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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
DedaloNur Inserito il - 12/11/2009 : 13:46:18
Quanto erano sviluppate l'agricoltura, la pesca, l'allevamento, dei Nuragici?

io credo sia un altra di quelle "domande impossibili", che la sfinge nuragica ama porci. Ma poichè sul numero dei nuragici s'imbastiscono teorie dai piedi d'argilla, sia di stampo ottimistico, che pessimistico, occorre chiedersi cosa si possa dire di più scientifico possibile al riguardo.

male che vada si fisseranno dei paletti su ciò che si può dire,perchè almeno è ragionevole. e ciò che non si può dire, perchè troppo incerto.

Quanto è potenzialmente produttivo il territorio sardo e quanto fu sfruttato dai Sardi?

Cosa possiamo dire delle tecniche di allevamento, di pesca, e agricole, della Sardegna nuragica?
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
DedaloNur Inserito il - 31/03/2010 : 14:14:08
Paleodieta di un gruppo umano di Età Nuragica proveniente dal sito di Su Fraigu (Cagliari)
Fulvio Bartoli
Unità di Antropologia, Dipartimento di Biologia, Università di Pisa

Il presente contributo riguarda le indagini paleonutrizionali eseguite su un campione di 59 individui provenienti dal sito del Bronzo Finale di Su Fraigu (Ca), nel contesto culturale della cosiddetta civiltà Nuragica. La ricerca, condotta nel Laboratorio di Paleonutrizione del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, è mirata all’analisi degli elementi in traccia tramite Spettroscopia ad Assorbimento Atomico.
Gli elementi indagati sono stati: Calcio, Stronzio, Magnesio, Zinco e Rame. Il Calcio, elemento maggioritario espresso in mg/g, viene preso in considerazione in quanto costituente fondamentale dello scheletro; la sua funzione principale è quella di veicolare gli altri elementi al fine di standardizzare i valori riducendo eventuali contaminanti diagenetici. Stronzio e Magnesio indicano una dieta basata su apporti principalmente vegetali e/o cerealicoli; Zinco e Rame indicano in prevalenza il consumo di proteine di origine animale quali carne, latte e/o derivati. Stronzio e Rame sono inoltre correlati all’assunzione di pesci di piccola taglia e molluschi. I rapporti Sr/Ca e Zn/Ca nel campione umano vengono messi a confronto con quelli di erbivori e carnivori vissuti nello stesso sito. Questa procedura, denominata "correzione col sito", ci permette di confrontare i nostri dati con quelli di altri gruppi sincroni, diacronici ed eterotopici.
Gli alti valori di Stronzio sembrano indicare un’economia prevalentemente agricola, senza sottovalutare il ruolo svolto dalla pesca; ipotesi quest’ultima che trova supporto nell’ubicazione del sito e nell’importanza della navigazione nell’economia nuragica.
I valori tendenzialmente bassi di Magnesio non indicano necessariamente un esiguo apporto cerealicolo, in quanto questo elemento può subire perdite sia a causa di processi diagenetici, che in seguito a molitura dei cereali. Per meglio valutare l’entità di eventuali fenomeni diagenetici sarebbe necessario effettuare ed analizzare un’ampia campionatura di terreno all’interno e all’esterno delle sepolture.
I valori medio-alti di Zinco attestano un buon apporto proteico, probabilmente correlato all’assunzione di prodotti delle attività pastorali e venatorie.
Le concentrazioni medio-basse di Rame sembrano derivare più da un consumo di molluschi marini e/o terrestri che dall’assunzione di particolari cibi carnei.

robur.q Inserito il - 20/02/2010 : 13:48:26
forse qualcuno si domandava come is antigus conservavano le granaglie:
questo è un silo fotografato al museo del cestino a Castelsardo

.machiavelli. Inserito il - 01/01/2010 : 19:07:44
...e delle anfore per trasportarlo.
DedaloNur Inserito il - 01/01/2010 : 12:21:14
ciao a tutti....... e..........dopo aver mandato al diavolo il 2009 con tutte le sue disgrazie... auguri per un felice e prospero 2010.....

