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Nota Bene: Capoterra Era il 1655, il barone Gerolamo Torrellas metteva a disposizione parte del suo feudo per la nascita di un nuovo paese che ne avrebbe accresciuto il valore socio-economico. Dopo un anno si contavano nel piccolo villaggio 7 famiglie, ogni famiglia veniva conteggiata per un numero medio di 4 persone per cui possiamo considerare che la villa di Sant’Efisio (attuale Capoterra) poteva essere abitata da circa 28-30 persone. Possiamo notare da un censimento effettuato 22 anni dopo cioè nel 1678 le famiglie erano 39 per una popolazione di 156 persone.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
enoch Inserito il - 23/08/2012 : 19:41:41
Allora, è il mio primo topic quindi speriamo di non fare gaffe. Ho dato una bella spulciata in giro per il forum e non ho trovato nulla di simile.
Ho un certo progetto in mente, più una passione personale che altro, e il primo passo consiste nel recuperare i nomi in sardo delle parti del corpo, ad iniziare da una morfologia generale per passare poi ad apparati e sistemi (e quindi i rispettivi organi).
Essendo logudorese faccio riferimento a questo idioma, ma rimango aperto ad ogni possibile variante.
Quindi, partendo dalla morfologia generale, la testa e le sue parti, il tronco e, per finire, arti con articolazioni annesse. (insomma, l'esterno)
Molti nomi li conosco (vivo a Roma, ma fino a 26 anni ho vissuto in Sardegna e parlato correntemente il sardo) ma non li specifico in modo da confrontarmi con le vostre risposte.
Spero possiate aiutarmi.
Anticipo un ringraziamento per ogni vostra eventuale partecipazione.
Enoch
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
fruttino Inserito il - 11/09/2012 : 21:11:09
Mafalda ha scritto:

ok, lo ammetto, non ho un contributo vero da dare.
Famiglia mista con gente "continentale" ....Traslochi frequenti e altrettanto frequenti azzeramenti completi del mio vocabolario (scarso) acquisito con i compagni di scuola (avete un'idea dello shock culturale nello scoprire che quel che io chiamavo macittu - gatto - era diventato improvvisamente pisittu?)
Insomma, quando inizi a sbagliare e confondi zurrundeddu e sinzimurreddu (pipistrelli tutt'e due) getti la spugna.

Sto riscoprendo cose vocaboli che pensavo di avere cancellato definitivamente! Che bellezza!
Spero di non mischiare di nuovo tutto

Dunque, era solo per dirvi grazie mille!

