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 Rossella Faa, la cantastorie

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Marialuisa Inserito il - 14/03/2011 : 14:43:17
ossella Faa, la cantastorie





“Ta bellu su domminigu e attrus cantus”, tredici storie in musica firmate dalla cantante cagliaritana cresciuta a Masullas. Qualche volta sale sul palco armata di mestolo e grembiule da cucina. Agli spettatori serve gustose pietanze sonore condite da una voce raffinata, colta e allo stesso tempo popolare. Mescola sapientemente storie, ricette e preghiere con una robusta dose di humor e autoironia. Rossella Faa, la protagonista del disco in distribuzione da domani con il nostro giornale (pubblicato dalla Biblioteca dell'Identità per la collana Donne-Stelle della Sardegna) è un'artista curiosa e originale.



Il titolo del disco, Ta bellu su domminigu e attrus cantus spiega tante cose sul mondo della cantante cagliaritana cresciuta a Masullas, dove ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza. Al paese ha dedicato anche una canzone, segno di un attaccamento molto forte al piccolo centro della Marmilla. «Nell'animo sono biddaia», dice con orgoglio. «Mi piace il modo di vivere paesano. Anche il quartiere di Cagliari dove vivo (Villanova ndr ) è una bidda. Ci conosciamo tutti. Ma non mi piace il modo di pensare cittadino, lo trovo molto provinciale. Quello di paese è molto meglio».



