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Nota Bene: Nella Sala Nuragica del Museo Sanna di Sassari si trova la prima attestazione diretta della filatura in Sardegna. Da S'Adde 'e s'Ulumu - Usini provengono vaghi di collana in bronzo, di età nuragica , che conservano i residui di una cordicella di fibre vegetali filata a più capi.



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Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 22/08/2006 : 23:02:50  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


Nell’antica Grecia si chiamavano Moire, erano figlie della notte e padrone del destino, e filavano.
A ogni filo corrispondeva una vita: quando decidevano di reciderlo era finita, giudizio insindacabile, né gli dei né alcuna corte d’appello dell’epoca poteva farci niente. (Per vie misteriose sono arrivate a Ottana, nel nuorese, con le vesti de “sas filonzanas”, ma di questo si parlerà un altro momento).

Nell’antica Roma cambiarono il nome, si chiamavano Parche: e filavano.

Nel mondo teutonico erano Norne: filavano anch’esse.

In Sardegna - dove non ci facciamo mancare niente, un tocco di originalità lo spalmiamo sempre, siamo molto più pratici e diciamo pane al pane e vino al vino- si chiamarono “accabadoras”: e “accabavano”!
(Da non trascurare il gentile omaggio linguistico a quei spagnoli che per secoli ci hanno fatto dannare: acabàr = terminare, dare sul capo…..).

Eutanasia: referendum? Dibattiti? Tavole rotonde? Questione etica?? Ma quando mai, tempo perso, bla bla bla inutili, bizantinismi del nostro tempo….
Molto più pratici e fattivi i nostri avi, neanche tanto lontani: quando c’era una persona moribonda, molto più lì che qui, che non si decideva proprio a dipartire, sofferente per sé e per gli altri, un veloce consulto di famiglia e via, qualcuno furtivamente avvertiva un personaggio il cui ricordo (ammettiamolo) ci piace tanto rimuovere: “sa femina accabadora”.

La signora, presumo vestita di nero come credo bon ton suggerisse viste le circostanze, attendeva la notte, poi si recava a casa del moribondo. Il cerimoniale pare che imponesse un saluto particolare, poi i parenti con nonchalance uscivano dalla stanza del malcapitato dove la signora in nero, alias madame accabadora, eliminava “religiosamente” qualsiasi oggetto sacro, toglieva da sotto lo scialle l’arnese del mestiere, che consisteva in un mazzoccu (o mazzolu , mazzocca, chiamatelo come volete!) generalmente una specie di robusto martello di olivastro, si rimboccava le maniche, si avvicinava al ”paziente “, raccoglieva le forze e…voilà, un colpo secco ben assestato in testa e lo spediva all’altro mondo.
Lo “accabava”, appunto.
Indi, con molta naturalezza, richiamava i parenti, ai quali credo non desse condoglianze, anzi erano loro che ringraziavano, e usciva nella notte scura, senza neanche rilasciare uno straccio di fattura e tantomeno richiedere un compenso seppure in nero, gratificata per avere fatto ancora una volta, gratuitamente e disinteressatamente, il proprio dovere.

“L’ultima delle accabadoras” pare avesse esercitato fino al 1952.
Per lunghi secoli le “feminas accabadoras” sarde “accabarono”; le ultime testimonianze ce le segnalano a Bosa, Orgosolo e Luras, quest’ultimo ridente e gentile paesino gallurese - secondo alcune fonti una delle cinque colonie etrusche nell'Isola, secondo altre più verosimilmente fondato da coloni ebrei deportati in Sardegna dall'Imperatore romano Tiberio - noto anche per i 4 splendidi dolmen tra i quali spicca il Ladas ( so quello che state che pensando, avendo a che fare con il vino..) e i famosissimi olivastri millenari, dove nell’interessante museo che testimonia la cultura tradizionale locale (www.museogalluras.it/) è in bell’evidenza proprio su “mazzuccu”, 40 centimetri di lunghezza e 20 di larghezza di robusto olivastro.

Per dovere di cronaca sottolineo che, nonostante le mie ricerche, non mi è stato possibile verificare se le "accabadoras" fossero libere professioniste iscritte ad apposito albo e quali fossero i requisiti per esercitare simili attività; contestualmente vi invito, qualora sentiate esclamare alle vostre spalle “accabalu !” o “accabala!”, di stare un po’ all’erta….non si sa mai!!!









