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Nota Bene: Nata a Ozieri nel 1887, Maria Rosa Punzirudu è stata fra le prime donne sarde a esibirsi sul palco nel canto a chitarra. Il suo esordio risale ai primi anni venti, mentre le incisioni sono del 1930, cantando con Nicolino Cabizza e Gavino Delunas.
Fra le sue esibizioni più importanti, da ricordare quella avvenuta in Vaticano, davanti a Papa Pio XII, dove propose una toccante interpretazione di Deus ti salvet Maria.



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 Paese d'ombre - Prima Parte

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Agresti Inserito il - 20/04/2009 : 15:08:16


E' il racconto di una vita, la vita del protagonista, Angelo Uras, nato povero e orfano di padre, diventato presto possidente per una fortuità eredità, che con alterne vicende si batte con grande onestà, fino alla vecchiaia, contro gli speculatori che vorrebbero distruggere i boschi del paese, contro le ingiustizie dei potenti, contro la malvagità e la stupidità dell'uomo. Ma questo è anche il racconto di una Terra antica, quella di Sardegna, quella Terra tra il Campidano e il Sulcis, fatta pastori, contadini e miniere, fattà di povertà e miseria, di antiche credenze e superstizioni, di violenza e ingiustizia. Le vicende collettive s'inseriscono prepotentemente nella vita del protagonista, "modulo essenziale di questo racconto sono i circoli di continuità che confluiscono, s'intersecano, concentrici e vari e toccano il tempo antichissimo di Norbio, l'intimo valore della vita dei boschi e degli animali come i pensieri segreti e i sentimenti assoluti e profondi e insieme le situazioni storiche e sociali, i rapporti fra le classi" (Claudio Varese, pag IX, introduzione al romanzo). Si alternano temi e problematiche che a distanza di 35 anni, sono più che mai attuali e sconvolge la lucidità e la razionalità con cui Dessì, attraverso l'operato del protagonista, li affronta: dallo scontro sociale degli operai sfruttati nelle miniere, alla crudeltà e ripudio per la guerra, dalla giustizia sociale alla lotta per l'ambiente contro ogni speculazione, dalla messa alla berlina di facili supersitizioni a una severa critica verso alcune pratiche religiose. A questa indifferenza e arroganza del potere, allo sfruttamento e all'ignoranza degli uomini, Dessì contrappone la pazienza, la calma, la tenacia e la continua ricerca di una razionalità, mai fredda o insensibile, fondata sui sentimenti più nobili e profondi.


Giuseppe Dessì (1909 - 1977). Trascorre buona parte della sua giovinezza a Villacidro, dove, a causa dei continui trasferimenti cui il padre, generale dell’esercito, è sottoposto, trascorre lunghi periodi nella casa del nonno materno insieme alla madre. Giovane inquieto e “ragazzo indisciplinato” ma allo stesso tempo lettore avido e insaziabile, non riesce a compiere degli studi regolari e viene affidato a vari insegnanti privati. Riesce ad accedere alla biblioteca custodita in un armadio a muro, appartenuta al nonno, e ricca di testi soprattutto di carattere filosofico. Queste letture provocheranno nel giovane profondi turbamenti. Continua gli studi alla Normale di Pisa dove prenderà la laurea in Lettere nal 1936. Negli anni successivi inizia la sua carriera di insegnante nelle scuole medie superiori. Nel 1939 viene nominato Provveditore agli Studi a Sassari e quindi Ispettore presso il Ministero della Pubblica Istruzione. Per il suo lavoro cambia più volte città, fino a stabilirsi a Roma, dove vive gran parte della sua vita fino alla morte, avvenuta nel 1977. Sardo del “Continente”, Dessì porterà sempre con se e lo esprimerà in tutte le sue opere, un profondo senso di appartenenza alla sua terra natale, un’intensa nostalgia per la Sardegna e per Villacidro in particolare.
A Villacidro si tiene ogni anno il Premio Letterario Giuseppe Dessì e da alcuni anni è nato un Parco Letterario che abbraccia alcuni comuni del territorio.

www.parcodessi.it

15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Pia Inserito il - 11/05/2009 : 10:14:45
Noi aspettiamo Agresti. Penso abbia avuto problemi.....
errante Inserito il - 11/05/2009 : 09:06:17
Io per 2. parte non ci sono! quanto ci vorrei esserci per il "guaio" di Angelo che cominciava a radersi i baffi.
mi ricorda la mia adolescenza; mentre aspettavo la mia moretta alla fonte quando veniva ad attingere con "sa brocchita" di terra cotta, o quando la seguivo nel suo oliveto, e ancora ci incontravamo nel mulino
o frantoio vicino a casa sua. ciao e buon lavoro a tutti.
Tizi Inserito il - 08/05/2009 : 08:57:05
io sono ancora ferma all'inizio della seconda parte.......

