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Discussione | 
                
               
              
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                 asia 
				Salottino
                 Utente Senior 
                     
                 
                
                   
                
               
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                       Inserito il - 11/02/2008 :  20:58:29
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
                    MAMMA
 
    Il tuo sorriso dolce,   perso, come il lume   il senno, ormai al tramonto.   Quel tramonto che cade   io guardo,   il cielo che si fa buio   è lo stesso che discende   nel mio spirito stasera.
    Perdona mamma le mie lacrime,   non bastano le dolci ricordanze   per acquetarmi l'animo.   Perdona...    |  
 
  Non credo ci sia nulla di più drammatico al mondo che assistere alla lenta consunzione dei propri genitori... è la percezione della vanità del tutto, è una sofferenza lacerante che, paradossalmente, supera il dolore di chi perde un genitore ancora nel vigore degli anni. Perchè si staglia davanti a noi lo spettro di un'esistenza indecifrabile, il terrore della fine, della nostra fine e la paura di non essere all'altezza per poter superare prove simili.
  Non mi è difficile condividere il tuo stato d'animo, Hugo.  Ho visto la decadenza cerebrale di mia madre in questi ultimi anni e l'ho persa qualche mese fa.
  Poter comunicare la propria sofferenza è liberatorio. Grazie per avermene dato l'opportunità.
 
 
 
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                 John tutor 
				Salottino
                 Utente Senior 
                     
                 
                
                   
                
               
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                       Inserito il - 11/02/2008 :  21:35:43
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                        |  asia ha scritto: 
 
  |  john tutor ha scritto: 
                    MAMMA
 
    Il tuo sorriso dolce,   perso, come il lume   il senno, ormai al tramonto.   Quel tramonto che cade   io guardo,   il cielo che si fa buio   è lo stesso che discende   nel mio spirito stasera.
    Perdona mamma le mie lacrime,   non bastano le dolci ricordanze   per acquetarmi l'animo.   Perdona...    |  
 
  Non credo ci sia nulla di più drammatico al mondo che assistere alla lenta consunzione dei propri genitori... è la percezione della vanità del tutto, è una sofferenza lacerante che, paradossalmente, supera il dolore di chi perde un genitore ancora nel vigore degli anni. Perchè si staglia davanti a noi lo spettro di un'esistenza indecifrabile, il terrore della fine, della nostra fine e la paura di non essere all'altezza per poter superare prove simili.
  Non mi è difficile condividere il tuo stato d'animo, Hugo.  Ho visto la decadenza cerebrale di mia madre in questi ultimi anni e l'ho persa qualche mese fa.
  Poter comunicare la propria sofferenza è liberatorio. Grazie per avermene dato l'opportunità.
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    Grazie a te Asia, grazie per aver condiviso il mio dolore, la mia sofferenza. Il dolore per un genitore che muore pian pianoa volte è l'unica maniera per sentirlo ancora vicino. grazie ancora.
 
 
 
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                        Ascolta...è silenzio, svela la tua essenza, la tua luce nell'ombra, la tua ombra nella luce, l'eternità in un istante.
  http://blog.libero.it/HUGOPOET/view.php  
 
 
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                 karlovac 
				Salottino
                 Utente Medio 
                   
                 
                
                   
                
               
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                       Inserito il - 13/02/2008 :  21:01:19
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
 
     
                 MAMMA
 
    Il tuo sorriso dolce,   perso, come il lume   il senno, ormai al tramonto.   Quel tramonto che cade   io guardo,   il cielo che si fa buio   è lo stesso che discende   nel mio spirito stasera.
    Perdona mamma le mie lacrime,   non bastano le dolci ricordanze   per acquetarmi l'animo.   Perdona...    |  
 
  Hugo, conosco le sensazioni che generano le parole che hai voluto condividere con noi...le conosco e fraternamente le rivivo con te.
 
