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Nota Bene: Nella penisola di Sinis, lungo la costa che va da Is Arutas a San Giovanni, si trovano alcune antiche cave di arenaria carbonatica utilizzate già in epoca romana e localizzate in riva al mare per un più agevole trasporto del materiale su imbarcazioni. Scavate con la tipica tecnica a grandi riquadri e soggette all'erosione dei venti e del mare, attualmente sono parzialmente sommerse. Di interesse turistico è, non lontana dalla torre costiera di Seu, la così detta “Sala da ballo” che presenta un pavimento particolarmente liscio racchiuso da pareti verticali.



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 Visita alla miniera di San Leone

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Andrea70 Inserito il - 19/06/2012 : 15:44:30
Ad aprile insieme ad alcuni amici del nostro gruppo di “minerabondi” abbiamo visitato la vecchia miniera ormai inattiva di San Leone, qui:

http://goo.gl/maps/u7xP

grazie all'ospitalità del signor Federico Corda proprietario della miniera attraverso la Kovisar. Ora con notevole ritardo (impegni vari, pc leeeeento e forse un po' di pigrizia ), pubblico un po' di notizie forniteci dal signor Corda ed alcune foto scattate il giorno. Giornata che si presentava nuvolosa, poi è arrivata la pioggia, ma dopo un po’ un bel sole.



Il signor Corda ci ha spiegato che lui concede il permesso alla visita della sua azienda, ma non troppo spesso perchè comunque la visita comporta un impegno per lui ed i suoi collaboratori.
L'ex miniera è all'interno dell'azienda San Leone, che ha una superficie di 350 ha ed è percorsa da 90km di strade sterrate. Restano i vecchi edifici delle lavorazioni minerarie:











e quel che resta del villaggio minerario, insieme a due alberghi:









ed una piccola chiesa, costruita intorno al 1950 in sostituzione di una più antica distrutta da un alluvione, costruita proprio a fianco ad una discarica mineraria, non l'ideale, foto:









La zona infatti ha subito alcune alluvioni, l’ultima nel 2009, che hanno danneggiato la chiesa ed altri edifici, sopratutto per la grande quantità di materiale trascinata dall'ondata d'acqua, qualcosa si vede ancora nonostante molto lavoro sia stato fatto per ripulire:



L'attività mineraria ha una storia molto antica, sarebbe iniziata nel periodo nuragico, secondo ricerche congiunte di studiosi delle università di Viterbo e Firenze, con l'aiuto del professor Barresca e credo (se non ho capito male) del professor Zucca di Oristano. I nuragici avrebbero scoperto, nella zona di San Leone, ed iniziarono ad utilizzare del minerale di ferro con una consistenza sabbiosa che aveva tenori elevatissimi dell'ordine del 70-75% con punte dell'80%. Proprio per mantenere il segreto sulla localizzazione del giacimento (risorsa importantissima per il periodo) i nuragici trasportavano e lavoravano il minerale altrove. Prove della lavorazione del minerale ferroso sono eventuali forni fusori (o almeno loro tracce) che non sono stati trovati vicino al giacimento, ma solo in tre siti nuragici vicino Uta.
Tornando ai tempi "moderni”, l'azienda San Leone ha comunque una storia inizialmente diversa da quella mineraria. I francesi della Petite Goudien intorno alla metà del 1800 ottennero una prima concessione dal comune di Cagliari (a cui allora il territorio di San leone faceva parte) per 1000 ettari per lo sfruttamento dei boschi per il legno in quanto tale, produzione di carbone ed estrazione di prodotti vari grazie alla distillazione. Con il tempo il bosco in uso all'azienda arrivò sino ad un estensione di 18000 ettari. A San Leone, la lavorazione del legno continuò sino al 1923, quando l'impianto per la distillazione del legno fu trasferito a Pantaleo, qui:

