Forum Sardegna - quarta parete ovvero isola o de limite
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Nota Bene: Pau - è un comune di poco più di 300 abitanti della provincia di Or, situato nell'area geografica denominata Alta Marmilla, sul versante occidentale del massiccio vulcanico del Monte Arci, noto come paese dell'ossidiana e nel territorio è presente il campeggio montano Sennixeddu.



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 quarta parete ovvero isola o de limite
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oltre i limiti

Utente Medio


Inserito il - 02/06/2009 : 22:50:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.è [giovanni]


posava il suo sguardo immobile
irraggiungibile finestra di ricordi sbucciati
arance mature negli alberi di natale e racconti rubati da fotogrammi ingialliti
lo stesso sorriso
la rabbia
e poi il fresco degli alberi
nei pranzi all’aperto fra le conifere tagliate dai graniti

puoi guardarlo all’infinito e puoi mostrarlo giovane
puoi stringergli la mano nel contare pieghe
alla ricerca di idee

posava il suo sapere accanto alla fontana
fresca acqua scalfita con i canini
fresca ragione irrompente in cammino interrogato
da una sirene
mezzogiorno rapito e offerto all’incanto e a prezzi da pagare
mezzogiorno veloce

puoi chiedergli il passo anche quando la polvere della strada
canta le ore mattutine
e odora di terra di mare

madre insisti come pietanza prelibata a chiamarlo figlio
a accarezzargli il respiro
a aspettarlo, tomba vuota
madre é l’ultima ora per tacere il suo nome
per nasconderlo
dono


[io, ancora lo cerco è oggi
fermo
di venti anni, remoto]









 Regione Lombardia  ~ Prov.: Milano  ~ Città: milano  ~  Messaggi: 132  ~  Membro dal: 17/03/2009  ~  Ultima visita: 10/01/2014 Torna all'inizio della Pagina

oltre i limiti

Utente Medio


Inserito il - 04/06/2009 : 14:16:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ultimo


vengo dall’inferno
urla
, urla con la voce dalla pelle consumata dalla salsedine e dalle tavole
travolte dai passi e dai marinai misti nel sangue
barbanera è la saliva dei naufraghi sepolti dalle onde
e nelle isole
scavate nel mare
aperto e rivoltato nel sentire
rombi di risacche e segni del destino

e li ti porterò








 Regione Lombardia  ~ Prov.: Milano  ~ Città: milano  ~  Messaggi: 132  ~  Membro dal: 17/03/2009  ~  Ultima visita: 10/01/2014 Torna all'inizio della Pagina

oltre i limiti

Utente Medio


Inserito il - 05/06/2009 : 20:17:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Milano - Africa
lettera aperta al presidente del consiglio

signor presidente, avrei preferito essere ricordato orbo e privo di una mano ,che trovare nei suoi pensieri, africano
assottigliato nell’essere fino a confondersi in insulto
i miei padri hanno attraversato il mare e hanno solcato il granito rosa, lisciandone il cavo rumore della risacca che spingeva in fondo
all’isola
vorrei essere chiamato africano e essere
buttato a mare come un rifiuto se, questa terra che ospita il mio esilio,
lo desiderasse per la sua salvezza
e per recuperare quel giallo delle onde di riso maturo, sano come la schiena rotta di mia madre
in cinta
e con la gobba - mio fratello a scalfire l’aria e a contare i chicchi di memoria-
signor presidente avrei preferito dimenticare i significati delle parole
la posizione del soggetto e del
predicato
avrei preferito una scatola con le sola ossa di mio nonno servitore di un re e di mio padre
le cui mani hanno piegato terre e viti, ammansendole per produrre vino e il suo piacere
avrei preferito non sapere della mortificazione di mia madre
se tutto ciò fosse servito a aumentare la gloria e il sole che milano offre a mandrie pasciute
ma non capisco la ragione,le sue, del ritenere che Africa conti meno dello sporco che pulisco
e
il lavoro, maledetto,é ridotto a ineluttabile destino
signor presidente mi dispiace che lei sia stato disturbato nei suoi passi
da uomini che ricordano la notte e futuro segnato dal latrato
dal canto mio
signor presidente
potrei cercare nel sangue che fu di mio padre la forza per spezzare la mia vita e togliere
dal suo orizzonte i dubbi di altre realtà
e offrirle vergine
immortalità
ma
nella certa notte
signor presidente, se milano non riesce a essere Milanese
come può essere Africa!