Rita Niffoi Inserito il - 08/09/2012 : 16:52:32
Grazie Gona' della precisazione!
Gonariu Inserito il - 06/09/2012 : 00:19:14
Ciò che volevo dire a proposito del battesimo da eseguirsi quanto prima non è per le feste o per l'alta mortalità infantile; non so se tu abbia letto i libri di quel grande esorcista che sta a Roma, il padre Gabriele Amorth. Ci sono dei casi di possessioni demoniache di bambini nei quali il demonio è entrato in loro prima che fossero battezzati, e quando si tenta di mandarlo via, obbietta che quel bambino è suo perché è arrivato prima lui. Il battesimo oltre a imprimere il carattere, ha nel suo rito anche un esorcismo. Ti sembrerò medievale, ma Giovanni Paolo II aveva detto che chi non crede al demonio non crede al Vangelo! Non volevo trattare qui questa questione in quanto in questo forum si parla di tutt'altro, ma il tuo ultimo post mi ha spinto a fare questa precisazione!
Rita Niffoi Inserito il - 05/09/2012 : 17:38:58
Si, fra compari è usanza ancora attuale darsi del voi. Quando ci si recava dai padrini prescelti, in effetti si chiedeva: A noll'achides sa caridade de battisciare su pitzinnu? Gona', credo che sia un discorso di moderno consumismo, più che una questione teologica: al giorno d'oggi il battesimo, la prima comunione, la cresima, il matrimonio, spesso sono visti come occasioni per feste enormi, con centinaia di invitati, il senso reale del Sacramento forse sfugge un po'... Chentu concas, chentu berrittas! Certo l'usanza del battesimo al 5° giorno di vita era spiegata dall'alta mortalità infantile e sarebbe un po' difficile e neanche molto opportuna da reintrodurre. Comunque da noi esiste anche un'altra usanza, anche se non da tutti mantenuta: per la prima uscita del piccolo, si va prima in chiesa, poi dai nonni.
Gonariu Inserito il - 04/09/2012 : 01:26:01
Nel modo di fare che c'era tempo fa, i bambini venivano battezzati quanto prima possibile anche a causa dell'alta mortalità infantile ( si riteneva che i bambini morti senza battesimo non potessero entrare in Paradiso ma andassero nel limbo, poi la Chiesa Cattolica ha rivisto questa sua posizione teologica). Io comunque preferisco l'uso antico e non sono d'accordo che un bambino sia battezzato dopo un anno dalla nascita come si fa adesso. Siccome in questo forum non si trattano questioni teologiche, chi ne vuol parlare com me mi scriva privatamente.
Tzinnigas Inserito il - 03/09/2012 : 19:19:24
Si, il neonato veniva battezzato ai 5 giorni ( io sono nato il 1° febbraio e battezzato il 5 ) La mamma non partecipava al battesimo e la sua prima uscita dopo il parto era per andare in chiesa per il rito della purificazione (incresiai).
I genitori del battezzato diventavano compari (così si chiamavano tra genitori e padrini, dandosi del "voi", in segno di rispetto reciproco; il papà di una mia figlioccia, più anziano di me, ancor oggi mi chiama Goppai e mi da' del "voi") e venivano ringraziati con le parole: "Deus si paghit sa caritadi chi si eis fattu".
Rita Niffoi Inserito il - 03/09/2012 : 17:46:59
Anche nei vostri paesi in passato era usanza battezzare il neonato a 5 giorni di vita? Il piccolo veniva portato in chiesa dai padrini; la mamma rimaneva a casa e al rientro dalla cerimonia c'era un invito, su cùmbidu.
Da noi la levatrice aveva l'appellativo di Dona, ma non vado molto in là nel tempo, quindi non conosco il ruolo sociale di questa figura professionale nei secoli precedenti: certamente, però, se altrove veniva scelta come madrina di battesimo vuol dire che era figura stimata e rispettata.
Tzinnigas Inserito il - 02/09/2012 : 21:42:09
Al mio paese Zia Teresica ha fatto nascere pressochè tutti i bambini nell'arco di 20 anni e più (a casa mia ne ha fatti nascere 5) e per rispetto veniva chiamata con rispetto "gommai" da tutte le donne e uomini di una certa età.
CodicediSorres Inserito il - 02/09/2012 : 21:04:45
Secondo me la professione della levatrice nella Sardegna dei secoli scorsi non era in generale una figura poco apprezzata. Infatti ho notato che molto spesso, specie in certi periodi, la levatrice veniva scelta come madrina di battesimo del bimbo o bimba che aveva aiutato a venire alla luce. E non mi riferisco ai battesimi di "emergenza" impartiti per immediato pericolo di vita. Mi riferisco proprio alla cerimonia del battesimo, che in genere si svolgeva alcuni giorni o addirittura settimane dopo il giorno della nascita, alla presenza di due testimoni (padrini e /o madrine).
Per esempio io per il periodo tra 1850 e 1890 ho notato nei registri di battesimo (Q.L.) di Cagliari vari nomi e cognomi di madrine ricorrenti nei vari atti di battesimo, alcune volte anche in quelli di mio interesse. E chiedendo informazioni a riguardo a altre persone ho capito che erano levatrici scelte come madrine di battesimo, insieme ovviamente ad altro padrino o madrina (che in genere avevano legami di parentela o di amicizia con i parenti dei nuovi nati).
A Cagliari nel citato periodo le madrine levatrici più "quotate", più presenti, si chiamavano una Maria Stella, e l'altra Aramu (non ricordo il nome).
Se veramente fosse esistito un pregiudizio o comunque una opinione negativa relativamente alle levatrici, non penso sarebbero state scelte così frequentemente come madrine (in tutti i ceti economici e professionali).
robur.q Inserito il - 02/09/2012 : 20:42:35
Rita Niffoi ha scritto:

Grazie, lo cercherò! La storia della medicina è interessante, voglio anche provare a vedere se trovo qualcosa sulla professione della levatrice nei secoli scorsi, per appurare se anche in Sardegna era considerata una figura poco apprezzata come in molti altri luoghi.

