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Quel 17 febbraio

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Autore Discussione: Marialuisa
Oggetto: Quel 17 febbraio
Inserito il: 17/02/2009 08:49:34
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Martedì 17 febbraio 2009



Quel 17 febbraio 1943 in Sardegna...

Lo spezzonamento e i tragici bombardamenti


Il 17 febbraio del 1945 sarà ricordato da tutti i sardi come l'inizio dei terribili bombardamenti che faranno di Cagliari e della Sardegna una terra squassata e sconvolta dalla guerra


* A Cagliari

E' l'inizio dei grandi bombardamenti diurni : 17 febbraio alle ore 15, 00 .
In Piazza Santa Restituta un Lightning P38, staccatosi in picchiata dalla formazione , aveva fatto scempio di una folla di persone mentre, accalcata contro i sacchetti di sabbia della paratia di protezione di un rifugio, stava cercando disperatamentedi accedere ad una delle due entrate per mettersi al riparo.
La citta fu attaccata con105 aerei fra B17 (le fortezze volanti) e i Caccia pesanti, Lightening P38 a doppia fusoliera :in via Sant'Efisio, tra la chiesa di Sant'Anna e quella di Santa Restituta, avvenne la maggiore strage. Il bollettino ufficiale parlava di 100 morti e 255 feriti; ma i morti furono quasi 200.


Quartiere Villanova




Chiesa di Sant'Anna


immagini sito matprof

* A Gonnosfanadiga

Bollettino di guerra n° 999 del Comando Supremo delle Forze Armate Italiane, diffuso dalla Radio il 18 febbraio 1943, con queste parole riferentesi al giorno 17:
"Bombardieri americani hanno lanciato bombe dirompenti e incendiarie su Cagliari, Quartu Sant'Elena, Gonnosfanadiga, causando gravi danni ad abitazioni civili e vittime tra la popolazione".

Il disastro di Gonnosfanadiga avveniva alle 15 del Mercoledì 17 febbraio 1943.
Nel breve spazio di qualche minuto, il paese fu sorvolato da una formazione di nove apparecchi nemici in direzione da Sud a Nord, su due diverse traiettorie corrispondenti a due principali strade, di cui una fu il rettifilo Porru Bonelli e l'altra fu la via Guglielmo Marconi in unione alla via Cagliari.

In ambedue linee, molte case furono colpite da numerosi proiettili esplodenti, che sfondarono tetti, fracassarono mobili e porte, seminarono una violentissima grandine di migliaia e migliaia di schegge metalliche che uccisero, abbattendole al suolo, molte persone e crivellarono, tutto attorno, gli intonaci dei muri, traforando lamine ferree di cancelli, di badili e di quanti altri oggetti si trovavano nelle case e nei cortili e nelle piazze adiacenti.

Il rettifilo fu, in un attimo, sparso di cadaveri giacenti nel proprio sangue: corpi privi di testa, braccia e gambe staccate dai propri busti, persone sventrate, morte e morenti, e gran numero di feriti, gravi e gravissimi.

Lo stesso impressionante spettacolo si vedeva in tutti gli altri punti del paese e nelle case e nelle case e nei cortili, dove i buoni cittadini erano stati sorpresi dalla improvvisa e fulminea comparsa degli aeroplani.

Nella linea del Rettifilo le prime bombe furono sganciate circa 20 metri a ovest delle Scuole Elementari, contigue alla Chiesa del Sacro Cuore; cioè negli orti della Signora Giovanna Casti e del Signor Battista Peddis.

Ma in questo tratto rimaste inesplose: una scoppiò nella casa del Signor Salvatore Tomasi.
Esplosioni si ebbero a 15 metri dalla casa del Parroco Tomasi, nel centro dello stradone, tra la casa delle sorelle Pinna Collu fu Donato e la casa opposta, appartenente al muratore Antonio Saba, dove fu uccisa la nipotina di costui Corsini Saba Maria di anni 3, e fu ferita gravemente la zia di lei Saba Amelia di anni 20.
In quel luogo restò anche una bomba inesplosa, che fu poi piantonata e rimossa dopo qualche giorno.
Non lontano da quel punto, nel vicolo trasversale che conduce direttamente a Fontana Manna fu colpita la casa del Signor Salvatore Sogus e quella di Mallica Anna: donde partirono le schegge che colpirono e uccisero la Signora Piras Marongiu Rosa di anni 38, moglie di Antioco Floris, restando ferita anche Zurru Gesuina di Pasquale di anni 22.