Modificato da - oltre i limiti in data 05/06/2009 20:22:18

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oltre i limiti

Utente Medio


Inserito il - 08/06/2009 : 21:28:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
canto a bocca chiusa


la rivoluzione fu spalmata
sanguinaccio dolce di vittorie perse
e cambiamenti sotterranei per garantire feci abbondanti
ci potremmo fermare
osservare il dubbio che nel momento di defecare, il potente, proietta
sotto ombra dal sapore di mirto e rosmarino
ombra muta
isola
che accoglie nella paura, uno straniero portato dal mare
ho invidiato il vento
modellato nei cespugli di uddastru, lioni e occhicaprina
lacati a signu e tulmentu
ho implorato il sole che, scuotendo teste di caprone e belare di aratro,
amasse la terra per ricoprirla di fiori di asfodelo
lucido pensiero
di suoni spezzati dai rami della domenica di palme
avrò la mia pasqua?

[la rivoluzione é spalmata
borghesia unta e sorriso di comunicatore]








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oltre i limiti

Utente Medio


Inserito il - 11/06/2009 : 13:57:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


kos-mos

ha vinto la corsa campestre facendosi portare in spalle da un nano

veloce nell’abbeverare

la responsabilità

si può responsabilmente costruire una stanza, una casa, immaginandola luogo che nel proteggere la coscienza del sé la immergesse, nello stesso tempo, in liquido, per toglierne il più piccolo residuo di gravità nella convenienza e nella referente reincarnazione in se stessi?

si può responsabilmente costruire una natura che vada contro la natura stessa sottraendone la dipendenza e il destino, in cambio della certezza della morte programmata in simbiosi con l’estinzione del limite?

ognuno di noi muore tutti i giorni, scrive Proust, e si muore perché la morte ci muore accanto oppure perché della morte non percepiamo l’esistenza, e ogni giorno le offriamo scarpe nuove lucide e ben curate?

non potrà essere l’acre odore dell’urina a invocarne la presenza o l’urlo. ma il suo contrario, l’ottimismo misto al si può fare al miscuglio di idiomi simile a babele racchiusa in isola deserta.
ho misurato le mie pause e le ho scambiate con altrettanti oceani, ho chiesto alle mie impronte di disperdere l’identità per ricavarne silenzio

poi

…un piccolo aereo sfondò il cranio a un cervello di serie, sepolto, fin dalla nascita, in azioni ripetute in sondaggi e previste in probabilistiche scansie di casuale percezione originale, di comuni comportamenti progettati dal daltonico di turno.

misi in vendita il mio cervello per ricavarne biada per i cavalli e eccezioni per le regole,
l’aereo proseguì la corsa per mostrare la causalità del desiderio, minutamente ricoperto di terra ocra per ricavarne tempra differenziata come katana affilata e sibilante.

si può responsabilmente promuovere leggi che garantiscano pari responsabilità con l’ausilio di una macchina, imparziale e priva di occhi, che leggendo segni simili a impronte digitali lambisca segretezza e sicurezza, cioè nascondere la mano lanciata insieme al sasso








