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 Grazia Deledda

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Agresti Inserito il - 28/04/2006 : 15:52:20

Grazia Deledda nasce a Nuoro il 27 settembre 1871. Il padre, benestante, dopo la scuola elementare — unica istruzione formale ricevuta dalla scrittrice — assume un istruttore per guidare la ragazza nello studio dell’italiano e del francese.

Proprio a causa della breve educazione regolare e della giovanile propensione per la letteratura d’appendice (Sue, Dumas, Invernizio), durante tutta la precoce e fortunata carriera, Grazia Deledda ebbe non pochi detrattori, che la giudicarono rozza e illetterata.

L'unica eccezione di rilievo fu Luigi Capuana. Anche l’attribuzione nel 1926 del Nobel per la letteratura, non contribuì a dissolvere i dubbi e l’ostilità di una parte della critica, che ancora oggi continua a relegarla in una posizione di secondo piano tra gli scrittori del primo novecento italiano.

Inizia a scrivere giovanissima, pubblica la sua prima novella a quindici anni e, dopo poco, collabora con l’allora famosa rivista femminile «Ultima moda». Le sue ambizioni letterarie vengono duramente ostacolate in famiglia e criticate dalla retriva società nuorese.
Ma Grazia non si scoraggia: invia anche in Continente le sue novelle a puntate, abbandona a poco a poco lo stile approssimativo e dialettale, approfondisce lo studio dei caratteri dei suoi personaggi e soprattutto inizia a connotarsi come acutissima osservatrice della natura che la circonda e dei costumi della Barbagia e di tutta la Sardegna. Il suo stile comincia a personalizzarsi e, pur riconducibile talvolta al verismo ottocentesco, si connota sempre di più per il marcato regionalismo.

Il suo primo romanzo Fior di Sardegna esce nel 1892, seguito da Anime oneste del 1895.

Nel 1900 sposa Palmiro Madesani, funzionario ministeriale, e si stabilisce a Roma dove rimarrà fino alla morte, trasferendosi, di tanto in tanto per trascorrere le vacanze, a Cervia, la cittadina sull’Adriatico a lei così cara e alla quale dedicherà pagine vibranti d’affetto e nostalgia.

A Roma vedono la luce, tra le altre, le opere: Elias Portolu, il suo capolavoro, Cenere, L’edera, Canne al vento, Marianna Sicra.

Nel 1926 riceve, seconda donna ad essere insignita di tale onorificenza, il Nobel per la letteratura.

Il suo romanzo autobiografico, Cosima, uscirà nel 1937, ad un anno dalla morte, avvenuta a Roma il 15 agosto 1936.


_______________________________________________________________________________________________
Cantu pane carasau e fattu fattu cannonau dae su casu'e su pastore,

sas seadas lean colore in su mare 'e Muravera,
sas launeddas sonan tottu unpare in trullalléra.


15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
furfuraju Inserito il - 14/01/2009 : 13:03:46
Pia Deidda ha scritto:

Sto leggendo In Sardegna non c'è il mare di Marcello Fois e alle pagine 80/93 si parla di Grazia Deledda. E come ne parla! Bravo Marcello!

Lo consiglio ha chi ha sempre sminuito la letteratura della Grassiedda!
Lo consiglio ha chi ama la Grassiedda e vuole trovare conferma a quello che ha sempre sostenuto!

Quoto in toto!

L'edera, di cui Fois parla in particolare, è il primo libro della Deledda che ho letto. Ero adolescente e ne fui impressionato.

Oggi i ragazzi leggono Stephen King e anche le cose più orrorifiche gli scivolano addosso, ma l'esplosione dei sentimenti laceranti che ho trovato in questo come in altri romanzi della Deledda dubito che gli autori moderni riescano a riproporli. Se mi è lecito un accostamento (d'altro canto Fois ne cita in proposito l'autore), L'edera non è da meno di "Delitto e castigo".
Pia Inserito il - 07/01/2009 : 19:05:31
Sto leggendo In Sardegna non c'è il mare di Marcello Fois e alle pagine 80/93 si parla di Grazia Deledda. E come ne parla! Bravo Marcello!

Lo consiglio ha chi ha sempre sminuito la letteratura della Grassiedda!
Lo consiglio ha chi ama la Grassiedda e vuole trovare conferma a quello che ha sempre sostenuto!
santobevitore Inserito il - 11/12/2008 : 11:41:09
Pia, non mi stupisce particolarmente che sia stata tua madre, una continentale, a fartela conoscere! Io ci sono arrivato da solo e penso che così sia stato per molti altri, e penso che così sarà ancora se l'approccio scolastico non sarà un pò meno limitato..
Pia Inserito il - 10/12/2008 : 22:19:14
santobevitore ha scritto:

Bè, la professoressa era sarda ma la cosa non mi stupisce: nemo profeta in patria no? E purtroppo mi sembra che questa sia una caratteristica di molti sardi, talvolta primi detrattori dei loro stessi compatrioti, e non sempre a ragione mi sa...