Modificato da - Adelasia in Data 19/10/2007 22:39:12

 Regione Sardegna  ~ Città: nuoro  ~  Messaggi: 2881  ~  Membro dal: 23/05/2006  ~  Ultima visita: 18/08/2023

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Paradisola

Amministratore




Inserito il - 23/08/2006 : 10:43:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Paradisola Invia a Paradisola un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
C'è anche un libro dedicato all'argomento..


Eutanasia ante litteram in Sardegna. Sa femmina accabadòra
(A. Bucarelli L. Carlo)
acquistabile qui:
http://www.internetbookshop.it/ser/...IN4RNU3JXZQI








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 9778  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 30/11/2020 Torna all'inizio della Pagina

Fish

Utente Attivo



Inserito il - 13/10/2006 : 12:02:09  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Vecchiette molto simpatiche... Ora capisco da dove deriva il rimprovero "Accabadda!", per dire a uno di smetterla...
Inconsapevolmente, gli stavo augurando di essere "terminato"...


Un uomo intelligente spesso si troverebbe in imbarazzo senza la compagnia di qualche sciocco!








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Paese D'Ombre  ~  Messaggi: 915  ~  Membro dal: 11/10/2006  ~  Ultima visita: 25/05/2008 Torna all'inizio della Pagina

Ela

Moderatore




Inserito il - 13/10/2006 : 16:09:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ela Invia a Ela un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Molti dicono che queste accabadoras erano frutto di un'antica leggenda:Ma molti studiosi di cose sarde hanno invece accertato che esistevano davvero:Una donna infatti aveva raccontato ad un vecchio prete dell'università si sassari questo episodio.Tenete conto che questo che riporto è stato scritto nel 60 e a signora riportava fatti accaduti alla sua nonna....quindi diciamo nel primo novecento...Comunque questa donna diceva che quando era ragazzina, la sua nonna, cadde gravemente ammalata :Il prete le diede l'estrema unzione e mentre usciva, la ragazzina vide sulla porta una donna vecchia vestita di nero che attendeva di essere chiamata per abbreviare le sue sofferenze ...Questa ne fu talmente terrorizzata che ebbe una crisi con abbondante traspirazione..fatto questo che ne provocò la completa guarigioneQuesto era scritto su un bollettino ed il dottore di chiamava Della Maria.. questo riferisce ancora che il Canonico Dottor Pietro Raimondo Calvisi noto cultore di cose sarde così riferiva:"Le confermo che a Bitti,intorno al 1906,sono stato testimone del seguente fatto:nei pressi della casa mia,un bimbo era in agonia da olre 3 giorni,quando si presentò alla madre del morente una vecchia dall'aspetto duro ed energico,alta e segaligna: La vecchia si offrì decisa,alla madre,per abbreviare l'agonia del piccolo sofferente:La madre non si stupì della cosa, ma rifiutò dicendo:"Cherzo que si guadagnet su Chelu" (Voglio che si guadagni il cielo)::Da queste parole ebbi la chiara conferma che la sinistra vecchia fosse una superstite "accabadora".


C'esti un'isola in su Mediterraniu aundi s'aria fragada de mari,de terra e de mirtu.....esti sa Sardigna......








 Regione Marche  ~ Prov.: Cagliari  ~  Messaggi: 6439  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 03/07/2020 Torna all'inizio della Pagina

dany
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 14/10/2006 : 16:29:55  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany Invia a dany un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Avete scritto cose veramente interessanti...complimenti ad Adelasia per l'ironia con la quale ha raccontato questo macabro personaggio della nostra storia.Numerose sono le varianti dei racconti circa il ruolo di questo personaggio...proprio in occasione del revival dell'argomento eutanasia( se avete fatto caso diventa argomento di moda ciclicamente)una mia amica di un paese dell'entroterra sardo mi ha raccontato che questa "signora" non era poi così cruenta ... le bastavano solo un fazzoletto e pochi secondi per compiere la sua opera...

dany









Modificato da - dany in data 14/10/2006 16:32:19

 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 1636  ~  Membro dal: 20/09/2006  ~  Ultima visita: 02/07/2020 Torna all'inizio della Pagina

Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 06/11/2006 : 17:40:40  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Ela