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oltre i limiti

Utente Medio


Inserito il - 12/06/2009 : 12:15:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
lo chiamava -illeader- per amicizia


guardava i bottoni finemente filigranati
in argento
li chiamava per nome come fossero le dita a indagare energie depositate
in colori
li chiamava per nome per stabilire una distanza precisa come le sette sorelle
o la piazza di tarragona o barcino

le parole biascicate mostravano il rumore dei cardini non oliati

cardini di tende da invasione
lui era dei luoghi una decalcomania parlante
enigmatico appellativo
eccellenza
attribuito in gesto automatico dalle conseguenze estreme, come la ghigliottina o la fucilazione
oppure un breve taglio della lingua
una locomotiva, un merlo e un canto, sabbia, privo di regole del riconoscere
e parole d’ordine
erano gli inni
intonati
ognuno per l’occasione giusta:
-amico-
amico, ripetuto a cadenza regolare , ripetuto, superlativo
in privato si scambiavano i peli di figa, collezionati per noia
per mostrarsi potenti come terre ricoperte di asfodeli
amico, il mio amico
costruiremo un nuovo mare circonciso, privato dei connotati e dell’asilo
così si potrà dare libero sfogo a iniziative popolari
e mostrale in arene a popolo acclamante

mangiai la vernice rossa per colorare il sangue delle minorità
minorità considerate perdenti per non ammettere, per se stessi, il punto di vista edulcorato
percentuali promosse sul campo da popoli desiderosi di un condottiero
che immaginasse
la morte come medicina necessaria per costruire autostrade e ponti
morte da ammansire con effige e fotografie estromesse dai fatti
fatti liquidati come ordigni antiuomo
-chiedetemi perdono e acclamatemi
sono il crocifisso nel simbolo e nell’appartenenza-

rubai le parole alla sibilla e le annodai per declamarle temporalmente
imparai a memoria il mio nome recitato al contrario
incontrandolo avrei potuto riconoscermi

guardava i bottoni come tacche a segnare conquiste








Modificato da - oltre i limiti in data 12/06/2009 12:20:21

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Giuseppe Aricò

Utente Medio


Inserito il - 13/06/2009 : 01:01:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Giuseppe Aricò Invia a Giuseppe Aricò un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dici cose di grande interesse; mi occorre altro tempo per leggere con la calma dovuta... Ritornerò presto








  Firma di Giuseppe Aricò 
Non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà.......

 Regione Piemonte  ~ Prov.: Torino  ~ Città: Scalenghe  ~  Messaggi: 396  ~  Membro dal: 26/08/2008  ~  Ultima visita: 23/05/2019 Torna all'inizio della Pagina

oltre i limiti

Utente Medio


Inserito il - 15/06/2009 : 10:24:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
delle catastrofi naturali
-dal diluvio universale a oggi-


so’ ciavani sbambiati
senza pruvettu


l’acqua li restituì nudi
come carne della carne
sudata per il sonno
era notte, notte di sogni permanenti
acqua
restituì acqua, pulita dai peccati e dai pensieri del poi
pulì i ricordi e un paese

una vecchia, cammino da percorrere, non calpestò la terra dagli avi
non si lamentò
terribile il tuono della promessa
mentre i supermercati si riempivano della sapienza
merce edulcorata e volontà arrostita nelle merende napoletane

un leone passo fra la folla
muto prese ciò che era rimasto per non lasciare tracce
il monumento si trasformò in cadavere ignoto
rana da mangiare con le ossa

so ciavani sbambiati senza pruvettu
lo ripeteva come sospiro ingrato nel ritrovarsi
ultima
per ritrovarsi sola
a benedire terra mostrata limite








Modificato da - oltre i limiti in data 15/06/2009 10:27:54

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Utente Medio


Inserito il - 15/06/2009 : 10:29:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
grazie Aricò,
ti aspetto
r








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Utente Medio


Inserito il - 27/06/2009 : 17:40:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
b dormiva normalmente in maniche di camicia
e sulla testa portava una retina scura
[mio zio dormiva come un monarca rigido nei suoi baffi incollati di pece]+ [unpaiodiscarpe]
nero come achille nell’atto di sfoggiare il tallone corazzato
b dormiva assaporando la veglia
il potere
i calzini passati in padella
che ascoltano le storielle di prima mano
capovolte
imposte sguardo rivolto verso il masso
e le piramidi
b appare scale che scendono
potere non disponibile
in asse ereditario
b regnava