 
 
 
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                      | Carlo | 
                     
                    
                      
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				Salottino
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                       Inserito il - 13/02/2008 :  23:38:28
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                        |  karlovac ha scritto: 
 
  |  john tutor ha scritto: 
 
     
                 MAMMA
 
    Il tuo sorriso dolce,   perso, come il lume   il senno, ormai al tramonto.   Quel tramonto che cade   io guardo,   il cielo che si fa buio   è lo stesso che discende   nel mio spirito stasera.
    Perdona mamma le mie lacrime,   non bastano le dolci ricordanze   per acquetarmi l'animo.   Perdona...    |  
 
  Hugo, conosco le sensazioni che generano le parole che hai voluto condividere con noi...le conosco e fraternamente le rivivo con te.
 
  |  
 
   Grazie Carlo, grazie amico, ogni giorno che trascorre accentua il solco della mia sofferenza, ma non viene meno la responsabilità, la dedizione, assunta  al cospetto di Dio. Grazie.. 
 
 
 
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                        Ascolta...è silenzio, svela la tua essenza, la tua luce nell'ombra, la tua ombra nella luce, l'eternità in un istante.
  http://blog.libero.it/HUGOPOET/view.php  
 
 
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                       Inserito il - 16/02/2008 :  00:24:20
              
                        
                        
                 
                        
                      
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    Risvegliarsi a volte   non è l'incanto della neve che cade,   il silenzio delle notti invernali,   sonetti e madrigali;   ne alberi, ne fiori minuti   dentro un foulard ciclamino,   antica allegria.      Ma è un gomitolo di corpi,   raggrumati e stanchi,    tranelli di voci   in eterno viaggio,   amara quiete,   su questa casa che mi fu giaciglio   in dolci sguardi.
    Ma TU, lontano,   Tu non vedi questo vaso ormai ricolmo,   del vivere tra noi e il cielo,   la finitudine dell'esistenza.   TU, ali tese, TU, perchè   non ricami quel che muore,   o sta per farlo,   uncinato dalle ombre, e   dimentico del canto?   E dimmi:  cosa rimane ancora   su ogni offerta debolezza   per disarmare il mondo,   se non amore!!      Perdona PADRE, grembo,   radice e sguardo,   che non ritrovo più nel passo;   camminavamo insieme un tempo,   ora ti ho perduto.   Fa che il risvegliarsi ,sia   come fa il sole con la nebbia,   e che il tuo eco ci consoli ancora,   di un silenzio vero.      
 
 
 
 
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                        Ascolta...è silenzio, svela la tua essenza, la tua luce nell'ombra, la tua ombra nella luce, l'eternità in un istante.
  http://blog.libero.it/HUGOPOET/view.php  
 
 
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                       Inserito il - 16/02/2008 :  01:10:02
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
 
     
    Risvegliarsi a volte   non è l'incanto della neve che cade,   il silenzio delle notti invernali,   sonetti e madrigali;   ne alberi, ne fiori minuti   dentro un foulard ciclamino,   antica allegria.      Ma è un gomitolo di corpi,   raggrumati e stanchi,    tranelli di voci   in eterno viaggio,   amara quiete,   su questa casa che mi fu giaciglio   in dolci sguardi.
    Ma TU, lontano,   Tu non vedi questo vaso ormai ricolmo,   del vivere tra noi e il cielo,   la finitudine dell'esistenza.   TU, ali tese, TU, perchè   non ricami quel che muore,   o sta per farlo,   uncinato dalle ombre, e   dimentico del canto?   E dimmi:  cosa rimane ancora   su ogni offerta debolezza   per disarmare il mondo,   se non amore!!      Perdona PADRE, grembo,   radice e sguardo,   che non ritrovo più nel passo;   camminavamo insieme un tempo,   ora ti ho perduto.   Fa che il risvegliarsi ,sia   come fa il sole con la nebbia,   e che il tuo eco ci consoli ancora,   di un silenzio vero.
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  Splendida e amara consapevolezza del fluire inesorabile degli eventi. Del non essere più ciò che eravamo, della consunzione e del decadimento. Restano solo tranelli di voci in eterno viaggio e amara quiete ed il ricordo della gioventù perduta, in quel foulard ciclamino. Struggente, Hugo. Meraviglioso componimento... stemperato in un languido rimpianto.
 