Molti dicono che queste accabadoras erano frutto di un'antica leggenda:Ma molti studiosi di cose sarde hanno invece accertato che esistevano davvero:Una donna infatti aveva raccontato ad un vecchio prete dell'università si sassari questo episodio.Tenete conto che questo che riporto è stato scritto nel 60 e a signora riportava fatti accaduti alla sua nonna....quindi diciamo nel primo novecento...Comunque questa donna diceva che quando era ragazzina, la sua nonna, cadde gravemente ammalata :Il prete le diede l'estrema unzione e mentre usciva, la ragazzina vide sulla porta una donna vecchia vestita di nero che attendeva di essere chiamata per abbreviare le sue sofferenze ...Questa ne fu talmente terrorizzata che ebbe una crisi con abbondante traspirazione..fatto questo che ne provocò la completa guarigioneQuesto era scritto su un bollettino ed il dottore di chiamava Della Maria.. questo riferisce ancora che il Canonico Dottor Pietro Raimondo Calvisi noto cultore di cose sarde così riferiva:"Le confermo che a Bitti,intorno al 1906,sono stato testimone del seguente fatto:nei pressi della casa mia,un bimbo era in agonia da olre 3 giorni,quando si presentò alla madre del morente una vecchia dall'aspetto duro ed energico,alta e segaligna: La vecchia si offrì decisa,alla madre,per abbreviare l'agonia del piccolo sofferente:La madre non si stupì della cosa, ma rifiutò dicendo:"Cherzo que si guadagnet su Chelu" (Voglio che si guadagni il cielo)::Da queste parole ebbi la chiara conferma che la sinistra vecchia fosse una superstite "accabadora".


C'esti un'isola in su Mediterraniu aundi s'aria fragada de mari,de terra e de mirtu.....esti sa Sardigna......



Ela!!! Hai riportato informazioni straordinarie che mi incuriosiscono moltissimo: mi sapresti dire, per cortesia, dove le hai reperite o come posso trovarle? Ho sentito parlare del can. Calvisi, uomo colto a arguto, sto cercando suoi testi, magari proverò in biblioteca. Conosci qualche titolo in particolare?
Grazie alla tua "rimembranza" mi è venuta la voglia di saperne di più e ho chiesto lumi: mi è stato confermato quello che tu hai scritto su di lui.

Ma soprattutto... mi sai dire qualcosa di più su Della Maria?
Io ho qualche informazione di un certo Della Maria che, mi pare negli anni '50, mi risulta avere scritto alcuni preziosi articoli sulla maschere tradizionali della Sardegna, mi chiedo se si tratti della stessa persona... Non ho idea se il Della Maria che conosco io fosse medico...
Grazie mille!








Modificato da - Adelasia in data 06/11/2006 17:41:44

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Agresti

Moderatore




Inserito il - 06/11/2006 : 18:40:12  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Agresti Invia a Agresti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
è da quando ho visto ,alla mostra di Macomer, proprio quel libro che indica Domenico
che penso alla figura de s'Accabadora..
ieri ho visto in tv il museo etnografico di Luras e hanno mostrato
il martello de s'accabadora... agghiacciante!!!
Presumo quindi che sia esistita veramente
Interessante approfondire l'argomento


_______________________________________________________________________________








Modificato da - Agresti in data 06/11/2006 18:43:41

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Ela

Moderatore




Inserito il - 06/11/2006 : 19:31:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ela Invia a Ela un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da adelasia

Citazione:
Mssaggio inserito da Ela


C'esti un'isola in su Mediterraniu aundi s'aria fragada de mari,de terra e de mirtu.....esti sa Sardigna......



Ela!!! Hai riportato informazioni straordinarie che mi incuriosiscono moltissimo: mi sapresti dire, per cortesia, dove le hai reperite o come posso trovarle? Ho sentito parlare del can. Calvisi, uomo colto a arguto, sto cercando suoi testi, magari proverò in biblioteca. Conosci qualche titolo in particolare?
Grazie alla tua "rimembranza" mi è venuta la voglia di saperne di più e ho chiesto lumi: mi è stato confermato quello che tu hai scritto su di lui.

Ma soprattutto... mi sai dire qualcosa di più su Della Maria?
Io ho qualche informazione di un certo Della Maria che, mi pare negli anni '50, mi risulta avere scritto alcuni preziosi articoli sulla maschere tradizionali della Sardegna, mi chiedo se si tratti della stessa persona... Non ho idea se il Della Maria che conosco io fosse medico...
Grazie mille!