Robur io ho letto da poco inun forum....di ami per la pesca nuragici....se ricordo bene ne parlò un archeologo....purtroppo in questo momento non riesco a far mente locale...sono ancora annebbiato.... però ricordo vagamente che dicesse che "di questi ami non è riuscito a prendere visione..." ovvero come tante altre cose non sono "pubblicati".....

per la marineria commerciale ricordiamoci .....del vino...
.machiavelli. Inserito il - 01/01/2010 : 10:17:08
La pesca d'altura a mio parere era praticata. Il ritrovamento di vertebre di pesci (resti di pasto) simili a tonni è documentato in alcuni siti. La marineria sarda era una delle poche ad avere attraversato il Mediterraneo per il commercio dell'ossidiana e quelle stesse rotte (per Francia, Spagna, Liguria, Toscana e Sicilia) possono aver costituito la base per organizzare punti di approdo per viaggi più lunghi. Non avevano certo difficoltà a catturare qualche grosso pesce visto che era sufficiente una rete!
La marineria commerciale nel Mediterraneo è dimostrabile almeno dal VIII Millennio a.C., e chi viaggiava per mare certamente aveva l'opportunità di conoscere le coste e i punti d'acqua dolce presenti lungo le coste. La Sardegna e le altre isole costituivano certamente un punto di transito per quei provetti marinai e le culture che si trasmettevano con i viaggi erano sempre aggiornate.

robur.q Inserito il - 31/12/2009 : 21:55:12
kigula ha scritto:

Credo di aver già detto in precedenza che resti di pesci si trovano in vari insediamenti nuragici dal BMedio all'età del Ferro. Mi vengono in mente soprattutto di spigole, ma c'è un po' di tutto.

grazie Kigula
auguri
kigula Inserito il - 31/12/2009 : 21:10:33
Credo di aver già detto in precedenza che resti di pesci si trovano in vari insediamenti nuragici dal BMedio all'età del Ferro. Mi vengono in mente soprattutto di spigole, ma c'è un po' di tutto.
robur.q Inserito il - 31/12/2009 : 18:31:46
ho ripensato alla curiosità di Dedalo per ciò che riguarda la pesca di altura
perchè, se fosse dimostrata, sarebbe un ulteriore indizio sull'esistente di una marineria commerciale
chiedo ai nostri amici archeologi: sono stati trovati attrezzi da pesca, tracce biologiche di animali marini usati per la nutrizione?
forse se ne è già parlato.....
fa niente
anche perchè forse ho anche già detto che la Sardegna ha oggi (e versimilmente anche nel passato più o meno lontano) una densità pecoreccia che trova riscontri nel mondo solo in alcune zone del Regno Unito!!!
Quello che vorrei provare a dire è che l'allevamento (ovino caprino e bovino più di oggi) era probabilmente la base fondamentale dell'economia di epoca nuragica, lo "zoccolo duro" che ha permesso ai sardi, in quel particolare frangente di conoscenze tecnologiche (abbastanza ridotte in tale attività) e di capacità di sfruttamento delle risorse, di assurgere al ruolo di cuore civile del mediterraneo occidentale, e forse ciò fin dal neolitico recente; credo che in epoca nuragica a tale zoccolo duro si siano aggiunte un'agricoltura non intensiva se non localmente, ma soprattutto lo sfruttamento delle risorse minerarie, poi commercializzate in tutto il mediterraneo, la pesca e altre attività commerciali;
vorrei ricordare una notizia: intorno al 1880 la guerra commerciale tra Italia e Francia porta ad un innalzamento da parte della Francia, dei dazi di importazione dei bovini vivi dalla Sardegna settentrionale verso Marsiglia; questo, fatto per proteggere lo sviluppo industriale (del nord) provocherà la rovina di molti allevatori sardi; ciò avrà due conseguenze: l'ulteriore specializzazione verso l'allevamento ovino, e la prima ondata migratoria dalla Sardegna settentrionale all'estero, americhe e nel continente italiano. Il commercio di animali vivi tra Sardegna e Francia sembra avere antica origine, ma soprattutto testimonia un'antica attività commerciale collegata direttamente con l'attività più antica di sfruttamento del suolo sardo, che appunto, ha una vocazione particolare all'allevamento estensivo.
robur.q Inserito il - 20/12/2009 : 21:17:41
.machiavelli. ha scritto:

Ho dato una prima veloce occhiata alla descrizione del sito e sono sorpreso dall'interpretazione data da uno studioso:

La presenza di una struttura monumentale dimostra che anche precedentemente dallo sviluppo dell'agricoltura e nell'ambito di un'economia di caccia e raccolta, gli uomini possedevano mezzi sufficienti per erigere strutture monumentali. Secondo il direttore dello scavo fu proprio l'organizzazione sociale necessaria alla creazione di questa struttura a favorire uno sfruttamento pianificato delle risorse alimentari e lo sviluppo delle prime pratiche agricole. Il sito si trova infatti nella regione della Mezzaluna fertile, dove era presente naturalmente il grano selvatico.