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Inserito il - 28/06/2009 : 10:28:20  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
“il naso sentiva odori non ancora deflagrati come respiri di nutrie scappate da colli di signore anziane
infreddolite per l’aria condizionata troppo fredda
aspettavano il principe azzurro dagl’incisivi d’oro“

ho estratto queste parole da un libro che non ho ancora scritto per incatenare l’oblio
ai suoni del quotidiano, alle poesie scritte e non ancora pubblicate in libri-rossi da sventolare come pensieri miei

le armenti brucavano per riconoscere il tramonto e le mani del mungitore
pagine di un declamatore immusonito
cantami o diva e porgi la mia mano alla sposa gravida
io assisterò al mio declino ridotto a rugiada di belledinotte








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Inserito il - 10/07/2009 : 14:05:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
capo testa

incominciò con separare le note di un chiaro di luna e una sgorbia
adagio
allineò le scarpe fra i pezzi di una scacchiera
pelle nera e una religione
rito dall’odore di preghiere dal sapore gutturale
incominciai con le note di uno storpio rumoroso
in attesa di un secolo nuovo
la scogliera esigeva sguardo e l’isola soffriva come madre, privata della sua voce,
sgorbia clemente e un coltello per innesti
per distanze misurate con i passi e il calare di un giorno
un solo colore
l’acqua

a forare la terra









Modificato da - oltre i limiti in data 10/07/2009 14:06:24

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Utente Medio


Inserito il - 12/07/2009 : 20:03:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
raccoglieva le parole
,
mostre di porte per atri
raccoglieva colori per sentirsi libero
sbagliava
nutriva la sua ombra per non farla apparire trasparente
svago di un nero scappato per le troppe persecuzioni
raccoglieva le parole
le allineava
senza farle incastrare
le allineava per sentirne l’odore
vuoto
serpente illuminato nelle sua squame sotto il cielo stellato
occhi che guardano limite

gli mancavano due anni alla pensione
usciva
raccoglieva le parole e le masticava come tabacco
per poi sputarle
odore di mare








Modificato da - oltre i limiti in data 12/07/2009 20:04:37

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Utente Medio


Inserito il - 15/07/2009 : 23:53:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
PRIMA


vorrei aver sentito gli ultimi respiri di mio padre
strappargli il cuore nel momento del suo battito
ultimo
infilare dita nel suo naso
o leccargli la mano
dal sapore della terra

vedere i suoi semi crescere tradotti in quattro lingue come i cantoni svizzeri
vedere il suo sesso
delle notti estive, il sesso della ragione
della sua istintiva presenza alla soglia del sole
vorrei poterlo riconoscere ,padre, nel profilo immobile mentre cerca la mani di mio nonno
le sue labbra che hanno bevuto vino

vorrei aver sentito i respiri mobili di mio padre per poter conoscere
tramonto prima del giorno nuovo









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Inserito il - 19/07/2009 : 18:52:01  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di oltre i limiti Invia a oltre i limiti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
[inesistente]

[isola
è un momentaneo lamento, un orlo
un ritorno alla deriva
l’isola ha nel pensiero le radici e ne cambia i suoni
per mostrarsi deserto
sipario che cerca movimento per staccarsi dal fondo
segna
solchi di pelle
munta dal lavoro e dalla terra per il troppo partorire

vorrei uccidere qualcuno senza provare dolore
vorrei uccidere per suprema estinzione di me stesso
per dare a dio l’inesistenza
innominabile e gravida
.

non si può conoscere
l’isola
non la si può afferrare
ridurla in catapulta ]








Modificato da - oltre i limiti in data 19/07/2009 19:00:48

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