Bella la frase che hai scelto Pia, gli ulivi tanto importanti in questo racconto, ad Angelo hanno salvato la vita.
Nevathrad Inserito il - 07/05/2009 : 21:12:10
Pia Deidda ha scritto:
No, tranquilla Neva, stiamo aspettando Agresti che ci dia il via per la seconda parte.
Nel frattempo ho postato una delle frasi che ritengo più belle della prima parte. E' vero, ce ne sono tante, ma ho fatto una scelta.
Il nostro ancor piccolo eroe conta il suo possedimento terriero....

Bene, grazie Pia...
Pia Inserito il - 07/05/2009 : 18:21:41
Nevathrad ha scritto:

Scusatemi, ma dovevamo iniziare la seconda parte? Con chi dice di aver letto la seconda, chi tutto, sono andata in confusione...


No, tranquilla Neva, stiamo aspettando Agresti che ci dia il via per la seconda parte.
Nel frattempo ho postato una delle frasi che ritengo più belle della prima parte. E' vero, ce ne sono tante, ma ho fatto una scelta.
Il nostro ancor piccolo eroe conta il suo possedimento terriero....
Nevathrad Inserito il - 07/05/2009 : 17:43:23
Scusatemi, ma dovevamo iniziare la seconda parte? Con chi dice di aver letto la seconda, chi tutto, sono andata in confusione...
Pia Inserito il - 07/05/2009 : 17:17:40
Guardando in alto vide tra i rami, come in trasparenza, il cielo azzurro di quella limpida giornata autunnale. Fece un mucchietto si sassi per ricordarsi il punto a cui era arrivato contando. "Se no me ne dimentico" disse tra sè: ma sapeva anche che non gliene importava più nulla. Si impresse il numero nella memoria, il numero e la fisionomia di un albero vecchio e contorto che pareva avesse occhi, naso e bocca e lo guardasse con un ghigno ironico, poi si avviò verso la casa. La voce di Sofia che lo chiamava gli faceva compagnia e lo guidava lontano.
Tizi Inserito il - 04/05/2009 : 21:52:34

Pia....sei troppo buona

ps.sono pronta anche per il tuo prossimo libro
Pia Inserito il - 04/05/2009 : 21:26:55
Tizi..mi hai dimostrato di essere una critica DOC in altra occasione!!!!
Tizi Inserito il - 04/05/2009 : 21:23:02
Grazie Pia, è quello che mi ha trasmesso finora il libro, mi fa molto piacere che ti siano piaciuti i miei interventi.
Pia Inserito il - 04/05/2009 : 20:46:40
Sai Tizi che i tuoi interventi finora mi sono piaciuti tantissimo?
Tizi Inserito il - 04/05/2009 : 20:38:02
Si vero, vi sono diversi sentimenti che pervadono le pagine del libro e che rendono i personaggi umani veri.
C'è l'amore, il dolore, l'avidità, il potere, la paura, la sconfita........

Antonia aspettaci....io sono ancora all'inizio della seconda parte....mi sto ancora godendo la prima parte.
Anto Inserito il - 04/05/2009 : 19:20:52
D'amore e di affetto..Pia...e di immenso dolore, ma non quello che nuoce...ma a quello a cui ci si abbandona quando nella nostra umanita' lo vediamo come un passo dovuto nella nostra vita. Perdonatemi se sono a volte sibillina..ho quasi finito il libro..e vi aspetto .a.
santobevitore Inserito il - 04/05/2009 : 19:18:12
Pia Deidda ha scritto:

Ciao Santobevitore! Ben arrivato!
Incominciavo a preoccuparmi.....


Ciao Pia, scusate la mia presenza intermittente! tornato a Roma sono stato assilito da troppe cose da fare. Ma continuo a leggere assiduamente le belle cose che scrivete
Pia Inserito il - 04/05/2009 : 17:17:17
Quanti bei interventi sto leggendo! Che bella anche questa calma che permette a tutti di intervenire con i propri ritmi!
Sì Callas. L'amore. L'affetto. Trovo che sia tutta una storia di amore e affetto. Amore per le persone deboli. Amore per le persone care. Amore per la Natura.
Mai sdolcinato, ma forte, genuino, come noi sardi.

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