Stiamo scrivendo su un sito localizzato in Turchia! All'epoca erano molto più avanti rispetto alle altre civiltà. In quelle zone abbiamo notizie di importanti città edificate nello stesso periodo! Conoscevano l'agricoltura...eccome. Fate qualche ricerca sui commerci di ossidiana anatolica e poi ne riparliamo. Visto che alcuni forumisti dubitano delle capacità degli archeologi nostrani voirrei proporre che la stessa diffidenza bisognerebbe applicarla anche alle notizie riportate da qualche archeologo locale, magari interessato a qualche scorciatoia per la notorietà.
In quel sito non trovo nulla, ma proprio nulla di sorprendente.

su questo non c'è dubbio!!!
Stando però a ciò che è stato divulgato, è sorprendente l'antichità del sito, in una zona che è certo la culla della civiltà agricola occidentale, ma che per quei tempi (tra 11000 e 8000 anni prima di Cristo) ancora non ha dato riscontro. Anche a me pare comunque una cosa da approfondire come minimo: suscita molti dubbi e molte domande.
.machiavelli. Inserito il - 20/12/2009 : 19:18:20
Ho dato una prima veloce occhiata alla descrizione del sito e sono sorpreso dall'interpretazione data da uno studioso:

La presenza di una struttura monumentale dimostra che anche precedentemente dallo sviluppo dell'agricoltura e nell'ambito di un'economia di caccia e raccolta, gli uomini possedevano mezzi sufficienti per erigere strutture monumentali. Secondo il direttore dello scavo fu proprio l'organizzazione sociale necessaria alla creazione di questa struttura a favorire uno sfruttamento pianificato delle risorse alimentari e lo sviluppo delle prime pratiche agricole. Il sito si trova infatti nella regione della Mezzaluna fertile, dove era presente naturalmente il grano selvatico.

Stiamo scrivendo su un sito localizzato in Turchia! All'epoca erano molto più avanti rispetto alle altre civiltà. In quelle zone abbiamo notizie di importanti città edificate nello stesso periodo! Conoscevano l'agricoltura...eccome. Fate qualche ricerca sui commerci di ossidiana anatolica e poi ne riparliamo. Visto che alcuni forumisti dubitano delle capacità degli archeologi nostrani voirrei proporre che la stessa diffidenza bisognerebbe applicarla anche alle notizie riportate da qualche archeologo locale, magari interessato a qualche scorciatoia per la notorietà.
In quel sito non trovo nulla, ma proprio nulla di sorprendente.
.machiavelli. Inserito il - 20/12/2009 : 18:39:19
Non ho avuto il tempo di leggere i post riguardanti la civiltà che hai menzionato (Gobekli Tepe) ma essendo trascorsi alcuni millenni bisogna accertarsi che la vegetazione non abbia cancellato le tracce. Tieni conto che la natura nell'arco di un millennio farebbe scomparire una città come Nuoro o Sassari...pertanto prima di risponderti devo approfondire le mie conoscenze sul sito,e quindi ti sarei grato se mi riassumessi in poche righe dove posso cercare o cosa mi dici in merito.
robur.q Inserito il - 20/12/2009 : 14:51:13
Makkia, io condivido ciò che tu dici, però a Gobekli Tepe non sono state trovate tracce di agricoltura o allevamento, cioè di un'economia stanziale!
Se fosse confermato dovremmo rivedere le nostre convinzioni sui cacciatori; io ho ipotizzato che in linea teorica molti gruppi numerosi di popolazioni seminomadi possono avere le capacità e le energie per realizzazioni momumentali; mi vengono in mente le comunità storiche seminomadi di allevatori dell'asia centrale; non mi sento di essere così definitivo sulle capacità dei popoli antichi: mi sentirei troppo "modernocentrico"; quasi certamente sbaglio, però
DedaloNur Inserito il - 20/12/2009 : 13:07:54
robur.q ha scritto:

mi permetto di inserire alcune brevi considerazioni:
- non bisogna dimenticare l'uso non strettamente nutrizionale del vino e degli alcolici, un uso da "oppio dei popoli"; la gente ha sempre usato il vino come sostegno corroborante ma anche come "luogo di socializzazione": si beve quasi sempre in gruppo!! Chi beve da solo anzi è quasi sempre emarginato; la vite si coltiva anche perchè, si può morire di fame, ma almeno, in allegria!
- dalle capacità economiche di un territorio non ne discende direttamente la produzione: questa dipende anche dalle capacità tecnologiche ed organizzative della comunità di uomini che vi abita; la grande pianura americana era scarsamente produttiva prima che arrivassero gli europei!!
- Gobekli Tepe......, non so se gli archeologi siano arrivate a conclusioni definitive, ma un'economia di cacciatori-raccoglitori non può mantenere popolazioni molto numerose, ma può darsi che la località forse il centro religioso di un territorio molto vasto; per l'organizzazione, beh alcuni gruppi di cacciatori avevano delle organizzazioni sociali abbastanza complesse per poter effettuare caccia grossa, non ne vedo un impedimento assoluto per la realizzazione di architettura monumentale

quoto tutto...anche io ho letto più volte chee la popolazione di Gobleki fosse di cacciatori. Quoto anche sull'organizzazione e le conoscenze agricole e qundi sul grado di complessità e acculturamente sociale.