Queste notizie io le ho prese dal librodi G.Cabiddu "Usi e costumi riti tradizioni popolari della Trexenta"edito dalla "Editrice Sarda Fossataro"del 1965:E' un libro molto interessante e ricco...naturalmente in vendita non lo trovi ...ma lo trovi in molte biblioteche della sardegna......Quì nel libro parla di un Dottor Giuseppe della Maria...Uno studio sulle "accabadoras" fu fatto anche dal francese Domenech e scrisse un libro "Pastori e Banditi,nel quale viene accertata la presenza di queste donne nel se.XVIII.questo libro fu tradotto dallo studioso,storico e scrittore Raimondo Carta Crispi eun passo di questo libro diceva" Non posso provare che questa usanza di uccidere i moribondi sia ancora in vigore in Sardegna,ma essa esistette almeno fino alla fine del secolo scorso (1800),come esiste ancora ai giorni nostri,nella Nuova Zelanda,ed in molte altre isole ell'oceania:L'hanno negato,lo so, ma poichè non c'è fumo senza fuoco,credo che i passi seguenti,che mi sono stati raccontati,spesse volte,abbiano qualche fondamento vero.Dopo aver curato i malati con tutta la devozione possibile,i sardi non potevano vedere,rassegnati,il prolungarsi della tortura dell'agonia,e per farla cessare al più presto,ricorevano all'ausilio delle "accabadoras"".....e quì riporta quelle storie che ho scritto l'altra volta.Ma ci sono ancora tante notizie..difficili da riportare quì


C'esti un'isola in su Mediterraniu aundi s'aria fragada de mari,de terra e de mirtu.....esti sa Sardigna......








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Agresti

Moderatore




Inserito il - 08/11/2006 : 17:37:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Agresti Invia a Agresti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Recensione del libro
Eutanasia ante litteram in Sardegna. Sa femmina accabadòra

Stando all'ipotesi più accreditata,
sas accabadoras erano le donne che
intervenivano negli ultimi momenti
di agonia inducendo i moribondi
alla bona morte : una sorta di eutanasia
ante litteram. Non si attribuisca all'aggettivo
bona il significato di calma, amabile, propizia,
bella o gradevole, bensì quello di utile,
necessaria cioè ad alleviare un'estrema e
altrimenti irrimediabile sofferenza.
Indurre alla bona morte era considerato
un atto pietoso ma al tempo steso egoistico,
poichè neccessarioad "alleggerire" la vita di
chi restava, soprattutto quando le condizioni
economiche erano precarie.

_______________________________________________________________________________








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Agresti

Moderatore




Inserito il - 08/11/2006 : 17:39:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Agresti Invia a Agresti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
tratto da L'Unione Sarda del 10 marzo 2006

Fotografie e convegno sul rito di S'accabadora

"Arrivava di notte ed entrava dalla porta principale. Accompagnata al capezzale del moribondo, pronunciava poche parole rivolte a Dio, mandava via tutti e, chiusa la porta della stanza, assestava un colpo di mazzoccu…”: è il mistero de S’accabadora, alla quale il circolo Grazia Deledda di Saronno (presidente Luciano Aru) dedica una giornata con un convegno ed una mostra fotografica alla fondazione Gianetti. Una figura che, racconta la tradizione, dava la morte ai malati, su richiesta dei familiari stanchi di veder soffrire i propri cari. La questione dell’eutanasia sarà al centro dell’incontro Il dovere di vivere, il diritto di morire? domani (sabato 11 marzo) alle 16. Parteciperanno Fabrizio Frattini (primario servizio di anestesia e rianimazione ospedale di Saronno), Carlo Capra (reparto di terapia intensiva), Mario Palmaro (docente di filosofia del diritto all’Università europea di Roma) e Vanni Lai (vice presidente Associazione italiana donatori organi zona di Alessandria). Maria Panzalis (vice presidente del circolo sardo) curerà la presentazione del libro Sa femmina accabadora. Eutanasia ante litteram in Sardegna, di Alessandro Bucarelli e Carlo Lubrano. Durante la stessa giornata verrà inaugurata la mostra fotografica Sa accabadora di Chiara Mulas


altre curiosità

quì c'è una foto del martello di cui parlavo





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Modificato da - Agresti in data 22/11/2006 09:55:33