 
 
 
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                       Modificato da - asia in data 16/02/2008  01:11:05 | 
                     
                    
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                       Inserito il - 16/02/2008 :  08:44:25
              
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
 
     
                 MAMMA
 
    Il tuo sorriso dolce,   perso, come il lume   il senno, ormai al tramonto.   Quel tramonto che cade   io guardo,   il cielo che si fa buio   è lo stesso che discende   nel mio spirito stasera.
    Perdona mamma le mie lacrime,   non bastano le dolci ricordanze   per acquetarmi l'animo.   Perdona...              
 
    
 
 
 
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  Dal suo letto d' ospedale, sono stato l'ultimo che l'è stato vicino...... la sera, prima che lei partisse per sempre Quel ricordo è rimasto come un fiore nel mio cuore Struggente, indimenticabile..... Sono passati quattro anni........sembra ieri Ti capisco e ti sono vicino
 
 
 
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                       Inserito il - 16/02/2008 :  14:22:02
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
 
     
    Risvegliarsi a volte   non è l'incanto della neve che cade,   il silenzio delle notti invernali,   sonetti e madrigali;   ne alberi, ne fiori minuti   dentro un foulard ciclamino,   antica allegria.      Ma è un gomitolo di corpi,   raggrumati e stanchi,    tranelli di voci   in eterno viaggio,   amara quiete,   su questa casa che mi fu giaciglio   in dolci sguardi.
    Ma TU, lontano,   Tu non vedi questo vaso ormai ricolmo,   del vivere tra noi e il cielo,   la finitudine dell'esistenza.   TU, ali tese, TU, perchè   non ricami quel che muore,   o sta per farlo,   uncinato dalle ombre, e   dimentico del canto?   E dimmi:  cosa rimane ancora   su ogni offerta debolezza   per disarmare il mondo,   se non amore!!      Perdona PADRE, grembo,   radice e sguardo,   che non ritrovo più nel passo;   camminavamo insieme un tempo,   ora ti ho perduto.   Fa che il risvegliarsi ,sia   come fa il sole con la nebbia,   e che il tuo eco ci consoli ancora,   di un silenzio vero.       |  
 
  L'ho letta più volte per cercare di cogliere tutti gli echi nascosti dietro le parole ed i versi, ed ogni lettura me ne ha portato dei nuovi, trovando sempre nell'ultima strofa un capolavoro di intensità. Veramente bravo, Hugo, senza riserve e con grande amicizia.
 
 
 
 
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                      | Carlo | 
                     
                    
                      
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                       Inserito il - 16/02/2008 :  17:32:42
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
 
     
    Risvegliarsi a volte   non è l'incanto della neve che cade,   il silenzio delle notti invernali,   sonetti e madrigali;   ne alberi, ne fiori minuti   dentro un foulard ciclamino,   antica allegria.      Ma è un gomitolo di corpi,   raggrumati e stanchi,    tranelli di voci   in eterno viaggio,   amara quiete,   su questa casa che mi fu giaciglio   in dolci sguardi.
    Ma TU, lontano,   Tu non vedi questo vaso ormai ricolmo,   del vivere tra noi e il cielo,   la finitudine dell'esistenza.   TU, ali tese, TU, perchè   non ricami quel che muore,   o sta per farlo,   uncinato dalle ombre, e   dimentico del canto?   E dimmi:  cosa rimane ancora   su ogni offerta debolezza   per disarmare il mondo,   se non amore!!      Perdona PADRE, grembo,   radice e sguardo,   che non ritrovo più nel passo;   camminavamo insieme un tempo,   ora ti ho perduto.   Fa che il risvegliarsi ,sia   come fa il sole con la nebbia,   e che il tuo eco ci consoli ancora,   di un silenzio vero.      
 
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  Veramente commovente. Attraverso la poesia siamo in grado di ripercorrere le tappe della nostra esistenza, gioiose o tristi che siano, rendendo partecipi coloro che ci sanno ascoltare. Grazie, Hugo.
 