dai nuraghi non si può desumere il numero dela popolazione; ma dal punto di vista della complessità sociale e culturale, gli stesi nuraghi mi sembrano piuttosto probanti.
per corroborare questa affermazione, e quindi per ulteriormente confrontare la complessità culturare vInka all'Ozieri l'argomento Navigazione.

mi pare che storicamente la sardegna sia stata dominata dai popoli che dominavano il mediterraneo. per giungere a tale dominio, tali società dovevano essere le più sviluppate ed dei rispettivi tempi del loro apogeo:
romani
punici
fenici (?)

avevno nel dominio marittimo e il presupposto del loro dominio sardo.

anche i Nuragici e gli Ozieri?
.machiavelli. Inserito il - 20/12/2009 : 11:57:06
robur.q ha scritto:
mi permetto di inserire alcune brevi considerazioni:
alcuni gruppi di cacciatori avevano delle organizzazioni sociali abbastanza complesse per poter effettuare caccia grossa, non ne vedo un impedimento assoluto per la realizzazione di architettura monumentale.


Mi riferisco, in particolare, a questa frase che hai scritto sopra.

L'organizzazione della caccia in gruppo (grossa o meno non è importante) non penso sia indicatrice di organizzazione sociale. Un gruppo di cacciatori può condividere una "battuta di caccia" pur non appartenendo allo stesso clan.
Mettiamo il caso esemplificativo di una caccia al mammuth (ma rinoceronte, ippopotamo o simili pone gli stessi parametri): bisognava spingerlo verso una zona paludosa e attendere che, stremato, si lasciasse avvicinare. La cattura di un esemplare non impaludato era impossibile.
D'altro canto la sua carne era sufficiente a sfamare vari clan per un certo periodo. Clan rivali possono, in determinate circostanze, accordarsi per un obiettivo comune.
Un'organizzazione sociale del neolitico finale comprende pratiche religiose, riti sacrificali, ideazione e preparazione di utensili, rifugi in grotte o ripari semi-artificiali che precludono la possibilità di edificare architetture monumentali stabili, ma posso anche sbagliare ed essere fuori strada.
La più alta probabilità di strutture fisse utilizzabili per un'organizzazione sociale è quella portuale. Una zona di preparazione delle barche; un luogo di scambio fra comunità agricole, pastorali e di prodotti derivati dalla pesca; una zona nella quale il pescato poteva essere trattato e conservato (o consumato); un riparo dai venti e dalle correnti attrezzato con moli lignei e posto nelle vicinanze di una fonte di acqua potabile. In simili circostanze possiamo immaginare che a qualcuno sia balenata l'idea di edificare in pietra (cioè con materiali che resistono nel tempo) e verosimilmente preparare un luogo nelle immediate vicinanze che consentisse di sorvegliare la zona (quindi in qualche altura) e dedicare alle divinità. Le ceramiche del VI-V millennio ritrovate in Sardegna sono eloquenti: abbiamo la raffigurazione della Dea Madre nelle anse! Questo dimostra archeologicamente varie realtà:

. un culto
. una Dea
. un'industria (per quanto piccola)
. uno stanziamento

...cioè una società.

Solo dopo questi passaggi potremo pensare alle architetture monumentali.
In conclusione dobbiamo orientarci verso la fine del neolitico (e le architetture funerarie sono altrettanto eloquenti nella loro evoluzione) e l'inizio del Calcolitico per ipotizzare società interessate a ideare edifici che resistessero al tempo.
robur.q Inserito il - 20/12/2009 : 10:19:39
.machiavelli. ha scritto:

Quindi, secondo il tuo ragionamento, i cacciatori-raccoglitori erano stanziali? Le architetture monumentali sono prerogativa di chi si muove poco, di chi organizza una società basata sulla possibilità di conservare parte delle derrate. Mi pare difficile.

beh no, i cacciatori sono per definizione seminomadi, anche se bisognerebbe avere una conoscenza del territorio e degli animali presenti per esprimersi;
Ciò che tu dici è la norma, anche a me pare difficile, però in linea teorica non impossibile. D'altronde i risultati dello scavo vanno nella direzione di una comunità di cacciatori.
Una comunità seminomade segue gli spostamenti stagionali degli animali, come i pellerossa delle pianure, ma hanno due accampamenti, uno estivo e uno invernale.

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