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Ela

Moderatore




Inserito il - 09/11/2006 : 13:49:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ela Invia a Ela un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Anche sul mio libro si parla di questa mazzocca,però si dice anche che spesso non erano solo i moribondi ad usufruire di questo bel trattamento,ma spesso anche i vecchi(sic!) dai 60 anni in su (se lo sente mio marito che ha quasi 60 anni e si sente un ragazzino!!!)usufruivano dello stesso trattamento: INFATTI UN PASSO DEL LIBRO DICE"lA SOPPRESSIONE DI PERSONE,AD INIZIATIVA PER LO PIù DI PARENTI,SI SAREBBE MANIFESTATA IN SARDEGNA IN DUE DISTINTE UNITà CHE,CON QUALCHE FREQUENZA,VENGONO VICEVERSA CONFUSE,E TALVOLTA ABBINATE:L'UCCISIONE DI VECCHI,PUR SANI E VIGOROSI, E L'ESTINZIONE DI MORIBONDI IN PREDA A RILEVANTI SOFFERENZE E PRIVI DI ALCUNA PROBABILITà DI SOPRAVVIVERE"


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Nuragica

Moderatore




Inserito il - 09/11/2006 : 16:59:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Nuragica Invia a Nuragica un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Anche nel romanzo "Edera" di Grazia Deledda,
c'è il personaggio che funge da accabadora.
Annesa, la serva che per amore di un uomo e della famiglia Cherchi(ormai indebitata)
alla quale era molto legata Strangola il vecchio Ziu Zuà..
vi ricordate??

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... vegno del loco ove tornar disio








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Agresti

Moderatore




Inserito il - 09/11/2006 : 18:13:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Agresti Invia a Agresti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Ela

Anche sul mio libro si parla di questa mazzocca,però si dice anche che spesso non erano solo i moribondi ad usufruire di questo bel trattamento,ma spesso anche i vecchi(sic!) dai 60 anni in su (se lo sente mio marito che ha quasi 60 anni e si sente un ragazzino!!!)usufruivano dello stesso trattamento: INFATTI UN PASSO DEL LIBRO DICE"lA SOPPRESSIONE DI PERSONE,AD INIZIATIVA PER LO PIù DI PARENTI,SI SAREBBE MANIFESTATA IN SARDEGNA IN DUE DISTINTE UNITà CHE,CON QUALCHE FREQUENZA,VENGONO VICEVERSA CONFUSE,E TALVOLTA ABBINATE:L'UCCISIONE DI VECCHI,PUR SANI E VIGOROSI, E L'ESTINZIONE DI MORIBONDI IN PREDA A RILEVANTI SOFFERENZE E PRIVI DI ALCUNA PROBABILITà DI SOPRAVVIVERE"


C'esti un'isola in su Mediterraniu aundi s'aria fragada de mari,de terra e de mirtu.....esti sa Sardigna......



ripeto... è agghiacciante



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Agresti

Moderatore




Inserito il - 09/11/2006 : 18:23:01  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Agresti Invia a Agresti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Nuragica

Anche nel romanzo "Edera" di Grazia Deledda,
c'è il personaggio che funge da accabadora.
Annesa, la serva che per amore di un uomo e della famiglia Cherchi(ormai indebitata)
alla quale era molto legata Strangola il vecchio Ziu Zuà..
vi ricordate??


____________________________________________________________
... vegno del loco ove tornar disio




se qualcuno volesse leggerlo
(anche io tra l'altro)


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n/a

deleted


Inserito il - 10/11/2006 : 10:53:56  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Ciao a tutti,
nella tradizione Sarda, le Parche prendono le sembianze di un essere mitologico, che nn è s'Accabadora ma viene chiamata Sa Filonzana, una donna vestita di nero che tiene fra le mani un fuso e fila la lana: essa rappresenta il sottile filo della vita, che può essere spezzato in qualunque momento.
Se ne trova una rappresentazione nel museo S'omo 'e sa Majarza a Bidonì, dedicato alla stregoneria.
Per quanto riguarda S'accabadora, abbiamo pubblicato tre articoli che potete leggere ai seguenti indirizzi:

La terribile Accabadora
http://www.contusu.it/index.php?opt...222&Itemid=2

Sa Accabadora, un altro spunto di rilfessione..
http://www.contusu.it/index.php?opt...223&Itemid=2

S'Accabbadora e Padre Vassallo
http://www.contusu.it/index.php?opt...270&Itemid=2

Saludi e Trigu








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Bakis
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 10/11/2006 : 11:56:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Bakis Invia a Bakis un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Complimenti per il sito,interessante e intrigante.








Modificato da - Bakis in data 10/11/2006 11:59:13

Città: Alghero  ~  Messaggi: 897  ~  Membro dal: 03/11/2006  ~  Ultima visita: 25/07/2015 Torna all'inizio della Pagina
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