 
 
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                       Inserito il - 16/02/2008 :  19:46:24
              
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
 
     
    Risvegliarsi a volte   non è l'incanto della neve che cade,   il silenzio delle notti invernali,   sonetti e madrigali;   ne alberi, ne fiori minuti   dentro un foulard ciclamino,   antica allegria.      Ma è un gomitolo di corpi,   raggrumati e stanchi,    tranelli di voci   in eterno viaggio,   amara quiete,   su questa casa che mi fu giaciglio   in dolci sguardi.
    Ma TU, lontano,   Tu non vedi questo vaso ormai ricolmo,   del vivere tra noi e il cielo,   la finitudine dell'esistenza.   TU, ali tese, TU, perchè   non ricami quel che muore,   o sta per farlo,   uncinato dalle ombre, e   dimentico del canto?   E dimmi:  cosa rimane ancora   su ogni offerta debolezza   per disarmare il mondo,   se non amore!!      Perdona PADRE, grembo,   radice e sguardo,   che non ritrovo più nel passo;   camminavamo insieme un tempo,   ora ti ho perduto.   Fa che il risvegliarsi ,sia   come fa il sole con la nebbia,   e che il tuo eco ci consoli ancora,   di un silenzio vero.      
 
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  Bravo John.......non lascio commenti..particolari...ripeto solo Bravo !!! Emozionante......
 
 
 
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                         Nausicaa | 
                     
                    
                      
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                       Inserito il - 17/02/2008 :  00:41:46
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
 
     
    Risvegliarsi a volte   non è l'incanto della neve che cade,   il silenzio delle notti invernali,   sonetti e madrigali;   ne alberi, ne fiori minuti   dentro un foulard ciclamino,   antica allegria.      Ma è un gomitolo di corpi,   raggrumati e stanchi,    tranelli di voci   in eterno viaggio,   amara quiete,   su questa casa che mi fu giaciglio   in dolci sguardi.
    Ma TU, lontano,   Tu non vedi questo vaso ormai ricolmo,   del vivere tra noi e il cielo,   la finitudine dell'esistenza.   TU, ali tese, TU, perchè   non ricami quel che muore,   o sta per farlo,   uncinato dalle ombre, e   dimentico del canto?   E dimmi:  cosa rimane ancora   su ogni offerta debolezza   per disarmare il mondo,   se non amore!!      Perdona PADRE, grembo,   radice e sguardo,   che non ritrovo più nel passo;   camminavamo insieme un tempo,   ora ti ho perduto.   Fa che il risvegliarsi ,sia   come fa il sole con la nebbia,   e che il tuo eco ci consoli ancora,   di un silenzio vero.      
 
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  .... la sensazione che mi lascia addosso è di un infinita tristezza... di un urlare silenzioso ... di una disperata e accorata preghiera .... ....semplicemente grande !!!
  ciao . Euneada
 
 
 
 
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                       Inserito il - 17/02/2008 :  01:40:15
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                         Perdonate se a volte mi connetto un pò tardino, capirete sicuramente il perchè.  Grazie AMICI, la forza della poesia è quella di sapersi intrattenere là dove altri passano di corsa; voi l'avete fatto, vivendo e condividendo questo mio momento triste e fragile, questo mio frammentario dialogo con Dio, la sua ricerca, in questa dismisura di perdere e ricominciare. La vita.. la vita è anche confessare, la propria stanchezza o paura, le disillusioni, le nostre illusioni, in equilibrio tra il nulla dal quale veniamo e quello che ci aspetta. La vita come un viaggio, a volta sembra trovare una sua imprevedibile direzione attraverso le "soste", ecco, io oggi mi son fermato, a scoprire a cercare il silenzio, quello che contiene più verità, il senso della vita, più poesia. Il "silenzio vero" che chiedo a DIO, quel colpo d'ala che spinge verso l'alto, che sfida la pesantezza e il male.     Grazie AMICI, grazie Asia ( il foulard ciclamino era quello preferito da mamma, è lo è ancora, hai letto bene.) grazie Lugoi, grazie Albertina, anche a te Nausica, a te dolce Euneada, e infine grazie, Amico Carlo ,di cuore.  Vi voglio bene. Con affetto Hugo.
   Non chiudiamo in noi i nostri pensieri, perchè la chiusura è la morte dell'anima.
 
