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Nota Bene: Un immenso patrimonio culturale e tradizionale Sardo è il canto a poesia o gara poetica. La sua origine (non della gara ma dell'improvvisazione) si perde nella notte dei tempi. La gara vera e propria sul palco, pare sia nata a Ozieri nel settembre 1896 in occasione della festa in onore della Madonna del Rimedio. L'ideatore fu Antonio Cubeddu, famoso poeta locale nato a Ozieri nel 1863 e deceduto a Roma nel 1955 all'età di 92 anni. Fino ad allora la poesia era cantata o recitata nelle feste paesane, senza un palco, una giuria, un compenso economico e senza un invito ufficiale dagli organizzatori. In un ambiente prettamente maschile, cercarono fortuna, esibendosi sul palco anche due donne, Caterina Porcu di Ossi e Maria Farina di Osilo.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Timpiesina90 Inserito il - 29/11/2011 : 11:49:31
Ciao a tutti!
avrei una domanda: chi mi spiega quali sono le differenze tra i gioielli delle varie zone della Sardegna (a grandi linee) e anche nello specifico quali sono quelli originali della mia zona?
Grazie a chi risponderà e buona giornata! :D
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
sartinocchja Inserito il - 31/12/2011 : 09:25:39
sartinocchja ha scritto:

Forse, molto semplicemente, bisogna chiedersi se le due fogge in questione, entrambe documentate:
l’abito rosso giornaliero e festivo: stampa dipinta dal Cominotti e da E. Goni nella tavola dedicata alla cerimonia di “Lu Graminatoggju” daal’ Atlas de la premier partie di Alberto La Marmora (Voyage en Sardigne), fine del 1700 e la prima metà del 1800.

l’abito nero da vedova: La Marmora, 1839???

(sospendiamo per un momento la valutazione sui materiali, mano d’opera ecc,), poiché hanno subito una trasformazione, questa evoluzione/trasformazione/modifica è avvenuta quando l’abito era ancora d’uso comune o no?????

p.s. Sicuramente la foto mostra il divario abissale che c’è tra gli abiti indossati oggi durante le sfilate e l’abito di uso quotidiano. Credo che nessuna ricostruzione, per quanto la più attendibile, possa riprodurre l’aria di vissuto che traspare da queste foto. Credo che questa debba essere considerata al pari del taglio, il materiale impiegato, il colore, i ricami, foggia festiva, quotidiana, di gala ecc. altrettanto importante quando si pensa alla ricostruzione. L’abito indossato quotidianamente era come una seconda pelle, custode del corpo da vivo e da morto. Quale importanza ... e noi oggi come appendi abiti, molto superficialmente lo portiamo a spasso perché è di moda o per lo sguardo di qualche turista … forse sono troppo critica … (versione più clemente, non i tutti i casi) …



Auto-censura … mia personalissima opinione … a leggere il post mi rendo conto della leggerezza di giudizio … non era mia intenzione mancare di rispetto alle persone che con devozione sfilano nelle processioni o in rappresentanza del proprio paese e della propria cultura … chiedo scusa se ciò è accaduto.


sartinocchja Inserito il - 23/12/2011 : 10:03:27
Forse, molto semplicemente, bisogna chiedersi se le due fogge in questione, entrambe documentate:
l’abito rosso giornaliero e festivo: stampa dipinta dal Cominotti e da E. Goni nella tavola dedicata alla cerimonia di “Lu Graminatoggju” daal’ Atlas de la premier partie di Alberto La Marmora (Voyage en Sardigne), fine del 1700 e la prima metà del 1800.

l’abito nero da vedova: La Marmora, 1839???

(sospendiamo per un momento la valutazione sui materiali, mano d’opera ecc,), poiché hanno subito una trasformazione, questa evoluzione/trasformazione/modifica è avvenuta quando l’abito era ancora d’uso comune o no?????

p.s. Sicuramente la foto mostra il divario abissale che c’è tra gli abiti indossati oggi durante le sfilate e l’abito di uso quotidiano. Credo che nessuna ricostruzione, per quanto la più attendibile, possa riprodurre l’aria di vissuto che traspare da queste foto. Credo che questa debba essere considerata al pari del taglio, il materiale impiegato, il colore, i ricami, foggia festiva, quotidiana, di gala ecc. altrettanto importante quando si pensa alla ricostruzione. L’abito indossato quotidianamente era come una seconda pelle, custode del corpo da vivo e da morto. Quale importanza ... e noi oggi come appendi abiti, molto superficialmente lo portiamo a spasso perché è di moda o per lo sguardo di qualche turista … forse sono troppo critica … (versione più clemente, non i tutti i casi) …
ampuriesu Inserito il - 22/12/2011 : 20:41:50