Altre esplosioni si ebbero i casa del Cav. Lodovico Marras ed in quella del suo figlio Marras Angelo, dove furono uccise le due domestiche Palmas Rosetta di anni 19 da Samassi e Serpi Evangela di anni 18 da Pabillonis.

La casa di Peppino Noli marito di Annetta Concas fu pure colpita, e fu ferita la loro figlia Noli Maria di anni 11.
In casa del sopraddetto Marras Angelo, nel palazzo prospiciente al Rettifilo fu ferita ad una guancia in prossimità dell'occhio la sua moglie Foddi Clelia di anni 24.

Tra le case dei due Marras fu colpita la abitazione di Francesco Piras, ove furono fracassate le botti, rimanendone il vino sparso per terra.
Nel palazzo di Peppino Floris con prospetto al Rettifilo, fu colpita una camera da dove poco prima era sta fatta allontanare la Signora Floris Zurru Barbara con la sua neonata bambina.

Grande strage avvenne nella casa della fu Severa Carreras e nel suo grande cortile con ampio portale, prospiciente al Rettifilo e all'inizio di via Roma.
In quel cortile perirono dieci persone, e cioè: la padrona di casa Piras Carreras Maria presidente delle Donne Cattoliche e principale Zelatrice di molte opere parrocchiali - la sua sorella Piras Peppina Vedova Sotgiu - la figlia di quest'ultima Sotgiu Rosaria Delegata Aspiranti e cassiera della Gioventù Femminile di Azione Cattolica - la loro domestica Saba Atzori Carmelina di anni 13 - e le sfollate Doglio Franca Maria di anni 7, Doglio Stefania nubile di anni 35, Doglio Giacomo di anni 6, e le bambine Mercenaro Maria Rosa e Mercenaro Anna, figlie di Ovidio.
Fuori dal Cortile in quel crocevia detto del Mercato Nuovo, all'inizio di Via Roma, furono uccise: Barbara Maccioni di anni 66 Vedova Dessì Antioco, Maria Sogus di anni 58 e sua figlia Tomasi Adelina di anni 36. In quello stesso punto fu asportata la testa al bambino di cinque anni Mette Tomasi Pier Paolo, che in quel pomeriggio aveva con insistenza ottenuto dalla vedova mamma, di cui era unico figlio, il permesso di uscir di casa con la sua piccola bicicletta.
Vi fu pure ferita Saba Annetta di anni 52 e suo figlio Graziu Davide di anni 19.

Nel medesimo lato occidentale del Rettifilo fu colpita la palazzina del Sig. Giuseppe Chia; e tra questa casa e la precedente, sulla porta della propria abitazione, fu uccisa Sardu Barbara di anni 20.

In questo punto della strada, presso il pozzo pubblico, perdette un occhio Caterina Colludi di anni 70, e furono colpiti a morte, con ambedue le gambe spezzate, il signor Ecca Sardu Luigi di anni 40 ed il Signor Scudieri Edmondo, Perito Minerario, Caposervizio della Società Breda della Miniera di Salaponi.

Vi furono pure uccisi il Signor Federa Giacomo, aiutante del suddetto Scudieri, ed il signor Frontella Pasquale di anni 54, nuovo esattore delle Imposte, venuto a Gonnosfanadiga da pochi giorni.

Più giù, di fronte al negozio del Signor Battista Lai, e precisamente sotto l'arco del portale di Peppino Noli, dove aveva cercato rifugio, fu uccisa la domestica del farmacista, Salis Berta di anni 23 da Arbus; ed ebbe trapassata la spalla Vitalia Littera, bidella della Chiesa, che ne riportò la paralisi del braccio destro.
Ivi fu pure ferita la bambina Lai Angela di anni 10, e vi fu uccisa Giulia Sogus Bascioni di anni 64.