http://goo.gl/maps/Ss3p

Su Pantaleo esiste un libro pubblicato circa 10 anni fa da una signora di Santadi, Maria Pia..(il signor Corda non ricordava il cognome).
La Petit Goudin, lavorava il legno, ma ad un certo punto iniziò ad occuparsi del giacimento di minerali del ferro, grazie ad una scoperta casuale comunque legata al legno. In una certa zona dell'azienda, infatti si era notato la presenza di fusioni nella terra di copertura delle focaie per la produzione del carbone. La società Petit Goudin, collaborava con Pascal, uno dei più grandi chimici francesi di allora, per ciò che riguardava la distillazione del legno, collaborazione che così si allargò anche al settore minerario con la scoperta di questi giacimenti.
L'attività mineraria inizio intorno all’anno 1860, continuò nel tempo con alcuni passaggi societari, e si chiuse con la Ferromin, che rinunciò ufficialmente alla concessione mineraria nel 1963. Con la fermata dell’attività mineraria, tutte le attrezzature ed i macchinari minerari furono dismessi dalla Ferromin, i mulini a sfere (e forse altro) furono venduti all’allora Mineraria Silius (diventata poi Nuova Mineraria Silius e dal 2007 Fluorite di Silius, società ora in liquidazione), dove hanno funzionato sino al 2009, con la fermata della laveria di Assemini e forse torneranno a funzionare se l’impianto dovesse ripartire, non si sa ancora se e con quale società.
La pubblicazione più completa sulla miniera di San Leone risale al 1957, è del prof Giusti.
Dopo l'acquisto dalla Ferromin, negli anni 1970-75, la Kovisar trasportò dagli uffici della Ferromin all’Isola d'Elba due camion carichi di documenti riguardanti la miniera di San Leone, che poi furono selezionati, catalogati e sono tutt'ora conservati.
La Kovisar, iniziò una serie di ricerche e studi effettuati sull'ambiente ed il sistema di gallerie. Risultati raccolti in un testo prestato all'università di Cagliari e mai reso.
La Kovisar, completò la “pulizia” di quattro livelli in sottosuolo per ricavarne tre diverse cantine per vini, che dopo tre anni non sono state più utilizzate, fu anche tentata la coltivazione di funghi, ma anch'essa non diede i risultati sperati.
Intorno al 1980-82, l'Università di Cagliari in collaborazione con la Kovisar, studiò la possibilità di utilizzare per le terapie e la convalescenza di malati polmonari, parte degli edifici e strutture dell'azienda, insieme ai percorsi nei boschi, progetto poi abbandonato da parte dell'Università.
L'azienda San Leone, ha un posto importante nella storia ferroviaria della Sardegna, infatti proprio per il trasporto del minerale estratto, sino alla spiaggia di La Maddalena, fu costruita quella che fu la prima ferrovia in Sardegna. Ormai resta solo il rudere della vecchia stazione di partenza:







inaugurata il 20 novembre 1862 dal principe Umberto di Savoia, che colse l'occasione per una battuta di caccia nei giorni 20 e 21 novembre 1862, come ricorda una targa:



all'esterno dell'edificio della direzione:



Per altre notizie sull'ex miniera di San Leone consiglio la pagina dedicata alla miniera dal sito dedicato alle miniera sarde, sito curato da uno degli amici “minerabondi", link:

http://www.minieredisardegna.it/LeM...425aa722605e
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Andrea70 Inserito il - 30/06/2012 : 17:11:08
Grazie a tutti per i complimenti . Anch'io ho trovato molto interessanti le notizie che ci ha dato il proprietario della vecchia miniera, il signor Federico Corda, una persona che ha dedicato molto tempo e risorse all'azienda, e lo si capisce anche dalla passione con cui ne parla. Purtroppo la zona ha subito grossi danni per le alluvioni, che hanno causato grossi sconvolgimenti, difficili da sistemare, che uniti ai soliti problemi con la burocrazia hanno reso difficile poter sviluppare l'azienda anche a scopo turistico, cosa che spero sempre in qualche modo possa accadere.
Ciao
maria Inserito il - 29/06/2012 : 12:21:54
Non conoscevo questa miniera bellissime foto complimenti
johnny Inserito il - 29/06/2012 : 12:08:14
Bravo,complimenti!Splendido reportage ricco di importanti,utili e interessanti notizie e corredato da bellissime immagini.Pur abitando nelle vicinanze ed aver percorso svariate volte la strada per Santadi ero proprio all'oscuro di parecchi particolari.Grazie.Ciao.
Gianni
pimobalare Inserito il - 19/06/2012 : 21:39:02
Andrea!..bravo..

Un tour molto interessante e ricco di particolari; bellissime foto..
grazie!

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