Chissà perchè: forse perchè lo facevano "is bruscias" , le streghe o maliarde? Forse c'è un legame. Questo testo invece è impostato in maniera scientifica ma mi sembra di ricordare (lo lessi molti anni fa) che l'autore facesse qualche riferimento critico a credenze tradizionali.
Rita Niffoi Inserito il - 02/09/2012 : 17:32:58
Grazie, lo cercherò! La storia della medicina è interessante, voglio anche provare a vedere se trovo qualcosa sulla professione della levatrice nei secoli scorsi, per appurare se anche in Sardegna era considerata una figura poco apprezzata come in molti altri luoghi.
robur.q Inserito il - 01/09/2012 : 19:24:41
Credo di si: quello che ho io è una ristampa anastatica relativamente recente.
http://opac.regione.sardegna.it/SebinaOpac/Opac
Lo trovi in

AIDOMAGGIORE_Biblioteca comunale, ARMUNGIA_Biblioteca comunale, CAGLIARI_Biblioteca Archivio di Stato, CAGLIARI_Biblioteca comunale generale e Studi Sardi, CAGLIARI_Biblioteca comunale Pirri, CAGLIARI_Biblioteca Dante Alighieri/Scienze umane, CAGLIARI_Biblioteca Regionale, CAGLIARI_Biblioteca universitaria, DOMUSNOVAS_Biblioteca comunale, ESCALAPLANO_Biblioteca comunale, GHILARZA_Biblioteca comunale, GIBA_Biblioteca comunale, MILIS_Biblioteca comunale, MOGORO_Biblioteca comunale, NUORO_Biblioteca Consorzio 'Sebastiano Satta', ORISTANO_Biblioteca comunale, PAULILATINO_Biblioteca comunale, SAN VERO MILIS_Biblioteca comunale, SELARGIUS_Biblioteca comunale, SORGONO_Biblioteca comunale centrosistema Barbagia Mandrolisai, ULA TIRSO_Biblioteca comunale
Rita Niffoi Inserito il - 01/09/2012 : 17:42:46
Si puo trovare il testo di ostetricia? Anche se ho dei dubbi sulla mia interpretazione del sardo-campidanese...
robur.q Inserito il - 01/09/2012 : 09:05:37
Rita Niffoi ha scritto:

Siamo sugli organi interni, a quanto ho capito! Bocca: vucca; faringe: galàiu, gurguzu; stomaco: istòmacu; intestino: istintina; fegato: ìcadu; milza: ispiene; pancreas: carresapia; vescica: ambisuca (che, curiosamente, è anche il nome della sanguisuga, che sicuramente in passato doveva essere sambisuca); cuore: coro; polmone: ciumone. Ma Enoch, hai per caso intenzione di scrivere un vocabolario?
Ah, dimenticavo: pistiddhu secondo me è il midollo allungato, che rimane esposto alla base del collo se si porta in avanti il capo, tanto che ispistiddhare significa uccidere con un colpo secco diretto in quel punto preciso; uddha è la vagina, chiamata anche su cunnu (accunnàu: giù di tono, depresso, come amminchionàu, naturalmente ambedue usati come termini volgari, ma di ampio uso)

Cunnu è in effetti la vagina, sa udda in realtà è sa budda e indica qualsiasi "tubo" interno, soprattutto l'intestino ma anche, volgarmente, la vagina.
Esiste un'interessante pubblicazione del 1827 del medico Efis Nonnis intitolata: Brevis lezionis de ostetricia de is levadoras de su regnu" in sardo campidanese, dove il medico cerca di familiarizzare is levadoras coi termini medici latini traducendoli in sardo popolare. E' un interessantissimo tentativo di creare una termonologia sarda "scientifica" nel campo medico in questione.
Le parole cunnu e 'udda non compaiono
Rita Niffoi Inserito il - 31/08/2012 : 18:43:33
Come medico, trovo utilissimo parlare in limba, certo soprattutto con gli anziani (anche se il mio campo specifico è la pediatria), c'è maggiore chiarezza ed empatia. Alcuni sostengono che si perde in carisma e professionalità, ma non sono per niente d'accordo, in quanto la comunicazione in medicina è basilare, c'è poco da fare! Anche a me capitano episodi divertenti diciamo di assestamento linguistico, per esempio: sono accatarrato (raffreddato), ho la pressione (sono iperteso) e così via.

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