Sì ti ho fatto questa domanda perchè sto cercando una conferma: i primi a non far conoscere (non dico amare) Grazia Deledda sono gli insegnanti sardi. Io ho fatto il Liceo in Sardegna ormai tanti anni fa: nessuno mai nominò Grazia nè gli insegnanti sardi nè tanto meno quelli "continentali". Sai chi mi fece conoscere e amare e apprezzare Grazia? Mia mamma, una continentale sardizzata. Mi ricordo il periodo delle letture deleddiane intervallate da quelle di Pearl S. Book (anche questa una grande scrittrice dimenticata che parlava però della Cina prima di Mao). La Madre dell'una e dell'altra, furono per me le letture di una adolescente che si apriva al mondo, anche quello dei sentimenti forti.
santobevitore Inserito il - 10/12/2008 : 21:04:58
Bè, la professoressa era sarda ma la cosa non mi stupisce: nemo profeta in patria no? E purtroppo mi sembra che questa sia una caratteristica di molti sardi, talvolta primi detrattori dei loro stessi compatrioti, e non sempre a ragione mi sa...
Pia Inserito il - 10/12/2008 : 20:54:39
santobevitore ha scritto:

Che strano, quando ero al ginnasio e con la profesoressa- che non amava la Deledda- si discuteva dell' opera di questa scrittrice, un compagno, al quale non piaceva perché le descrizioni erano troppo lunghe, disse: Non mi piacciono quelle descrizioni di cucine...Parole testuali! All'epoca ero troppo timido per intervenire ma avrei voluto dire che a me piaceva, e molto anche, e che prima di bollare come verismo provinciale la sua opera, cosa che faceva la profesoressa, ci si sarebbe dovuti fermare un momento e cercare di capire la grandezza di una donna che, pur provenendo dalla periferia, rispetto ai centri della cultura "ufficiale", e avendo avuto un'istruzione irregolare (almeno così mi pare) è riuscita ad arrivare al Nobel. Già solo per questo, e credo sia il minimo, meritebbe più attenzione.


Una sola curiosità: era una insegnante sarda o "continentale"?
santobevitore Inserito il - 10/12/2008 : 19:06:08
Che strano, quando ero al ginnasio e con la profesoressa- che non amava la Deledda- si discuteva dell' opera di questa scrittrice, un compagno, al quale non piaceva perché le descrizioni erano troppo lunghe, disse: Non mi piacciono quelle descrizioni di cucine...Parole testuali! All'epoca ero troppo timido per intervenire ma avrei voluto dire che a me piaceva, e molto anche, e che prima di bollare come verismo provinciale la sua opera, cosa che faceva la profesoressa, ci si sarebbe dovuti fermare un momento e cercare di capire la grandezza di una donna che, pur provenendo dalla periferia, rispetto ai centri della cultura "ufficiale", e avendo avuto un'istruzione irregolare (almeno così mi pare) è riuscita ad arrivare al Nobel. Già solo per questo, e credo sia il minimo, meritebbe più attenzione.
babborcu Inserito il - 10/12/2008 : 16:39:38
su cumannanti: il pane dei servi non era di segale! in sardegna non si usa! sarà stato paned'orzo o di frumento non bianchissimo, integrale...
sarà un mio parere, ma quella cucina ricostruita , pulita pulita, asettica, tutto in ordine... se penso alle cucine antiche vere.. mi fa tristezza e suona un po' di falso! le emozioni me le danno le descrizioni.. perchèla deledda sa ricostruire davvero!
Agresti Inserito il - 10/12/2008 : 16:24:56
La Commissione pari opportunità, per il completamento del progetto su Grazia Deledda, finanziato dalla Regione, ha deciso di organizzare un convegno dal titolo “Grazia Deledda femminista”. Il convegno è riservato ai docenti e agli alunni delle quinte classi delle scuole superiori della provincia che hanno svolto un programma sull'autrice nuorese. Il Convegno si terrà nel mese di marzo 2009 e saranno chiamati a partecipare alcuni studiosi dell'opera della scrittrice. La commissione, presieduta da Antonietta Cossu, pubblicherà gli atti del convegno attraverso un Quaderno culturale in cui verranno inserite le relazioni e gli interventi degli studiosi, nonché i contributi più importanti prodotti dagli alunni e dai docenti.


