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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 13/04/2012 : 17:28:39
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La pregiatissima editrice cagliaritana CUEC, in collaborazione col Centro di Studi Filologici Sardi, ha pubblicato il romanzo barocco El Forastero di Jacinto Arnal de Bolea, pubblicato per la prima volta in Cagliari nel 1636. La pubblicazione è a cura di Maria Dolores Garcia Sanchez e purtroppo non comprende la traduzione dallo spagnolo che, si dice, sarà gradualmente pubblicata sul sito www.filologiasarda.eu; io, per la verità, non l'ho trovata. Il romanzo non è certo del gusto odierno, incentrata su vicende amorose di nobili cortigiane, e la lingua utilizzata piuttosto forbita e, dunque, non facile. Ciò che interessa è, da quel che ho potuto vedere ad una prima scorza, che la storia è ambientata tra Cagliari e Madrid, con una descrizione geografica ed antropologica della nostra città, in particolare della cattedrale e del santuario di Bonaria e dei "nobili gentiluomini" che la popolano. Per gli amanti delle telenovelas! Colgo l'occasione per segnalare un'altra ottima pubblicazione dei medesimi di cui sopra, il "Breve di Villa di Chiesa", finalmente in un edizione tascabile e accessibile a tutte le tasche!!
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 15/04/2012 : 17:21:44
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| Messaggio di robur.q
..... romanzo barocco El Forastero di Jacinto Arnal de Bolea, pubblicato per la prima volta in Cagliari nel 1636..... Ciò che interessa è, da quel che ho potuto vedere ad una prima scorza, che la storia è ambientata tra Cagliari e Madrid, con una descrizione geografica ed antropologica della nostra città, in particolare della cattedrale e del santuario di Bonaria e dei "nobili gentiluomini" che la popolano. Per gli amanti delle telenovelas!
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Non dirmi che verrà fuori che il romanzo è la madre di tutte le telenovelas!!! Grazie per la ghiotta informazione: sono curiosissima di saperne di più, ad iniziare da Jacinto Arnal de Bolea: chi era???
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 15/04/2012 : 17:22:58
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Intanto tengo d'occhio www.filologiasarda.eu
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 15/04/2012 : 22:11:28
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| Adelasia ha scritto:
| Messaggio di robur.q
..... romanzo barocco El Forastero di Jacinto Arnal de Bolea, pubblicato per la prima volta in Cagliari nel 1636..... Ciò che interessa è, da quel che ho potuto vedere ad una prima scorza, che la storia è ambientata tra Cagliari e Madrid, con una descrizione geografica ed antropologica della nostra città, in particolare della cattedrale e del santuario di Bonaria e dei "nobili gentiluomini" che la popolano. Per gli amanti delle telenovelas!
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Non dirmi che verrà fuori che il romanzo è la madre di tutte le telenovelas!!! Grazie per la ghiotta informazione: sono curiosissima di saperne di più, ad iniziare da Jacinto Arnal de Bolea: chi era???
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Non si sa niente di questo signore se non che era segretario del Marchese di Villasor; potrebbe anche non essere nativo, ma certo era legato a Cagliari, dove pubblica.
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 17/04/2012 : 09:18:54
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Jacinto Arnal de Bolea.
Joaquin Arce lo definì una delle figure più importanti della letteratura sarda-spagnola, se non la migliore. Ignorato per tanto tempo sia dai contemporanei che, in tempi recenti, da Tola e Martini che non lo nominano nei loro dizionari e da Toda y Güell, che non fornisce alcun dato biografico, né un giudizio sulla sua produzione. Infine Francesco Alziator nella sua storia letteraria lo segnala, indicando che non vi è alcuna certezza che si tratti di un sardo. In base alle poche notizie che ci fornisce Arce sappiamo che nel 1635 ottenne un privilegio di nobiltà e che, secondo quanto è riportato nel frontespizio del romanzo, El Forastero, fu Primo Contabile dei conti dei beni di sua Maestà e segretario particolare del Marchese di Villasor.
Una piccola introduzione del Libro, in spagnolo, la traduzione era impossibile da leggere!!
En la mayor pompa de la primavera, en el mayor imperio de los campos, en el mayor lucimiento de las Selvas, en el mayor trono de las flores, en el mayor desperdicio de su fragrancia, Pórfido, y Iaspe hermosamente terços, davan luziente ardorno à varios, y capaces nichos, ocupados de bultos diferentes, con tan raro ingenio perfectos con tan diestra valentia pulidos, que la naturaleza, vencida del Arte, del Sinzel peregrino del artifice, atentamente advertida, si embidiosamente lastimada, hazia reparos justos en su admiracion, que con ultrajes tan violentos huviesen adquirido la vida, que les comunicò alma entonces; aunque disculpava tanto sufrimiento el considerarlos piedra ya más blanda al golpe de su fortuna, haviendo merecido la feliz, que confessavan, casi sensibles, con lenguas de marmor, y alabastro, solicitadores puntuales de la immortalidad, que negociaron clamantes, y adquirieron justificadas entre los siglos.
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Modificato da - Tharros in data 17/04/2012 09:19:28 |
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 17/04/2012 : 15:35:15
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| Tharros ha scritto:
Jacinto Arnal de Bolea.
Joaquin Arce lo definì una delle figure più importanti della letteratura sarda-spagnola, se non la migliore. Ignorato per tanto tempo sia dai contemporanei che, in tempi recenti, da Tola e Martini che non lo nominano nei loro dizionari e da Toda y Güell, che non fornisce alcun dato biografico, né un giudizio sulla sua produzione. Infine Francesco Alziator nella sua storia letteraria lo segnala, indicando che non vi è alcuna certezza che si tratti di un sardo. In base alle poche notizie che ci fornisce Arce sappiamo che nel 1635 ottenne un privilegio di nobiltà e che, secondo quanto è riportato nel frontespizio del romanzo, El Forastero, fu Primo Contabile dei conti dei beni di sua Maestà e segretario particolare del Marchese di Villasor.
Una piccola introduzione del Libro, in spagnolo, la traduzione era impossibile da leggere!!
En la mayor pompa de la primavera, en el mayor imperio de los campos, en el mayor lucimiento de las Selvas, en el mayor trono de las flores, en el mayor desperdicio de su fragrancia, Pórfido, y Iaspe hermosamente terços, davan luziente ardorno à varios, y capaces nichos, ocupados de bultos diferentes, con tan raro ingenio perfectos con tan diestra valentia pulidos, que la naturaleza, vencida del Arte, del Sinzel peregrino del artifice, atentamente advertida, si embidiosamente lastimada, hazia reparos justos en su admiracion, que con ultrajes tan violentos huviesen adquirido la vida, que les comunicò alma entonces; aunque disculpava tanto sufrimiento el considerarlos piedra ya más blanda al golpe de su fortuna, haviendo merecido la feliz, que confessavan, casi sensibles, con lenguas de marmor, y alabastro, solicitadores puntuales de la immortalidad, que negociaron clamantes, y adquirieron justificadas entre los siglos.
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HELP!!!!! Che dire.....barocco!!! Anche se a me il barocco spagnolo non mi spiace per niente.
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