IL PERCORSO ARTISTICO Rossella Faa incontra la musica non per caso. Papà suonatore di pianoforte e fisarmonica, i fratelli a smanettare tra chitarre e bassi elettrici. «Io ero la più negata della famiglia», ride. «Ricordo che mio fratello ci faceva fare i cori. Si giocava, ovviamente. La musica l'ho scoperta più tardi, diciamo che ero già grande».
Si iscrive a una scuola di chitarra a Oristano, ma dopo aver visto un film di cui non ricorda il titolo cambia strumento. «Con i risparmi ho acquistato un violino. Ho miagolato per un annetto diventando un incubo per i vicini di casa». Meglio la chitarra. «La prima l'ho pagata 1500 lire, era completamente sgangherata».
Quando la sua famiglia lascia Masullas, Rossella Faa torna a Cagliari e incontra il jazz. Si iscrive al Conservatorio del capoluogo e nel 1991 si diploma a Pesaro in “Strumentazione per banda”.
Un amico le fa ascoltare un disco di Chico Buarque de Hollanda e scatta la passione per la musica brasiliana. «Sono rimasta fulminata». Con la bossa nova è amore a primo ascolto. Un bel giorno dopo aver sentito Aguas de março , capolavoro di Tom Jobim nonché canzone-simbolo della musica carioca, decide di cambiare il testo. Le parole in portoghese lasciano posto alla limba . Un azzardo? Sicuramente. Quella cover però segna una svolta nella vita artistica di Rossella Faa. «Una filastrocca sarda su quella musica ci stava proprio bene». Dalla passione per i suoni brasiliani a quella per la letteratura sudamericana il passaggio è quasi scontato. «Sono convinta che Gabriel Garcia Marquez avrebbe potuto ambientare Cent'anni di solitudine a Masullas».
A Bologna, negli anni Novanta scopre il teatro. «Mi piace molto recitare, collaboro con molte compagnie. Sto finendo le musiche per lo spettacolo La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare che debutterà il 27 marzo al teatro Massimo di Cagliari».
Accumula esperienze, studia, canta e si ritaglia uno spazio nel panorama musicale isolano. Riesce a farsi rispettare e apprezzare, non solo dal pubblico, ma anche dai colleghi. Lavora per tanti anni con Piero Marras («con lui ho iniziato a cantare in logudorese»), collabora con Andrea Parodi e Elena Ledda. Non disdegna incursioni nell'hip hop prestando la sua voce al rap dei Balentia («un loro pezzo, Gentixedda, è favoloso»), insieme ad Augusto Pirodda firma Cixiri , la canzone che ha regalato fama e gloria alle Balentes. «L'abbiamo scritta in una settimana all'ora di pranzo». Un grande successo che però non stravolge la sua vita. Rossella Faa continua a comporre e si circonda di musicisti nei quali crede ciecamente. «Nicola Cossu e Giacomo Deiana sono fantastici. Sono artisti eclettici. Si adattano alle mie esigenze e io mi fido di loro. Sanno spaziare tra tutti i generi musicali. Non hanno limiti».
Nel 2003 l'album In corde segna l'esordio discografico. Dopo cinque anni pubblica lo straordinario Baa-bà . Domani esce Ta bellu su domminigu e attrus cantus. .
GUIDA ALL'ASCOLTO Il terzo cd di Rossella Faa raccoglie i brani più conosciuti e interessanti del repetorio a cominciare da Cannacca Macca , una canzone che nasce dalla storia di una ragazza figlia di emigrati che negli anni Settanta torna in paese per le vacanze estive. Il suo look freakettone non passa inosservato. «La gente parla e sparla. È uno spaccato di cattiveria locale». Da tzerrianta Cannacca Macca, ca è sempri prena de cannacc' 'e oru/da stroccinti de attesu, no binti sa luxi chi tei' in coru . La chiamano Cannacca Macca perché è sempre piena di collane d'oro. La prendono in giro, dietro alle spalle, non vedono la luce che ha dentro al cuore.
Ta bellu su domminigu , il brano che apre il disco racconta del matrimonio tra due fidanzatini attempati. Lei zitella ( bagadia, parria chi nisciunu da obia, sembrava che nessuno la volesse), lui con gli occhi belli ( tenia ogus bellus ) e una foglia di basilico messa dietro l'orecchio ( cun-d u-a foll'e fabbrica posta a paba de s'origa ). Nel cd sono presenti brani tratti da In Corde e Baa-bà . Nexi po nexi e Oro oro sono composte a quattro mani e sei corde, quelle della raffinata chitarra di Peo Alfonsi. Non mancano le incursioni nel logudorese con Mi cheria masedu , scritta da Paolo Pillonca. E poi i ricordi di quando era bambina raccontati a ritmo di samba sulle parole di Ciccaia cumpangia . Vicende personali e familiari, le storie raccontante dalla nonna ( Aiaia mia santu Idesa ) che esaltano i giochi di parole e invitano l'ascoltatore ad apprezzare le varianti della lingua campidanese. M'anti nau ca in Casteddu su tzurrundeddu na ca è nau “ratta pignatta”/ma aiaia mia, Santu idesa, ddu tzerria' pillo-i allappa-u . Mi hanno detto che a Cagliari il pipistrello è chimato “topo palmato”, ma mia nonna sanvitese lo chiamava “uccello palmato”.
Nelle tredici tracce di Ta bellu su domminigu e attrus cantus c'è tutto il mondo di Rossella Faa, sospeso tra sonorità mediterranee e sudamericane, tra jazz e folk. Ci sono tante canzoni scritte seguendo i saggi suggerimenti rubati dal diario di Tzia Maria. «Le storie vogliono raccontate sempre nello stesso modo e con le stesse parole, non devi aggiungere e non devi togliere niente, se no cambiano e ne viene fuori un'altra storia».
FRANCESCO PINTORE

Da "L'Unione Sarda" del 19/03/2010


Ta bellu su domminigu





Cannacca macca




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Sandrognola Inserito il - 11/07/2011 : 11:15:26
Di ritorno dal piacevolissimo concerto di Rossella Faa, straordinaria cantante, autrice, attrice e... maestra di ironia, non posso evitare di postare sul suo conto!!!
Tizi Inserito il - 14/03/2011 : 17:32:36
Semplicemente geniale.....è fantastica, divertente con intelligenza Oltre ad avere una bellissima voce ha una grande forza intrerpretativa.

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