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Nota Bene: Scrinia Sacra è un museo d’arte sacra realizzato a Guasila presso le ex carceri mandamentali in pieno centro storico. Le opere, molte delle quali in oro ed in argento e altri materiali preziosi, sono esposte in ordine cronologico (dal XVI al XX secolo) lungo un percorso di sei ambienti tematici che raccolgono un’importante collezione di oggetti liturgici, devozionali e paramenti sacri provenienti sia dalla parrocchiale della Vergine Assunta che dalle altre chiese guasilesi.



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 Quale "die de sa Sardigna"???

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Adelasia Inserito il - 27/04/2011 : 19:50:49
<<La giornata del 28 aprile (1794) se poteva essere un motivo di unione per tutti i Sardi, segnò invece l’inizio delle discordie interne e delle rivalità municipali...La cacciata dei Piemontesi avrebbe assunto veramente il carattere rivoluzionario di “vespro sardo” solo se fosse valsa a rivendicare in positivo la secolare autonomia dell’Isola di fronte all’invadenza di elementi stranieri e se il popolo che ne era stato protagonista fosse stato consapevole di ciò che poteva significare l’affrancamento da un governo indubbiamente dispotici e prevaricatore. Gli ispiratori della rivolta della sommossa erano invece animati unicamente dall’ambizione di guadagnare i posti privilegiati lasciati vacanti da funzionari estromessi……>>

Da “La Sardegna sabauda nel Settecento” di Carlino Sole, Sassari, Ed Chiarella , 1984

5   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
robur.q Inserito il - 23/04/2012 : 21:13:36
Adelasia ha scritto:


Sarà perché subisco le influenze di tali tesi, sarà perché avrei volentieri festeggiato un bagno fuori stagione (con zattera inclusa e bussola rivolta al nord) del nuovo vicerè Vivalda, purtroppo accolto a Cagliari con tanto di festeggiamenti e banchetti appena pochi mesi dopo (quanto si dice che tutto finisce a tarallucci e vini…..) o dell’ipocondriaco re Carlo Emanule IV , che in Sardegna trovò un comodo rifugio qualche anno dopo, sarà perché altri eventi a mio parere ci appartengono di più, ma….questa “die de sa Sardigna”, normata nel 1993, non la sento proprio!

Quale potrebbe essere una die della nostra storia, una ricorrenza da ricordare , una davvero condivisa e rappresentativa pro sa Sardigna???