Altre bombe caddero sul Municipio (in quell'ora fortunatamente deserto) e sul piazzale antistante, abituale centro di convegno dei cittadini.
In questa piazza morirono il commerciante Garau Pietro di anni 57, il contadino Lixi Francesco di anni 68, il proprietario Zurru Antiocco di anni 65, il pensionato Caddeo Sebastiano di anni 70, l'ortolano Cabras Raimondo di anni 65, il Farmacista Dott. Mario Marongiu di anni 44. Vi furono colpiti e morirono la sera stessa all'Ospedale in Cagliari il meccanico Melis Antioco di anni 41 e pili Salvatore di anni 19.

Nella porta del Bar di Collu Giovanni, sempre di fronte al Municipio, furono feriti ( e poi anch'essi morirono all'Ospedale in Cagliari) il figlio di costui Collu Mario di anni 13 e Casti Antonina di Salvatore di anni 10. In casa del detto Piras Giuseppe fu ferita una sua figlia Piras Antonietta di anni 16, e morì Mallica Annita fu Giovanni di anni 11.

fonte sito Villacidro un po' di storia


Video dell'Istituto Luce sui bombardamenti del febbraio '43



Risposte:


Autore Risposta: Ela
Inserita il: 17/02/2009 09:12:37
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MLuisa...bellissimo ed emozionante questo video. Mi ricordo che mia madre raccontava sempre della famiglia di sfollati di Cagliari che avevano a casa loro e con i quali era nata un'amicizia bellissima che si è protratta per tutta la vita!!! Con loro, come dice la canzone del video, hanno diviso tutto. Appartenevano ad una famiglia molto facoltosa di Cagliari( mia madre quando parla della signora ancora la chiama "signora Carmela") ma non si dimenticarono mai dell'aiuto ricevuto!!!!!


Autore Risposta: Marialuisa
Inserita il: 17/02/2009 09:43:37
Messaggio:

Ela ha scritto:

MLuisa...bellissimo ed emozionante questo video. Mi ricordo che mia madre raccontava sempre della famiglia di sfollati di Cagliari che avevano a casa loro e con la quale era nata un'amicizia bellissima che si è protratta per tutta la vita!!! Con loro, come dice la canzone del video, hanno diviso tutto. Appartenevano ad una famiglia molto facoltosa di Cagliari( mia madre quando parla della signora ancora la chiama "signora Carmela") ma non si dimenticarono mai dell'aiuto ricevuto!!!!!


Sì , Ela , i tuoi ricordi sono quelli di tante famiglie cagliaritane e di quelle che in tutta l'isola generosamente le ospitarono e ne condivisero i disagi della guerra .
Ascoltavo ieri Prof Lilliu che raccontava (splendidamente in limba) di quel giorno quando , giovane laureato venne trasferito per un insegnamento a Cagliari da Roma , visse con angoscia il bombardamento e decise di tornare alla sua Barumini in cerca di conforto " in bidda ".
Rifletteva il Professore sul fatto che forse quella fu l'unica volta in cui Cagliari fece tutt'uno col resto dell'isola , Cagliari sempre un po' sonnolenta e distaccata toccò a piene mani la generosità e l'ospitalità della gente di Sardegna .


Autore Risposta: Tizi
Inserita il: 17/02/2009 12:32:30
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Luisa commovente il filmato, mi sono venuti i brividi nel sentire e nel vedere le terribili immagini, la guerra che porta solo distruzione e morte.....povera gente quanto devono aver sofferto....
grazie Luisa...... per non dimenticare


Autore Risposta: santobevitore
Inserita il: 17/02/2009 18:32:19
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Marialuisa, grazie per questa testimonianza che hai inserito. Mi sono trovato a leggere la descrizione dei bombardamenti a Gonnosfanadiga con tristezza crescente, ogni volta che si nominava un'ennesima vittima innocente. Dallo stile asciutto, un pò da articolo di giornale d'altri tempi, si staccano drammi grandi, non facili da descrivere e quasi impossibili da immaginare.


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