Guardate questa foto... risale ai primi del 900 e immortala delle donne tempiesi mentre lavano alla fonte di Rinaggju.
Come affervano nei post precedenti, il costume gallurese è simile in tutti i paesi. Notate la capitta chiara per le donne non vedove, le gonne di vari colori, così come li jupponi. Addirittura cappitte chiare che richiamano il colore della gonna. Non vorrei azzardare ma la donna in primo piano sembra indossi lu scialle di coddu. E' vero che il nero con l'avvento dell'abbigliamento borghese ha preso piede non solo a Tempio ma per esempio a Tula, Ozieri e tanti altri paesi della Sardegna, ma il costume precedente gallurese non era quello nero ricostruito a Tempio.
osil Inserito il - 14/12/2011 : 10:15:45
intervengo un anche io sull'argomento dicendo che tutte le ricostruzioni dei costumi generano sempre delle polemiche ma noto che ampuriesu ,analizzando tutte le obiezioni sulla ricostruzione non fanno una grinza ,anche io sono al corrente sui corpi ritrovati nella cripta di san giacomo a luogosanto e quindi la ricostruzione sicuramente è stata fatta prima del ritrovamento di detti corpi.Detto ciò poi nelle ricostruzioni vuoi perchè chi le fà non è esperto di stoffe,di cuciture particolari e in generale magari ha una conoscenza superficiale di questo mondo poi quando attua la ricostruzione certamente non è quella desiderata quella originale(questo succede in tutti i paesi dove non si siano conservati pezzi originali).In questo forum ne abbiamo discusso spesso.

saluti
Timpiesina90 Inserito il - 12/12/2011 : 13:35:59
Capisco... mi permetterai comunque di parlare con la dott.ssa Bruschi che ha ricostruito il costume e informarmi sulle varie mancanze. Se l'ha ricostruito in quel modo un motivo ci sarà!
Forse qualcuno ti ha detto una stupidaggine, la cuffia nel momento in cui la indossi prende quella forma, ma vabbè...
E comunque le cose possono sempre cambiare, ma prima di farlo, gradualmente, bisogna studiare e studiare tanto. Per il momento cerco di accontentarmi della ricostruzione attuale, forse imprecisa, ma non del tutto errata. Tempi di crisi, studio e la possibilità di farmi un costume fatto bene, come ti avevo detto tempo fa non ce l'ho.
Come sempre grazie a tutti, le discussioni sono (o dovrebbero) essere sempre motivo di arricchimento.
Un saluto.
sartinocchja Inserito il - 12/12/2011 : 12:52:55


Amen … e ora pensiamo all'epitaffio
ampuriesu Inserito il - 12/12/2011 : 12:13:04
Timpiesina90 ha scritto:

Un'altra cosa volevo chiederti...come mai nelle due immagini che hai postato in alto (quella dove ci sono i costumi femminili sotto e quelli maschili sopra e anche quella successiva con due coppie) lu cenciu assume una forma "a cono"??
Non è polemica, ancora una volta voglio capire come mai lo ritieni sbagliato se lì è disegnato così...
Altra cosa, sempre non per polemizzare ma per chiederti...conosci la stampa (credo sia del Verani) con una donna tempiese ritratta davanti e di spalle? E' un disegno...con un cenciu con un'acconciatura diversa...lì lu sciallu non è presente. Come mai? E' possibile che per quel particolare sia stata fatta la ricostruzione da lì?
Ciao.
Allora per quanto io ne possa sapere era usanza delle donne galluresi portare la crocchia bassa (anche mia nonna portava la crocchia bassa ed era di origine bortigiadese quindi gallurese).
Durante gli scavi a Luogosanto hanno trovato come ti dicevo dei corpi incorrotti con il costume e tutte le donne indossavano lu cenciu. Chi ha assistito ha notato che esistevano diversi tipi di cenciu: chi aveva due nodi laterali, chi realizzato con stoffe colorate, chi con stoffe di seta o di cotone, chi invece indossava lu cenciu a mo di cappuccio perchè cucito e annodato prima di essere indossato ecc. Tutte avevano la crocchia bassa e proprio sopra la crocchia veniva annodato il copricapo e tutte avevano il busto rigido con sopra la camisjola e il fazzoletto del collo.
Anche le foto da me postate evidenziano che l'acconciatura è sempre uguale: riga in mezzo e crocchia bassa. Che poi una stampa antica immortali una donna con la crocchia a cono di gelato non dovrebbe essere documento che fa testo ma non perchè dice il contrario delle mie affermazioni ma perchè tutte le altre stampe affermano il contrario ed esistono corpi che dimostrano il contrario. Tutte indossano lo scialle sul collo (che tra l'altro era un'usanza di tutta la Sardegna perchè era stata imposta dalla chiesa) e tutte hanno la crocchia bassa. Guarda la stampa di lu graminatoggju e vedi; vedi l'altra stampa che ho postato con due donne e un'uomo... hanno la crocchia bassa; vedi le foto delle anziane del nostro secolo o guarda quelle ancora vive e vedi come veniva portata la crocchia.
Io non sono nessuno ne sono esperto perchè mi mancano gli studi; baso le mie affermazioni solo sull'esperienza in quanto abiti ne ho cuciti parecchi e ne ho visto di antichi. Tra l'altro la mia famiglia è di origine gallurese e in casa ho pezzi appartenuti alla suocera di nonna che era la sorella di Gavina la fidanzata del muto.
Inoltre quando ho iniziato ad appassionarmi al nostro costume, ho chiesto consigli a un'esperto che purtroppo non fa parte più di questo forum e si dice che sia il massimo esperto di abbigliamento tradizionale in Sardegna.
Non faccio nulla se prima non consulto lui e non faccio sfilare nessun pezzo sopratutto se tratta di ricostruzioni particolari che è andata persa la memoria storica se prima non vengono visionati da lui.
Tutto ciò che ho scritto è tutto ciò che ho appreso da chi ha alle spalle 40 anni di esperienza nel settore.
Per il resto cara Tempiesina non me en volere ma sbagli se pensi che sia polemico. Chi mi conosce sa bene che la polemica non fa parte della mia vita e che probabilmente il mio modo di scrivere e buttare giù le cose lo fanno pensare ma non è così.
Dimenticavo... per il fatto della carta igienica non mi va di fare nomi; ho studiato a Tempio e conosco molta gente e alcuni hanno fatto parte anni fa del gruppo folk. Incuriosito di conoscere la tecnica per realizzare una simile acconciatura, ho chiesto e mi è stato detto che dentro mettevano un rotolo di cartone oppure un rotolo di carta igienica che altro non è che un rotolo di cartone. Anche nel nostro gruppo si utilizzano tecniche strane... le donne che hanno i capelli corti per fare la crocchia, con dei fermaciuffi attaccano un paio di collant ai capelli per poi rigirarlo su se stesso sino ad ottenere una piccola crocchia. Che c'è di male? non credo ci siano problemi. Il problema esiste se si modifica l'acconciatura e non il metodo utilizzato per ottenerla.
Comunque non ne caveremo un ragno dal buco anche perchè ormai la ricostruzione è stata fatta e così resterà. Non saro di certo io ne tu ne altri a cambiare le cose.
ciau
sartinocchja Inserito il - 12/12/2011 : 11:18:41










pausaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!





ora possiamo riprendere ...
Timpiesina90 Inserito il - 12/12/2011 : 11:00:03
Un'altra cosa volevo chiederti...come mai nelle due immagini che hai postato in alto (quella dove ci sono i costumi femminili sotto e quelli maschili sopra e anche quella successiva con due coppie) lu cenciu assume una forma "a cono"??
Non è polemica, ancora una volta voglio capire come mai lo ritieni sbagliato se lì è disegnato così...
Altra cosa, sempre non per polemizzare ma per chiederti...conosci la stampa (credo sia del Verani) con una donna tempiese ritratta davanti e di spalle? E' un disegno...con un cenciu con un'acconciatura diversa...lì lu sciallu non è presente. Come mai? E' possibile che per quel particolare sia stata fatta la ricostruzione da lì?
Ciao.
Timpiesina90 Inserito il - 12/12/2011 : 10:34:20
Guarda che la ricostruzione del vestito mica l'ho fatta io!!!
Ho ripetuto centinaia di volte che sto cercando di imparare e di sentire un pò tutti. Ma forse, scusami se te lo dico, questa mia volontà non ti è ben chiara visto come rispondi.
Ho letto quello che hai scritto tu e altri su questo forum, ho letto libri, alcuni devo ancora leggerli e così alla fine spero di farmi un'idea precisa e esatta soprattutto.
Io ti ho solo scritto nei vari commenti, non opinioni mie, ma brani tratti da libri e ho voluto solo precisare questioni palesemente false (la storia della carta igienica) solo per onor del vero. Mi permetterai almeno questo?
Ho commentato la somiglianza visiva tra le cose che mi postavi e quelle che vedo perchè spesso le indosso. Poi, ripeto e ho già ripetuto, non conosco nè i tessuti, nè i ricami, nè i gioielli...ero qua per questo!
Se non lo vuoi capire e vuoi continuare la polemica, senza dare la possibilità agli altri di esprimersi e sostenendo le tue come verità assolute fai pure, ma sappi che non è giusto.
ampuriesu Inserito il - 12/12/2011 : 10:22:17
Timpiesina90 ha scritto:

Io lo spazio per la "visione terza" l'ho sempre lasciato...tant'è vero che qualche tempo fa avevo aperto un paio di discussioni per saperne qualcosa in più!
Mi spiace solo che a volte si sparino frasi solo per screditare che non hanno nulla di costruttivo. E in quel caso mi sembra legittimo che io mi difenda. Tutto qui...
Poi mi pare che nessuno stia dicendo il contrario dell'altro, ma che ci siano alcuni che a tutti i costi devono trovare qualcosa da ridire anche quando differenze o errori grossi non ce ne sono!
Sono qua per imparare, la discussione era stata aperta per questo e su un argomento ben preciso. Poi però come sempre si sfocia in altro.
Se riesco a postare qualche foto volentieri, sennò puoi andare su www.folktempio.it

A presto!
Guarda che non voglio fare il bastian contrario della discussione ma non voglio nemmeno assendare cose che non corrispondono alla realtà.
Infatti se vai nel sito cara Tempiesina noterai che si dice esattamente ciò che vado dicendo dall'inizio della discussione e per dimostrartelo posto pari pari ciò che c'è scritto:
COSTUME ROSSO

Si vuole presentare il Costume giornaliero e festivo della donna e le ragazze Tempiesi, risalente al periodo compreso fra la fine del 1700 e la prima metà del 1800. A differenza del costume Monacale in broccato di seta nero e pizzo bianco risalente alla fine del 1800 inizio 1900, indossato abitualmente nelle manifestazioni folkloriche, questo costume era interamente rosso in orbace (furesi) “la tinta usata veniva estratta da un lichene detto “petra lana” o “erba tramontana”.

Esso era composto da un Giubbone (camijola) seta in vario colore; una gonna lunga a piegoni appena abbozzati; una camicia bianca; un Corsetto (imbustu) in genere di seta di vario colore allacciato davanti.

Sulle spalle tenevano un fazzoletto triangolare di seta con due lembi poggiati sul davanti (scialle).

La parte più singolare di tale abbigliamento era costituita dal fazzoletto, tale copricapo veniva chiamato “Lu Cenciu” e veniva annodato in diversi modi su un supporto costituito da una “Cuffia” detta “Scuffiottu”.
Lu Cenciu sempre secondo A. La Marmora, sembra venisse da Bonifacio in Corsica, attraverso La Maddalena, per cui si suppone cge tale abbigliamento fosse usato anche dalle Contadine Corse che abitavano l’ arcipelago della Maddalena e le campagne della Gallura intorno a Tempio Pausania.
Comunque in Sardegna il modo di indossare il Cenciu (secondo La Marmora) era peculiare della sola Gallura.
Si conoscono almeno quattro modi di indossare “Lu Cenciu”. Noi abbiamo il modo più antico che si conosca, cioè quello dipinto dal Cominotti e da E. Goni nella tavola dedicata alla cerimonia di “Lu Graminatoggju” daal’ Atlas de la premier partie di Alberto La Marmora (Voyage en Sardigne).
Lu Graminatoggju era una vera e propria festa in cui la carminazione della lana dopo la tosatura diventava pretesto per un incontro poetico e musicale fra i giovani, donne e uomini, che amavano cantare i loro versi accompagnandosi con l’ Arpa Giudaica. Tale usanza era presente anche in Corsica col nome di “chiama e rispondi”.
Ora voglio essere un po più polemico visto che è il gruppo stesso a dire tutto ciò.
Mi dici che fine ha fatto lo scialle del collo del quale si va parlando nella descrizione? Mi dici che fine hanno fatto i busti di seta quando se noti le foto, per ballare indossano busti di seta e busti realizzati con stoffe di cotone da tappezzeria?
Mi dici perchè si parla di camisjola di seta quando le antiche erano di scarlatto rosso rivestite di broccato in seta?
Penso che arrivati a questo punto, io non abbia più niente da dire... tanto non si ammetterà mai che il costume è stato ricostruito a proprio piacimento e non come doveva essere ricostruito seguendo dei criteri ben precisi. C'era a disposizione la stampa di lu graminatojiu e invece si è tolto ciò che non piaceva per rendere il costume magari più bello o più brutto a seconda di come uno vede la cosa ma sta di fatto che la ricostruzione non è esatta.
Ciau
Timpiesina90 Inserito il - 12/12/2011 : 09:50:30
Io lo spazio per la "visione terza" l'ho sempre lasciato...tant'è vero che qualche tempo fa avevo aperto un paio di discussioni per saperne qualcosa in più!
Mi spiace solo che a volte si sparino frasi solo per screditare che non hanno nulla di costruttivo. E in quel caso mi sembra legittimo che io mi difenda. Tutto qui...
Poi mi pare che nessuno stia dicendo il contrario dell'altro, ma che ci siano alcuni che a tutti i costi devono trovare qualcosa da ridire anche quando differenze o errori grossi non ce ne sono!
Sono qua per imparare, la discussione era stata aperta per questo e su un argomento ben preciso. Poi però come sempre si sfocia in altro.
Se riesco a postare qualche foto volentieri, sennò puoi andare su www.folktempio.it