L'unica proposta che avrebbe questi requisiti è la data di istituzione della Regione Autonoma.
Il punto è che è profondamente sbagliato dal punto di vista scientifico e demagogico dal punto di vista politico caricare il passato di significati odierni. E tanto più si va nel passato tanto più si persevera nel peccato.
L'attribuzione de "sa die de sa Sardigna" (chissà perchè poi "sa die" e non "sa di" ) al 28 aprile è da interpretare simbolicamente nella richiesta da parte dei al sovrano (il re sabaudo o...il popolo italiano ) del rispetto degli accordi presi l'uno con l'altro. Il Regno di Sardegna, quello creato dagli odiatissimi aragonesi (che poi odiatissimi non erano affatto) era uno stato pattizio: i rappresentanti del popolo sardo (inteso non certo secondo le moderne democrazie a suffragio universale) chiedeva graziosamente al sovrano alcune decisioni all'interno del potere esecutivo e di quello legislativo (per esempio la costruzioni delle torri costiere o l'istituzione delle università ma anche attribuzioni di stipendi statali) e in cambio versava il "donativo", cioè soldi. Se non c'era l'accordo, nisba, niente soldi!! E il re non aveva il potere di esigere un donativo diverso, restava in vigore quello precedente. Altro che "oppressiva pressione fiscale spagnola", tutte stupidaggini inventate dagli storici filosabaudi! I Savoia, pur di non convocare le cortes, aliene alla loro mentalità assolutista, non pretesero mai la modifica del donativo. L'insurrezione si ebbe perchè la nobiltà sarda, soprattutto la piccola nobiltà, si vedeva estromessa dagli incarichi che le erano precedentemente attribuiti, e che ora venivano sempre più spesso dati a funzionari più vicini alla corte di Torino. Insomma, una normale lotta di potere, capitata però quando nasceva l'età contemporanea. E, come si sa bene in Sardegna, quando si appicca il fuoco, non si sa mai quando si ferma. Quando le classi medio alte della società sarda cominciarono a sentire odore di giacobini, innestarono velocemente la retromarcia, tutti, sassaresi e cagliaritani! Queste storie di campanilismo sono balle sostanzialmente: al momento opportuno tutti i nobili e i ricchi furono uniti come una falange. Quindi in effetti il 28 aprile non avvenne alcuna insurrezione contro il sovrano che non rispettava la Costituzione del Regno, si autoconvocarono le cortes (per la prima volta) scimiottando gli stati generali, ma per paura del "terrore" (paura che aveva un suo sanguinoso fondamento), si passò direttamente alla Restaurazione, senza nemmeno passare per Termidoro.
Se poi, come alcuni vogliono, si cercasse nelle vicende arborensi una data "nazionalitaria", si trasfonderebbe semplicemente una ormai antica ideologia ottocentesca nel medio evo, cosa evidentemente assurda: gli Arborea lottavano per conservare il proprio potere, non certo per istituire una libera e democratica Repubblica Sardisca (come recita la Carta de Logu): mettere in discussione la legittimità della sovranità degli Aragona, sarebbe stato come mettere in discussione la propria; nel medio evo la sovranità, teoricamente, apparteneva o a Cesare o a Dio, all'Imperatore dei Romani "medioevali" o al Papa, non erano neppure immaginabili teorie differenti se si aspirava ad un potere legittimato (la realtà era poi altra cosa ).
Adelasia Inserito il - 19/04/2012 : 23:23:02
Qualcuno ha qualche nuova proposta???
lucio Inserito il - 04/05/2011 : 21:52:26
Adelasia, hai perfettamente ragione! Non sono uno storico e non saprei di sicuro cosa andrebbe meglio: forse qualche data in cui gli Arborea si distinsero nella lotta agli aragonesi?
gallosu Inserito il - 28/04/2011 : 11:49:19
Messaggio di Adelasia

<<La giornata del 28 aprile (1794) se poteva essere un motivo di unione per tutti i Sardi, segnò invece l’inizio delle discordie interne e delle rivalità municipali...La cacciata dei Piemontesi avrebbe assunto veramente il carattere rivoluzionario di “vespro sardo” solo se fosse valsa a rivendicare in positivo la secolare autonomia dell’Isola di fronte all’invadenza di elementi stranieri e se il popolo che ne era stato protagonista fosse stato consapevole di ciò che poteva significare l’affrancamento da un governo indubbiamente dispotici e prevaricatore. Gli ispiratori della rivolta della sommossa erano invece animati unicamente dall’ambizione di guadagnare i posti privilegiati lasciati vacanti da funzionari estromessi……>>

Da “La Sardegna sabauda nel Settecento” di Carlino Sole, Sassari, Ed Chiarella , 1984



Quoto in toto.

Adelasia Inserito il - 27/04/2011 : 19:53:20

Sarà perché subisco le influenze di tali tesi, sarà perché avrei volentieri festeggiato un bagno fuori stagione (con zattera inclusa e bussola rivolta al nord) del nuovo vicerè Vivalda, purtroppo accolto a Cagliari con tanto di festeggiamenti e banchetti appena pochi mesi dopo (quanto si dice che tutto finisce a tarallucci e vini…..) o dell’ipocondriaco re Carlo Emanule IV , che in Sardegna trovò un comodo rifugio qualche anno dopo, sarà perché altri eventi a mio parere ci appartengono di più, ma….questa “die de sa Sardigna”, normata nel 1993, non la sento proprio!

Quale potrebbe essere una die della nostra storia, una ricorrenza da ricordare , una davvero condivisa e rappresentativa pro sa Sardigna???

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