L'Unione Sarda 10/12/2008
Pia Inserito il - 18/11/2008 : 19:55:59
donnadelfaro ha scritto:

Pia Deidda ha scritto:

Hai ragione donnadelfaro, anche molti insegnanti sardi hanno, o hanno voluto, dimenticare la grande Grazia Deledda. Da poco facevo proprio questa considerazione con una mia amica che insegna in Sardegna: non è mai stata valorizzata nelle antologie o nelle letterature scolastiche.
Sembra però che ultimamente ci sia una sua riscoperta, specialmente in ambito universitario.


La colpa non è solo dei programmi scolastici ma anche degli insegnanti.... fino a prova contraria nessuno vieta ad un docente di parlare di un autore piuttosto che di un altro. Evidentemente, più che al mondo letterario dove penso sia ben conosciuta, è presso gli insegnanti che la Deledda non trova regno!


Sì, certo.
donnadelfaro Inserito il - 16/11/2008 : 19:59:29
Pia Deidda ha scritto:

Hai ragione donnadelfaro, anche molti insegnanti sardi hanno, o hanno voluto, dimenticare la grande Grazia Deledda. Da poco facevo proprio questa considerazione con una mia amica che insegna in Sardegna: non è mai stata valorizzata nelle antologie o nelle letterature scolastiche.
Sembra però che ultimamente ci sia una sua riscoperta, specialmente in ambito universitario.


La colpa non è solo dei programmi scolastici ma anche degli insegnanti.... fino a prova contraria nessuno vieta ad un docente di parlare di un autore piuttosto che di un altro. Evidentemente, più che al mondo letterario dove penso sia ben conosciuta, è presso gli insegnanti che la Deledda non trova regno!
su cummannanti Inserito il - 08/11/2008 : 18:27:44
osservando le foto della cucina, l'uva attaccata al soffitto , le pere,i cereali ed i formaggi , il pane di segale fatto in casa per i servi, tutto cio' rappresentava l'agiatezza delle famiglie ricche rispetto all'enorme poverta' che le circondava.
Non credo che esista altro scrittore che abbia saputo descrivere meglio un paesaggio con i colori ed i profumi della propria terra e l'animo del popolo sardo fiero delle proprie tradizioni, anche perche' conquistate sempre con tanto sudore.
su cummannanti Inserito il - 08/11/2008 : 18:00:40
vi ringrazio per la grande emozione che ho provato insieme a mia moglie Rosy nel rivedere la casa di Grazia Deledda.
L'avevamo visitata nel 1989 .
Abbiamo vissuto 5 anni a Cagliari ed abbiamo visitato tutta la Sardegna.,che consideriamo la nostra seconda terra,dove risiedono i nostri migliori amici.
SIAMO DEGLI APPASSIONATI LETTORI DELLA
DELEDDA DI CUI ABBIAMO QUASI TUTTE LE OPERE.
RINGRAZIAMO ''AGREST'' PER QUESTO CONTRIBUTO IMPORTANTE E LO INVITIAMO A CONTINUARE ANCHE PER GLI ALTRI AUTORI SARDI.(SATTA ETC)
TANTI CARI SALUTI DA LUCCA A TUTTI I SARDI.
donnadelfaro Inserito il - 07/11/2008 : 22:24:44
Pia Deidda ha scritto:

"Questa è letteratura senza tempo.
E poi, vi sembra uno scrivere in italiano non corretto?



In teoria sarebbe desiderabile coniugare uno stile impeccabile con la forza dei contenuti, ma mi rendo sempre più conto che questo è quasi cosa impossibile. Infatti chi è preoccupato di seguire la perfezione dello stile spesso trascura la spontaneità. D'altra parte la passionalità rende impossibile la perfezione dello stile. La passione mal si concilia con l'autocontrollo che caratterizza la bella scrittura. Ciò non toglie che ci siano eccezioni da ambo le parti. L'esperienza consente ai grandi scrittori di trovare una ragionevole mediazione.
Pia Inserito il - 07/11/2008 : 19:51:47
"Imbruniva. Il cielo limpido, immenso, smaltato dalle tremule trasparenze del crepuscolo proiettava le sue tinte verdognole, le sue sfumature violacee sul Mediterraneo azzurro dalle onde scintillanti: la luna nuova cadeva sulle montagne sarde, alte, grigie, frastagliate, striate di nebbia cerula, coi fianchi coperti di boschi frementi alla brezza del mare: la costa si dileguava lentamente, bruna e solitaria, e da lontano gli alti scogli neri flagellati dalle onde argentee parevano piccoli castelli in rovina".
(da Vita Silvana)

Quanti di noi che abitiamo oltre il mare di Sardegna abbiamo visto questo spettacolo staccandoci dai vari porti di Olbia, di Arbatax, di Cagliari, di Porto Torres? Ieri come oggi i sentimenti, le sensazioni, le emozioni, sono uguali. Questa è letteratura senza tempo.
E poi, vi sembra uno scrivere in italiano non corretto?

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