A presto!
sartinocchja Inserito il - 12/12/2011 : 07:33:07

Scomodare “un visionario” per inquadrare la situazione non è male … questo significa anche che ci sono dei mulini a vento/visioni/idee da combattere????!
No, non è questo che intendevo quando in solitaria … a margine … ho scritto l’appunto ... ma semplicemente la possibilità che ci sia “un terzo” … credo serva ben poco elencare da una parte e dall’altra tutta una serie di ragioni/visioni/supposizioni (siano esse supportate da documenti foto, esperti, e chi più ne ha più ne metta) se nel farlo non c’è spazio per una “visione/posizione terza” … e non importa se è un visionario (scusate il giro di parole), o se lo scopo è quello di capirci qualcosa … o altro ….

Grazie per la disponibilità … magari postare l’immagine del tuo costume e dei gioielli …
Timpiesina90 Inserito il - 09/12/2011 : 18:21:12
Cara Sartinoccja donc...gioielli a parte,per il quali avevo aperto questo post proprio per sapere quali erano giusti la questione è "semplice":
1)i costumi di Tempio sono due, uno rosso, simile a quello aggese e uno nero la cui ricostruzione fu curata dal compianto prof. Giovanni Andrea Cannas (cercalo sul web se nne vuoi sapere di più) sulla base degli ultimi abiti delle signore di fine 800. A Tempio la moda del continente è entrata con prepotenza modificando pesantemente usi e costumi.
2)quello rosso (la cui ricostruzione è stata fatta dalla dottoressa Marilena Bruschi Brandano,cerca pure lei se sei curiosa) adottato da tempio non possiede lo scialle ma solo lu cenciu in quanto, come ha detto anche Ampuriesu, sempre per via delle influenze esterne è stato dismesso prima che lo scialle entrasse in voga (e lo si è sostituito col costume nero).
Se volessi altre notizie/foto chiedi pure e se riuscirò a postare qualche foto (ancora mi sfugge bene la procedura XD ahahhaha) ti aiuterò come posso
Un gran saluto!
sartinocchja Inserito il - 09/12/2011 : 09:23:11
Ora che le posizioni sono chiarite … (Timpiesina e la sua idea di costume di Tempio con tanto di gioielli, Ampuriesu paladino del costume di Gallura) … e visto che gli animi sono tranquilli aggiungo due parole a margine … per non dire in solitaria fra me e me … molto liberamente … (…) “Quello che facciamo è soltanto una goccia nell'oceano. Ma se non ci fosse quella goccia all'oceano mancherebbe” ... forse mi consolo così …

Io non sono di Tempio, non conosco (ignoro) la realtà Gallurese in fatto di costume tradizionale, questo post mi sembrava un’occasione per colmare questa mia lacuna … scusate se ho cercato di capirci qualcosa … occasione mancata ??? …
No! Non direi, effettivamente mi è arrivato che:
Le donne di Tempio appuntano sul loro abito Rosso delle spille una per tenere lo scialle in testa (l'auza di capu) e una per tenere lo scialle incrociato sul petto (l'auza di pettu) ...
Un paio di orecchini molto particolari chiamati li pindini …
Una serie di anelli: la militaria, la manafidi, lu camafè (il cameo) e qualche altro anello come l'ametista, il granato o il topazio …
La buttonera della camisjola; solitamente undici bottoni per braccio in lamina d'argento (lamina e non argento??? I bottoni gioiello a cosa sono riferiti???)

Mi sembra di avere capito anche ???? che il costume attuale di Tempio (a prescindere dal materiale con cui è realizzato … naturalmente i dettagli non sono quisquilie) ha eliminato/modificato ??? alcune sue parti (come attestano i documenti e le immagini postate) da poterlo paragonare/assimilare a quello di Aggius????

P.S. (…) “Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso”.

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