inizialmente , se ti rileggi i post iniziali potrai evincerlo , credo che se un nuovo iscritto fa un commento fuori topic non è che chi è pratico del forum gli deve saltare al collo , e se proprio gli si deve far notare qualcosa come quello che tu hai fatto notare a Meurreddinu magari lo si può fare in privato ... ecco quello che volevo sottolinearti ... in quanto alle persone che secondo te non avrebbero nulla da dire , perchè Laier non ci diamo un taglio con questo tipo di commenti ed invece ci leggiamo in santa pace i post come quelli di Arceo ...

dany
virdis Inserito il - 09/11/2007 : 13:51:45
no comment...................

ornella
laier Inserito il - 09/11/2007 : 13:41:13
cara dany, non sono un moderatore, ma la discussione non deve degenerare in chiacchere non attinenti all'argomento del post,altrimenti viene chiuso.
tutto questo per colpa di persone che non avendo nulla da dire si danno alle offese e agli insulti da due soldi...
le uniche simpatiche sono bargy e jennifer...
e soprattutto grazie ad arceo
murta Inserito il - 09/11/2007 : 13:13:09
penso proprio di si ................ma era riferito a te e per masainas, paese in cui ho un amico che ha un agriturismo...............e non per gonnesa

sa murta

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