 
 
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                        Ascolta...è silenzio, svela la tua essenza, la tua luce nell'ombra, la tua ombra nella luce, l'eternità in un istante.
  http://blog.libero.it/HUGOPOET/view.php  
 
 
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                 John tutor 
				Salottino
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                       Inserito il - 25/02/2008 :  22:01:13
              
                        
                        
                 
                        
                      
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  E chiudo piano gli occhi... e tu Esmeralda, sorriso quieto, che mi rimani infissa come un'antico aèdo, tu,  accordi e mitighi quel coro stridulo che invade rapido quel mio farsi amore.
  Lacrime e muschi d'anima ritarpano stasera, e per un attimo ,bulbi increduli, nel guanciale schiudono i colori delle fiabe.
 
 
 
 
 
 
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                        Ascolta...è silenzio, svela la tua essenza, la tua luce nell'ombra, la tua ombra nella luce, l'eternità in un istante.
  http://blog.libero.it/HUGOPOET/view.php  
 
 
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                 Nausicaa 
				Salottino
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                       Inserito il - 25/02/2008 :  22:37:34
              
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
 
    
  E chiudo piano gli occhi... e tu Esmeralda, sorriso quieto, che mi rimani infissa come un'antico aèdo, tu,  accordi e mitighi quel coro stridulo che invade rapido quel mio farsi amore.
  Lacrime e muschi d'anima ritarpano stasera, e per un attimo ,bulbi increduli, nel guanciale schiudono i colori delle fiabe.
 
 
 
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  Caro Hugo...... Esmeralda aspetta di vederti sorridere !!!
 
 
 
 
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                         Nausicaa | 
                     
                    
                      
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                 karlovac 
				Salottino
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                       Inserito il - 26/02/2008 :  10:08:04
              
                        
                        
                 
                        
                      
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                        |  john tutor ha scritto: 
 
   Perdonate se a volte mi connetto un pò tardino, capirete sicuramente il perchè.  Grazie AMICI, la forza della poesia è quella di sapersi intrattenere là dove altri passano di corsa; voi l'avete fatto, vivendo e condividendo questo mio momento triste e fragile, questo mio frammentario dialogo con Dio, la sua ricerca, in questa dismisura di perdere e ricominciare. La vita.. la vita è anche confessare, la propria stanchezza o paura, le disillusioni, le nostre illusioni, in equilibrio tra il nulla dal quale veniamo e quello che ci aspetta. La vita come un viaggio, a volta sembra trovare una sua imprevedibile direzione attraverso le "soste", ecco, io oggi mi son fermato, a scoprire a cercare il silenzio, quello che contiene più verità, il senso della vita, più poesia. Il "silenzio vero" che chiedo a DIO, quel colpo d'ala che spinge verso l'alto, che sfida la pesantezza e il male.     Grazie AMICI, grazie Asia ( il foulard ciclamino era quello preferito da mamma, è lo è ancora, hai letto bene.) grazie Lugoi, grazie Albertina, anche a te Nausica, a te dolce Euneada, e infine grazie, Amico Carlo ,di cuore.  Vi voglio bene. Con affetto Hugo.
   Non chiudiamo in noi i nostri pensieri, perchè la chiusura è la morte dell'anima.
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  Caro Hugo, questo tuo parlare col cuore in mano mi commuove.  Allo stesso tempo lo trovo come uno dei momenti in cui questo nostro strano conoscerci virtuale, questo incontrarsi indiretto nei nostri versi, i nostri problemi, le nostre emozioni, ha una efficacia che non sempre si realizza nel non virtuale. Volutamente non parlo del “vero” e del “virtuale”, in questo momento sento che il virtuale è il vero, e quelle mani strette nel cerchio amico in cui si danza la vita, come anelli nella catena di mani, sono reali.  Ammiro la tua sincerità che ritrovo d’altronde nei tuoi versi, veri e intensi. E nella verità, e nella sua ricerca, è allora naturale che il tuo sguardo vada verso l’Alto. Continua a non chiudere i tuoi pensieri, e non avere paura. Con grande amicizia.
 
 
 
 
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                      | Carlo | 
                     
                    
                      
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